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Corriere
Della Sera
Il Milan lascia le illusioni a
Roma
Bierhoff: "La sconfitta ci
ridimensiona". Zaccheroni: "Oliver di piede non
segna piu" I milanisti giocano bene solo per un
tempo e falliscono la scalata alla vetta Decide un
gol di Paulo Sergio su invenzione di Totti e poi
Zago e Aldair annullano il fragile attacco rossonero
Un k.o. dopo undici partite "Abbiamo lasciato delle
praterie al talento degli avversari"
ROMA - Chissa' se davvero la
banda degli zaccheroniani s' era illusa di potersi
trovare in cima al campionato, anche se soltanto
per un giorno. Di certo la frenata sul prato dell'
Olimpico si porta dietro mille rimpianti,
sintetizzati dalla cupa espressione di Adriano
Galliani, e non perche' per tutta la partita e'
"braccato" alle spalle da Massimo D' Alema nella
tribuna d' onore. "Peccato. Abbiamo sprecato tre
palle - gol nel primo tempo. Poi sono mancati i
rifornimenti per le punte. Ora ci rimbocchiamo le
maniche e guardiamo avanti". Adesso si modificano
gli scenari e la Lazio si sentira' un po' meno
accerchiata. "Purtroppo questa sconfitta ci
ridimensiona - osserva Oliver Bierhoff -. Ora
dobbiamo sperare che la Lazio freni. La verita' e'
che nel secondo tempo non abbiamo giocato come una
squadra che vuole vincere qualcosa, si tratti
della partita o dello scudetto". Un' analisi
impietosa nella sua lucidita' , rafforzata da
Costacurta, uno degli storici totem milanisti
("Dobbiamo migliorare in tutto; siamo cresciuti
parecchio in questi mesi ma il Milan di un tempo
era un' altra cosa"), e sostanzialmente condivisa
da Zaccheroni. Che racconta: "Abbiamo perduto un'
opportunita' per migliorare la nostra classifica.
Pero' , come non mi esaltavo prima, non vedo
perche' dovrei deprimermi oggi. Non dimentichiamo
che eravamo reduci da 11 partite consecutive senza
sconfitte e poi, sinceramente, era da parecchio
che non vedevo un bel Milan come quello del primo
tempo". Bel Milan ma sconfitto. Dov' e' l' errore?
"Nella ripresa siamo diventati troppo lunghi,
perdendo aggressivita' e dinamismo. Abbiamo
lasciato troppo spazio tra l' attacco e la difesa,
spalancando praterie immense per il talento di
Totti". Ma pure nella prima mezz' ora della gara,
quando hanno punto di piu' , i rossoneri hanno
tradito difetti cronici ("Ci manca sempre la
cattiveria nelle conclusioni"), dilapidando
palloni preziosi. Amnesia di gruppo, per contro,
in occasione della rete romanista, che qualcuno
avrebbe voluto in fuorigioco. "Il gol di Paulo
Sergio e' frutto di una dormita collettiva -
confessa Zaccheroni -. Abbiamo cercato un
fuorigioco che credo non sia riuscito. Io in
panchina non ho il grandangolo ma mi pare che il
guardalinee fosse ben piazzato". Tra le
disfunzioni rossonere, si presta ad
approfondimenti il contributo di Bierhoff alla
causa comune. "Oliver e' un grande attaccante ma
di tipo particolare - osserva il tecnico -. Non
sara' mai un contropiedista e va percio'
sostenuto. A differenza del passato, non segna
piu' di piede". L' attaccante tedesco recita il
mea culpa, ma chiarisce: "Mi manca qualche gol ma
continuo ad essere giudicato in maniera troppo
negativa. Non segno, pero' sforno assist e lavoro
per la squadra. Credo di avere portato parecchi
punti al Milan anche giocando cosi' . Io per
primo, da perfezionista, so di poter dare molto di
piu' ma perche' valutarmi solo in relazione al
numero delle reti segnate? Non mi sembra giusto".
