Coppa Italia, Quarti di finale, ritorno
ROMA LAZIO 1-2
Roma, Stadio Olimpico
mercoledì 21 gennaio 1998

Ore: 20:45

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Corriere Della Sera

Zeman e la maledizione del derby: questa volta lo perde a tempo scaduto

Partita nervosissima, espulso Di Biagio: Jugovic porta in vantaggio i biancazzurri, pareggia Paulo Sergio e decide Gottardi

ROMA - Ancora una provocatoria affermazione laziale, con il gol vincente firmato agli sgoccioli dal panchinaro Gottardi. Ancora l'evanescenza romanista mortificata dai colpi d'incontro d'una Lazio nettamente superiore pure senza Boksic e altri titolari. Ancora un senso d'impotenza attorno ai resti d'un impossibile sogno zemaniano, mentre Nedved e Mancini, complice il fragile Petruzzi, devastano presto l'area giallorossa costringendo Konsel a salvataggi provvidenziali. Proprio quello che dagli spalti non t'aspetti e cioe' neppure un derby pazzo, come se la sfilacciata Roma di gennaio non avesse piu' nerbo, organizzazione e cuore per vendicare i guasti delle due precedenti stracittadine. Quasi sfrattato dalla Coppa Italia dopo l'irragionevole assalto d'andata ai corsari biancocelesti, Zeman fissa gli stessi comportamenti tattici su ritmi moviolati, che agevolano soprattutto le ripartenze del flessibile 4 - 5 - 1 proposto dagli oppositori. Stavolta non c'e' traccia nella Roma di quell'eretismo podistico spesso esecrato, che qui risulterebbe ampiamente giustificabile per trovare tre reti senza subirne. Non scherziamo:la presunta missione da brividi resta ipotesi astratta, appesa giusto fino all'intervallo ad uno spunto di Delvecchio oltre Nesta, che Tommasi incorna debolmente dall'altra parte. Manca addirittura l'accanimento aggirante degli abbinamenti esterni Candela - Paulo Sergio e Dal Moro - Totti, che arrancano rassegnati dietro Rambaudi, Fuser o Nedved. La Roma e' traumatizzata e prevedibile. I suoi saltuari sforzi s'afflosciano fra propulsori (Tommasi, Di Biagio e soprattutto Scapolo) poco tonici, che ciabattano senza disporre di riferimenti centrocampistici aggiuntivi e sempre soffrendo squilibrati la compattezza laziale. Inevitabile il solito cortocircuito difensivo preannunciato dal terzo miracolo di Konsel sul solitario Mancini, suggeritore Rambaudi. Proprio Rambaudi cade nei sedici metri causa Dal Moro e cala il capestro del rigore. Jugovic realizza accentuando le differenze stagionali (otto reti in tre derby) e la Roma delira nel prosieguo per ricomporre brandelli d'onore. L'avanzata casuale e a rischio fisso premia comunque il primo scambio in profondita' Candela - Totti - Candela; respinge in spaccata Jugovic sull'esecuzione del francese e sulla carambola irrompe Paulo Sergio per agguantare almeno il provvisorio pareggio. Consolazione boomerang: alla Roma che insiste a testa bassa, lasciando sprecare un'altra opportunita' allo smarcatissimo Venturin, saltano i nervi. La' davanti non si passa. Derby corrida: tafferugli e scontri paurosi con Candela che picchia Venturin e Di Biagio che rimedia l'espulsione scalciando Nesta. Pochi arginano lo strapotere laziale imposto dalla regia di Jugovic e dai numeri di Nedved e Mancini. Certamente Aldair, l'ostinato Paulo Sergio, che porta avanti la croce giallorossa fino al k.o di Gottardi. Al gruppo Eriksson tocchera' la Juve in semifinale.


