SENZA COMMENTO
In questa pagina seguiremo asetticamente gli sviluppi giudiziari di ciò che è accaduto prima, durante e dopo Lazio/Roma del 21.03.2004.
Alla fine di tutto tireremo le somme.
Il Messaggero, 23 marzo 2004
L’inchiesta della magistratura romana sul derby. Confermati altri sette ordini
di custodia. Pesantissimo il bilancio: 180 feriti 
 In manette i tre “portavoce” degli ultrà 
 Violenza privata e invasione del campo: arrestati sulla base delle riprese tv 
   di PAOLA VUOLO 
ROMA - «Andare a parlare con i giocatori è stata una nostra iniziativa. Era 
a fin di bene. Ci siamo fatti portavoce autonomamente di quello che era 
l’umore strano della curva». Dicono questo Stefano S., 31 anni, 
R. M. M., di 27 e S. C., 29 anni, i tifosi romanisti 
arrestati per intimidazione ai giocatori. Gli agenti della Digos che 
indagano sugli incidenti all’Olimpico, hanno esaminato anche i filmati del
derby Roma-Lazio girati domenica scorsa dalle televisioni: in alcune 
immagini si vede chiaramente che i tre dicono a Francesco Totti di avere 
saputo in curva, che un bambino era stato travolto e ucciso da un'auto
della polizia. Una falsa notizia che però hanno comunicato ai giocatori in 
campo. «Fidati, c'ha chiamato la mamma del ragazzino», avrebbero detto 
al capitano giallorosso. E quando gli investigatori hanno contestato ai tre, 
che hanno dato la notizia ai calciatori pur sapendola falsa, gli ultrà hanno 
ripetuto che la loro iniziativa era «a fin di bene, perché in curva c’era una 
strana atmosfera». Una contraddizione che, insieme ad altri elementi ha 
fatto scattare i fermi di gli arresti: i romanisti non dicono nulla su chi ha 
messo in giro la storia del bambino morto. 
Francesco Totti agli inquirenti che lo hanno ascoltato in questura, dopo la 
sospensione del derby Lazio-Roma, ha raccontato di non avere ricevuto 
minacce da parte dei tifosi, che con le lacrime agli occhi, gli hanno 
parlato di un bambino morto, chiedevano di non giocare la partita e 
soprattutto di aprire i cancelli per consentire alla gente in curva di 
abbandonare lo stadio. A quel punto, ha spiegato il capitano della Roma, 
non c'erano più le condizioni per giocare, che fosse vera o meno la notizia
del decesso. Anche Mihailovic e l’arbitro Rosetti sono stati convocati in 
questura. 
S., M. e C. sono accusati anche di violenza privata. Gli investigatori ipotizzano che possano avere intimidito i giocatori con le 
comunicazioni fornite loro a bordo campo. I tre dovranno rispondere 
anche per avere violato la legge per la sicurezza negli stadi. Un reato che 
la polizia ha contestato loro per avere scavalcato le recinzioni del campo, 
arrivando ai margini del terreno di gioco. 
Oggi, il pm Elisabetta Ceniccola, chiederà la convalida del fermo dei tre. Il
magistrato farà un punto della situazione con il procuratore reggente, 
Ettore Torri, per decidere se rivolgersi al gip per la convalida dell' arresto 
(circostanza che implicherebbe il prosieguo dell' indagine nei confronti dei tre romanisti con il rito ordinario) o far giudicare gli indagati con il rito 
direttissimo. Saranno giudicati con il rito direttissimo gli altri quindici tifosi
arrestati domenica sera per i disordini scoppiati prima della partita e dopo
la sospensione della gara. Altri 25 tifosi sono stati denunciati per reati che
vanno dall’oltraggio a pubblico ufficiale, al danneggiamento. 
Gli uomini della Digos, guidati dal capo Franco Gabrielli, stanno 
esaminando tutti i filmati registrati dalle telecamere dentro e fuori allo 
stadio per identificare gli altri responsabili: durante i disordini sono stati 
bruciati 4 gabbiotti dei vigilanti dell’Olimpico, due macchine, e il 
chiosco-bar: la prima stima dei danni all’Olimpico fatta dal Coni, ammonta
a 200 mila euro. Sono 180 i feriti, 153 solo tra le forze dell’ordine, e 4 
carabinieri, poliziotti e finanzieri hanno una prognosi di 20 giorni. 
