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....E QUELLI DELLA STAMPA
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Corriere
Della Sera
Zeman e la maledizione del derby:
questa volta lo perde a tempo scaduto
Partita nervosissima, espulso
Di Biagio: Jugovic porta in vantaggio i
biancazzurri, pareggia Paulo Sergio e decide
Gottardi
ROMA - Ancora una provocatoria
affermazione laziale, con il gol vincente firmato
agli sgoccioli dal panchinaro Gottardi. Ancora
l'evanescenza romanista mortificata dai colpi
d'incontro d'una Lazio nettamente superiore pure
senza Boksic e altri titolari. Ancora un senso
d'impotenza attorno ai resti d'un impossibile
sogno zemaniano, mentre Nedved e Mancini, complice
il fragile Petruzzi, devastano presto l'area
giallorossa costringendo Konsel a salvataggi
provvidenziali. Proprio quello che dagli spalti
non t'aspetti e cioe' neppure un derby pazzo, come
se la sfilacciata Roma di gennaio non avesse piu'
nerbo, organizzazione e cuore per vendicare i
guasti delle due precedenti stracittadine. Quasi
sfrattato dalla Coppa Italia dopo l'irragionevole
assalto d'andata ai corsari biancocelesti, Zeman
fissa gli stessi comportamenti tattici su ritmi
moviolati, che agevolano soprattutto le ripartenze
del flessibile 4 - 5 - 1 proposto dagli
oppositori. Stavolta non c'e' traccia nella Roma
di quell'eretismo podistico spesso esecrato, che
qui risulterebbe ampiamente giustificabile per
trovare tre reti senza subirne. Non scherziamo:la
presunta missione da brividi resta ipotesi
astratta, appesa giusto fino all'intervallo ad uno
spunto di Delvecchio oltre Nesta, che Tommasi
incorna debolmente dall'altra parte. Manca
addirittura l'accanimento aggirante degli
abbinamenti esterni Candela - Paulo Sergio e Dal
Moro - Totti, che arrancano rassegnati dietro
Rambaudi, Fuser o Nedved. La Roma e' traumatizzata
e prevedibile. I suoi saltuari sforzi
s'afflosciano fra propulsori (Tommasi, Di Biagio e
soprattutto Scapolo) poco tonici, che ciabattano
senza disporre di riferimenti centrocampistici
aggiuntivi e sempre soffrendo squilibrati la
compattezza laziale. Inevitabile il solito
cortocircuito difensivo preannunciato dal terzo
miracolo di Konsel sul solitario Mancini,
suggeritore Rambaudi. Proprio Rambaudi cade nei
sedici metri causa Dal Moro e cala il capestro del
rigore. Jugovic realizza accentuando le differenze
stagionali (otto reti in tre derby) e la Roma
delira nel prosieguo per ricomporre brandelli
d'onore. L'avanzata casuale e a rischio fisso
premia comunque il primo scambio in profondita'
Candela - Totti - Candela; respinge in spaccata
Jugovic sull'esecuzione del francese e sulla
carambola irrompe Paulo Sergio per agguantare
almeno il provvisorio pareggio. Consolazione
boomerang: alla Roma che insiste a testa bassa,
lasciando sprecare un'altra opportunita' allo
smarcatissimo Venturin, saltano i nervi. La'
davanti non si passa. Derby corrida: tafferugli e
scontri paurosi con Candela che picchia Venturin e
Di Biagio che rimedia l'espulsione scalciando
Nesta. Pochi arginano lo strapotere laziale
imposto dalla regia di Jugovic e dai numeri di
Nedved e Mancini. Certamente Aldair, l'ostinato
Paulo Sergio, che porta avanti la croce
giallorossa fino al k.o di Gottardi. Al gruppo
Eriksson tocchera' la Juve in semifinale.
