XIV Giornata
ROMA - MILAN 0-1
Roma, Stadio Olimpico
domenica 3 gennaio 1993
ore: 14:30
 

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Tabellino partita:
ROMA: Cervone, Garzya, Rossi (35'pt Muzzi), Bonacina, Aldair, Comi (28'st Salsano), Piacentini, Haessler, Carnevale, Giannini, Caniggia.
In Panchina: Fimiani, Benedetti, Signorini. 
Allenatore: Boskov. 

MILAN: Rossi, Tassotti, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Lentini, Boban, Papin (1'st Evani), Gullit, Massaro (10'pt Nava).

In Panchina: Antonioli, Donadoni, Simone. 
Allenatore: Capello. 

Arbitro: Collina di Viareggio. 

RETE: 30'pt Gullit.

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Corriere Della Sera

il Milan sa volare anche a forza 10

Roma vs Milan 0 a 1. marcatore: Gullit. arbitro: Collina. Gullit firma a Roma la 7a vittoria consecutiva in trasferta.

LE ASSENZE DI VAN BASTEN E RIJKAARD E L' ESPULSIONE DI BARESI NON FERMANO I ROSSONERI

ROMA . Avanti un altro, prego. Neppure la Roma si presenta all' appuntamento con la storia e il Milan puo' allungare a quota 49 il suo sbalorditivo record di imbattibilita' , scavalcare anche il primo ostacolo del ' 93 e aggiudicarsi la settima vittoria stagionale su altrettante trasferte. Giu' il cappello di fronte all' invincibile armata rossonera, che come ha detto recentemente patron Berlusconi, "e' piu' forte anche della sfortuna". Le circostanze avevano infatti offerto alla Roma l' opportunita' per irrompere nella leggenda del pallone e restituire un barlume di incertezza a un campionato tramortito dallo strapotere milanista. Alla scontata mancanza di Van Basten s' era aggiunta quella di Rijkaard. Due assenze gravose anche per chi puo' pescare nel piu' sontuoso organico del mondo perche' Van Basten e Rijkaard appartengono alla ristretta e' lite dei rossoneri difficilmente sostituibili. Come se non bastasse, dopo appena 5' il Milan perdeva anche Baresi, un altro campione senza eredi alla propria altezza, che stendeva senza complimenti Bonacina in occasione della prima azione in profondita' di una Roma timida e contratta. Ultimo ostacolo tra Bonacina e Rossi, Baresi veniva inesorabilmente espulso e alla Roma si presentava l' appetitosa occasione di giocare i restanti 85' in undici contro dieci e senza piu' trovarsi di fronte un baluardo come il "libero" della nazionale. La sorte (con la complicita' della dabbenaggine di Baresi) si stava incaricando di alimentare le speranze di Boskov, che per tutta la settimana aveva ripetuto la certezza di poter finalmente arrestare la stupefacente marcia rossonera. Se Capello correva ai ripari con uno stratagemma abbastanza logico, inserendo Nava al posto di Massaro, l' uscita del capitano seminava qualche minuto di comprensibile smarrimento nel Milan. Un pasticcio tra Nava e Maldini dava via libera a Carnevale per una conclusione che sfiorava il "sette" della porta rossonera e l' unico valido scatto prodotto da Caniggia confezionava un tiro che finiva a lato di poco. Nonostante la sapiente spinta di Giannini, era tutto qui quello che la Roma riusciva a mettere insieme sulla scia degli sbandamenti avversari. Troppo poco per impensierire un Milan al quale l' inferiorita' numerica suggeriva di agire esclusivamente con contropiedi da manuale dopo aver arginato senza eccessivi affanni la confusa aggressivita' giallorossa. Tassotti e Maldini andavano ritrovando la consueta sicurezza, mentre Nava e Costacurta proteggevano il centro della difesa dalle sterili velleita' di Caniggia e dal rabbioso impegno di Carnevale. Piu' avanti un infaticabile Albertini e un tenace Boban presidiavano autorevolmente il centrocampo, spalleggiati dai frequenti rientri di Gullit e Lentini. A tastare la solidita' della retroguardia romanista provava dapprima Papin, liberato da un lancio di Albertini, con una conclusione che mancava di poco la porta abbandonata da un' avventurosa uscita di Cervone. Al secondo tentativo il Milan faceva centro con Gullit, che era abile come un prestigiatore a dialogare con Tassotti, a liberarsi del giovane e frastornato Dario Rossi e a sistemarsi sul destro il pallone che batteva Cervone. Sotto di un gol, Boskov azzardava la carta delle tre punte, mandando in campo pure Muzzi. Sopra di un gol, invece, Capello toglieva anche Papin e il primo attaccante rossonero diventava piu' frequentemente Lentini, che in avvio di ripresa aveva l' occasione per chiudere la sfida ma pretendeva troppo dal proprio dribbling sino a farsi bloccare da Cervone. Il resto del secondo tempo era la stucchevole storia del vano assedio della Roma, che si installava stabilmente nella meta' campo avversaria ma senza mai impegnare Rossi, con l' unica eccezione di una conclusione del deludente Haessler che il portiere rossonero deviava sul montante prima di ritrovarsi il pallone tra le mani. Intelligentemente, il Milan aveva eretto le proprie barricate sul limite dell' area, rinforzandole sovente con gli arretramenti di Evani e Lentini e soprattutto dell' indomabile Gullit. Piu' forte anche delle avversita' , infarcito di umilta' , carattere, grinta e sicurezza, pure il Milan a forza 10 aveva estratto dal prato dell' Olimpico il risultato utile consecutivo numero 49. Avanti un altro, prego. Mario Gherarducci ROMA 0 1MILAN MARCATORE: Gullit al 29' p.t. Cervone 6 Garzya 6,5 D. Rossi 4,5 Muzzi dal 34' p.t 5 Bonacina 5,5 Aldair 6 Comi 6 Salsano dal 27' s.t. 6 Piacentini 5,5 Haessler 5,5 Carnevale 5,5 Giannini 6,5 Caniggia 4,5 S. Rossi 6 Tassotti 7 Maldini 6,5 Albertini 6,5 Costacurta 7 Baresi s.v. Lentini 6,5 Boban 7 Papin 6 Evani nel s.t. 6 Gullit 7,5 Massaro s.v. Nava dal 10' p.t. 6,5 ALLENATORE: Boskov ALLENATORE: Capello ARBITRO: Collina di Viareggio 6,5 SPETTATORI: Paganti 37.406, incasso 1.735.180.000 lire, abbonati 33.639, quota 806.853.000 lire. NOTE: Espulso Baresi al 5' p.t. Ammoniti Bonacina, Boban, Lentini e Caniggia. Antidoping: Garzya, Aldair, Massaro, Evani.

