Campionato 1974/75, si gioca la
18° giornata, è il 16 Feb. 1975, all’Olimpico si
affrontano RomaBologna, nell’intervallo, con la Roma
checonduce 1 a 0 con gol di Pierino Prati al 32’, al
muretto dei Guerriglieri
l’atmosfera è come sempre allegra e caciarona, tra una
rissa e l’altra
(tutte naturalmente finte e senza farsi male anche se
talvolta qualche livido...) si discute della prossima
trasferta, l’avversario è di rango, è il Milan di Rivera
e Benetti, con un certo Tancredi in panchina, ma si
dovrà incontrare a Verona e la cosa , chissà perché, mi
intriga da morire. Ma perché proprio lassù ?? Colpa di
innumerevoli oggetti e di alcuni razzi tirati in campo,
uno dei quali particolarmente preciso, aveva spalmato il
povero Anastasi a centro area; era il 9 Feb. 1975 e si
giocava a S. Siro Milan-Juventus, con gli ospiti avanti
in attesa di battere un corner,alle spalle della porta
dell’ignaro Albertosi dove sono collocati i Commandos
Tigre vola in pratica di tutto (come vedi caro Sig.
“Ringhio” Gattuso, che all’epoca dovevi compiere ancora
tre anni e dovresti per questo informarti meglio, anche
i tuoi tifosi non scherzano,anzi come mira sono persino
più bravi perché hanno fatto centro diverse volte, leggi
un pò di cronaca, fai il bravo…) ; ora anche se quella
domenica in campo si stavano vedendo cose quanto meno
poco chiare e Barbaresco di Cormons non stava arbitrando
certamente bene, l’azione sconsiderata del novello
“Micca” aveva fatto danni più grossi, intanto perché il
Milan avrebbe perso 2 a 0 a tavolino e poi perché il
campo si sarebbe beccato due giornate di squalifica,
nella prima delle quali avrebbe incontrato la Roma a
Verona come campo neutro.
Ma ritorniamo al nostro intervallo di Roma-Bologna,
stranamente non prendo accordi col gruppo ma solo con un
altro giovanotto anche lui del muretto, del quale anche
se non ricordo il nome ho in mente, molto chiara,
l’immagine delle trombe che portava allo stadio, e non
era mica l’unico! Che ricordi gente, le trombe!!
Già, all’epoca si usavano tantissimo, una scatola di
legno contenente una o più batterie d’auto, due robuste
corde laterali per poterla trasportare più o meno
comodamente, diversi tubi e coni per poter fare uscire i
suoni, un frastuono infernale che spaccava i timpani ma
a noi piaceva da morire.
E così si arriva al tardo pomeriggio di sabato, mi vesto
da “trasferta”, riempio il mio fedele zaino militare coi
panini, asta telescopica da pesca e bandierone 3 mt. x
4, alle 20 esco di casa, col bus vado a Termini dove mi
incontro col mio amico e alle 22,30 finalmente si parte.
Veramente il treno più logico per poter partire sarebbe
stato quello successivo ma tanta era la smania di andare
che lo trascurammo senza pensarci due volte, quella
smaniaovviamente significò arrivare a Verona alle 5,20
del mattino, di un freddo e nebbioso mattino che ti
tagliava in due, dal quale cercammo di ripararci, senza
riuscirci, chiudendoci in sala d’aspetto e provando a
dormire su delle gelide panche di marmo. Altro che
comodità…
Quando fummo debitamente “scongelati da alcuni addetti
della Findus prontamente intervenuti” ci riscaldammo con
un cappuccino caldo al bar che intanto aveva persino
aperto, fatta così colazione e ripresa conoscenza questa
”imponente forza di occupazione“ si lanciò alla
conquista della città scaligera e lo fece in barba a
tutte le più elementari leggi di accortezza, due pazzi!
Immaginate due solitari ragazzotti neppure tanto
prestanti che vanno in giro a piedi per una città a loro
completamente sconosciuta portandosi dietro il Kit
completo batteriatrombe, che ogni tanto facevano partire
con buona pace dei residenti ed un enorme bandierone
aperto che per non farlo strusciare interra ero
costretto a sventolare; arriviamo così nei pressi di
P.za Bra e da una via laterale iniziano a sbucare i
pulman dei milanisti, è vero, questo piccolo
articolare mi era sfuggito, prima o poi l’incontro
col “nemico” doveva pur accadere ma per nulla intimoriti
da gestacci e insulti andiamo loro incontro e ad ogni
passaggio di pulman, ma non vengonorisparmiate neppure
le macchine locali, c’è una solenne strombazzata ed una
grossa bandiera che cala irridente sui vetri laterali.
Ed incredibilmente nessuno scende e ci massacra…
Alle 11,30 arriviamo al Bentegodi dove finalmente
troviamo altri romanisti, veramente ce ne sono una
infinità, siamo davvero tantissimi, qualcuno parla di
4/5 mila presenze (e ci credo perché all’epoca era
normale…) tranquillamente mischiati ai tanti milanisti
senza nessun problema; il fatto curioso è che noi
lupacchiotti ci troviamo tutti, guarda caso, sotto la
Sud e lì fuori, visto che è la loro curva, è pieno di
veronesi molti dei quali, lo scopriamo con piacere,
appartengono alle Brigate Gialloblù, con i quali nasce
subito una simpatia a pelle, alimentata anche dal fatto
che i loro rapporti coi milanisti non sono (né lo
saranno mai) idilliaci e quindi ci vedono come un grande
supporto morale.
