Capolavoro acrobatico, a
bersaglio anche Ganz e Fresi: la Roma e' affondata.
L' attimo fuggente di Yuri. " Si, e' il mio gol piu'
bello.Balbo contesta Bianchi, il tecnico ironizza: "
Cacciatemi, un posto lo trovo
A San Siro i nerazzurri
centrano una vittoria che li riappacifica coi
tifosi e li rilancia all'inseguimento della Juve
MILANO - Sembra facile fare la
rivoluzione. Uno si sveglia al mattino e dice:
oggi cambio tutto. Forse Roy Hodgson, precettore
di Croydon, e Carlos Bianchi (si legge Bianci),
genio incompreso del Sudamerica, si sono mossi con
maggiore cautela, di certo avranno soppesato con
attenzione le pruderie sovvertitrici, ma e'
singolare che entrambi siano giunti all'identica
conclusione con l'avvio del nuovo anno. Pero',
ecco il nocciolo del problema, una rivoluzione non
e' uguale all'altra. Insomma, c'e' ribaltone e
ribaltone. E mister Hodgson ha ridisegnato la sua
squadra meglio del senor Bianchi (Bianci). Le
assenze pesanti di Branca e (soprattutto) Ince, il
pedatore che si sente perseguitato politico pur
non essendo esattamente una viola mammola, piu' il
differente dosaggio degli ingredienti difensivi
(Zanetti e Angloma esterni, Paganin e Galante al
centro) non hanno ostruito il defluire della
manovra interista che, anzi, e' filata via liscia,
con attimi di furore agonistico. Hanno
scricchiolato, i nerazzurri, solo quando l'ex
Delvecchio, imbeccato dalle retrovie, ha punto
Pagliuca. Senza macchia nella circostanza e senza
voto in un'ottica piu' allargata, visto che il suo
esercizio piu' sfiancante e' stato il rinvio con
il piede sinistro. Maldini padre ne prendera' nota
e, se tanto mi da' tanto, sul piatto delle
valutazioni azzurre finira' pure la paperissima di
Peruzzi a Parma. Delvecchio ha colpito in un
momento delicato, le primissime battute della
ripresa, e per una decina di minuti San Siro ha
temuto il replay di Inter - Samp. Ma il giovane
Delvecchio e il giovanissimo Totti, con l'aggiunta
(nella ripresa) dello stagionato Balbo, non fanno
Montella e Mancini. Vero e' che, dopo qualche
fischio d'incoraggiamento (si fa ovviamente per
dire), tutto si e' assestato per il verso giusto,
l'Inter non ha fatto la stupida, ha ripreso a
macinare ai fianchi avversari sempre piu' storditi
dalla loro stessa pochezza, chiudendo poi il conto
con la sassata di Fresi. Importante la vittoria
ritrovata dopo due mesi (ultimo successo: Verona -
Inter 0 - 1 del 3 novembre) e la tregua sociale
raggiunta con i tifosi. Questo per dire che una
rivoluzione (fuori Balbo & Fonseca, dentro
Delvecchio & Totti) non la si puo'
improvvisare tout court, sostituendo un giocatore
con un altro. Una rivoluzione deve essere
motivata, sostenuta da ideali importanti. La
rivoluzione, insomma, deve essere nelle teste e
nel cuore di chi e' chiamato a fare il
rivoluzionario. In questo l'Inter ha dimostrato di
essere piu' "trasgressiva" degli antagonisti,
supportando i cambiamenti con una prova di
carattere che ha surrogato manchevolezze tattiche
e tecniche evidenti. I nerazzurri, tanto per dirne
una, sono ancora troppo sfilacciati (in gergo si
dice che sono lunghi): impossibile, oggi,
affermare che l'Inter sia una squadra monolitica.
