XV Giornata MILAN
- ROMA 0-0 Milano, Stadio Meazza domenica 11 gennaio 1998
ore: 14:30 invia una e-mail per i resoconti
Tabellino partita:
MILAN: TAIBI,
CARDONE, DESAILLY, MALDINI, ZIEGE, BA, ALBERTINI,
BOBAN, LEONARDO (34' ST MAINI), GANZ (19' ST
ANDERSSON), KLUIVERT. (1 ROSSI, 24 SMOJE, 26
COMAZZI, 22 DAINO, 32 DONADONI).
ROMA: KONSEL, CAFU, PETRUZZI, ALDAIR, CANDELA,
TOMMASI, DI BIAGIO, DI FRANCESCO (45' ST
TETRAZDE), PAULO SERGIO, BALBO (14' ST
DELVECCHIO), TOTTI. (12 CHIMENTI, PIVOTTO, 3 DAL
MORO, 8 SCAPOLO, 19 GAUTIERI).
ARBITRO: TREOSSI DI FORLI'.
ANGOLI: 4-3 PER IL MILAN.
RECUPERO: 2' E 3'.
NOTE: POMERIGGIO FREDDO, LEGGERA
FOSCHIA, RIFLETTORI ACCESI, TERRENO IN PRECARIE
CONDIZIONI. SPETTATORI: 55.000. AMMONITI: ALDAIR
PER PROTESTE, ALBERTINI E DI BIAGIO PER GIOCO
FALLOSO, PAULO SERGIO PER COMPORTAMENTO NON
REGOLAMENTARE. PRESENTE IN TRIBUNA IL CT DELLA
NAZIONALE CESARE MALDINI.
Esaurito l' effetto derby i
rossoneri non vanno oltre il pareggio senza reti
contro i giallorossi.
Capello ha dovuto rinunciare
all'ultimo momento anche a Savicevic. Ganz
sostituito da Andersson. Traversa di Totti nel
finale
MILANO - Dopo la notte dei
lunghi coltelli, ecco ristabilito l'ordine
naturale delle cose. Se davvero sul campionato
tirava aria di rivoluzione dopo lo choc da derby
(milanese) di Coppa Italia, all'improvviso tutto
e' ritornato come prima. Anzi, piu' di prima. Nel
senso che, dopo il sacco di Piacenza, l'Inter
conserva il cuscinetto di vantaggio sugli
inseguitori, mentre si assottiglia la distanza
temporale che la separa dal sogno - scudetto.
Incapace di sbriciolare la Roma, il Milan ritorna
invece nel limbo della sua stagione senza
spessore, sospesa a meta' tra quello che e' stato
(falsa partenza, motore grippato, marcia a
corrente alternata) e quello che sarebbe dovuto
essere (rifondazione con immediato assalto allo
scudetto). Non e' un caso, insomma, che la forbice
tra le due formazioni milanesi si sia di nuovo
allargata, da +10 a +12 il vantaggio interista
aggiornato. Contro la Roma annunciata allo sbando,
uscita suonata alla stregua dei nerazzurri dal suo
derby di Coppa Italia, la formazione di Capello ha
arrancato senza pudore, scordato in fretta il
furore agonistico che l'aveva indotta a riversarsi
ventre a terra su Ronaldo and company,
privilegiato un calcio prevedibile ed
approssimato. Avra' pure le sue attenuanti, il
Milan, con quella difesa emersa da un rimpasto
forzato (la squalifica di Costacurta ha
"costretto" Paolo Maldini al ruolo di centrale) e
con l'improvvisa bandiera bianca innalzata da
Savicevic, ancora appiedato dai suoi muscoli di
seta. Pero' l'emergenza non puo' nascondere
l'handicap piu' evidente dei rossoneri, che e'
quello della loro provvisorieta', dell'incapacita'
di un'andatura lineare, anche nell'ambito della
stessa gara. Il Milan, subito esaurito l'effetto
derby, coglie pertanto il secondo 0 - 0
consecutivo a San Siro, riproponendoci personaggi
a mezzo servizio. Come Kluivert, insignificante
guastatore, ma pure impreciso suggeritore. Oppure
come Andreas Andersson, che Capello ha proposto in
alternativa a Ganz (vero, l'ex nerazzurro ha
galleggiato a vuoto, ma nessuno tra i compagni gli
ha mai fatto avere uno straccio di pallone
addomesticabile), raccogliendo la sua bella
razione di fischi. Dunque una manovra pasticciata,
senza ispirazione, che Ba e Leonardo, tranne
eccezioni, non sono stati in grado di vivificare
sulle fasce e a cui Boban, peraltro apprezzabile
nei ripiegamenti difensivi, non ha saputo indicare
sbocchi centrali. A questo Milan sgonfiato dalla
cinquina all'Inter e forzatamente corretto da
troppe defezioni, la Roma ha opposto una
sorprendente praticita'. Sorprendente perche'
Zeman ci aveva viziati, regalandoci massicce dosi
di divertimento domenicale e che poi a divertirsi
fossero soprattutto gli avversari, fa nulla.
