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Giornata LECCE
- ROMA 1-3 Lecce, Stadio Via del Mare mercoledì 11 febbraio 1998
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Tabellino partita:
LECCE:
LORIERI (43' ST AIARDI), CYPRIEN, SAKIC,
BELLUCCI, ROSSINI, CONTICCHIO, PIANGERELLI,
GIANNINI, GOVEDARICA (3' ST CASALE), ATELKIN
(47' ST DE FRANCESCO), PALMIERI.
(5 BARONCHELLI, 23 VIALI, 17
ANNONI, 16 ROSSI).
ROMA: KONSEL, CAFU, ZAGO, ALDAIR,
CANDELA, TOMMASI, DI BIAGIO, DI FRANCESCO (44'
ST SCAPOLO), PAULO SERGIO (26' ST GAUTIERI),
BALBO (44' ST DEL VECCHIO), TOTTI.
(12 CHIMENTI, 16 PIVOTTO, 3 DAL
MORO, 18 HELGUERA).
ARBITRO: RACALBUTO DI
GALLARATE.
ANGOLI: 9-5 PER LA ROMA
RECUPERO: 4' E 5'.
NOTE: SERATA FREDDA, TERRENO IN
BUONE CONDIZIONI, SPETTATORI 10.500. AL 42' ST
LORIERI SI E' INFORTUNATO NELL'AZIONE DEL
TERZO GOL DELLA ROMA, URTANDO IL GINOCCHIO
CONTRO UN PALO, ED E' STATO SOSTITUITO DA
AIARDI. AMMONITI CONTICCHIO, ZAGO, DI BIAGIO E
ALDAIR PER GIOCO FALLOSO.
Mi ha trattato come una scarpa
vecchia, spero proprio di batterlo
CALCIO . L'ex capitano della
Roma, ora al Lecce, affronta stasera per la prima
volta la sua vecchia squadra
Si', lo dico senza mezzi
termini: io oggi sogno che tra Roma e Lecce
finisca come dodici anni fa. Parla un po' da
amante tradito, Giuseppe Giannini, l'ex Principe
dell'Olimpico. Un'altra batosta e siamo finiti,
come il Napoli. Quella di stasera e' davvero
l'ultima spiaggia. Mi spiace per la Roma, meno per
chi la dirige, ma non abbiamo proprio scelta. Per
la verita', nella Capitale pochi capiscono che
razza di scelta abbia fatto lui, scivolato come un
fantasma nei bassifondi di un campionato che
avrebbe voluto ricordarlo diversamente. Prima
Napoli, poi Lecce. Perche', Giannini? Perche'
avevo, e ho, ancora troppa voglia di pallone. E
perche' non volevo darla vinta a qualcuno... Lo so
che qualche vecchio tifoso non mi ha perdonato una
battuta di due anni fa: "Mai vestiro', in Italia,
una maglia diversa da quella della Roma". Sarebbe
stato bello, se fosse stato possibile. Ma il
destino mi ha spinto per altre strade. Ho capito,
chiusa la parentesi in Austria, che non era giusto
mollare. Ho aspettato la proposta giusta, ho
seguito Mazzone a Napoli. Sapete com'e' andata. A
quel punto, praticamente a meta' stagione, il
Lecce e' stato il massimo cui potessi aspirare,
almeno in serie A. Ringraziero' sempre questa
societa' per avermi chiamato, comunque vada. Qui,
in ogni caso, potrei restare finche' ce la faccio
a prendere a calci un pallone. Stasera rigioca la
partita maledetta del 20 aprile '86, ma a parti
invertite. Sara' il regista del Lecce, non quello
della Roma. Forse anche questo e' un segno del
destino. Un pomeriggio da incubo come quello non
avrei voluto viverlo piu': la citta' gia'
imbandierata come se lo scudetto fosse ormai
cucito sulle nostre maglie, noi giocatori gia' con
lo spareggio con la Juve in testa. Ricordo tutto
come fosse ieri. Che poteva contare il Lecce, di
fronte ad un campionato che ci pareva vinto?
Segno' Ciccio Graziani, l'Olimpico esplose, ci
dicemmo in coro: e' fatta. E, invece, comincio' a
giocare solo il Lecce. Noi guardavamo. Il pari, il
vantaggio per loro e tutti negli spogliatoi. A
dirci che, alla ripresa, gliene avremmo fatti
cinque. Eravamo convinti, ed Eriksson con noi: ora
ne facciamo un boccone. Ma appena rientrati in
campo, un altro contropiede e via, il Lecce volo'
sul 3 1. Addio scudetto, addio Juventus. Ci
ritrovammo sotto la doccia, le lacrime mischiate
al getto dell'acqua. Io uscii tra gli ultimi,
scorgendo un'ombra incurvata su una panca. Era
Eriksson, piegato in due come in preda ad una
colica... E oggi? E oggi e' tutto cambiato. Sven
Goran, un signore vero, allena la Lazio. Zeman, un
altro tecnico che stimo moltissimo, e' alla Roma.