Alberto Costa ROMA 1 - 0 MILAN Marcatore: Paulo
Sergio al 19' s.t. ROMA (4 - 3 - 3): Chimenti 6;
Quadrini 5,5 (Wome 6 dal 17' s.t.), Zago 7,5,
Aldair 7, Candela 6; Tommasi 6,5, Di Biagio 6,5,
Di Francesco 6,5; Paulo Sergio 6,5 (Gautieri s.v.
dal 41' s.t.) Delvecchio 6, Totti 7,5. All: Zeman
6,5 MILAN (3 - 4 - 3): Abbiati 6,5; Sala 6 (Giunti
s.v. dal 33' s.t.), Costacurta 6, Maldini 6;
Helveg 5,5, Albertini 5,5, N' Gotty 5,
Guglielminpietro 6,5; Leonardo 5,5 (Morfeo 5,5 dal
15' s.t.), Bierhoff 5, Boban 5,5 (Ganz 5,5 dal 15'
s.t.). All: Zaccheroni 5,5 Arbitro: Bettin 5,5
(Mitro 5,5, Ivaldi 6) Ammoniti: Sala, Leonardo,
Zago, Ganz, Maldini. Recuperi: 1' piu' 4' .
Paganti: 30.418, incasso 1.495.530. Abbonati:
33.526, quota 947.576.000.
L' ANALISI N' Gotty e Boban
fuori posto Una partita persa dall' inizio Il
tecnico ha schierato il francese a centrocampo in
un ruolo alla Desailly
ROMA - Come insegnano i grandi teorici, le partite
si vincono prima di giocarle. Senza darlo a
vedere, ma anche senza accorgersene, il Milan ha
cominciato a perdere quando Zaccheroni ha deciso
di schierare N' Gotty centrale di centrocampo, una
sorta di ancoraggio difensivo come se nel calcio
moderno ci si potesse inventare Desailly da un
giorno all' altro. E ha continuato a perdere,
pensando che N' Gotty avesse il passo e la
vocazione del centrocampista, finendo per
concludere che di un Desailly o di un N' Gotty
avesse davvero bisogno il Milan attuale. Il
secondo errore e' stato quello di schierare Boban
non gia' da trequartista - incursore, in nulla
punto di riferimento per la difesa avversaria, ma
da esterno di sinistra, del tutto simile per
posizione a Leonardo o all' assente (e ora
rimpianto) Weah. Il terzo sbaglio quello di
credere al rientrante Helveg, piuttosto che a
Ziege. Il quarto di concedere un' illimitata
fiducia a Bierhoff, ciclope sfiatato al quale
ormai non riescono le sponde aeree, figurarsi il
fraseggio con palla a terra. Il quinto peccato,
che tutti li riassume, e' condensato nella
seguente opinione personale: la squadra e' stata,
nei fatti, fuorviata dall' interpretazione di un 3
- 4 - 3 infarcito di elementi poco propensi a
recitarlo. Certo, sarebbe frettoloso e
superficiale dare per ridimensionata la stagione
del Milan dopo la sconfitta di Roma. Tuttavia,
stavolta va rimarcato che e' stato l' assetto
tattico a tradire il gioco e non il gioco a
mancare in rapporto all' assetto. Infatti, la
prestazione del Milan e' stata buona almeno per un
tempo, il primo. Ottima nei primi cinque minuti
quando due colpi di testa di Leonardo in piena
area - in un caso con cross proveniente da destra
(Helveg) e nell' altro con un cross proveniente da
sinistra (Guglielminpietro) - hanno avvicinato i
rossoneri al vantaggio. Una buona strada poteva
essere quella di far girare a vuoto i
centrocampisti della Roma, ciechi come mosconi
intrappolati durante il pressing della prima
mezzora. Cio' accadeva grazie alle proprieta'
tecniche di Albertini, Guglielminpietro, del
ripiegante Boban, dello stesso Paolo Maldini.
Quando pero' nell' iniziativa individuale veniva
coinvolto N' Gotty, la destrezza diventava piombo
e la palla perdeva scorrevolezza, come il reparto
perdeva la superiorita' numerica. E' stato per
questo che ha vinto la Roma? Naturalmente no.