«Una normale partita di «cartello», con i normali scontri e le normali 
scaramucce tra tifosi e forze dell'ordine: Non c'era alcun motivo di 
sospendere la partita, almeno dal punto di vista dell' ordine pubblico». 
Dicono il prefetto e il questore di Roma, Achille Serra e Nicola Cavaliere, e sottolineano poi come ci siano stati «strani movimenti» sulle curve da 
parte della tifoseria organizzata. Il prefetto Serra, sull’ipotesi che i 
giocatori non abbiano giocato perché minacciati dai tifosi dice: «non ne 
posso parlare, c'è una inchiesta in corso». Era tutto organizzato? Il 
questore parla di «movimenti strani sulle gradinate, tifosi che salivano e 
che scendevano come se stessero organizzando qualcosa». E parla anche 
di, «tragedia sfiorata, evitata grazie alla professionalità delle forze dell' 
ordine, che hanno reagito in modo equilibrato e sereno». 
Il prefetto dice, «quanto è accaduto durante Lazio-Roma e dopo la 
sospensione della gara può costituire un precedente grave e pericoloso. Il 
rischio per il futuro è che gruppi si organizzino e possano interrompere 
altre partite». 
Il Messaggero, 26 marzo 2004
Lasciano Regina Coeli gli ultrà che invasero l’Olimpico la notte del derby. Oggi sarà esaminata la posizione del quarto arrestato
 Scarcerati i tre tifosi. Ma niente stadio
 Il Gip non convalida il fermo. Il questore: per tre anni 
dovranno restare a casa
 di MASSIMO MARTINELLI 
ROMA - Se è vero quello che dicono i frequentatori incalliti, che ”il carcere ti toglie la vita”, allora S. C., S. S. e R. M. sono rinati ieri, alle sette di sera. Dopo aver pagato il loro conto con la Questura e, forse, con tutta la città di Roma. E’ costata tre giorni di carcere la loro bravata al derby, quel ”fidate Francè, ci ha chiamato la madre del ragazzo morto” sibilato nelle orecchie di Totti, per convincerlo che la partita non doveva continuare. Il gip Giorgio Maria Rossi, non ha convalidato l'arresto di lunedì sera; il provvedimento con le motivazioni sarà reso noto stamane, ma sembrerebbe che le accuse contro i tre ragazzi restano in piedi; solo che, secondo il gip, mancavano i presupposti per tenerli in carcere. Ci ha pensato però il Questore, Nicola Cavaliere, a rendere amarognolo il sapore della libertà: a tempo di record, nelle ore che sono intercorse tra la decisione di non confermare il fermo e l’effettiva scarcerazione, il numero uno della Questura di Roma ha emesso un provvedimento amministrativo che impedisce ai tre tifosi di andare allo stadio per tre anni, e li obbliga a certificare l’assenza dall’Olimpico con una firma in commissariati diversi. 
C., S. e M. sono usciti insieme, dalla porta laterale del carcere di Regina Coeli. Hanno trovato amici, parenti, fidanzate. Alcuni di questi erano in via della Lungara, davanti al carcere, fin dalla mattina: romanisti e laziali, insieme. Ognuno con il simbolo della propria squadra cucito addosso; ma uniti, in questa vicenda, dalla solidarietà per gli arrestati e dalla voglia di contrapposizione con le forze dell’ordine. 
Nessuno dei tre scarcerati ha voluto dire nulla; per loro hanno parlato i legali, che ieri hanno celebrato il giorno della vittoria. Lorenzo Contucci, difensore di M., commenta il divieto di andare allo stadio: «Inopportuno ed eccessivo; ricorreremo nelle sedi opportune». Per l’avvocato Cesare Placanica, difensore di S., non c’erano elementi nemmeno per arrestarli, poiché alla sospensione della partita si è arrivati su disposizione del presidente della Lega, Galliani. Mentre Rosario Tarantola, che ha difeso C., gioca la carta delle suggestioni emotive: «Il mio cliente è scosso, non era mai stato in carcere e ci si è trovato perché voleva fare del bene. Aveva visto la gente pressata sul vetro di protezione e ha capito che poteva essere pericoloso. Forse ha evitato un’altra strage di Heysel; ma adesso che è stato dipinto come un delinquente nessuno glielo riconoscerà. Divieto di andare allo stadio? Tanto stasera (ieri, ndr ) non ci sarebbe andato comunque». Intanto, stamane, tocca a S. F.. E’ ancora detenuto per gli scontri del dopo partita e sarà interrogato dal Gip. Che al termine deciderà se anche lui può tornare a casa. Magari con un provvedimento del Questore simile a quello dei suoi ex compagni di carcere.

