DAL NOSTRO
INVIATO TORINO . Basta la prima di tre serate da
lupi in pay tv (domenica prossima sara' Cagliari
in casa e tra due settimane big match a Parma) per
far riscoprire la luna alla Roma: i giallorossi
sono da soli in testa alla classifica e non
succedeva dal 6 novembre 1983. Erano i tempi di
Liedholm, del presidente Viola, dello scudetto
cucito sulla maglia e della delusione piu' grande
a fine stagione: la sconfitta ai rigori contro il
Liverpool nella finale di Coppa dei campioni. A
distanza di undici anni sono riusciti nel dolce
amarcord i miliardi gettati nell' imbuto Sensi, l'
ostinata capacita' di Carletto Mazzone di sentirsi
bello al di la' delle mode, la serieta' portata da
Gigi Agnolin in una societa' che non si identifica
piu' con Er Mortadella. Non e' stata pero' festa
completa, perche' Ruggiero Rizzitelli l' ha
guastata con la rabbia dell' ex e perche' il
pareggio ottenuto dal Torino dopo mille
tribolazioni e' risultato giustissimo. Non e'
marginale, ma strutturale, che la Roma sia tornata
"capoccia" in una partita simbolo della via di
Mazzone al calcio. Roma licantropa: pronta a
sfruttare l' occasione colta al volo, ma non all'
altezza di una capolista per cifra e volume di
gioco. Deficit da iscrivere alle assenze a
centrocampo (Statuto, Thern e Giannini), ma forse
anche a un' eccessiva dipendenza dalla coppia
delle meraviglie in avanti. Il "ci pensino loro"
questa volta non ha pagato in pieno, anche se
Mazzone puo' godersi lo stesso la prima notte
sulla vetta della serie A: "Ci mancano troppi
titolari per giocare anche bene, ma siamo primi e
chi criticava la Roma e Mazzone dopo la prima
giornata, ora dovrebbe girare con la maschera. Per
la vergogna". Il Torino ha fatto la partita piu'
della Roma, mescolando coraggio e incredibili
errori. La capacita' realizzativa dei due
sudamericani e' stata infatti innescata da due
regali del Torino. La rete che al 9' ha aperto la
partita e' stata una specie di autogol, da
dividere tra il libero Torrisi e il portiere
Pastine. Il primo si e' addormentato su un pallone
alto lanciato in profondita' e il secondo ha fatto
altrettanto sul colpo di testa di Balbo, preciso
ma lento, scoccato quasi dal limite dell' area. Il
rigore di Fonseca (25' s.t.), che ha fatto sperare
in un primato con distacco, e' venuto invece su un
contatto molto dubbio del disastroso Torrisi su
Cappioli. Rigore che lo stesso Torrisi ha
contestato ("anche un cieco avrebbe visto che non
c' era"), dimenticandosi pero' degli errori suoi.
Tra gli sprechi, il Torino e' stato bravo a
inserire Rizzitelli, che ha ingaggiato una lotta
di bravura con Cervone. Straordinario il portiere
romanista, al 21' , su colpo di testa di Abedi'
Pele' ; emulo di se stesso, due minuti dopo, su
deviazione sottomisura di Rizzitelli. Nulla ha
potuto, pero' , al 42' del primo tempo, quando l'
indecisione di Mazzone nel sostituire l'
infortunato Lanna (sospetto menisco al ginocchio
destro) con Colonnese si e' aggiunta all'
incredibile insperienza dei romanisti nel non
calciare il pallone a lato, per permettere l'
ingresso in campo del compagno. Su lancio di
Abedi' Pele, infatti, Rizzitelli e' stato bravo a
infilarsi tra i dubbi di Benedetti e Aldair,
trovare un corridoio centrale e castigare i
ritardi della Roma in dieci. Magnifica vendetta
per l' attaccante, che aveva passato l' anno
scorso a polemizzare con Mazzone. Casuale, ma
importante, la partecipazione di Rizzitelli anche
nella rete del definitivo pareggio, al 33' di una
ripresa che Braschi ha completamente perso di mano
dopo il rigore romanista. E' stato il ritrovato
attaccante a calciare la punizione da fuori area
che, smorzata dalla barriera, ha deciso di
fermarsi tra i piedi di Cristallini, solo in mezzo
all' area: controllo, tiro a segno e giusto
pareggio. Al Torino resta un punto meritato e alla
Roma, che Mazzone ha disegnato a sua immagine e
somiglianza, un grosso merito: non ha passato del
tutto la mano di fronte alla possibilita' di
tornare prima. E ululare alla luna nello stadio
dei centimetri di Turone, quando la grande rivale
si chiamava Juventus, e' bello anche in una notte
con le nubi. TORINO 2 2 ROMA MARCATORI: Balbo al
9' , Rizzitelli al 42' p.t.; Fonseca (rigore) al
25' , Cristallini al 33' s.t. Pastine 4 Pessotto
6,5 Sogliano 6 Bonetti dal 26' s.t. s.v. Falcone
6,5 Torrisi 4 Maltagliati 6 Rizzitelli 7 Scienza
7,5 Silenzi 5,5 Pele' 6,5 Cristallini 6 Cervone 7
Benedetti 5 Lanna 6 Colonnese dal 43' p.t.5,5
Piacentini 5,5 Aldair 5,5 Carboni 6 Moriero 6
Cappioli 6 Balbo 6,5 Maini 5,5 D. Rossi dal 39'
s.t. s.v. Fonseca 6 ARBITRO: Braschi 5 SPETTATORI:
Paganti: 6.970. Incasso lire 222.815.000.