Questo, dicevamo, e' stato l' inizio. La squadra
di Zeman ha preso a riattivarsi nel momento in
cui, saltando il centrocampo, ha azionato
Delvecchio o si e' proposta in rapidissime azioni
alla mano. Il pressing, che nel primo tempo alla
Roma non riusciva, e' tornato a sbocciare nella
ripresa. Merito di una palpabile crescita di
Tommasi, Di Biagio e Di Francesco - meglio
coordinati e piu' decisi nell' azione di disturbo
e riconquista della palla - e contemporaneamente
colpa dello sfilacciamento del reparto centrale
milanista: allo schianto di N' Gotty,
corrispondeva il calo di Albertini; all' eclissi
di Helveg si aggiungevano i mancati rientri di
Boban. Squadra lunga, naturalmente, e pure larga e
mal disposta, come in occasione del gol. A
siglarlo (19' della ripresa) era Paulo Sergio in
anticipo su Delvecchio. Ma a propiziarlo, oltre
all' assist di Totti, contribuivano sia la
staticita' di Costacurta e Helveg, sia l'
incapacita' di riprendere palla da parte del
centrocampo milanista. Per imporsi la Roma ha
dovuto alzare il ritmo nella fondata convinzione
che alcuni avversari non avrebbero retto (Boban e
Leonardo sono stati i primi a scoppiare). Poi ha
sguinzagliato Totti nelle crepe che si creavano
tra la difesa e il centrocampo milanista. Infine,
o forse e' stata la prima preoccupazione, ha
avanzato il fulcro del gioco. Contemporaneamente
ha alzato anche la propria difesa? Francamente
questo non si puo' dire. Si puo' dire, invece, che
diversamente dalle ultime tre prestazioni la
squadra di Zeman e' tornata a praticare la
trappola del fuorigioco (6 nel primo tempo, 4
nella ripresa). Il fatto che anche Zaccheroni vi
abbia fatto cadere l' avversario ben otto volte
nel secondo tempo conduce a due considerazioni:
che la Roma attaccava di piu' e che il Milan non
aveva altro modo per difendersi. Giancarlo Padovan
LE PAGELLE ROSSONERE Abbiati si
conferma, Leonardo va in apnea
ROMA - Olimpico maledetto. La settima sconfitta
consecutiva nell' ultimo biennio (inclusi i
confronti con la Lazio, in campionato e Coppa
Italia) cancella il sogno di una leadership
rossonera a tempo. ABBIATI 6,5 - Nella prima
recita da attore protagonista, non condizionata
cioe' da emergenza, conferma di possedere nervi
saldi. Senza macchia sul gol, perche' Paulo Sergio
(e Delvecchio) gli si parano davanti in
solitudine. Esibisce una vasta gamma di parate.
SALA 6 - Dignitoso, anche se Delvecchio gli ruba
il tempo in occasione del gol - partita prima di
essere a sua volta "bruciato" da Paulo Sergio
nell' inzuccata decisiva. Ammonito per un fallo
sull' ex Pupone giallorosso, saltera' la gara con
il Piacenza. COSTACURTA 6 - Anch' egli coinvolto
nella trama che ufficializza la prima sconfitta
dopo 11 gare di imbattibilita' , forse azzardando
un fuorigioco che non riesce. Resta comunque un
punto di riferimento irrinunciabile della
retroguardia zaccheroniana. MALDINI 6 - Come
tutti, patisce le folate giallorosse. Nel
complesso pero' non demerita. Anche lui assente
con il Piacenza causa cartellino giallo. HELVEG
5,5 - Ritorna titolare dopo quasi due mesi (ultima
apparizione in questo senso il 6 gennaio con la
Juve) e si vede. A gioco lungo lo abbandonano pure
le forze. N' GOTTY 5 - L' anello debole della
catena rossonera. Il centrocampo milanista imbarca
acqua proprio dalle sue parti. Incaricato di
catturare palloni, ne fa omaggio in quantita' agli
avversari. Classico difensore che, di fronte agli
orizzonti allargati della meta' campo, si fa
prendere dall' angoscia. ALBERTINI 5,5 - La
dedizione e' grande ma i rifornimenti per l'
attacco inesistenti. GUGLIELMINPIETRO 6,5 - Va a
stantuffo dove di solito passeggia Ziege. Piu' che
sufficiente nella fase di chiusura, e' l' unico ad
azzardare lo sfondamento sulla fascia. LEONARDO
5,5 - Parte frizzante, sfiora il gol, e' vivo ma,
nel giro di mezz' ora, va in apnea. E con lui il
Milan. BIERHOFF 5 - Non e' facile giocare in
solitudine agli indiani, come gli capita nella
ripresa. Pero' nel primo tempo dilapida buoni
palloni, che forse avrebbero potuto mutare il
corso della partita. BOBAN 5,5 - Non e' il
prestigiatore di Firenze e neppure il guerriero
del secondo tempo contro il Cagliari. Lo
immaginavamo a tutto campo, libero di scatenare la
fantasia, e invece le consegne lo emarginano all'
ala, senza possibilita' di incidere realmente
sull' incontro. MORFEO 5,5 - Non riesce a
vivacizzare l' anemica manovra offensiva. GANZ 5,5
- Idem come sopra. a.co.
