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come e perché si nasce o si diventa romanisti
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ANTONIO C.
Ciao Lorenzo,
Ti avviso che la mia storia e’ un po lontana dal mondo della Curva, dai gruppi Ultras. Pero’ sono stato uno di quelli presenti a Roma - Spezia , e anche a Trigoria la notte bellissima del 10 Aprile di 2 anni fa.
I miei primi ricordi dedicati al calcio sono legati al 2001, con la vista di Pomezia tutta colorata di giallorosso (ancora oggi campeggia su un muro un “Noi a festeggia’, voi a rosica’” che adesso suona quasi ironico). A casa mia pero’ non sono mai stato indirizzato verso una fede: mio padre era un tifoso anomalo, tifava Roberto Baggio e qualsiasi squadra in cui giocava (la prima e ultima che io ricordi e’ il Brescia). I miei compagnetti di classe delle elementari invece erano tutti della Roma: io gli dicevo di essere anch’io romanista per farmeli amici, ma in realta’ non mi importava molto. Non capivo neanche il senso di essere romanista.
E cosi’ cominciai a tifare all’insaputa dei miei compagni di classe Atalanta (perche’ era la squadra di Serie A col nome piu’ simile al mio, Antonio) senza aver visto neanche una partita. In seguito tifai pure Albinoleffe, Parma, Torino… mi ricordo delle domeniche passate tra “Quelli che il calcio” e il televideo per vedere tabellini e classifica in tempo reale: ripensandoci adesso mi sento un po’ il sottoprodotto del calcio moderno, delle pay tv. Pero’ avevo gia’ un’avversione verso le grandi del calcio italiano (a quei tempi Juve, Milan, Inter, Roma, Lazio).
Poi un giorno io e mio padre decidemmo di andare a vedere una partita dal vivo, quella dei dilettanti del Pomezia Calcio, in Eccellenza. Diventammo grandi tifosi, per qualche anno sempre presenti in casa. Li’ cominciai a capire cosa significa tifare una squadra, cosa significa senso d’appartenenza.
E ad Agosto del 2009 capii che dovevo essere romanista. E’ tutto partito da un ragionamento mentale: capii che appartenevo ad una realta piu’ grande del sobborgo di Pomezia, con le sue tradizioni, la sua lingua, i suoi modi di fare. Appartenevo alla storia di Roma, che domina tutta la regione e oltre: avevo capito che la bellezza del calcio e’  nei valori, nei simboli, nelle idee e nei territori che rappresenta. Il calcio e la fede assumevano tutto un altro valore rispetto a come lo avevo vissuto finora. E io non mi ero mai posto tante domande del perche’ uno tifasse Roma o Juve, ma adesso capivo: mi impressiono’ realizzare a 15 anni che una cosa cosi scontata, la Roma e’ per i romani, non l’abbia mai realizzata prima. Ne’ che qualcuno abbia mai provato prima a convincermi di questo. Mi ci sono convinto da solo. A 15 anni ho capito cosa significa essere romanisti, buffa com’e’ la vita a volte.
Dalla cavalcata di Ranieri in poi ho sempre seguito da vicino le sorti della Roma, spesso in streaming con mio padre sul divano (diventato romanista). Altre volte al pub con amici, alcune volte allo stadio. Dopo 11 anni sto aspettando ancora il mio primo trofeo da romanista, spero di non portare sfiga 😊 ma comunque aspetterei in eterno. Saluti

Lorenzo A.
Sono nato nel gennaio'81, pochi giorni dopo Roma-Juve 0-0. Quella fu la
stagione in cui alla fine perdemmo lo scudetto per il famoso gol di
Turone! Nell'82-83, stagione dello Scudetto, mia madre mi iscrisse a un
asilo vicino S.Pietro e lì conobbi le maestre Teresa e Rita. Ricordo che
le prime canzoni che mi insegnarono furono "Roma Roma Roma" e "Roma
Capoccia", e poi "Grazie Roma". L'asilo aveva un pullmino giallo che ci
veniva a prendere a casa e ci portava a scuola, ogni lunedì mattina
l'autista legava una sciarpetta giallo-rossa ad ogni finestrino...mai
stato così contento di andare a scuola! Erano gli anni in cui la Roma
vinse lo Scudetto e arrivò in finale di Coppa dei Campioni, e in
quegl'anni iniziai ad amare la Roma...anche se credo che più per le
vittorie iniziai ad amare la Roma perchè mi piacevano le canzoni della
Roma, le sciarpette legate ai finestrini del pullmino e il fatto che la
Roma rappresentava la città in cui ero nato. Il primo saggio che feci
all'asilo lo feci vestito di giallorosso cantando "GRAZIE ROMA" mentre
sbandieravo una bandiera della Roma!
La prima partita che vidi allo stadio fu Roma-Genoa 3-0 (18 settembre
1994) in Distinti Nord, la prima cosa che mi stupì quando fui in cima
alle scale fu l'enorme prato verde dell'olimpico e quanto fosse grande
lo stadio... poi rimasi sbalordito dalla Curva Sud, dallo sventolare di
bandiere, dai tamburi, dallo striscione del CUCS, dai cori. Era la Roma
di Mazzone, Giannini, Balbo, Annoni, Cervone, Carboni, Moriero,
Cappioli...la Roma del 3-0 al derby.
