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NAPOLI/ROMA 2-2
Napoli, Stadio San Paolo
10 giugno 2001, ore 15.00
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NAPOLI (3-5-2): Mancini;
Baldini, Fresi (1' st Saber), Quiroga;
Baccin, Pecchia, Husain, Jankulovski,
Bocchetti (20' st Amauri); Edmundo,
Amoruso (25' st Moriero).
In Panchina: Mondini, Pineda, Tedesco,
Sesa.
Allenatore:
Mondonico
ROMA (3-4-1-2): Antonioli;
Zebina, Samuel, Zago, Cafu, Tommasi (38'
st Montella), Emerson, Di Francesco;
Totti; Delvecchio (10' st C. Zanetti),
Batistuta.
In Panchina:
Lupatelli, Mangone, Guigou, Assuncao,
Nakata.
Allenatore:
Capello.
Arbitro: Treossi.
RETI: 37'pt
Amoruso, 43'pt Batistuta, 7'st Totti,
36'st Pecchia.
NOTE:
Angoli: 5-0 per la Roma, Recupero: 2' e
3', Ammoniti: Fresi, Di Francesco,
Pecchia, Bocchetti, Spettatori: 40.000.
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PAGINA
1
IL DOPOPARTITA
Il mio resoconto sarà
abbastanza breve.... quello di un film già visto.
Decido di partire con il treno. E' tanto che non
vado in trasferta con il treno e sono curioso di vedere se
le cose sono migliorate o no.
No.
Hanno soppresso, su iniziativa del governo, i
treni speciali. Risultato: i treni "normali" diventano treni
speciali.
Tutto sarebbe molto più ordinato se venissero
fatti dei treni speciali con un numero di carrozze
sufficente ad accolgiere tutti (e non ammassati come bestie,
Salerno docet) e con orari precisi di partenza. Ed invece
"loro" preferiscono dire "non ci sono treni speciali"
sperando di scoraggiare la massa che, ormai, ha capito
perfettamente tutti i trucchetti di lorsignori e non si fa
certo gabbare.
Risultato: due treni espropriati e senza
controllo. La strada è tranquilla sino a che non si arriva
nei pressi di Napoli. Lì il treno, che faceva (non essendo
un treno speciale) tutte le fermate (inutili perché
ovviamente nessun viaggiatore "normale" saliva sul treno) ha
incrociato un treno locale di Napoli i cui viaggiatori hanno
iniziato (confortati anche dalle dolci parole dei nostri) a
insultare i tifosi. Dagli insulti alla sassaiola il passo è
stato breve. E' anche vero che tutto era ormai terminato
quando sono intervenuti (a questione ormai finita) gli
agenti di P.S. che, ovviamente, sono stati accolti assai
poco benevolmente. Sembrano non capire, 'sti benedetti
ragazzi, che la loro presenza non è gradita ai tifosi della
Roma che, evidentemente memori degli episodi di Bologna,
Milano ecc. ecc., proprio non li vedono di buon occhio.
Iniziano a volare le breccole, quindi, senonché uno degli
agenti, in borghese, tira fuori la pistola iniziando a
minacciare, puntando ad altezza d'uomo, i tifosi affacciati
i finestrini e, addirittura salendo sulla mia carrozza dove
eravamo tutti tranquillissimi e dove è stato accolto da un
"falla finita frustrato" che sinceramente condivido. Questa
non è gente in grado di gestire l'ordine pubblico. Preso dal
furore (ma vi assicuro che VERAMENTE non era necessario) un
altro poliziotto, stavolta in divisa, ha scarrellato con la
sua pistola (vuol dire mettere il colpo in canna), puntanto
la sua pistola contro i tifosi, che - ovviamente - se la
sono presa a male. Fatto sta che alla fine arriviamo a Campi
Flegrei. Ci si aspetta una gentile accoglienza da parte dei
napoletani ma non si vedono. Piccolo tratto di strada a
piedi e (le barriere frangifolla si vedono solo nei film
americani) tutti vengono ammassati alla fine di un tunnel:
c'è da salire una scaletta larga 1 metro e mezzo. Prevedere
l'effetto imbuto sarebbe ovvio per qualsiasi imbecille, non
per chi ha gestito l'ordine pubblico a Napoli. Quando arrivo
ai cancelli la situazione è già agitata. Vengono lanciati i
primi lacrimogeni nell'antistadio del nostro settore. La
cosa fa scappare: a) gli stessi poliziotti; b) i controllori
dei biglietti. Risultato: cancelli spalancati e tutti
dentro! Si sarebbe potuto entrare con un carrarmato e senza
biglietto (il mio non è stato ovviamente strappato). Appena
dentro la sorpresa.
Dalla destra, in alto, giovani scugnizzi tirano
mattoni e pietri gigantesche ai tifosi della Roma, in una
specie di tiro al bersaglio che qualche vittima la fà. La
polizia è totalmente inefficiente. Non è colpa dei "poveri"
celerini, che alla fin fine qualcosa cercano di fare
lanciando contro di loro dei lacrimogeni, ma di chi comanda:
il Questore di Napoli (poverino, dice: "hanno venduto troppi
biglietti ai tifosi della Roma....." SOLO LUI IN TUTTA
ITALIA NON LO SAPEVA...). Fatto sta che a nessuno dei
sovrintendenti di P.S. viene in mente che forse sarebbe il
caso di mandare qualcuno lì sopra a mandare via questi
giovincelli che lanciano massi di sotto.... I romanisti si
rompono le palle (vorrei vedere) e iniziano a loro volta a
lanciare sassi ai napoletani. Me ne vado dentro il settore,
prima nella parte alta (e anche lì pioggia di sassi che
passavano nelle feritoie della gabbia), poi nella parte
bassa. La partita, la paura, la speranza, la gioia, la
delusione. Tutto in 90'. Nell'intervallo altri lacrimogeni
per degli scontri tra tifosi della Roma e polizia
nell'antistadio. Alla fine, dopo parecchio tempo
all'interno, la gente si stufa e carica le forze dell'ordine
per uscire. Altre botte, altri lacrimogeni.
Ma finalmente si esce, alla mia destra una
macchina incendiata della Polizia, alla mia sinistra cariche
e controcariche. Non è il caso di prendere il treno e trovo
un passaggio con il pullmann. La scelta non si è rilevata
sbagliata.
Andata col treno: il poliziotto al
centro ha puntato la pistola contro il treno a
seguito di un lancio di sassi. Quello in divisa
immediatamente dietro ha persino "scarrellato"
puntando la pistola contro gli occupanti del treno
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La parte superiore del settore nostro
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Un seggiolino sulla "gabbia" che tutto
sommato ci ha salvato: dovevano montarla intorno
ai napoletani, più che intorno a noi!
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Tafferugli nell'amtistadio
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Striscioni in basso
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Lacrimogeni nell'antistadio
all'intervallo
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In questo momento eravamo
sull' 1-2
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Residui napoletani sul "tetto" della
gabbia
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Il fumo di un'auto della Polizia in
fiamme fuori dallo stadio
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Tafferugli nell'antistadio
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Un simpatico scugnizzo
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Ritorno col pullman: si orina per strada
dopo una giornata campale.
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RESOCONTO DI DANIELE
Ieri è stata veramente una trasferta da incubo,
sicuramente la più brutta fatta finora.....
Siamo partiti in 5 e siamo tornati in 4 perche' un
amico nostro e' stato accoltellato sotto la curva B a
mezzogiorno ed era tornato a Roma a nostra insaputa con
altre persone che anche loro avevano deciso che era meglio
scappare da quella città DI MERDA E DI MERDE (ma questo
l'abbiamo saputo solo alla fine quando alle 18 passate un
nostro amico ci ha chiamato dicendoci che stava a casa con 4
coltellate nella coscia.......)!!!!! Così abbiamo vissuto
una giornata senza sapere dove fosse finito sperando che non
stesse tra la lista degli accoltellati, invece.....
MA QUANDO UNO HA A CHE FARE CON GLI ANIMALI, TI
DEVI COMPORTARE DA ANIMALE PERCHE' SE NO RISCHI DI NON
USCIRNE VIVO..... E QUELLO CHE E' SUCCESSO TRA IL NOSTRO
SETTORE E' LA CURVA A E' STATO LLUCINANTE......E
PENSATE SE NON CI FOSSE STATA LA GABBIA.....ADESSO INVECE DI
60 FERITI CIRCA, CE NE
SAREBBERO STATI 500, BASTI PENSARE A TUTTI I PEZZI
DI MURO, SASSI, MATTONI E ALTRE COSE CHE HANNO TIRATO GLI
INFAMI....A CUI OVVIAMENTE ABBIAMO RISPOSTO PERCHE' NON SI
POTEVA ANDARE AVANTI COSI'!!
LA COSA PIU' "BELLA" L'HO VISTA AI CANCELLI PER
ENTRARE, QUANDO DOPO QUALCHE CARICA DEI CARABINIERI DALLA
PARTE DEI NAPOLETANI, SONO ENTRATO SENZA BIGLIETTO
SVICOLANDO TRA POLIZIOTTI E ADDETTI AI CANCELLI, STANDO
ATTENTO A NON PRENDERMI UNA MATTONATA IN TESTA DAI
NAPOLETANI, CHE DALLE SCALE DELLA CURVA A SI DIVERTIVANO A
PRENDERE LA MIRA SULLE NOSTRE TESTE........TRA LACRIMOGENI E
SASSI CHE VOLAVANO DA TUTTE LE PARTI!!!!! Appena entrati
cerchiamo altri amici che già erano entrati e ci mettiamo
vicino a loro, cercando di non pensare troppo al nostro
amico, sperando che la partita iniziasse il più presto
possibile, ma era difficile.... e nel frattempo dovevamo
guardare con attenzione cosa stava accadendo in curva A,
dove, durante il pre-partita, hanno tirato di tutto, fino a
quando i
carabinieri hanno deciso di intervenire,
caricandoli!! Poi è iniziata la partita, dove la squadra era
evidentemente tesa eno riusciva a giocare come al solito, e
infatti verso la fine del primo tempo il napoli segnava. Ma
5 minuti dopo era il Gabriel che con una zampata delle sue
riusciva a pareggiare; finiva il primo tempo e nuovamente
dovevamo "stare in campana" per quello che succedeva in
curva A (che penso sia a questo punto la più pericolosa di
tutta Italia), dove la gente non va per fare il tifo, ma per
fare male!!!! Ricomincia il secondo tempo convinti che
entrasse Vincenzo, ma invece Delvecchio è ancora al suo
posto e dopo qualche minuto Francesco segna il gol che ci
consegnava lo scudetto; tutti erano ormai certi che era
fatta, perchè vedendo il napoli tutti pensavamo che questa
squadra non
riuscisse più ad impensierirci, ma non riuscivamo
a chiudere la partita e come al solito, alla fine, con una
punizone tirata a 2 all'ora da Pecchia, Antonioli riusciva
nel "miracolo" di buttarla dentro per la gioia delle MERDE e
la nostra immensa delusione!!! Entra finalmente Vincenzo e
anche lui ha la palla buona per lo scudetto, ma sbaglia,
anche innervosito dall' atteggiamento di Capello che lo ha
fatto entrare subito dopo il gol napoletano!!! La partita
finisce e sappiamo bene che dovremo aspettare parecchio
prima di uscire, perchè i napoletani ci stavano aspettando;
infatti dopo aver superato il piazzale antistante il nostro
settore, sentiamo i colpi di lacrimogeni sparati dai
poliziotti per disperdere i napoletani, ma nel frattempo
anche i noi cercavamo di difenderci a modo nostro,
tirandogli di tutto, e a quel punto i poliziotti hanno
caricato anche noi!!!! Così ci avviciniamo a una camionetta
della polizia, chiedendo se si potessero informare per
sapere se si trovasse in ospedale, ma non riescono a
trovarlo, e infatti dopo un po' ci chiama Stefano che ci
dice che
l'altro sta a casa con le coltellate delle
MERDE!!!!!!! Poi siamo andati alla macchina, anche lì
convinti di trovare qualche "sorpresa", invece è per fortuna
tutto a posto; e dopo aver preso la tangenziale e poi
l'autostrada, riusciamo ad andarcene da quella città di
MERDA, finalmente contenti di tornare a casa nostra!!!!!!!
Il tifo e' stato buono ma discontinuo, dovuto sicuramente
all' importanza
della partita, anche se giustifico ma non
condivido in pieno questo atteggiamento, perchè anche a me è
capitato di stare zitto, forse perchè troppo preso dalla
partita e da tutto quello che era successo.......
ADESSO NON VOGLIAMO PIU' SCUSE, NON CI FREGA
NIENTE DI CAPELLO E MONTELLA, DELLA STANCHEZZA DELLA
SQUADRA, DEI PROBLEMI TECNICO-TATTICI E ALTRE COSE SIMILI;
VOGLIAMO SOLO QUESTO SCUDETTO, CHE CI SIAMO MERITATI E
CONQUISTATO SUL CAMPO, CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI!!!!
QUINDI PER DOMENICA FUORI LA VOCE E FUORI LE
PALLE!!!!!!
