„Quanto era bello il calcio quando era solo una festa per le famiglie…” „Non c’erano ancora questi violenti delinquenti…”

„Molti anni fa queste cose non succedevano…”, „Potevi andare allo stadio tranquillamente”, „Che bello era il gemellaggio con loro…”

 

Ovviamente non voglio giudicare né pro né contro, ma a queste persone consiglio di leggere ció che é successo

il 18 luglio 1926 a Napoli durante la partita Internaples-Alba Roma.

In quella stagione l’ungherese Bukovi giocava nell’Alba (tripletta alla Lazio) e anche i giornali ungheresi parlavano

di quella partita, infatti tutti i quotidiani ungheresi dell’epoca, anche quelli non sportivi scrivevano degli scontri violenti

di quella finale. Te ne traduco uno, credo che sia interessante e Ti mando anche la pagina del Messaggero relativa alla gara.

Insomma i bei tempi  de ’na vorta senza violenza…

(Biagio)



Sanguinose giornate di calcio
nella rivalità tra Napoli e Roma


I tifosi delle due città marciavano armati gli uni verso gli altri per la finale del campionato del Sud Italia.
22 giocatori erano coperti di sangue, mentre l’Alba è diventata il campione del Sud.
Il grande gioco di Bukovi.
Assedio agli spogliatoi da cui vengono portati all’ospedale sette persone.



I bravi italiani sono abituati agli scandali calcistici, ma ció che è appena accaduto a Napoli, per dimensioni e gravità supera quelli vissuti finora. Le squadre si contendono il campionato italiano per regioni, alla fine i finali saranno disputati dalla squadra campione del Sud e da quella del Nord in due partite.
L’Alba ha vinto l'anno scorso e ha perso solo nella finale nazionale contro il Bologna campione dell'anno precedente.

La prima partita si è giocata domenica scorsa a Roma ed é finita con la vittoria dell’Alba per 6 a 1.
Risultato forse inaspettato, ma assolutamente meritato.
Le ombre della sanguinosa battaglia di Napoli già si potevano vedere anche a Roma.

Perché domenica scorsa 115 napoletani entusiasti si sono presentati a Roma in 25 macchine, arrivati a Roma in modo organizzato.
Le vetture erano decorate con i colori di Napoli e dell'Internaples e dai finestrini erano appesi manifesti con scritte come: Internaples-Alba 5-0! Viva il campione del Sud Italia e d’Italia! Lunga vita al calcio fascista! Il Napoli vince o muore!
Certo, come per tutte le manifestazioni qui in Italia non potevano mancare neanche questa volta i manifesti con le scritte: Viva il Duce! A morte i comunisti!
Si può immaginare che l'ingresso di questi giovani entusiasti allo stadio romano non sia andato proprio liscio.

Gli scontri sono iniziati giá prima della partita, spesso si sentiva il grido d’aiuto: “Carabinieri, carabinieri!”
Gli organizzatori non potevano far’altro: i partenopei erano stati separati dal resto del pubblico per il bene proprio con cordoni della polizia ed hanno dovuto seguire la partita in questo modo.
Per loro la partita era una vera sofferenza.
L’Alba ha vinto facile grazie anche alla forma brillante di Bukovi e agli attaccanti veloci da lui ben serviti. Dopo la partita sono successe ancora piccole scaramuccie.

L’Alba é in delirio di gioia, l’Internaples invece giura vendetta, accenna alla domenica successiva, quando la partita di ritorno e la battaglia si svolgeranno in terra partenopea.
Bene, questa grande battaglia c’era ieri.
La partita in campo si è conclusa con il risultato di 1 a 1.
L’Alba è il campione del Sud Italia e incontrerá i campioni del Nord per il campionato italiano.

L’Alba si è ben preparata alla trasferta di Napoli. Da Roma sono partiti due treni speciali e 45 macchine, i giocatori sono stati inoltre costantemente circondati da un gruppo selezionato di guardie, i cosiddetti “ragazzi difficili”, che prendevano cura anche di Bukovi,
straniero e forte perciò i pacifici napoletani erano ancora più arrabbiati con lui.

