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I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
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Corriere Della Sera
Zeman disintegra quel che resta
del Milan
Rossoneri umiliati all' Olimpico:
dopo i tre gol della Lazio in Coppa Italia arrivano
i cinque della Roma. Capello, il giorno delle
vergogna. Pronto il ritiro punitivo da domani. Totti
e Co. : sfida alla Juve nella gara a chi segna di
piu' . Sensi e l' allenatore sognano il sorpasso
finale ai " cugini "
ROMA - MILAN 5 - 0 / Tiro a
segno di Candela, Di Biagio (doppietta), Paulo
Sergio e Delvecchio: i giallorossi danno
spettacolo e conquistano l'Europa Zeman disintegra
quel che resta del Milan Rossoneri umiliati
all'Olimpico: dopo i tre gol della Lazio in Coppa
Italia arrivano i cinque della Roma ROMA -
Fotogrammi di una partita mai nata, perche' il
Milan si presenta sul ring gia' suonato, in
evidente stato di ipnosi profonda, incapace di
esprimere almeno briciole di dignita'. Situazione
imbarazzante anche per la Roma, perche' di fronte
ad antagonisti in simili condizioni servirebbe un
"non luogo a procedere". La formazione di Zeman si
limita allora a rabbiose accelerazioni nel primo
tempo e a semplici azioni di alleggerimento in una
ripresa caratterizzata da cristiana pieta' per il
nemico. Nonostante l'evidente intenzione
giallorossa di non affondare i colpi, quello che
resta dell'immagine rossonera si sbriciola sotto
il peso di cinque gol. In 23 minuti, dal 16' al
39' della prima frazione di partita, i
berlusconiani sono gia' sotto di quattro reti e a
poco servono i ripensamenti di Capello che
corregge ed aggiusta una formazione all'osso in
mezzo al campo, inserendo gradualmente Cardone,
Leonardo e Nilsen che addirittura, dovendo ad un
certo punto rimpiazzare Desailly, si ritrova ad
agire da centrale di centrocampo. C'era una volta
il Milan e il concetto non e' dei piu' originali.
Questa volta, a caratterizzare una sconfitta senza
attenuanti, condita dal solito calcio di rigore -
contro, nei cui confronti neppure il cavilloso
Capello di questi tempi potra' eccepire, e' la
sensazione di svuotamento, fisico e morale, di
un'armata che, da invincibile, nel breve volgere
di cinque stagioni si e' trasformata in
brancaleone. Striscia i tacchetti sull'erba, la
formazione rossonera, ormai abbandonata al suo
destino anche dagli ultimi dei Mohicani, i
superstiti dello zoccolo duro. Privi di cuore e di
fiato, i milanisti autorizzano qualsiasi tipo di
scenario. Dall'ammutinamento alla consunzione
degli ideali. E' evidente che l'ennesima
rifondazione dovra' incidere in modo brutale sul
tessuto di una squadra in cui anche chi accetta di
indossare i panni della coscienza critica (Weah),
non azzecca una giocata. Fabio Capello, bruciata
in fretta la sua etichetta di "signore degli
scudetti", non ha saputo salvare la stagione dalle
sabbie mobili della mediocrita'. Pure lui paga in
termini di immagine, scontando errori di gestione
che, nella fattispecie, lo hanno indotto a
schierare un improponibile Cruz proprio contro
avversari a trazione anteriore. La Roma, felice ma
a disagio, prende atto della pochezza rossonera e
della domenica di disimpegno quasi totale di
Chimenti, il vice di Konsel, messo fuori uso da un
serio guaio muscolare che rischia di togliergli
addirittura il Mondiale con l'Austria. Eppure,
nonostante i rammendi difensivi che gli hanno
suggerito di schierare Aldair a destra e Candela a
sinistra, ai fianchi della coppia centrale Zago -
Petruzzi, Zeman ha vissuto un weekend di
tranquilla paura perche' mai gli oppositori, fatta
eccezione per un tiro a lato di Ziege nel primo
tempo e per una debole girata di Maniero nella
ripresa, hanno saputo insidiare le sue barricate
d'emergenza. Del resto, i gol con cui i
giallorossi hanno scorrazzato in mezzo alle
macerie altrui, fotografano con impietosa
chiarezza il campionario degli orrori milanisti.
Si va dalla sassata ad effetto di Candela grazie
ad un pallone sfuggito a Ziege (16'), al morbido
colpo di testa di Delvecchio sulla parabola da
sinistra di Di Francesco, neppure infastidito da
Cruz, immobile statuina nel presepe rossonero (38'
della ripresa). Nel mezzo, l'aggancio con cui
Ziege abbatte Totti al suo ingresso in area,
consentendo cosi' a Di Biagio di trasformare il
conseguente rigore (20'); il sinistro incrociato
dello stesso Di Biagio, dopo una palla persa a
centrocampo (28'); la zampata di Paulo Sergio che,
saltato con facilita' Costacurta, puo' serenamente
puntare al bersaglio grosso (39'). E, a corredo
della sua dittatura, la Roma ha prodotto altre
quattro devastanti opportunita', incluso un calcio
di rigore non concesso a Delvecchio nonostante la
decisa gomitata di Cruz. Farina, buon uomo, non se
l'e' sentita di infierire su quel pugile suonato
che ieri all'Olimpico indossava le maglie del
Milan.
