L'UNICA SOLUZIONE E' ESSERE
MASS-MEDIA
Così come sui giornali vengono pubblicati dei reportages sulle violenze degli ultras, credo sia giusto mettere on line questi reportages che trovano di solito assai poco spazio sui giornali.
 "I due poliziotti in borghese adesso erano smascherati. Invece di
eclissarsi, se ne stavano lì come un John L. Sullivan dei bei tempi
nella classica posa dei vecchi boxeurs: tutte e due le braccia in
avanti, muovendole in su e in giù, saltellando sul posto. "Venite in
avanti, hooligans inglesi, siamo pronti a combattere".
Molto politicamente Corretto, molto Danimarca. 
l ragazzi partivano, pronti ad avere un confronto, ma c'era un piccolo particolare che i poliziotti avevano evitato di precisare: "Vi offriamo un
combattimento che non abbiamo possibilità di perdere.
Se ci battete, vi arresteremo e vi faremo pestare dalla nostra migliore
squadra antisommossa, e non necessariamente in questo ordine,
cari i nostri signori Inglesi."
(CHELSEA HEADHUNTERS, Colin Ward e Chris "Chubby" Henderson)
2004/05
Lazio/P.S. (a Livorno)
I tifosi laziali denunciano: «Malmenati in un tunnel» 

                        ROMA - Notte da incubo per 500 tifosi laziali nella stazione di Livorno, malmenati dalla Polizia
                        sotto un tunnel. Dopo i primi scontri, avvenuti all’interno della curva, la situazione sembrava
                        tornata alla normalità intorno a mezzanotte. Una parte della tifoseria rientrava nella capitale in
                        auto, quella più consistente aspettava di tornare in treno, al cui partenza era prevista per l’una. E
                        così, a bordo di 6 pullman, i tifosi venivano convogliati e scortati verso la stazione del capoluogo.
                        «Pensavamo di poter risalire sul treno senza problemi - racconta S.G., sostenitore laziale e vice
                        direttore di banca in una filiale romana, presente a Livorno e testimone degli incidenti avvenuti
                        nella notte - invece, una volta sotto il tunnel che porta ai binari, i celerini hanno cominciato a
                        manganellare indiscriminatamente, compreso donne e ragazzi. Non potevamo scappare perché
                        eravamo in trappola, scene terribili. Poi, quando tutto sembrava finalmente finito, c’è stata una
                        seconda, pesante, carica della Polizia che ha circondato tutto il gruppo di tifosi. Alla fine siamo
                        stati costretti a salire sul vagone di un treno, fermo sui binari, di quelli senza scompartimenti, che
                        non era quello nostro, con finestrini e porte chiuse. Fermi dentro, per oltre un’ora, in attesa di
                        poter ripartire per Roma, con tante persone contuse e ferite. Il viaggio è cominciato con un’ora di
                        ritardo e siamo arrivati alla stazione Ostiense dopo le cinque: una nottata da incubo. Io stesso ho
                        accompagnato a casa una persona ferita al viso». 
                        «Sono cose che non dovrebbero mai accadere e che non hanno delle gisutificazioni - dice Enza
                        dell’Original Fans, punto di riferimento della tifoseria biancoceleste, anche lei presente alla
                        stazione di Livorno - io mi sono salvata perché ero salita sull’ultimo pullman che ci portava al
                        treno. Però quelli davanti a me, capitati sotto al tunnel, sono stati picchiati in maniera
                        indiscriminata dalle forze dell’ordine. Non avevo mai visto niente di simile, di questo passo si
                        uccide il calcio perché, prima o poi, la gente non andrà più in trasferta». 
                        Il bilancio degli scontri allo stadio di Livorno ha portato a 7 laziali denunciati, ma non ci sono
                        state persone arrestate, e diversi feriti, sia tra i tifosi che tra le forze dell’ordine in servizio. Molti,
                        però, quelli che non hanno fatto ricorso alle cure sanitarie. Intanto, il sindacato di Polizia del Siulp
                        ha condannato l’aggressione subita dal vice questore Cinelli, e da un agente che lo accompagnava,
                        da parte degli ultras livornesi all’esterno della curva nord, prima dell’inizio della partita. Il Siulp ha
                        anche attaccato il questore della città toscana, Antonio Puglisi, parlando apertamente di
                        ”fallimento della gestione dell’ordine pubblico”. Il comune di Livorno chiederà alla Lazio i danni
                        per riparare i servizi igienici della curva che sono stati danneggiati. 
(www.ilmessaggero.it)
LIVORNO — Una notte di ordinaria follia. Incidenti, scontri, lacrimogeni, feriti e un’odissea
                        terminata alle 5.30 di ieri mattina a Ostiense. I tifosi laziali hanno rivisto negli occhi le immagini di
                        Napoli ’97. «Ho avuto paura», esclama una tifosa biancoceleste, incolume nonostante gli attimi di
                        terrore vissuti da mezzanotte in poi, quando sugli spalti dell’Armando Picchi di Livorno sono partite
                        le prime cariche della polizia. Alla fine il bilancio parla di sette laziali denunciati (uno dei quali
                        minorenne), circa 30 feriti e una lunga coda di polemiche per la notte dello scontro ideologico
                        destra-sinistra (con contrapposizione di striscioni e bandiere nere e rosse) che s’è invece concluso
                        con gli incidenti tra tifosi biancocelesti e forze dell’ordine alla stazione centrale di Livorno.
                       «Stavamo cantando "tutti a destra, tutti a sinistra", un classico goliardico per chi ci conosce,
                        quando i circa 20-25 celerini o per paura o perché toccati in modo casuale hanno iniziato a
                        caricare», racconta Alessio D., uno dei ragazzi che ha vissuto la lunga notte livornese. «La gente ha
                        reagito, s’è difesa, forse la polizia ha voluto compiere un atto di forza dopo, perché i veri problemi
                        sono nati alla stazione: lì siamo stati malmenati, aggrediti, colpiti alle spalle. Eravamo su diversi
                        autobus, solo i primi due sono riusciti ad arrivare a destinazione senza subire conseguenze. Gli altri
                        (circa 5) sono stati invece oggetto di ripetute cariche nel tunnel che portava alla stazione. Sono
                        volati lacrimogeni e sassi». Lo stesso psicodramma vissuto anche da Enza, che della Lazio è tifosa
                        storica e un punto di riferimento (come Original Fans) per tutta la gente. «Sono stata due ore ai
                        giardinetti, sotto la pioggia, siamo arrivati a Roma alle 5.30. Ho visto di tutto, era dall’aggressione
                        di Napoli che non assistevo a scene simili: donne e ragazzi picchiati, nonostante avessero le mani
                        alzate. Ho visto gente piangere. Molti di noi, per proteggersi dalle cariche sono saliti su un treno
                        vuoto, che non aveva come destinazione la Capitale». La notte di tensione, in realtà, era iniziata
                        molto prima, intorno alle 20, quando c’erano stati i primi disordini, ma tra i tifosi di casa e le forze
                        dell’ordine: ieri il Siulp, sindacato di polizia, ha condannato la «vile aggressione» subita dal
                        questore Cinelli e dall'agente che lo accompagnava, da parte di un gruppetto di tifosi livornesi
                        all'esterno della curva Nord. Il sindaco Cosimi, ieri in consiglio comunale, ha in realtà
                        stigmatizzato l’atteggiamento d’una sola parte, esprimendo «ferma condanna per ogni forma di
                        teppismo di destra che si maschera da tifo e che trova il pretesto per esporre simboli fascisti e
                        striscioni che richiamano slogan delle SS». Il Livorno denuncia la devastazione dei bagni ospiti: le
                        spese saranno a cariche della Lazio, fanno sapere. La Curva Nord replica: «Certe partite dovrebbero
                        essere gestite da persone all’altezza. E accettiamo giudizi e critiche da chi è coerente e obiettivo». Le
                        polemiche si sono trasferite anche in società: Felice Pulici ha rassegnato le dimissioni, respinte da
                        Lotito. Gli Irriducibili lanciano un messaggio. «Pulici meriterebbe un altro ruolo all’interno del
                        club, soprattutto in questo momento». 
(www.iltempo.it)