All' Olimpico sfumano in mezz' ora i sogni impossibili degli esorcisti

ROMA . Giu' il cappello, signori! Passa il Milan e non c' e' record che tenga. Sono quarantanove partite che non perde, le ultime sette, in trasferta, le ha vinte tutte. Cadono baluardi che sembravano insormontabili, qualsiasi ostacolo viene spazzato via: e' proprio un' e' ra che non vede il tramonto, quella del diavolo rossonero. Le buone intenzioni non mancano da parte di chi vorrebbe mettere il bastone fra le ruote al vecchio carro milanista. Ieri, all' Olimpico, dinanzi ad un pubblico di oltre settantamila persone accorso a veder "matare il toro", ci ha provato la Roma di Testaccio. Un rito satanico che la gente non voleva perdere. Si era andati con scrupolo a scavare in archivio per verificare i precedenti, era stato chiamato a testimone un uomo illustre del pensiero italiano, quel Giambattista Vico che credeva e sosteneva a spada tratta la bonta' del principio secondo cui la storia e' piena zeppa di corsi e di ricorsi. Un evento gia' avvenuto si ripete, basta solo aspettare ed avere pazienza. Perche' non applicare la stessa verita' allo sport, ed al calcio in particolare? Ecco fatto, dunque. Nel 1977, c' e' un precedente che fa testo: e' il mese di gennaio, siamo alla 14 giornata, all' Olimpico scende la Juventus che ha infilato sei vittorie in trasferta. Ma al settimo tentativo, avversaria la Roma di Liedholm, la Juve cade e il record si ferma d' incanto. Siamo a cavallo, quindi. Se la teoria di Vico ha concrete fondamenta e si puo' , per analogia, adattare al football, le premesse per una "toreada" ci sono tutte. Niente perplessita' , dunque. Si voli allo stadio, anche se fa freddo e il termometro e' sceso sotto lo zero. Lo spettacolo e' assicurato, ai propri figli o ai propri nipoti, si potra' raccontare: "Io, quel giorno, c' ero". La vittima sacrificale e' il Milan del cavalier Berlusconi, il signor Canale 5. Non e' appetibile indicare il "pollice verso", come al tempo degli imperatori romani che affollavano il Colosseo? Lo stadio e' stracolmo, i miliardi che la societa' incassa sono oltre due e mezzo. E poi i segnali che il Milan finalmente cadra' aumentano progressivamente con il passare delle ore. E fuori Van Basten, va k.o. Rijkaard, in difesa qualcuno non ha digerito gli stress di una partita giocata a meta' settimana. Quei mille aficionados scesi fino a Roma tremano e non nascondono un certo nervosismo. Tanto piu' che il Milan diventa subito baby. Baresi si fa espellere, Capello e' costretto a rivoluzionare la formazione. "Avete visto che Giambattista Vico aveva ragione?", urlano i patiti delle statistiche. Eh si' , stavolta diventa dura per il diavolo, le sue corna potrebbero non pungere piu' . Addio record, addio imbattibilita' , anche perche' nell' altra meta' del campo c' e' una Roma che il tribuno Boskov ha caricato a dovere. "Non sono supermen, ma giocatori come voi", grida ai suoi ragazzi. Il Milan dal sangue blu si innervosisce, s' impenna come i cavalli di razza che fantini troppo prudenti vorrebbero tenere a bada. E reagisce alla sorte avversa, prima ricostruendo la squadra con un assetto diverso; poi, assestando all' avversario il colpo del knock out. Questa volta ci pensa Gullit, come l' antivigilia di Natale a Genova, con la Sampdoria. Un assist, un dribbling veloce e infine la mazzata che il povero Cervone, incredulo, nemmeno riesce a vedere. Corre il ventinovesimo minuto della partita. Il resto non ha storia, perche' il diavolo, malgrado l' inferiorita' numerica, gioca nella stessa maniera con cui il gatto scherza con il topo prima di farne un sol boccone. La differenza fra le due squadre e' stratosferica: una cammina in tranquillita' fra le nuvole del paradiso, l' altra e' a meta' strada fra il purgatorio e l' inferno. Strano, vero, per un diavolo? Dovrebbe essere il contrario, ma il Milan ci ha abituato ai miracoli, se no che Milan sarebbe?