Formazione aggressiva nella propria meta' campo,
cosi' da togliere anche l'ossigeno ai peraltro
gia' ansimanti rossoneri, archiviate le velleita'
esibite nella precedente (e catastrofica)
apparizione a San Siro, privilegiata la fase di
contenimento, con conseguenti figuracce per Balbo
(poi Delvecchio) e Totti, riforniti soltanto
dell'essenziale da parte dei compagni. Eppure la
Roma questa sfida affogata nel grigiore della
nebbia incombente - nebbia autentica, molto
padana, ma nebbia pure metaforica - avrebbe potuto
anche vincerla. Non in virtu' delle sinergie
espresse dal suo collettivo, ma per effetto del
destro di controbalzo sferrato da Totti ad una
manciata di minuti dal termine. Siluro dai 25
metri, traversa centrata in pieno, possibilita' di
controllo per Paulo Sergio che pero' si trastulla
in eccesso con la sfera, consentendo a Maldini il
calcio d'angolo liberatorio. Una siffatta
soluzione dell'incontro sarebbe risultata
ovviamente traumatica per il Milan. Che peraltro,
pur dilapidando il ridottissimo tesoro di
occasioni (nel primo tempo Maldini e Leonardo;
Boban, doppio Andersson e Kluivert nella ripresa),
non appariva meritevole di una punizione cosi'
esemplare. MILAN 0 Taibi 6 Cardone 6 Desailly 6
Maldini 6,5 Ziege 5,5 Ba 5,5 Albertini 6 Boban 6
Leonardo 6 Ganz 5 Kluivert 4,5 All.: Capello 6
ROMA 0 Konsel 6,5 Cafu 6 Petruzzi 6 Aldair 6
Candela 5,5 Paulo Sergio 6 Tommasi 5,5 Di Biagio 6
Di Francesco 6 Balbo 5 Totti 5,5 All. Zeman 6
Arbitro: Treossi 6 (Nicoletti 6,5, Pisacreta 6).
Ammoniti: Aldair, Albertini, Paulo Sergio, Di
Biagio. Sostituzioni. Milan: A. Andersson (4,5)
per Ganz dal 18' s.t.; Maini (s.v.) per Leonardo
dal 34' s.t. Roma: Delvecchio (6) per Balbo dal
13' s.t.; Tetradze (s.v.) per Di Francesco dal 45'
s.t. Recuperi: 2' piu' 3'.
IL PRESIDENTE DELUSO
Berlusconi invoca il Genio "Ci e' mancato
proprio lui"
MILANO - Abbronzatura perfetta
e tanta voglia di scherzare. "Mancava un certo
Savicevic e allora..." dice Silvio Berlusconi.
Dopo la goleada rifilata all'Inter anche il
presidente si aspettava di rivedere il grande
Milan. "Era una partita che speravamo di vincere.
Dal punto di vista dell'impegno non abbiamo
demeritato. Forse mancavano giocatori importanti e
nelle gambe c'era la fatica di giovedi'. Un
risultato positivo, visto che negli ultimi dieci
minuti abbiamo rischiato". Con meta' difesa in
infermeria, il Milan e' costretto a ritornare sul
mercato. Berlusconi conferma: "Puntiamo su un
difensore giovane, abbiamo delle idee. Ravanelli?
