Amichevole
ROMA - SANTOS 2-3
Roma, Stadio Olimpico
giovedė 27 agosto 1998
ore: 20.45

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Tabellino partita
ROMA (4 - 3 - 3): Chimenti (Konsel dal 23' s.t.); Candela, Zago (Petruzzi dal 1' s.t.), Aldair, Wome (Dal Moro dal 23' s.t.); Di Francesco (Tommasi dal 1' s.t.), Di Biagio (Conti dal 39' s.t.), Alenitchev (Tomic dal 1' s.t.); Gautieri (Paulo Sergio dal 1' s.t.), Delvecchio (Bartelt dal 1' s.t.),Totti (Frau dal 23's.t.).

SANTOS (3 - 4 - 3): Zetti; Jean (Sandro dal 16' s.t.), Argel, Athirson (Elder dal 30' s.t.); Anderson (Gustavo dal 29' s.t.), Narciso, Claudiomiro, Jorginho (Fernades dal 29' s.t.); Lucio (Alessandro dal 20' s.t.), Viola, Aristizabal (Adiel dal 13' s.t.).

ARBITRO: Ceccarini di Livorno.
MARCATORI: Anderson (S) al 30'p.t., Aristizabal (S) al 7' e 10', Bartelt (R) al 12 e 38's.t.
NOTE: Spettatori 61.509 per un incasso di lire 925.895.000. Ammoniti Claudiomiro e Sandro.



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Roma, Bartelt spegne i fischi

ROMA - Nasce come sera di festa, l' ouverture dell' Olimpico. Anche se nell' aria giā viaggia la notizia che Paperon Cragnotti porterā in casa Lazio anche Christian Vieri. L' ottava amichevole con il leggendario Santos, che oggi - senza stelle - č di nuovo primo nel campionato brasiliano, presenta alla cittā la meno leggendaria Roma. Eccola, mentre il sole va a tramontare. Konsel esce per primo. Il serbo Ivān Tomic sfila con l' orecchino, ma resterā fuori. Totti č un urlo dello stadio. Non ci sono le Harley Davidson della settimana prima, che scortavano Salas e Mancini tra i fuochi d' artificio. E' una festa garbata, con bimbi per mano, palloni autografati calciati in Tribuna Tevere e la torcida del Fans club do Brazil. C' č la retorica del ventre di Venditti e Gallo Cedrone Verdone, il cui ciuffo cinematografico ispira l' ultimo taglio di Totti. Annoiata Sabrina Ferilli, perplesso Vittorio Gassman, genoano dichiarato. C' č Max Biaggi, annunciato dal bravo presentatore come "campione del mondo delle 500", anche se per ora č solo primo in classifica. E c' č uno stadio quasi pieno (61 mila), ci sono i bagarini, il vippaio, i fischi all' allenatore della nazionale Zoff. E' tornata la Roma. Si parte: al 4' il russo Alenitchev apre per Gautieri, in area a Delvecchio, devia Zetti. La difesa del Santos č approssimativa, forse basterebbe l' ultimo Balbo per penetrarla. Al 14' da Gautieri a Delvecchio, solo: sui piedi del portiere. Totti sembra stanco per la partita del giorno prima con la nazionale militare. La Roma mostra una grande corsa, soprattutto sul recupero. Ma alla mezz' ora Anderson, dopo aver distribuito dozzine di tocchi felini, va a tirare una punizione con finta incorporata: Chimenti abbocca e si sposta al centro, la palla rotante s' affloscia sul suo angolo basso. Ora in Curva Sud si canta: "Vinceremo il tricolor". Tre amichevoli vere, due sconfitte e un pari: "Batistuta dove sta?", si canta ancora. Otto cambi nella ripresa. Subito un liscio di Tommasi che manda in visibilio lo stadio, poi belle uscite palla al piede di Aldair. Propulsivo il camerunense Wome, peccato dimentichi Aristizabal al centro, che raccoglie un cross da sinistra di Lucio e appoggia di testa: 0-2. Un minuto e Totti, a sei metri dalla porta, sfiora il palo. Ma il terzo gol dei brasiliani č lė: stesso assist-man (in fuorigioco), stesso marcatore: Aristizabal. Tocca all' oggetto misterioso Bartelt carpire una palla a forza, entrare in area e battere Zetti. Un boato, sembra solo l' ultima ironia. Ma la cittā scopre, almeno, un argentino acquistato dal Lanus. Che a 7' dalla fine riceve da Paulo Sergio e mitiga la sconfitta. ROMA-SANTOS 2-3 Roma (4-3-3 a zona): Chimenti (23' st Konsel) - Candela, Zago (1' st Petruzzi), Aldair, Wome (23' st Dal Moro) - Di Francesco (1' st Tommasi), Di Biagio, Alenitchev (1' st Tomic) - Gautieri (1' st Paulo Sergio), Delvecchio (1' st Bartelt), Totti (23' st Frau) Reti: 30' Anderson, 5' e 10' st Aristizabal, 12' e 38' st Bartelt
(repubblica.it)

