VIII Giornata
SAMPDORIA - ROMA 0-1
Genova, Stadio Marassi
domenica, 17 ottobre 1993
ore: 15:00


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Tabellino partita:
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini, Rossi (6'st Bertarelli), Gullit, Vierchowod, Sacchetti, Lombardo, Jugovic (26'st Evani), Platt, Mancini, Salsano.
In Panchina: Nuciari, Dall'Igna, Serena.

Allenatore: Eriksson.


ROMA: Lorieri, Garzya, Festa, Mihajlovic, Lanna, Carboni, Haessler, Piacentini, Balbo (45'st Scarchilli), Giannini, Berretta.

In Panchina: Pazzagli, Comi, Grossi, Rizzitelli.

Allenatore: Mazzone.


Arbitro: Collina di Viareggio.

RETE: 44'pt Balbo.

 

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Balbo








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Corriere Della Sera

la Samp non asciuga le sue lacrime

la squadra di Eriksson ancora sotto choc dopo la scomparsa del presidente Mantovani. la Roma vince grazie al gol di Balbo.

Balbo rilancia la Roma ma la curva rincuora i blucerchiati: "Grazie lo stesso"

DAL NOSTRO INVIATO GENOVA . Capita sempre cosi' quando devi dar retta ai soprassalti del cuore, e i pensieri vanno dove vanno, quasi fosse triste perfino vincere. Tuttavia, chi pretende spettacoli comunque, chi lega ancora questa Samp orfana dell' ultimo dei presidenti tifosi a discorsi di lotta scudetto, non sapra' spiegare il progressivo affievolirsi degli "erikssoniani", i loro abbandoni, nello stadio che ad ogni istante evoca Mantovani con un refrain lacerante. Si' , anche se ci si vorrebbe imporre di chiudere fuori Marassi lo smarrimento, comincia presto sotto i cori "Paolo, Paolo" una prestazione blucerchiata senza appoggi offensivi, un piccolo cabotaggio per orfani scarichi. E la Roma, che inalbera finalmente un marcatore agile, Festa, per disinnescare Gullit quando spunta da attaccante aggiunto, non puo' sciupare questa partita... a mezz' asta. E pratica fino al cinismo. Ha predisposto una ragnatela centrocampistica (Carboni Piacentini esterni, Mihajlovic Giannini Berretta in pressing su Jugovic Platt Salsano) adatta ad evitare le verticalizzazioni, con spostamenti e raddoppi sulle direttrici obbligate invano cercate dallo stralunato Mancini. Che, come monopunta mobile, lascia spesso Garzya piu' per accorciare le distanze tra i reparti che per regalargli un comodo punto di riferimento. Povera Samp fratturata: sa articolare soltanto passaggi che riportano il pallone nello stesso punto, cioe' sotto le grinfie dei guastatori giallorossi votati al contenimento. E dietro, i quattro in linea (Mannini, Rossi, Vierchowod, Sacchetti) ronzano ma non perforano, trattenuti da Balbo che svaria tenendosi largo, incrociandosi con l' accorrente Haessler. L' ex Eriksson tradisce segni d' impazienza, dinanzi ai guasti improvvisi d' una organizzazione smemorata, che dimentica i tempi giusti dei passaggi smarcanti, degli scatti simultanei. Gullit dove sei? Basta girotondi affastellati, basta rendere flessibile il tre sei uno giallorosso di partenza per determinare i presupposti del primo blitz del sofferto campionato di Mazzone. Difatti, piu' rapidi di gambe e riflessi, prima di andare in vantaggio, i romanisti consentono giusto uno spreco sotto rete di Platt su centrata di "treccia nera"; l' uno due Jugovic Lombardo (tiro sotto misura esalato tra le braccia di Lorieri) e ancora una percussione Gullit che favorisce lo sprint di Mancini sul portiere in uscita, salvo pescare Piacentini mentre gia' sta pregustando il gol. Non e' domenica di Samp spensierata: mancano le corse fondamentali e quel pressare che disturba i propositori avversari; mancano le sovrapposizioni e poi qualcuno che sgualcisca i ragionamenti cadenzati di Giannini. Vero Jugovic? Beh, dinnazi al rettore Sven Goran, il principe delle Frattocchie filtra e rilancia, aiuta Berretta quando Serena lo trapassa, sostiene Mihajlovic ed Haessler quando salgono a rimpolpare la manovra d' accerchiamento. Proprio Mihajlovic, dopo scorrettezza di Rossi ai danni di Piacentini, scarica da trentacinque metri la punizione. Pagliuca accompagna la traiettoria contro la traversa. Irrompe Balbo in spaccata e Mazzone esulta. Segue l' orgogliosa reazione degli orfani di Mantovani, mentre sventolano egualmente i vessilli dei giorni felici. Scene commoventi. Culmineranno in un "grazie lo stesso" verso i ragazzi di Bogliasco. E la maniera piu' giusta per tentare di raddolcire la loro solitudine. In campo, comunque, l' opera di recupero si frantuma ancora tra le mani di Lorieri, pure lui incredulo dopo un bolide di Bertarelli grazie all' unica idea filtrante di Jugovic. Bertarelli poco prima ha rilevato Rossi per assorbire in corsa una forza d' urto che abitualmente garantiscono gli atipici Gullit, Mancini, Platt. Il quale Platt vanifica altre due volte le centrate di Sacchetti e Lombardo. Roma in trincea. Roma di Festa, anche quando Lorieri esce a vuoto, squadernandosi addosso a Mancini. Capita. La gente doriana comprendera' . SAMPDORIA 0 1 ROMA MARCATORE: Balbo al 44' p.t. Pagliuca 6 Mannini 6 Rossi 5 Bertarelli dal 20' s.t.5 Gullit 6 Vierchowod 6 Sacchetti 6 Lombardo 6 Jugovic 5 Evani dal 25' s.t. s.v. Platt 5 Mancini 6 Salsano 5 Lorieri 7 Garzya 6 Festa 7 Mihajlovic 6 Lanna 6 Carboni 6 Haessler 6 Piacentini 6 Balbo 6 Scarchilli dal 44' s.t.s.v. Giannini 6 Berretta 6 ARBITRO: Collina 6,5 SPETTATORI: paganti: 8.656, incasso di 287.275.000 lire, abbonati 23.144, quota di 484.257.474 lire. NOTE: ammoniti: Carbone, Berretta, Mihajlovic, Giannini. Allenatore: Eriksson Allenatore: Mazzone