Abbonati: 13.970. Quota lire 341.682.648. NOTE:
Ammoniti: Lanna, Benedetti, Piacentini, Moriero,
Pele' , Maini, Cervone, Bonetti. Allenatore:
Sonetti Allenatore: Mazzone Valdiserri Luca
Repubblica
IMBATTUTI E UMILI: GRUPPO MAZZONE
TORINO - Primi e contenti,
primi e fortunati, primi e umili. La Roma vive
bene il suo giorno più lungo, più bello e più
difficile, quel pomeriggio cominciato con le
sconfitte di tutti quelli che stavano dalle parti
della squadra di Mazzone e con quella paura di
volare che ti prende quando non sei abituato a
restare lassù, quando non sai se soffri le
vertigini oppure no. Vive benissimo, la Roma,
forse perché conosce se stessa come non mai. E
perché, rispetto agli anni cupi, esiste una
tranquillità di fondo che ormai era un ricordo. Vi
aspettate giocatori in gloria, allenatori
esaltati? Sbagliato. Si scherza, anche. Come
Carletto Mazzone, in forma strepitosa. "E' un vero
peccato non essere riusciti a rubare questa
vittoria", dice l' allenatore. Onesto: "Ma forse
quel rigore non c' era, a vederlo così non direi.
Ma sono anni che discutiamo con questa moviola,
piantiamola. Conta che il Torino non meritava di
perdere e che noi avremmo potuto rapinare la
vittoria se solo avessimo avuto un po' di
esperienza e di malizia in più. Magari saremmo
usciti con i tre punti e con la scorta dei
carabinieri appresso. Più bello e più giusto
così". Invece non la pensano allo stesso modo
quelli del Torino, che forse però non sono nelle
condizioni di comportarsi con signorilità. Il
libero Torrisi esagera, con le parole: "L' arbitro
è pronto a scommettere con me che non ha
sbagliato. Io aspetto che paghi. Nemmeno un cieco
non avrebbe visto il rigore su Pelè, mentre quello
che ci è stato fischiato contro è un vero
scandalo. Da buon cascatore, Cappioli ha fatto un
tuffo bellissimo". Ma è una parentesi. Qui e ora
comanda la Roma, tornata in testa dopo undici
anni. L' ultima volta risale al 6 novembre 1983.
Figuratevi se non è la prima volta anche per
Mazzone, uomo abituato a navigare in acque
pericolose: "Mai stato in testa, credo. Ma dopo
aver vinto il Seminatore d' oro per la serie C e
per la serie B, punto anche a quello della serie
A. Lo voglio vincere perché voglio lanciare tanti
giovani". E' una battuta, Mazzone ne farebbe a
meno: dopo l' ultima ondata di infortuni, ieri si
è bloccato pure Lanna, sospetta distorsione al
ginocchio destro, forse è interessato pure il
menisco con interessamento al legamento. Oggi se
ne saprà di più. "Non so se domenica prossima
riuscirò a fare 11, è questo il guaio. Vorrei
programmare e invece sono costretto a vivere alla
giornata. Per questo sono contento. Perché anche
se giochiamo male, la sfanghiamo sempre". Lo
scudetto non è cosa, per il momento: "Non possiamo
parlare di queste cose, perché a noi non piace
prendere in giro la gente, illuderla. Siamo una
bella squadra, ma non ancora una grande squadra: è
questa la realtà. Abbiamo un sacco di potenzialità
inespresse ancora da verificare, dobbiamo
migliorare e crescere, abbiate pazienza". Già, la
pazienza. La Roma fu contestata addirittura alla
prima giornata, per quel pareggio casalingo contro
il Foggia che fece imbestialire i tifosi, che fece
infuriare Sensi, che creò una polemica fra il
presidente e l' allenatore. Tutto risolto, dopo,
grazie ai risultati. Però Mazzone non ha
dimenticato, forse non poteva. Infatti, ora che
sta lassù può anche ricordare quello che gli è
stato fatto di male: "Ora siamo qui, in testa. Chi
l' avrebbe detto. Dopo la prima giornata molti ci
criticarono, ma qualcuno di quelli ora dovrebbe
mettersi una bella maschera: visti i risultati
della Roma e visti anche quelli del Foggia. Voglio
regalarla io, questa maschera, come piccola
punizione per quel giudizio affrettato. Anzi
adesso la vado a comprare. La regalerò, a quegli
sfacciati". Ma non è polemica, è solo ironia, è
solo felicità perché il primato è bello. Chissà,
fra quelli che dovrebbero indossare la maschera ci
potrebbe essere anche Sensi. Da quel giorno, da
quella polemica improvvisata con Mazzone, il
presidente non parla più dopo le partite: vuole
evitare di sbagliare ancora. Ieri, infatti, il
presidente che ha speso di più (e, visti i
risultati, forse anche quello che ha speso meglio)
ha detto una frase sola: "Sono contento".