La partita era in programma alle ore 17 sul bellissimo campo dell’Internaples, ma già alle 16 in pratica era impossibile muoversi dalla folla.
Alle 16 e 30 tra la scorta dei carabinieri e fra i fischi assordanti del pubblico i romani entrano nel settore a loro riservato. Iniziano rimproveri e cori offensivi reciproci, in cui - bisogna ammetterlo - i napoletani sono insuperabili.
La squadra ospite scende in campo per primo, dopo anche il Napoli.
Applausi, urli, discorsi, canti fascisti, tanto di cappello, le squadre si schierano e inizia finalmente la partita.
L’Alba gioca il primo tempo contro sole e contro vento. Si sta solo difendendo, anche Bukovi gioca dietro, il risultato è 0 a 0. All’Alba ovviamente un pareggio va benissimo e non rischia nulla. Nell'intervallo poi scoppia una sanguinosa rissa negli spogliatoi dell’Alba.
Sfondando il cordone 25-30 napoletani entusiasti fanno irruzione negli spogliatoi.
Ma qui la guardia dei “ragazzi difficili” é già ben preparata e li aspetta con enormi bastoni in mano.
Cinque napoletani e due romani sono subito portati in ospedale, quattro romani sono portati invece alla polizia, l’irruzione fallisce.

Il secondo tempo inizia con mezz’ora di ritardo, poiché una compagnia di soldati è stata schierata in aiuto della polizia e il gioco è poi proseguito tra un vasto cordone militare.
L'Internaples attacca e segna il primo gol. Bukovi ora va in avanti e dopo pochi minuti segna il gol del pareggio.
L’Internaples impazzisce per questo. Gli ultimi 20 minuti della partita trascorrono in continue lotte grazie soprattutto all’arbitro impotente del Nord che teme soprattutto per la propria salute.
Quando l'arbitro fischia la fine, i carabinieri si precipitano in campo, afferrano l'arbitro e si separano alcuni giocatori che vogliono ancora continuare a picchiarsi.
I giocatori vengono poi scortati negli spogliatoi tra le barriere dei militari.
Lettura dell’elenco! Tutti i 22 giocatori stanno sanguinando!
L’Alba sorride, nell’altra parte all’Internaples qualcuno piange.
Solo Tóth, il calciatore ungherese dell'Internaples prova a consolarli.
L’Alba ha vinto con grande merito. Per tecnica e stile di gioco supera di gran lunga l’Internaples, di cui giocatori sono solo combattenti e terribilmente veloci.
Dopo piú di mezz’ora di attese i giocatori e gli assistenti salgono in macchine. Subito sassaiola.
Tutti i finestrini delle auto sono rotti e le teste di due uomini e di una signora sono ferite tanto gravemente che devono rimanere a Napoli all’ospedale.

Ovviamente le cose non finiranno qui, l’Internaples e la sua dirigenza non del tutto innocente deve rispondere alla Federazione italiana per gli scandali e per il comportamento antisportivo di alcuni di loro.
Purtroppo il pubblico calcistico italiano è ancora molto indisciplinato e non importa come, vuole vedere vincente solo la propria squadra ad ogni costo. Quando due di queste “grandi volontà” poi si incontrano, arriva poi una simile “esplosione napoletana”. Tanto il Vesuvio è vicino.









Sotto la guida del nuovo presidente Giorgio Ascarelli, l’Internaples si rinforzò. Arrivarono due ex giocatori dell’Alessandria, il giocatore-allenatore Carcano e l’attaccante Ferrari. L’Internaples, approfittando della mancata iscrizione del Savoia e della Cavese, dominò il campionato regionale vincendolo. L’Internaples vinse 7 partite su 8, rifilando dieci reti in trasferta alla Casertana (0-10), sei reti in casa alla Puteolana (0-6), sei reti in trasferta allo Stabia (0-6). L’unica squadra che riuscì a fermare sul pari l’Internaples nel girone eliminatorio fu la Bagnolese seconda classificata.

