DERBY LAZIO – ROMA DEL 15 GENNAIO
1989
Premetto che il racconto è veritiero in ogni suo particolare e le persone allora presenti possono aggiungere qualcosa nel caso avessero altri riferimenti interessanti da ricordare. Rammento con difficoltà gli attimi vissuti durante gli scontri perché la tensione era alle stelle. Inoltre ho deciso scrivere col tempo presente, come se l’evento iniziasse in questo momento davanti ai nostri occhi.
E’ domenica. Verso le
In verità siamo tutti straniti perché alla nostra età si torna a casa tardi e alterati il sabato sera. Credo che qualcuno non sia andato nemmeno a dormire ed è piacevole vedere come gli amici si aggiungono al gruppo uno alla volta e si abbracciano di prima mattina! Vero è che avremmo potuto incontrarci con tantissimi altri tifosi romanisti provenienti da tutta la città però abbiamo deciso di partire solo noi dei “Fedayn”. Alcuni fanno i fichi, altri sono più semplici, altri ancora fanno i duri. Alcuni parlano di ragazze, altri parlano di scontri, altri ancora non parlano perché chi sa cosa cazzo hanno preso! Sciarpe e vessilli rigorosamente dentro gli abiti! Non c’è più la moda di farsi notare, lo stile è diverso rispetto a qualche anno fa!
Verso le 8,15 parte
l’allegra brigata! Si, proprio
Arrivati ad Ottaviano lo squadrone prosegue il viaggio verso lo stadio sull’autobus della linea 32 mentre io preferisco aggiungermi ai ragazzi nella macchina per andare in avanscoperta. Passano pochi minuti ed arriviamo vicino al fiume. Le corsie delle strade sono quasi totalmente vuote dato che circolano pochissimi autoveicoli.
Che facciamo? Decidiamo di andare a vedere chi c’è sotto la Nord oppure stiamo col gruppo ed andiamo a piedi tutti insieme? Ma ecco la sorpresa: all’altezza delle piscine del foro italico vediamo qualche decina di ragazzi che in fila indiana si dirigono verso lo stadio. Passiamo vicini per vedere chi sono e poi uno di noi grida all’interno dell’autovettura: ………SONO LORO, ECCOLI SONO LORO, GLI IRRIDUCIBILI, LI RICONOSCO!
Facciamo velocemente
inversione per avvertire gli amici che si trovano nell’autobus
a
Sono le 9 di mattina
ed il derby inizia alle 14,30. Le macchine sono costrette a
fermarsi, lasciando in tal modo il campo libero per almeno
Al primo impatto, tra alcuni tifosi volano botte e cintate mentre altri ragazzi sia giallorossi che biancocelesti invece di aiutarci si preoccupano di rompere le staccionate di legno ai bordi della strada per ottenerne delle mazze: io non li capisco ma tempo per pensare non c’è! Nella mischia contribuisco come posso però ricordo bene solo l’attimo in cui con un calcio colpisco un laziale in pieno petto! Durante la rissa cade a terra la parrucca di un tifoso biancoceleste.
Noi avanziamo qualche metro perché siamo più efficaci di loro. Dopo due minuti di battaglia (forse mi sbaglio in termini temporali perché sono trascorsi più di 20 anni), i gruppi si staccano, ognuno ricompattandosi con i ragazzi che da una parte e dall’altra si sono preoccupati solamente di fare i taglialegna canadesi sulla strada. Alcuni bastoni vengono distribuiti velocemente a chi li vuole ma io litigo a mani nude! Gli Irriducibili si sono allontanati decine di metri.
Rimaniamo distanziati per quasi un minuto, fino a che un tifoso laziale, quello più basso, viene avanti solitario cercando di farsi seguire dagli altri. In realtà, molti di noi sono suoi amici e per questo si decide di non andarli addosso. Lui però ne approfitta dato che nessuno gli va incontro ed è questo uno sbaglio enorme perché alcuni laziali poi gli vanno dietro fino a che, per una causa che tralascio, uno dei nostri non si accorge di essere troppo vicino ai nemici: lo prendono e gli sferrano dei pugni. Ce ne accorgiamo tutti troppo tardi e parte la carica all’istante.
Mi trovo a correre verso lo stadio sul “lungotevere lato fiume” però la strada che prima sembrava larga ora diventa strettissima. Siamo tutti uniti fianco a fianco però non guardo nessuno dei miei amici perché nello scontro ognuno si attacca con chi gli capita davanti. Qualcuno urla mentre corre e comunque sale il sangue al cervello. Il bassetto che prima incitava i laziali viene raggiunto per primo ma nessuno di noi lo tocca anche se lui all’inizio cerca di fare il contrario.
Il secondo impatto è molto duro: i laziali non reggono l’urto violentissimo, si sfaldano ed iniziano ad indietreggiare. Alcuni di loro, tra i più tenaci rimasti a scontrarsi, cadono a terra e vengono presi a bastonate mentre uno viene anche accoltellato. Il napoletano è una belva inferocita e tira mazzate sulle teste!.
Inizia la caccia al laziale e non si capisce niente! Chi corre da una parte e chi corre dall’altra! Li stiamo sbranando però mi fermo qualche secondo perché i vermi sono annientati ed alcuni rimangono a terra. Alla fine mi rimane da colpire con un calcio il più grosso dei laziali che comunque è già piegato per aver preso qualche botta da due dei nostri.
DAIII PRENDIAMOLI!!!
CONIGLI IRRIDUCIBILI TORNATE!!! Qualche urlo di incitamento e
si riparte ancora. proviamo a rincorrere i fuggitivi ma è
tutto inutile dato che sono troppo distanti. Non so perché mi
affanno a correre per altri
Ora torno a scrivere al passato e preciso che quel giorno allo stadio potevano accedere solo 5.000 romanisti poiché erano in atto i lavori di ristrutturazione dell’Olimpico. Così, dopo due ore che eravamo entrati nel pezzo di curva per noi appositamente adibito ovvero gli odierni distinti lato Tevere, ci chiamarono alcuni tifosi dicendo che un gruppo di laziali era venuto fuori dei nostri cancelli e che due tifosi raminghi giallorossi erano stati da qualche parte accoltellati vigliaccamente senza motivo.
La polizia ci impedì
qualsiasi movimento all’interno dello stadio e la storia dei
fatti accaduti durante i derby, come sempre, ha continuato ad
essere raccontata negli anni seguenti in maniera non veritiera
dai vermi biancocelesti.
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Quando i laziali alzavano qualche striscione |
Riferito agli episodi del pre-partita |
Idem |
Idem |
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Il servizio | Altro servizio | Il gol di Di Canio | ||
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Il servizio |
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Prevedendo che i lazieli ci avrebbero preso in giro perché eravamo pochi, feci lo striscione "pochi ma buoni" |
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