Non so, non mi tengono al corrente". Pare comunque
che i rossoneri non abbiano del tutto abbandonato
l'idea di ingaggiare l'attaccante del Marsiglia. E
intanto ieri Capello si e' trovato con i giocatori
contati. Spiega il tecnico rossonero: "Ho dovuto
sostituire Ganz perche' ha fastidio al ginocchio
operato. Boban ha dolori alla schiena, Maini e'
acciaccato e Savicevic non ha potuto giocare. Alla
fine posso solo dire che il risultato e' giusto.
E' una partita che, sia noi che la Roma, abbiamo
giocato per vincere. Nel finale i giallorossi
hanno avuto due occasioni, ci hanno fatto
soffrire". Capello si e' trovato di fronte una
Roma molto diversa da quella che si aspettava. "E'
vero, non era la solita squadra. Non e' partita
all'attacco, ma ha cercato di sfruttare il
contropiede. Si e' visto fin dai primi minuti che
non aveva voglia di rischiare. E il Milan ha fatto
quello che poteva". Solo sette gol in casa, di cui
due su autorete. La sindrome di San Siro non da'
tregua ai rossoneri. Capello cerca di trovare le
giustificazioni: "Anche contro i giallorossi
abbiamo creato occasioni. Ma nelle gambe si sono
fatti sentire i novanta minuti di giovedi'.
Risultato giusto, bisogna accettarlo".
Sull'argomento, Leonardo ha le sue teorie. "Se a
San Siro si segna poco e' colpa di tutta la
squadra, non solo degli attaccanti". Desailly
cerca di tenere alto il morale della squadra. "Il
Milan deve raggiungere la Champions League,
dobbiamo farcela". Intanto Weah e' riapparso in
tribuna. "Ho ancora dolori ma e' normale; prego
tutti i giorni per tornare a giocare. Mi mancano i
compagni, gli allenamenti, Milanello e anche i
giornalisti".
AI RAGGI X Diavolo in
difficolta': poco recupero, colpa del posticipo
Milan - Roma ha dimostrato come spesso il
campionato possa essere condizionato da anticipi e
posticipi, a scopi televisivi, dei turni
infrasettimanali di coppa. Fin dall'avvio si era
capito che il Milan, dirompente soltanto 66 ore
prima nel derby, non avesse gambe fresche e
riflessi pronti. Inoltre di fronte aveva una Roma
che invece aveva avuto 48 ore in piu' per
recuperare. Albertini e Boban, i piu' "in fiato"
tra i rossoneri, dovevano subito fare i conti con
il pressing degli uomini di Zeman, mentre sulle
fasce trovavano piu' spazio Ba e Leonardo. Il
primo, al solito, ha macinato chilometri senza mai
pero' trovare lucidita' al momento dell'assist. Il
secondo, seppur a sprazzi, in qualche occasione e'
riuscito a liberarsi verso il gol, anche se nella
ripresa si e' spento. In attacco Ganz, acciaccato
ed esausto dopo il derby, ha praticamente fatto da
spettatore, mentre Kluivert, come al solito, ha
tentato qualche sponda accademica senza mai
sfondare al centro. Andersson, subentrato a Ganz
nella ripresa, pur con tutti i suoi limiti, e'
stato almeno combattivo. In gran spolvero
atletico, invece, Maldini e Desailly. Cardone si
e' applicato anche a spingere sulla fascia
esterna, non imitato da Ziege che mai ha espresso
le sue doti atletiche di corsa in progressione.
Nella Roma, sul piano fisico, i migliori sono
stati Petruzzi e Aldair. A centrocampo Di Biagio
e' stato il solito maratoneta, mentre Totti, al di
la' del lampo con la traversa nel finale, non e'
parso brillante come a inizio dicembre.
