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Corriere
Della Sera
Balbo tris: e Roma riparla di
scudetto
L' Inter distrutta dal bomber
argentino: " I miei gol sono anche merito di Mazzone
"
ALL' OLIMPICO I GIALLOROSSI
TRAVOLGONO I NERAZZURRI E SI ARRAMPICANO AL TERZO
POSTO IN CLASSIFICA
ROMA . Balbo da' il meglio di
se' , e la difesa interista, compreso Pagliuca,
non sembra nemmeno sufficiente: puo' essere una
prima spiegazione del neroazzurro tenebra. Poi,
fra le campane giallorosse a festa, i rintocchi di
Giannini stordiscono soprattutto Ottavio Bianchi,
l' ex precettore mortificato, l' ex fustigatore d'
un "principe" molle. Poi, l' intero collettivo
griffato Mazzone porta impulsi, accelerazioni,
azzeccate varianti nel 3 1, gestito per quasi
venti minuti finali senza spaventi, mentre gli
avversari vanificano soprattutto quanto sanno
produrre fino all' intervallo, causa Bergkamp o
Antonio Paganin. Inter pure sfortunata: dopo lo
scambio di maglie, arranca subito, dietro quel
trio Thern Statuto Giannini che trancia
centralmente l' opposizione centrocampistica. E l'
altro Paganin, Massimo, deve abbandonare in un
amen Cappioli, per fronteggiare l' incursore
Giannini. Calcio piazzato, cioe' Abel sul podio:
botta liftata, quasi rasoterra, barriera aperta,
portiere trafitto, come gia' capito' a Foggia.
Pero' l' Inter, ricacciata in palude, rifiuta la
demolizione cosi' tempestiva. Fatta di
professionisti adatti solo al controgioco, vira
fremente verso una disposizione tattica piu'
spregiudicata, anche se distillera' poco dal
coraggio recuperato. Alzano la testa i Paganin, e
nel possesso palla meno contrastato, adesso Jonk e
Seno accorciano, rifornendo tanto Delvecchio
quanto l' olandese la' davanti. Che, scattato
dentro un corridoio libero, impegna di brutto
Cervone, salvo constatare come Bergomi e Festa,
non utilizzino il corner successivo (M. Paganin),
lasciato alla loro discrezione dalle sentinelle
giallorosse. Bergkamp insiste: complici Lanna e
Aldair, non si sente un "desaparecido" almeno
prima dei sedici metri. Chi lo ferma quando svaria
quasi rasserenato? Chi tormenta le sue caviglie?
L' ottimo Carboni, spauracchio di Fontolan, deve
spesso rientrare a supporto d' un reparto
zonarolo, lento negli anticipi, malamente
completato da Annoni. Tocca rimpiangere lo
squalificato Petruzzi, mentre Denis indovina
perfino la progressione e viene steso sulla
trequarti destra. Accade. Non dovrebbe invece
accadere in serie A la scena successiva: punizione
Jonk e Seno, invisibile, diventa Nembo Kid.
Capocciata imparabile fra inevitabili rimorsi dei
"mazzoniani" beffati. La Roma raggiunta, tenta di
ripristinare il discorso originario, tutto
intrecci rasoterra e sovrapposizioni esterne
Annoni Cappioli o Carboni Totti. E' un
ravvedimento ansioso, a reparti scollegati, e
impedito da un quarto d' ora Seno Jonk A.Paganin,
che risulterebbe decisivo se funzionassero i
terminali. Insomma va in tilt prima l' evanescente
Delvecchio sugli sviluppi d' una seconda punizione
Jonk, stessa distanza, lavorata via via in mischia
da Bergkamp e Seno. Il rigurgito di ribattute
determina la ghiottoneria, dilapidata dal
ragazzino. Per l' Inter e' un rimpianto. Per la
Roma un avvertimento: le cadenze aumentano,
Giannini disimpegna su Statuto e parte la
sventagliata obliqua per scatenare Balbo, ai
diciotto metri. Dribbling ad aggirare Festa e poi,
prima che l' accoppiata Bergomi Jonk interferisca,
parte l' inattesa bordata a pelo d' erba.