Capello esalta l' umilta' dei suoi uomini, Papin accetta la sostituzione, il capitano si discolpa
Ora Baresi chiede perdono "L' arbitro ha esagerato, spero che il giudice sportivo ne tenga conto"

ROMA . Churchilliano. Potrebbe essere questo l' aggettivo giusto per definire l' atteggiamento di Fabio Capello nella chiacchierata del dopo partita. Petto in fuori, rende onore alla truppa: "Sono orgoglioso di allenare una squadra composta da ragazzi come questi. Hanno offerto una prova straordinaria di attaccamento ai colori sociali, di disponibilita' al sacrificio, di grande umilta' , di intelligente interpretazione tattica. Restare in 10 quasi subito, e per l' espulsione di un Baresi, e vincere contro una Roma e' davvero un' impresa". La lapide e' scolpita. E non si fanno eccezioni, non c' e' posto per i singoli. Neanche per Gullit, che un trattamento differenziato forse lo meriterebbe. "Tutti hanno dato tutto", insiste il generale, fiero del peso che hanno avuto le sue scelte. Quella di non mortificare la sala d' aspetto e di lasciare a riposo Rijkaard, ad esempio: "Frank ha provato e ha confessato di non essere al massimo, quindi non ci sono stato a pensare troppo su. Non si puo' predicare bene e razzolare male...". Quella di assumere un atteggiamento prudente, improntato all' occupazione degli spazi e alla manovra di rimessa: "Visto a cosa serve la zona e l' organizzazione, quando una squadra sa rispettare le consegne ed attendere il momento giusto per esprimere la propria personalita' ?". Anche quella di saper rinunciare a Papin: "Ho preferito che a restare davanti fosse Lentini, se non altro per la sua statura che sarebbe tornata utile in difesa sui calci d' angolo". Tutti d' accordo, anche monsieur Jean Pierre, che e' di quelli che dal campo non uscirebbe neanche a notte fonda: "Per vincere si puo' fare tutto ed accettare tutto. Quando una sostituzione ha una logica tattica precisa, come l' aveva la mia, non saro' mai io a creare problemi. S' e' respirata una bella atmosfera nel nostro gruppo: dopo l' espulsione ci siamo sentiti piu' che mai squadra". Gli resta solo il rimpianto di non aver fatto gol prima d' uscire di scena: "L' opportunita' l' ho avuta. Cervone mi ha anche toccato in uscita e sarei potuto cadere per prendere il rigore. E se poi l' arbitro non me l' avesse dato? Io ero sicuro di segnare lo stesso...". E tutto un sorriso il Milan. Non gli manca nemmeno quello di Franco Baresi. "In pratica non ho giocato, spero che il giudice sportivo ne tenga conto . ricorda con fare disteso .. Non voglio far polemiche, ma non sono mica tanto convinto dell' espulsione. Per almeno due motivi: perche' Bonacina era stato il primo ad usare le mani per farsi largo e perche' non mi pare proprio che il romanista stesse andando filato in porta, tutt' al piu' in diagonale. Ma se la regola e' questa...". Un altro record in bacheca, quello delle sette vittorie esterne filate, ora si tirano in ballo per domenica le nozze d' oro con i risultati utili consecutivi. Ed in giro tutti fanno scongiuri a luci rosse. Anzi rossonere.

