XXIX Giornata
ROMA - INTER 1-2
Roma, Stadio Olimpico
sabato
11 aprile 1998
Ore: 16:00

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Tabellino partita:
ROMA: KONSEL, CAFU, PETRUZZI, ALDAIR, CANDELA, TOMMASI, DI BIAGIO, DI FRANCESCO, PAULO SERGIO (39' ST GAUTIERI), BALBO (17' ST DELVECCHIO), TOTTI. (12 CHIMENTI, 16 PIVOTTO, 30 ZAGO, 3 DAL MORO, 18, HELGUERA).
 
INTER: PAGLIUCA, BERGOMI, COLONNESE, WEST, SARTOR, CAUET, ZE ELIAS (21' ST PAULO SOSA), SIMEONE, ZANETTI (31' ST KANU), DJORKAEFF, RONALDO. (12 MAZZANTINI, 7 FRESI, 36 MILANESE, 17 MORIERO, 9 ZAMORANO).
 
ARBITRO: CESARI DI GENOVA. 
ANGOLI: 5 A 1 PER LA ROMA. 
RECUPERO: 2' E 5'. 
NOTE: CIELO COPERTO, PIOGGIA NEL SECONDO TEMPO, TEMPERATURA FRESCA, TERRENO IN BUONE CONDIZIONI. SONO STATI ACCESI I RIFLETTORI NELLA SECONDA META' DELLA RIPRESA. AMMONITI: PER GIOCO SCORRETTO DI FRANCESCO, PETRUZZI, SIMEONE, PER PROTESTE SARTOR E PAGLIUCA, PER COMPORTAMENTO ANTIREGOLAMENTARE CAUET. SPETTATORI 71.776 PER UN INCASSO DI DUE MILIARDI 837 MILIONI 505 MILA LIRE.



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rriere Della Sera

Ronaldo fa due giri sulla giostra di Zeman

Una Roma guardinga crolla ai piedi del brasiliano: cosi' l' Inter resta nella scia della Juve

All'Olimpico nono successo esterno per la squadra di Simoni dopo il momentaneo pareggio segnato da Cafu