L’Internaples fu inserito nel Girone A delle semifinali con Fortitudo di Roma, Anconitana di Ancona, Liberty di Bari e Messinese di Messina. Dopo aver pareggiato in trasferta lo scontro diretto contro la Fortitudo, i partenopei chiusero il girone di andata in testa a parimerito con i capitolini, guadagnando la vetta solitaria la giornata successiva grazie alla vittoria casalinga per 3-1 nello scontro diretto. Grazie a quel successo l’Internaples vinse anche il girone di semifinale della Lega Sud proprio con due punti di vantaggio sulla Fortitudo di Roma, qualificandosi così alla finale di Lega Sud. La qualificazione matematica alla finale arrivò il 17 maggio 1926 con il 4-0 rifilato all’Anconitana che portò l’Internaples a più tre sulla Fortitudo, divario ormai incolmabile (a partenopei e romani rimaneva solo una partita da disputare). L’ultima partita di semifinale, ormai ininfluente, fu disputata il 30 maggio 1926 contro il Liberty di Bari e terminò 2-2.


Tutto il mese di giugno fu trascorso in attesa di conoscere l’altra finalista. Infatti l’andamento del Girone B era stato condizionato dalle vicende dell’incontro Alba-Pro Italia disputato in origine il 2 maggio 1926. Prima dell’incontro Alba, Pro Italia e Bagnolese erano tutte in vetta a pari punti. Il 2 maggio 1926 Alba-Pro Italia terminò 1-1 e a causa di ciò la Bagnolese guadagnò la vetta solitaria. L’Alba protestò per i notevoli errori arbitrali che a suo dire le impedirono di vincere la partita, gridando al complotto della Lega Sud (che all’epoca aveva sede a Napoli) che avrebbe inviato apposta quell’arbitro per far perdere punti all’Alba e così favorire la vittoria del girone da parte della Bagnolese, e anche i suoi tifosi se la presero con il direttore di gara, aggredendolo e insultandolo alla fine della partita. L’Alba minacciò addirittura di ritirarsi dal campionato in segno di protesta per l’operato della Lega Sud. Gli errori tecnici dell’arbitro furono tali da spingere la Lega Sud ad annullare la partita e farla ripetere a fine girone. L’Alba fu comunque pesantemente multata e punita con la squalifica del campo per tutto il girone di ritorno. Il 23 maggio a Napoli, più precisamente nel quartiere di Bagnoli, si disputò la partita decisiva, Bagnolese-Alba. La partita di andata a Roma si era conclusa 3-3 in maniera rocambolesca con l’Alba in vantaggio per 3-0 fino a cinque minuti dalla fine e che si fece riprendere nel finale dalla Bagnolese che le rifilò tre gol in soli cinque minuti, pareggiando incredibilmente. Questa volta non accadde niente del genere e l’Alba vinse per 2-1 in trasferta, agganciando i campani in vetta ma con una partita in meno, quella da recuperare contro la Pro Italia di Taranto. Sennonché la FIGC a metà giugno assegnò all’Alba la sconfitta a tavolino proprio nella partita da recuperare, e questo significò che Bagnolese, Pro Italia e Alba erano tutte e tre a quota 12 punti in classifica, ma con la Bagnolese prima, la Pro Italia seconda e l’Alba terza in virtù del quoziente reti. La Bagnolese, in virtù del miglior quoziente reti, risultava almeno al momento aver vinto il girone. L’Alba gridò al complotto sostenendo che la Lega Sud avrebbe fatto di tutto affinché la finale si giocasse tra squadre napoletane, e sporse reclamo contro la sconfitta a tavolino, e, complice l’intervento in suo favore di importanti gerarchi fascisti romani (come Italo Foschi e il presidente del CONI Lando Ferretti), alla fine la spuntò: la sconfitta a tavolino fu annullata, e la partita fu mandata a ripetere il 4 luglio 1926: l’Alba vinse per 3-1 e si qualificò alle finali contro l’Internaples.