Nervi tesi nello spogliatoio giallorosso, ma Ciarrapico parla di sfortuna
Boskov accusa, la squadra lo contesta "Non e' colpa nostra se manca il gioco"

ROMA . Aria di tempesta in casa giallorossa. Boskov se la prende con i giocatori, li accusa di non aver dato retta alle sue indicazioni. E non salva quasi nessuno: dal giovanissimo terzino Rossi a Giannini, passando per Caniggia. E loro, i "rei"? Rispondono per le rime: "Manca qualcosa nel gioco", sottolinea lo spento argentino rispedendo il siluro al mittente. E il capitano non e' da meno: "Tassotti e Maldini chiudevano bene sulle ali. E facile parlare da fuori, bisogna stare in campo per capire quello che accade....". Insomma, un "tutti contro tutti" che non fa presagire nulla di buono in vista della trasferta a Bergamo. Al di la' del risultato che li condanna ma non li umilia, i giallorossi escono a pezzi dall' incontro con l' invincibile Milan per le polemiche scatenate da Boskov. E, soprattutto, perche' si aprono le prime crepe in uno spogliatoio che sembrava perfettamente cementato. Il primo a non nascondere la propria delusione al termine della gara e' Ciarrapico. In difficolta' con le attivita' imprenditoriali, l' ex re delle acque minerali vede in bilico anche il destino della sua formazione: "Il Milan sembra proprio imbattibile. Ma noi abbiamo avuto qualche occasione e non siamo riusciti a sfruttarla", dice il presidente. E poi aggiunge senza entusiasmo: "Siamo stati anche sfortunati. La classifica si fa preoccupante? Che c' entra... Abbiamo ancora tante partite da disputare". Si torna al tecnico. E l' esordio sembra all' acqua di rose. "Mi dispiace per i tifosi e per i giocatori. Ma la Roma ha lottato". Poi arrivano le note dolenti: "Tecnicamente i ragazzi hanno sbagliato dal primo all' ultimo minuto: hanno insistito sempre e solo con i passaggi centrali senza cercare di aprire il gioco sulle fasce. Le uniche occasioni da rete le abbiamo avute nelle due volte in cui abbiamo cercato di aggirare la loro retroguardia per vie esterne". Ancora. "Quando una squadra vince, bisogna farle per forza i complimenti", premette Boskov. "Ma con il nostro modo di giocare loro sono stati senz' altro facilitati. Io ho perduto la voce dalla panchina, i difensori del Milan non hanno invece perso la testa. Era necessario giocare con calma", aggiunge l' allenatore parlando dei suoi. La classifica della Roma fa acqua da tutte le parti. Il tecnico se ne rendo conto e non cerca scuse: "Dobbiamo fare quattro punti nelle prossime tre partite", proclama. Ma gli impegni che attendono la squadra prima della conclusione del girone d' andata non sono certo facili: Atalanta e Udinese in trasferta, la sola Samp all' Olimpico tra due settimane. E Giannini se ne rende perfettamente conto: "Siamo in zona critica. Gia' da domenica sara' importante fare risultato. Il Milan? Fortissimo ma anche fortunato". Gherarducci Mario, Tucci Bruno, Fabbricini Massimo, Haver Flavio


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