Pagliuca dribbla le critiche "Un miracolo giocare cosi' "

GENOVA . Un' altra amarezza al termine della settimana piu' triste per la Sampdoria. Un po' di ossigeno per la Roma al limite dell' asfissia, Eriksson e Mazzone hanno punti di vista diametralmente opposti. "Il risultato giusto sarebbe stato una vittoria, un pareggio non mi avrebbe accontentato . dice lo svedese .. La Roma ha chiuso le nostre iniziative e fatto bene al contropiede, ma noi abbiamo costruito gioco e occasioni. Loro ne hanno avuta una sola e l' hanno sfruttata. Noi, quattro o cinque e siamo rimasti a mani vuote. Ma se continueremo a giocare cosi' , vinceremo molte partite e ne perderemo poche". "Nel primo tempo abbiamo giocato con freddezza, nel secondo abbiamo saputo reggere la loro forza d' urto . replica Mazzone ., il lavoro deve pagare: non potevamo continuare a lavorare tanto e bene in settimana restando a mani vuote la domenica. Se proseguiamo su questa strada, sara' difficile per tutti far risultato contro la Roma. Comunque non riesco ancora a gioire: ho preso troppe legnate, quest' anno, per sentirmi sereno dopo una vittoria". Mazzone ha lodi per tutti. "Non solo per Festa, che so quanto vale. Giannini, per esempio, e' stato un punto di riferimento prezioso". Pagliuca mugugna con chi gli attribuisce responsabilita' sul gol. "Non e' colpa mia. Invece sono riuscito a togliere una palla difficilissima dall' incrocio dei pali, prima che Balbo riuscisse a ribatterla. Vorra' dire che d' ora in avanti certi tiri li lascero' entrare. Giocare una partita cosi' e' stato quasi un miracolo dopo la settimana che abbiamo passato. Ma questa non e' certo stata la miglior partita a Marassi".

Ultra' uniti nel nome di Paolo

DAL NOSTRO INVIATO GENOVA . La domenica della malinconia comincia e finisce tra le ovazioni in memoria di Mantovani. Cosi' non importa perdere, importa soltanto mostrare dai balconi di Marassi le piaghe del rimpianto, i rigurgiti della memoria, le invocazioni "Paolo, Paolo, Paolo!". E nel lutto che non sa sbiadire, vengono coinvolti pure i fans giallorossi, pronti ad esibire un maxi striscione, dove il romano di Genova morto venerdi' scorso viene equiparato al romano di Aulla Dino Viola. E dunque una voce d' ultra' al megafono ricorda che comunque e' finito un certo artigianato di successo in questo football sempre piu' conquistato dalle holding. Poi, in tribuna, proprio sopra la poltroncina vuota di Paolo Mantovani, gli occhi si velano di lacrime. Piange il capo dei club blucerchiati, Tirotta, mentre al megafono incita i tifosi a sventolare i vessilli. Piangono anziani spettatori, che vorrebbero deporre almeno un fiore li' dove lui si divertiva, esultava, applaudiva tanto i suoi ragazzi quanto gli antagonisti. No, niente fiori! Le volonta' di Paolo vanno rispettate. Si snoda una partita quasi irreale, durante la quale si guarda soprattutto verso la poltroncina del doge buono. Poltroncina che adesso occupa Francesca, la figlia che lo seguiva in qualsiasi trasferta, che gli era accanto in qualsiasi vicenda doriana. Francesca oggi compie 33 anni. Minuti tormentati. Segna Balbo e dai balconi s' alza un "grazie lo stesso" sgranato, ribadito, lancinante. Il pubblico capisce i tormenti di Mancini, Gullit, Platt. Sono i tormenti di tutti. E nel dolore trattenuto non importa verificare che la Samp a piu' riprese meriterebbe almeno il pareggio. Dettagli risibili. Prevale l' epilogo toccante: Lombardo che si toglie la maglia sudata e la consegna a Francesca Mantovani. Mancini che corre sotto la curva nord e ringrazia, e singhiozza. Cosa aggiungere d' altro? Beh, Lombardo accennando ad alcuni errori di mira, mormora controvoglia: "Volevo proprio segnare un gol da dedicare al presidente perche' con lui allo stadio in questo campionato non c' ero ancora riuscito. Quando andai a segno a Parma, lui era gia' ammalato". Da fuori Marassi arriva ancora l' eco "Paolo, Paolo". E stamane, quando forse verra' aperto il testamento, i figli avvertiranno l' imbarazzo di disubbidirvi almeno su un punto, laddove Mantovani chiede a loro di lasciare la Samp. Adesso Enrico, presidente annunciato, non sa cosa dire. Meglio piangere. Melli Franco, Mangini Claudio


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