Il " vecchio " Vierchowod firma
il pari con la Roma scongiurando l' allargamento
della crisi. Sacchi ora si sente solo contro tutti "
Per fortuna i tifosi non infieriscono "
Vizi antichi per i rossoneri
raggiunti da Fonseca e traditi in attacco da un
Weah confusionario ed egoista
MILANO - C' era un' unica cosa
da fare, una sola regola che il Milan avrebbe
dovuto rispettare, dopo essere passato in
vantaggio con Pietro Vierchowod, peraltro
"pescato" in fuorigioco dalle immagini televisive,
al 64' della partita con la Roma: esercitare il
piu' elementare e redditizio dei contropiede.
Naturalmente il contropiede sarebbe disceso dagli
spazi che la Roma avrebbe lasciato per rimontare
lo svantaggio e per la scelta tattica obbligata
operata da Carlos Bianchi: dentro la punta Fonseca
e fuori Bernardini, un centrocampista. Con tre
attaccanti e tre centrocampisti, la Roma si
allungava concedendo al Milan, e in particolare a
Weah, quegli spazi nei quali il liberiano avrebbe
dovuto infilare la sua furia sradicante uomini e
cose. Ma, a dimostrazione che un singolo - per
quanto forte - non fa squadra a se' e - se si pone
fuori del contesto - diventa anche dannoso
oltreche' inutile, Weah ha ieri vanificato almeno
due chiare opportunita' per raddoppiare e negato a
Roberto Baggio una palla che sarebbe servita allo
stesso scopo. Al terzo contropiede consecutivo
fallito, la Roma ha reperito il gol che cercava
con Fonseca (giusta l' intuizione di Bianchi d'
inserirlo), evidenziando nel contempo una magagna
ormai cronica dell' avversario: un Milan che,
sulle palle alte, si fa battere con disarmante
regolarita' . A Perugia fu Negri a superare
Vierchowod. Stavolta Fonseca ha anticipato di
netto Costacurta, riprecipitato a livelli di
rendimento assai preoccupanti. Detto che il
pareggio e' sostanzialmente giusto, va capito
perche' al Milan ci sia sempre qualcosa che non
funziona. Se stavolta i nervi non hanno ceduto a
nessuno (un solo ammonito: Desailly), la squadra
e' sembrata poco, o per nulla, reattiva per l'
intero primo tempo. La preoccupazione del
risultato ha avuto il sopravvento almeno fino al
vantaggio. Dopo e' prevalsa l' incapacita' di
conservarlo attraverso una gestione della palla
che fosse almeno vicina al possesso. Dal punto di
vista tattico, invece, e' del tutto mancata la
spinta laterale: fuori condizione, dopo un mese e
mezzo d' assenza, Stefano Eranio; fuori ruolo, per
assoluta penuria di alternative, Marco Simone.
Schierato per assolvere i compiti di esterno di
sinistra del centrocampo, l' attaccante regalava
metri di campo a Tetradze e, soprattutto, a
Moriero. Il quale, una volta saltato il tremebondo
Coco, si trovava a disporre di una fascia dove
infilare la propria abilita' velocistica. Infatti,
proprio da quel versante sono venute le migliori
opportunita' romaniste nel primo tempo, mentre
nella ripresa ancora Moriero ha propiziato il
pareggio di Fonseca. Complessivamente la qualita'
del gioco e' stata bassa. Ne' alla Roma, ne' al
Milan mancavano le attenuanti riguardo alle
assenze: Balbo, Thern e Di Biagio da una parte;
Maldini, Dugarry, Blomqvist, Davids, Savicevic,
Boban e Ambrosini dall' altra. Tuttavia mentre il
Milan ha mostrato una desolante pochezza,
soprattutto in fase costruttiva e specialmente in
Albertini, la Roma e' esplicitamente apparsa
votata al pareggio. Avesse avuto intenzioni piu'
serie, la squadra di Bianchi avrebbe trovato il
modo di frantumare quel po' di Milan che rimaneva
dentro San Siro. A puro titolo di cronaca va
registrato che, in 90' di non esaltante
spettacolo, il tifo rossonero e' rimasto in ambiti
di assoluta correttezza almeno verso i propri (ex)
beniamini e con punte di inesausto amore per
Franco Baresi. Solo due striscioni contro la
societa' (e in particolare contro il procuratore
Oscar Damiani accusato di essere troppo
"interessato" in alcune segnalazioni di mercato),
nessun coro anti - Sacchi. A dimostrazione che
certe manifestazioni di intolleranza - cosi'
frequenti nella cosiddetta critica sportiva -
appartengono piu' alla patologia che al diritto di
censura di chicchessia: ritenere Sacchi
responsabile dello sfascio milanista e' esercizio
che neppure gli ultra' si sentono in grado di
sostenere. Non c' e' stata, infine, la prevedibile
- fors' anche auspicata - reazione alla poco
apostolica visita di Silvio Berlusconi, ieri, a
Milanello. Meno male. Altrimenti ci sarebbe
sicuramente stato da trasalire nel leggere che,
grazie a Berlusconi, il Milan si era finalmente
svegliato. Come se davvero esistesse uomo, sulla