Repubblica

Lazio, la festa finale terzo schiaffo ai rivali

ROMA - La Lazio vince anche al ritorno e passa il turno con un' altra sorniona dimostrazione di forza, in una gara nella quale non ha mai sofferto e di più avrebbe ottenuto se solo avesse voluto. La Roma doveva fare una partita d' assalto, di cuore, eccetera: ma questi sono solo slogan, la realtà attuale è un' altra e dice di una Lazio che non è alla portata della squadra di Zeman. Rapida e a tratti bella, la squadra di Eriksson ha pagato la serata in tono minore di Mancini, per il resto ha dato l' impressione di divertirsi in assoluto relax. La Roma vive di ritmi lenti, che ricordano il peggiore calcio uruguaiano: poi alla fine le hanno ceduto i nervi, l' impotenza è una ruggine. E all' ultimo è arrivato anche l' errore che le ha dato la terza sconfitta su tre derby di quest' anno, un' inferiorità palese. Lazio in campo senza attaccanti, con il solo Mancini di punta, dopo l' infortunio di Boksic: ma presto la Lazio prova davanti soluzioni a tre, per non lasciare troppo comodo l' inizio dell' azione romanista. C' è Fuser, in condizioni precarie. La squadra di Zeman manca di Balbo, Cafu e Di Francesco squalificati: a centrocampo si vede dall' inizio Scapolo, con Tetradze tornato in panchina. Lo stadio, nonostante il netto punteggio dell' andata, ha portato quasi 50 mila spettatori. Dopo 30' ' capocciata tra Aldair e Mancini, è il laziale a soffrirne gli esiti. La Lazio ha subito le occasioni più chiare: dopo una mezza papera della difesa romanista, il primo tiro è di Nedved al 5' , Konsel respinge. All' 8' delizioso assist di Rambaudi per Mancini, che un po' si inciampa, poi riesce a toccare verso la porta, ma è ancora Konsel a fare il miracolo, deviando di piede. Poi la Lazio si mette a fare la partita che più le piace, tutti dietro e poi ripartire nell' avventurosa difesa della Roma. Il centrocampo giallorosso si fa infilare da Jugovic, ma poi si sente la mancanza di Boksic. Al 12' la prima chance per la Roma: Delvecchio scappa a Nesta e il suo cross trova la testa di Tommasi, che conclude debolmente. La Roma va avanti a testa bassa, incocciando nell' assoluta mancanza di spazio, incapace di accelerazioni: in contropiede la Lazio spreca. Al 33' un lancio profondo di Jugovic manda Mancini a campo libero davanti a Konsel: i romanisti protestano per il fuorigioco ma Mancini sembra in linea. Il suo tiro però è debole, chissà, forse è ancora sotto commozione per la zuccata iniziale. Al 34' su un cross di Paulo Sergio c' è Totti a colpire di testa, la conclusione è alta. Ma la Roma va quasi ineluttabilmente incontro al suo destino, vista l' incapacità a fare barriera a centrocampo. Ancora un rilancio dei laziali, non funziona la tattica del fuorigioco e Rambaudi va verso la porta romanista. Lo insegue Dal Moro che poi dentro l' area tenta un disperato intervento da dietro. Rambaudi va a terra e Bolognino fischia il rigore, che Jugovic trasforma con una botta violenta che batte sotto la traversa e poi resta in rete. Ripresa con analogo andazzo, con in più la Lazio che perde la voglia di dannarsi, visto che senza fatica è già in vantaggio. All' 8' viene il pareggio, con la forza della disperazione, nel tentativo di fuggire a un' altra umiliazione. C' è una penetrazione di Candela, scambio con Totti, la difesa laziale che lascia un po' fare, poi il tiro del francese rimpallato da Jugovic ma la palla arriva a Paulo Sergio che è bravo ad alzarla da terra e a segnare sotto la traversa. Arbitro spietato con i romanisti: uno spintone di Negro a Delvecchio diventa un' ammonizione per l' attaccante. Fa scalpore al 19' un mezzo liscio di Mancini: la testa è davvero altrove. Al 21' tre contro due, Fuser dà a Rambaudi, cross per Venturin che esita, e in scivolata manda fuori a porta vuota. C' è tempo anche per un' inutile rissa, nella quale si distinguono Candela e Venturin e che precede l' espulsione di Di Biagio al 28' per un fallo su Nesta. Un paio di mischie davanti a Marchegiani non danno nient' altro alla Roma, finché al 4' minuto di recupero un retropassaggio di testa di Dal Moro lancia per sbaglio Gottardi verso la nuova vittoria laziale.


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