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gazzetta.it
Delvecchio, una dedica a
Christian
Pubblicato nell'edizione del 27 luglio
1998
tre gol
per allontanare il brasiliano " questa per me era
piu' di un' amichevole: non serviva soltanto per
trovare la forma. Zeman mi ha stuzzicato dicendomi
di dimostrare che effettivamente sono tra i piu'
forti. spero di aver risposto "
Il romanista si scatena a Predazzo
mentre la societa' pensa a rafforzare l'attacco
Delvecchio, una dedica a Christian Tre gol per
allontanare il brasiliano "Questa per me era piu' di
un'amichevole: non serviva soltanto per trovare la
forma. Zeman mi ha stuzzicato dicendomi di
dimostrare che effettivamente sono tra i piu' forti.
Spero di aver risposto" DAL NOSTRO INVIATO PREDAZZO
- Non ci sarebbe piu' posto per la gioia se si
tornasse a parlare dell'attaccante che la Roma
cerca, del brasiliano Christian, per esempio. Non
verrebbe a commentare la prima tripletta, il primo
gol ufficiale della Roma, un pomeriggio che l'ha
visto porre la propria nomination quale attaccante
centrale giallorosso. Marco Delvecchio accetta a un
patto, sottoscritto con l'addetto stampa Brugnoli:
"Parlo, ma non chiedetemi dei rinforzi, verrebbero
fuori altre polemiche e non voglio assolutamente".
Troppo schietto per rifugiarsi in dribbling
dialettici Delvecchio, troppo soddisfatto per
privarsi della gioia di commentare un exploit
effimero quanto puo' essere una tripletta da calcio
sotto l'ombrellone ma pur sempre frutto d'una prova
rabbiosa. Determinata. "Significa partire col piede
giusto. Anche perche' per me era piu' d'una semplice
amichevole d'estate, di quelle che si fanno per
trovare la forma contro i dilettanti del posto". La
sfida e' appena iniziata. Una scommessa che di
giorno in giorno ha fatto con se stesso e
soprattutto con Zeman. "Le gambe non rispondono
ancora, devi fare doppia fatica per farti trovare
pronto dopo il cross, dopo il lancio. Ho stretto i
denti. Il primo gol, quello di testa, e' stato la
classica azione che prediligo. Le altre reti, grosso
modo, su passaggi in profondita' sono l'altra mia
caratteristica. Amo scattare sul filo del fuori
gioco, anche per questo a volte mi beccano in off -
side". Zeman ai vecchi ha chiesto di fare quello che
sapevano, in particolare a Delvecchio, dopo il
raduno, ha sghignazzato: "A parole dici di essere
tra i piu' forti, allora fammelo vedere sul campo".
La prima risposta e' incoraggiante? "Credo di si',
comunque sbloccarsi subito, per un attaccante, e'
gia' una bella cosa. Se dopo solo 3' arriva il gol
tutto diventa piu' facile. Ho visto i nuovi
compagni, mi hanno impressionato molto. Presto per
azzardare giudizi, ma Tomic e soprattutto
Alenitchev, che mi ha servito piu' degli altri anche
per la posizione in campo che occupa, ha fatto
vedere che non sono giocatori qualunque".
Eccepiscono che a Delvecchio secondo la critica
mancherebbe ancora quel pizzico di infallibilita'
sotto porta, nell'area piccola. Ride, non rilancia
proprio per non fare polemica, per non apparire
guascone, ma da' i numeri. E quelli sono dalla sua.