Se l'avversario riesce infatti ad insinuarsi nel
suo centrocampo o addirittura ad aggirarlo con
palloni filanti, la difesa si offre impudicamente
nuda alle voglie degli attaccanti avversari. Pero'
la squadra di mister Hodgson ha davvero dimostrato
di credere nello scudetto, schiacciando nel suo
angolo una Roma senza sangue, un teorico
sbarramento di cinque centrocampisti davanti al
terzetto difensivo Aldair - Petruzzi - Lanna, che
in realta' era burro da spalmare con del buon
salmone. Avrebbe potuto e dovuto vincere la
partita proprio li', in mezzo al campo, la Roma,
perche' Winter sembra ormai alla frutta, Fresi
deve ancora completare il praticantato e il solo
Sforza, giocatore di sostanza ma non di apparenza,
non puo' fare i miracoli di Maradona. E invece
l'Inter li' ha imposto la forza della sua
rivoluzione. Perche' devastante alla distanza e'
risultato l'apporto di Zanetti dalle retrovie e
quello di Djorkaeff, posizionato alle spalle del
tandem attaccante Ganz & Zamorano, nelle vesti
di splendido anarchico. Nel rapporto quantita /
qualita' il francese e' parso di gran lunga il
piu' efficace. Dinamico, estroso, concreto, ha
innervato gli schemi con giocate scintillanti cui
soltanto Thern ha provato ad opporsi nel mare
magnum dell'inefficienza romanista. Determinante,
ad esempio, la sua rete, quella che ha raddoppiato
lo sporco sinistro di Ganz (scommettiamo che
l'attaccante interista in realta' voleva
agganciare il pallone per poi calciare a botta
sicura?), consentendo cosi' ai compagni di gestire
in "affanno controllato" quel primo quarto d'ora
della ripresa. Il gesto di Djorkaeff ha
sprigionato magia, quella sua rovesciata /
sforbiciata in attesa di colpire il pallone con il
piede destro e' durata un attimo che e' sembrato
eterno. Suggestiva come certe immagini antiche,
quando il pallone aveva un altro sapore e le
rovesciate mitiche di Piola erano immortalate
sull'almanacco del calcio (non ancora Panini) e
sul "Calcio Illustrato". Altri tempi, di cui forse
la gente ha smarrito il ricordo. Come spiegare
l'applauso lungo un paio di minuti che San Siro ha
voluto regalare al suo Piola? INTER 3 Pagliuca
s.v. Zanetti 7 M. Paganin 5 Galante 6 Angloma 6
Fresi 6 Sforza 6,5 Winter 5,5 Djorkaeff 7,5
Zamorano 5 Ganz 6 All.: Hodgson 6 ROMA 1 Sterchele
5 Aldair 5,5 Petruzzi 6 Lanna 6 Moriero 5,5
Statuto 5 Thern 6 Tommasi 5 Carboni 5 Delvecchio 6
Totti 5 All. C. Bianchi 4 Arbitro: Cesari 6,5
(Medeot 6,5 e Marano 6,5) 11' Gol: Ganz, tocco
sporco di sinistro, assist Zanetti 1 - 0 27'
Zamorano di testa su angolo di Ganz, fuori 29'
Delvecchio in area gira al volo di sinistro,
svirgolando 32' Winter, destro, ribatte Sterchele,
Djorkaeff gira fuori 39' Gol: Djorkaeff
sforbiciata di destro su palla a candela 2 - 0 2'
Gol: Delvecchio di sinistro dopo un liscio di
Paganin 2 - 1 5' Djorkaeff, destro, Sterchele
respinge di pugno 25' Gol: Fresi, potente esterno
destro dalla lunetta 3 - 1 36' Balbo, destro in
corsa: il pallone sfiora il palo 38' Djorkaeff da
Zamorano: pallonetto di poco oltre la traversa
Ammoniti: Carboni, Delvecchio e Ganz.
Sostituzioni. Inter: Berti (s.v.) per Winter;
Bergomi (s.v.) per Ganz. Roma: Balbo (5,5) per
Statuto nel s.t.; Fonseca (s.v.) per Totti dal 29'
s.t. Recuperi: 0' piu' 2'.
COLPO DA FUORICLASSE L'attimo
fuggente di Youri "Si', e' il mio gol piu' bello"
MILANO - "Io e il presidente siamo sulla stessa
lunghezza d'onda ma anche il mio gol, certo il
piu' bello che ho mai segnato, deve rimanere un
ricordo da lasciare li' sul prato, quando sembrava
che tutto lo stadio mi cadesse sopra la testa.
Bisogna invece pensare subito a lavorare duro in
vista dell'incontro di domenica prossima contro il
Napoli". Anche nell'intervista del dopo gara Youri
Djorkaeff si dimostra fedele a se stesso: fierezza
e pragmatismo, una carezza al presidente che l'ha
voluto in nerazzurro a tutti i costi. Ieri
pomeriggio il fuoriclasse transalpino, complice la
caduta della Juventus a Parma, e' pure riuscito a
rilanciare l'Inter verso l'alta classifica
siglando in chiusura di primo tempo un gol
d'antologia. L'impresa balistica va raccontata,
per quanto sia praticamente impossibile
vivisezionare l'unita' plastica di un movimento
assolutamente perfetto. Era stato Maurizio Ganz a
sganciare un violento tiro di sinistro, respinto
d'istinto con un ginocchio prima dal portiere
Sterchele e poi alzato a campanile dallo stopper
Petruzzi nella zona di destra dell'attacco
nerazzurro, assai vicino alla linea di fondo.