Il Messaggero 09.06.2004:
L’ordinanza del gip: c’è stato un accordo tra le opposte tifoserie per 
attaccare le forze di polizia (rimasero feriti 153 agenti).
Ricercati altri due giovani
 «Ultrà come mafiosi», sedici in manette 
 Blitz della Digos di Roma contro teppisti romanisti e laziali: provocarono gli incidenti all’Olimpico 
 di CRISTIANA MANGANI
ROMA - Una telecamera li filma mentre lanciano oggetti, maneggiano i 
bastoni, picchiano con le cinte dei pantaloni, e assalgono le forze 
dell’ordine. In quella sera irreale del 21 marzo, segnata da scene di 
violenza e devastazioni, quando il derby Roma-Lazio è stato rinviato 
perché le tifoserie hanno minacciato di invadere il campo, gli stessi ultras,
da sempre rivali, si sono alleati e hanno dichiarato guerra a un comune 
nemico: gli agenti delle forze dell'ordine schierati per garantire l'ordine 
pubblico. Negli ultimi mesi la Procura ha indagato per trovare conferma 
alla tesi di un accordo e ieri è scattato il blitz. Gli uomini della Digos 
hanno arrestato 16 ultras della curva sud e nord (altre due ordinanze 
devono essere eseguite). Nomi più o meno noti negli ambienti calcistici, 
tutti giovani che avrebbero già assunto una posizione di leadership 
all’interno delle tifoserie organizzate. 
Il gip Renato Croce, che ha firmato i provvedimenti, definisce ciò che è 
successo, «una violenza anomala e particolare». «L’esame degli atti - 
aggiunge - fa risaltare i contorni inquientanti di reati al limite della 
eversione in un contesto di disegni criminosi ipotizzati e realizzati da 
pseudo clubs di “ultras” che nelle pre e post partite si rivelano essere veri 
e propri sodalizi criminosi, che usando l’arma della intimidazione, 
possono essere assimilati ad associazioni di stampo mafioso». L’obiettivo, 
per l’accusa, sarebbe stato quello di mettere a “ferro e fuoco” uno stadio, i
viali che lo circondano, travolgendo chiunque li ostacolasse. I filmati, 
girati dalla polizia, evidenziano i gruppi di ultras a volto coperto che 
incendiano gabbiotti dei vigili urbani e automobili, distruggono i bagni 
dell’Olimpico, strappano estintori e tubi dell'acqua per usarli come armi 
contro agenti di polizia, carabinieri e guardia di Finanza. E ancora: 
“Irriducibili” e “Viking” della Lazio, che “combattono” fianco a fianco con
“Boys”, “Fedayn”, “Tradizione e distinzione” della Roma. Dopo ore di 
scontri, almeno 153 gli agenti feriti e danni all’Olimpico per 180 mila euro.
«Una devastazione concordata - scrivono i pm Vittoria Bonfanti ed 
Elisabetta Cenniccola - La sera del 21 marzo è avvenuto un fatto 
straordinario, le due tifoserie, da sempre acerrime rivali e che 
sistematicamente attendevano l’occasione del derby per dar luogo a degli
scontri l’un contro l’altra, per la prima volta nella storia calcistica della 
capitale, non si sono mai incrociate». A un certo punto, è come se 
suonasse un allarme generale. Un fatto di grande importanza - aggiunge 
l’accusa - «è quello che viene congiuntamente attuato nell’intervallo tra i 
due tempi, allorché simultaneamente le due tifoserie ritirano tutti gli 
striscioni, quasi come un segnale già convenuto». 
