VENEZUELA LUGLIO 1956

La "Pequeña Copa del Mundo", anche nota come Mundialito de Clubes, era un torneo calcistico internazionale, organizzato dalla Federazione calcistica del Venezuela e disputato a Caracas dal 1952 al 1957.

La competizione, caratterizzata da una formula a inviti, è tradizionalmente ritenuta un'antesignana della Coppa del mondo per club FIFA,
sebbene la suddetta FIFA non abbia mai riconosciuto la manifestazione come titolo mondiale né de iure né de facto.


26 giugno 1956: la Roma a Ciampino pronta al decoilo.
Da sinistra: Gabriele De Toni, Giacomo Losi, Armando Cavazzuti, Luigi Giuliano e Dino Da Costa.
In secondo piano al centro: Memo Prenna.






 
30 giugno 1956
Roma/Porto 1-1 Nyers I



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5 luglio 1956
Roma/Real Madrid 1-2 Giuliano



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7 luglio 1956
Roma/Vasco da Gama 1-3 Da Costa



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12 luglio 1956
Real Madrid/Roma 1-2 Lojacono (2)



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14 luglio 1956
Vasco da Gama/Roma 2-1 Barbolini



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17 luglio 1956
Porto/Roma 1-0



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IL RICORDO DI PINO E I RITAGLI DI GIORNALE
Carissimi, vi giuro che è stato per me una emozione fortissima cercare su internet "as roma amichevole 1956 Venezuela" e vedere apparire da un passato che non mai dimenticato, le foto, i risultati di quella orribile tournè. 
Io come tanti altri ero emigrato nel 1948 a seguito dei mie genitori in Venezuela, ma col trascorrere degli anni non ci si era mai affievolito il ricordo del nostro paese e dei dei nostri cari rimasti.
A Caracas eravamo una grande comunità di italiani, provenienti da tutte le regioni e ci si aggruppava per città o paese di provenienza o di vicinanza linguistica. 
Noi facevamo parte del gruppo sudista, da Roma a Napoli, essendo noi originari di S. Felice Circeo.
Improvvisamente nella mia vita di bambino (avevo 8 anni) ascoltai una cosa strana "Domani si va allo stadio! Si va a vedere la Roma!" 
Stadio, era per me una parola sconosciuta, in Venezuela non si giocava a calcio se non tristi partite tra emigrati su stenti campetti, per me esisteva il base-ball o la pallacanestro orecchiati alla radio.
Ma Roma non è una città? I cugini più grandi cercarono di spiegarmi ma non è che capi molto. 
Venne la sera promessa, era l'ultima partita, non ricordavo nulla fino a che non ho letto sul sito tutto.
Porto - Roma. Noi avevamo molti vicini portoghesi con i quali si conviveva in tranquillità e quella sera vennero anche loro. 
Mi ricordo la luce abbagliante, la mano di mio padre che mi stringeva per non perdermi, la folla mai vista, le grida; ero confuso ed un poco intimorito.
Vedevo un prato, delle righe bianche; mi venne dato da papà un cuscinetto di plastica da una parte giallo e dall'altra rosso. 
Un urlo forte uno spavento improvviso un gridare indistinto ed ecco da un lato uscire dei ragazzi vestiti con i pantaloni corti neri ed una maglia rossa con qualcosa di giallo "quella è la Roma" mi spiegò papà. Mio padre non è mai stato un gran tifoso ma quella maglia rappresentava l'Italia, la madre lontana gli amici lasciati. 
Non ricordo se non delle figure correre, un pallone rotolare, non ci capivo nulla.
All'improvviso ci fu un urlo generale; chi gridava ridendo e chi gridava con la faccia rabbiosa.
I portoghesi avevano segnato. Per me non voleva dire nulla, ma la faccia di mio padre delusa e così quella dei vari amici e parenti mi spaventarono e mi spaventò ancora di più un improvviso silenzio e poi l'esplosione d'ira dei tifosi italiani. La partita era finita e cominciarono a volare i cuscini, le grida deluse e rabbiose. 
Per me al di là della valenza sportiva era stata la delusione di tanta gente che viveva lontano e che attraverso una vittoria avrebbero in vissuto un momento di orgoglio.
Io ero lì, non l'ho mai dimenticato.
Sono tornato in Italia anni dopo, ma quella maglia colorata di rosso e di qualcosa di giallo, era rimasta sotto la mia pelle e rivenne fuori con Manfredini, Orlando, Presti, e tanti altri.
Ho anche imparato a giocare al calcio e la mia maglia era sempre giallo-rossa, con il colletto aperto e la cordina per chiuderla. 
Vi ringrazio per avermi fatto rivivere un momento della mia infanzia, delle mie prime gioie e delusioni.
Forza Roma sempre!

Pino Vitale


"Mi è rimasta solo la giacca della divisa dell’ultimo anno. Blu, con lo scudetto della Roma sul taschino, da portare con i pantaloni grigi. Ho solo quella, ed è anche un po’ scolorita dopo quarantatre anni. Ricordo invece bene la prima divisa. Ce le fecero fare nel ’56, in occasione della prima tournée che facemmo in Sudamerica. Con quella giacca, bella, doppio petto, ma di lana pesante, andammo prima dal Papa, Pio XII, e poi in Venezuela. Quando arrivammo, trovammo un caldo terrificante e ancora ricordo la sofferenza di tutti noi con quei panni addosso. Da aggiungere all’esperienza del viaggio. Era la mia prima volta su un aereo di quel tipo, un Super Constellation quadrimotore ad elica, con cui impiegammo forse trenta ore, e venti tappe, per arrivare fin laggiù"
Giacomo Losi
























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