ItaloFoschi, che non era nato a Roma, ma che Romano si
sentiva, e che era passato al fascismo dalle camicie azzurre
dei nazionalisti, desiderava che la città fosse, anche
calcisticamente, non inferiore alle altre e, possibilmente,
ad un gradino superiore. Nell'inverno 1926/27, in casa
Foschi, in via Forlì, si cominciò a tessere la tela
giallorossa, già con una trama precisa nella mente del suo
ideatore, il quale, tra l'altro, era un uomo asciutto, di
statura modesta, con gli occhiali "pince-nez" e
l'immancabile sigaretta, Quante sigarette fumasse nessuno
ricorda. Si sa, comunque, che consumava un solo cerino: per
accendere la prima sigaretta al mattino. Poi, una dietro
l'altra, senza soluzione di continuità. Foschi era anche
molto parco nel mangiare e frugale al massimo. Bramante, uno
dei primi giocatori del primo periodo giallorosso, ricorda
che una volta, dopo essere stato a tavola con il primo
presidente della Roma, al termine gli disse, in tono
scherzoso: "Ora, vado a magnà", sottintendendo di avere
ancora molto spazio da riempire nello stomaco.
ItaloFoschi fu un
gerarca pulito, ed è ricordato per la sua capacità
organizzativa. Ma è anche stato il primo tifoso giallorosso,
oltre che primo presidente. Morì, colpito da una sincope,
allo stadio, al Flaminio, nell'attimo in cui la radio
comunicava che la sua Roma perdeva 2-0 a Genova, contro la
Sampdoria. Era il 20 marzo 1949. Non si era ancora
concluso il periodo dell'epurazione; c'era ancora un clima
di caccia alle streghe. E ai suoi funerali c'erano dodici
persone. Alle riunioni per far convergere nell'alveo
calcistico capitolino propugnato da Foschi tutte le società
che vi presero parte parteciparono: l'On.le Ulisse Igliori,
presidente dell'Alba; l'Avv.
Vittorio Scialoja, presidente del Roman; il marchese Giovanni Sacchetti, presidente
della FortitudoPro Roma.
ItaloFoschi, ormai
decisa la costituzione della nuova associazione sportiva,
alla quale era stato dato il nome di Roma e assegnati i
colori del Roman, cioè il
giallo e il rosso, e che rappresentavano i colori del
gonfalone del Campidoglio, convocò anche la Lazio. Tuttavia, sapendo le ragioni della
convocazione, i dirigenti della Lazio, su proposta del console GiorgioVaccaro
(quando il nome svela le origini!
n.d.L.), indirono un'assemblea
dei soci biancocelesti, nel corso della quale venen eletto
presidente il generale Ettore Varini e vice presidente il
console Vaccaro (giugno
1927). La mossa fu politica: Varini e Vaccaro (uno comandante e l'altro capo di S.M.
della Milizia) sfruttarono il latente dissidio fra gerarchi
e milizia e ottennero di restare esclusi, non supponendo,
certamente, che sarebbe nato, col loro dissenso, uno dei
motivi predominanti della tifoseria romana: la divisione tra
romanisti e laziali. L'operazione Foschi comunque era andata
in porto. La sede dell'A.S. Roma veniva stabilita in via
Uffici del Vicario n. 35