L'inchiesta, poi, hanno spiegato il dirigente della Digos, Lamberto Giannini e il funzionario Nicola Falvella ha mandato all'aria anche un piano che stava prendendo corpo: organizzare i gruppi ultras della capitale in una trasferta in Portogallo per gli Europei 2004. Un proposito che, per gli investigatori, è messo nero su bianco in una “fanzine”, giornalino distribuito allo stadio dalle frange più violente. Sul giornale sarebbe stato evidenziato un chiaro invito alla “sfida” degli ultras di altre nazioni, una sfida con “magliette ufficiali” che, ha accertato la Digos, sarebbe un messaggio in codice per indicare l'organizzazione di scontri. Sfumata la trasferta agli Europei, i sedici arrestati dovranno rispondere di 
devastazione, violenza, resistenza aggravata, incendi e porto abusivo di 
arnesi atti ad offendere.


Police arrest 16 fans for violence 
(Slam sports, California, U.S.A.)
ROME (AP) - Concerned about possible violence at the European championships
in Portugal, police arrested 16 fans of Serie A teams Lazio and AS Roma Tuesday
in pre-dawn raids after a two-month investigation into the melee which erupted 
outside the Olympic stadium when the Roman Derby was suspended last March. 
Leaflets circulated among the most violent groups of Roman fans, which were 
eized by police, called for transfers to Portugal "to challenge hooligans from other
countries," the Italian news agency ANSA quoted police as saying. 
Those arrested on warrants issued by Judge Renato Croce were allegedly involved
in violent clashes with riot policemen which left dozens of officers injured and the 
stadium badly damaged. 
Investigators used television tapes to identify the fans, although most of those who
battled police, using batons and hurling rocks and bottles, were masked. 
The Lazio-Roma match was suspended three minutes into the second half 
following false rumours that a police van had fatally struck a boy outside the
stadium. Croce said the fans belonged to well-known extremist groups labelled 
Fedayn, Roma Ultras and Vikings.
Il Manifesto 09.06.2004
Diciotto arresti per il derby di fuoco 
Retata all'alba per tutte le più importanti tifoserie di Roma e Lazio. Diciotto 
persone, tra i 19 e i 35 anni, arrestate con accuse che vanno dalla resistenza
a devastazione e saccheggio per gli scontri del 21 marzo dentro e fuori 
l'Olimpico. Secondo gli inquirenti, «si preparavano per Lisbona»
ALESSANDRO MANTOVANI
SARA MENAFRA
ROMA 
Le telecamere della polizia scientifica e dei telegiornali li hanno pescati 
nel mezzo degli scontri, all'esterno dello stadio Olimpico, la notte del 
derby della follia. C'è quello che lancia sassi contro i carabinieri, quello 
che si lancia alla carica con il bastone in mano, quello che partecipa 
all'incendio del gabbiotto dei vigilantes nel piazzale interno della curva 
sud. Li hanno individuati analizzando decine di ore di filmati, quasi 
sempre concentrandosi sui vestiti che indossavano. E così sedici ultrà delle
due squadre romane sono stati arrestati per ordine della magistratura, a 
due mesi e mezzo dall'incredibile Lazio-Roma del 21 marzo scorso: 
all'inizio del secondo tempo, la stracittadina venne sospesa da tifosi 
romanisti scesi in campo per spiegare a Totti e compagni che durante gli 
scontri un ragazzino era stato ucciso dalla polizia, che quindi non si 
poteva giocare perché «France', è successo davero... fìdate!». Notizia falsa
e incidenti veri: fiamme sotto la curva sud, due ore di guerriglia al Foro 
Italico con cariche e controcariche e un bilancio da guerra civile, con 153 
feriti tra le forze dell'ordine. E adesso le manette, per la seconda volta: 
l'arresto infatti era già toccato ai tre ultras che avevano invaso il campo, 
immediatamente scarcerati dal giudice che non convalidò il 