UNA FEDE UNA VOLONTA' UN TRAGUARDO, VINCERE
MALGRADO TUTTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
DAJE ROMA DAJEEEEEEEEEEEEEEEEEE, CI ASPETTA
L'ULTIMA FINALE DA GIOCARE ALLA MORTE!!!!!!!!!!!!!!
RESOCONTO DI FEDERICO V.
Ieri siamo partiti per Napoli alle 9,20 e sono
rientrato a casa all'una di notte. Mai così
felice di essere a Roma come ieri notte. 14 ore di follia
pura. E l'ansia di mia moglie, le sue solite
rimostranze .....; sei un professionista, hai una famiglia,
etc. etc. ; l'umiliazione per quello che abbiamo dovuto
soffrire e l'umiliazione per i titoli dei giornali di oggi
ed i servizi in tv. Un titolo in particolare voglio citare:
"Vergogna Ultrà", sul Messaggero. Io sono stato ultrà
e non me ne vergogno. Essere ultrà è differente
dall'essere un tifoso normale. Ed è differente
dall'essere un teppista o zingaro. Mi vergogno piuttosto di
essere cittadino di questo paese, per quello che ho visto
ieri. Scriverò cose scomode e so che molti storceranno
il naso, ma solo chi è stato lì può sapere. Lo dico
brutalmente: il contegno del reparto Celere di Napoli è
criminale. L'organizzazione dell'ordine pubblico a
Napoli è stata criminale. L'accoglienza della mobile
di Roma a Terricola riservata ai tifosi della Roma che
viaggiavano in treno è stata criminale.Siamo arrivati a
Napoli con il secondo treno e siamo rimasti nel piazzale
antistante Campi Flegrei in attesa del terzo treno.
Dai palazzi contigui pioveva di tutto, anche bombe carta. I
celerini ci apostrofavano con epiteti che variavano da
"stronzi" a "bastardi, la festa ve la facciamo noi".
Ad ogni modo, il tragitto verso il San Paolo non
ha riservato particolari problemi. Meno fortunati i
tifosi giunti in pullman o in macchina, che hanno dovuto
raggiungere il nostro settore senza
scorta. All'ingresso, ordinaria amministrazione:
ingiustificate cariche di alleggerimento, poi si è entrati
tutti, senza alcun controllo di biglietti e senza
perquisizioni. Questo alla faccia di chi aveva fatto
le file all'Olimpico per comprare i biglietti e alla faccia
del preteso dovere di controllare l'ordine pubblico.
Dentro allo stadio, pioggia di sassi ed altri oggetti
provenienti dalla curva A e nuovi disordini tra una
ristretta frangia di tifosi ed un reparto Celere
romano. Risultato: lacrimogeni in tutto il settore
inferiore. Ma il vero casino è scoppiato
all'uscita. Quella era Beirut, non Napoli. Caricavano
tutti quelli che uscivano dallo stadio. Inspiegabilmente,
non ci hanno tenuto molto dentro nel dopopartita, ma hanno
ben pensato di allietare la nostra attesa e di mantenere gli
animi tranquilli ricoprendoci di lacrimogeni.
All'uscita il caos, come diceva prima.
Invece di organizzare il corteo come per il tragitto di
andata (sarebbe stata la soluzione più razionale) hanno
deviato il percorso verso sinistra in una piazzetta che era
chiusa ad imbuto con diversi mezzi della Celere.
Perché, perché chiuderci in un imbuto? Da dove avremmo
dovuto defluire verso la stazione o il parcheggio degli
autobus? Conosco Napoli per cui, uscendo dallo stadio,
ho chiesto ad uno di loro perché ci facessero prendere
quella strada, perché ci volessero chiudere, tutti quanti,
sia quelli che dovevano prendere il treno che quelli in
bus. La risposta è stata che ci avrebbero portato loro
cogli autobus. La risposta vera è che volevano
massacrarci (leggere quanto scrivevo sul pre-Napoli/Roma al
riguardo, n.d.L.). Cariche su cariche, teste spaccate
indistintamente, tanti quarantenni, non di certo ultras, coi
volti sanguinanti. Lacrimogeni sparati ad altezza
d'uomo ed ovviamente, controcariche dei
romanisti. Eravamo attaccati contro il muro, a
destra la muraglia di mezzi blindati, a sinistra le cariche
della celere, ancora più a sinistra i romanisti che
contrattaccavano. E facevano bene. Praticamente
eravamo tagliati fuori, poteva essere un nuovo Heysel,
perché la gente terrorizzata poteva scappare solo contro il
muro. Decidiamo di arrivarci da soli alla stazione,
rimanendo in quell'imbuto ci avrebbero massacrati.
L'unico modo era saltare un muro di un paio di metri di
fronte a noi e aprirci un varco, poi correre per cinquecento
metri fino alla stazione. Quelli più esperti tra noi
hanno guidato il gruppo. Saltato il muro, attraversiamo in
gruppo la piazza sottostante, prima del viale che porta alla
stazione. Lì siamo stati selvaggiamente attaccati dai
Carabinieri. Allucinante. Nuovi lacrimogeni e
cariche, le donne tenevano le mani in alto e imploravano di
non essere colpite, ne ho visto più d'una cadere sotto le
manganellate. Un paio ne ho prese anch'io, ma non mi
sono fermato. In certi frangenti l'ultima cosa da fare
è fermarsi. Mi sono liberato dall'attacco ed ho corso
con tutta la forza che mi rimaneva verso la stazione, tra
cariche incrociate, lacrimogeni, e pioggia di ogni tipo di
oggetti. Entriamo in stazione e prendiamo il
treno. Siamo stati tra i primi. Fuori continuava la
guerriglia urbana. Un solo "treno merci" per
raccogliere tutti i tifosi arrivati con tre treni a cui si
sono aggiunti molti tifosi rimasti senza pullman (pare che
molti pullman si siano dileguati nel nulla, anche questo
incredibile). Niente acqua, ammassati come bestie,
aspettiamo la partenza per ore, tra cariche dentro al treno
e controcariche. Alla fine si parte e l'arrivederci di
Napoli ha qualcosa di grottesco: Carabinieri e Celere
schierati sul binario ci tirano pietre contro il
treno. Ad ogni modo, sconvolto dalla fatica, da tutto
quanto visto e subìto, e chiaramente dal risultato
della partita, mi sento sollevato. Penso che il peggio
sia passato, in fondo non è la prima volta che viaggio in un
treno bestie, senza nemmeno lo spazio per sedersi.
Eppure avevano detto che simili treni non ne avrebbero più
fatti, dopo la tragedia dei salernitani. Ma mi
sbagliavo. All'altezza di Formia la vera tragedia.
Qualcuno, forse esasperato dalla sete o dalla scomodità,
tira il freno a mano. I primi scendono per comprare da
bere. All'inizio non succede nulla di grave. Poi la
situazione degenera, alcuni soggetti, che nulla hanno a che
fare con l'essere ultrà e che posso solo definire zingari,
sfondano il bar della stazione. Esce un poliziotto che
pistola alla mano spara un paio di colpi, nella bagarre uno
dei suddetti criminali gli rifila una coltellata ad una
gamba. Riparte il treno, ma ho la morte in cuore
perché so che a stazione Termini ci fermeranno e passerà
altro tempo prima di tornare a casa. Succede di
peggio. Il treno viene fermato a Terricola, un buco nero da
qualche parte sull'Appia. Non si capisce nulla.
Noi eravamo seduti tra un vagone e l'altro, almeno in dieci.
Si apre una porta all'improvviso e parte una sassata che
prende un mio amico in piena fronte. E' il panico, il
fuggi fuggi dentro il vagone. Ci comprimono in pochi
vagoni, non sappiamo cosa succede negli altri, tirano pietre
contro le finestre per farcele tenere chiuse. Ci
volevano asfissiare? Molti si sentono male. Dopo
un'ora ci fanno uscire: uno ad uno, tra insulti e percosse,
una provocazione per creare il finimondo. Basterebbe
una sola parola, un solo accenno. Confesso di provare paura
vera, per la prima volta nel corso della giornata. Per
fortuna riusciamo a convincere tutti a non reagire, a non
dire assolutamente nulla. Sarebbe stato un
macello. Il funzionario - parola grossa per un
provocatore-macellaio - mi dice con un accento meridionale
"è bravo dottore, colla maglia della Roma, non si
vergogna?". Avrei voglia di rispondere, non sapevo che
la maglia della Roma fosse reato. Avevo voglia di
rispondergli: "e lei non si vergogna, da tutore dell'ordine,
a comportarsi così?". Ma davvero non ne vale la
pena. Identificato, vengo perquisito, mi viene
sottratto il rullino fotografico - paura per le foto che ho
fatto in quanto scomode testimonianze? - ,con le mani sulla
nuca, in fila indiana, un celerino mi intima che "se te movi
dalla fila te ce rimetto a carci n culo"; veniamo
trasportati su un autobus e finalmente arriviamo a
Termini. Sull'autobus chiacchierando con alcuni a cui
è stato sottratto il documento di identità cerco di fargli
presente che, a rigore di legge, hanno i loro diritti da
tutelare. Non è possibile trattarci tutti così, se è vero
che c'era qualche zingaro sul treno è anche vero che la
maggior parte era composta da inermi tifosi. Ma la
risposta di questi poveri diavoli è "tanto co quelli c'hai
sempre da rimette". L'epilogo di una giornata tutta da
dimenticare. Perché questo lungo sfogo dunque? Perché
ho una nausea dentro che copre tutto,e francamente, di
pensare al viziato miliardario Montella proprio non mi
riesce. Non ho scritto per fare una apologia del
teppismo o della violenza chiaramente. Per me essere
ultrà, vecchia maniera, significa solo essere al fianco
della Roma, sempre e comunque, malgrado i pericoli e le
scomodità. Per questo sono andato a Napoli,
malgrado tutto. Per non farla sentire sola in uno
stadio ostile, per spronarla ed incitarla. Ma non è
bastato ovviamente. Rimane la violenza di una giornata
di guerriglia urbana. Ma la violenza va analizzata,
bisogna chiedersi i motivi,bisogna indagare le
dinamiche. Altrimenti rimaniamo alle facili
generalizzazioni:
Bravi ultrà che bella coreografia, vergogna ultrà
per i tafferugli. Una cosa è stata la violenza di
Napoli, un'altra la barbarie di Formia. Ma alla base c'è
sempre una totale mancanza di professionalità delle forze
dell'ordine preposte che, soprattutto a Napoli, tendono ad
essere parte del problema più che a risolverlo. Questo
tragico gioco che è diventata ogni trasferta (ma soprattutto
Napoli) piace a tanti, non solo agli ultras che rispondono
alle provocazioni o agli zingari che si portano dietro i
coltelli. Piace anche agli "ultras in divisa". Perché
gli insulti all'arrivo a Napoli, perché quelle cariche
all'uscita, perché l'imbuto, perché i lacrimogeni ad altezza
d'uomo, perché le teste spaccate a donne e padri di
famiglia, perché un treno speciale come quello approntato,
dove si fa di tutta l'erba un fascio, tifosi, ultras e
teppisti. Un treno che di speciale aveva soltanto la
totale mancanza di rispetto dei diritti basilari di ogni
cittadino, che sia egli tifoso, ultrà o collezionista di
francobolli. Dice un proverbio vietnamita, "se hai una tigre
in casa il modo migliore per liberartene è di tenere la
porta aperta". Chi vuole intendere intenda, e magari porti
alla luce il problema e si inizi una discussione seria, un
confronto aperto volto alla soluzione del problema. Se
no, si continui così, fino alla prossima, inevitabile
tragedia.
Forever Ultrà
RESOCONTO DI GABRIELE T.
Arriviamo a Napoli con i pullman dell'AIRC verso
le 11.30, siamo tra i primi e, nonostante ci avessero fatto
aspettare incolonnati sulla tangenziale per 1 ora causa
"disordini allo stadio", quando arriviamo (sembra con un
percorso alternativo) la situazione appare tranquilla. Ci
strappano il biglietto all'entrata, ci incolonniamo per le
scale, ma già quando siamo alla fine delle scale vediamo che
sotto cominciano incidenti. Da sopra leggiamo una
scritta verniciata per terra (dentro il nostro settore)
"benvenuti coatti bastardi". Dentro la stadio ci sistemiamo
in alto vicino ai vetri confinanti con la curva a.
Io non sono razzista, ma i ragazzini del napoli
(tra i 12 e i 18 anni) sono dei veri animali, cose da 3°
mondo. Sputano sui vetri, si calano i
pantaloni e mostrano i loro affaretti piccoli...
tirano di tutto, dai seggiolini ai mattoni (ma poche
monetine, a quelle probabilmente ci tengono di piu'). Tutto
contro il vetro e le reti. Poi trovano un varco e nella
parte alta le cose passano. Alcuni di noi rispondono, dalla
parte loro non c'è un poliziotto, dalla nostra pochissimi.
Ripetono di stare calmi ma non possono intervenire. Loro
cominciano ad essere tanti, nel nostro gruppo ci sono anche
delle ragazze che si spaventano e siamo costretti a
spostarci. Andiamo dalla parte opposta, nel frattempo il
lancio di oggetti è fittissimo e gli oggetti scavalcano le
reti ricadendo in mezzo al nostro settore.