Il loro bar di fronte è meta di numerosi pellegrinaggi a
base di solenni birre alla spina, nasce uno scambio di
sciarpe, c’è né uno addirittura che mi fa entrare nella
sua 500, apre la cappottina e col mio bandierone al
vento giriamo al centro, per dirla come loro... delle
robe incredibili!!
Loro ci guardano con ammirazione perché non si
aspettavano che da Roma arrivassero così tanti tifosi,
(dobbiamo sempre tener presente che siamo nella fase
arcaica del fenomeno Ultras e tutto sarà più chiaro) ma
dove poi guadagnammo punti veri arriva nella fase
successiva. Quando formiamo tutti insieme il gruppone, i
nostri nuovi amici gialloblù ci fanno notare che,
giocando in casa, gli addetti ai cancelli del Milan
avevano già fatto entrare i gruppi rossoneri nella loro
curva e che difficilmente noi avremmo trovato spazio
nella Sud; adesso non so se questa loro affermazione
l’abbiano lanciata lì tanto per parlare o se, sotto
sotto, in maniera velata volessero dire : “Cari romani
la
situazione è questa, vediamo cosa siete capaci di fare…”
; ad ogni modo ci siamo guardati negli occhi e
tranquillamente si è risposto che noi la partita
l’avremmo vista nella curva Sud, al centro dove
collocano il loro striscione.
L’incredulità si impadronì dei loro sguardi, si capiva
che, pur sperando in una cosa simile, non ci ritenevano
capaci di farla ma quando il gruppo si mosse dirigendosi
verso i cancellidiventarono seri perché nei nostri
sguardi non c’era più voglia di scherzare.
Agli ingressi tentarono di fermarci, anche la Polizia ci
provò ma senza grossi risultati perché eravamo tanti,
perché eravamo decisi e perché la Sud era la nostra
curva (veramente lo era anche del Milan ma questo,
almeno io, ancora non lo avevo scoperto e comunque la
cosa non ci interessava affatto), salimmo le scale di
corsa e usciti dai boccaporti trovammo la curva già
piena di gente con gli striscioni esposti, la situazione
stava diventando esplosiva, in quel momento ci vennero
incontro alcuni di loro, li ricordo già grandi coi loro
eskimo verdi ed i capelli lunghi, piuttosto incazzati
che ci urlavano che mai avrebbero tolto i loro
striscioni; non posso sapere a quale gruppo
appartenessero nè posso inventarmelo non rientrando ciò
nel mio normale modus vivendi, ma di certo non erano
deinormali Milan clubs, si mostravano decisi a non
mollare ed oggi come Ultras li capisco perfettamente, il
fatto è che pur giocando il Milan in casa li
avevamo completamente circondati e tra l’altro non
tutti dei nostri avevano tanta voglia di dialogare,
infatti al lato destro qualcuno aveva già iniziato a
togliere gli striscioni rossoneri, nell’aria si toccava
con mano una tensione altissima, da un momento all’altro
poteva scatenarsi il putiferio, i loro sguardi erano
carichi di odio ma noi eravamo tanti, troppi anche per
loro.
Ci fu un rapido conciliabolo con gli addetti milanisti,
arrivò anche la nostra assicurazione che li avremmo
fatti passare senza problemi ed infine, accolto da un
boato di vittoria, iniziarono a togliere gli striscioni
dei gruppi per spostarsi infine nell’altra curva, tutto
questo sotto lo sguardo ammirato dei veronesi che non
credevano ai loro occhi, eravao riusciti a farli
spostare e si era padroni del campo, una grande figura,
una grande dimostrazione di compattezza, così eravamo,
così dovrebbe essere!!!
La partita non andò neanche tanto male, andati sotto di
un autogol arrivò l’immediato bel pareggio di Pierino
siglato proprio sotto i loro occhi, questo ci diede
coraggio e venne fuori persino un buon tifo, ricordo che
il mio bandierone spiccava per le sue dimensioni tra le
altre bandiere ma ciò che più mi colpì furono gli
striscioni, a dozzine, ovunque.
A fine partita coi milanisti non accadde nulla, coi
veronesi invece di nuovo a bere birra a volontà, a
segnarsi telefoni ed indirizzi, a scambiarsi sciarpe e
cappellini, quel giorno fu piantato senza saperlo il
seme del futuro gemellaggio, al quale tanto lavorai e
che diede molte soddisfazioni ad entrambi fino al
momento dell’incresciosa rottura che molto amaro lasciò
in bocca a tutti quelli che credevano, e continuano a
farlo, nell’amicizia e nella parola data, la colpa fu la
nostra ma anche questa è un’altra storia.
Dopo i saluti partirono i pulman, noi a piedi andammo
alla stazione accompagnati sempre da loro, alle 22 ,20
la partenza con arrivo a Roma la mattina alle 7,15
circa, stanchi ma tutti gasati, avevamo vissuto una
domenica alla grande, con la squadra e come tifosi,
l’appuntamento è per il 2 Marzo, all’Olimpico arriva il
Varese…
(da Usque ad finem) |