I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA
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Corriere Della Sera
La Juve risparmia le forze ma non
i gol
Vieri e Amoruso travolgono la
Roma: i bianconeri vincono senza fatica e pensano
alla Coppa
CAMPIONATO / Funziona alla
perfezione il turn - over di Lippi: giallorossi
k.o. gia' nel primo tempo e mai pericolosi davanti
a Peruzzi
DAL NOSTRO INVIATO TORINO -
Sicuramente verra' lo scudetto, ma lo scudetto non
sara' tutto. Non bastera' dire che e' il
ventiquattresimo, che e' meritato e perfino bello
anche per chi bianconero non e'. Altresi' dovra'
essere fatto un rilievo piu' impegnativo: che
questo titolo prossimo venturo, ribadito con
solennita' dal 3 - 0 di ieri sulla Roma, e' il
primo interamente ascrivibile ai meriti del
tecnico che questa Juve ha "griffato": Marcello
Lippi. Deposta l'enfasi, premesso che lo zonismo e
il relativo 4 - 4 - 2 cui si ispira e' di matrice
italianista, come la storia professionale
dell'allenatore conferma, resta l'analisi di una
squadra che - salvo rare eccezioni - ha imparato
ad essere implacabilmente risoluta pur
prescindendo dagli uomini. Prescindendo da Roberto
Baggio (quello di tre anni fa, non quello
attuale), la Juve vinse il campionato '94 - '95.
Ma allora poteva contare sull'irripetibile Vialli,
si crebbe in casa un "pesantissimo" Ravanelli e si
stava accingendo a scoprire Del Piero.
Quell'impresa, dunque, non venne firmata
principalmente dal tecnico, ma piuttosto dagli
uomini che ne interpretavano il copione secondo
quanto il sommo Gianni Brera, verosimilmente,
sarebbe tornato a bollare - dopo il sacchismo -
come "eretismo podistico". Tuttavia gia' la
conquista della Coppa Campioni l'anno scorso, con
una seconda parte affidata a piedi e a soluzioni
non sempre di primo rango (i gol di Jugovic e
Padovano, i rigori di Pessotto e Ferrara nella
finale), premettevano che la rivoluzione si
sarebbe compiuta la stagione successiva: via
Vialli, Ravanelli e Sousa, non indispensabile Del
Piero (bersagliato da due seri infortuni, ma anche
destinato alla panchina). Importante, eppure non
insostituibile, Boksic. E, men che meno, non
necessario Padovano, o Pessotto, o Torricelli.
Nemmeno Conte, il capitano e l'uomo che assieme a
Deschamps era deputato a sostenere il centrocampo,
fermo da novembre, e' risultato impossibile da
surrogare. Quale mirabile costruzione abbia
architettato Lippi - e quanto sangue vi abbia
pompato e quanta anima sia riuscito a soffiarvi
dentro - e' stato facile accertare da meta'
stagione in avanti, quando il turn - over, piu'
che una opportunita', e' diventato una necessita'.
Pero' nelle ultime due settimane, cioe' nelle gare
interne con Vicenza (2 - 0) e Roma (3 - 0) e in
quelle in trasferta con Rosenborg (1 - 1 in
Champions League) e Inter (0 - 0), il bisogno di
avvicendare Conte, Boksic, Del Piero, Pessotto,
Deschamps e Zidane (assenti con il Vicenza), o
Torricelli e gli attaccanti titolari (a Milano e
ieri), hanno reso l'esatta dimensione della
realizzazione lippiana. La Juve non solo e' sempre
stata all'altezza di se medesima - tranne a
Trondheim, dove ha sottostimato l'avversario e
sara' meglio non ripetere l'errore mercoledi' -;
non solo ha sempre tenuto fede al proprio progetto
tattico e alla vocazione di imporre il gioco; e'
pure riuscita a raggiungere gli obiettivi primari
e secondari con una disinvoltura essenziale.
Infatti, di fronte all'ectoplasma della Roma, ha
saputo indovinare gli autori dei gol (Vieri e
Amoruso) e il momento in cui realizzarli.
Sigillato l'incontro 4' prima della fine del primo
tempo, la squadra si e' dedicata alla gestione
della gara come se si trattasse di un test di
avvicinamento alla Coppa Campioni: fuori Zidane e
Vieri, dentro Lombardo, a segno l'esteta Nicola
Amoruso, primo gol in campionato. Mentre Lippi
faceva respirare la Juve a pieni polmoni, la Roma
di Bianchi biascicava intorno al pallone.
Rinunciando a Tetradze e a Moriero (per dissidi
personali e non per la sciatalgia diplomatica),
l'indecifrabile tecnico argentino si era inibito
la via laterale di destra, consegnandola a Dimas -
Zidane, che dilagavano contro un Tommasi
inaccettabile e un Pivotto buono da centrale e
molto meno da esterno. Naturalmente non e' solo
questa la ragione dell'avvilente prestazione
romanista, che ha spezzato una serie di sei
risultati utili: perche' pure a sinistra Carboni
stentava e in mezzo Di Biagio galleggiava nel
vuoto creatogli anche dall'inconsistente Thern.
Rispetto a Genova, quando vinse, la Roma ieri era
sfilacciata. Inevitabile che abbia perso.
Incommensurabile la delusione di chi cerchi di
scrutar calcio dentro un guscio vuoto. JUVENTUS 3
Peruzzi s.v. Porrini 6 Ferrara 7 Montero 6 Dimas
6,5 Di Livio 7 Deschamps 6 Zidane 6 Tacchinardi 7
Vieri 8 N. Amoruso 7 All.: Lippi 8 ROMA 0 Cervone
5 Pivotto 5 Petruzzi 5 Aldair 5 Candela 6 Tommasi
4 Di Biagio 6 Thern 5,5 Carboni 5 Balbo 5 Totti 6
All. C. Bianchi 5 Arbitro: Cesari 7 (Contente 5,
De Santis 6) 11' Deschamps destro su respinta
Cervone: Candela salva sulla riga 27' Gol: Vieri
destro in area su assist filtrante di Amoruso 1 -
0 44' Gol: Vieri destro su uscita Cervone (assist
Di Livio) 2 - 0 4' Vieri rovesciata di sinistro
(su punizione Zidane): palo 28' Fonseca punizione
di sinistro, fuori di poco 34' Statuto destro al
volo in area: a lato di poco 39' Padovano sinistro
alto dopo dribbling su Cervone 41' Gol: Amoruso
destro in area su assist di Lombardo 3 - 0
Ammoniti: Di Biagio, Carboni, Petruzzi, Montero,
Jugovic. Sostituzioni. Juve: Padovano (5) per
Vieri e Lombardo (7) per Zidane 20' s.t.; Jugovic
(5) per Di Livio 32' s.t. Roma: Fonseca (6) per
Tommasi nel s.t.; Statuto (6) per Di Biagio 12'
s.t. Recuperi: 3' piu' 5'. Paganti: 10.558.
Incasso: 328.172.000 lire.