"Le statistiche dicono che, rapportando i minuti
giocati ai gol fatti, ho una media che nulla ha da
invidiare ad altri attaccanti. Certo e' che, se ci
si limita a vedere solo i gol fatti allora non posso
reggere il confronto. Per questo chiedo di giocare
di piu". Anche perche' vedere come la Roma sbavasse
per inseguire Inzaghi, sua riserva nell'Under 21 di
Maldini, o che Sensi sognasse un blitz in Francia
per Trezeguet, che ai mondiali certo non ha brillato
da stella, lo ha indispettito parecchio. L'ha anche
detto. E l'ha fatto col megafono, anche perche' fin
troppo paziente era stato quando davanti a lui
delegati a violare le reti erano chiamati, in
passato, bomber con le polveri bagnate. Lui zitto e
mosca, al suo posto. Ora chiede di giocare centrale,
ora sogna una squadra che si muova per lui. E gli
indizi di ieri pomeriggio l'hanno reso fiducioso,
anche valutando la giostra che gli girava intorno:
"Ho visto bene Frau. Mi ha stupito, il suo salto
dalla C2 alla A credo sia meritato. Oltre alla
velocita' m'ha colpito per quella capacita' che ha
di mettere il pallone dentro, con cross radenti,
tagliati e che devi solo spingere in porta, ma anche
di piazzare il pallone in modo preciso in
profondita'. Faccio un paragone, basta pero' che non
si fraintenda: per il suo modo di stare in campo e
toccare il pallone ricorda Del Piero, ma non ditemi
che voglio vendere fumo". No. Gli crediamo. Piu' che
altro vuole aiutare quel ragazzo che, per il fatto
di essere arrivato dalla Torres e non dal
Barcellona, in un momento in cui la Roma si trova
con i tifosi col cuore nella tormenta, s'e' beccato
la piu' cruda delle accoglienze: "A Sensi, ma chi e'
'sto Frau?". Tre gol tanto per iniziare, il primo
ufficiale dell'annata. Come fece Totti l'anno
passato, alla vigila dell'annata della sua
consacrazione: "Speriamo succeda come a Francesco.
Lo voglio. Chiedo solo d'avere la possibilita' di
spingere la Roma a suon di gol". Lo chiede con
rabbia. E lo chiede anche per amore. Gaetano
Imparato
Il motorino Di
Francesco gira gia' a mille "Mi sono allenato
in vacanza - dice - per non soffrire come
l'anno scorso la preparazione di Zeman". E per
essere in pole position nella corsa a un posto
in nazionale DAL NOSTRO INVIATO PREDAZZO
(Trento) - (g.im.)
Ora vuole l'Europa, ora
sogna l'Italia. Il motorino del centrocampo di Zeman
s'e' fatto trovare gia' col serbatoio pieno e il
motore rodato perche' chiede strada. Eusebio Di
Francesco, tabelle alla mano, e' il romanista piu'
in forma. Insidia D'Urso, Lambruschini, Baldini,
perle della nazionale di atletica che si allenano a
Predazzo. " + vero, mi sono preparato durante le
ferie - ammette Di Francesco - perche' l'anno scorso
ho sofferto l'impatto con la preparazione di Zeman".
+ trasformato: tonico, muscoloso, sembra un altro in
confronto alla recluta che arrivo' l'anno scorso.
Lavorare serve: gia', ci mancherebbe. Ma lavorare
serve anche per tornare in corsa con la nazionale,
specie dopo l'avvicendamento Maldini - Zoff, specie
dopo essere stato in ballo con Cois fino all'ultimo
per una convocazione tra i re di Francia. "Lo so.