2003/04
Napoli/Verona/P.S.

Ho seguito questa fottuta squadra dai tempi dei due scudetti, agli anni bui delle due retrocessioni.
Sarei stato disposto a seguire il Napoli anche in serie C1, o C2.
Laddove molti se ne stanno in panciolle a casa, dinnanzi alla televisione, a vedere la partita tramite Sky(fo).
L'idea di papa' era di andare a vedere una partita, di passare un po' il tempo.
Mia madre e' ricoverata al Pascale, per colpa di una malattia che ogni giorno se la porta via senza speranza..........
All'ospedale e' arrivata mia zia dalla Puglia, e mamma ci ha praticamente supplicato di andare allo stadio, e io e papa', ci siamo andati, con la
morte nel cuore, ma con la consapevolezza che, quantomeno, ci sarebbe servito a stare meglio.
Mio padre, persona che non conosce la violenza sotto nessuna forma, e' stato aggredito senza motivo da un branco di POLIZIOTTI DI ****, F******, F*****,
S*****.
Il motivo "ufficiale" e' quello di esserci trovati, per puro caso, con un gruppo di veronesi di MERDA, venuti solo a far casino.
Io ho difeso, ovviamente, mio padre dalla carica di uno schifoso poliziotto di merda, e mi sono beccato la mia razione di manganellate in testa.
A mio padre sono stati rotti gli occhiali, io me la sono cavata con qualche contusione lieve, roba di pochissimo conto, non e' stato nemmeno il caso di
andare all'ospedale.
Su TELECAPRISPORT, E' STATA PUBBLICATA SOLO UNA PARTE DI QUELLO CHE E' ACCADUTO.
E' stata pubblicata solo la sparata di cazzo di un poliziotto che e' entrato come un pazzo, e ha caricato la folla con le manganellate.
Ebbene quel poliziotto mezzo minuto prima, ha aggredito me', mio padre, e una decina di tifosi.
I tifosi hanno fatto bene a massacrarlo di botte, se non fosse che sono una persona pacifica che non conosce la violenza, io mi sarei unito al gruppo di
tifosi che lo hanno preso a mazzate.
Io e mio padre abbiamo guadagnato l'uscita, immediatamente.
Questa e' stata l'ultima mia volta al S.Paolo.
Ho chiuso con questo stadio.............

Francesco
* * *
Mai come ieri sera, i tifosi non sono colpevoli di quanto successo.
Fidati di uno che ieri sera c'era, purtroppo.
I tafferugli di ieri sera hanno come responsabili, le forze
dell'ordine..................
Colpevoli di essere forti con gli zerbini, e zerbini con i forti.
Quel poliziotto che e' stato caricato dalla folla, pochi minuti prima aveva
caricato me' e mio padre, SENZA MOTIVO E LO GIURO SULLA BUON'ANIMA DI MIA
SORELLA.
Aggiungo, e sottoscrivo "I TIFOSI HANNO FATTO BENE A PRENDERLO A MAZZATE".
Se poi vogliamo fare la consueta dissertazione sulla violenza negli stadi e
sull'imbecillita' dei tifosi, facciamola pure........
Da sempre io ho stigmatizzato la violenza, anche al di fuori del contesto
sportivo.
Ma mai come ieri sera, le forze dell'ordine sono responsabili di quanto
accaduto.
E ieri i tifosi hanno avuto come unica colpa, quella di lasciarsi
andare...........
Ma sono stati provocati fortemente.