Pagliuca, immobile, ne prende atto. I compagni
risalgono, stracciano un fraseggio insistito
Cappioli Thern Aldair, e Denis s' arrovescia nel
vuoto romanista con la falcata dell' eversore.
Nossignori, d' improvviso rallenta, s' incarta,
lascia che Cervone gli si avventi addosso, gli
rubi l' aria. Quando disporranno i nerazzurri d'
un finalizzatore rassicurante? Subentra Alessandro
Paganin, sventurato destinatario d' una
triangolazione Fontolan Bergkam Delvecchio, e qui
i perdenti chiudono bottega. Inutile inserire
Orlandini al posto di Alessandro Paganin, e lo
stralunato Pancev (fuori Delvecchio) per trovare
forza d' urto. Orientata da Giannini la Roma va in
discesa. Va verso lo show Balbo, che centra il gol
n.13 in campionato, attraverso una buffa azione di
rimessa. L' avvia egli stesso, sorprendendo ogni
eventuale controllore sbilanciato nell' illusione
del ricongiungimento. Fuga per mezzo campo con i
segugi alle calcagna, e al dunque passaggio facile
a beneficio di Totti. Che si decentra, pare
caricare il tiro, ma ne esce un suggerimento
trasversale, la delega per la tripletta del
mattatore. Cosi' la Roma riconquista la leadership
cittadina, accomodata in solitudine al terzo
posto. Segue un finale accademico per la "ola"
rituale. Ottavio Bianchi sgombera a testa bassa.
ROMA 3 1 INTER MARCATORI: Balbo al 4' , Seno al
14' , Balbo al 29' p.t. e al 26' s.v. Cervone 6
Annoni 6 Lanna 6 Statuto 7 Piacentini dal 38'
s.t.s.v. Aldair 6,5 Carboni 7 Cappioli 6 Thern 7
Balbo 8 Giannini 7,5 Totti 6,5 Pagliuca 5,5
Bergomi 6 A. Paganin 5 Orlandini dal 4' s.t. 5
Berti 5 Festa 5 M. Paganin 5 Seno 6 Jonk 5,5
Delvecchio 5 Pancev dal 16' s.t. s.v. Bergkamp 6
Fontolan 5 ARBITRO: Braschi 6 SPETTATORI: paganti
17.740, incasso L. 763.843.000; abbonati 39.087,
quota L. 935.031.000. NOTE: ammoniti Totti,
Fontolan e Statuto. Allenatore: Mazzone
Allenatore: O. Bianchi
Bianchi contro i suoi: "Certi
errori non si fanno neppure all' oratorio"
ROMA . "La migliore Roma della
stagione" si eccita Carlo Mazzone. Tutto merito di
Gerardo, destinatario della dedica per i tre gol
con cui i giallorossi volano solitari al terzo
posto. Ogni volta che allo stadio c' e' lui, Abel
Balbo segna almeno una rete, a questo punto sembra
che il presidente Sensi si sia deciso a
concedergli un abbonamento vitalizio in tribuna d'
onore. Prima Gerardo, poi Daniel: per l' argentino
l' amicizia e' sacra e il successivo pensiero dopo
la prima tripletta in maglia giallorossa va al
gemello assente. "Non voglio malignita' . Quando
Fonseca tornera' in campo la Roma sara' ancora
piu' forte". Tre gol, una firma d' autore bella
quasi quanto quella che un giorno siglo' a villa
Pellegrini. C' era da affrontare la celebre prova
calligrafica e Balbo convinse in pieno la signora
Ivana. Poi non se ne fece piu' nulla: l' ennesimo
rimpianto per il ragionier Ernesto, una vera
fortuna per il buon Abel. "La Roma e' una grande
squadra, sono felice di essere arrivato qui. Ora
siamo terzi ma lo scudetto lo lascio alla Juve o
al Parma. Noi dobbiamo solo centrare la
qualificazione Uefa, e' questo il nostro
obiettivo. Tanto meglio se poi dovessi vincere
anche la classifica cannonieri. Stavolta sono
stato bravo ma anche fortunato. La prima rete e'
merito a meta' di Mazzone: aveva notato che gli
uomini in barriera dell' Inter tendono sempre a
saltare e mi aveva consigliato di tirare
rasoterra. Il secondo gol e' stato il piu'
difficile, il terzo e' merito di Totti, un ragazzo
che ha davanti a se' un grande futuro". E meno
male che per Balbo quella contro l' Inter e' stata
la gara casalinga piu' difficile della stagione.