Molti mi chiedono se sono arrabbiato perche' hanno
chiamato altri (Pessotto, n.d.r.) ma non giudico i
compagni, posso solo dire che un po' di rammarico
nasce dal fatto che a centrocampo, nella nazionale,
ci sarebbe stato tempo e modo per mettersi in
mostra". C'e' la Roma, fresca di primo galoppo
estivo, e Di Francesco ha macinato altri chilometri:
"Ho un traguardo. A 29 anni voglio vincere qualcosa
di importante. Lo scudetto penso sia un po'
difficile, sogno invece l'Uefa. Per me e' il debutto
internazionale, ho giocato con la Lucchese solo
l'Angloitaliano. Credo che in Uefa possiamo essere
la vera sorpresa". Magari giocando a destra, magari
non sacrificandosi piu'. "Magari potessi giocare di
piu' a destra, ma la concorrenza e' tanta. Quindi
importante sara' giocare, in quel centrocampo spesso
criticato l'anno scorso. Pero' se si e' fatto bene,
il merito e' anche di quel reparto". Rimpinzato da
Tomic e Alenitchev. Ma la Roma oggi vedra'
ufficializzato anche l'arrivo di Christian. E il
giorno decisivo, quello successivo al derby tra
International Porto Alegre e Gremio in cui
l'attaccante seguito dalla societa' giallorossa
avrebbe giocato la sua ultima partita col club
brasiliano. Piazzolla ormai ha appianato ogni
problema col presidente Paulo Amoriti. Difficilmente
la trattativa offrira' altri colpi di scena.
Christian arriverebbe a Predazzo gia' da mercoledi'.
Dieci reti della Roma e
la stella nascente: Frau Il giovane attaccante
proveniente dalla Torres sembra Protti e ha
fatto innamorare Zeman: scatti e dribbling con
l'avversario lasciato sul posto, piedi buoni
per palloni radiocomandati al centro area o in
profondita' DAL NOSTRO INVIATO
PREDAZZO (Trento) - Prendetela col beneficio
d'inventario. La prima uscita della Roma non puo'
che essere un semplice galoppo, anche perche'
mancano quattro pezzi nell'officina del boemo, ma
quelli di ricambio offerti dalla ditta Sensi
calamitano l'interesse di 2.000 romanisti. Dieci
gol alla Dolomitica, il primo marchio dell'annata
e' di Delvecchio che firma la tripletta e si muove
rabbioso, con l'ombra della punta di rinforzo
sulle spalle. Le cose migliori le fanno vedere i
reduci di "Zeman 1", ci mancherebbe: Tommasi, per
esempio, in versione esterno destro difensivo
(imitazione di Cafu) con l'aiuto di Di Francesco e
P. Sergio sulla fascia fila bene. A sinistra,
invece, a centrocampo, per Alenitchev un inizio
attento. Timoroso. Il russo e' ordinato,
intelligente, rispetta l'ordine di Zeman ("Non
strafare, gioca come sai tranquillo, siamo solo
all'inizio") e il suo primo compitino in classe lo
consegna senza cancellature, ne' sgorbi anzi nella
ripresa diviene piu' autoritario (e piu' utile)
per Delvecchio con lanci in profondita'. Tomic e'
in veste Di Biagio, play davanti la difesa, gambe
molli come tutti ma tempo e modo per confezionare
un assist gol anche se nella forchetta di due
avversari fatica un po'. Wome, invece, e'
l'eleganza. Il camerunense e' suggestivo come una
sfilata in via Condotti: tocco di palla
brasiliano, s'intona bene con l'altro centrale di
difesa, Zago, che firmera' alcuni recuperi
difensivi delicati. Tosto Wome, anche nella
versione esterno sinistro: un armadio che schizza
sulla fascia. Calma pero', anche perche'
l'avversario era solo una fresca retrocessa
dall'Eccellenza, assemblava un 4 - 4 - 2
approssimativo, s'e' chiuso subito nella propria
meta' campo, e appena s'allargava veniva bucato
come una maglia di lana dai ferri. Roma
disciplinata, corta in campo, veloce sulle fasce,
attenta nei primi pressing d'estate. Capace di
mostrare un Frau (sembra il gemello di Protti)
attaccante esterno come sognava il boemo: scatti e
dribbling con l'avversario lasciato sul posto,
piedi buoni per palloni radiocomandati al centro
area o in profondita'. Ma siamo solo all'inizio,
sognare adesso sarebbe inutile, ingenuo e
rischioso, specie per chi ha parte della tifoseria
col fucile puntato. g.im.
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