Evidentemente sotto la curva a i napoletani stanno
litigando con la polizia perchè ad un certo punto rientrano
tutti di corsa, si sparano i lacrimogeni ed entrano le
"forze del disordine" che accennano pure qualche carica. Ma
sebrano finte, tra cani non si mozzicano.... Con l'arrivo
della polizia (che poi si schiera vicino ai vetri) il lancio
di oggetti si calma, e si arriva fino all'inizio della
partita in un clima per noi abbastanza tranquillo, mentre i
napoletani continuano a battagliare con la celere. Da sopra
possiamo vedere che arrivano altri romanisti, il nostro
settore è già stracolmo, e sotto c'è una marea di gente.
Sfondano i cancelli (ma in realtà sembra che poliziotti e
funzionari si tolgano senza opporsi). Altri lacrimogeni e
qualche carica, ma non guardiamo più perchè la partita è
iniziata...
poi verso il 30° vediamo che molti tifosi sono
stati sistemati sotto la curva b. Partita strana, la Roma è
padrona a tratti, a tratti si rilassa. Dopo il gol di Totti
abbiamo l'impressione che il trucche e trucche sia nostro,
ma veniamo svegliati da un gollonzo del caz. Se Cafù avesse
messo dentro il 3 a 1... Lo striscione dei napoletani per
Alessandro è quantomeno la dimostrazione che hanno un
briciolo di dignità, ma sono sempre animali io non sono
riuscito ad applaudirli. Finisce la partita, ce ne stiamo
tranquilli ad aspettare. Quando aprono le uscite ci
avviciniamo verso il basso ma vediamo rientrare motli di
corsa. Altri lacrimogeni, dicono che fuori è guerra vera.
Una macchina prende fuoco, e tra fumo e lacrimogeni non si
respira più. Io e un mio amico decidiamo di uscire per
vedere, c'è parecchia gente affacciata sul davanzale della
piazza... sotto cariche e controcariche, non capisco se c'è
vendetta per i fatti passati o solo rabbia per il risultato.
Ma mi sembra più una vendetta... e anche se non sono un tipo
violento mi piacerebbe partecipare... se lo meritano, no?
Poi vedere che quando prendono un ragazzo lo colpiscono in
venti continuamente... fortuna che arriva un lacrimogeno e
siamo costretti ad allontanarci. Nel frattempo un
lacrimogeno ci passa sopra la testa ad alta velocità, se
prende qualcuno lo ammazza! Rientriamo verso i bagni e
arrivano i primi feriti.. chiamo quelli del pullman, loro
sono già arrivati ai mezzi. Ma anche li' c'è un bel via-vai
di gente che scappa e corre. Noi arriviamo un'ora dopo
quando ormai la situazione si è calmata. Dobbiamo aspettare
un'altra settimana, si comincia a sentire gente che dice che
il trucchetrucche è perso, io invece sono ottimista e mi
aspetto la festa domenica. Crediamoci e
incitiamo i nostri ragazzi, ieri dopo il 2-2 la
nostra curva si è ammosciata come al solito... Siamo ad un
passo, non molliamo proprio ora!
Gabriele p.s. un ringraziamento all'autogrill La
Macchia per il cibo e le bevande gentilmente offerte...
RESOCONTO DI LUCA S.
Si sapeva che
questa fosse una trasferta particolare non adatta a chi di
trasferte non ha molta esperienza ,comunque nonostante
questo mi sono sentito di andare … Arrivo a Napoli alle
2:45, il settore ospiti è stracolmo ma c’è ancora tantissima
gente fuori che deve entrare, nel casino c’erano pure alcuni
napolecani che rubavano sciarpe e portafogli… Proviamo ad
entrare da un’altra entrata ma ci sbarrano gli
ingressi… Alla fine veniamo messi nell’anello
inferiore del distinto quasi sotto la currva B…E’
piovuto di tutto: dai seggiolini ai cessi dalle bottigliette
di plastica a enormi pezzi di vetro da sassi a torce e a
bomboni per non parlare delle monetine che se le raccoglievi
tutte diventavi ricco, volavano pure enormi pezzi di
ferro…Durante la partita la Roma va sotto di un gol poi lo
recupera e passa in vantaggio, sembrava ormai fatta , ma una
punizione di Pecchia gela il nostro settore…Ci fanno uscire
dallo stadio circa alle 6:30 e ci dirigiamo scortati alla
stazione dove c’erano i Napolecani ad aspettarci…Bisognava
stare attenti anche a tutto ciò che quegli zozzi ci tiravano
dalle finestre dei palazzi…Alla stazione succede il caos,
scontri tipo guerra civile e lacrimogeni
dappertutto…Finalmente si sale sul treno e dopo un po’
questo parte… Va spedito fino alla stazione di Formia dove
si ferma verso le 7:30…Alcuni coglioni pensano giustamente
di distruggere la stazione e di saccheggiarne i
magazzini…Dopo mezz’ora si riparte e il treno va diretto
fino alla stazione di Torricola dove ad attenderci c’è un
esercito di celerini…Un celerino sicuramente “fatto” entra
sul nostro vagone e lanciando bestemmioni ed insulti di ogni
genere contro di noi ci invita ad andare nell’altro vagone e
appena passavi davanti a lui questo ti riempiva di
manganellate, fortunatamente non è riuscito a colpirmi… Ci
ammassano a tutti nell’altro vagone ci chiudono la porta e
ci obbligano a chiudere i finestrini. Saremo stati
all’incirca in 300 in un vagone ammassati come animali
e quasi soffocavamo, io mi stavo sentendo veramente male
anche perché non avevo + saliva per quanto avevo
sete…Fortunatamente riesco a mettermi seduto dopo mezz’ora,
lì dentro siamo stati per circa un’ora…Alcuni ragazzi hanno
anche chiamato la rai affinchè documentasse quella scena
pietosa… Finalmente cominciano a farci scendere uno per
volta e solo chi aveva la carta d’identità poteva scendere,
una volta scesi c’era prima un celerino che ti perquisiva
accuratamente e poi ti mandava da un altro che ti
ammazzava di botte a quel punto si doveva andare contro un
muro con le mani dietro la testa e gli occhi bassi ,come i
carcerati, e poi mettersi in fila per andare all’autobus e
se poco poco non stavi in fila le botte si sprecavano…E
pensare che questa era la celere di Roma e non la temuta
polizia napoletana…l’autobus ci porta alla metropolitana
fermata subaugusta e dopo mezz’ora ritorno finalmente a
casa…Rimane il fatto che quello che è successo è
scandaloso…La celere Italiana è anche peggio delle s.s.
tedesche di cinquanta anni fa…L’efficienza di un paese si
vede soprattutto dall’efficienza delle forze dell’ordine e
dopo aver vissuto ciò non mi rimane che dire che l’Italia è
un paese di merda…
RESOCONTO
DI
DOMENICO
NON TI LASCEREMO
MAI SOLA...........................................IO
C'ERO!!!!"
Eccomi qui a
raccontare una nuova avventura dopo torino e
bari.....................................Dopo 15 gg di
passione alla ricerca dei biglietti e dopo aver ricevuto la
solita speculazione sulle trasferte ai danni di noi tifosi
alle prese tra responsabili dell'ordine pubblico,bagarini
(ovviamente napoletani in qualsiasi parte del mondo tu ti
possa trovare), ecco com'è stata la mia trasferta.
Ore 08.00
appuntamento sotto casa mia, colazione da Benaco e ritiro
macchina alla Maggiore.Siamo in 4 e verso le 09.30 imbocchiamo
l'autostrada per napoli.Inutile dire che non siamo soli una
marea giallorossa sta invadendo
Napoli..............................
Il viaggio
scorre piacevolemente e tra risultati probabili e quelli
scontati dopo circa 1 ora e 30 min arriviamo a Napoli,
evitiamo per ragioni di traffico di prendere la tangenziale e
ci dirigiamo direttamente verso il lungomare per raggiungere
mergellina dove avevamo appuntamento con una mia cara amica di
Napoli per consegnarci i biglietti che lei mi aveva
gentilmente comprato ovviamente settore curva
A............................come molti del resto!!!! Convinti
da un certo languore di stomaco e dalle notizie di scontri nei
pressi dello stadio tra tifoserie decidiamo di fermarci a
mangiare al ristorante della mia amica "LES GAGAS" .Con
ilpassare delle ore cominciamo a "sentire" il match ci
prepariamo quindi alla volta del San Paolo. Arrivati nei
pressi del nostro settore "la gabbia" parcheggiamo la macchina
e a piedi ci dirigiamo verso
l'ingresso............................Veniamo intercettati da
un gruppetto di circa 15-20 sciacalli napoletani che cercavano
di provocarci ma forse vista la nostra prestanza fisica, 4
romanisti di cui 3 vere brande alte 1.94 con fisico da
paura,prima di passare ai fatti ci hanno pensato un pochino
quel tanto che è bastato a noi per arrivare nel nostro
settore.
Voglio fare un
vero e proprio elogio da una parte a colui il quale si è
inventato quella benedetta rete metallica io gli faccio un
grande applauso, ma dall'altra vorrei sapere come hanno fatto
a far entrare allo stadio delle pietre di una certa dimensione
che erano ancora visibili perchè sono rimaste su quella
benedetta rete metallica...........................se c'è
qualcuno che fa qualcosa di costruttivo per permettere ai veri
tifosi di seguire la propria squadra in trasferta dll'altra
c'è sicuramente qualcuno che rema in modo contrario (forse le
forze del disordine??? mah chissà).
Personalmente il
risultato della partita non mi preoccupa più di tanto, anzi
c'è più gusto lasciare ancora un barlume di speranza a quelli
che stanno dietro del resto FINCHE' C'E' VITA C'E'
SPERANZA...............................E CHI DI SPERANZA VIVE
DISPERATO MUORE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Ultima nota positiva della
giornata?? l'incontro in autogrill al ritorno con Pluto Aldair
un boato appena è entrato e si è subito alzato un coro tutto
per lui ci sono rimasto male quando mi è passato vicino mi ha
dato la mano ed ho potuto constatare che zoppica e porta un
tutore.................................credo che tutti avremmo
voluto vederlo in campo contro il
parma....................................Ultima annotazione
perchè sono state allestite bancarelle con le bandiere con lo
scudetto e come al solito chi le vendevano???? i Napoletani
ovvio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Pè du sordi se
venderebbero pure la mamma!!!!!!!!!!!!!!!!!
MESSAGGIO
AI
NAPOLETANI DI FRANCESCO
NON SO SE
LEGGERAI MAI QUESTO RESOCONTO, PER ME QUESTO E' L'UNICO MODO
PERTI CAPIRE E DIMOSTRARTI IL MIO DISPREZZO, SEMPRE SE
LEGGERAI QUESTO RESOCONTO ( MA SONO SICURO CHE LO FARAI ) FAI
I COMPLIMENTI ANCHE A TUOI AMICHETTI E DI A LORO CHE
SIETE UN BEL BRANCO, COMPLIMENTI LA VOSTRA MISSIONE HA
AVUTO SUCCESSO , COMPLIMENTI PER L'AGGUATO ERAVATE PREPARATI
BENE, ERAVATE IN 10 VERO? SE NON SBAGLIO NON PIU' DI 18 ANNI,
COMPLIMENTI PER I PUGNI SIETE OTTIMI ATLETI, IN CHE PALESTRA
ANDATE? E COMPLIMENTI PER LA COLTELLATA SIETE DEGLI EROI,
MERITATE SENZA OMBRA DI DUBBIO UNA MEDAGLIA AL VALORE,
PERCIO' IO FRANCESCO B. VE LA CONFERISCO IN NOME DELLO SPORT E
IN NOME DELLE VOSTRA MADRI, ( CHE SICURAMENTE NON SARANNO COME
VOI ) DIMENTICAVO DI SALUTARE ( E COME NON POTEVO FARLO )
TUTTE QUELLE GUARDIE CHE HANNO FATTO FINTA DI NIENTE DI FRONTE
ALLA VOSTRA IMPRESA GOLIARDICA, MA MI SORGE UN
DUBBIO ERANO VOSTRI ALLEATI ? TI SALUTO MIO CARO " TIFOSO
NAPOLETANO " E TI AUGURO DI COGLIERE DALLA VITA IL MEGLIO
PERCHE' NE HAI BISOGNO URGENTEMENTE
UN SINCERO
SALUTO INVECE AL PORTANTINO DEL PRONTO SOCCORSO CHE HA
DIMOSTRATO CHE IN FONDO A NAPOLI ESISTE MOLTA BRAVA GENTE,
UN FORZA E
CORAGGIO A LUCA DOMENICA " SE LI MAGNAMO"
RESOCONTO
DI
ALESSIO:
Napoli : una città di delinquenti.
Mai avrei
immaginato di vivere una domenica così pericolosa solo per una
partita di calcio.
