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Il servizio |
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https://www.youtube.com/watch?v=S045l8JmSFI |
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I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA |
Corriere Della SeraLa Roma e' tutta Zeman, Inzaghi e' tutta la JuveGiallorossi d' assalto, poi calano. I bianconeri ne approfittano ma il bomber spreca tre occasioniROMA - JUVE 0 - 0 / Nessun gol
all'Olimpico: il tridente del boemo funziona un
tempo e la squadra soffre le incursioni di
Superpippo. Prodezza di Peruzzi ROMA - La' dove osa il tridente
zemaniano e dove dovrebbe svettare Filippo
Inzaghi, capocannoniere del passato torneo con 24
reti, appassisce il gol, la sola eventualita'
sulla quale avremmo confidato prima di Roma -
Juve. L'unico 0 - 0 di una giornata carica di
copiose realizzazioni viene proprio dall'Olimpico
ed e' il parto di una gara spaccata a meta': un
tempo alla Roma (il primo), un tempo alla Juve.
Complessivamente tre opportunita' per la Juve
(tutte sul piede di Inzaghi che, comunque, ha
fatto reparto da se'), due per la Roma (Gautieri
di testa e Totti di piede). Pari anche la bravura
dei portieri: Peruzzi due parate in una, Konsel
due volte decisivo. Eppure di una partita c'e'
sempre un aspetto, o almeno un dettaglio, piu'
importante di altri. E' quello lo spirito del
confronto e la Juve, nei 90', ha avuto il successo
a portata di tiro molto piu' di quanto accadesse
alla Roma, peraltro schiumante del primo tempo.
Perche' nella ripresa la Roma, con tutte le sue
peculiarita' zemaniane, si e' afflosciata e la
Juve avrebbe dovuto approfittarne con il carico di
spietatezza che conserva nelle vene. Impressioni,
naturalmente. Perche', poi, i dati di giudizio
sono anche altri. I tiri in porta? In questo caso,
nel primo tempo, Juve e Roma hanno concluso nello
specchio piu' o meno con la stessa pericolosita'
una volta a testa (con Totti la Roma, con Inzaghi
la Juve tra il 21' e il 30'). Perfino nella
modalita', l'azione e' stata identica: nel primo
caso, doppia parata di Peruzzi; nel secondo,
respinta di Konsel e tiro fuori di Inzaghi. Poi,
volendo, ci sono i tiri con minore pericolosita'
(tre la Roma, zero la Juve), infine il possesso di
palla (praticamente identico sia nel primo che nel
secondo tempo). La Roma aveva potuto esaltare la
propria geometrica creativita' distendendosi in
campo aperto piu' di quanto non fosse accaduto al
contropiede bianconero. Era una Roma ficcante e
didattica, con un nitidissimo timbro zemaniano non
solo nell'esposizione del 4 - 3 - 3, ma anche
nella sua applicazione avvolgente e veloce, con
palloni quasi tutti giocati di prima (esaltante la
prova di Di Biagio), tutti in profondita', tutti
automatizzati, nessuno propriamente casuale.
Naturalmemnte, e come sempre, di Zeman colpisce la
fase difensiva piu' che i singoli difensori
(Petruzzi e Aldair, comunque, sono due centrali
facilmente eludibili in velocita'). Quando poi i
centrocampisti di fascia, Di Francesco e Vagner,
tendono invariabilmente all'azione offensiva senza
la minima idea di cosa significhi scalare, allora
diventa comprensibile assistere allo sventramento
centrale da parte juventina. Il problema e' che
nella Roma non solo i due esterni di centrocampo
spingono ma che anche i due della difesa (Cafu e
Candela) si comportano allo stesso modo, cioe'
partendo contemporaneamente al compagno di corsia
e generando i consueti rischi del gioco di Zeman.