E io gioco col Lecce. E un grande ribaltone, no?
Ma e' anche il calcio, e' la vita. Ed in fondo e'
giusto che sia cosi'. Se era scritto che dovessi
rivivere un Roma Lecce, dodici anni dopo, e'
meglio riviverlo cosi'. Io non piu' capitano della
squadra che mi ha dato tutto e a cui ho dato oltre
trecento partite e una cinquantina di gol, ma al
comando di una truppa di disperati. Contro chi mi
ha trattato come una scarpa vecchia. Non conosce
perdono, l'ex Principe che continua a vedere in
Franco Sensi, oggi piu' che mai, il vero nemico da
battere. Eppure il presidente della Roma viene da
una domenica bestiale contro la Juventus che,
giusto dieci giorni fa, non ha avuto alcuna pieta'
del Lecce, ne' di Giannini... Vero. Ma puo'
dispiacermi per la Roma, che a Torino e' stata
sicuramente defraudata, non per il suo presidente.
Su di lui credo non si debba aggiungere piu'
niente. Quello che fa da cinque anni e' sotto gli
occhi di tutti, quello che gli capita se lo cerca.
Mi spiacerebbe anche oggi, in fondo, per i colori
che ho sempre nel cuore, se stasera dovessimo
uscire dal campo con la vittoria che ci serve per
sperare ancora. Ma per Sensi, sono sincero,
proprio no.
Corriere Della Sera
Roma, rigore di consolazione a
Lecce Sconfitto tra le proteste l' ex Giannini
ARBITRO SOTTO ACCUSA
LECCE - Un rigore fantasma
spiana la strada alla Roma, quasi non fossero
bastate le polemiche di domenica scorsa, quando
era stata privata di un penalty ben piu' netto
contro la Juventus, a Torino. Nessun gesto di
riguardo per il vecchio ex Giuseppe Giannini, per
anni capitano della squadra giallorossa. Succede
tutto dopo 40 minuti di partita "moscia", con la
squadra ospite impegnata nel tener palla senza
riuscire mai a rendersi pericolosa. Contrasto in
area che pare "innocente" tra Govedarica e Di
Francesco, mentre Cyprien sta rinviando: tra la
sorpresa generale, Racalbuto indica il dischetto
del rigore. Per una squadra come il Lecce, reduce
dal "cappotto" di Udine e che nelle ultime nove
partite aveva ottenuto solo un punto, e' come
sparare sulla crocerossa. In uno stadio semi -
deserto e livido di rabbia, impegnato a contestare
squadra e societa', la decisione di Racalbuto
scatena proteste a non finire. Particolare: nella
gara di andata tra Lecce e Udinese, lo stesso
arbitro fece ammattire i tifosi leccesi quando
nego' un clamoroso rigore sullo 0 - 0. La
decisione di Racalbuto rende tutto piu' facile per
la Roma: Balbo, che fino a quel momento era stato
un fantasma ed aveva sparacchiato fuori centro un
paio di invitanti palloni, non ha difficolta' a
trasformare dagli undici metri. Il Lecce, gia'
balbettante e pauroso, e' annichilito e in pieno
recupero, al 48', incassa il secondo gol. Bella
azione impostata da Totti e conclusa da Di Biagio
con una tempestiva girata di testa. Tutto cio' che
era accaduto prima a questo punto non conta piu'.
Ne' Paulo Sergio che si era impegnato a sbagliare
a ripetizione: al 15', quando quasi incredulo sul
rinvio di Lorieri aveva consentito alla difesa
leccese di recuperare; al 16', quando di testa da
ottima posizione aveva mandato il pallone fuori;
al 17', quando era stato invitato da Tommasi e,
solissimo, aveva "sbucciato" il pallone per la
felicita' della difesa leccese. Ne' la difesa del
Lecce, rintanato nella sua meta' campo. La ripresa
ha visto un Lecce naturalmente e finalmente piu'
coraggioso. La nuova tattica ha dato i suoi
frutti: i pugliesi hanno prima creato qualche
occasione e poi sono andati in gol con l'ucraino
Atelkin, al suo primo centro italiano, e persino
sfiorato il pareggio. La maggior esperienza e la
voglia della Roma di dimenticare la pagina nera di
Torino, pero', hanno chiuso le illusioni con il
gol di Gautieri. Risultato finale 3 - 1 e una sola
nota stonata per Zeman: Aldair e Di Biagio, gia'
diffidati, fermi domenica prossima.