XXVII Giornata
ROMA - REGGIANA 0-0
Roma, Stadio Olimpico
domenica 13 marzo 1994
ore: 15:00

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Tabellino partita:
ROMA: Cervone, Lanna, Aldair, Carboni, Haessler, Berretta, Bonacina (10'pt Scarchilli), Cappioli, Piacentini, Totti (12'pt Rizzitelli), Balbo.
In Panchina: Pazzagli, Comi, Garzya.
Allenatore: Mazzone.

REGGIANA: Taffarel, Torrisi, Zanutta, Cherubini, Sgarbossa, De Agostini,Sartor (28'st Accardi), Scienza, Esposito, Mateut, Lantignotti.

In Panchina: Saurini, Brogi, Faglioni, Di Giuseppe.
Allenatore: Marchioro.

Arbitro: Rodomonti.

NOTE: Ammoniti: Taffarel, Cherubini.


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Corriere Della Sera

Roma, una squadra da retrocessione

lo 0 0 con la Reggiana inguaia Mazzone: la panchina potrebbe passare a Radice.

I GIALLOROSSI SBATTONO CONTRO LA DIFESA EMILIANA: SONO TREDICI LE GARE CASALINGHE SENZA VITTORIA

ROMA . Dall' anfiteatro della Curva Sud il popolo sovrano fischia questa Roma inguardabile e con i cori spedisce Mazzone a quel paese. Finisce cosi' , senza piu' scorte di sopportazione, la ventisettesima rappresentazione giallorossa, che spalanca l' intreccio degli scontri salvezza, dentro cui annaspano ormai atleti decotti (Carboni, Rizzitelli, Balbo), ragazzini inesperti (Scarchilli, Berretta, Totti), solisti (Haessler, il presunto regista Cappioli) tremebondi al punto di non assumersi responsabilita' . Ma forse l' inverecondo 0 0 evidenzia analoghe paure dei reggiani, costretti nel depauperamento tecnico ad improvvisare un' opposizione italianista, anzi "catenacciara", salvo scoprire troppo tardi d' aver davanti fantasmi. Assenti Morello, Padovano, Picasso, Parlato, gli "orfani" di Futre crollerebbero presto qualora venissero attaccati in velocita' . Invece Piacentini e Carboni fanno i terzini d' una volta, bloccati su Lantignotti e Sartor, mentre Cappioli porta palla o l' appoggia sempre verso Haessler, al quale De Agostini concede solo lo sfizio delle centrate prevedibili. Il cross, con i marcatori emiliani appostati, risulta l' unica soluzione offensiva appresa in sette mesi d' addestramenti Mazzone e diventa allora pia illusione ogni tentativo d' interrompere l' astinenza storica da vittorie casalinghe, arrivata a 13 partite consecutive. Chi ci prova? Chi aiuta la Rometta nell' impresa d' affondare il rattoppato vascello Marchioro, disperdendone le ultime possibilita' di salvezza? Uscito quasi subito contuso l' interditore Bonacina e proposto invano Scarchilli, gli innamorati sbadigliano, disapprovano, urlano canzonature sul malocchio serpeggiante dentro l' Olimpico giallorosso, diventato terra di conquista per chiunque. Anche per la Reggiana, capace di raccogliere appena un pareggio durante le precedenti dodici trasferte. Qua, prima dell' intervallo, puo' addirittura vantarsi di sfiorare il gol raggelante: Aldair disimpegna male, Esposito azzecca l' intromissione, cambia marcia e sembra confezionare per l' irrompente Scienza l' abito del guastafeste. Ineluttabile punizione? Cervone si volta rassegnato. No, l' esecuzione svirgolata esclude lo psicodramma romanista e adesso viene applaudita l' odiata Lazio, grazie a notizie sopraggiunte da Udine. Due momenti d' applausi scroscianti per due liberatorie reti biancoazzurre. Mai successo, secondo biografi visibilmente inorriditi. E i giallorossi si salvano anche da un gol annullato a Sartor per un fuorigioco quanto meno dubbio. Ulteriori miserie s' attorcigliano inedite nella saga mazzoniana: la peggiore media punti interna d' ogni tempo (11 su 12 incontri); il crescente stato confusionale che penalizza Balbo e consente al libero Zanutta di soffiargli la prima palla utilizzabile sotto rete (40' ), sugli sviluppi d' una punizione Haessler. La Roma, ridotta paesaggio lunare, senza tracce d' intese calcistiche, senza nerbo, colleziona improbabili tiri dall' autostrada. Chiedono miracoli ai loro piedi, lontani mille miglia da Taffarel, prima Cappioli e Berretta, poi Balbo e il baby Totti, che Cherubini addenta assatanato. Senonche' , memorizzata la contestazione dell' intervallo, Carletto Mazzone completa l' opera di disfacimento: difatti offre un melanconico revival Rizzitelli, ma togliendo Totti, quasi ritenesse di mettere a repentaglio lo 0 0 arrischiando le tre punte. L' indignazione deborda. Il ventaglio dei sostituibili appariva talmente ampio da non giustificare una decisione che nega anche teoriche ipotesi di maggiore forza d' urto. Va Rizzitelli e ciabatta inconcludente. Aggrappata al prodigio d' un pareggio la Reggiana chiude in verita' dolci spifferi: una triangolazione Haessler Piacentini Cappioli zampilla nel nulla e lo stacco conclusivo oltrepassa casa Taffarel. Cercansi idee giallorosse nella prospettiva dei prossimi sette impegni sul calvario stagionale. Tutti impegni da tremare (compreso lo stesso Lecce atteso il 27 marzo come incubo prepasquale), se la Roma non riuscira' a tornare una squadra di calcio mentalmente sgombra. Qui siamo in piena psicosi. Qui una formazione lunga, monocorde, sprovvista di verticalizzazioni, rischia lo scempio a pochi minuti dall' epilogo. Accade quando Scienza esegue dalla trequarti la sua brava punizione obliqua e il pallone, sfiorato dagli attendenti, sibila accanto all' angolo sinistro del contemplativo Cervone. Poi Piacentini al galoppo si butta cercando un patetico rigore. Poi, soprattutto, dietro la percussione di Accardi, Lantignotti innesta il redivivo Mateut, che smarcato cicca la deviazione blitz. Giu' il sipario, prego. ROMA 0 0 REGGIANA MARCATORI: Cervone 6 Piacentini 5 Lanna 5 Bonacina s.v. Scarchilli dall' 8 p.t.5 Aldair 5 Carboni 4 Haessler 5 Berretta 5 Balbo 5 Cappioli 5 Totti 5 Rizzitelli dal 10 s.t.4 Taffarel 6 Torrisi 6 Zanutta 6 Cherubini 6 Sgarbossa 6 L. De Agostini 5,5 Sartor 5 Accardi dal 30 s.t. s.v. Scienza 5 Esposito 5 Mateut 5 Lantignotti 5 ARBITRO: Rodomonti 6 SPETTATORI: paganti 12.811 per un incasso di 380.680.000 lire; abbonati 34.333 per una quota di 881.620.000 lire NOTE: ammoniti Cherubini, Taffarel Allenatore: Mazzone Allenatore: Marchioro

