XXII Giornata
MILAN - ROMA 1-1
Milano, Stadio Meazza
domenica 2 marzo 1997
ore: 15:00


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Tabellino partita:
MILAN: Rossi, Costacurta, Vierchowod, Baresi, Coco (45'st Tassotti), Eranio, Albertini, Desailly, Simone, Baggio, Weah.

Allenatore: Sacchi.
 
ROMA: Cervone, Tetradze, Aldair, Petruzzi, Candela, Moriero (41'st Lanna), Tommasi, Bernardini (21'st Fonseca), Carboni, Totti, Delvecchio (30'st Pivotto).

Allenatore: Bianchi.
 
Arbitro: Treossi di Forlì.
 
RETI: 20'st Vierchowod, 30'st Fonseca.
 

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Fine partita



















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Il gol di
                    Fonseca








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Corriere Della Sera

Milan, il gol della salvezza non ha eta'

Il " vecchio " Vierchowod firma il pari con la Roma scongiurando l' allargamento della crisi. Sacchi ora si sente solo contro tutti " Per fortuna i tifosi non infieriscono "

Vizi antichi per i rossoneri raggiunti da Fonseca e traditi in attacco da un Weah confusionario ed egoista

MILANO - C' era un' unica cosa da fare, una sola regola che il Milan avrebbe dovuto rispettare, dopo essere passato in vantaggio con Pietro Vierchowod, peraltro "pescato" in fuorigioco dalle immagini televisive, al 64' della partita con la Roma: esercitare il piu' elementare e redditizio dei contropiede. Naturalmente il contropiede sarebbe disceso dagli spazi che la Roma avrebbe lasciato per rimontare lo svantaggio e per la scelta tattica obbligata operata da Carlos Bianchi: dentro la punta Fonseca e fuori Bernardini, un centrocampista. Con tre attaccanti e tre centrocampisti, la Roma si allungava concedendo al Milan, e in particolare a Weah, quegli spazi nei quali il liberiano avrebbe dovuto infilare la sua furia sradicante uomini e cose. Ma, a dimostrazione che un singolo - per quanto forte - non fa squadra a se' e - se si pone fuori del contesto - diventa anche dannoso oltreche' inutile, Weah ha ieri vanificato almeno due chiare opportunita' per raddoppiare e negato a Roberto Baggio una palla che sarebbe servita allo stesso scopo. Al terzo contropiede consecutivo fallito, la Roma ha reperito il gol che cercava con Fonseca (giusta l' intuizione di Bianchi d' inserirlo), evidenziando nel contempo una magagna ormai cronica dell' avversario: un Milan che, sulle palle alte, si fa battere con disarmante regolarita' . A Perugia fu Negri a superare Vierchowod. Stavolta Fonseca ha anticipato di netto Costacurta, riprecipitato a livelli di rendimento assai preoccupanti. Detto che il pareggio e' sostanzialmente giusto, va capito perche' al Milan ci sia sempre qualcosa che non funziona. Se stavolta i nervi non hanno ceduto a nessuno (un solo ammonito: Desailly), la squadra e' sembrata poco, o per nulla, reattiva per l' intero primo tempo. La preoccupazione del risultato ha avuto il sopravvento almeno fino al vantaggio. Dopo e' prevalsa l' incapacita' di conservarlo attraverso una gestione della palla che fosse almeno vicina al possesso. Dal punto di vista tattico, invece, e' del tutto mancata la spinta laterale: fuori condizione, dopo un mese e mezzo d' assenza, Stefano Eranio; fuori ruolo, per assoluta penuria di alternative, Marco Simone. Schierato per assolvere i compiti di esterno di sinistra del centrocampo, l' attaccante regalava metri di campo a Tetradze e, soprattutto, a Moriero. Il quale, una volta saltato il tremebondo Coco, si trovava a disporre di una fascia dove infilare la propria abilita' velocistica. Infatti, proprio da quel versante sono venute le migliori opportunita' romaniste nel primo tempo, mentre nella ripresa ancora Moriero ha propiziato il pareggio di Fonseca. Complessivamente la qualita' del gioco e' stata bassa. Ne' alla Roma, ne' al Milan mancavano le attenuanti riguardo alle assenze: Balbo, Thern e Di Biagio da una parte; Maldini, Dugarry, Blomqvist, Davids, Savicevic, Boban e Ambrosini dall' altra. Tuttavia mentre il Milan ha mostrato una desolante pochezza, soprattutto in fase costruttiva e specialmente in Albertini, la Roma e' esplicitamente apparsa votata al pareggio. Avesse avuto intenzioni piu' serie, la squadra di Bianchi avrebbe trovato il modo di frantumare quel po' di Milan che rimaneva dentro San Siro. A puro titolo di cronaca va registrato che, in 90' di non esaltante spettacolo, il tifo rossonero e' rimasto in ambiti di assoluta correttezza almeno verso i propri (ex) beniamini e con punte di inesausto amore per Franco Baresi. Solo due striscioni contro la societa' (e in particolare contro il procuratore Oscar Damiani accusato di essere troppo "interessato" in alcune segnalazioni di mercato), nessun coro anti - Sacchi. A dimostrazione che certe manifestazioni di intolleranza - cosi' frequenti nella cosiddetta critica sportiva - appartengono piu' alla patologia che al diritto di censura di chicchessia: ritenere Sacchi responsabile dello sfascio milanista e' esercizio che neppure gli ultra' si sentono in grado di sostenere. Non c' e' stata, infine, la prevedibile - fors' anche auspicata - reazione alla poco apostolica visita di Silvio Berlusconi, ieri, a Milanello. Meno male. Altrimenti ci sarebbe sicuramente stato da trasalire nel leggere che, grazie a Berlusconi, il Milan si era finalmente svegliato. Come se davvero esistesse uomo, sulla faccia del pianeta calcio, capace di guarire la squadra mal costruita da Galliani e Braida solo imponendo le proprie mani o le proprie vane parole. Sacchi fa male a dire che non si dimetterebbe mai. Dovrebbe pensarci, invece. O, in subordine, seguire l' esempio di Roy Hodgson, che ha lasciato l' Inter prima che provvedesse Moratti a fine stagione. Se la riconoscenza vale la rinuncia alla panchina della Nazionale, la dignita' personale non ha prezzo. E' unica, indivisibile, inalienabile. MILAN 1 S. Rossi 7 Costacurta 5 Vierchowod 7 F. Baresi 7 Coco 5 Eranio 5 Albertini 5 Desailly 6 Simone 5,5 Weah 5 R. Baggio 5,5 All.: Sacchi 6 ROMA 1 Cervone 6 Tetradze 6 Petruzzi 6 Aldair 6 Candela 6,5 Moriero 6 Bernardini 6 Tommasi 5,5 Carboni 6 Delvecchio 5 Totti 7 All. C. Bianchi 6 Arbitro: Treossi 6 (Scalcione 6 e Stevenato 6) 7' Simone, tiro cross da sinistra, Cervone riesce a deviare 31' Totti, destro da punizione fuori area, S. Rossi respinge 34' Eranio, destro dal limite dell' area, alto 38' Tommasi, sinistro al volo, respinge S. Rossi, assist Moriero 19' Gol: Vierchowod, testa in area piccola, punizione Baggio 1 - 0 25' Weah, lanciato da Baggio, Cervone in uscita lo anticipa 29' Weah, destro su Cervone in area, dopo tiro di Eranio 30' Gol: Fonseca, testa, cross di Moriero dalla destra 1 - 1 Ammoniti: Bernardini, Carboni, Cervone, Desailly. Sostituzioni. Milan: Tassotti (s.v.) per Coco al 45' s.t. Roma: Fonseca (7) per Bernardini al 23' s.t.; Pivotto (s.v.) per Delvecchio al 31' s.t.; Lanna (s.v.) per Totti al 42' s.t. Recuperi: 1' piu' 5'.