2003/2004
Sampdoria/ P.S. (a Roma)

Domenica scorsa, nel settore ospiti dello stadio Olimpico di Roma, abbiamo subito un vile e spropositato assalto da parte di quelle che vengono comunemente chiamate "forze dell'ordine". Le dinamiche dell'accaduto, grazie alla folta presenza dei tifosi blucerchiati divenuti testimoni oculari, sono emerse in tutta la loro gravità, smentendo chi, lunedì, sui giornali cittadini aveva come al solito additato nei "deliquenti" con la sciarpa al collo i responsabili dei disordini. Nessuno si era preoccupato di approfondire ciò che era successo, eppure tutti hanno potuto vedere che le immagini degli scontri parlano da sole. Nessuna provocazione, nessuna spinta, nessun insulto da parte dei tifosi. Tre cariche di inaudita violenza da parte della polizia. Questi sono i fatti, noi eravamo lì. Non lasceremo che questo abuso di potere, questa violenza gratuita, cada nel dimenticatoio. Stiamo studiando iniziative per chiedere giustizia, pretendendo che le responsabilità vengano fuori e che i colpevoli paghino. Alla gente sampdoriana diciamo di non lasciarsi intimidire da quello che è accaduto. Sarebbe bellissimo tornare a Roma tra due domeniche numerosi come questa volta. Sarebbe bellissimo per dimostrare che con la loro violenza non possono soffocare il nostro entusiasmo. Vogliamo ringraziare la società Sampdoria, in particolare Marotta e mister Novellino, per aver espresso la loro condanna verso la celere romana. Sappiamo che nella loro posizione non era facile dire certe cose, ma gli uomini veri si vedono in queste occasioni, e loro lo sono. 
Ci preme infine dire il nostro grazie agli AS Roma Ultras per la solidarietà dimostrataci e per il fattivo aiuto dato al ragazzo trattenuto a Roma. In queste circostanze i valori della lealtà Ultras superano qualsiasi rivalità.

2003/2004
Salernitana/Fiorentina/P.S.
Abbiamo atteso una settimana esatta, abbiamo aspettato che la rabbia che avevamo in corpo si attenuasse, abbiamo pazientemente atteso di avere in mano i riscontri per poter finalmente pronunciare e urlare a tutti quanti la parola: VERGOGNA! Non è agli scontri con la polizia sugli spalti che ci riferiamo, sappiamo bene quello che ci aspetta quando si va in trasferta, ma è al dopo, a quanto è stato fatto, detto e scritto! 
Proviamo noi oggi a raccontare la verità su ciò che è realmente accaduto quella maledetta sera del 4 ottobre scorso. 
Al termine della partita Salernitana-Fiorentina due bombe carta sono state lanciate, nel settore che ci ospitava, dai tifosi salernitani. Salerno si sa, con le bombe carta ha un rapporto privilegiato. Una di queste bombe scoppia a pochi centimetri da uno di noi, non importa chi, si scatena l'inferno. I celerini attaccano e ci stringono verso un divisorio di plexigas, dimenticano costoro che pochi giorni prima (per la cronaca era lo stesso reparto celere) ad Avellino un ragazzo di 19 anni aveva perso la vita per cercare di ripararsi proprio da una carica della polizia, un funzionario urla di massacrarci e di stringerci verso l'alto al riparo delle telecamere. Per terra restano giovani tifose e tifosi. Trascinano per i capelli, accompagnandolo a suon di manganellate nella schiena e nelle gambe, un altro ragazzo, lo portano dietro una vetrata e cominciano a picchiarlo in maniera selvaggia. Arriva lo stesso funzionario e gli spacca la ricetrasmittente in testa. a quel punto decidiamo di intervenire con veemenza, gli scontri verbali con i poliziotti e la nostra rabbia inducono gli stessi a interrompere quel vile pestaggio e il ragazzo, con le mani legate dietro la schiena, viene trascinato via. Contiamo i feriti, cerchiamo di aiutare soprattutto le ragazze rimaste contuse, chiediamo e otteniamo di poter mettere almeno loro al riparo. Ci prodighiamo per riportare la calma, due di noi cercano di parlamentare con la polizia il rilascio del ragazzo massacrato pochi istanti prima: niente da fare! Il solito funzionario si infiamma al solo pensiero di rilasciarlo e gode al pensiero di poterlo portare via. 
Intanto vengono portati via altri due di noi, uno colpevole di aver reagito, per noi si è soltanto difeso, l'altro perchè responsabile di aver lanciato le bombe carta. Già, era riuscito a materializzarsi nel settore che ospitava i tifosi della Salernitana, lanciarci due bombe e poi di corsa venire nel nostro settore e prendersi le botte della polizia. I "fermati" vengono trasportati di sotto, e lì, mentre alcuni di noi cercavano di trattare, e qualcun'altro si affrettava a far presente agli uomini della digos la propria estraneità ai fatti, il solito solerte e represso funzionario urlava: "non solo li arresto, ve li porto nel carcere di Fuorni e ve li faccio sistemare come dico io!" Ci provi , gli è stato risposto, e si ricordi che questi ragazzi in faccia non hanno nessun segno, stia attento che non scivolino per le solite scale. 
Purtroppo il calvario dei tre era solo all'inizio. In questura vengono chiusi in una stanza e due di loro, i più giovani, vengono massacrati di botte. Per uno si rende necessario il ricovero al pronto soccorso, gli viene fatta la Tac, ma di questa documentazione viene fatta sparire ogni traccia. Il magistrato che li interroga mercoledì 8 ottobre si rende conto che qualcosa di illecito in questura è stato commesso, e decide di inviare gli atti alla Procura di Salerno. I ragazzi vengono immediatamente rilasciati, senza alcun provvedimento restrittivo. A Firenze vengono visitati all'ospedale di Careggi e al Torregalli per tutti prognosi che vanno dai 3 agli otto giorni per " traumi ed ematomi riconducibili alla notte tra sabato 4 e domenica 5 ottobre. 
Due quotidiani come "La Repubblica" e il "Corriere di Firenze" che tanto professionali sono quando si tratta di pubblicare nomi di pedofili, stupratori e potenti vari, per carità la legge sulla privacy, la presunzione di innocenza ecc. ecc. ecc. argomenti cari a questi giornali, quando conviene ovviamente, hanno pubblicato i nomi di questi ragazzi, entrando e segnando la loro vita per sempre, Repubblica addirittura evidenziava come uno dei tre avesse precedenti per rissa mentre, come risulta dai verbali di interrogatorio erano assolutamente incensurati. Per quest'ultimo è scattata la querela e la richiesta risarcitoria, vi terremo informati anche su questo. Questo è quanto è avvenuto a Salerno, ... dopo Avellino... la rappresaglia.