LE PAGELLE GIALLOROSSE Totti fa
prodezze sotto gli occhi di Zoff ROMA -
Totti il trascinatore della Roma rifiorita: 7
punti nelle ultime tre gare. Impossibile per il
Milan, battuto sui ritmi e strapazzato a
centrocampo, agganciare la vetta. Ancora una
volta, i laziali ringraziano Zdenek Zeman.
CHIMENTI 6 - Salvato da Tommasi e dalla traversa
nell' illusorio avvio dei rossoneri, sbriga l'
ordinaria amministrazione senza destare le
abituali apprensioni. QUADRINI 5,5 - Rappresenta
l' unica scelta sbagliata del tecnico giallorosso.
Capitato sul binario - Guly, non regge le
accelerazioni di questo propulsore tonico e
ispirato, forse l' unico milanista che non s'
arrende mai. Ma arrivera' Wome, per togliere dagli
impacci il baby di Trigoria. ZAGO 7,5 - Annulla
Bierhoff e quant' altri pretendano di sfondare nei
suoi paraggi. Poi si propone in avanscoperta, come
previsto dalle girandole romaniste. Impeccabile.
ALDAIR 7 - Motivato dall' appuntamento dell' onore
romanista, torna il Pluto dei bei tempi andati.
Una calamita di palloni. Non c' e' trippa per
Boban e Leonardo. CANDELA 6 - Parte male, quasi
estraneo alle recuperate armonie zemaniane. Ma lo
stonato Helveg gli permette una successiva
riabilitazione, anche se i suoi frequenti allunghi
non determinano pericoli. TOMMASI 6,5 - Sventaglia
l' aggressivita' del tipico cursore di Zeman,
riservando le energie soprattutto alla fase
difensiva. Forse non ha dimenticato i torti subiti
all' andata e schianta N' Gotty a passo di carica.
DI BIAGIO 6,5 - Smaltiti gli acciacchi, arriva a
tratti sui livelli delle prestazioni mondiali.
Organizza il pressing, chiude i varchi e rilancia.
Albertini s' inchina. DI FRANCESCO 6,5 - Furore
agonistico, pero' pure assolo e giocate
trapassanti. Gli omologhi contrapposti spariscono.
PAULO SERGIO 6,5 - Soffre Maldini e gli serve l'
illuminazione di Totti per diventare, sul filo del
fuorigioco, l' uomo partita. Decima rete in
campionato, una capocciata memorabile. DELVECCHIO
6 - Respira la diffidenza dei tifosi e comunque
distribuisce tanti palloni, difendendoli con
caparbieta' . Sfiora anche il gol, prima di finire
stremato. TOTTI 7,5 - Un sabato da campionissimo,
culminato nella pennellata (saltando due
avversari) che riporta un po' d' euforia fra i
romanisti. Il commissario tecnico Zoff ne prende
atto. Prima aveva colpito pure una traversa. WOME
6 - Meglio di Quadrini: un ritorno importante per
la difesa. ARBITRO: BETTIN 5,5 - Ha sempre lo
stesso destino di non convincere appieno.
Risparmia il dovuto cartellino giallo a Quadrini
(fallo su Boban) e a Di Biagio. Poi blocca troppo
il gioco, punendo infrazioni opinabili. Franco
Melli
L' AMAREZZA PER L' AIUTO AI
"CUGINI" I giallorossi fanno festa soltanto a
meta' "Con nemici cosi' , la Lazio ha gia' vinto"
Zeman ironico: "E' un peccato aver perso tanti
punti per errori fatti da altri"
ROMA - Si puo' battere il
Milan e non impazzire di felicita' ? La faccia di
Zeman, spenti i fuochi dell' Olimpico, dice che si
puo' , eccome. Il suo presidente, Sensi, parla di
"Roma tornata finalmente a volare", i suoi
giocatori di "vittoria fondamentale per la svolta,
dopo tanta sfortuna". Il boemo dice semplicemente
che e' soddisfatto. Ma a guardarlo ci si crede
poco. Che partite come questa accrescano il
rimpianto per quello che poteva essere e non sara'
? Zeman sulle prime prova a negare: "Credo che
aver giocato sempre alla pari con le grandi, a
volte anche molto meglio, sia piu' un motivo di
soddisfazione che non di rimpianto". Ma alla fine
deve riconoscere il disappunto che gli rode
dentro: "Il rammarico piu' forte e' non avere
quello che dovevamo avere". I famosi 9 punti
"rubati" dagli arbitri? " + storia vecchia, ormai.