provvedimento della Digos. Questa volta è diverso, è una retata. Tra i 
diciotto destinatari dell'ordinanza del giudice Renato Croce ci sono dodici 
romanisti e sei laziali, i gruppi della sud e della nord sono rappresentati in
misura quasi proporzionale alla consistenza, roba da manuale Cencelli del
tifo più acceso. Secondo gli investigatori per la sponda giallorossa 
avremmo cinque ragazzi dei Boys (il gruppo più organizzato), tre Asr ultras
(quello che guida i cori dal centro della curva), uno di Tradizione 
distinzione (il più fascista), uno degli Ultras romani (che sono in realtà di
Ostia e del litorale) e due dei Fedayn (il gruppo storico del quartiere 
Quadraro, l'unico non schierato a destra); sul versante biancoceleste 
cinque apparterrebbero al gruppo egemone degli Irriducibili (anche loro 
notoriamente di destra) e uno sarebbe legato ai Viking, il cui striscione 
campeggia all'Olimpico dagli anni settanta e fu l'ultimo a trasferirsi dalla 
sud alla nord quando i laziali migrarono lì. Nessuno degli arrestati, 
secondo la Digos, ha precedenti di natura politica. Due hanno piccoli 
precedenti per reati comuni e tutti erano noti come ultrà dei gruppi 
indicati, qualcuno avrebbe assunto recentemente posizioni di leadership, 
ma nessuno ha mai subito il provvedimento di diffida dal frequentare gli 
stadi. Prevalgono i 25-30 enni, più qualche appena maggiorenne e due 
over 35 (laziali).
Le accuse variano a seconda delle posizioni e va da sé che la validità dei 
riconoscimenti potrà essere valutata solo sulla base di atti che non sono 
ancora nella disponibilità dei difensori. I reati indicati nell'ordinanza del 
gip Renato Croce, sollecitata dai pm Silverio Piro, Vittoria Bonfanti e 
Elisabetta Cennicola - del pool che si occupa di violenza negli stadi - sono 
devastazione e saccheggio, incendio doloso, danneggiamenti, resistenza a
pubblico ufficiale, lesioni, porto d'oggetti atti a offendere e altri reati. Non 
c'è alcun riferimento a fattispecie associative anche se gli investigatori 
della Digos insistono sul fatto che i tifosi fronteggiarono le forze dell'ordine
«in modo organizzato». E non solo: la polizia non ha affatto abbandonato 
l'idea che l'interruzione del derby fosse frutto di un «complotto» ordito 
insieme dalle due tifoserie, che nell'intervallo della partita tolsero 
entrambe gli striscioni in segno di protesta cantando «sospendete la 
partita», prima che i tre romanisti raggiungessero Totti in campo. Però, per
il momento, grossi passi avanti questo troncone d'indagine non ne ha 
compiuti: resta quanto dichiarato fin dal primo momento dai capi della 
tifoseria laziale, che dissero di aver ricevuto per telefono dai romanisti la 
notizia del ragazzino ucciso.
Nelle perquisizioni di ieri mattina la polizia ha rinvenuto qualche presunta
arma impropria come un rompivetro (forse delle Fs), un paio di seggiolini 
dell'Olimpico portati via come souvenir (del giorno dell'ultimo scudetto 
romanista, ad esempio) e altro materiale: in questura hanno apparecchiato
due bandiere delle squadre a mo' di tovaglie per mostrare tutto ai 
giornalisti durante la conferenza stampa del neodirigente della Digos 
Lamberto Giannini e del vicequestore Nicola Faldella, che da due anni è 
responsabile della «squadra tifoserie» di via di San Vitale. Nelle case degli
arrestati c'erano anche pubblicazioni ultras, come la fanzine Vecchie 
maniere stampata da Asr Ultras: nell'ultimo numero c'è l'invito a seguire la
nazionale di Trapattoni in Portogallo «per sfidare gli ultras degli altri 
paesi». Non c'è scritto altro, quindi la sfida potrebbe essere anche a livello
«coreografico», ma almeno sul piano delle suggestioni l'elemento 
concorre a irrobustire il giudizio di pericolosità per gli arrestati.