ROMA - L'Inter non si arrende, il braccio di ferro con la Juve continua. Agli squilli di Zidane e Del Piero, risponde Ronaldo, assente all'andata contro i giallorossi a San Siro, con una doppietta da favola. Ma la replica ai campioni e' firmata da tutta la truppa di Simoni, decisa a presentarsi allo scontro diretto del 26 aprile al Delle Alpi incollata alla Juve. Le cifre illustrano il gran momento nerazzurro: contro la Roma, che non perdeva dall'8 marzo (derby), l'Inter ha collezionato il nono successo fuori casa in questo campionato. Derby a parte, non vinceva in trasferta dal primo febbraio (1 - 0 al Brescia); all'Olimpico non batteva i giallorossi dall'8 settembre '91 e qui era passata anche nell'anno dell'ultimo scudetto (3 - 0). Contro la Roma, Ronaldo e i suoi scudieri hanno messo a segno il quinto successo consecutivo (Atalanta, Milan, Vicenza, Napoli e Roma): nemmeno la prima Inter, quella che era andata in fuga a settembre, era riuscita a vincere tanto, perche' al quinto ostacolo, dopo Brescia, Bologna, Fiorentina e Lecce, aveva rallentato contro la Lazio (1 - 1 in casa). E c'e' un primo obiettivo concreto che e' ormai vicinissimo: la Lazio e' staccata di sei punti dai nerazzurri e la Champions League e' dietro l'angolo. La morale della sfida con la Roma, piu' attenta e piu' chiusa di altre volte, ma trafitta da una doppia prodezza del brasiliano, e' nella voglia dei nerazzurri di non abdicare al progetto - scudetto. Ora la squadra di Gigi Simoni, che si era spenta fra gennaio e febbraio, sembra avere il cuore e le gambe per superare qualsiasi ostacolo, per scattare anche sulle salite piu' dure, per battere chiunque, non importa se attraverso enormi sacrifici, sembra possedere una feroce voglia di arrivare in alto. Non si spiegherebbe altrimenti come, contro la Roma, sia riuscita a riemergere da una situazione di massima difficolta', nella quale era venuta a trovarsi nel secondo tempo, dopoche' nel primo aveva sfiorato il vantaggio (Zanetti al 26', con conclusione imprecisa) e rischiato di andare sotto (gran conclusione di Paulo Sergio al 42', con respinta da campione di Pagliuca). E' stato nella ripresa che tutto si e' compiuto, in un alternarsi di situazioni da togliere il fiato. Ronaldo ha infilato per la prima volta la porta di Konsel con uno scatto degno di Carl Lewis: uno scatto che ha aperto la difesa giallorossa, su lancio profondo di Cauet, quando erano passati appena quattro minuti e la Juventus non era ancora passata in vantaggio sul Piacenza. Cosi' l'Inter tornava in testa alla classifica (non lo e' piu' dal 25 gennaio), ma non sfruttava le occasioni per arrivare al raddoppio, che pure capitavano a Djorkaeff (6', parata di Konsel) e a Cauet (7', con il francese che perdeva il passo). Il sogno dell'Inter durava appena cinque minuti, poi sul maxi - schermo dell'Olimpico veniva segnalata la prodezza di Zidane, che riportava la Juve avanti di un punto. Ma la Roma non voleva saperne di perdere; Zeman cambiava Balbo con Delvecchio e, venti secondi dopo, arrivava il pareggio di Cafu, con un sinistro al limite del gioco pericoloso su Bergomi, che prendeva il tempo a Pagliuca (furente e ammonito) e con il pallone che si infilava nell'angolo. Esplosione dell'Olimpico, l'Inter scendeva a tre punti, la Roma si rianimava, mentre arrivava la notizia del pareggio del Brescia contro la Lazio. Era un motivo in piu' perche' la Roma provasse a vincere, per recuperare due punti sulla squadra di Eriksson (da sei a quattro). La pressione cominciava a farsi asfissiante, l'Inter dava segnali di cedimento e Simoni era il primo a capire la situazione di pericolo, ma anche ad intravedere gli spazi che erano diventati piu' larghi. Cosi' toglieva Ze' Elias e buttava in mischia Paulo Sousa, fuori dalla partita con l'Atalanta e chiamato a sfruttare il lancio lungo per far scattare Ronaldo. Gia', Ronaldo. Era a lui che si chiedeva di riportare l'Inter vicino alla Juve, mentre i difensori arroccati intorno a Bergomi poco o nulla concedevano al tridente giallorosso. Era quando la palla finiva nei suoi piedi che l'Olimpico tratteneva il fiato. Era al brasiliano che arrivava il suggerimento profondo di Zanetti e ancora una volta il suo scatto era vincente, anche se l'avvocato Agnelli aveva gia' abbandonato la tribuna dell'Olimpico: Konsel riusciva a respingergli il pallone, ma lui era ancora il piu' rapido ad arpionarlo, a riportarlo avanti e a chiudere in rete, nonostante il ritorno disperato di Petruzzi, che stringeva lo spazio. Era il 30', l'Inter si faceva schiacciare, ma senza mai soffrire troppo e avendo sempre la forza per ripartire in contropiede, mentre la Juve raddoppiava. Alla Roma capitavano due occasioni di testa con Aldair (42') e Di Francesco (48'). Ma il pallone era troppo alto ed era troppo tardi per rimontare. Ronaldo faceva festa, in mutande, sotto la pioggia. ROMA 1 Konsel 6,5 Cafu 6,5 Petruzzi 6 Aldair 5,5 Candela 6 Tommasi 6,5 Di Biagio 6 Di Francesco 5 Paulo Sergio 6 Balbo 5 Totti 6 All.: Zeman 6 INTER 2 Pagliuca 6,5 Colonnese 6,5 Bergomi 6,5 West 6,5 Sartor 6 Cauet 7 Ze' Elias 6 Simeone 6 Zanetti 6,5 Ronaldo 8 Djorkaeff 6 All. Simoni 7 Arbitro: Cesari 6,5 (Nicoletti 6,5, Preziosi 7) Marcatori: Ronaldo al 4', Cafu al 17', Ronaldo al 30' s.t.. Ammoniti: Sartor, Di Francesco, Petruzzi, Simeone, Cauet, Pagliuca. Sostituzioni. Roma: Delvecchio (6) per Balbo dal 17' s.t.; Gautieri (sv) per Paulo Sergio dal 38' s.t.. Inter: Paulo Sousa (6) per Ze' Elias dal 20' s.t.; Kanu (6) per Djorkaeff dal 31' s.t.. Recuperi: 2' piu' 5'


Repubblica

Sensi bacchetta la difesa Ma per noi c' era un rigore

ROMA - "Tutti mi stanno ossessionando. Vorrei sapere quale campagna acquisti hanno fatto Inter, Juventus, Milan, Sampdoria, vorrei sapere quali giocatori hanno comprato". Franco Sensi, presidente della Roma, risponde così alle polemiche sulla sua campagna acquisti. A margine di Roma-Inter emerge un particolare mai svelato ufficialmente: "Abbiamo affrettato l' acquisto di Tomic", racconta Sensi, "per rispondere all' operazione Stankovic". Preso dalla Lazio, al termine di una trattativa che ha indispettito la tifoseria giallorossa. Il presidente della Roma si lamenta per l' esito della partita ("Peccato, sarebbe stato un punto di Pasqua"), per una decisione dell' arbitro Cesari ("Non so se il primo gol era in fuorigioco, ma forse un rigore per noi c' era") e bacchetta la difesa: "Il secondo gol dell' Inter è stato causato da una nostra svista". Un' interpretazione che non è piaciuta ad uno dei protagonisti, Fabio Petruzzi: "Il presidente ha le sue opinioni, ma è stato grande Ronaldo sia sul primo che sul secondo gol". Non concorda Vincent Candela: "Ronaldo è un fenomeno, ma noi abbiamo regalato due gol". A metà strada si colloca Zdenek Zeman, "sul secondo gol abbiamo sbagliato qualcosa". Il tecnico boemo non ha gradito la battuta di Simoni, ultima tappa della loro personale diatriba, sul calcio come mezzo per fare gol e "non per occupare gli spazi". "Si dice sempre così quando si vince" è la risposta, "ma se Di Francesco avesse segnato di testa all' ultimo minuto si farebbero altri discorsi. La squadra ha dato quello che poteva, sono soddisfatto".


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