Le premesse per
questo delicatissimo Napoli-Roma erano già agghiaccianti, se
si pensa alla disorganizzazione nella vendita dei biglietti o
al totale disinteresse a tutelare i tifosi intenzionati ad
accompagnare e sostenere la propria squadra, anche con auto
private, nel momento in cui potrebbe coronare il tanto
inseguito sogno tricolore. Si pensi anche che la squadra
partenopea di contro viveva l’amarezza di una retrocessione
imminente ed inevitabile oramai, e che quindi avrebbe avuto un
pubblico frustrato e pronto a scatenare disordini di ogni
tipo, come del resto è tipico fare per i napoletani.
Ad attenderci
infatti c’era una inferno, nel quale ci si doveva saper
muovere in tutta fretta stando bene con gli occhi aperti. Una
gigantesca trappola, una pazzia premeditata.
Napoli aveva
l’apetto di una galera a cielo aperto, con criminali di ogni
sorta a farla da padroni.
Attacchi contro
i tifosi giallorossi in arrivo allo stadio in continuazione e
ovunque.
Sin
dall’autostrada si sono verificati lanci di pietre e massi
contro pullman e auto con bandiere della Roma. Io ho raggiunto
il S. Paolo con la mia auto, da solo, con la bandiera nel
retro.
Una volta vicini
allo stadio, la tangenziale si blocca per il traffico intenso
di auto, e ci si trova in balìa di delinquenti di ogni razza.
Bande di luridi sciacalli napoletani controllano le auto in
cerca di Romani, mentre non c’è polizia e controlli di nessun
tipo.
30 metri nella
fila avanti a me, un furgoncino di tifosi della Roma bloccato
nel traffico viene aggredito da 7 o 8 teppisti a bordo di
motorini, che con spranghe e caschi distruggono il mezzo.
È stata mezz’ora
di paura per me, ho rischiato.
Subito dopo c’è
l’ingresso alla zona pedonale, con un solo vigile urbano, che
non sapeva dove dovevo andare. Praticamente in preda agli
animali, sotto il S. Paolo vicino alla curva A, da solo.
Vedo di nuovo il
furgoncino di prima, ci sono anche una macchina e un blindato
della polizia, i primi che vedo in città, e mi unisco a loro.
Ci scortano per il tunnel e arriviamo sotto la zona
d’ingresso del settore ospiti.
E qui vedo anche
centinaia di tifosi che arrivano insieme scortati dalla
celere.
Pensavo di
essere arrivato … ma dall’alto iniziano a piovere cocci, pezzi
di marmo, pietre e monete, bottiglie e bombe carta. I tifosi
del Napoli avevano finito di aspettare e, aiutati da forze
dell’ordine inadeguate e quasi complici, davano vita al loro
balletto di benvenuto.
Tra fumi e gas,
la folla cerca di ripararsi ma non è facile visto che i
napoletani sono 10 metri sopra.
A questo punto,
mentre vengono dispersi i teppisti, i romanisti si affollano
davanti ai cancelli, e io mi trovo a dover parcheggiare l’auto
all’esterno del tunnel.
La polizia mi
costringe ad andare da solo al di fuori, e quando esco sento
piovere bottiglie scagliate contro la macchina. Neanche uno mi
ha preso, ma è stato un miracolo.
Nel piazzale è
un brulicare di fetenti napoletani che si riversano allo
stadio in canottiera e birre Peroni alla mano, nel loro stile.
Molto simili agli zingari anche per tratti somatici. Stessa
razza.
Trovo posto a
più di cinquecento metri dall’entrata, e per fortuna avevo
lasciato la bandiera sotto il tunnel, perché mentre cammino
frettolosamente per riguadagnare i cancelli, sento che c’è una
caccia al romano da parte di tutti e la polizia non si vede
neanche.
Non ci sono
assolutamente controlli di nessun tipo nei dintorni dello
stadio, e mentre vola di tutto e si levano i gas lacrimogeni,
mi rendo conto che dentro allo stadio ci potrebbe essere anche
qualcuno con la pistola (!).
Correndo in
mezzo ad un mare di rifiuti e oggetti lanciati, raggiungo
finalmente la mia bandiera e vado addosso ai cancelli dove c’è
molta meno gente di quella che avevo lasciato dieci minuti
prima.
Non certo
d’accordo a rimanere vittime di una sassaiola infatti, i
tifosi avevano sfondato il cancello ed erano entrati in massa.
Poi il cancello è stato chiuso dalla polizia.
È stato riaperto
dopo venti minuti, e tutti sono entrati, ovviamente senza
controlli.
Chi con il
biglietto ospiti, magari sudato o stra-pagato, chi come me con
una curva A comprata a Napoli, chi con curva B, chi senza
biglietto. Tutti dentro !
Risultato, un
settore ospiti affollato fino all’inverosimile, una ressa
disumana, non so quante migliaia, e molti altri dovevano
arrivare ancora.
La rete
metallica alta 18 metri, sistemata sulle nostre teste, ci ha
salvati da un selvaggio bombardamento a colpi di razzi,
bottiglie e ancora sassi e pietre grandi come libri !
La partita è
tesissima, e tra una carica e l’altra (tutte della polizia
contro i napoletani che cercavano di raggiungere il settore
ospiti) prima segna il Napoli, ma la Roma reagisce e si porta
sul 2-1 con Batistuta e un gran gol di Totti.
Gol che per
mezz’ora vale lo scudetto, ma alla fine viene neutralizzato
dal definitivo pareggio di Pecchia su punizione, complice
l’ennesima grossolana ‘papera’ di Antonioli.
Ma il peggio
deve ancora venire. I tifosi del Napoli ci aspettano di fuori.
Dopo più di
un’ora, stremati dalla sete e dal caldo, ci viene consentito
di uscire ed è il panico totale.
Mentre arrivano
i sassi dei napoletani nascosti in attesa del nostro
passaggio, i romanisti distruggono tutto quello che c’è sul
loro cammino, comprese le auto della polizia.
È guerra.
Mentre molti
sono ancora dentro lo stadio, fuori sono solo scontri e
cariche a ripetizione con manganellate per ‘tutti’. I gas
lacrimogeni mi distruggono il viso e devo scappare sia dalla
folla sia dalle cariche sconsiderate delle guardie.
Riesco a
scavalcare il grosso cancello della Mostra d’oltremare, nel
cui piazzale erano sostati i pullman di Roma, con molti tifosi
già in attesa.
Mi è
praticamente impossibile raggiungere la mia macchina perché
proprio nella piazza tra me e l’auto la polizia fatica a
tenere lontani i napoletani, intenzionati a scontrarsi con i
romanisti che devono essere scortati a piedi fino alla
stazione.
Stazione che
oggi è completamente distrutta, secondo i giornali.
Quindi decido di
aspettare che siano partiti tutti per andare via.
Passano quasi
due ore, e la situazione da guerra vera e propria passa ad una
sorta di guerriglia, animata dagli ultimi e più pericolosi
sciacalli napoletani che aspettano alle fermate dei bus e agli
angoli delle strade con i motorini il passaggio di quei tifosi
che temerari andavano da soli, o in pochi.
Dopo molto mi
avvio, senza bandiera, verso l’auto e ancora vedo ronde di
scooter e brutte facce.
Prendo la
macchina senza dire una parola a nessuno, e quando imbocco la
tangenziale è come una liberazione. La stessa strada con la
quale ero entrato in quell’inferno fatto di gente di serie B e
piccoli camorristi, ma nel senso giusto questa volta. Verso
Roma.
La Roma rimanda
la festa alla domenica in cui avrà tutto il suo pubblico con
Lei, ed è meglio così.
Io giuro a me
stesso di ripudiare Napoli ed i bastardi napoletani finchè
avrò vita.
Spero che il
Vesuvio torni ad essere lo splendido monumento naturale che è,
lavando via con il suo fuoco la discarica partenopea, con
tutta la sua sporca gente.
Spero di poter
accogliere degnamente i prossimi napoletani che verranno a
farci visita all’olimpico, ma non credo che questo avverrà in
un futuro immediato, visto che patiranno la vergogna della
serie B per molti anni ancora.
La Roma invece,
per non aver saputo chiudere il match con un 3 o 4 a 1, si
ritrova a dover giocare adesso in una partita tutto un
campionato. Il parma è gia matematico in champion’s, ma in una
partita secca può accadere qualunque cosa. Se la Roma
pareggia e la Juve vince sarà spareggio-scudetto
Roma-Juve. Ma la Roma non si può far sfuggire ciò che ha
costruito giocando un campionato esaltante e dominato sin
dalla prima giornata. Non a caso dopo un mese di pareggi siamo
ancora in testa a +2.
Una vittoria
contro il parma farà esplodere la capitale.
Come sempre noi
saremo nel vivo degli eventi, ad assaporare il tutto.
Vaffanculo
Napoli !
NAPOLI MERDA ,
NAPOLI COLERA
SEI LA VERGOGNA
DELL’ ITALIA INTERA
RESOCONTO
DI
DONALD FRANCIOLI
Quest'anno per
la prima volta ho partecipato a qualche trasferta della Roma,
dopo dieci anni di abbonamento prima in curva con mio padre e
poi in distinti sud con gli amici, dieci anni in cui ho avuto
paura solo per le sorti della Squadra, mai avrei creduto
che per assistere ad un evento sportivo avrei dovuto
temere per l'incolumità mia o per quella dei miei
amici.
A Milano con
l'Inter eravamo proprio tanti e ci hanno scortato dalla
stazione al settore, mi sentivo un po' represso da tutta
quella polizia, ma alla fine ho visto solo persone che
facevano il proprio dovere. Stessa cosa a Firenze e Torino; a
Perugia giocavamo praticamente in casa...Quattro trasferte e
ormai ero convinto che quella tranquillità che trovavo
all'Olimpico fosse consuetudine anche lontano dalla Capitale.
Mi dicevo: "se non te la vai a cercare non ti succede niente".
Mercoledi il mio
amico Boccia mi ha convinto che dovevamo prendere la mia
macchina, così domenica mattina partiamo in cinque verso
Napoli. Sull'autostrada la solita festa, noi eravamo
totalmente anonimi, ma in giro si vedevano solo macchine
giallorosse. All'Autogrill un mio amico mi consiglia di
cancellare la scritta ROMA dal portatarga, io acconsento
subito perchè ho solo quella, ma la cosa devo essere sincero
mi addolora perchè mi è sembrato come se dovessi vergognarmi
di essere Romano.
Arrivati a
Napoli cominciamo ad avere un po' di paura perchè non vedevamo
più neanche un Romanista, i cartelli ci indicano di uscire ad
Agnano, e allora mi dico che sarà come tutte le altre volte,
nella speranza che le cose fossero organizzate in maniera
opportuna, dopo tutto per due settimane non si è parlato
d'altro che di trasferta a rischio. Dall'uscita della
tangenziale in
poi comincia l'incubo, veniamo abbandonati a noi stessi senza
un indicazione, avevamo paura di chiedere indicazioni ai
vigili per non essere riconosciuti come stranieri. Fermi
a un semaforo c'erano una Micra e un Transit con i vetri
sfondati, mi fermo cinquanta metri più avanti,ormai eravamo
sotto lo stadio e si vedevano solo sciarpette e bandiere
azzurre,
chiedo ad un
carabiniere dove fosse il parcheggio ospiti, questo ci dice di
andare dritti...ci ha mandato sotto la curva A. Il tempo di
rendercene conto e ci troviamo a passo d'uomo tra due ali di
gente che ci scrutano aspettando solo di avere la prova che
siamo Romani, un pischello c'avrà avuto sedici anni ci chiede
l'ora per carpire il nostro idioma ma noi facciamo finta di
niente. Passiamo
davanti ad un bar proprio di fronte allo stadio con decine di
persone di fuori e una macchina contromano ci si piazza
davanti, quell'attimo è durato dieci anni, poi capiamo che per
non sembrare delle mosche bianche dovevamo fare un po' i
"napoletani" così fregandomene del codice prendo la prima
traversa e mi levo da quel casino. Ci eravamo letteralmente
persi per le vie di Napoli nel quartiere antistante lo
stadio,solo una grande dose di fortuna ci ha tirato fuori
sani. Facciamo di nuovo
il giro dello
stadio, questa volta passando col rosso ad ogni semaforo e un
vigile alla domanda DOVE E' IL PARCHEGGIO ci dice "lo sapete
bene dov'è"! Non ci perdiamo d'animo finalmente una persona
seria, mi pare un poliziotto, ci dice che dobbiamo tornare
indietro e girare a non mi ricordo a quale semaforo. Altro
giro altra smaltita, roba che volevo quasi tornare a casa, e
finalmente il
parcheggio. Di quello che è successo dentro ne hanno già
parlato in tanti, le cose che hanno colpito anche me è sono
state l'assenza di polizia in curva A, le urla della gente
quando un sasso entrava nella "gabbia", la scritta "IO USO IL
CASCO" quasi
ironica sotto quella pioggia di calcinacci e monetine,
quell'unico celerino che è entrato da solo tra i napoletani
che gli tiravano di tutto per aprire un varco per gli altri e
le lacrime finali, ma solo quelle provocate dai lacrimogeni,
perchè ancora siamo primi e non è il caso di mollare proprio
ora.