2002/2003
PISA/CESENA

                        A proposito di violenza, ci chiediamo chi, a Pisa, ne abbia abusato per primo. La solitaria
                        invasione di campo del tifoso era chiaramente inoffensiva, come e più di tante altre che
                        vediamo in televisione e che giudichiamo, nella quasi totalità dei casi, bravate o “intermezzi
                        folcloristici” che non comportano rischi per i giocatori. Accompagnare quel ragazzo fuori dal
                        campo avrebbe riportato tutto alla normalità in breve tempo. Che cosa ha giustificato un tale
                        accanimento contro di lui a colpi di manganello? E soprattutto, aiuta un episodio del genere ad
                        “addolcire” i tifosi, a renderli più collaborativi con le forze dell’ordine? La risposta,
                        naturalmente, è no, ed è significativo il fatto che sui forum dei tifosi bianconeri giungano in
                        questi giorni messaggi di solidarietà ai calciatori accorsi in difesa del ragazzo (e per questo
                        denunciati) da parte di tifoserie anche ostili al Cesena. Se la necessità di affrontare il problema
                        della violenza negli stadi, invece di strutturarsi in forme di prevenzione e gestione dialettica
                        degli eventi, si esplicita nel muro contro muro, crea il paradosso di trasformare, proprio agli
                        occhi dei tifosi, il tutore dell’ordine nel provocatore.

                        Concludendo, la partita Pisa-Cesena di domenica scorsa si è trasformata in una polveriera non
                        tanto per colpa del ragazzo che è entrato in campo, ma per una “leggerezza” dei designatori
                        arbitrali e per l’incapacità di gestire la situazione di coloro che sono tenuti a farlo per
                        professione.


2001/2002
P.S. / Inter (a Roma)

Ti scrivo dopo aver letto la sezione del sito intitolata "libro bianco degli abusi", per segnalarti quello che è accaduto a noi interisti in trasferta all'olimpico contro di voi nel 2001/02 e di cui sono stato testimone diretto.

L'inter era lanciatissima in campionato, approfittando anche dell'anticipo del sabato partiamo in 1000 col treno speciale. Notare che, come sempre, alla partenza ci era stato controllato sia il biglietto stadio che il biglietto del treno.
Arriviamo in una stazioncina di Roma (perdonami ma non ricordo il nome, cmq non era la solita tiburtina, ma un buco di stazione in mezzo a una specie di strada provinciale... totalmente imboscata!) verso le 18.30 di sera, quindi in netto anticipo sulla partita.
Scendiamo dal treno e attraversiamo un sottopassaggio tra due file di sbirri, pronti a reagire alla minima scintilla, ma, almeno per ora, non succede niente. Stiamo per circa mezz'ora in attesa di non si sa bene cosa, finchè il capo-sbirro non si degna di far partire la perquisa personale, uno per uno compresa di controllo di biglietto stadio e biglietto treno (...e due...).
Essendo noi circa mille i tempi si dilatano incredibilmente e la nostra pazienza è messa a dura prova.
Finita la perquisa preliminare di mille cristiani sembra tutto pronto per partire verso lo stadio, gli autobus sono nel piazzale della stazione, il consueto esercito di sbirri sembra pronto..... però non si parte! Passano 10, 20, 30 minuti..... verso le 20.10, dopo un ora e mezza fermi in stazione finalmente si parte verso sto cazzo di stadio olimpico, fortunatamente non lontanissimo.
Attraversiamo i cancelli esterni dello stadio solo verso le 20.25 e, pensiamo noi, adesso ci faranno entrare eccheccazzo... ci han già perquisito 2 volte!!! Invece no, pretendevano di fare i normali controlli che si fanno abitualmente (perquisizione, ritiro accendini, pretendevano addirittura di strapparti il biglietto, il tutto ovviamente con estrema calma...). Inutile dire che la mossa è stata fatta ad hoc per esasperare gli animi, a fronte di questa ennesima provocazione la pazienza è saltata ed è cominciata un opera di sfondamento da parte nostra (la partita nel frattempo stava iniziando!) repressa, è proprio il caso di dirlo, nel sangue.
Fortunatamente non ero nelle primissime file, che sono state letteralmente massacrate a colpi di manganello (al contrario ovviamente!). Ho visto facce sfigurate e gonfie, teste aperte a volontà, cariche di inaudita ferocia ingiustificata. Ma le due scene peggiori dovevano ancora arrivare quando ho visto il padre di un mio amico (60 anni d'uomo), prima trasferta probabilmente dagli anni 60 ad oggi, pestato senza pietà e, pochi minuti dopo, un bambino di non più di 10 anni, costretto ad essere portato in infermeria per una manganellata!!!!
Ah dimenticavo.... il piazzale davante al settore ospiti era pieno di provetti steven spielberg della digos che, armati della loro telecamerina del c****, filmavano tutto, ben contenti di poter poi identificare i violenti ultras.