Si sbaglia sempre nel calcio. Ma in questo
campionato, in una fase molto delicata, nei nostri
confronti si e' sbagliato troppo". La Roma,
insomma, torna a mettere sotto il Milan, a 4 mesi
di distanza, centrando stavolta il risultato. Ma
il suo maestro non ride: "Vero, contro i rossoneri
abbiamo disputato due grandissime gare. Forse all'
andata eravamo stati persino piu' sciolti, pur
perdendo. Erano altri tempi: allora credevamo di
poter lottare per lo scudetto, oggi cerchiamo
soltanto di avvicinarci ad una posizione piu'
dignitosa". C' e' amarezza nell' allenatore che,
pure, ha battuto Zaccheroni per la prima volta in
campionato. La Roma gli e' piaciuta, spiega, "per
la resa atletica e per la manovra, anche se a
volte si e' giocato un po' meno del solito: ma
quando non si trova subito la soluzione giusta, e'
meglio restare calmi e soprattutto evitare di
combinare guai". Quello che proprio non gli va
giu' e' la classifica: "Abbiamo confermato di
poter competere con tutte le squadre che ci stanno
davanti. Al Milan abbiamo lasciato un paio di
occasioni all' inizio e poi niente piu' .
Zaccheroni sostiene che non si possono fare 34
partite ai ritmi della Roma? Io dico che se ne
possono fare anche 60. + sempre piu' questione di
testa che di gambe". Un accenno a Totti ("Qualcuno
dubitava che fosse un grande giocatore: eccolo
servito"), un altro a Delvecchio ("L' ho preferito
a Fabio Junior perche' ci da' piu' profondita' e
ce l' ha data") e poi la lingua di Zeman torna a
battere dove il dente duole. Basta chiedergli:
prima lo 0 - 0 di Firenze, ora questa vittoria sul
Milan, non e' che la Roma stia facendo troppi
favori alla Lazio? "Ognuno deve giocare il suo
campionato: e' inevitabile che qualcuno approfitti
di certi risultati. Ma credo che chi vuole vincere
lo scudetto debba contare soprattutto sulla
propria forza". Non gli va proprio giu' quella
Lazio che resta incollata in vetta alla
classifica. E non e' il solo. Se Sensi uscendo
dallo stadio torna su un concetto gia' espresso in
settimana ("Potessi strapparla dal primo posto lo
farei con le mie mani"), il goleador della
giornata, Paulo Sergio, al centro numero 22 in 55
partite italiane, confessa che "lo sgambetto fatto
al Milan ha un solo effetto negativo: lanciare
ancora di piu' la Lazio verso lo scudetto". E
anche Di Francesco, maratoneta ancora decisivo, la
pensa piu' o meno cosi' : "Io guardo solo alla
Roma e sono stracontento di aver vinto una partita
decisiva per il morale e per la classifica. Spiace
essere rimasti cosi' indietro: una squadra che
gioca come abbiamo fatto noi contro Fiorentina e
Milan dovrebbe competere per il titolo. E poi c'
e' la Lazio: si fa fatica a digerire che sia cosi'
in alto". Ma la battuta piu' amara, dentro lo
spogliatoio romanista, viene da un altro
giocatore, che pretende l' anonimato: "La cosa che
mi fa piu' rabbia? Aver constatato che, se il
Milan e' tutto qui, la Lazio puo' anche andare a
perdere a Vicenza e vincere ugualmente lo scudetto
a mani basse. Se i suoi avversari sono questi,
tanto vale mettersi l' animo in pace". Povero
Diavolo: qui all' Olimpico e' sembrato cosi'
brutto da intristire persino chi l' ha battuto.
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