Questa è stata
la mia esperienza, ho avuto paura, non tornerò più a Napoli
per una trasferta, perchè per me seguire la Roma è un'altra
cosa. Guiderei fino in Islanda per vedere una partita
importante, potrei stare due notti senza dormire, ma la salute
non la voglio più rischiare. Soprattutto perchè ho capito che
non c'è piano antiviloenza che tenga in certi posti, se una
guardia ti manda
al massacro è impossibile fidarsi delle forze dell'ordine che
ti dovrebbero proteggere. Ora certi giornali se la stanno
prendendo con tutti quelli che c'erano a Napoli...ma non è
così che sono andate le cose, noi eravamo là e c'era tutta una
curva che ci dava addosso, polizia e carabinieri che
caricavano apparentemente senza motivo, stavamo tranquilli e
beati aspettando
che ci lasciassero uscire ed ecco altri lacrimogeni..."se non
te la vai a cercare non succede niente"...va bene quasi
sempre, non a Napoli.
Donald Francioli
RESOCONTO DI PAOLO
Io nel mio
resoconto non vorrei dire o megli raccontare nuovamnete tutti
gli scontri che sono successi perche tanto in fin dei conti
pure se lo raccontiamo con parole diverse piu' o meno la salsa
è la stessa.
Io dal tuo sito
avevo raccontato la mia vicenda di Salerno per quanto riguarda
il treno e para para è risuccessa ma stavolta molto piu'
gravemente.
Ma io dico, se
noi che non siamo tutori dell'ordine ma ultras (e rigrazio Dio
di essere ultras e non tutore) capiamo che alla stazione
possono esserci casini, che ai cancelli ci puo' essere la
caciara perche' avemo comprato una cifra de biglietti di Curva
A etc etc mi dici quelle guardie (CENSURA,
n.d.L.) e quei prefetti ,
questori (CENSURA, n.d.L.) come fanno a non capirlo, visto che per quel
mestiere (CENSURA, n.d.L.) che fanno piano pure i soldi, ?
E poi alla
celere una sola parola........... fate ridere.
Io a Torricola
non c'ero ma cari amici di stadio mi hanno raccontato di
storie incredibili , di pestaggi a donne a pischelli di 14
anni , veramente uno schifo, ma da gente che fa schifo che te
vuoi aspetta'.
Pero' oramai da
dopo Milan Roma ce semo fatti furbi e tutte le bastardate che
fanno le forze del disordine oramai non le raccontiamo e basta
(e quindi non abbiamo prove) ma le riprendiamo e quindi
abbiamo prove.
Se voi volete
cancellare il movimento Ultras sappiate che non ci riuscirete
mai perchè il movimento Ultras è anni luce migliore sia
moralmente che intellettualmente rispetto a voi , mie care
forze del disordine.
Un saluto a
tutti i veri gruppi ultras della Sud.
RESOCONTO
DER
TRIVELLA
semo partiti
Domenica mattina , alle 8:30 con il diretto per Napoli(COLERA)
, (tra l'altro ho chiamato sabato sera
il capostazione
interno di Tiburtina per sapere se facevano lo speciale , e mi
ha risposto :" lo deve richiedere la
polfer per
MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO" se Napoli-Roma non è a
rischio...........) e siamo arrivati dopo 3-4 ore di
viaggio .
Usciti dalla
stazione abbiamo aspettato gli altri due treni speciali e
mentre aspettavo , m'è arrivata vicino una lampadina
al neon poi
esplosa toccando terra . Partito il corteo dei tifosi, ero
appena arrivato nel sottopassaggio per lo stadio ho sentito la
bomba carta lanciata dai napoletani(COLEROSI). Entrato allo
stadio ho visto che se nun c'era la gabbia chissà che
succedeva , poi finalmente i cellerini hanno deciso di
intervenire e tutto si è calmato .
La partita è
stata molto sofferta e ho sofferto molto sopratutto al gol di
pecchia(PUNIZIONE INESISTENTE) e secondo me Capello ha fatto
cose giuste ma la squadra non è riuscita a concretizzare .
Pazienza.
USCITA DALLO
STADIO
Ci hanno tenuto
per molto tempo nei corridoi dideflusso dicendoci che si
doveva normalizzare la situazione fuori dallo
stadio(bastava
fare un cordone anche con gli automezzi fino alla stazione che
distava 700 metri).
Ad un certo
punto ho visto che un cellerino aveva preso per un braccio un
tifoso della roma , i suoi amici si sono precipitati per
dividerli ed il cellerino per tutta risposta ha iniziato a
menare i nostri con il manganello.
A QUESTO PUNTO
SONO INIZIATI I DISORDINI , SE IL CELLERINO NON AVESSE REAGITO
IN QUEL
MODO FORSE NON
SAREBBE SUCCESSO NIENTE . NON SONO STATI I ROMANISTI A CREARE
INCIDENTI
MA LE FORZE
DELL'ORDINE REAGENDO IN QUEL MODO .
Sono uscito
dalle porte gialle dello stadio e avevano lanciato i
lacrimogeni , non riuscivo a tenere gli occhi aperti(nel
frattempo bruciava l'auto della polizia) e mi sono diretto
verso la piazza sulla destra , dalla quale volevo uscire ma i
cellerini ci tenevano la dentro non so perchè . A questo punto
c'è stato un RECIPROCO lancio di oggetti e una carica dei
nostri .
Quando hanno
caricato i carabinieri c'è stato il panico , io sono scappato
verso la discesa sulla destra della piazza , ero sotto al muro
e ho visto un carabiniere in divisa con il casco che sferrava
una manganellata in testa ad un ragazzo in ginocchio
con le mani
alzate , costringendo gli altri ragazzi che erano sul muretto
a saltare giù (salto di 3-4 metri) .
Uscito dalla
piazza sono andato alla stazione circa alle 18:20 .
Siamo partiti e
arrivati a Formia la bagarre più completa : assalto al bar ,
sassaiola contro le macchine alla stazione , deposito delle FS
saccheggiato , auto in fiamme e il solito STRONZO che ha
accoltellato un poliziotto. Ma non c'è problema .
A Torricola ci
hanno aspettato(PERCHE'AVEVANO TOCCATO UNO DEI LORO , POICHE'
SE DEVASTAVANO FORMIA SENZA ACCOLTELLARE IL POLIZIOTTO A NOI
NESSUNO CI FERMAVA) e hanno iniziato con prendere i documenti
e dopo
tutti contro il
muro mani sulla testa guardate per terra e "IL PRIMO CHE ALZA
LO SGUARDO GLI SPACCO I DENTI"
e ancora "GUARDA
STI' LEONI TUTTI A PECORONI" . Bè un trattamento così nenche
le bestie , io sono abbastanza avvelenato come tutti
quelli che erano su quel treno e penso che le forze
dell'ordine avrebbero più rispetto da parte nostra se ci
rispettassero . Bella se vedemo.
Domenica..........................FORZAROMA!!!!!!!!!!!!!!!
(ANSA) -
ROMA, 11 GIU - Sono 1.600 i tifosi
giallorossi che
erano
a bordo del treno partito ieri sera da
Napoli e che sono
stati identificati dopo i
disordini nella stazione di Formia
durante i quali e' stato
accoltellato un agente di polizia.
La Digos sta ora
svolgendo accertamenti su tutti gli
identificati per stabilire
eventuali coinvolgimenti e
responsabilita' ''in fatti
penalmente rilevanti''. In alcune
carrozze del convoglio - che
poi e' rimasto fermo a lungo nella
stazione di Torricola -
occupate dai tifosi piu' agitati, gli
investigatori hanno anche
sequestrato coltelli, pietre e oggetti
e materiale rubato nella
stazione di Formia durante il raid.
Quaranta giovani che erano in
queste carrozze e che non avevano
i documenti sono stati
fotosegnalati. Complessivamente, erano
alcune centinaia le persone
senza documenti. Si sta anche
controllando quanti tra i
tifosi controllati abbiano precedenti
penali specifici. Gli
accertamenti e il lavoro di
riconoscimento
delle persone coinvolte nei
disordini vengono svolti con le
forze dell' ordine di Napoli e
Formia. (ANSA).
|
DA
KATAWEB SPORT
Quattrocento tifosi
romanisti non hanno trovato dopo la partita Napoli-Roma i dieci
pullman con cui erano arrivati allo stadio san Paolo e con cui
dovevano tornare nella capitale. A bordo avevano lasciato carte
di credito, soldi, libretti di assegni, telefoni cellulari,
chiavi di auto.
"Quella di ieri è
stata una giornata infernale - ha detto Simone C, 22 anni del
gruppo 'XXI aprile 753', operatore di un' emittente televisiva -
prima, durante e dopo la partita. Una trasferta tutta da
dimenticare, cominciata in piazza san Giovanni, alle 6 del
mattino, con i pullman che sono arrivati in ritardo di due ore e
finita poco prima dell'una di notte, quando sono rientrato a
casa, dopo cinque ore di viaggio in piedi in un pullman dove un
gruppo di amici mi aveva ospitato".
Il titolare della
ditta di trasporti di Afragola, Giuseppe Massarini, ha replicato
dicendo di essersi "limitato ad aiutare un'azienda di trasporti
di Roma a mettersi in contatto con alcuni padroncini napoletani
per trovare i dieci pullman. Nulla di più. La mia è una società
seria. So soltanto che quando gli autobus sono arrivati in
ritardo a Roma gli autisti, sono stati insultati, perchè
napoletani, con i tifosi che volevano entrare nei bus oltre il
numero consentito. Gli insulti sono durati per tutto il viaggio
e i pullman, con cui questi conducenti si guadagnano la vita,
sono stati distrutti. Per questo non si sono più presentati per
riportare a Roma i tifosi. Avevano paura dopo quello successo
all'andata".
Il giovane ha
raccontato di aver pagato 120 mila lire tra biglietto e viaggio
per partecipare a quella che doveva essere la giornata dello
scudetto e che invece si è stata una domenica da cancellare. "Il
pullman che veniva da Napoli poco prima di arrivare nella città
partenopea si è rotto - ha spiegato - Abbiamo dovuto addirittura
spingerlo ed è stato uno di noi e non il conducente a riparare
il guasto. Quando siamo arrivati nello stadio, ci hanno messo in
un settore dove i tifosi del Napoli, che erano sopra di noi, ci
hanno gettato addosso di tutto, bottiglie di urina compresa".
Alla fine della
partita il giovane romanista non ha trovato il pullman. "Non
sono venuti a prenderci e siamo rimasti nel piazzale antistante
il San Paolo, dove i tifosi del Napoli hanno continuato a
bersagliarci di oggetti, topi morti, sì proprio topi morti, e
anche rubinetti. Non sono voluto tornare in treno - ha
proseguito il giovane - perchè mi immaginavo quello che poi
sarebbe successo. Per fortuna ho trovato un gruppo di amici che
mi ha ospitato a bordo del loro pullman. Nei nostri avevamo
lasciato di tutto, io il telefonino e le chiavi dell'auto, che
questa mattina ancora non avevo riavuto, mio cugino la carta di
credito".
Oltre al suo
gruppo, che era a bordo di quattro pullman, c'erano i tifosi di
'Cuore di curva', con quattro bus e quelli dei 'Gladiatori', con
due. "Io addirittura mi sono dato da fare - ha precisato il
responsabile della ditta di autobus campana - per far riavere
agli organizzatori della trasferta tutto quello che era stato
lasciato nei pullman". Il titolare dell'azienda ha voluto
chiarire un particolare: "Non mi sarei aspettato che tifosi
romanisti si sarebbero comportati in una maniera così violenta.
Dai laziali sì; nell'ultima partita del Napoli a Roma ci avevano
distrutto i pullman".
Ora il materiale
che era negli autobus è tornato a Roma. "Stiamo controllando che
ci sia tutto - ha spiegato Peppone, il leader di 'Cuore di
curva' - I pullman che ci hanno fatto avere erano tutti vecchi,
in condizioni pietose. Forse pensavano che dovevano portarci nel
Kosovo. Stiamo controllando che non manchi nulla di quello che
avevamo lasciato dentro. Certo che dovranno ripagarci anche i
panini rimasti nei pullman. Per tornare abbiamo dovuto prendere
il treno".
DA
IL
MESSAGGERO:
A San Giovanni
festa e delusione
per 200 mila tifosi
di ALDO DE LUCA
LUI era lassù,
abbracciato al lampione come una scimmia. Era salito lassù per
riuscire a vedere meglio la partita sul grande schermo. E
doveva essere anche un tipo muscoloso, perché era sceso per
riposarsi soltanto durante l’intervallo. E quando Totti ha
scaraventato in rete la palla del due a uno, ha levato le
braccia al cielo restando lassù solo con la forza delle gambe
intrecciate al lampione. Ma quando al 37° quel Pecchia lì ha
fatto a pezzi il Sogno, lui non ha retto il colpo: è crollato,
è venuto giù come fosse di botto svenuto, precipitando dal
lampione come un sacco. E’ stato soccorso e trasportato verso
l’ospedale dall’ambulanza che conquistava a passo di formica
un varco tra la folla ammutolita sempre da quel Pecchia lì.
Non s’è fatto granché male, un paio di costole incrinate pare.