Un' ultima annotazione: alla fine degli scontri, non uno degli sbirri aveva un graffio... ma avete notato le divise anti sommossa? Sono delle vere e proprie armature assolutamente inattaccabili a mani nude!

considerazioni finali:
1)perchè controllare alla stessa persona il biglietto stadio per ben 3 volte?
2)perchè segregare 1000 persone in un buco di stazione per un ora e mezza senza alcun motivo?
3)perchè pretendere di fare entrare 1000 persone una alla volta e controllandole personalmente?
4)perchè posizionare decine di "spielberg" della digos nel piazzale degli scontri? sono pure dei veggenti alla digos o era tutto organizzato?

E IL TEPPISTA IN DIVISA CHI LO DIFFIDA?


2001/2002
P.S. / TARANTO
(a Castel di Sangro)

Domenica 20.01.2002 circa 100 tifosi del Taranto giunti a Castel di Sangro presa visione del costo del biglietto. lire 20.000 per una curva in C1 (il prezzo medio è 12.000) decidono di non acquistare i tagliandi e rimanere fuori gli ingressi. A questa decisione, del tutto legittima, le "forze dell'ordine" in servizio, visto il gran freddo, pensano bene di scaldarsi uscendo dai cancelli e riversatasi sul piazzale antistante la curva, senza motivo reale o alcun pretesto (ormai non ne hanno neanche più bisogno!) iniziano a manganellare, manico alla rovescia, chiunque capiti sotto tiro con inaudita violenza.
Si vivono così alcuni minuti di tensione, un ragazzo riporta sei punti di sutura al capo ed altre lesioni varie, gli agenti si danno il "cinque" con sguardo soddisfatto per aver provocato il disordine che senza il loro intervento non ci sarebbe stato! Pochi istanti prima che venisse perpetrato l'abuso, perché non sei libero di non entrare, interveniva sul luogo il presidente del Taranto Massimo Giove, persona adulta e distinta con tanto di cappotto che tutto poteva sembrare tranne che un teppista, ma mentre intercedeva con gli addetti al botteghino diveniva il primo bersaglio (colpito in pieno!) della furiosa carica della Celere proprio davanti  agli occhi dei suoi interlocutori, felici e convinti che da lì a poco avrebbero incassato chissà quale cifra. Nessun organo di informazione ha riportato la notizia, se non un'emittente locale (perché avevano preso a botte il Presidente, altrimenti col cavolo!) ai cui microfoni il sig. Giove ha dichiarato: "ero lì per chiedere spiegazioni sono stato scambiato per un ULTRAS... comunque non ammetto certe cariche senza motivo delle forze dell'ordine.
Altro episodio da segnalare si è verificato nell'intervallo. Un gruppo di ragazzi per ammazzare il tempo, vista l'abbondante nevicata dei giorni precedenti, inizia a tirarsi delle palle di neve. Ad un certo punto si avvicina un celerino che con voce sostenuta dice di smetterla perché "si inizia così e poi ci si prende a botte sul serio"! Inutile, ovviamente, il tentativo di spiegargli che si era tutti amici e che si stava giocando. Il tutore a quel punto, effettuata l'opera di prevenzione, inizia quella di informazione facendo osservare che si stava commettendo un grave reato perché vi è una legge che vieta il lancio di qualsiasi oggetto all'interno di uno stadio! Iniziava il secondo tempo, si tornava così sugli spalti non prima di averlo ringraziato per non aver arrestato nessuno in flagranza.
2001/2002
PARMA / P.S.
(a Milano)
INTER-PARMA—Un parmigiano è stato arrestato, dodici i denunciati
Tafferugli al Meazza 
Le forze dell'ordine caricano i tifosi gialloblù 
(La Gazzetta di Parma)
Una persona arrestata e altre dodici denunciate a piede libero, oltre a sette agenti di polizia che hanno subito lievi contusioni giudicate guaribili in due giorni. E' questo il bilancio, secondo quanto si è appreso in questura e diffuso dall'Ansa, dei tafferugli scoppiati nel settore dello stadio Meazza occupato dai tifosi gialloblù nei minuti finali di Inter-Parma, dopo il secondo gol nerazzurro.
Ad arrestati e denunciati sarebbero stati contestati a vario titolo i reati di violenza, resistenza e lesioni. Dei 14 tifosi coinvolti inizialmente, uno è risultato estraneo ai fatti, e anzi - ha reso noto la Questura di Milano - avrebbe inutilmente tentato di fare da paciere. «Dopo la partita siamo rimasti nell'antistadio in attesa di notizie - racconta uno sconvolto Franco Grossi, presidente del centro di coordinamento dei Parma club - e quanto è accaduto è stato gravissimo. Queste cose non devono accadere. Non ci sono scusanti che tengano. Alcune persone, dopo il secondo gol dell'Inter, volevano uscire per poter raggiungere la propria auto e partire da Milano evitando la folla del dopo partita. Ma le forze dell'ordine, in tutta risposta, le hanno aggredite, manganellando tutti senza criterio. Poi c'è stata la reazione ed è scoppiato il caos».