Il tecnico: "Soltanto io ho l' esperienza per riuscire a conquistare la salvezza"

ROMA . La Roma nel baratro, la panchina di Mazzone sempre piu' traballante, Gigi Radice dietro l' angolo. Squadra abulica, pubblico infuriato: ieri si e' arrivati al paradosso dei romanisti che esultavano ai gol della Lazio, impegnata contro l' Udinese diretta concorrente nella lotta salvezza. Con la situazione che precipita, Franco Sensi ha sentito il bisogno di sfogarsi con tutto lo stato maggiore della societa' . Dieci minuti di fitti conciliaboli a mezza bocca, da far pensare a una clamorosa cacciata in diretta dell' allenatore. Ancora scottato dal dopo derby delle accuse a Giannini, prima di dileguarsi Sensi mugugna alla truppa dei cronisti solo un paio di frasi. "E un momento di emergenza, non bisogna lasciarsi prendere dall' emozione". L' ipotesi dell' esonero non prende corpo in sala stampa, dove Mazzone si presenta piu' battagliero che mai. "Ho visto il presidente, non abbiamo parlato della mia posizione". Mazzone parla da allenatore sicuro del posto. Almeno fino al termine del campionato. "Siamo in piena zona retrocessione. Serve un tecnico preparato per la battaglia salvezza? Eccomi, sono il migliore: in Italia non esiste un personaggio con un' esperienza tale in questo campo. A fine stagione si prenderanno le decisioni e Carlo Mazzone potra' anche essere cacciato. Adesso no: bisogna salvare la Roma". Difesa la panchina, Mazzone scopre alla sua squadra una nuova fobia: prima c' era la paura dell' Olimpico, oggi si chiama il complesso del muro. "La Roma soffre gli spazi stretti. Abbiamo cercato di aggirare il muro difensivo della Reggiana, non ci siamo riusciti. Purtroppo non abbiamo giocatori in grado di saltare gli avversari in dribbling". Quando qualcuno parla di spogliatoio spaccato, Mazzone ricorda con nostalgia i trascorsi in provincia. "Ad Ascoli, a Cagliari, i giocatori erano amici, andavano la sera a cena con mogli e fidanzate. A Roma e' tutto diverso: finito l' allenamento, ognuno per i fatti suoi. Comunque, sul piano dell' impegno e della voglia di riscatto, non posso rimproverare nulla a nessuno". Il tecnico riscopre perfino l' importanza di Giannini, ieri assente perche' influenzato. "Lui deve giocare sempre, anche con una gamba sola: e' troppo importante per questa squadra". Totti? "L' ho visto stanco e ho messo dentro Rizzitelli. Non si puo' caricare un giovane di responsabilita' , la Roma ha gia' bruciato parecchi ragazzini". Pippo Marchioro si gode il secondo punto conquistato in trasferta: "Non abbiamo mai giocato partite in chiave cosi' difensiva. Considerate le assenze di Padovano e Morello, non potevamo onestamente fare di piu' . La Roma deve stare attenta: quando si gioca con il coltello tra i denti, il prestigio del passato serve a poco". Marchioro e' ancora convinto di poter salvare la Reggiana. "Questo punticino ci permette di continuare a sperare. E se dovessimo vincere il recupero contro il Parma...". Melli Franco


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