Sembrava un'azione finita a quel punto, ma non per
Djorkaeff. Cogliendo, con l'istinto del
fuoriclasse l'attimo di distrazione della difesa
avversaria, Youri faceva leva sul piede sinistro
per salire a oltre 2 metri d'altezza impattando
all'istante il pallone col piede destro per
scagliarlo, neanche l'avesse colpito con una
stecca di biliardo, con un'incredibile traiettoria
rettilinea verso il palo di destra, il piu'
lontano, assolutamente fuori dalla portata
dell'esterrefatto Sterchele. Coordinazione
estrema, destrezza, forza esplosiva piu' quel quid
indefinibile che permette al campione d'inquadrare
la porta praticamente al buio, come tenesse un
radar dietro la nuca. Una prodezza, la piu'
fulgida di tante belle giocate effettuate ieri da
un atleta che pure all'inizio del campionato aveva
stentato non poco non essendo abituato ai ritmi
serrati degli allenamenti in voga qui in Italia.
Insieme a Djorkaeff anche l'Inter e' apparsa ieri
piu' veloce e brillante del solito, anche se
onesta' vuole che una Roma a cosi' basso regime
sul piano atletico e agonistico fosse l'avversario
piu' adatto che i nerazzurri potessero augurarsi
in un match fondamentale sulla via del rilancio.
Mister Roy tira un sospiro di
sollievo: ora porta tutti in ritiro forzato in
Sardegna per allenarsi lontano dal gelo Hodgson:
"Visto? Il campionato e' aperto" "Il riposo ha
rigenerato la squadra e io ho evitato la
crocefissione". Moratti: "Ho notato grandi
progressi"
MILANO - "Il campionato e' aperto, molto aperto",
proclama Roy Hodgson. I tre gol alla Roma gli
hanno ridato la grinta che a dicembre sembrava
perduta. La sconfitta della Juve a Parma e'
un'ulteriore conferma alle parole che il tecnico
interista va ripetendo da tempo: "Ci sono tante
partite da giocare, lo scudetto non e' assegnato".
Adesso che e' tornato a vincere in campionato,
dopo due mesi, puo' tranquillamente dire: "Sapevo
che la squadra aveva bisogno di staccare, di
riposarsi mentalmente, dopo venticinque partite in
quattro mesi. E' facile, dopo questa vittoria,
darmi ragione. Ero consapevole comunque che se le
cose si fossero messe diversamente, sarei stato
crocefisso. Nel calcio succede". Cosi' l'Inter
riprende la rincorsa e si avvicina alla Juve. E
Massimo Moratti puo' finalmente raccontare una
partita che lo ha entusiasmato. "Questi sono
momenti di grande soddisfazione. Il campionato e'
lungo, bisogna essere fiduciosi dopo quello che la
squadra ha dimostrato. L'Inter ha giocato bene.
Era una gara delicata e siamo stati capaci di
affrontarla con determinazione. Ho notato un
cambiamento positivo e qualche modifica tattica
che e' servita. Djorkaeff? Non ci sono parole per
definire la rete che ha fatto. Un gol speciale,
davvero incredibile". Adesso sembra tutto piu'
facile, tanto che il presidente puo' consentirsi
di allargare l'orizzonte dei suoi commenti.
Comincia da Delvecchio. "Sul gol e' stato
veramente molto bravo. Il giocatore e' ancora
nostro al 50 per cento. Vedremo per il futuro".