LA DISFATTA / L'allenatore: "Chiedo scusa al
presidente e ai tifosi". Per il futuro si fa il
nome di Zaccheroni Capello, il giorno della
vergogna Oggi vertice societario voluto da
Berlusconi: si discutera' anche la posizione del
tecnico ROMA - Non c'e' misura in questa fine. Il
Milan e' come l'ultimo degli sbandati, senza
neanche meritare l'onore delle armi. Fabio Capello
entra furente in sala stampa e in tre secondi
sintetizza il quadro di uno sfascio ormai
ingestibile: "Scusate, ma non sono qui per
rispondere alle vostre domande. Sono qui solo per
fare una dichiarazione: chiedo scusa ai nostri
tifosi e al dottor Berlusconi, il nostro
presidente. Mi vergogno di quello che ho visto".
Capello non scende dalla nave. Pur essendone uno
dei responsabili principali, rimane al suo posto.
Molti vorrebbero che facesse almeno il gesto:
rimettere il mandato al presidente, dare le
dimissioni. Ormai, pero', la stagione e' finita, e
questa, per imbarazzante che possa essere, e'
l'unica notizia buona: un altro mese cosi' e il
Milan avrebbe rischiato la retrocessione. Il
presidente Berlusconi, furibondo, voleva
incontrare il tecnico e Galliani gia' ieri sera,
al rientro da Roma, ma ha preferito poi rimandare
a stamattina. Sara' un vertice con Berlusconi,
Galliani, Capello e Braida. L'accusa e' precisa:
il presidente si aspettava una prova d'orgoglio,
contro la Roma, dopo la sconfitta in Coppa Italia
contro la Lazio. Dopo appena 45 minuti, invece, il
Milan si era schiantato sotto i colpi dei
giallorossi. Impossibile fare previsioni: filtra
pero' la notizia che Berlusconi ascoltera' anche
la voce dei tifosi, attraverso i Milan Club: vuole
avere un quadro preciso della situazione e questo
non e' certo un punto di vantaggio per Capello.
Per la panchina si fa il nome di Zaccheroni, ma
l'addio a Capello e' tutt'altro che deciso.
Pagheranno di sicuro i giocatori. L'organico sara'
rifatto, le "purghe" non si conteranno nemmeno e
risparmieranno pochissimi nomi. Tuttavia la faccia
di Adriano Galliani, appena consumata
l'umiliazione dell'Olimpico, lascerebbe supporre
che nessuno, ora, puo' sentirsi sicuro. "C'e'
bisogno di una grande autocritica da parte di
tutti - ha dichiarato l'amministratore delegato
del Milan -. Io non mi sono mai sottratto alle mie
responsabilita' e ai miei compiti, spero che gli
altri facciano altrettanto. Siamo tutti coinvolti:
giocatori, allenatore e dirigenti. Tutti abbiamo
contribuito a questo autentico disastro". Mai
Capello, sulla panchina rossonera, aveva perso con
un passivo cosi' pesante. E per riandare ai tempi
di un Milan ugualmente distrutto bisogna davvero
scavare nella memoria. " + il momento piu' basso
in dodici anni di Milan - ha continuato Galliani
-. Personalmente, provo una amarezza terribile, ma
e' meglio forse non aggiungere altro. Ci sono dei
momenti, nella vita, in cui bisogna parlare e
altri, invece, in cui e' piu' opportuno stare
zitti. Ho sentito Berlusconi per telefono durante
l'intervallo: era d'accordo con me e ha
sottolineato di essere annichilito". Conclusione
di Galliani: "Abbiamo molto da fare, molte cose da
prendere in esame per la prossima stagione". Forse
anche la posizione stessa di Capello? La botta
finale che Galliani indirizza al tecnico
stroncherebbe pure un bisonte: "Dell'allenatore
non voglio parlare. Mi limito soltanto a far
notare che ogni volta che andiamo a giocare in
trasferta, subiamo regolarmente dai tre ai cinque
gol...". Oggi il super - vertice. Oggi la risposta
nelle nebbie di una squadra che non c'e' piu'.
ROMA 5 Chimenti s.v. Aldair 6 C.A. Zago 6 Petruzzi
6 Candela 6,5 Tommasi 6 Di Biagio 7,5 Di Francesco
6 Paulo Sergio 6,5 Delvecchio 6 Totti 7 All.:
Zeman 7 MILAN 0 S. Rossi 5,5 Daino 5,5 Costacurta
5,5 Cruz 3 Maldini 5 Ba 4 Desailly 5 Donadoni 5,5
Ziege 4 Maniero 4 Weah 5 All. Capello 5 Arbitro:
Farina 7 (Babini 7, Mitro 7) Marcatori: Candela al
16', Di Biagio (rigore) al 20' e al 28', Paulo
Sergio al 39' p.t.; Delvecchio al 38' s.t.