faccia del pianeta calcio, capace di guarire la
squadra mal costruita da Galliani e Braida solo
imponendo le proprie mani o le proprie vane
parole. Sacchi fa male a dire che non si
dimetterebbe mai. Dovrebbe pensarci, invece. O, in
subordine, seguire l' esempio di Roy Hodgson, che
ha lasciato l' Inter prima che provvedesse Moratti
a fine stagione. Se la riconoscenza vale la
rinuncia alla panchina della Nazionale, la
dignita' personale non ha prezzo. E' unica,
indivisibile, inalienabile. MILAN 1 S. Rossi 7
Costacurta 5 Vierchowod 7 F. Baresi 7 Coco 5
Eranio 5 Albertini 5 Desailly 6 Simone 5,5 Weah 5
R. Baggio 5,5 All.: Sacchi 6 ROMA 1 Cervone 6
Tetradze 6 Petruzzi 6 Aldair 6 Candela 6,5 Moriero
6 Bernardini 6 Tommasi 5,5 Carboni 6 Delvecchio 5
Totti 7 All. C. Bianchi 6 Arbitro: Treossi 6
(Scalcione 6 e Stevenato 6) 7' Simone, tiro cross
da sinistra, Cervone riesce a deviare 31' Totti,
destro da punizione fuori area, S. Rossi respinge
34' Eranio, destro dal limite dell' area, alto 38'
Tommasi, sinistro al volo, respinge S. Rossi,
assist Moriero 19' Gol: Vierchowod, testa in area
piccola, punizione Baggio 1 - 0 25' Weah, lanciato
da Baggio, Cervone in uscita lo anticipa 29' Weah,
destro su Cervone in area, dopo tiro di Eranio 30'
Gol: Fonseca, testa, cross di Moriero dalla destra
1 - 1 Ammoniti: Bernardini, Carboni, Cervone,
Desailly. Sostituzioni. Milan: Tassotti (s.v.) per
Coco al 45' s.t. Roma: Fonseca (7) per Bernardini
al 23' s.t.; Pivotto (s.v.) per Delvecchio al 31'
s.t.; Lanna (s.v.) per Totti al 42' s.t. Recuperi:
1' piu' 5'.
ARIA PESANTE NELLO SPOGLIATOIO
DEI CAMPIONI Sacchi ora si sente solo contro tutti
MILANO - Arrigo Sacchi, un uomo
solo con tutti contro. "Da quando faccio l'
allenatore, questa e' la situazione piu'
difficile". E' duro ammetterlo. Le parole gli si
stringono in gola, il sorriso appare forzato per
mascherare una delusione che non si sarebbe mai
aspettato. Lontani sono i giorni dei trionfi,
delle coppe da alzare al cielo. Il Milan di oggi
e' solo la brutta controfigura del Milan che
conosceva Sacchi. Tutto e' cambiato. E' cambiata
la squadra, che non lo voleva e non l' ha mai
accettato; persino il nucleo storico si e'
allontanato. Adesso Arrigo e' stato scaricato pure
da Silvio Berlusconi. Addirittura, fosse dipeso
dal Dottore, l' ex c.t. non sarebbe mai ritornato
sulla panchina rossonera. Sono stati Galliani e
Braida a premere. Oggi anche loro si sono resi
conto dell' errore. E non parlano, non commentano.
Parla invece Sacchi. Per raccontare il suo
disagio. Per cercare di far capire com' e'
difficile percorrere quei pochi metri che dallo
spogliatoio portano alla panchina. "In questo
momento non va bene niente. Meno male che c' e' un
pubblico che ha memoria: non ha dimenticato quanto
ha fatto il Milan negli ultimi anni. Non ci
fischia". Tifosi ormai rassegnati, che non
vogliono infierire. Anche loro hanno capito che
Sacchi e' un uomo solo contro tutti. La fortuna
gli ha voltato le spalle, da tempo. E lui, a
questo punto, non sa con chi prendersela. George
Weah si ritrova a sbagliare gol a porta vuota. E
persino Fonseca, dopo venti giornate di digiuno,
e' riuscito a buttare il pallone in rete. Pero'
Berlusconi si e' stancato di aggrapparsi alle
solite frasi fatte e di tirare in ballo la
sfortuna. Il presidente va per la sua strada,
convinto delle proprie idee. Racconta: "Non mi fa
paura la zona retrocessione, sono convinto che con
questi giocatori possiamo centrare l' Europa,
bisogna crederci. Ho ammirato la Roma e la sua
voglia di combattere". Un altro schiaffo alla
squadra e all' allenatore. Arrigo Sacchi incassa,
non ha neppure la forza di reagire. Non lo
nasconde: "Quando cade un grande albero tutti
vogliono fare la legna". Un modo elegante per
spiegare che il Milan e' troppo lontano dal Milan
vero. E cosi' al tecnico non resta che aggrapparsi
alla retorica, alle parole di circostanza:
"Dobbiamo cercare di migliorarci. Non guardare al
pareggio con la Roma come a un risultato negativo.
Le vittorie e le certezze si conquistano in
settimana, lavorando. Nella mediocrita' della
stagione c' e' una linearita' fra la mia gestione
e quella passata. Con Tabarez si sono messi
insieme 15 punti in undici partite, con me in
panchina se ne sono conquistati 14 in altrettante
gare". Cifre che l' allenatore milanista non era
abituato a commentare. E gia' oggi si ricomincia.
Ziege ad esempio sara' a Milano per le visite
mediche e per i primi contatti con la societa' . E
Sacchi continuera' sempre piu' solo in questo
Milan che pensa al futuro senza di lui.