La questura di Roma il derby della follia se l'è legato al dito. Per i 153 feriti
tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, un bilancio nel quale casi gravissimi 
come quello del carabiniere accoltellato annegano fra decine di semplici 
contusioni messe lì per far numero. Ma soprattutto perché i tifosi più 
estremi a un certo punto sembravano padroni del campo, capaci di 
convincere il capitano della Roma a non giocare: la falsa notizia si è 
diffusa rapidissimamente e il questore Nicola Cavaliere e il prefetto Achille
Serra, entrambi in tribuna, subirono l'affronto di uno stadio intero che 
credeva a quella voce e non alle loro smentite rilanciate dallo speaker 
dell'Olimpico. Le condizioni perché la notizia fosse vera, c'erano, anche se
la questura tende a minimizzare: prima della gara e durante il primo 
tempo, fuori dalla curva sud e poi nella stessa curva romanista e sulle 
scale che danno accesso agli spalti, gli scontri erano stati piuttosto pesanti.
E da subito le cariche all'esterno dello stadio, in risposta a gruppetti 
sparuti che lanciavano oggetti e bombe carta sui reparti schierati, erano 
state tanto violente da coinvolgere centinaia di tifosi giallorossi del tutto 
pacifici.
(ANSA), 10 giugno 2004:
Una decina di perquisizioni sono state compiute dalla Digos negli ambienti
ultras di Roma nell'ambito delle indagini sul derby del 21 marzo. Sono 
stati sequestrati indumenti, fumogeni, vari strumenti atti ad offendere usati
durante le partite di calcio e una pistola lanciarazzi. Le perquisizioni, 
disposte dal sostituto procuratore Silverio Piro, riguardano tra gli altri i 
capi tifoseria dei gruppi ultras 'Tradizione distinzione', 'AS Roma Ultras' e 
'Giovinezza'". 
 
Il Messaggero, 12 giugno 2004:
L’inchiesta
 Scontri per il derby: scarcerati due ultras
 Arrestato per le immagini che lo ritraevano con il volto travisato, durante
gli scontri tra tifosi e forze dell’ordine in occasione del derby dello scorso
21 marzo, e scarcerato per altre immagini che lo scagionavano. E’ tornato
in libertà DM, ultrà laziale, arrestato martedì scorso con l’accusa
di avere partecipato alla guerriglia urbana dopo l’interruzione della 
partita. Ma non è l’unico. Il gip Renato Croce, dopo gli interrogatori di 
garanzia avvenuti ieri a Regina Coeli, ha disposto anche gli arresti 
domiciliari di GDT e ML, romanista, per il quale è stato disposto l’obbligo di firma una volta alla settimana, difesi rispettivamente dagli avvocati Lorenzo Contucci e Fabio Lattanzi. 
All’interrogatorio di garanzia era presente anche il pm Elisabetta 
Ceniccola. I tifosi scarcerati hanno respinto le accuse. L ha spiegato 
che si trovava allo stadio con uno zio e ha negato di avere partecipato agli
scontri. M, assistito dall'avvocato Alessandro Cacciotti, ha presentato ai
pm le immagini di Sky. Alle 21,30, durante gli scontri tra tifosi e forze 
dell'ordine, era in campo a parlare con alcuni calciatori biancocelesti. I 
pm invece lo avevano arrestato sulla base di altre immagini: quelle di un 
giovane con il volto coperto che davanti all’Olimpico partecipava agli 
scontri. I reati contestati dalla Procura agli indagati sono quelli di 
devastazione, oltraggio, minacce, lesioni e lancio di oggetti. Tutti i tifosi 
interrogati, ieri, tramite i loro difensori,hanno presentato istanza di 
scarcerazione. Toccherà al magistrato pronunciarsi nei prossimi giorni. 
Gli eventi, raccontati dai tifosi
14-15 giugno 2004:
Diversi altri tifosi arrestati sono stati scarcerati dallo stesso G.i.p. che li 
aveva fatti arrestare su richiesta della Procura, a sua volta notiziata dalla 
Digos. La cosa sorprendente è che lo stesso giudice si è evidentemente 
reso conto che qualcosa non quadrava ed è tornato sui suoi passi. 
Naturalmente la notizia delle scarcerazioni non trovano posto sui 
mass-media.
