Nel 1950, in particolare, ne vidi una della Roma, significativa: credo fosse la penultima del campionato. Pioveva e ricordo un arrembaggio dei giallorossi, contro il Como, nei minuti finali. I giallorossi, incredibilmente erano in svantaggio di un goal.
Tutti i calciatori erano sporchi di fango: un difensore della Roma, spigoloso e forte, non ricordo se Tre Re, oppure  Andreoli, che  incarnavano entrambi lo spirito “testaccino” della squadra, stringeva i denti e dagli spalti, che erano vicinissimi al campo,  si udiva il suo grintoso “Passa… passa” ai compagni: era un ordine a denti stretti, ma comunque perentorio.
Allora gli arbitri non tolleravano che i giocatori, chiamassero la palla, a gran voce…
In quell’arrembaggio sotto la porta del Como, anche lui terzino, era alla disperata ricerca del pareggio.
Il pubblico era sfiduciato, quasi impietrito e la voglia di tifare si era affievolita.
Proprio all’ultimo minuto, la Roma ebbe un rigore: Il pubblico ritrovò il suo entusiasmo e la speranza di pareggiare.
Quel giocatore, coraggioso e sicuro: si appropriò del pallone e lo mise sul dischetto, assumendosi la responsabilità di calciarlo, incitato a gran voce dalla folla.
Il Calcio Illustrato che usciva ogni mercoledì, nel suo tipico color verde, pubblicò in copertina, la foto del palo, allora quadrato, con i segni di fango del pallone, con impresse le caratteristiche impronte delle cuciture delle sezioni di cuoio.
A caratteri cubitali, la scritta emblematica: CHE JELLA! ROMA 0 COMO 1(Ricordo di Sergio De Martino)