Anderson, e Aristizabal (doppietta) per i brasiliani e della punta argentina Gustavo Bartelt per la Roma (doppietta)

gazzetta.it
a Roma addormenta la festa

strapazzati dai brasiliani, Bartelt salva l' onore; intanto Sensi insegue Trezeguet; la partita: la doppietta di Bartelt rende meno amara la serata, i giallorossi spengono l' entusiasmo degli spettatori; soffrono il ritmo degli avversari fino alla fine e gli spunti di Totti e Di Francesco non bastano; la festa: parata di vip ; la madrina, Sabrina Ferilli, riceve la maglia numero uno da Vittorio Gassman; Biaggi, Banfi e Venditti, tutti ad applaudire i giallorossi che sfilano in campo con una mascotte; Aldair il piu' acclamato

ROMA - SANTOS 2 - 3 / Debutto deludente della squadra di Zeman all'Olimpico La Roma addormenta la festa Strapazzati dai brasiliani, Bartelt salva l'onore. Intanto Sensi insegue Trezeguet LA PARTITA - La doppietta di Bartelt rende meno amara la serata. I giallorossi spengono l'entusiasmo degli spettatori. Soffrono il ritmo degli avversari fino alla fine e gli spunti di Totti e Di Francesco non bastano ROMA - Dalle stelle alle stalle. Prima Ferilli, Biaggi, Gassman etc. Poi la Roma. Piu' di sessantamila, con l'idea d'una festa. Ma i fischi che all'inizio vengono riservati solo a Franco Sensi, che poi alleviera' grazie al "tesorino" Bartelt la sfortuna di imbroccare nell'acquisto di Christian Vieri a cura di Paperon Cragnotti, gia' prima dell'intervallo sono distribuiti all'intera squadra. In campo, solo gli avversari. Il Santos che non sara' piu' quello di Pele' ma ha evidentemente conservato ottimi rapporti con lo stadio Olimpico, dove maramaldeggio' a piu' riprese tanti anni fa e dove replica, con un 3 - 2 che gli va persino stretto, anche se nel finale il giovanottello Frau sfiora il pari. Un mistero, con tutta l'accozzaglia di stranieri piovuti in Italia, comprendere perche' sia stato lasciato a casa propria Anderson. Uomo di fascia destra col ghiribizzo di tirare (e segnare) le punizioni alla Zico. La Roma si presenta orfana di Cafu, col tradizionale 4 - 3 - 3 zemaniano, con Candela a destra e Wome a sinistra, a far coppia verticale sulle rispettive corsie con Di Francesco e Alenitchev. Poiche' davanti si comincia con Gautieri - Delvecchio - Totti, le novita' stagionali sono quindi tutte a sinistra. Dove il Santos spopolera'. Per carita', e' una Roma imballata, che ha mille alibi. Ma se la finalita' e' quella di sedurre gli spettatori, beh, qualcuno ha sbagliato i calcoli. Allo stato attuale, Alenitchev e' un corpo estraneo e Wome un volenteroso e atleticamente dotato ragazzone cui, chissa' perche', fanno anche tirare punizioni puntualmente sbilenche. Quanto alla cosiddetta vecchia guardia, la romanita' di Totti e Di Biagio, su cui comunque poggiano le piu' concrete speranze della squadra che verra', si estrinseca per ora con entrate, manate, verbosita' e piu' in generale tutto un repertorio di atteggiamenti degni davvero di miglior causa. Il redivivo Ceccarini, memore d'averla scampata bella appena 48 ore prima, graziera' Totti (e Narciso) dopo appena otto minuti. Meritavano entrambi il cartellino rosso, altro che il giallo riservato martedi' agli arbitri. La Roma mostra frammenti di pressing, un Delvecchio tanto presente quanto deplorevolmente prodigo, e il solito Di Francesco maratoneta. Troppo poco per fronteggiare una squadra corta, bene organizzata, che col 3 - 4 - 3 tiene in scacco i giallorossi anche tatticamente. Due fiammate inziali, poi per la Roma e' notte fonda. Il primo tempo termina 1 - 0 solo perche' dopo la punizione pennellata da Anderson (30') alle spalle d'un immobile Chimenti il Santos sbaglia l'inimmaginabile. Ma nella ripresa, quando la Romauno lascia il campo a quella due (dentro Bartelt, Tomic, Tommasi, Paulo Sergio e Petruzzi), le cose se possibile peggiorano. Il Santos tocchettando di fino trafigge due volte col colombiano Aristizabal la burrosa difesa giallorossa. Poi lascia fare. E la rabbiosa doppietta di Bartelt, un Caniggia fortunamente piu' robusto, rende meno amara la serata. Ma solo un po'. Ruggiero Palombo

