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I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
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Roma, Bartelt spegne i fischi
ROMA - Nasce come sera di
festa, l' ouverture dell' Olimpico. Anche se nell'
aria giā viaggia la notizia che Paperon Cragnotti
porterā in casa Lazio anche Christian Vieri. L'
ottava amichevole con il leggendario Santos, che
oggi - senza stelle - č di nuovo primo nel
campionato brasiliano, presenta alla cittā la meno
leggendaria Roma. Eccola, mentre il sole va a
tramontare. Konsel esce per primo. Il serbo Ivān
Tomic sfila con l' orecchino, ma resterā fuori.
Totti č un urlo dello stadio. Non ci sono le
Harley Davidson della settimana prima, che
scortavano Salas e Mancini tra i fuochi d'
artificio. E' una festa garbata, con bimbi per
mano, palloni autografati calciati in Tribuna
Tevere e la torcida del Fans club do Brazil. C' č
la retorica del ventre di Venditti e Gallo Cedrone
Verdone, il cui ciuffo cinematografico ispira l'
ultimo taglio di Totti. Annoiata Sabrina Ferilli,
perplesso Vittorio Gassman, genoano dichiarato. C'
č Max Biaggi, annunciato dal bravo presentatore
come "campione del mondo delle 500", anche se per
ora č solo primo in classifica. E c' č uno stadio
quasi pieno (61 mila), ci sono i bagarini, il
vippaio, i fischi all' allenatore della nazionale
Zoff. E' tornata la Roma. Si parte: al 4' il russo
Alenitchev apre per Gautieri, in area a
Delvecchio, devia Zetti. La difesa del Santos č
approssimativa, forse basterebbe l' ultimo Balbo
per penetrarla. Al 14' da Gautieri a Delvecchio,
solo: sui piedi del portiere. Totti sembra stanco
per la partita del giorno prima con la nazionale
militare. La Roma mostra una grande corsa,
soprattutto sul recupero. Ma alla mezz' ora
Anderson, dopo aver distribuito dozzine di tocchi
felini, va a tirare una punizione con finta
incorporata: Chimenti abbocca e si sposta al
centro, la palla rotante s' affloscia sul suo
angolo basso. Ora in Curva Sud si canta:
"Vinceremo il tricolor". Tre amichevoli vere, due
sconfitte e un pari: "Batistuta dove sta?", si
canta ancora. Otto cambi nella ripresa. Subito un
liscio di Tommasi che manda in visibilio lo
stadio, poi belle uscite palla al piede di Aldair.
Propulsivo il camerunense Wome, peccato dimentichi
Aristizabal al centro, che raccoglie un cross da
sinistra di Lucio e appoggia di testa: 0-2. Un
minuto e Totti, a sei metri dalla porta, sfiora il
palo. Ma il terzo gol dei brasiliani č lė: stesso
assist-man (in fuorigioco), stesso marcatore:
Aristizabal. Tocca all' oggetto misterioso Bartelt
carpire una palla a forza, entrare in area e
battere Zetti. Un boato, sembra solo l' ultima
ironia. Ma la cittā scopre, almeno, un argentino
acquistato dal Lanus. Che a 7' dalla fine riceve
da Paulo Sergio e mitiga la sconfitta. ROMA-SANTOS
2-3 Roma (4-3-3 a zona): Chimenti (23' st Konsel)
- Candela, Zago (1' st Petruzzi), Aldair, Wome
(23' st Dal Moro) - Di Francesco (1' st Tommasi),
Di Biagio, Alenitchev (1' st Tomic) - Gautieri (1'
st Paulo Sergio), Delvecchio (1' st Bartelt),
Totti (23' st Frau) Reti: 30' Anderson, 5' e 10'
st Aristizabal, 12' e 38' st Bartelt
(repubblica.it)
Anderson,
e Aristizabal (doppietta) per i brasiliani e della
punta argentina Gustavo Bartelt per la Roma
(doppietta)
gazzetta.it
a Roma addormenta la festa
strapazzati dai brasiliani, Bartelt salva l' onore;
intanto Sensi insegue Trezeguet; la partita: la
doppietta di Bartelt rende meno amara la serata, i
giallorossi spengono l' entusiasmo degli spettatori;
soffrono il ritmo degli avversari fino alla fine e gli
spunti di Totti e Di Francesco non bastano; la festa:
parata di vip ; la madrina, Sabrina Ferilli, riceve la
maglia numero uno da Vittorio Gassman; Biaggi, Banfi e
Venditti, tutti ad applaudire i giallorossi che
sfilano in campo con una mascotte; Aldair il piu'
acclamato
ROMA - SANTOS 2 - 3 / Debutto deludente della squadra
di Zeman all'Olimpico La Roma addormenta la festa
Strapazzati dai brasiliani, Bartelt salva l'onore.
