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I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
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Tra tanti striscioni sul doping
uno erotico: «Stiamo godendo»
di GIANCARLO DOTTO
ROMA - All'uscita dell'Olimpico, Valerio
Mastandrea in versione ultrà e scariche di
libidine pura che bacia chiunque gli passi a tiro,
uomini, donne, agenti di polizia, vecchi e
bambini. Ne approfittano le sue fans per farsi
sotto nella mischia. «Non godevo così dall’ultimo
derby vinto», fa lui che nel marasma ha perso il
motorino. Le convulsioni del dopo partita fanno
tremare le fondamenta. Da un balcone del quinto
piano un ottuagenario in canottiera, pancia
debordante e sciarpa giallorossa, che schiamazza
come avesse un incendio in casa. L'ultima
mezz'ora, il palo di Fonseca, il gol di Candela,
Zago immenso, Peruzzi pure, Tommasi che ruba
palla, Zidane serpente che la incanta, tumulto
cardiaco puro, cuori strizzati dalla bellezza
dello spettacolo, due squadre come due pugili che
se le danno di santa ragione, sbattendosi da una
corda all'altra, decise solo a finirsi e
infischiandosene di tutto, degli schemi e delle
caviglie, divorando il tempo e lo spazio. Roba
eccitante e molto virile. Calcio che non si vedeva
da tempo. Non finisce mai. «E' troppo bella,
Braschi non se la sente di fischiare la fine».
Grande Roma ma anche grande Juventus. La gente
lascia l'Olimpico portandosi dietro questo choc
visivo ed emotivo. Ci metterà un bel po' a
smaltirlo.
Al diavolo le tattiche e al
diavolo il doping. Doveva essere la partita dei
veleni, degli agguati cattivi, delle ingiurie
sanguinose. Niente di tutto questo. Il tifoso
romanista è troppo malato di zemanite (euforia
contagiosa che pervade chi viene a contatto con il
calcio di Zeman) per occuparsi d'altro. La
conferma anche molto reichiana del concetto che
chi gode intensamente non sprizza bile e cattivi
umori. Insomma, chi ride è più buono e il tifoso
romanista ieri ha riso molto. Giravano per la
città colleghi sabaudi, televisivamente molto
compromessi, mimetizzati sotto passamontagna e
occhiali da sole, per il timore di chissà quali
imboscate. Ignorati anche loro (questa sì, una
disgrazia). Solo qualche innocente sfottò a
proposito di doping, più divertito che feroce.
"Zeman signore, Lippi spacciatore".
Inevitabilmente bersagliato Del Piero. "Del Piero
ci vediamo doping" nella Sud e "Del Piero vota
Pannella" nella Nord. Scarica di fischi, nemmeno
tanto livida, per Lippi, Moggi, Bettega e Giraudo,
perfidamente proiettati sul megaschermo, che si
fanno largo in tribuna d'onore.
Il segno di una partita speciale
è altrove, nelle piccole cose. Zeman che sembra
Mazzone, quasi sempre in piedi, la cicca tra le
dita, mai così dentro la partita. La sua partita.
Lippi seduto in tribuna, impassibile, tra Bettega,
Giraudo e Moggi. Lippi come Zeman. Non cambia
espressione in novanta minuti. Dallo spicchio
bianconero, la risposta dei tifosi juventini:
"Zizou non è un farmaco ma una purga". Rilancia la
sud "25 scudetti, 22 rubati 3 dopati" che da
qualche altra parte del suo ribollente ventre
confessa "Siamo tutti froci della Roma". Il gol di
Paulo Sergio è afrodisiaco. "Stiamo godendo", lo
striscione a luce rossa che spunta nella Tevere. I
cattivi sono Tempestilli e Montero. Cicoria se la
prende con Deschamps a fine primo tempo e quasi
scoppia la rissa. Brontolano i settantamila quando
entra Fonseca, strizzano quando prende il legno.
Il gol di Candela spedisce tutti o quasi in
paradiso. Affiora nella bolgia della sud, che
ormai in estasi applaude anche i gol della
Salernitana, l'epigrafe derisoria "Ieri la
pillola, oggi la purga". Ah, dimenticavamo, Lippi
e Zeman sono riusciti a non incontrarsi.
Un'impresa anche questa.
Il Messaggero
16/11/1998
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