LA FESTA - Parata di vip. La madrina, Sabrina Ferilli, riceve la maglia numero uno da Vittorio Gassman. Biaggi, Banfi e Venditti, tutti ad applaudire i giallorossi che sfilano in campo con una mascotte. Aldair il piu' acclamato ROMA - Comincia la festa con il film di un campionato che sfila sui tabelloni dell'Olimpico. Sembra qualcosa lontano mille anni e invece sono i momenti felici della stagione passata. Un film censurato, mancano le partite con la Lazio, ma la dimenticanza si puo' perdonare, nel giorno della festa, o meglio e' d'obbligo. L'attrice Sabrina Ferilli, madrina ultrafesteggiata, riceve in regalo la maglia numero uno da parte di Vittorio Gassman, mentre Max Biaggi arrivato all'ultimo momento e' la sorpresa della giornata, dice che e' pronto all'impennata con la sua moto: "Ma solo se ci sara' l'occasione per farlo". Una promessa e' una promessa. E la Ferilli con grazia rifiuta di fare pronostici: "Quando tifi per una squadra l'ami e basta, speri che vinca sempre, cos'altro puoi pensare?" Lino Banfi, il regista Vanzina, Bracconeri e tanti personaggi dello spettacolo sembrano gli scolari al primo giorno di scuola, tutti emozionati. I giocatori entrano uno alla volta chiamati a gran voce dai tifosi, tutti accompagnati da una mascotte. L'applausometro indica come primo Aldair, seguito da Totti e Delvecchio. Ma il quarto - chi lo avrebbe mai detto? - e' un certo Daniele Conti, il nome avra' pure un suo valore e i cromosomi sono quelli giusti. C'e' una conferenza stampa prima della presentazione dove Totti, tirato a lucido, sembra finalmente quello che dovrebbe essere, un bravo studente casa e pallone. Dice di non pensare alla nazionale: "Pero' se gioco bene con la Roma, chissa". Ovvero ci pensa piu' che mai. Aldair risponde con il solito sorriso sulle labbra a tutte le domande sulla fascia da capitano e Delvecchio a quelle sulla rivalita' con Bartelt. Konsel conferma l'addio alla nazionale austriaca, lascia solo Herbert Prohaska: "Devo dare il meglio e pensare alla Roma, dobbiamo affrontare avversarie fortissime con l'obiettivo di fare meglio dell'anno passato". Il piu' tranquillo e' Zeman il quale chiede di parlare degli obiettivi della squadra e non di doping, per poi affermare con sicurezza: "Cosa succedera' fuori casa? Niente di particolare, mi aspetto un pubblico corretto che sappia apprezzarci se riusciremo a comportarci bene e dare spettacolo. Poi dipende da come la stampa sapra' presentare gli avvenimenti". Un colpo al cerchio e uno alla botte. Ma e' ovviamente il presidente Sensi che tiene banco. Battute