Intanto Sensi insegue Trezeguet LA PARTITA - La
doppietta di Bartelt rende meno amara la serata. I
giallorossi spengono l'entusiasmo degli spettatori.
Soffrono il ritmo degli avversari fino alla fine e gli
spunti di Totti e Di Francesco non bastano ROMA -
Dalle stelle alle stalle. Prima Ferilli, Biaggi,
Gassman etc. Poi la Roma. Piu' di sessantamila, con
l'idea d'una festa. Ma i fischi che all'inizio vengono
riservati solo a Franco Sensi, che poi alleviera'
grazie al "tesorino" Bartelt la sfortuna di imbroccare
nell'acquisto di Christian Vieri a cura di Paperon
Cragnotti, gia' prima dell'intervallo sono distribuiti
all'intera squadra. In campo, solo gli avversari. Il
Santos che non sara' piu' quello di Pele' ma ha
evidentemente conservato ottimi rapporti con lo stadio
Olimpico, dove maramaldeggio' a piu' riprese tanti
anni fa e dove replica, con un 3 - 2 che gli va
persino stretto, anche se nel finale il giovanottello
Frau sfiora il pari. Un mistero, con tutta
l'accozzaglia di stranieri piovuti in Italia,
comprendere perche' sia stato lasciato a casa propria
Anderson. Uomo di fascia destra col ghiribizzo di
tirare (e segnare) le punizioni alla Zico. La Roma si
presenta orfana di Cafu, col tradizionale 4 - 3 - 3
zemaniano, con Candela a destra e Wome a sinistra, a
far coppia verticale sulle rispettive corsie con Di
Francesco e Alenitchev. Poiche' davanti si comincia
con Gautieri - Delvecchio - Totti, le novita'
stagionali sono quindi tutte a sinistra. Dove il
Santos spopolera'. Per carita', e' una Roma imballata,
che ha mille alibi. Ma se la finalita' e' quella di
sedurre gli spettatori, beh, qualcuno ha sbagliato i
calcoli. Allo stato attuale, Alenitchev e' un corpo
estraneo e Wome un volenteroso e atleticamente dotato
ragazzone cui, chissa' perche', fanno anche tirare
punizioni puntualmente sbilenche. Quanto alla
cosiddetta vecchia guardia, la romanita' di Totti e Di
Biagio, su cui comunque poggiano le piu' concrete
speranze della squadra che verra', si estrinseca per
ora con entrate, manate, verbosita' e piu' in generale
tutto un repertorio di atteggiamenti degni davvero di
miglior causa. Il redivivo Ceccarini, memore d'averla
scampata bella appena 48 ore prima, graziera' Totti (e
Narciso) dopo appena otto minuti. Meritavano entrambi
il cartellino rosso, altro che il giallo riservato
martedi' agli arbitri. La Roma mostra frammenti di
pressing, un Delvecchio tanto presente quanto
deplorevolmente prodigo, e il solito Di Francesco
maratoneta. Troppo poco per fronteggiare una squadra
corta, bene organizzata, che col 3 - 4 - 3 tiene in
scacco i giallorossi anche tatticamente. Due fiammate
inziali, poi per la Roma e' notte fonda. Il primo
tempo termina 1 - 0 solo perche' dopo la punizione
pennellata da Anderson (30') alle spalle d'un immobile
Chimenti il Santos sbaglia l'inimmaginabile. Ma nella
ripresa, quando la Romauno lascia il campo a quella
due (dentro Bartelt, Tomic, Tommasi, Paulo Sergio e
Petruzzi), le cose se possibile peggiorano. Il Santos
tocchettando di fino trafigge due volte col colombiano
Aristizabal la burrosa difesa giallorossa. Poi lascia
fare. E la rabbiosa doppietta di Bartelt, un Caniggia
fortunamente piu' robusto, rende meno amara la serata.
Ma solo un po'. Ruggiero Palombo
LA FESTA - Parata di vip. La madrina, Sabrina Ferilli,
riceve la maglia numero uno da Vittorio Gassman.
Biaggi, Banfi e Venditti, tutti ad applaudire i
giallorossi che sfilano in campo con una mascotte.
Aldair il piu' acclamato ROMA - Comincia la festa con
il film di un campionato che sfila sui tabelloni
dell'Olimpico. Sembra qualcosa lontano mille anni e
invece sono i momenti felici della stagione passata.
