XXVIII Giornata
ROMA - GENOA 0-1
L'Aquila, Stadio Fattori (CAMPO NEUTRO)
domenica 18 marzo 1951
ore: 15.00

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Tabellino partita:
ROMA: Risorti, Nordahl, Treré, Eliani, Maestrelli, Venturi, Lucchesi, Zecca, Bacci, Andersson, Sundqvist.

Allenatore: Serantoni

GENOA: Bonetti, Volponi, Cattani, Becattini, Melandri, Tortarolo, Da Prati, Castelli, Baldini, Invernizzi, Nilsson.

Allenatore: Bacigalupo

Arbitro: Galeati di Bologna
RETE: 59' Nilsson


Partita decisiva per la salvezza, giocata a L’Aquila, in campo neutro, per la squalifica di una giornata del campo della Roma a seguito degli incidenti avvenuti nel corso della partita
Roma - Internazionale 0-1, del 04.03.1951.

FOTO




I genoani






Il presidente della Roma Pier Carlo Restagno, a sinistra con il cappotto grigio, presenzia ad uno scambio di doni prima del calcio d'inizio.


Claudio d’Aguanno

Enzo Presutti, classe 1929

Per andarsene Enzo ha scelto una nottata particolare. Ha scelto la nottata del 4 a 0 al Brighton, una di quelle occasioni da magica Roma, strafelici e esagerate, che non capitano tutte le settimane ma che lui nel corso della sua lunga vita non ha mai smesso di rincorrere dopo averne annunciato l’avvento ad ogni inizio stagione: “questo è l’anno buono – ripeteva ad ogni giro di calendario- questo è l’anno che se divertimo veramente.” Classe 1929, nato di luglio ai bordi del Motovelodromo Appio, nella sua lunga memoria di novantenne  ne conservava parecchi di campionati e nomi. Da Bernardini a Pellegrini poi c’aveva la sua personalissima classifica dei capitani dove, con la sola eccezione di Losi, pretendeva quasi il bollino giallorosso di qualità: “per carità, un capitano è un capitano, ma –precisava sicuro- chi mette la fascia è meglio se è romano e romanista.. comunque a voler fare nomi i miei capitani sono stati Bernardini il dottore, Amadei lo scudetto del 42, poi Losi e poi Totti il più bravo in assoluto, ma Agostino, Agostino Di Bartolomei, è quello che più ho amato.”

 

Tra tante foto della sua storia tifosa quelle cui teneva di più erano però immagini d’una giornata tutt’altro che allegra. E’ il 18 marzo 1951 e si gioca Roma Genoa sul campo neutro a l’Aquila. Due settimane prima la Roma aveva perso con l’Inter in casa. Sconfitta immeritata condita da decisioni arbitrali che avevano poi provocato incidenti e scontri dentro e fuori lo stadio. La Roma è terz’ultima con soli due punti in più del Genoa e a quattro dal Padova. E per questo la partita in terra d’Abruzzo vale più d’uno spareggio.

Da Roma così partono in massa. “Cento torpedoni carichi di sostenitori” scrive Giuseppe Sabelli Fioretti “quello d’Aquila praticamente è più di un campo amico”. Nonostante il tifo e nonostante una pressione costante il match però va tutto storto. Sundqvist davanti non ne azzecca una, in difesa Nordahl e Tre Rè annaspano, poco risolve poi la generosa prestazione di Maestrelli che si danna a tutto campo. E va così che batti e ribatti arriva la zampata dell’ala genoana Nilson. Al 59’ è 1 a 0 per i rossoblu e niente cambierà fino alla fine.

 

Su uno di quei torpedoni Enzo, poco più che ventenne, s’era imbarcato con tutto il gruppo San Giovanni – Alberone. La partenza da Piazza Re di Roma aveva i suoni della carica. Il ritorno quelli epici della sconfitta, della dura prova affrontata, della botta presa e da rintuzzare quanto prima. “Beh –amava ripensarla a distanza di tempo- mancavano ancora diverse giornate e quello però fu il segno d’una annata che sarebbe finita male. Ma nonostante il risultato noi che s’eravamo avventurati fin laggiù mica eravamo a pezzi. Anzi. E’ che è facile sentisse romanisti quando le cose vanno bene. Noi lo siamo stati fino in fondo, pure in serie B e da lì siamo ripartiti.”

 

Ecco, un saluto a te carissimo Enzo e un abbraccio a tua figlia Serenella, a Giorgia, a tutti i tuoi cari che ti sono stati intorno fino all'ultimo gol e che per questa tua ultima trasferta non hanno dimenticato i colori da te amati: la spilletta sulla giacca, la sciarpa dell’83, una bandiera usata, un cappelletto nuovo. E che la terra ti sia lieve.

 

[Nelle foto del Gruppo Appio, Enzo è in piedi braccia conserte dietro il primo accosciato sulla sinistra]

   







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