d'obbligo, auguri, speranze: "Vogliamo portare allo stadio le famiglie in serenita' e amicizia, siamo arrivati quarti malgrado incidenti di percorso (ovvero le sconfitte con la Lazio nei due derby), vogliamo fare meglio". Nessuno si sbilancia, ma che sara' questo "meglio"? Lo chiede Antonello Venditti a Zeman al centro del campo durante la presentazione, risposta vaga. Sensi nel frattempo racconta le sue verita' di una estate tormentata: "Il solo attaccante che ha cambiato squadra e' stato Bierhoff, abbiamo provato con tutti quelli che ci interessavano, ma abbiamo avuto solo rifiuti, chi ha gli attaccanti buoni se li tiene. Salas? + stata una operazione addirittura della stagione passata, parliamo di marzo. Comunque io non mi rassegno, vado a Monaco per tentare l'ultimo assalto a Trezeguet. Il ragazzo vuole venire da noi, il principe Alberto pare ben disposto, la societa' ha anche bisogno di pareggiare il proprio bilancio, quindi gli ingredienti per farci dire di si' ci sono tutti. Non mi arrendo. Ci proveremo fino all'ultimo". Intanto la Lazio ha preso Vieri: "Davvero? Non mi risulta che sia ancora fatta". Questione di particolari, certo questa non ci voleva: vero, presidente? Giorgio Lo Giudice

Zeman: "Non era una partita vera" Il tecnico sdrammatizza: "Era solo un incontro con i tifosi" ROMA - C'e' ancora il presidente Sensi, quello del dopopartita, a tenere banco: "Ho visto una squadra discreta, d'altra parte abbiamo perso contro un avversario secondo in campionato. Niente allarmismi: fra 15 giorni siamo pronti anche noi. Avete visto che bravo Bartelt? Aveva bisogno di sbloccarsi e lo ha fatto nel migliore dei modi. Mi sembra che veda bene la porta e abbia una grande dote, la velocita'. Questo non cambia i programmi, a Monaco riprovo per Trezequet. Certo, se in cambio mi chiedono Delvecchio, la risposta e' no". Zeman da parte sua la mette quasi sullo scherzo: "Partita? Ma questa non era una partita, soltanto un incontro con i nostri tifosi perche' potessero rivedere i loro giocatori, quelli vecchi e quelli nuovi. Conclusioni? No, proprio non ne posso fare, ne' sui singoli ne' sul gioco, perche' dare giudizi su una partita che non e' una partita non sarebbe corretto. Loro sono avanti nella condizione, gia' in forma, noi stiamo lavorando duramente. In questo periodo debbono stare tutti male, guai se fossero gia' al meglio, vorrebbe dire che abbiamo sbagliato tutto e allora mi dovrei preoccupare veramente. Fischi? Applausi? Non ho sentito ne' gli uni ne' gli altri". g.l.g.

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