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Da piccolo, in un
                  derby
Il perché di un
                  soprannome
2001/02
Espulso,
                  2001/02
Articolo Guerin
                  Sportivo 1994/95
Dopo il 4-0 alla
                  Juventus 2003/04
Intervista a Francesco Totti 1995/96

Intervista a France Football 2007/08
Il Corriere dello Sport
                  dopo il record di Totti
2005/06
2005/06 in curva
                  dopo l'infortunio
2005/06 in curva
                  dopo l'infortunio
1995/96
1997/98
Corriere dello Sport,
                  24 giugno 2007








INTERVISTA DOPO CAGLIARI/ROMA 2006/07
Ti senti il leader di questa Roma?
A me sinceramente la parola leader non mi è mai piaciuta, più che altro mi
metto a disposizione della squadra. E' normale che io mi senta un giocatore
importante, quello sì, però io alla fine rispetto tutti nella stessa
maniera. Non è perché io sono Totti, sono romano, romanista e capitano, devo
avere più considerazione degli altri. Per me sono sullo stesso livello,
perciò cerco di confrontarmi con loro nella maniera migliore.

Sul suo ruolo in campo..
Non sempre riesco a dare il meglio di me stesso, però è normale che l'importante
è metterci la testa giusta, perché una volta che scendi in campo per dare il
massimo penso che sia la cosa più bella.
Con la maturazione sia in campo che fuori, riesci a esprimerti nel migliore
dei modi. Poi è normale che il campo è sempre quello che conta e io cerco di
fare il più possibile per la squadra, oltre che per me stesso.

Il primo gol in Serie A?
Il primo gol in Serie A è stato la prima giornata di campionato contro il
Foggia, all'Olimpico.
Era l'anno di Mazzone, ho giocato al posto di Balbo, inaspettatamente. E'
stata una giornata indimenticabile, perché il mio primo gol in Serie A era
da tanto tempo che lo sognavo.
E' stato molto veloce, c'è stata una rimessa laterale di Thern, ha scambiato
con Giannini, poi ha lanciato in area Fonseca che poi di testa me l'ha
appoggiata dietro e io sono arrivato di corsa e ho calciato di sinistro
rasoterra sul primo palo.

Ti ricordi l'esultanza dopo il primo gol?
L'esultanza sì, sotto la Nord, però sinceramente non sapevo cosa fare,
perché uno vorrebbe far tantissime cose ma alla fine non ho fatto più
niente.
Facevo le prove generali a casa con mio fratello e poi realmente, quando è
successo il fatto, non l'ho messo in pratica.

 Il gol da leader.
Quello che mi ricordo da leader è stato quello con la Sampdoria, in casa,
sono partito da tre quarti campo, mi marcavano 3-4 giocatori in velocità e
sono arrivato davanti ad Antonioli e ho fatto  un mezzo cucchiaio. E lì è
come se avessi preso la squadra sulle spalle, questo è il primo pensiero che
mi viene in mente.

 Il gol più bello.
Il gol più bello è difficile sceglierlo, non voglio essere presuntuoso, però
scelgo quello di Milano, Inter-Roma, il cucchiaio.

 Cosa si prova a fare gol col cucchiaio?
Quando ci riesci sei contento, perché hai realizzato una cosa a cui hai
pensato un attimo prima, a cui altri non hanno pensato, perciò è come se tu
fossi un po' più intelligente degli altri, più furbo.
L'istintività ti porta a questo, a fare cose che nessuno si aspetta e che tu
in un secondo pensi e poi le dimostri.

 Il gol che ti ricordi di più con la maglia della Nazionale?
Penso che il rigore contro l'Australia, ai Mondiali di Germania, è il gol
che mi ricordo di più della Nazionale.

 Sulla Nazionale.
Il 19 febbraio, prima dell'inizio dell'operazione dei Mondiali, penso che ho
dimostrato di tenere alla Nazionale, perché altrimenti non avrei recuperato
come ho fatto in due mesi e mezzo, me ne sarei stato tranquillo e beato a
casa con la mia famiglia e recuperavo tranquillamente. Invece ho forzato i
tempi, ho cercato di mettermi a disposizione del mister perché ci teneva
anche lui, mi hanno fatto coraggio anche i compagni della Nazionale, è un
bellissimo gruppo, è stato un bellissimo gruppo perciò non potevo mancare a
questo appuntamento così importante.

 Sul gol di quest'anno contro la Sampdoria.
La posizione era abbastanza angolata e quando ho calciato al volo di
sinistro, di esterno sinistro la palla poteva passare solo in quell'angolino
tra il palo e Berti, perciò credo sia stato un gol da matto, oltre che
bello, da matto. In quel momento è normale che cerchi di indirizzarla lì
dove hai pensato prima, però non sempre ti riesce anche perché ci vuole
anche fortuna per fare una pazzia, perché il 90% delle possibilità è di fare
una figuraccia e il 10% è di fare un gol che rimane nella storia.