Impareggiabile Zeman:
"Meglio contro la Lazio"
MILANO - (g.gh.) E' orgoglioso
come chi pensa di avere impartito una lezione
importante. Con il pareggio a San Siro, Zeman
pensa di essersi preso una rivincita sulle tante
polemiche di quest'ultimo mese e mezzo. "Visto? La
Roma non e' in crisi. Vi assicuro che non lo e'
mai stata. I giocatori sono gli stessi e in campo
fanno le stesse cose da tre partite. Solo che
contro il Milan non hanno fatto gli errori che in
passato avevano pesato sul risultato. Quando si
hanno di fronte avversari come i rossoneri, e'
piu' facile essere concentrati. Abbiamo sbagliato
poco e alla fine potevamo pure vincere. E non
voglio sentir parlare di Roma difensivista. La
squadra non si e' chiusa, i giocatori non hanno
mai rinunciato a giocare. D'altra parte, dopo aver
visto il Milan che ha battuto 5 - 0 l'Inter in
Coppa Italia, era logico pensare che saremmo stati
piu' accorti. E comunque se non abbiamo attaccato
come sempre e' anche perche' il Milan non ce l'ha
permesso". Il pari di San Siro interrompe la serie
negativa dei giallorossi, che nelle ultime tre
partite fra campionato e Coppa Italia avevano
rimediato altrettante sconfitte. Il tecnico boemo
comunque resta coerente: "Sembrera' un paradosso,
ma a me e' piaciuta di piu' la Roma che ha giocato
contro la Lazio".
Repubblica
Anche Zeman s' adegua Aver paura
è meglio
MILANO - "Hanno ragione Lippi
e Simoni: il campionato è ancora lungo". Si
consola con una carineria altrui, Fabio Capello,
dopo il quarto pareggio casalingo (a cui
aggiungere due sconfitte e due sole vittorie).
Pochi passi più in là, Zdenek Zeman - stessi punti
in classifica - spiega: "La distanza tra noi e le
prime della classe è tanta, non ne faccio un
problema di numeri, ma di lavoro da fare". I
giorni opachi di Milan e Roma, dodici lunghezze
sotto il primato, sono vissuti con tanta
straordinaria diversità da far pensare che da
qualche parte ci sia un errore. Dove? Dice
Capello: "I miei hanno fatto tutti il loro dovere,
anche se nella fase finale abbiamo un po'
sofferto. Comunque, il risultato è giusto e in
quanto tale va accettato". Dice Zeman: "Abbiamo
avuto un' ottima concentrazione per quanto
riguarda la fase difensiva, forse perché il Milan
visto nel derby ci aveva spaventato. Ma in
generale, avevamo giocato meglio contro la Lazio,
e questo non è un paradosso". Il guaio è che se i
presupposti sono simili (Sensi e Berlusconi hanno
ingaggiato Zeman e Capello per ricominciare a
pensare in grande), ben diverso è il modo di
lavorare sul progetto- squadra: così, se Zeman
ammette: "Non possiamo pensare alla squadra come a
una coperta corta, le due fasi - difensiva e
offensiva - devono essere applicate con la stessa
attenzione", Capello si ritrae: "Eravamo in
superemergenza, alcuni giocatori non erano al
massimo. E la Roma, non era la solita, niente
fuorigioco a metà campo, attacchi solo in
contropiede, evidentemente Zeman ha preparato bene
la partita". Indispettito, il milanista ("Hanno
sempre raddoppiato su Ba"), e divertito l'
avversario, "perché magari qualcuno si aspettava
che venissimo a San Siro per attaccare
scriteriatamente. E invece, gli stessi giocatori
che avevano subito malamente nel derby, non hanno
fatto errori, a parte quel pallonetto da mezzo
suicidio di Konsel". Così, dopo aver annunciato
due giorni pieni di riposo per i suoi (per far
recuperare energie ed infortuni), Capello si
regala un brevissimo momento di quasi autocritica:
"Finora, in casa abbiamo fatto pochi punti e
segnato poche volte (7). Eppure, di palle-gol ne
costruiamo, però gli altri sono più abili di noi a
realizzarle". Zeman, lui sorride con gli occhi,
mormora: "Non eravamo in crisi, in fondo abbiamo
giocato male solo a Brescia, pur non perdendo.
Milan da scudetto? Giovedì sera ero d' accordo con
Capello. Giovedì...".