Un film censurato, mancano le partite con la Lazio, ma
la dimenticanza si puo' perdonare, nel giorno della
festa, o meglio e' d'obbligo. L'attrice Sabrina
Ferilli, madrina ultrafesteggiata, riceve in regalo la
maglia numero uno da parte di Vittorio Gassman, mentre
Max Biaggi arrivato all'ultimo momento e' la sorpresa
della giornata, dice che e' pronto all'impennata con
la sua moto: "Ma solo se ci sara' l'occasione per
farlo". Una promessa e' una promessa. E la Ferilli con
grazia rifiuta di fare pronostici: "Quando tifi per
una squadra l'ami e basta, speri che vinca sempre,
cos'altro puoi pensare?" Lino Banfi, il regista
Vanzina, Bracconeri e tanti personaggi dello
spettacolo sembrano gli scolari al primo giorno di
scuola, tutti emozionati. I giocatori entrano uno alla
volta chiamati a gran voce dai tifosi, tutti
accompagnati da una mascotte. L'applausometro indica
come primo Aldair, seguito da Totti e Delvecchio. Ma
il quarto - chi lo avrebbe mai detto? - e' un certo
Daniele Conti, il nome avra' pure un suo valore e i
cromosomi sono quelli giusti. C'e' una conferenza
stampa prima della presentazione dove Totti, tirato a
lucido, sembra finalmente quello che dovrebbe essere,
un bravo studente casa e pallone. Dice di non pensare
alla nazionale: "Pero' se gioco bene con la Roma,
chissa". Ovvero ci pensa piu' che mai. Aldair risponde
con il solito sorriso sulle labbra a tutte le domande
sulla fascia da capitano e Delvecchio a quelle sulla
rivalita' con Bartelt. Konsel conferma l'addio alla
nazionale austriaca, lascia solo Herbert Prohaska:
"Devo dare il meglio e pensare alla Roma, dobbiamo
affrontare avversarie fortissime con l'obiettivo di
fare meglio dell'anno passato". Il piu' tranquillo e'
Zeman il quale chiede di parlare degli obiettivi della
squadra e non di doping, per poi affermare con
sicurezza: "Cosa succedera' fuori casa? Niente di
particolare, mi aspetto un pubblico corretto che
sappia apprezzarci se riusciremo a comportarci bene e
dare spettacolo. Poi dipende da come la stampa sapra'
presentare gli avvenimenti". Un colpo al cerchio e uno
alla botte. Ma e' ovviamente il presidente Sensi che
tiene banco. Battute d'obbligo, auguri, speranze:
"Vogliamo portare allo stadio le famiglie in serenita'
e amicizia, siamo arrivati quarti malgrado incidenti
di percorso (ovvero le sconfitte con la Lazio nei due
derby), vogliamo fare meglio". Nessuno si sbilancia,
ma che sara' questo "meglio"? Lo chiede Antonello
Venditti a Zeman al centro del campo durante la
presentazione, risposta vaga. Sensi nel frattempo
racconta le sue verita' di una estate tormentata: "Il
solo attaccante che ha cambiato squadra e' stato
Bierhoff, abbiamo provato con tutti quelli che ci
interessavano, ma abbiamo avuto solo rifiuti, chi ha
gli attaccanti buoni se li tiene. Salas? + stata una
operazione addirittura della stagione passata,
parliamo di marzo. Comunque io non mi rassegno, vado a
Monaco per tentare l'ultimo assalto a Trezeguet. Il
ragazzo vuole venire da noi, il principe Alberto pare
ben disposto, la societa' ha anche bisogno di
pareggiare il proprio bilancio, quindi gli ingredienti
per farci dire di si' ci sono tutti. Non mi arrendo.
Ci proveremo fino all'ultimo". Intanto la Lazio ha
preso Vieri: "Davvero? Non mi risulta che sia ancora
fatta". Questione di particolari, certo questa non ci
voleva: vero, presidente? Giorgio Lo Giudice
Zeman: "Non era una partita vera" Il tecnico
sdrammatizza: "Era solo un incontro con i tifosi" ROMA
- C'e' ancora il presidente Sensi, quello del
dopopartita, a tenere banco: "Ho visto una squadra
discreta, d'altra parte abbiamo perso contro un
avversario secondo in campionato. Niente allarmismi:
fra 15 giorni siamo pronti anche noi. Avete visto che
bravo Bartelt? Aveva bisogno di sbloccarsi e lo ha
fatto nel migliore dei modi. Mi sembra che veda bene
la porta e abbia una grande dote, la velocita'. Questo
non cambia i programmi, a Monaco riprovo per
Trezequet. Certo, se in cambio mi chiedono Delvecchio,
la risposta e' no". Zeman da parte sua la mette quasi
sullo scherzo: "Partita? Ma questa non era una
partita, soltanto un incontro con i nostri tifosi
perche' potessero rivedere i loro giocatori, quelli
vecchi e quelli nuovi. Conclusioni? No, proprio non ne
posso fare, ne' sui singoli ne' sul gioco, perche'
dare giudizi su una partita che non e' una partita non
sarebbe corretto. Loro sono avanti nella condizione,
gia' in forma, noi stiamo lavorando duramente. In
questo periodo debbono stare tutti male, guai se
fossero gia' al meglio, vorrebbe dire che abbiamo
sbagliato tutto e allora mi dovrei preoccupare
veramente. Fischi? Applausi? Non ho sentito ne' gli
uni ne' gli altri". g.l.g.
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