 I tuoi possono essere definiti gol da attaccante?
I gol da attaccante sono altri gol, di rapina, dentro l'area di rigore,
quelli penso che siano i gol di un attaccante vero, puro. I miei gol sono
differenti, perché io non sono un attaccante puro, sono più un trequartista,
sono un giocatore che manda in gol i compagni però giocando con questo
modulo del mister ho più possibilità sia di far fare gol, sia di fare gol da
attaccante vero, ho le due possibilità a disposizione e mi ci trovo bene.

 Sui 200 gol con la maglia della Roma.
Quando arrivi a una certa cifra durante la carriera penso che parlino i
numeri, e questa è una cosa che gratifica non solo il giocatore ma anche la
persona, perciò per le cattiverie e le dicerie che esternano a me stesso,
faccio parlare il campo.



20 luglio 2007 la Conferenza Stampa dell'addio alla Nazionale
Il possibile annuncio di una storia completamente finita tra Totti e la Nazionale.
“Finita è una parola brutta da dire però purtroppo si. Ho preso questa decisione per motivi fisici e non tecnici. E’un pensiero che ho valutato per un anno intero e ho deciso di smettere per non creare nessun problema al gruppo e staff tecnico. Mi dispiace moltissimo, ma la salute è la cosa più importante per me”.
Hanno influito anche altri fattori?
“I problemi che hanno detto fino ad oggi non sono mai stati veri, che non andavo in Nazionale perché non c’era Vito Scala (preparatore atletico personale di Totti ndr) con me perché lui faceva parte della Nazionale anche quando non c’ero io. Un tot di partite l’anno non riesco a farle,a qualcosa devo rinunciare e ho deciso di rinunciare alla nazionale perché la Roma è una priorità”.

Che stagione si aspetta Totti?
“Spero una stagione bella ed impegnativa fino in fondo. Centrare alzare qualche trofeo e poi con gli acquisti fatti possiamo creare problemi alle altre squadre. Aspetto altri colpi anche se cos’ il gruppo è competitivo".

Le parole di Cannavaro
“Ho un altro pensiero a differenza di lui. Se ho un problema alzo il telefono e chiamo direttamente la persona chiamata in causa non parlo con i giornali”.

Un quotidiano oggi ha titolato “Addio azzurro crudele”. Ti ritrovi in queste parole?
“Non sento quel titolo io sono giallorosso. Il bilancio parla chiaro un mondiale vinto, un secondo posto europeo e un campionato Under 21. Nessuno mi ha trattato male, sono sempre stato a casa mia, sono riuscito anche a mantenere contatti fuori dal campo con alcuni miei compagni. Lasciare la Nazionale fa male più a me che a loro”.

Ci sono sempre polemiche sulle tue decisioni….
“Perché Totti è romano è quello il problema principale perché se fossi stato del nord non ci sarebbero state con altri giocatori. Chi mi ha criticato è stato il primo a dire che io non sono stato un giocatore decisivo e mai lo sarò. E’ inutile parlare di un giocatore che non vogliono. E’ controsenso”.

Nuovi acquisti c’è uno in particolare che ti ha colpito?
“Ancora è presto dare giudizi sicuramente sono giocatori importanti che possono fare la differenza, sono contento di quello fatto dalla società. Sono stati tutti acquisti mirati e giusti".

Se ci fosse stato ancora Lippi la tua decisone sarebbe stata diversa?
"Con Donadoni ci siamo sentiti 3-4 volte per telefono e c’è stato sempre un rapporto di stima e di affetto. Con Lippi c’era un altro tipo di rapporto, dopo che mi sono fatto male è venuto a Villa Stuart a dirmi che dovevo recuperare e chi mi avrebbe voluto al mondiale. Quando hai la fiducia di un allenatore così riesci a dare sempre il massimo”.

Le parole di Platini
“Quando ha smesso Zidane, Platini ha detto qualcosa? Anche lui ha dato l’addio alla Nazionale allora era da squalificare?”.

Chivu
“Con Cristian ho due tipi di rapporti un o calcistico e l’altro umano. Rispetto la sua decisione io posso solo dargli un consiglio ma la decisione finale spetta a lui. Cristian è una persona straordinaria molto buono, generoso. Quello che vuole fare lui è legge. Con Chivu potrebbe essere una Roma da scudetto e se dovesse andare via sarebbe una grande perdita è un giocatore che farebbe molto bene a questa squadra”.