L' avesse ascoltato Ottavio Bianchi ci sarebbe
stato da ridere. L' allenatore della derelitta
Inter ha l' aria affranta, disperata. Le preghiere
a Lourdes di Pellegrini sono servite a poco,
inutile tentare con una tappa a Fatima. "Non e'
cercando i miracoli che si puo' andare avanti .
sussurra Bianchi . se continuiamo a commettere
errori cosi' allucinanti bisogna solo essere
preoccupati". La chiave tattica della partita era
chiara, sostiene il tecnico, "eppure siamo
riusciti lo stesso a fare il contrario di quello
che dovevamo". Bianchi non cerca di tirarsi fuori,
ma le sue parole restano comunque un atto di
accusa verso i giocatori. "Nemmeno all' oratorio
si vedono certe cose, e' follia giocare cosi' .
Siamo riusciti a prendere due reti in contropiede,
l' arma migliore della Roma. Eppure i ragazzi in
allenamento vanno come treni, si impegnano,
lavorano come matti. Quando si scende in campo,
invece, perdono la testa. Il terzo gol che abbiamo
subito e' emblematico, nessuno occupava la
posizione corretta. Ho visto Bergkamp che
protestava non so per cosa: quando si perde cosi'
e' molto meglio stare zitti. La situazione
societaria? Non voglio cercare giustificazioni.
Certo, ora tutto puo' influire negativamente".
Gianluca Festa, ex di turno, la butta sull'
ambiguo: "Ci sono problemi interni, problemi del
passato che non siamo riusciti ancora a risolvere.
Una squadra come l' Inter dovrebbe imporre il
proprio gioco dal primo all' ultimo minuto".
Andrea Seno lancia appelli gia' ascoltati in
troppe occasioni: "Basta nascondersi. E arrivato
il momento che tutti diano qualcosa in piu' ".
Ma la Curva incorreggibile
grida: "Milano in fiamme"
ROMA . La tregua della violenza
ha retto, anche perche' i tifosi interisti erano
proprio quattro gatti con la coda tra le gambe.
Quella verbale e' durata pochi minuti, ma nessuno
poteva attendersi il contrario. Con le squadre
meneghine c' e' ruggine antica, impossibile da
dimenticare per i curvaroli giallorossi. "Entrare
in campo con le maglie scambiate e' stato un gesto
toccante" avrebbe detto Balbo dopo la partita.
Agli ultra' romanisti invece il gesto non e'
proprio piaciuto. Basta vedere i propri beniamini
con i colori nerazzurri per scatenare il consueto
ritornello: "Un solo grido, un solo allarme,
Milano in fiamme, Milano in fiamme". Qualcuno
sorride immaginando l' espressione di Mario
Pescante. A Vincenzo Spagnolo, la vittima di
Genova, e' riservato un breve coretto. La curva
Sud non espone striscioni, "per dare un segnale"
spiega uno dei leader. I Boys, quelli che qualcuno
chiama "i nostalgici di Ciarrapico", fanno anche
di piu' : lasciano polemicamente vuoto il loro
settore e guai a chi osa varcare la transenna
umana. Il fairplay dei giocatori in campo stona
con i vari insulti che volano dagli spalti. Ne
fanno le spese Ottavio Bianchi, gettonatissimo, e
la sfavillante divisa di Pagliuca, ribattezzata
"pigiama" nello slogan piu' divertente della
domenica. I tre gol cambiano il copione: dai
"vaffa" verso l' avversario si arriva ai piu'
prosaici "ole' " stile corrida. Quelli almeno non
offendono nessuno.
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