Se lui è caduto dal lampione, il nigeriano invece s’è tappato
gli occhi con le mani in segno di disperazione, e quando dopo
qualche secondo gli occhi hanno rivisto la luce... erano pieni
di lacrime. Che tenerezza, questo emigrante africano che nel
momento della Grande Sfiga reagisce come un testaccino della
Curva Sud.
Nell’immenso
catino di piazza di San Giovanni, stadio da duecentomila per
un giorno, sorge il sole tricolore dello scudetto romanista
che tramonta però dopo mezz’ora esatta, che resiste dal
settimo al trentasettesimo del secondo tempo. Trenta minuti
coi cuori che volavano tra i picchi della montagna giallorossa
della Felicità, poi la pugnalata alla schiena e nell’immenso
catino venivano ammainate le bandiere. Ma calma e gesso: il
sole non s’è spento e nemmeno sbiadito.
E a proposito di
sfiga, come dimenticare lo sguardo affogato nel pozzo
dell’amarezza di quella gagliarda popolana che era venuta a
San Giovanni portandosi dietro i quattro figlioli, tre maschi
e una femmina, otto anni il più piccolo quattordici il più
grande. Con loro, quattro bandiere nuove di zecca appena
comprate ma lasciate arrotolate e legate insieme, come un
mazzo di fiori. Quando Totti scuote il cielo bussando alle
porte del Paradiso, i quattro frugoletti si lanciano sulle
bandiere sconvolti dalla gioia. «Nooo! Fermi. Ancora no, che
porta jella! Fra un pochetto...». I quattro obbediscono, ma
che fatica... in una piazza che è tutta una bandiera al vento.
La femmina però non resiste e, non vista, scioglie il mazzo e
sventola la sua bandiera sotto il naso della mamma. Che non
trova il coraggio di rimproverarla. Ma quando al San Paolo si
fischia la fine e a San Giovanni la delusione diventa pesante
come il piombo, guarda negli occhioni mogi la figliola e, come
in un soffio, fa: «Che t’avevo detto? Mo’ tocca davvero soffrì
ancora un pochetto...».
Bisognava
esserci ieri a San Giovanni, quando è cominciata la partita
teletrasmessa. L’urlo della folla così forte da spaccare il
mondo e che mischiato al suono spaccacervelli di migliaia di
trombe elettriche si trasformava in un boato biblico che ti
entrava dentro come una flebo. Migliaia di bandiere impazzite,
migliaia di bandiere di un esercito che s’avvia alla vittoria.
Sullo sfondo la magnifica facciata della basilica con tutte
quelle statue di santi che sembravano quasi partecipare, sacro
e profano uniti come per miracolo. Che spettacolo. Che
emozione. Erano arrivati in duecentomila, c’erano quelli con
la faccia dipinta giallorossa, quelli che indossavano la
maglia dei loro eroi, c’erano padri, figli e nonni... c’era il
Cuore romanista. Che batticuore, ieri a San Giovanni.
* * *
Città
deserta durante il match scudetto con il Napoli. Una folla
enorme incollata ai tre maxischermi.
Un brivido
di delusione al fischio dell’arbitro
Duecentomila cuori, la piazza è giallorossa
San
Giovanni, trasformato in una gigantesca curva: fra sogno e
amarezza, striscioni e cori
di ALDO DE
LUCAE quando Totti ha scaraventato in rete la palla del due
a uno, ha levato le braccia al cielo restando lassù solo con
la forza delle gambe intrecciate al lampione. Ma quando al
37° quel Pecchia lì ha fatto a pezzi il Sogno, lui non ha
retto il colpo: è crollato, è venuto giù come fosse di botto
svenuto, precipitando dal lampione come un sacco. E’ stato
soccorso e trasportato verso l’ospedale dall’ambulanza che
conquistava a passo di formica un varco tra la folla
ammutolita sempre da quel Pecchia lì. Non s’è fatto granché
male, un paio di costole incrinate pare. Se lui è caduto dal
lampione, il nigeriano invece s’è tappato gli occhi con le
mani in segno di disperazione, e quando dopo qualche secondo
gli occhi hanno rivisto la luce... erano pieni di lacrime.
Che tenerezza, questo emigrante africano che nel momento
della Grande Sfiga reagisce come un testaccino della Curva
Sud.
Nell’immenso
catino di piazza di San Giovanni, stadio da duecentomila per
un giorno, sorge il sole tricolore dello scudetto romanista
che tramonta però dopo mezz’ora esatta, che resiste dal
settimo al trentasettesimo del secondo tempo. Trenta minuti
coi cuori che volavano tra i picchi della montagna
giallorossa della Felicità, poi la pugnalata alla schiena e
nell’immenso catino venivano ammainate le bandiere. Ma calma
e gesso: il sole non s’è spento e nemmeno sbiadito.
E a proposito
di sfiga, come dimenticare lo sguardo affogato nel pozzo
dell’amarezza di quella gagliarda popolana che era venuta a
San Giovanni portandosi dietro i quattro figlioli, tre
maschi e una femmina, otto anni il più piccolo quattordici
il più grande. Con loro, quattro bandiere nuove di zecca
appena comprate ma lasciate arrotolate e legate insieme,
come un mazzo di fiori. Quando Totti scuote il cielo
bussando alle porte del Paradiso, i quattro frugoletti si
lanciano sulle bandiere sconvolti dalla gioia. «Nooo! Fermi.
Ancora no, che porta jella! Fra un pochetto...». I quattro
obbediscono, ma che fatica... in una piazza che è tutta una
bandiera al vento. La femmina però non resiste e, non vista,
scioglie il mazzo e sventola la sua bandiera sotto il naso
della mamma. Che non trova il coraggio di rimproverarla. Ma
quando al San Paolo si fischia la fine e a San Giovanni la
delusione diventa pesante come il piombo, guarda negli
occhioni mogi la figliola e, come in un soffio, fa: «Che
t’avevo detto? Mo’ tocca davvero soffrì ancora un
pochetto...».
Bisognava
esserci ieri a San Giovanni, quando è cominciata la partita
teletrasmessa. L’urlo della folla così forte da spaccare il
mondo e che mischiato al suono spaccacervelli di migliaia di
trombe elettriche si trasformava in un boato biblico che ti
entrava dentro come una flebo. Migliaia di bandiere
impazzite, migliaia di bandiere di un esercito che s’avvia
alla vittoria. Sullo sfondo la magnifica facciata della
basilica con tutte quelle statue di santi che sembravano
quasi partecipare, sacro e profano uniti come per miracolo.
Che spettacolo. Che emozione. Erano arrivati in
duecentomila, c’erano quelli con la faccia dipinta
giallorossa, quelli che indossavano la maglia dei loro eroi,
c’erano padri, figli e nonni... c’era il Cuore romanista.
Che batticuore, ieri a San Giovanni.
* * * * *
Guerriglia a
Napoli. Già dal mattino si apre la “caccia” ai tifosi
giallorossi. Biglie d’acciaio contro i vetri del pullman
della Roma
Vergogna ultrà
57 feriti,
devastati treni e stazioni, auto incendiate
dal nostro
inviato
EZIO PASERO
NAPOLI — Tre
ore e mezzo dopo la fine della partita, l’elicottero della
polizia è ancora fermo in verticale sopra la stazione dei
Campi Flegrei devastata. Dentro c’è un treno carico di
tifosi giallorossi che non può partire perché sono state
divelte le porte. Fuori, tutt’intorno, ci sono ancora
scontri sporadici, incendi, distruzioni. L’intera zona del
San Paolo trasformata in un campo di battaglia, di
guerriglia insensata e criminale. Peggio delle peggiori
previsioni della vigilia, quando a preoccupare erano
soprattutto i gruppi di tifosi napoletani più irriducibili.
E invece al termine della partita sono una parte di quelli
romanisti, delusi da una vittoria sfumata quando ormai
sembrava a portata di mano, a scatenare tutta la loro furia.
Più del bilancio dei feriti, che in serata saranno 57, anche
se fortunatamente nessuno grave, e dell’incerto numero degli
arrestati, è l’ammontare dei danni dentro e fuori lo stadio
a lasciare sconcertati: otto automezzi (uno della polizia,
uno dei carabinieri e sei di tifosi romani) dati alle
fiamme, una trentina di automobili civili danneggiate,
vetrine di negozi infranti, focolai di incendio ovunque. E,
soprattutto, la stazione ferroviaria dei Campi Flegrei, a
poche centinaia di metri dallo stadio, devastata in modo
inimmaginabile: non solo tutti i vetri sono in frantumi, ma
anche il quadro comandi del traffico ferroviario è
distrutto, le macchinette obliteratrici tutte rotte, le
pietre della massicciata rimosse e lanciate contro le forze
dell’ordine. Nella loro furia, i teppisti prendono a sassate
anche i loro compagni, compreso un gruppetto di ragazzini
che si sono rifugiati terrorizzati e in lacrime in uno degli
uffici della stazione davanti ai binari. Una donna delle
pulizie viene colta da malore e l’ambulanza venuta a
prenderla per portarla in ospedale fatica ad allontanarsi
dalla stazione.
Sono soltanto
le 11 del mattino quando si capisce che sarà una domenica
difficile. Decine e decine di giovinastri armati di oggetti
contundenti di qualsiasi tipo, a cavallo di scooter e
motorini, animano Piazzale Tecchio e le strade circostanti,
tutt’intorno allo stadio, con un carosello infernale. Caccia
a tutto ciò che è giallorosso. Insulti, minacce, botte.
Poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa li
inseguono, li disperdono, li affrontano in un susseguirsi di
brevi scontri e rapide fughe. Un paio d’ore prima
dell’inizio della partita sono già 14 i feriti, 7 agenti di
polizia e altrettanti tifosi della Roma. Nessuno è grave,
massimo 15 giorni di prognosi, ma un paio sono stati
accoltellati. E i vigili urbani raccolgono per terra
insoliti e micidiali proiettili: arance con conficcate, metà
dentro e metà fuori, alcune lamette da barba. Quando il
pullman con i giocatori della Roma, circondato da teppisti
in ciclomotore che inveiscono contro di loro, sta per
imboccare il sottopassaggio per il parcheggio interno dello
stadio, due biglie metalliche colpiscono e scheggiano, senza
però perforarlo, il primo finestrino anteriore della
fiancata destra, proprio in corrispondenza della poltrona
dove è seduto Capello.
Non si sono
ancora spente le note dell’Inno di Mameli, dopo che gli
altoparlanti hanno diffuso un messaggio del presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi sullo sport come occasione
di fratellanza, che dalle curve A e B piovono sulle forze
dell’ordine proiettili di ogni tipo. E tuttavia la partita
si svolge regolarmente, senza problemi. Ma più dell’urlo di
gioia dei tifosi napoletani, quando arriva il gol del due a
due, stordisce il silenzio improvviso di quei cinquemila
giallorossi stipati come animali nella tribuna ospiti. Sfuma
la festa per lo scudetto e monta la furia. «I tifosi ospiti
sono pregati di rimanere all’interno dello stadio al termine
della partita», è la raccomandazione rilanciata tre volte
dagli altoparlanti. Ma neppure mezz’ora più tardi gli ultrà
giallorossi sfondano i posti di blocco e attaccano le forze
dell’ordine. Sassi, spranghe, razzi incendiari. Polizia e
carabinieri rispondono con cariche e lacrimogeni, la grande
piazza davanti allo stadio diventa un inferno. Alcuni
pullman vengono caricati di tifosi e fatti partire a forza.
Ma non era certo finita lì. Un tifoso romanista, che
rientrava nella capitale assieme a circa 800 ultrà
giallorossi, ha accoltellato un poliziotto quando il
convoglio era nei pressi della stazione di Formia. Il treno
è stato dirottato nella stazione di Torricola, dove polizia
e carabinieri hanno identificato tutti i tifosi a bordo. Il
poliziotto della Polfer di Roma di scorta ai tifosi è stato
ferito ad una gamba: guarirà in una decina di giorni.
L'aggressione è avvenuta fra le 20.30 e le 21 quando il
treno era fermo alla stazione di Formia. Alcuni tifosi sono
scesi: qualcuno ha danneggiato il bar e i locali della
stazione, mentre un altro ha aggredito il poliziotto. Quando
tutti sono risaliti sul treno e il convoglio è ripartito è
stato deciso di farlo fermare nella stazione di Torricola,
alla periferia della capitale, dove è giunto poco prima
delle 23. Da allora sono in corso le operazioni di
identificazione di tutti i passeggeri, operazioni coordinate
direttamente dal questore.
Problemi anche
in alcuni autogrill dell'autostrada Roma-Napoli dove si sono
fermati i pullman dei sostenitori romanisti. Saccheggiati,
in particolare, quelli di Casilino nord e La Macchia.
* * *
LA PARTITA
DELLO STADIO
Al San Paolo tifosi corretti
Fuori la guerra ultrà:
con il Parma c’è il rischio
di non giocare a Roma
di ALESSANDRO
ANGELONI
NAPOLI —
Ingabbiati e felici fino a undici minuti dalla fine.