Delvecchio pero' e' stato contestato dai tifosi
della curva nerazzurra: l'avvocato Prisco ha
riferito che in tribuna alcuni hanno visto un
gestaccio dell'attaccante verso i tifosi interisti
dopo il suo gol. Moratti: "Mi hanno riferito che
ha fatto un gesto poco piacevole, ecco perche' la
curva poi lo ha contestato". Massimo Moratti si e'
unito a tutto il pubblico di San Siro nei due
minuti di standing ovation per l'eurogol di Youri
Djorkaeff: con cui si e' complimentato addirittura
l'arbitro Cesari, che gli ha anche chiesto la
maglia. E con i tempi che corrono nei rapporti
arbitri - giocatori, qesto e' un grande
riconoscimento. E' la settima rete in quindici
partite di Djorkaeff. E' arrivata a confermare le
ambizioni dell'Inter che non ha mai smesso di
pensare allo scudetto. Hodgson ora puo'
raccontare: "Abbiamo ritrovato una grande vittoria
che ci permette di affrontare il futuro con uno
spirito diverso. Forse nelle ultime partite era
venuta meno la fiducia. Contro la Roma la squadra
e' scesa in campo con la voglia di vincere. Ha
giocato con grinta e carattere. Pure quando e'
arrivato il gol giallorosso, ho visto una reazione
positiva, cosa che non era successa le ultime
volte. L'Inter ha saputo gestire la partita e
costruire azioni offensive". E' proprio un'Inter
diversa e lo conferma Moratti: "Adesso sono
ottimista". Ancora Hodgson: "Le piccole modifiche
tecniche sono servite. Abbiamo giocato bene in
attacco senza rischiare nulla in difesa. Eppure in
squadra c'erano tre attaccanti e due esterni di
spinta. Con i gol di Fresi e Djorkaeff possiamo
andare lontano, io potrei stare tranquillamente a
St. Moritz per tre mesi, tornando soltanto per la
partita della domenica". Il '97 e' cominciato
sotto il segno nerazzurro, ma da domani si torna
al lavoro: per proseguire il programma di
allenamento si parte per Cagliari. Seduta ad
Appiano, poi nel pomeriggio partenza per la
Sardegna. Una scelta quasi obbligata, viste le
pessime condizioni climatiche che hanno gelato i
campi di Appiano. "E' vietato distrarsi. Contro
Napoli e Bologna dobbiamo conquistare sei punti se
vogliamo continuare a pensare in grande", dice
Hodgson. La squadra si adegua.
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BUFERA TRA I GIALLOROSSI: L'ATTACCANTE CHIEDE UN
COLLOQUIO COL PRESIDENTE Balbo contesta Bianchi,
il tecnico ironizza: "Cacciatemi, un posto lo
trovo" MILANO - Dopo i tre gol incassati arrivano
puntuali le polemiche. Troppo nervosismo, troppi
malumori circondano l'ambiente giallorosso. Lo
scivolone di San Siro lascia strascichi. Abel
Balbo, che si e' diviso tra panchina e campo, ci
tiene a far sapere che ha smaltito la stanchezza
per il fuso orario e per le tante ore di aereo
fatte negli ultimi viaggi tra Italia e Argentina.
Lo vuol far sapere soprattutto al tecnico,
ovviamente con una punta di ironia: "Ho fatto
quattro viaggi in dieci giorni, e' logico che
Bianchi nel primo tempo abbia voluto mandare in
campo gente piu' in forma di me". Balbo scarica
tutta l'amarezza per aver vissuto il primo tempo
contro l'Inter da spettatore. Colpevole
l'allenatore Bianchi, colpevole il presidente
Sensi e tutta la Roma. Balbo non misura le parole:
"Sono stanco, i sacrifici qui devono farli tutti,
altrimenti anch'io comincio a pensare soltanto a
me stesso. Ho anteposto la Roma persino alla mia
famiglia, ho rinunciato pure alla nazionale. Ma
adesso mi sono stufato. Sarebbe meglio che tutti
cominciassero a remare per la stessa barca,
altrimenti pensero' solo per me. Sono abituato a
giocare e non a parlare, ma non si puo' piu' stare
zitti. Voglio incontrare al piu' presto una
persona, in settimana voglio vederla
assolutamente, voglio spiegare a questa persona
come sta la situazione". Balbo e' furibondo, non
solo per i 45 minuti vissuti da spettatore. La
situazione che si e' venuta a creare all'interno
dello spogliatoio e' pesante e per questo vuole
vedere al piu' presto il presidente Sensi: questi
ieri ha lasciato San Siro furibondo. L'argentino
aspetta una convocazione e nel frattempo elogia
l'Inter: "Ha un grande allenatore". Carlos
Bianchi: "Cosa devo fare? Non posso mettermi a
piangere. Non penso di aver fallito e se fossi il
presidente scommetterei ancora su Bianchi. Non mi
sento inferiore a nessuno, sono convinto di aver
insegnato alla squadra un buon calcio. E' vero,
arriviamo da una sconfitta pesante, ma in campo
non ci vado io". Tranquillo, rilassato,
l'allenatore argentino della Roma guarda la
classifica, ai venti punti conquistati senza la
minima preoccupazione. Si sente ben saldo sulla
sua panchina. "E se cosi' non dovesse essere,
troverei un altro posto gia' domenica prossima.
D'altra parte si sapeva che la Roma non aveva
ambizioni di scudetto".