I tafferugli sono esplosi, come detto, a pochi minuti dalla fine di Inter-Parma, nel settore occupato dai supporters emiliani. 
In tutto, tra pullman e auto private, erano circa seicento i tifosi che hanno affrontato la trasferta lombarda. 
Dopo essere stati «attaccati», i sostenitori del Parma hanno lanciato aste, bottigliette di plastica e qualche petardo contro gli agenti di polizia che sono stati costretti a reagire con una carica. Gli scontri, brevi ma intensi, sono durati pochi minuti, quindi i poliziotti, in assetto antisommossa, si sono schierati con un doppio cordone a presidio della scala per impedire ai tifosi di abbandonare lo stadio prima che il responsabile del servizio d'ordine lo disponga. Sembra, come detto, che a scatenare la reazione dei tifosi parmigiani sia stata la decisione delle forze dell'ordine che hanno impedito ai supporter gialloblù di andarsene dal Meazza prima del fischio finale, obbligandoli ad aspettare almeno un'ora per motivi di sicurezza. Da qui le botte e le manganellate che hanno colpito chiunque capitasse sotto i colpi degli agenti.
Il comportamento delle forze dell'ordine - assurdo e eccessivo nell'applicazione della norma che obbliga le tifoserie a restare sulle gradinate - è stato criticato anche durante «Novantesimo minuto» dal conduttore Fabrizio Maffei. Ma il questore di Milano, Enzo Boncoraglio, ha dichiarato all'Ansa: «Chiunque frequenta gli stadi sa benissimo che non è pensabile far defluire contemporaneamente i tifosi di entrambe le squadre e che la regola, per ovvi motivi di sicurezza, prevede proprio il contrario».
2001/2002
Hellas Verona / P.S.
(a Roma)
SEQUESTRATI
Roma 13/01/2002
La partita e' cominciata da 5 minuti, ci stiamo dirigendo allo stadio, ma come?? quella non e' lo stadio e' la questura di Roma, com'e' possibile non e' successo nulla perche'?? Entriamo in questura, siamo in 5 pulman inizialmente, cerchiamo di parlare col questore di Roma, un signore anziano con i pochi capelli bianchi che la calvizia gli ha risparmiato, in una prima ripresa mi dice che siamo stati fermati perche' alcuni giovani sono ubriachi e stanno male, ma io non sono ubriaco...passa il tempo lentamente...Mutu segna intanto ma per i tifosi, che son pronti a rinunciare a stare una domenica con la ragazza o in famiglia, c'e' solo l'infamia di essere stipati in uno squallido giardino di una ancor piu' squallida questura (che fra parentesi non avevo mai visto in 23 anni di vita). 
Dopo il primo tempo misteriosamente vengono fatti andare via 3 pulmann e rimaniamo in due scelti a caso evidentemente visto che ripetendo la domanda al questore inerente al motivo mi dice "voi rimanete perche' all'autogrill qualcuno ha fatto casino e sono state prese da responsabili le targhe dei vostri due pulmann". La rabbia sale insieme all'impotenza di chi e' nel giusto ma non puo' ne' manifestare ne' esercitare i propri diritti, nel mezzo di tutto cio' vi e' la schedatura di tutti, vogliono sapere chi siamo per eventualmente farci arrivare delle diffide gratuite con delle multe grasse annnesse.
Noi poveri stolti che ci eravamo illusi di poter assistere uno squarcio della partita siamo ancora in pulmann, ci fanno a piu' riprese salire e scendere dallo stesso sotto la promessa di farci andare allo stadio, io di mio parlo una terza volta col questore che sto turno mi dice che siamo in questura perche' vi e' stato lancio di oggetti dal pulmann, in pratica che ogni volta lo interpello se ne inventa una nuova, ebbene si' la questura di Roma ieri e' diventata un teatrino di basso rango in cui era di scena una commedia i cui maggiori interpreti sono stati i veri burattini dello stato:"i Carabinieri", che fra l'altro non sapevano nemmeno perche' ci stavano tenendo li' ma dovevano farlo perche' qualcuno in alto glielo aveva comandato.
Alla fine della fiera ci hanno rilasciato alle 18:00 circa per farci arrivare a casa alle 2 di notte, fra parentesi ci hanno scortato fino a Verona come se fossimo criminali rei di non aver commesso il fatto.
Da parte mia vi e' lo sdegno piu' totale per le forze dello stato perche' non si puo' subire il furto della liberta' non si puo' essere defraudati dal diritto di essere un tifoso dell'Hellas, oltre al danno di aver perso un sabato ed una domenica la beffa economica di aver speso 44.000 di tagliando e 30000 di pulmann piu' spese varie...Ecco questa e' l'Italia uno stato di cui mi vergogno di essere cittadino
p.s. della partita oggi non parlo perche' credo che "certe cose" vadano a finire in secondo piano "certe volte".


