Amichevole
URBINO - ROMA 0-6
Urbino
martedì 6 agosto 1991
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A URBINO E' FESTA GRANDE ' DEVO SOLO DIMENTICARE'

URBINO - "Andrea, Andrea, torna a farci sognare" invoca il popolo giallorosso. In tremila si sono arrampicati sull' afosa Urbino per acclamare il ritorno del loro uomo-gol. Carnevale esce dallo spogliatoio, vede la gente attaccata ai cancelli, appesa alle reti. Si passa la maglia sul volto, abbassa gli occhi e regala ai cronisti la frase storica: "Sono emozionato come al mio esordio in serie A". Poi entra in campo, va a mischiarsi con Giannini e i compagni. Pacche sulle spalle, battute "ti ricordi come si gioca?" e via, tutto ricomincia nel clima dei giorni belli. Cioè prima di Roma-Bari del settembre ' 90, giorno dell' esame antidoping che lo condannò, e di Torino-Roma (9 ottobre 1990) ultima partita giocata. L' apoteosi d' agosto nel giorno del mini-perdono si fa attendere appena venti minuti. Passaggio di Di Mauro, colpo di destro dal limite dell' area e Andrea-goal si ripresenta. Esplode il piccolo stadio, applaudono gli ultras assiepati perfino sulla collinetta che domina l' impianto. Nell' ultima mezz' ora Carnevale sfodera addirittura tutto il repertorio. Bis su rigore (gentile omaggio di Voeller che rinuncia a tirare); tris su mischia in area, e poker con un colpo di testa. "Lui è il nostro migliore acquisto" commenta in tribuna il general manager Mascetti. E' l' inizio del festival della inevitabile retorica. Dopo giorni di marcamento alla Lega, adesso i dirigenti giallorossi si sciolgono in complimenti, ringraziamenti, celebrazioni. "Ha prevalso il buonsenso", sentenzia il vicepresidente Gianni Petrucci, sommerso pure di doni dagli urbinati che premiano il presidente Ciarrapico impegnato imprenditorialmente da queste parti. Petrucci, ex segretario della Figc e braccio destro di Matarrese, si spreca in diplomazia: "E' un grande passo della Lega, un segno di sensibilità nell' applicazione di una norma, speriamo che continui così". E Carnevale? Tradisce un' attesa superiore per il verdetto ammettendo "mi aspettavo di più", ma è appena sussurrato e superato da un "questa opportunità è un evento significativo e giusto". All' arrivo negli spogliatoi, l' Andrea ritrovato ha già avuto tempo di rimuginare reazioni ed emozioni. "Anche se ho 30 anni e tante esperienze alle spalle le amarezze e delusioni di questo anno mi hanno riportato a zero. Devo dimenticare e giocare. Va bene Urbino e poi Avellino alla fine di duecento giorni d' attesa. E' chiaro che sono solo all' inizio e ora tutto sembra facile ma devo pensare a quando scadrà la squalifica: queste amichevoli mi serviranno per la condizione fisica e psicologica. Sarà lunga, allora ci vuole l' aiuto di compagni e tifosi. Giocando mi passerà l' amarezza". Mascetti, come un buon fratellone, annuisce e benedice. Siamo sempre sull' orlo della commozione un po' manierata. "L' importante per Carnevale - confida il manager - è ricominciare agonisticamente per superare i due mesi prima del rientro in campionato. Pronto adesso? Difficile, dieci mesi di inattività pesano però è già dentro il gruppo. Quindi morale alto e gran fiducia nel futuro". L' atmosfera accorata attorno al figliol prodigo si spande la mattina presto nell' albergo "Ginestra" di Urbino. Compare il fax dalla società che riporta l' annuncio e la decisione della Lega. Col documento ecco la telefonata del dirigente Fabbri che esterna i complimenti ufficiali di Ciarrapico. "Sì, si è commosso" confida Mascetti a chi sollecita il fatidico "come ha reagito?". Bianchi, laconico e sorridente, con una stretta di mano regala al giocatore uno "stasera vai in campo". Evviva, brindisi a pranzo mentre la notizia mobilita subito il popolo giallorosso che invade la città. Una partita promozionale diventa appuntamento carico di significato e i gol di Carnevale obbligano ai titoloni e ai peana. Il coro degli elogi di dirigenti e giocatori viene cantato sull' onda del "queste reti fanno solo bene ad Andrea e alla Roma". Dunque avanti con gli entusiasmi che l' Urbino (serie Interregionale) rinfocola. Da brava squadra materasso rende tutti draghi i giallorossi che maramaldeggiano e non faticano come una settimana fa a Rimini dove rimediarono uno striminzito 1 a 0. Finisce 6 a 0 con risultato sbloccato su autogol e poi il poker di Carnevale e un sigillo di De Marchi. In una serata allegra Giannini si concede poco alla platea e Voeller entra solo nella ripresa. Ma per quanto potessero combinare i due assi, il popolo romanista avrebbe avuto egualmente un unico slogan: "Andrea facci sognare".
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