La Roma
Primavera pareggia 3-3 a Torino. Dopo essere andati
avanti 2-0, i giallorossi vengono ripresi dalla
Juventus, che poi passa addirittura in vantaggio. All'87',
però, l'undici di mister Guidi riagguanta il match
grazie a un gol di D'Alessio.
Il gol di Romano arriva al
minuto 50: la Roma sembrava in controllo della gara.
Poi, cosa è successo?
"Abbiamo commesso l'errore di pensare che fosse finita
e questo è lo sbaglio che forse facciamo più fatica a
metabolizzare, perché dobbiamo riuscire a creare una
mentalità tale che a ogni pallone, in ogni partita, è
come se fossi sullo 0-0 e non devi dare mai la
vittoria per scontata, perché i pericoli sono dietro
l'angolo.
Davanti avevamo una squadra che ha dei valori, perché
sono tutti ragazzi che hanno grande qualità; non è
casuale che con noi e contro l'Inter abbiano fatto
quattro punti. È una squadra che riesce a stare
in partita, che ha delle abilità, e devi essere bravo
a non concedere quell'episodio che poi loro sono bravi
a capitalizzare.
Questo è un errore che ci deve insegnare. Il
dispiacere è che su questo tasto avevamo battuto
tanto. Però, nel momento in cui le cose vanno molto
bene, come nell'ultime partite, anche inconsciamente
pensi di essere in controllo di tutto. Invece, il
calcio ha delle variabili che non riesci mai a
controllare, quindi devi rimanere sempre estremamente
concentrato, mentre oggi sugli episodi dei gol subiti
siamo stati ingenui".
Secondo lei, paradossalmente le
cose stavano andando troppo bene anche come nel
primo tempo di oggi?
"Assolutamente sì, la squadra stava giocando
estremamente bene, era meritatamente in vantaggio di
due gol, e addirittura poteva chiudere il primo tempo
sul 2-0. Siamo stati un po' sfortunati sulla traversa
di Pagano. Però, dopo il 2-0 ci siamo un po' seduti
sul risultato, e invece di dare continuità, di non
concedere quelle eventuali ripartenze su palloni persi
internamente, abbiamo difeso con poca cattiveria al
limite dell'aria e abbiamo concesso dei cross troppo
facilmente. Errori che ultimamente non avevamo più
fatto.
Ma questa partita ci dà tanti spunti per lavorare, e
soprattutto per far capire loro che la strada per
diventare un calciatore professionista passa anche
attraverso questo. Prima della tecnica, della tattica
e dell'aspetto fisico, c'è quello della mentalità. E
loro non lo devono dimenticare mai".
La forza di questa squadra poi
si è rivista quando la partita in realtà sembrava
persa, perché nel giro di poco meno di due minuti
siamo riusciti almeno a pareggiare, quando subire
tre gol così poteva tagliare le gambe a qualsiasi
squadra.
"Sì, ma questo è l'aspetto che mi fa più arrabbiare,
perché hai preso gol e, quando sei andato sotto, ti
sei immediatamente riacceso e hai recuperato
facilmente il risultato, in pochissimi minuti: siamo
andati davanti al loro portiere e abbiamo fatto il
3-3. E, addirittura, avevo anche la percezione che
l'inerzia ormai fosse dalla nostra parte, e che
potessimo addirittura vincerla nei pochi minuti che
rimanevano.
Però, questa è una cosa che mi fa arrabbiare, perché
abbiamo buttato via 20, 30 minuti, e chi vuole
diventare calciatore non lo può fare, perché quando
sei nel settore giovanile vuol dire che non sei un
giocatore affermato e che devi lavorare per arrivarci.
Quindi, questi sono errori che non devi assolutamente
fare, a maggior ragione quando ci sei già incorso,
perché perseverare poi può significare avere dei
limiti e non sono convinto che i miei giocatori
abbiano dei limiti. Anzi, sono estremamente convinto
che moltissimi di loro, se curano questo aspetto,
possano ambire a dei palcoscenici importanti".