2001/2002
SASSARI TORRES / P.S.
(a Pescara)
GLI INCIDENTI 
La polizia carica in curva, feriti quattro ultras sardi
PESCARA. Doveva essere una trasferta di festa, quella della pace tra gli ultras della curva nord e la società sassarese. Voleva essere un regalo di Natale per tutti ma è finita male. Anzi malissimo. Sul pullman che ha riportato a casa la sessantina di tifosi sassaresi partiti l'altro ieri da Olbia si contavano le ferite e i punti di sutura. «Colpa della polizia - raccontano gli ultras - e di una campagna diffamatoria che non siamo più disposti a sopportare». Secondo i tifosi tutto è cominciato prima del fischio d'inizio della gara tra Pescara e Torres. «Siamo arrivati allo stadio Adriatico con un po' di ritardo - raccontano - perchè abbiamo trovato neve e traffico. Sotto la curva c'era già schierato un reparto della celere arrivato da Roma. Ci hanno chiesto di prendere posto nel nostro settore poi, senza motivo, hanno spintonato e colpito uno del gruppo che si era attardato per rispondere a uno "sfotto" di due supporter della squadra di casa. Abbiamo protestato e qualcuno ha anche avvertito i carabieri che erano in servizio nello stadio. La cosa deve aver dato fastidio ai celerini che, all'improvvioso hanno cominciato a spingerci contro le reti di protezione e poi hanno caricato con i manganelli e una brutalità assolutamente fuori luogo». 
Dalla tribuna stampa si sono visti i caschi blù degli agenti farsi avanti e poi una violenta scazzotatura, per la verità a senso unico. In terra sono rimasti quattro ragazzi per i quali è stato necessario il trasporto al pronto soccorso dell'ospedale di Pescara dove stati medicati per contusioni in varie parti del corpo. Per nessuno, per fortuna, è stato necessario il ricovero anche se i referti sono pesanti e la storia potrebbe avere un seguito. 
«Abbiamo denunciato ai carabinieri il comportamento del reparto di polizia arrivato da Roma - hanno raccontato gli ultras - e dobbiamo dare atto di grande comprensione ai militari dell'arma e allo stesso funzionario della polizia di Pescara che ha assistito agli incidenti. Davvero non riusciamo a capire perchè tanto accanimento se non con il pregiudizio nei nostri confronti». E per raccontarlo a tutti in curva è comparso uno striscione sul quale val la pena di riflettere: «colpevoli di essere ultras». 

SASSARI. «Quando ho visto l'elicottero della Polizia sopra le nostre teste ho avuto l'impressione di essere a Cagliari, al derby dell'87». Il tifoso era un ragazzino quando la sua mente ha fotografato quell'immagine, istantanea di un pomeriggio indimenticabile; ora è adulto, e certi fatti li può considerare in maniera diversa, ma ciò che è successo a Pescara entra prepotentemente nel suo archivio, ricordo indelebile di una trasferta prenatalizia all'insegna della violenza. Cornuti e mazziati, si direbbe a Napoli. Non è un grande anno per gli ultras della Torres, da mesi al centro di polemiche e discussioni. 
Prima si sono sentiti traditi dalla squadra, che comunque non hanno mai smesso di sostenere. Quindi dalla società, e adesso si considerano oggetto da parte delle forze dell'ordine cittadine di una campagna che a più riprese definiscono oppressiva e sproporzionata. Provano a protestare, ma pochi danno loro credito e ascolto. Ora tornano da una trasferta con le ossa rotte, immotivatamente pestati e umiliati da una squadra di Polizia solitamente utilizzata per fronteggiare le grandi tifoserie. Natale e tre giorni di tranquillità non hanno fatto smaltire l'adrenalina di quella mezz'ora da incubo. Da domenica non fanno che parlare di ciò che è successo e che poteva succedere; e soprattutto delle conseguenze, visto che i feriti, hanno presentato denuncia contro il reparto della Celere di Roma responsabile degli incidenti. Doveva essere una trasferta di festa, di quelle da ricordare perché si era in tanti. In pullman una cinquantina (tra cui diverse ragazze), più altri in auto e qualcuno dalla penisola, chi da Roma chi dall'Emilia: in tutto oltre 60 si sono presentati ai cancelli dell' "Adriatico". Fino a quel momento tutto tranquillo. Alle 14,15, erano allo stadio: «Abbiamo sbagliato settore - raccontano -, quindi ci siamo diretti dove ci hanno indicato. Lì ci aspettava un reparto di polizia, che abbiamo scoperto, arrivato da Roma. Erano tanti, forse cento, in assetto da guerra, casco in testa e manganello girato dalla parte del manico, quella che fa male; il tutto controllato da un elicottero. Stupiti, abbiamo proseguito per la nostra strada: i soliti controlli, poi tutti dentro, tranne due, rimasti indietro». Da qui parte la prima avvisaglia di ciò che succederà più tardi: «Si sono scagliati contro questi due, ferendone uno. Noi abbiamo reagito verbalmente, qualcuno aveva macchine fotografiche che ci sono state requisite. Ci siamo rivolti ai carabinieri, stupiti quanto noi dell'accaduto, e questo deve aver dato fastidio». 
Ma non è finita: «Durante la partita, improvvisamente e senza motivo, ci hanno attaccato. Ricordo un "pezzo di cristiano" altissimo e grossissimo che urlava "spacchiamogli la testa"; altri che sputavano e provocavano». E così, mentre la Torres perdeva, in curva si combatteva; come sottofondo gli applausi degli ultras abruzzesi: «Io non ho visto la partita, né sentito niente - racconta un altro -. Dovevo salvare mio fratello, che era a terra e veniva riempito di calci dagli agenti; io stesso ho la schiena piena di graffi e lividi». 
A un certo punto il reparto si allontana, e gli ultrà cominciano a soccorrere i feriti: «Dopo mezz'ora sono arrivate le ambulanze, e hanno portato i cinque più gravi al pronto soccorso. Intanto noi abbiamo sporto denuncia presso i carabinieri, e trovato comprensione da parte degli stessi dirigenti della polizia di Pescara. Qualcuno ha detto che dovevamo avvertire circa il nostro numero. Ma dove sta scritto?». Alla fine, i tifosi risalgono sul pullman e contano le ferite: «In tutto venti punti sulle teste che ci volevano spaccare, più tutto il resto e il comprensibile shock. Vogliono che non andiamo più allo stadio?». La gita "natalizia" dei sessanta segna forse una svolta. Forse l'episodio servirà a far risalire i supporters nelle simpatie del popolo torresino. E, chissà, anche della società. Già ieri Salvatore Sechi, vicepresidente rossoblù, si diceva molto colpito: «L'episodio dovrà essere assolutamente chiarito». 