ARIA PESANTE NELLO SPOGLIATOIO DEI CAMPIONI Sacchi ora si sente solo contro tutti

MILANO - Arrigo Sacchi, un uomo solo con tutti contro. "Da quando faccio l' allenatore, questa e' la situazione piu' difficile". E' duro ammetterlo. Le parole gli si stringono in gola, il sorriso appare forzato per mascherare una delusione che non si sarebbe mai aspettato. Lontani sono i giorni dei trionfi, delle coppe da alzare al cielo. Il Milan di oggi e' solo la brutta controfigura del Milan che conosceva Sacchi. Tutto e' cambiato. E' cambiata la squadra, che non lo voleva e non l' ha mai accettato; persino il nucleo storico si e' allontanato. Adesso Arrigo e' stato scaricato pure da Silvio Berlusconi. Addirittura, fosse dipeso dal Dottore, l' ex c.t. non sarebbe mai ritornato sulla panchina rossonera. Sono stati Galliani e Braida a premere. Oggi anche loro si sono resi conto dell' errore. E non parlano, non commentano. Parla invece Sacchi. Per raccontare il suo disagio. Per cercare di far capire com' e' difficile percorrere quei pochi metri che dallo spogliatoio portano alla panchina. "In questo momento non va bene niente. Meno male che c' e' un pubblico che ha memoria: non ha dimenticato quanto ha fatto il Milan negli ultimi anni. Non ci fischia". Tifosi ormai rassegnati, che non vogliono infierire. Anche loro hanno capito che Sacchi e' un uomo solo contro tutti. La fortuna gli ha voltato le spalle, da tempo. E lui, a questo punto, non sa con chi prendersela. George Weah si ritrova a sbagliare gol a porta vuota. E persino Fonseca, dopo venti giornate di digiuno, e' riuscito a buttare il pallone in rete. Pero' Berlusconi si e' stancato di aggrapparsi alle solite frasi fatte e di tirare in ballo la sfortuna. Il presidente va per la sua strada, convinto delle proprie idee. Racconta: "Non mi fa paura la zona retrocessione, sono convinto che con questi giocatori possiamo centrare l' Europa, bisogna crederci. Ho ammirato la Roma e la sua voglia di combattere". Un altro schiaffo alla squadra e all' allenatore. Arrigo Sacchi incassa, non ha neppure la forza di reagire. Non lo nasconde: "Quando cade un grande albero tutti vogliono fare la legna". Un modo elegante per spiegare che il Milan e' troppo lontano dal Milan vero. E cosi' al tecnico non resta che aggrapparsi alla retorica, alle parole di circostanza: "Dobbiamo cercare di migliorarci. Non guardare al pareggio con la Roma come a un risultato negativo. Le vittorie e le certezze si conquistano in settimana, lavorando. Nella mediocrita' della stagione c' e' una linearita' fra la mia gestione e quella passata. Con Tabarez si sono messi insieme 15 punti in undici partite, con me in panchina se ne sono conquistati 14 in altrettante gare". Cifre che l' allenatore milanista non era abituato a commentare. E gia' oggi si ricomincia. Ziege ad esempio sara' a Milano per le visite mediche e per i primi contatti con la societa' . E Sacchi continuera' sempre piu' solo in questo Milan che pensa al futuro senza di lui.


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