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Corriere
Della Sera
Juventus al tappeto come ai tempi
di re Falcao FESTA ALLO STADIO E IN CITTA
di BRUNO TUCCI
Sessantasettemilatrecentottantaquattro
superfortunati. E singolare cominciare il commento
di una partita di calcio in questa maniera. Ma e'
il solo modo per far capire al lettore quanto sia
stato emozionante l' incontro di ieri all'
Olimpico tra Roma e Juventus. Macche' nostalgia
del passato, macche' amarcord! Gli anni Ottanta?
Sono stati dimenticati. I Platini, i Falcao, i
Conti, i Cabrini rimangono sempre nel cuore dei
tifosi, ma possiamo assicurarvi che, quanto ad
emozioni, il primo Roma Juventus del campionato '
93 ' 94 non teme raffronti. Si dira' : e' stato un
bello spettacolo solo per i tifosi giallorossi
che, alla fine, hanno vinto. Gli altri, i
bianconeri, hanno soltanto sofferto, assistendo ad
un incontro che li ha delusi dal primo al
novantesimo minuto. Il cronista si permette di
dissentire e cerchera' di dimostrare che tutto
questo non e' vero. Lasciamo in archivio i
quarantacinque minuti iniziali della partita.
Normale amministrazione, anche se la squadra di
Mazzone era riuscita, su azione di calcio d'
angolo, a portarsi in vantaggio con un bel gol del
piu' opportunista degli opportunisti, vale a dire
Abel Balbo. (A proposito, sapete a chi assomiglia
per questa sua caratteristica l' asso argentino? A
Luciano Taccola, il centravanti scomparso
anzitempo per un brutto segno del destino). Bene.
Cominciava la ripresa e la Juve prendeva a
macinare chilometri. Vialli e Baggio apparivano
piu' vivi, insieme con il resto dei compagni. Al
quinto minuto, il primo ineccepibile rigore.
Batteva Roberto Baggio. Pareggio assicurato. C'
era solo da sbrigare le pratiche burocratiche del
regolamento. Nemmeno per sogno. Lorieri intuiva,
forse sfiorava la palla che, comunque, finiva sul
palo e poi rimbalzava lontano dall' area
giallorossa. Che cosa avrebbero detto gli aruspici
nell' antica Roma? Avrebbero interpretato l'
episodio, forse avrebbero sentenziato la fine
della partita. Ma, da allora, sono passati
millenni e, in curva sud, i veggenti non ci sono
oggigiorno. Non restava che continuare perche' ,
alla fine dell' incontro, mancavano ancora
tantissimi minuti. La Juve non mollava, anzi.
Premeva sull' acceleratore e, poco piu' tardi, si
ripeteva lo show dell' arbitro che indicava il
dischetto degli undici metri. Scene di
disperazione: in curva qualcuno si strappava
letteralmente i capelli, altri mangiavano i fogli
dei giornali acquistati al mattino. Decisione
sacrosanta, comunque, perche' il fallo era netto
ed indiscutibile. Il supermiliardario Baggio non
se la sentiva, poveretto, di rischiare le
coronarie. E, comportandosi alla maniera di Don
Abbondio (che non avendo coraggio non se lo poteva
dare), ha preferito passare il testimone ad un
altro "eroe povero" della domenica: quel tal
Vialli che affida spesso alla lingua cio' che i
piedi non sanno piu' fare. A questo punto, sara'
bene dire due parole su Lorieri, il portiere della
Roma. C' e' chi afferma che, sabato mattina, di
nascosto, si sia andato a far benedire dal prete
della sua parrocchia; c' e' chi, piu' laicamente,
dice che il numero uno della Roma abbia
caratteristiche magiche. Nel senso che, con il suo
sguardo, riesce ad ipnotizzare gli avversari, nel
caso specifico i rigoristi della squadra
avversaria. Vere o non vere queste leggende?
Interrogativo di non facile soluzione. Sta di
fatto che, per la seconda volta, la Juventus ha
sbagliato grossolanamente la grandissima
occasione, mandando il pallone direttamente fuori
dalla porta difesa da Lorieri. Beh, che volete che
vi dica il cronista? Nessuno avrebbe piu'
scommesso sulla reazione dei ragazzi di
Trapattoni. Ed invece, la vecchia signora ha
tirato fuori gli artigli ed e' riuscita, pochi
minuti piu' tardi, ad afferrare il pareggio.
Euforia da una parte, delusione dall' altra. Ma,
diciamo la verita' , i romanisti avrebbero pure
potuto starci, viste le circostanze della partita.
Pero' , sotto il Cupolone non siamo abituati alle
mezze misure. Il bicchiere noi lo vogliamo sempre
pieno. Non ci piace riempito a meta' . E allora,
perche' non insistere, perche' non tentare il
colpo grosso dopo l' umiliante batosta subi' ta a
Genova? La voce corre in fretta, prima sugli
spalti, poi in campo. I giocatori la raccolgono,
la fanno propria e riescono a portarsi nuovamente
in vantaggio. Quello definitivo. Incredibile,
vero? In curva sud, un tifoso, ormai senza forze,
gridava: "Se continua cosi' , non arrivo a meta'
campionato". Era strafelice, comunque, come le
altre migliaia che, in serata, hanno preso a
sfilare per le vie del centro, strombazzando e
urlando la loro gioia per aver battuto finalmente
la vecchia, odiata signora. Un solo piccolissimo
consiglio: "Non e' troppo presto?". Forse, ma per
il tifoso vale il principio del "carpe diem".
Cioe' a dire: godiamoci quel che avviene oggi,
perche' domani non sappiamo mai che cosa potra'
succedere. Amen.
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