LA NUOVA SARDEGNA 27/12/2001



"Aggiungo dicendo che i manganelli erano girati dalla parte del manico, mentre manganellavano ci sputavano e che continuavano a provocarci. 
Ci siamo dovuti diffendere da dei pazzi scatenati e gasati, alla fine i feriti sono tanti più di quanti sono andati all'ospedale. Abbiamo fotografato tutto ma le macchine fotografiche ci sono state sequestrate. 
Ma a sputare e a caricare non toccava a noi!!!!!! 
i teppisti non siamo noi"
(anonimo ultras sassarese)
2001/2002
MODENA / P.S.
(ad Ancona)
«Sono uno di quegli 87 tifosi (non tutti erano ultrà) che  lunedì mattina sono tornati a Modena alle 4. Posso dirvi che chi ha dato il colpo con l'asta al poliziotto l'ha fatto probabilmente  come gesto di difesa in quanto c'è stata una carica inspiegabile della polizia. Un altro aspetto di cui tener conto è il trattamento che ci è stato riservato dalle forze dell'ordine. Siamo stati in piedi su un autobus dalla fine della partita (circa le 17) fino a  mezzanotte ora in cui ci siamo recati in stazione. L'unico momento in cui siamo scesi dall'autobus è stato quello per la perquisizione e gli accertamenti in questura, dove molte persone sono state picchiate e insultate dagli agenti assolutamente gratuitamente. Non ci è stato dato niente da bere o da mangiare, 7 ore "sequestrati" su un autobus come delle bestie da circo! Considerando che era la prima volta che andavo in trasferta con il treno, vi posso garantire che non ci andrò mai più. Se si è voluto scoraggiare la gente a seguire la propria squadra, credo proprio che ci siano riusciti». 
V.G., presente domenica ad Ancona, ci ha telefonato per dare la sua versione: «Sono stato malmenato all'ingresso dello stadio dalla polizia mentre cercavo di difendere un ragazzino. Siamo stati trattati come cani: chi non saliva sul pullman veniva stangato. Una cosa vergognosa. Erano premeditati». 
Questa la testimonianza di G.R.: «Ci hanno fatti scendere quattro alla volta dal pullman con spinte ed insulti; una volta entrati in questura, ci hanno subito perquisiti e denudati completamente, non ci hanno lasciato nemmeno le mutande. Ad alcuni hanno fatto fare anche delle flessioni...». 
2001/2002
LIVORNO / G.d.F. (Napoli)
2001/2002
ROMA / P.S.
Usciti dallo stadio di Bergamo alle 17,00 di domenica 4 Novembre, siamo arrivati a Roma alle 17,00 di lunedì 5 Novembre. La nostra colpa è stata quella di aver affittato un pullman che si è rivelato meccanicamente inaffidabile, guidato da un autista altrettanto inaffidabile. Dopo essere stati deportati con un pullman della polizia all’ autogrill di Roncobilaccio (pensavamo servisse solo per i bollettini dell’ANAS) siamo rimasti lì dentro tutta la notte senza che nessuno si preoccupasse di mandarci un pullman sostitutivo. Dentro all’autogrill siamo stati fin troppo calmi, nessun furto, nessun danneggiamento, nessun fastidio è stato provocato ai clienti, che anzi solidarizzavano con noi (così come, bisogna dirlo, i primi poliziotti della stradale che ci hanno assistito).
Ma all’alba cambia il clima. L’autogrill viene invaso da volanti della polizia di stato e da altri lugubri personaggi vestiti in borghese, questi ultimi veri e propri provocatori di professione. Con nostra sorpresa il pullman finalmente giunto da Roma, anziché imboccare l’autostrada per riportarci a casa, si è diretto, scortato da un corteo di volanti degno di un pullman di terroristi, in una specie di lager in località Pian del Voglio (BO) dove siamo stati tutti identificati e, si saprà dopo, denunciati per una serie di reati partoriti dalla fantasia di chi forse dovrebbe occuparsi, soprattutto in questo periodo, di cose più serie. Leggiamo infatti su “la Nazione” del 6 Novembre che “gli ultras fanno più paura di Bin Laden” e che “la polizia ha dovuto interrompere i controlli antiterrorismo sull’A1” (!!!) ”i controlli anti-terrorismo sono ricominciati alle 13,00”.
Non chiederemo pertanto alla pubblica opinione di indignarsi per le denunce e per i maltrattamenti da noi ingiustamente subiti, sappiamo bene che nessuno sarebbe disposto a farlo e neanche ci interessa. Chiediamo solo a chiunque leggesse questo comunicato, e perché no a qualche organo di controllo competente, di riflettere sul fatto che mentre ci raccontano che i soldati italiani possono anche morire in Afghanistan, qui sul suolo italiano 44 tifosi disperati rimasti a piedi per colpe di altri, vengono ritenuti più pericolosi di eventuali terroristi in transito sulle autostrade. Allora riflettiamoci tutti. MA IN CHE MANI SIAMO ???
Visto che ci hanno definito peggio dei Talebani ci congediamo così:
                  ALLAH E’ GRANDE, MA VOI SIETE PICCOLI PICCOLI…"

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