Ingabbiati e delusi, dal gol di Pecchia in poi. Comunque,
ingabbiati. Sono tanti, come al solito, i tifosi della Roma al
San Paolo. Non si contano, molti sono sparsi per tutto lo
stadio e, per ovvi motivi, poco identificabili, nascosti nel
primo anello dello stadio di Fuorigrotta, scortati dagli
agenti delle forze dell'ordine. Nella gabbia non ci sono 4.200
persone come previsto in settimana, ma 7.000 e anche
qualcosina di più. Non sono stati pochi i problemi per le
forze dell'ordine per sedare gli animi, prima, durante e dopo
la gara. Romanisti e napoletani non facevano altro che
punzecchiarsi. «Perderete lo scudetto», si diceva nella
storica curva B, «Tornerete in serie B», la risposta dal
settore ospiti.
«Troppe
provocazioni» dirà in serata il presidente Sensi, amareggiato
e rattristato per le notizie sull'ordine pubblico proveniente
e dall'ipotesi di una squalifica del campo dell' Olimpico. Il
presidente per tutto il giorno si è tenuto in contatto coi
dirigenti giallorossi al seguito della squadra a Napoli sulla
situazione-incidenti attorno allo stadio prima e dopo la
partita. «Siamo amareggiati per il comportamento di certa
gente - ha detto Sensi - ma ricordo che la Roma aveva fatto di
tutto in settimana per dissuadere i tifosi ad andare da Roma a
Napoli. Poi si sono inserite persone che hanno voluto
speculare...Gli incidenti della attina sono nati da
provocazioni. Provvedimenti disciplinari? Non ci penso». Oggi
o domani la decisione del giudice sportivo.
La Roma punta il
dito contro l' organizzazione di alcune carovane di pullman
allestite con mezzi affittati a Napoli e poi, secondo la tesi
del club romano, dissoltisi al termine della partita: sarebbe
nata da questo la rabbia di quel gruppo di tifosi che per il
rientro a Roma sono stati dirottati alla stazione Campi
Flegrei, dove in serata sono scoppiati incidenti.
Già un'ora prima
della partita, erano lì, ad esibire le loro bandiere, i loro
colori e la loro repressa voglia di festeggiare. I lacrimogeni
lanciati dalla polizia non hanno fermato i cori, né lo
straripante entusiasmo. Il coro che generalmente accompagna le
trasferte è stato riproposto per primo. «Maciniamo chilometri,
superiamo gli ostacoli, con la Roma in fondo al cuor». Molti
altri, poi, per la squadra. Poi, «Mors tua vita mea» il
latinismo per dire poi la stessa cosa. E non tanto alla
squadra, quanto alla città l'enigmatico, «Siete tutti
Pulcinella». Poi, anche scroscianti applausi al pubblico
partenopeo: per uno striscione sul tifoso rimasto in coma dopo
Bologna-Roma, «Fieri del nostro odio, verità per Alessandro».
Anche se non era l'Olimpico, i tifosi individuano Carlo Zampa
e lo osannano. Prima dell'inizio della partita, parte l'inno
di Mameli. I tifosi della Roma lo cantano, quelli del Napoli
fischiano.
I gol di Juve
e Lazio, poi il vantaggio del Napoli creano qualche minuto
di silenzio. Aleggia il timore e soprattutto la rabbia. La
paura. Il gol di Batistuta ristabilisce la quiete precedente
e la convinzione di poter tornare a casa vincitori. Il
bomber argentino scappa verso di loro, pugni alzati e
ruggito da Re Leone. I tifosi rispondono con un cartello,
ironico-pornografico, «MasturBati». I diecimila circa
giallorossi festeggiano e ringraziano. Sperano nel bis,
magari di Totti. Sarebbe il massimo. Proprio Totti, uno di
loro. E succede ciò che era un sogno.
Ma ecco
l'imprevisto: Samuel atterra Moriero al limite dell'area di
rigore, proprio sulla linea. Calcio di punizione. Attimi di
trepidazione. «Speriamo non si infranga un sogno». Batte
Pecchia: gol. Sogni infranti. Attimi per sperare. Entra
Montella, ovazione generale. Ecco il salvatore della patria.
Non basta. Napoli-Roma finisce 2-2. I tifosi della Roma
lasciano il San Paolo comunque festanti: c'è ancora una
settimana e una partita per sperare. Una settimana e una
partita per continuare a sognare.
DA IL MATTINO:
Terrore sui binari di Campi Flegrei
Distrutte trenta auto, sequestrate arance con
lamette. Il treno del rientro bloccato a
Formia dai teppisti: poliziotto accoltellato
DANIELA DE
CRESCENZO
Una giornata
drammatica. Una giornata di lacrime e di paura, di teste rotte
e di auto in fiamme. Una giornata che nemmeno i numeri, già di
per sé terribili, dei feriti (58 tra i quali una ventina di
agenti), degli arrestati (18) e dei denunciati (16 tra i quali
tre minorenni) riescono a raccontare. Una giornata che si è
conclusa con la distruzione della stazione Campi Flegrei ad
opera dei romanisti. La cui violenza s’è scatenata anche
durante il rientro nella Capitale.
Alle 11 il primo
allarme: piazzale Tecchio è stato invaso dai teppisti in
motorino che hanno aperto la caccia al romanista,
accoltellando i primi quattro «avversari». Gli agenti hanno
cercato di fermarli, e sono cominciati i tafferugli, sedati in
pochi minuti. Un altro gruppo ha lanciato biglie contro il bus
dei giocatori della Roma. Primi bagliori di un fuoco destinato
ben presto a divampare. In poco più di due ore il servizio
d’ordine è saltato: impossibile controllare gli 8mila tifosi
romanisti arrivati con tre diversi treni; pullman, pulmini e
auto. Da giorni i bagarini vendevano biglietti ai supporter
della squadra giallorossa. Biglietti per la tribuna ospiti, ma
anche per i distinti, per la tribuna numerata, e perfino per
la curva A, quella degli ultrà napoletani più arrabbiati.
All’una i primi sostenitori di Capello e soci erano già alla
stazione dei Campi Flegrei, intorno alle 13,30 è arrivato un
altro treno. Gli agenti del commissariato San Paolo,
supportati da uomini di molti altri commissariati, Digos,
carabinieri, vigili urbani (in tutto le unità in servizio
erano però meno di mille) li hanno scortati allo stadio. Ed è
stato subito chiaro che la situazione era più che difficile.
Impossibile stipare tutti i romanisti nella «gabbia» preparata
nei giorni scorsi, è stato necessario dirottarli nella tribuna
«Nisida», dove però era impossibile evitare il contatto con i
napoletani.
E mentre si
organizzava il trasferimento dei tifosi, è cominciato
l’inferno: i romanisti che già avevano occupato i posti in
tribuna hanno cominciato a caricare i poliziotti: hanno
lanciato pietre, biglie, bottiglie (sequestrate anche arance
con lamette), poi hanno letteralmente «caricato» gli agenti,
scagliando contro di loro transenne, pezzi dei servizi
igienici e perfino la lettiga di un’autoambulanza. Gli agenti
hanno sparato candelotti lacrimogeni e la situazione è
ritornata tranquilla. Mentre i primi contusi si facevano
medicare si sono scatenati i napoletani della curva A, sui
carabinieri sono volati i sediolini strappati dagli spalti. In
pochi minuti gli incidenti si sono diffusi all’esterno dello
stadio. I romanisti sono stati trasferiti alla «Nisida» ed è
cominciata la partita. Novanta minuti di relativa tranquillità
per le forze dell’ordine e per gli abitanti di Fuorigrotta,
rimasti poi per molte ore assediati dalla guerriglia.
Guerriglia ripresa allo scadere del novantesimo. I
giallorossi, lasciati in attesa in tribuna mentre gli agenti
cercavano di mandare a casa i teppisti napoletani che
organizzavano raid all’esterno, sono diventati impazienti e
dopo una mezz’ora hanno forzato i cancelli e si sono riversati
sul piazzale. Un ragazzo a volto coperto ha infranto i vetri
di una volante, con una transenna ha cercato di distruggerla e
poi l’ha data alle fiamme. La fiumana ha invaso piazzale
Tecchio e sono ripresi, più violenti che mai, gli scontri. Il
fumo dei lacrimogeni ha invaso la piazza. Poi i romanisti sono
arrivati alla stazione lasciando dietro di sè una lunga scia
di auto e moto incendiate. Infine si sono scagliati contro i
vetri della stazione, distruggendo tutto quello che hanno
trovato. Treni danneggiati, il traffico ferroviario è rimasto
bloccato per più di due ore. Alle 20 il primo convoglio si è
avviato verso Roma... Ma già alle 21 arrivavano le prime
notizie di un treno bloccato a Formia dai teppisti che, dopo
aver azionato il freno d’emergenza, hanno iniziato a lanciare
sassi e a devastare la stazione. Accoltellato un poliziotto
della Polfer di Roma di scorta ai tifosi, un altro ferito
durante i tafferugli. Quando tutti sono risaliti sul treno,
s’è deciso di dirottare il convoglio nella stazione di
Torricola per l’identificazione di tutti i passeggeri,
operazioni coordinate direttamente dal questore di Roma,
Giovanni Finazzo, che si è recato sul posto. Saccheggiati
alcuni autogrill della Roma-Napoli dove s’erano fermati i
pullman con i romanisti.
* * * * *
IL RACCONTO
«Barricati in ufficio»
I
ferrovieri: «Era un incubo, tiravano sassi contro le
porte»
«Ci siamo
chiusi nell’ufficio, fuori era l’inferno. Hanno cercato di
entrare picchiando contro le porte, mandando in frantumi i
vetri, hanno usato i sassi presi tra i binari come oggetti
contundenti»: i ferrovieri della stazione Campi Flegrei
raccontano un incubo. Sono le 19 e nella sala comandi si
affolla personale delle ferrovie, agenti, passegeri in
cerca di informazioni. Il traffico è paralizzato. Fuori
fino a pochi minuti fa i poliziotti sono rimasti
circondati da teppisti delle due opposte fazioni e solo
dopo l’arrivo dei rinforzi sono riusciti a rompere
l’assedio. Dentro i treni sono stati assaltati. Le porte
sono rotte e il capotreno si rifiuta di partire senza
un’adeguata scorta di agenti che sorveglino le uscite:
teme la tragedia.
Sui
marciapiedi un tappeto di vetri infranti. Si cammina tra
bidoni rovesciati e telefoni strappati. Un’addetta alle
pulizie, che ha visto la stazione invasa dai vandali, ha
avuto un malore, i colleghi cercano di rianimarla: poi la
porta via un’ambulanza, una di quelle scampata alla furia
dei cosiddetti tifosi. Un gruppo di romanisti ha trovato
rifugio nella sala dei ferrovieri: le ragazze sono in
lacrime. Un uomo cerca di tamponarsi una ferita alla tempia:
si chiama Vittorio ed è romanista da sempre: «Ma l’ultima
cosa che mi sarei aspettato di vedere sono le scene di
terrore alle quali ho assistito. Mi hanno ferito i miei
stessi compagni nel corso di una sassaiola. Non andrò mai
più allo stadio».
Antonio Bongi
è stato il fondatore del gruppo Ultrà della Roma, ora ha le
lacrime agli occhi. Tiene per mano il figlio, e racconta: «È
stato terribile. Tutto questo non c’entra niente con lo
sport. Non capisco nemmeno io che cosa stia succedendo». Sul
lampione all’ingresso della stazione sventola una sciarpa
romanista.
* * * * *
Trenta le auto distrutte
In pezzi vetrine dei negozi
e fioriere, a fuoco cassonetti
della Nu. Caos in Tangenziale
GIUSEPPE
CRIMALDI
Fedeli alla
tradizione dei loro avi, che nell’arte della guerra erano
maestri, hanno scelto un campo di battaglia ampio, facile da
aggredire perché ridotto a un grande rettangolo indifeso,
libero - per quanto le forze dell’ordine lo potessero
controllare - su tutti e quattro i lati.
È qui, in
quell’area delimitata nei punti cardinali dallo stadio, la
Mostra d’Oltremare, la stazione dei Campi Flegrei e viale
Augusto, che i tifosi romanisti hanno dato il peggio del
peggio di un repertorio purtroppo già noto a molti
dopo-partita. Qui hanno sfogato una rabbia ingiustificata e
incomprensibile, lasciando sul campo i segni di una guerriglia
scatenata subito dopo il novantesimo minuto di Napoli-Roma.
Adrenalina pura,
accumulata da giorni, fermentata nel catino del San Paolo dai
raggi di un un sole africano. E i risultati della guerriglia
metropolitana sono tutti in un bilancio che ha continuato ad
aggiornarsi di ora in ora, dalle prime ore della mattinata e
per tutta la serata di ieri.
Tangenziale
off-limits. I primi bagliori di guerra erano cominciati a
lampeggiare all’altezza dello svincolo di Fuorigrotta della
Tangenziale. Protagonisti di una fitta sassaiola contro alcune
autovetture targate Roma alcuni tifosi napoletani che avevano
scelto come punto strategico per i loro lanci il cavalcavia di
via Cinthia. Risultato: una decina di autovetture danneggiate
e, tra queste, un fuoristrada semidistrutto nel sottopasso.