Caratteristica che si accentua nella ripresa
quando i giallorossi accusano un calo vistoso sul
piano atletico (in particolare Gautieri,
l'attaccante esterno di destra) e la Juve sembra
sul punto di dilagare. Stavolta le occasioni sono
proporzionali al gioco prodotto (si distende
Konsel sul diagonale di Inzaghi, mentre subito
dopo l'arbitro ferma lo juventino a clamoroso
errore compiuto). La squadra di Lippi attacca come
sa, cioe' approfittando degli spazi e facendo
correre la palla sul movimento dell'unica vera
punta. Avesse Inzaghi un po' di precisione in
piu', non solo i bianconeri andrebbero comodamente
in vantaggio profittando della retroguardia
romanista, ma troverebbero pure il tempo per una
eccessiva punizione agli avversari. A Zeman non
basta inserire Tommasi per Vagner e
successivamente Paulo Sergio per Totti: la
brillantezza del primo tempo rimane nelle gambe.
Quando i giocatori delle sue squadre cominciano
l'azione aspettando palla o, peggio, scagliandola
nel mucchio, significa che non li assiste piu' ne'
la forza, ne' le idee. Finisce con Inzaghi che
spreca per la terza volta l'1 - 0, mentre Zeman
continua a credere che lo 0 - 0 sia pur sempre un
risultato imperfetto. Brividi anche per Konsel Conte
cede, vola Di Biagio ZEMAN IMBRONCIATO: "CONTENTO?
QUANDO NON VINCO NON LO SONO MAI" Lippi: "Ancora
un paio di partite e saremo piu' magri e piu'
belli" ROMA - Nero un anno fa, grigio ieri sera. Un passo avanti? Marcello Lippi ricorda e spiega, divide scrupolosamente la vittoria sfumata la stagione scorsa e quella non troppo cercata di pochi minuti prima. "Mi ero imbufalito, l'anno scorso, perche', dopo avere dominato la partita, riuscimmo a farci beffare proprio nei secondi finali da Delvecchio - ricorda il tecnico campione d'Italia -. A guardare bene, comunque, anche stavolta le occasioni migliori le abbiamo avute noi, non e' che ci dobbiamo considerare fortunati per il punto preso. La Roma e' partita alla grande e ha giocato almeno venti minuti ad altissimo livello. Ma e' stata veramente pericolosa solo in due circostanze, con Gautieri di testa e poi con Totti. Una volta prese le misure, pero', non abbiamo avuto problemi. Nel secondo tempo siamo andati molto meglio noi, la Roma non ha fatto praticamente nulla". Eppure troppe cose ancora non quadrano. Questa non sembra la Juve scintillante del vecchio campionato, cos'e' allora che manca? "Solo due o tre partite - assicura Lippi -. Dopodiche' questa squadra sara' al massimo, e avra' pure qualche chilo in meno. Credo che concedere venti minuti alla Roma, davanti a 70.000 spettatori, non sia un peccato mortale. E la mancanza di brillantezza e di reattivita' nella fase iniziale della partita e' l'unico appunto che posso muovere ai miei giocatori. Distratti per l'impegno di Champions League? Assolutamente no. Eravamo concentrati, come sempre". Soffrono in molti, specialmente Zidane, il peggiore ieri sera all'Olimpico. "Non parlo dei singoli - frena il tecnico juventino -. La Juventus, nonostante tutto, sta crescendo. E di questo sono soddisfatto. Peruzzi? Le sue parate non mi meravigliano piu'. Piuttosto, farei i complimenti a Konsel. Davvero in gamba". Peruzzi non fa piu' notizia. Il destino di chi e' troppo bravo. "Venti minuti d'affanno, poi tutto e' filato liscio - dice l'ex portiere giallorosso -. Konsel e' stato eccezionale, l'intervento su Inzaghi nel secondo tempo lo ritengo strepitoso". Che cavaliere. E il suo su Totti, allora? "Sono stato bravo e fortunato. Sara' che all'Olimpico, nello stadio dove ho esordito, certe cose riescono proprio bene". Ditelo a Zeman. Cupo e imbronciato come nessuno. "Peruzzi? E' un grande. Ma e' da un pezzo, mi pare, che lo conosciamo... Contento? Quando non vinco non lo sono mai. Abbiamo cominciato come volevo io, poi abbiamo avuto paura, ci siamo fatti condizionare psicologicamente dalla Juve perdendo in lucidita' e tranquillita'. Francamente, proprio non capisco perché". |
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