La squadra vincitrice avrebbe disputato la Finalissima per lo scudetto contro i campioni della Lega Nord. La partita di andata si disputò a Roma il 11 luglio 1926. Sembrerebbe, secondo un aneddoto, che l’Internaples scese in campo non ben riposato, perché la notte prima i tifosi albini, scoperto l’albergo in cui alloggiava la compagine partenopea, con urla e rumori vari disturbarono il sonno dei giocatori partenopei, facendo passare loro una notte insonne. Dopo un iniziale equilibrio, nei minuti finali del primo tempo l’Alba si portò in vantaggio. Nella ripresa si ebbe la debacle dell’Internaples: l’Alba con due gol in successione si portò sul 3-0, sollecitando i cori di sfottò della tifoseria capitolina, che cominciò a cantare la canzone che trionfava allora nei cinema della capitale, “Napule ca se ne va”. La rete di Ghisi, che accorciò le distanze portando il punteggio sul 3-1, illuse la tifoseria partenopea, che cominciò a rispondere alla tifoseria avversaria cantando “Napoli è sempre Napoli”, nella speranza che l’Internaples avrebbe ripetuto l’impresa della Bagnolese, che a Roma aveva rimontato l’Alba dallo 0-3 al 3-3 negli ultimi cinque minuti di partita. Tuttavia, si verificò effettivamente l’opposto: l’Internaples, invece di rimontare, crollò ulteriormente, l’Alba segnò altri tre gol e vinse per 6-1. A causa della sconfitta di Roma per 6-1, poiché proprio in quella stagione era stato introdotto il quoziente reti per discriminare i pari merito in classifica, l’Internaples al ritorno avrebbe dovuto vincere con almeno cinque gol di scarto per evitare l’eliminazione (con cinque gol di scarto si sarebbe resa necessaria una terza gara di spareggio, essendo il quoziente reti delle due squadre pari). I giornali partenopei esortarono l’Internaples a riscattare la “Caporetto” di Roma con un’impresa alla “Vittorio Veneto” all’Arenaccia, ma non andò come sperato. L’Alba amministrò il vantaggio di cinque reti chiudendosi in difesa e chiudendo bene tutti gli spazi e il primo tempo si chiuse a reti inviolate, nonostante lo sterile predominio partenopeo. Nel secondo tempo l’Internaples si portò in vantaggio su rigore ma l’infortunio di Sacchi, che ridusse la squadra in dieci (allora non esistevano le sostituzioni), favorì l’Alba che riuscì così a pareggiare, sempre su rigore. La partita terminò 1-1 e l’Internaples fu eliminato dal torneo. Entrambe le partite di finale furono caratterizzate dalle intemperanze del pubblico di casa. All’andata furono i tifosi albini a rendersi artefici di violenze, come narra la cronaca de “Il Mattino”:

I supporters romani alla fine della partita invece di inneggiare giustamente ai propri atleti, a dimostrazione della gioia si sono scagliati contro giocatori e supporters azzurri, provocando l’intervento della forza pubblica, che ha dovuto caricare più volte la folla. Non è stata risparmiata dalla invasata folla romana neanche qualche gentile signora napoletana, che aveva affrontate le fatiche di un viaggio per sostenere la propria squadra e dividere con essa la gioia e il dolore. E ciò, maggiormente inesplicabile, dopo le proferte di amicizia sportiva dei romani e le prove di stima e di simpatia di cui sono stati fatti segno dagli azzurri cittadini.


Gli ultras partenopei si vendicarono al ritorno. Secondo “La Gazzetta dello Sport”:

Il pubblico non è stato all’altezza della sua tradizionale ospitalità. I supporters locali hanno mostrato senza ritegno il loro risentimento per l’intemperanza di Roma e hanno dato luogo a numerosi gravi incidenti, prima, durante e dopo la partita.