Repubblica
Lazio, la festa finale terzo
schiaffo ai rivali
ROMA - La Lazio vince anche al
ritorno e passa il turno con un' altra sorniona
dimostrazione di forza, in una gara nella quale
non ha mai sofferto e di più avrebbe ottenuto se
solo avesse voluto. La Roma doveva fare una
partita d' assalto, di cuore, eccetera: ma questi
sono solo slogan, la realtà attuale è un' altra e
dice di una Lazio che non è alla portata della
squadra di Zeman. Rapida e a tratti bella, la
squadra di Eriksson ha pagato la serata in tono
minore di Mancini, per il resto ha dato l'
impressione di divertirsi in assoluto relax. La
Roma vive di ritmi lenti, che ricordano il
peggiore calcio uruguaiano: poi alla fine le hanno
ceduto i nervi, l' impotenza è una ruggine. E all'
ultimo è arrivato anche l' errore che le ha dato
la terza sconfitta su tre derby di quest' anno,
un' inferiorità palese. Lazio in campo senza
attaccanti, con il solo Mancini di punta, dopo l'
infortunio di Boksic: ma presto la Lazio prova
davanti soluzioni a tre, per non lasciare troppo
comodo l' inizio dell' azione romanista. C' è
Fuser, in condizioni precarie. La squadra di Zeman
manca di Balbo, Cafu e Di Francesco squalificati:
a centrocampo si vede dall' inizio Scapolo, con
Tetradze tornato in panchina. Lo stadio,
nonostante il netto punteggio dell' andata, ha
portato quasi 50 mila spettatori. Dopo 30' '
capocciata tra Aldair e Mancini, è il laziale a
soffrirne gli esiti. La Lazio ha subito le
occasioni più chiare: dopo una mezza papera della
difesa romanista, il primo tiro è di Nedved al 5'
, Konsel respinge. All' 8' delizioso assist di
Rambaudi per Mancini, che un po' si inciampa, poi
riesce a toccare verso la porta, ma è ancora
Konsel a fare il miracolo, deviando di piede. Poi
la Lazio si mette a fare la partita che più le
piace, tutti dietro e poi ripartire nell'
avventurosa difesa della Roma. Il centrocampo
giallorosso si fa infilare da Jugovic, ma poi si
sente la mancanza di Boksic. Al 12' la prima
chance per la Roma: Delvecchio scappa a Nesta e il
suo cross trova la testa di Tommasi, che conclude
debolmente. La Roma va avanti a testa bassa,
incocciando nell' assoluta mancanza di spazio,
incapace di accelerazioni: in contropiede la Lazio
spreca. Al 33' un lancio profondo di Jugovic manda
Mancini a campo libero davanti a Konsel: i
romanisti protestano per il fuorigioco ma Mancini
sembra in linea. Il suo tiro però è debole,
chissà, forse è ancora sotto commozione per la
zuccata iniziale. Al 34' su un cross di Paulo
Sergio c' è Totti a colpire di testa, la
conclusione è alta. Ma la Roma va quasi
ineluttabilmente incontro al suo destino, vista l'
incapacità a fare barriera a centrocampo. Ancora
un rilancio dei laziali, non funziona la tattica
del fuorigioco e Rambaudi va verso la porta
romanista. Lo insegue Dal Moro che poi dentro l'
area tenta un disperato intervento da dietro.
Rambaudi va a terra e Bolognino fischia il rigore,
che Jugovic trasforma con una botta violenta che
batte sotto la traversa e poi resta in rete.
Ripresa con analogo andazzo, con in più la Lazio
che perde la voglia di dannarsi, visto che senza
fatica è già in vantaggio. All' 8' viene il
pareggio, con la forza della disperazione, nel
tentativo di fuggire a un' altra umiliazione. C' è
una penetrazione di Candela, scambio con Totti, la
difesa laziale che lascia un po' fare, poi il tiro
del francese rimpallato da Jugovic ma la palla
arriva a Paulo Sergio che è bravo ad alzarla da
terra e a segnare sotto la traversa. Arbitro
spietato con i romanisti: uno spintone di Negro a
Delvecchio diventa un' ammonizione per l'
attaccante. Fa scalpore al 19' un mezzo liscio di
Mancini: la testa è davvero altrove. Al 21' tre
contro due, Fuser dà a Rambaudi, cross per
Venturin che esita, e in scivolata manda fuori a
porta vuota. C' è tempo anche per un' inutile
rissa, nella quale si distinguono Candela e
Venturin e che precede l' espulsione di Di Biagio
al 28' per un fallo su Nesta. Un paio di mischie
davanti a Marchegiani non danno nient' altro alla
Roma, finché al 4' minuto di recupero un
retropassaggio di testa di Dal Moro lancia per
sbaglio Gottardi verso la nuova vittoria laziale.
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