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Corriere
Della Sera
Totti Delvecchio, le frecce del
sorpasso Roma
L' attacco di Zeman piega una
Samp in disarmo: vinto dal boemo il confronto a
distanza con Eriksson
LA SFIDA CAPITALE / I
giallorossi coronano il lungo inseguimento per la
supremazia cittadina. Liguri al nono posto:
giocheranno nel torneo Intertoto
ROMA - Sorpasso, che in tempi
di magra e' meglio di un pugno nello stomaco.
Quarto posto, meritevole di applausi giacche' si
segnala come il miglior piazzamento degli ultimi
dieci anni. Attacco piu' prolifico del campionato
(67 gol), assieme alla Juve, segno che certe
virtu' dell'allenatore Zeman, come certi vizi,
resistono all'usura del tempo. Insomma, e' stata
una buona giornata. E la Roma se l'e' goduta
tutta, bevendo fino all'ultima goccia di una
soddisfazione che, come hanno poi spiegato il
presidente Sensi e lo stesso Zdenek Zeman, e'
comunque soltanto un parziale riscatto "delle
umiliazioni subite per i quattro derby con la
Lazio persi durante l'arco della stagione".
Brividi anche per l'affluenza del pubblico, poco
meno di 60 mila spettatori per poco meno di 2
miliardi di lire, nell'ultimo pomeriggio di
campionato, contemporaneo alle semifinali degli
Internazionali di tennis al Foro Italico, e a una
giornata che in qualunque altro posto avrebbe
ammassato la gente lungo le spiagge. In una botta
sola, la squadra giallorossa ha messo insieme
tanti piccoli traguardi, uno piu' prezioso
dell'altro, al tirar delle somme, se si
considerano la rivoluzione di cui e' stata vittima
- protagonista (ben 15 i giocatori acquistati) e
le mani, quelle di Zeman, che l'hanno guidata in
quest'avventura. Tritata una Sampdoria in disarmo,
con un gol di Totti a meta' del primo tempo e uno
di Delvecchio negli sgoccioli della partita, la
Roma ha chiuso in salute il suo cammino, correndo
dall'inizio alla fine, secondo consuetudine delle
formazioni del tecnico boemo, colpendo un palo e
una traversa sempre con Totti e Delvecchio e
sprecando almeno sette - otto occasioni da gol
clamorose, brillantemente disseminate tra il primo
e il secondo tempo. Una partita senza storia, va
da se'. Che la Samp ha cercato comunque di onorare
per salvaguardare il primo posto nell'Intertoto (e
almeno una settimana in piu' di vacanze), che
invece ha finito col perdere a beneficio del
Bologna di Roberto Baggio, autore del colpo di
grazia alla Lazio. Acquistati Tomic e Wome, ora la
Roma puo' concentrarsi con uno spirito diverso sul
mercato. Sensi aspetta una risposta dal presidente
viola Cecchi Gori per Batistuta e pensa di essere
il favorito in questa corsa (Vincenzo Montella,
bravo anche ieri, continua a essere considerato
incedibile). E poi conta di chiudere per uno tra
il russo Alenichev e il ceko Berger per raforzare
il reparto di centrocampo.
Repubblica
Roma, trionfo Zeman E adesso
Montella
ROMA - Sorpasso a Lazio e
Parma, Zeman che può provare a cancellare i 4
derby persi, quarto posto, miglior attacco (con la
Juve) del campionato. E ancora: Totti che fa
tredici (gol), Sensi che promette Batistuta o
Montella per il futuro. C' è tanta spudorata
allegria in questa Roma che chiude alla grande il
campionato sommergendo i resti della Sampdoria.
Una grande festa che contrasta con la delusione
blucerchiata, costretta a cercare la via dell'
Europa attraverso il primo turno dell' Intertoto,
con i giocatori (almeno quelli che resteranno)
costretti già stasera a contattare le agenzie di
viaggio, visto che il 4 luglio dovranno essere di
nuovo in campo. Si sono rovinati le vacanze, gli
uomini di Boskov. Suicidandosi prima con il Lecce
e non approfittando poi ieri dei tanti regali
romanisti, con il gruppo Zeman impegnato più che
mai a tener viva la partita fino all' ultimo,
sprecando occasioni da gol in quantità
industriale. Poteva, la Sampdoria, metterci una
pezza, rendere vana la vittoria del Bologna, e
invece si è limitata a traccheggiare, senza mai
accompagnare la rabbia agonistica di Montella,
esaltandosi solo in Ferron (quattro miracoli nella
ripresa, su Paulo Sergio, due volte Cafu e Totti)
e limitandosi all' ordinaria amministrazione in
tutti gli altri, in particolare nel fischiatissimo
Mihajlovic (non piace ai tifosi giallorossi il suo
imminente passaggio alla Lazio) e nell' esausto
Boghossian, generoso nell' impegno ma ormai
totalmente privo di energie. Tutt' altra sostanza
dall' altra parte, con l' imprendibile Totti, con
Paulo Sergio che credeva di essere finito in un
sogno, il fantasma di Pesaresi di fronte e un'
autentica autostrada ogni volta che decideva di
spingere sulla fascia, con tutti gli allievi di
Zeman ancora straripanti nella forza fisica e
pronti ad accelerare in contropiede appena se ne
presentava l' occasione. Eppure, nonostante il
divario in campo fosse netto, acuito nella ripresa
dal crescente disordine tattico di una Sampdoria
con testa bassa e poca lucidità, e la poderosa
spinta di un pubblico sempre più eccitato dalle
notizie che arrivavano da Bologna, la gara è
rimasta in bilico fino all' ultimo, con il
portiere Chimenti costretto alla prodezza prima su
Vergassola (30' della ripresa) e poi su Montella
(38' ), occasioni che magari avrebbero dato alla
partita un verdetto bugiardo, ma di certo
avrebbero addolcito l' umore del presidente
Mantovani. Invece è arrivato il gol di testa di
Delvecchio, proprio all' epilogo, necessario
complemento per il trionfo al siluro con cui Totti
al 24' del primo tempo aveva sbloccato il
risultato, e al numero uno blucerchiato non è
rimasto che aggrapparsi all' ironia, rispondendo
con una battuta al gruppetto di tifosi romanisti
che all' uscita dallo stadio (dopo i ripetuti
solleciti sul tema a Sensi durante la gara) lo
implorava di cedere Montella. "So di poter
sembrare maleducato, ma ancora una volta devo dire
di no" ha affermato Mantovani, ribadendo che sul
suo centravanti (applaudito da tutto lo stadio,
dopo un irresistibile slalom fra i difensori
giallorossi, al 18' del primo tempo) intende
costruire la Sampdoria di Spalletti. Condizione
necessaria anche per Boskov che lascia. E'
esplicito, il vecchio Vujadin. "Mihajlovic e Veron
sono già partiti. Se vanno via anche Boghossian e
Montella, il prossimo anno è retrocessione".
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