23 giugno 2004:
Continuano le scarcerazioni. Sono ormai pochi i tifosi della Roma ancora
detenuti, e se lo sono ancora è solamente perché ci sono degli errori di 
persona e di valutazione. Entro venerdì il Tribunale della Libertà dovrebbe
liberarli. Sono stati rilasciati agli avvocati difensori i video di quella serata,
ed attualmente gli stessi vengono visionati fotogramma per fotogramma
per effettuare le verifiche su quanto ritenuto dalla Procura.
25 giugno 2004:
Gli ultimi quattro tifosi rimasti in carcere sono stati scarcerati dal Tribunale
del Riesame e posti agli arresti domiciliari.
26 giugno 2004:
I due tifosi rimasti latitanti si sono costituiti, venendo ristretti agli arresti 
domiciliari. Il giudice aveva infatti disposto che andassero in carcere, ma il
Tribunale del Riesame ha detto che la misura era eccessiva e ha quindi 
disposto gli arresti domiciliari.
2 luglio 2004:
Uno dei due tifosi che si è costituito è stato posto all'obbligo di firma.
9 luglio 2004:
((ANSA) - ROMA, 9 LUG - Restano liberi i 3 tifosi giallorossi che durante 
Lazio-Roma del 21 marzo avevano avvicinato i giocatori a bordo campo per 
chiedere lo stop. Il tribunale del riesame di Roma, infatti, ha respinto il 
ricorso del pm Silverio Piro che aveva chiesto la custodia cautelare in 
carcere per S.S., S. C. e R. M. arrestati e poi scarcerati. Sono state quindi 
accolte le richieste dei legali dei 3 tifosi, che chiedevano la conferma del 
provvedimento del gip.
12 luglio 2004:
Revocati gli arresti domiciliari ad un altro tifoso romanista.
Dei romanisti arrestati, 4 sono all'obbligo di firma, 7 sono ancora agli aresti
domiciliari. Quasi tutti i laziali (accusati di reati meno gravi) sono all'obbligo di firma.
14 luglio 2004:
Revocati gli arresti domiciliari ad un altro tifoso romanista.
Dei romanisti arrestati, 5 sono all'obbligo di firma, 6 sono ancora agli arresti domiciliari.
14 settembre 2004:
Praticamente tutti i ragazzi sono liberi ma hanno ricevuto la diffida di tre
anni con triplice obbligo di firma per Roma e Lazio.
Si è ora in attesa del processo.
14 novembre 2004:
La Procura della Repubblica chiede la proroga delle indagini preliminari 
per altri sei mesi relativamente alla posizione dei tre invasori. Si sostiene
che la Procura non ha ottenuto risposta sulle indagini delegate.
19 novembre 2004:
La Corte di Cassazione, e quindi il massimo organo di legittimità italiano,
ha annullato l'obbligo di presentazione alla Polizia di Roberto Maria Morelli, uno dei tre invasori del derby e lanciacori della Curva Sud.
21 marzo 2005:
La Procura della Repubblica di Roma chiude le indagini.
Il prossimo passo sarà l'udienza preliminare avanti il g.i.p.
aprile 2005:
Sono attualmente pendenti due procedimenti. Il primo è relativo
all'invasione di campo e conseguente sospensione della partita, ancora in
fase di proroga delle indagini preliminari, l'altro è relativo agli episodi di 
violenza avvenuti contestualmente. Per quest'ultimo, si è nella fase in cui i
difensori possono finalmente vedere il fascicolo e le prove su cui si basa 
l'accusa. Il fascicolo è molto voluminoso (circa 3000 pagine), ma la 
maggior parte è carta straccia. 
11 gennaio 2006:
Si è tenuta la prima udienza davanti al Giudice per l'udienza preliminare Dott. Marco Patarnello per quanto riguarda i tifosi coinvolti negli scontri.
E' stata accolta l'istanza della difesa con quale quale si chiedeva di acquisire una informativa che agli atti mancava e che dovrebbe spiegare alcune anomalie sui filmati in atti.
Per quanto riguarda gli invasori, tutto tace. Nonostante il termine per le indagini preliminari sia finito da tempo, la Procura non rinvia a giudizio.
Prossima udienza: 8 marzo 2006.
8 marzo 2006:
Il processo è stato rinviato al 22 maggio 2006 per ascoltare, su richiesta del giudice, un agente della Digos.
Per quanto riguarda gli invasori, tutto tace.