A parte Gigi Riva, ti sei sentito poco coccolato dalla Federazione?
“Con Riva ho un rapporto particolare perché mi ci sento spesso, non solo con me ma con tutto il gruppo anche perché è un ex giocatore. Donadoni non posso giudicarlo come persona perché non lo consco particolarmente".

Ad un tifoso che sta pensando di fare l’abbonamento cosa ti senti di dirgli?
"Penso che un tifoso della Roma deve fare l’abbonamento sempre e cmq e poi vedere lo stadio giallorosso è bello".

Con chi hai parlato della tua decisione?
“Ho parlato prima con Gigi Riva al Forte Village, poi con Giancarlo Abete (presidente della Figc ndr) e poi tre giorni fa con Mister Donadoni”.

Ti senti sollevato ora che questa storia non è più poco chiara?
“Spero si possa mettere un punto perché ne parlavano anche quando non c’entravo”.

Romanità il fatto che sei romano la senti ancora molto questa cosa. Ti dispiace, ti amareggia?
“Primo: sono fiero di essere romano, mi dispiace perché in Italia ci sono tante città, e tutti dovrebbero essere trattati nello stesso modo. Dopo di me si attaccheranno a De Rossi poi ad Aquilani il romano è etichettato e spero che con il tempo questa situazione possa cambiare”.

Quando hai deciso di lasciare la Nazionale?
“Un mese un mese e mezzo fa è stata una decisione difficile, Ilary non voleva che smettessi, però alla fine è staat una mia decisione sofferta”.

Che telefonata è stata con Donadoni ha cercato di farti tornare sui tuoi passi?
“No perché gli ho spiegato la situazione e ha capito”.

La partita più bella giocata in Nazionale?
“La partita più bella e indimenticabile è la finale a Berlino”.

Un incontro personale con Donadoni ti avrebbe fatto cambiare idea?
No perché io mi sono preso un anno di pausa per riflettere, non sarebbe cambiato niente.

Cosa ti avrebbe fatto cambiare idea?
“Ho contato che 50-60 partite per me sono difficile da sostenere, dal lunedì al venerdì stavo sul lettino questo nessuno lo sa”. .

Le critiche secondo te erano più per il fatto di essere romano o perché sei Francesco Totti un campione?
“Mi sembra che quando ero in Nazionale mi criticavano, che stavo sulla sedia a rotelle, che ero zoppo, che non potevo far parte dei Mondiali per questo dico perché sono romano. Ho recuperato in due mesi e mezzo e mi sono messo a disposizione del Mister e poi dicono che non sono attaccato alla maglia azzurra, non mi sembra. Rimarrà sempre nella storia perché i grandi giocatori sono sempre criticati

Cosa ti mancherà?
“L’inno è una cosa bellissima quando vai a giocare nel mondo e porti la maglia dell’Italia pensi di onorarla nel mondo e poi mi mancheranno anche alcuni compagni”.

Ti sarebbe piaciuto fare una partita d’addio?
“La farò solo con la Roma, con la Nazionale mi sembra eccessiva”.

Tornando indietro l’addio alla Nazionale lo daresti alla finale di Berlino?
“A un anno di distanza è uguale ho voluto riflettere, ho preso questa decisone per me troppo importante. Giocando a certi livelli qualcosa devo abbandonare”.

Dopo calciopoli cosa è cambiato in un anno?
“Per tutte le cose che sono successe è poco ma se hanno preso questa decisione era giusto così. Noi calciatori non possiamo prendere decisioni anche perché non ci ascoltano”.

Come te lo sei spiegato questo pregiudizio?
“Non riesco a dare una spiegazione logica anche perché siamo come gli altri forse sarà invidia. Io l’ho pagata sempre fortunatamente queste cose mi scivolano addosso anche se alcune fanno male”.

Quando vedrai giocare la Nazionale?
“Sicuramente tiferò la Nazionale anche perché l’ho sempre tifata e poi ho anche amici di campo e fuori”.

E’ vero che Totti in nazionale non è mai stato decisivo?
Se non sono mai stato decisivo è inutile parlare di un giocatore che non è stato decisivo…

Dal Presidente Federale ti saresti aspettato qualcosa in più?
“Adesso parlerà anche lui. Spero mi difenderà Non sono deluso dalla Federcalcio mi hanno sempre trattato bene e rispettato poi è normale che alcune volte ci possono essere delle incomprensioni a volte sbagliare è lecito.

Cosa ti ha detto Spalletti di questa tua decisione?
“Non ho mai parlato con Spalletti della Nazionale”.
 

È vero che aveva chiesto di giocare solo le partite più importanti?
“Non ho mai chiesto niente. E mi ha dato fastidio che alcuni miei compagni hanno detto questo quando io non ho mai detto di voler lavorare part-time”.


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