Volante in
fiamme. Pesante anche il bilancio per alcuni mezzi in
dotazione alle forze dell’ordine. Prima dell’inizio della
partita un gruppo di teppisti ha incendiato un’auto della
polizia; le fiamme hanno raggiunto anche un albero, e solo
grazie all’intervento dei vigili del fuoco non si è propagato
ad altri automezzi parcheggiati nei pressi dello stadio; poco
dopo, è toccato ad una gazzella dei carabinieri, semidistrutta
a colpi di spranga. Ma i danni non hanno riguardato solo i
mezzi delle forze dell’ordine. Nel corso degli scontri,
infatti, sono state danneggiate anche molte autovetture civili
(il primo bilancio parla di una trentina di veicoli)
parcheggiate nei pressi del San Paolo.
Cassonetti
distrutti. In questa drammatica sequenza di immagini non
potevano mancare le scene di devasatzione generale. La furia
dei tifosi ha coinvolto tutto quello che capitava a tiro:
vetrine di negozi, fioriere e, naturalmente, cassonetti per la
raccolta dei rifiuti, molti dei quali sono stati dati alle
fiamme.
Terrore sui
binari. Ma è nel tardo pomeriggio che la situazione degenera e
rischia di precipitare. Il match è ormai finito da oltre
un’ora e mezza e le forze dell’ordine hanno il loro bel da
fare per contenere l’ondata giallorossa che deve raggiungere
la stazione dei Campi Flegrei, dove sono pronti i convogli che
riporterà i tifosi nella Capitale. Gli scontri riprendono,
questa volta all’interno della stazione: ricompaiono le
spranghe, le pietre, i vetri rotti, il fuggi fuggi. I
lacrimogeni; qualcuno riesce addirittura a mani nude a
sradicare le obliteratrici.
Pietre contro il
treno. L’ultimo atto si consuma sui binari, a pochi metri dal
treno speciale destinato ai romanisti. Le spranghe e i sassi
volano contro i finestrini, e in breve la piattaforma si
trasforma in un lungo tappeto di vetri rotti; poi tocca alle
porte del convoglio, sradicate dagli alloggiamenti. Negli
scontri c’è anche qualcuno che - non sapendo più che fare - se
la prende con la massicciata di pietra della stazione,
rimuovendola in più parti.
* * * *
LO SFOGO DI IZZO: AI CANCELLI PIÙ PERSONE DEL
PREVISTO
Il questore
accusa: venduti troppi biglietti
Sono stati
venduti più biglietti del previsto. Il questore Nicola Izzo,
che ha coordinato personalmente i suoi uomini nel servizio
d’ordine al San Paolo, non usa mezzi termini (bisogna avere paura di questa gente: è la
stessa che si discolpa dopo le tragedie prevedibili, n.d.L.). E, subito dopo la partita, proprio quando
la guerriglia dei tifosi-teppisti riduce in ginocchio la
città, mette sotto accusa chi ha messo in circolazione più
biglietti del previsto. Il vertice del Palazzo di via Medina
si sfoga così: «I primi momenti di grande tensione -
racconta l’alto dirigente - si sono avuti quando abbiamo
dovuto dislocare i tifosi della squadra ospite nella tribuna
Nisida perchè c'erano più biglietti del previsto».
«Si sono
insomma presentate ai cancelli dello stadio San Paolo più
persone di quante erano state precedentemente annunciate» (leggere il pre-Napoli/Roma.... lo
sapeva tutta Italia, n.d.L.),
commenta ancora il questore. E aggiunge: «Questo ha di fatto
rallentato le operazioni di ingresso determinando resse ai
varchi di accesso allo stadio, tensioni e scontri tra le
tifoserie avversarie e tra i tifosi e i rappresentanti delle
forze dell'ordine».
Il questore
Nicola Izzo, in ogni caso, dice di non avere nulla da
rimproverarsi sulla gestione dell'ordine pubblico. «La
situazione allo stadio meritava certo una particolare
attenzione e noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo per
tenere ogni cosa sotto il massimo controllo possibile» (Questi sono pazzi.... n.d.L.).
L’altro giorno
il questore Nicola Izzo aveva esortato i tifosi a mantenere
la calma. «Siate tifosi di serie A», aveva detto prevedendo,
evidentemente, quello che sarebbe successo dopo il match
Napoli-Roma. «Accettate sportivamente il risultato della
partita, qualunque esso sia. E soprattutto non provocare
danni».
Parole al
vento, completamente inascoltate, da entrambe le tifoserie,
con piazzale Tecchio e le zone limitrofe trasformate in un
campo di battaglia dove sono state incendiate auto, dove se
le sono date di santa ragione, Nonostante la massiccia
presenza delle forze dell’ordine: impegnati oltre duemila
agenti di polizia, duecento volontari della Protezione
civile impegnati nel piano sicurezza, due elicotteri che
hanno sorvolato senza sosta la zona prima, durante e dopo la
partita.
Biglietti
venduti in misura maggiore rispetto alla capienza dello
stadio, dunque. Una circostanza sulla quale sicuramente,
dopo la denuncia del questore, gli investigatori dovranno
lavorare e, eventualmente, intercettare responsabilità anche
penali.
* * * * *
I residenti: la Lega dovrà risarcire
Vista dal
sesto piano di un palazzo, l’apocalisse scatenata dagli
ultrà romanisti fa ancora più paura. «Da 40 anni abitiamo
qui - spiega M.R.P., una signora che abita a via
Diocleziano, proprio ad angolo con piazzale Tecchio - e di
scontri, la domenica, ne abbiamo visti tanti. Ma mi creda,
quello che ho visto ieri non trova paragoni». La furia
devastatrice non ha risparmiato neanche il giardino e il
palazzo. «Erano un centinaio - racconta la donna - li ho
visti sradicare i lastroni di marmo a mani nude, devastare
un giardino che avevamo rimesso da poco a posto, bruciare
l’auto del nostro portiere. Ora chi ci risarcirà?». E
aggiunge: «Si sapeva che sarebbe successo. Come mai non
hanno predisposto un piano di sicurezza maggiore?». A questo
punto, i residenti non escludono di costituirsi parte
offesa, chiamando in causa il Coni e la Lega Calcio, per
essere risarciti.
* * * *
*
VITTIMA UN
ROMANISTA
Mano squarciata da un petardo
I bambini
escono dalla tribuna ospiti sotto lo scudo dei poliziotti. I
genitori li stringono per mano e cercano di portarli in
salvo, lontani dalle cariche, dai lacrimogeni, dalle
sassaiole.
Una donna
seduta su di una borsa aspetta di poter andare via e
mormora: «È un’indecenza, hanno venduto i biglietti senza
avere i posti. E poi non si può guardare una partita in una
gabbia». Ma la partita è finita, lo sport è molto lontano
dallo stadio San Paolo dove regnano violenza e paura. Una
famiglia in lacrime si barrica nel chiostro del bar
Millennium, un tifoso raccoglie un petardo e si ferisce
gravemente la mano. Il fondatore degli ultrà romanisti,
Antonio Bongi, scappa con il figlio e sussurra: «Questo non
è tifo».
In serata il
primo bilancio degli arresti. In manette Luigi Balestrieri,
29 anni, pregiudicato di Vicaria; Stefano Basile, 20 anni,
incensurato del Vomero preso per resistenza aggravata a
pubblico ufficiale; Fabio Saggese, 23 anni del Vomero aveva
una pistola lanciarazzi; Ciro Costagliola, 34 anni di
Villaricca (ha lanciato un bengala acceso contro un’auto dei
tifosi romanisti, a suo carico c’era già un provvedimento di
divieto di accesso allo stadio), Salvatore Basile, 21 anni e
Nunzio Monaco, 42 anni, di San Vitaliano hanno aggredito la
polizia scientifica.
DAL
SITO
CNN
Gli incidenti: decine di
feriti, diciotto arresti
Gravi
incidenti ci sono stati prima durante e dopo Napoli-Roma,
con decine di feriti, incidenti alla stazione ferroviaria
Campi Flegrei, incidenti a Formia. La sfida tra Napoli e
Roma, che poteva valere lo scudetto per i giallorossi e la
salvezza per la squadra di casa, ha avuto uno
spiacevolissimo corollario di violenze. Il bilancio dei
disordini è di almeno 48 i feriti a Napoli, 23 dei quali
tifosi delle due parti.
Diciotto le
persone arrestate, in buona parte residenti nel capoluogo
campano, e 16 quelle denunciate, tra le quali tre minorenni.
E ora sulla Roma incombe anche il pericolo della squalifica
dell'Olimpico, già diffidato, per l'ultima decisiva giornata
di campionato.
Gli
scontri a Napoli
Gli incidenti
più gravi, dopo quelli all'interno dello stadio, sono
avvenuti al termine dell'incontro. La delusione e la rabbia
dei tifosi romanisti si sono scatenate sul piazzale
antistante il San Paolo, trasformato in un campo di
battaglia, con auto incendiate, episodi di guerriglia,
sassaiole. E si è poi trasferita alla stazione Campi
Flegrei, da dove partivano dei treni speciali per i
sostenitori giallorossi, alcuni dei quali avevano raggiunto
Napoli con tre pullman che erano stati rubati durante la
partita.
Lungo la
strada dallo stadio alla stazione, poche centinaia di metri,
alcuni teppisti hanno gravemente danneggiato una ventina di
vetture in sosta, rovesciato scooter e dato alle fiamme tre
vetture. All'interno dello scalo ferroviario sono stati
infranti tutti i vetri, è stato danneggiato il quadro
comandi del traffico, sono stati devastati tutti i locali,
rotte le macchine obliteratrici, rimosse le pietre dalla
massicciata. La sassaiola partita dalle fila dei tifosi
scortati dalle forze dell'ordine non ha risparmiato alcuni
tra gli stessi sostenitori della Roma, colpiti dalle pietre
lanciate dai loro compagni.
Alla fine i
tifosi romanisti sono partiti, su due treni. Ma i problemi
non sono finiti. Alla stazione di Formia ci sono stati altri
incidenti e due poliziotti sono stati feriti. Gli scontri
sono cominciati verso le 21, quando un convoglio con 800
passeggeri proveniente da Napoli è arrivato nella città
pontina e ne sono scesi teppisti che hanno cominciato a
lanciare sassi contro polizia e carabinieri.
La furia dei
vandali si è poi spostata sul bar della stazione,
completamente distrutto, e su un'auto delle forze
dell'ordine, data alle fiamme. Il treno è poi ripartito ed è
stato bloccato a Torricola, alle porte di Roma, per
l'identificazione di tutti i passeggeri.
Un altro
convoglio, con un migliaio di tifosi romanisti, è rimasto
fermo a Formia: anche in questo caso ci sono state
intemperanze, subito sedate dalle forze di sicurezza che
hanno ispezionato il treno e identificato gli occupanti.
Nella cittadina pontina la situazione è tornata alla
normalità soltanto poco prima di mezzanotte mentre l'ultimo
treno con i tifosi giallorossi è arrivato nella capitale
intorno all'1.30.
IL COVVIEVE DELLA SEVA
Il treno della guerriglia: identificati a
Torricola 1.200 tifosi
Una fila
ininterrotta con i tifosi che scesi dal treno, mani sulla
testa, in fila per cinque, vengono filmati da un poliziotto
della scientifica. Poi fanno un passo avanti e danno le
generalità a altri cinque agenti armati di carta e penna.
Quindi uno dietro l’altro, in fila indiana, salgono su autobus
dell’Atac e tornano in città scortati. È questa la scena
surreale vissuta ieri, nella tarda serata, all’interno della
piccola stazione di Torricola, nella zona sud della capitale,
nei pressi di Capannelle. I teppisti qualche ora prima,
avevano dato vita a scene di guerriglia quando il convoglio
era arrivato a Formia e un poliziotto era stato addirittura
accoltellato. Qualcuno, ha scaricato la rabbia per la mancata
festa dello scudetto durante il viaggio cercando di
distruggere tutto quello che era possibile: porte divelte,
vetri rotti e tappezzeria interna tagliata probabilmente con
quei coltelli che poi sono stati abbandonati sotto alcuni
sedili. Per controllare la situaziona a Torricola sono accorsi
300 poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa,
coordinati dal questore di Roma, Giovanni Finazzo.
Sul treno sono
state trovate bottiglie, sacchi di pietre, coltelli. Uno dei
giovani è stato trovato con uno zaino pieno di sassi e
accompagnato in questura. Mentre avveniva l’indentificazione
un altro treno è rimasto fermo per ore, in aperta campagna,
tra le intemperanze e le telefonate con i cellulari dei
ragazzi ai genitori, prima di riuscire a arrivare alla
stazione Tiburtina. Altri parenti, sempre avvisati dai figli
grazie ai telefonini, sono arrivati verso la mezzanotte a
Torricola. «Scusi, ma vorrei sapere dove è finito mio figlio -
chiede con il volto preoccupato Giorgio 52 anni - da due ore
lo aspettavo a Tiburtina e poi mi ha chiamato dicendomi che
stava qui». Un agente: «Li stiamo identificando: sà, hanno
fatto un po’ di danni e hanno anche accoltellato un
ispettore...».
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