Secondo il quotidiano romano (e filoalbino) “L’Impero”:

Durante l’intervallo i giuocatori romani, ritiratisi negli spogliatoi, stanno per essere aggrediti vigliaccamente e malvagiamente da un numeroso gruppo – circa 200 – di napoletani. Un manipolo di soldati romani, dato di piglio ad una pompa, allontanano l’insidia. […] Infuria intanto la tempesta da parte del pubblico. Gravi incidenti si verificano alla tribuna dove ogni romano ch’è riconosciuto è apostrofato, colpito con bastoni e sassate ed espulso dal campo. Sono scene selvagge dalle quali non sono risparmiate neppure le signore; e si ripetono prima durante e dopo la partita. Scene che non possono essere descritte, per non vituperare troppo una popolazione intera e per non diffamare uno sport che non ha nulla a che vedere con le gesta odierne. […] Poi la partita ha termine. All’uscita dal campo dell’Arenaccia si riaccende la caccia al romano. Si deplorano così nuovi feriti che devono riparare all’ospedale.

Per gli incidenti avvenuti al ritorno, l’Arenaccia, il campo dell’Internaples, fu squalificato insieme al campo di Agnano per due mesi (fino al 30 settembre). Al termine del campionato Carcano e Ferrari tornarono all’Alessandria.



Fonte: https://calcioantico.altervista.org/football-club-internaples-stagione-1925-26-storia/


Prima Divisione Lega Sud – Finale di ritorno
 Domenica 18 luglio 1926
Campo Arenaccia, Napoli

INTERNAPLES-ALBA 1-1

Reti: 50′ Claar II (rig.), 73′ Bucovich (rig.).

INTERNAPLES: Pelvi; Minter, Claar; Valente, Ghisi II, Toth; Fiorini, Sallustro, Ghisi, Ferrari, Sacchi.
ALBA: Ricci; Mattei, Bianchi; Rovida, Degni, Berti; Loprete, Fasanelli, Bukovic, Maneschi, Ziroli.
Arbitro: Dani (Genova).

Il seguente è il resoconto delle cronache dell’epoca. Il campo dell’Arenaccia è insolitamente affollato, gremitissimo di spettatori. Quando entrano in campo gli albini, fischi sonori e urla altissime partono dalla folla che impreca contro i romani. Calorosi applausi sono invece rivolti alla squadra napoletana, dalla quale si reclama la “Vittorio Veneto” calcistica.

La partita, arbitrata da Dani, in complesso è risultata incolore per il grande handicap che gravava sulla squadra cittadina, compromessa dal disastroso risultato di Roma. Infatti, poiché d’accordo le squadre avevano stabilito di far vigere la norma del quoziente reti, l’Internaples avrebbe dovuto vincere almeno per 5 a 0, invece, fin dal primo tempo, l’Internaples, pur dominando letteralmente e pur mantenendosi costantemente all’attacco, non è riuscita a segnare per la salda difesa dell’Alba. Si è avuto subito l’impressione che solo una debacle improvvida avrebbe potuto permettere un largo punteggio. Il primo tempo è terminato alla pari 0 a 0.

Durante l’intervallo i giocatori romani, ritiratisi negli spogliatoi, stanno per essere aggrediti da un numeroso gruppo – circa 200 – di napoletani. Un manipolo di soldati romani, facendo uso di una pompa, allontanano l’insidia.

Nel secondo tempo i napoletani si portano in vantaggio con un calcio di rigore trasformato da Claar. Ripreso il gioco Sacchi è colpito con un calcio ed esce dal campo, ove non rientrerà più malgrado le più energiche cure. Quindi la squadra napoletana comincia a cedere. Si avverte la mancanza del centro sostegno. L’attacco risente della fatica e man mano che il tempo passa la speranza di risalire il quoziente reti, già vana, diventa un mito.

L’Alba si riprende, ma si ha l’impressione che non giochi con grande impegno, e le poche ma slegate azioni terminano con tiri sbagliati e per lo più alti. Verso la metà del tempo l’Alba pareggia su rigore. La partita continua stanca e fra il disinteresse del pubblico, e la fine trova l’Alba campione della Lega Sud. All’uscita dal campo dell’Arenaccia si riaccende la caccia al romano. Si deplorano così nuovi feriti che devono riparare all’ospedale.


http://storiadelcalciocampano.altervista.org/category/internaples-1925-26/?doing_wp_cron=1627170076.6027419567108154296875


vedi la partita di andata




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