22 maggio 2006:
Il processo è stato rinviato al 7 luglio 2006 per ascoltare, su richiesta del giudice, un agente della Digos, assente per congedo.
Per quanto riguarda gli invasori, tutto tace.
7 luglio 2006:
Il processo è stato rinviato al 13 ottobre 2006 per la malattia di un imputato. Per quanto riguarda gli invasori, tutto tace.
13 ottobre 2006:
Il processo è stato rinviato al 20 novembre 2006 per l'astensione degli avvocati proclamato dall'Unione Camere Penali.
Per quanto riguarda gli invasori, tutto tace.
20 novembre 2006:
Ascoltato un commissario della DIGOS su alcune anomalie riscontrate in un video, l'udienza preliminare è stata rinviata per la discussione al 12.01.2007.
12 gennaio 2007:
Il castello ha già perso le torri. Le mura sono rimaste lì, senza sostegno, in attesa della spallata finale. All'udienza odierna - dopo 3 ore di discussione -  il Gip del Tribunale di Roma ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di tutti i tifosi romanisti per l'accusa di devastazione (pena prevista: da 8 a 15 anni di reclusione!) perché il fatto NON SUSSISTE. I tifosi della Roma - debbo dire presi un po' a caso, tanto perché si doveva per forza arrestare qualcuno dopo quanto accaduto - sono stati rinviati a giudizio per l'assai meno grave reato di resistenza a pubblico ufficiale (accusa tutta da provare ovviamente) all'udienza del 29 maggio 2007. Un tifoso, che ha optato per il giudizio abbreviato, è stato assolto. Tutto tace, invece, per i tre invasori, il cui processo giace dimenticato in un cassetto mentre stanno scontando la diffida. Ah. Anche il tifoso assolto ha scontato 3 anni di daspo con tre firme per ogni partita disputata dalla Roma e, chissà perché, anche dalla Lazio.
Non sarà Tagliente ad aggiornare i dati raccolti dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, dirigendo il quale si fa carriera: è infatti diventato Questore di Firenze.
29 maggio 2007:
Per alcuni vizi di notifica il processo è stato rinviato al 18 settembre 2007
18 settembre 2007:
Il processo è stato rinviato al 10 marzo 2008 perché il Presidente del Tribunale era incompatibile a giudicare, visto che aveva convalidato l'obbligo di firma dei DASPO di acluni imputati.
10 marzo 2008:
Il Tribunale ha ammesso le prove rinviando l'udienza al 31.10.2008
25 settembre 2008
Nel processo "parallelo" per gli invasori del terreno di gioco, il giudice ha dichiarato il non doversi procedere per l'intervenuta prescrizione dell'unico reato rimasto.
primavera 2013:
11 assolti e 4 condannati a 1 anno e 6 mesi, in primo grado, pena sospesa.
Come volevasi dimostrare, trattavasi di buffonata.



Pagina iniziale
Index
La stagione in corso
The championship
Aggiornamenti
Updates
Fotografie
Pictures
Premessa
Premise
Scudetti e trofei
Palmarès
La Lazie
The second team of the region
Visti a Roma
Away fans in Rome
Le bandiere della Roma
Unforgettable players
Campo Testaccio
The glorious ground of AS Roma
Memorabilia
Memorabilia
Roma e i romani
Roma and romans
La Storia dell'A.S. Roma
A.S. Roma History
Derby!
Derby!
La Roma in Tv e alla radio
AS Roma in TV and radio
Video
Video
Vita vissuta
Lived life
Miscellanea
Miscellanea
Il manifesto degli ultras
The Ultras' manifesto
Bibliografia
Bibliography
La storia della Curva Sud
Curva Sud history
Le partite storiche
Matches to remember
Gruppi ultras
A.S. Roma Ultras groups
Sotto la Sud!
A.S. Roma players under the Curva Sud
Cori Curva Sud
Curva Sud chants
Amici e nemici
Friends & enemies
La cronaca ne parla
The wrong and right side of A.S. Roma fans
Fedeli alla tribù
Faithfuls to the tribe
Diffide, che fare?
Suggests for the banned
Links
Links
Scrivetemi
E mail me
Libro degli ospiti
Guestbook