Ammoniti: Maldini, Delvecchio, Totti, Desailly.
Sostituzioni Roma: Tetradze (s.v.) per Aldair 33'
s.t.; Gautieri (s.v.) per Paulo Sergio 33' s.t.
Milan: Cardone (5,5) per Ba 33' p.t.; Leonardo (5)
per Ziege nel s.t.; Nilsen (5) per Desailly 24'
s.t. Recuperi: 1' piu' 1'.
CONTESTAZIONE ALL'ARRIVO A
MALPENSA Pronto il ritiro punitivo da domani a
Milanello ROMA - Il Milan, dopo la doppia
catastrofe all'Olimpico, pensa a un ritiro
anticipato da far scattare, tra domani e
dopodomani, nel centro di Milanello. Una punizione
per molti aspetti inevitabile, alla luce della
disastrosa prestazione offerta dai rossoneri ieri
pomeriggio contro la Roma e del crollo subito
contro la Lazio, mercoledi' scorso, durante la
finale di ritorno della Coppa Italia. Ieri, di
rientro da Roma, la squadra era attesa
all'aeroporto della Malpensa da un gruppo di
tifosi inferociti. Per evitare contestazioni, il
volo e' stato dirottato allo scalo dei voli
privati, evitando ogni contatto con la folla in
attesa. Ed e' stato davvero l'unico dribbling
riuscito nella giornata della disfatta rossonera.
EUFORIA ROMANISTA Sensi e
l'allenatore sognano il sorpasso finale ai
"cugini" ROMA - Rifondazione romanista. Ne esalta
gli effetti Franco Sensi, numero uno della Roma
che ha definitivamente spedito il Diavolo
all'inferno: "Un anno fa, contro il parere di un
sacco di gente, decidemmo la rivoluzione. Un gesto
coraggioso, che oggi ci da' questo risultato:
siamo di nuovo in Europa, con una partita che e'
forse la piu' bella della Roma di quest'anno.
Abbiamo avuto la forza di costruire da zero una
squadra che, adesso, sara' facile integrare con
tre o quattro pedine importanti. Non avessimo
fatto questa scelta, l'estate scorsa, oggi
staremmo come il Milan". Ecco, come sta il Milan?
"A pezzi. Ma risorgera'. Cambiando pelle,
rivoluzionandosi. A Milano queste cose le sanno
fare bene. Azzerano tutto e ripartono. A uno come
Berlusconi non devo insegnare io come si fa".
Sensi incoraggia il presidente che forse
quest'anno ha sentito piu' vicino. Zeman si
associa volentieri, onorando i vinti con
sensibilita' evidente: "Il Milan e' sempre il
Milan, anche dopo una batosta come questa. Non si
cancellano il blasone, ne' i nomi di certi
giocatori. Certo, sotto l'aspetto psicologico e
morale, la botta di mercoledi' in Coppa Italia
deve essere stata dura. E poi, fatemelo dire, ha
trovato sulla sua strada una grande Roma".
Capello, alla fine, ha detto che prova vergogna...
"Si vede che non e' abituato a perdere con cinque
gol di scarto. A me e' gia' successo, credo che
prima o poi capiti a tutti, ma lo capisco
ugualmente. Dopo una cinquina subita nessuno ha
voglia di tornarsene a casa tutto contento".
Travolto il Milan, la Roma puo' inquadrare nel
mirino la Lazio, ora sopra solo di un punto: Zeman
vincera' finalmente un derby? "Penso solo a questa
classifica che oggi ci dice che possiamo arrivare
al terzo posto".
Totti & Co.: sfida alla Juve
nella gara a chi segna di piu' La Roma potrebbe
raggiungere la Juventus almeno nella classifica
dei gol segnati. In quanto a numero di reti,
quest'anno, i giallorossi sono saliti a quota 62,
mentre i bianconeri primeggiano avendo realizzato
un solo gol in piu' (63). Artefice indiscusso di
questo exploit e' Francesco Totti, finora
incredibilmente e ingiustamente ignorato da Cesare
Maldini per la nazionale maggiore. "Totti ha
giocato un'ottima gara - ha commentato Zeman - Se
avesse pure segnato, la sua prova sarebbe stata
straordinaria. Ma va bene anche cosi'. Non e'
vero?". La Roma ieri ha fatto festa anche per la
statistica: mai aveva battuto il Milan con un
simile scarto. Al massimo aveva inflitto ai
rossoneri un 4 - 0: una volta in casa nel 1932 -
33, un'altra in trasferta, ma in Coppa Italia, nel
1979 - 80. Capello contro Zeman e' pero'
"recidivo": subi' un 4 - 0 dalla Lazio nel
campionato '94 - 95. La Lazio arrivo' seconda
dietro alla Juventus, il Milan fini' quarto.
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