L'esordio in Curva Sud invece lo feci il 29 ottobre 1996, Roma-Karlsruhe
2-1. Da allora cercai - ogni volta che avevo la possibilità - di andare
allo stadio... adesso sono abbonato in Curva Sud e visto che il CUCS non
è più al suo posto mi posiziono vicino ai Fedayn.
FORZA ROMA
Roma/Genoa
                      1994/95
Valerio
Da piccolo non avevo nessuno in famiglia che potesse indirizzarmi verso una 
qualsiasi fede calcistica: mio padre è piemontese e se è della Roma è perchè 
ce l'ho fatto diventare io, perchè sennò rimaneva solamente un "tifoso del 
calcio", le altre figuri maschili della famiglia tipo zii e nonni sono tutti 
degli anti-calcio in persona... che culo eh?
Con questa situazione non potevo che essere influenzato dalle amicizie... 
Purtroppo il mio "amico del cuore" del periodo prima delle elementari, era 
il figlio di un napoletano del napoli. Qualcuno di voi avrà già capito che 
se il padre era del napoli anche il figlio lo era, e se anche il mio amico 
del cuore lo era, in qualche modo anche io ne ero simpatizzante. Erano gli 
inizi degli anni 90, quelli dove maradona e careca se magnavano tutti, dove 
molti ragazzini andavano in giro o con la maglietta azzurra col 10 o con il 
9, forse questa l'unica mia giustificazione (la mia prima maglia mi fu 
regalata proprio da questo mio amico, era quella di careca con lo sponsor 
mars).
Dopo questa parentesi buia della mia vita, il mio cervello cominciò a 
funzionare autonomamente intorno ai 5 anni, e poco dopo aver scambiato lo 
scudetto della roma con quello del napoli feci questo ragionamento (me lo 
ricordo come fosse ieri): "se sono nato a Roma, ma perchè cazzo devo andare 
appresso a maradona? sti cazzi che vince tutto! Io sono di Roma, e quindi da 
oggi tiferò Roma!!!" Alla lazio manco c'avevo pensato!!! Nemmeno la reputavo 
squadra di Roma!!! Ovviamente dopo una settimana la Roma era l'unica squadra 
completa sul mio album panini 90-91...
Da quel giorno è cominciata per me una nuova ragione di vita. Ho cominciato 
a selezionare le amicizie in base alla fede calcistica e a fare le prime 
litigate per la Roma (ricordo un Forza Roma Lazio Merda scritto a caratteri 
cubitali sul cartellone di fine anno che mi costò non poche punizioni... 
Suore di merda!), prime sciarpe, prime domeniche davanti la radio...
Più crescevo, più cresceva in me la voglia di andare allo stadio. Ma per i 
motivi che già vi avevo detto prima, non ero certo aiutato in famiglia in 
questo senso. Mio padre poi è uno di quelli che fanno il ragionamento 
stadio=teppismo e quindi non mi ci portò mai. E' una delle cose che
rinfaccerò per sempre a mio padre.
Ma questo non mi fermò. Stagione 98-99, avevo 13 anni. Grazie all'aiuto del 
padre di un mio amico, mi assicurai due biglietti per Roma-atletico madrid 
di coppa uefa, uno per me, uno per mio padre. Sfido tutti voi a trovare un 
altra persona che ha dovuto portare allo stadio il padre per la prima volta 
e non il contrario! Non era la mia prima volta allo stadio in generale 
perchè quello stesso anno avevo visto l'amichevole Italia-resto del mondo. 
Grande fu l'emozione quella sera (con l'Italia), salendo le scalette della 
tevere, nel vedere un poco alla volta prima il cielo stellato, poi i 
riflettori, poi la monte mario, poi, finalmente, il prato verde e i 
giocatori che si riscaldavano. Rimasi senza fiato per qualche attimo. Ma 
ritorniamo alla prima partita della Roma vista allo stadio, quel quarto di 
finale di coppa uefa, quel maledetto quarto di finale. Ricordo lo schifo che 
successe in campo, la curva sud che urlava "invasione perchè no?", non era 
l'esordio che speravo, ma forse fu proprio quella partita ad accendere in me 
quella miccia, che mi porto poco a poco ad andare sempre di più allo stadio, 
quasi sempre all'insaputa dei miei. Roma-venezia 5-0 nel 99-00 sempre con 
mio padre trascinato a forza, e svariati ultimi quarti d'ora fra cui il 4-1 
con la lazie. Eppoi il Giannini day a fine stagione.
L'anno dello scudetto cominciai ad andare da solo: 4 partite inclusa 
ovviamente Roma-Parma e molti quarti d'ora. Nel 01-02 il primo abbonamento 
in distinti sud, con un mio amico. Ore di fila per averlo, non mi sembrava 
vero quando l'ho tenuto in mano per la prima volta. Quella stagione non ho 
perso una parita. Campionato, Coppa Italia, Coppa Campioni, c'ero sempre. Fu 
anche l'anno della mia prima in Sud. Roma-Anderlecht di CC. Dopo questa 
partita lasciai il mio amico nei distinti e cominciai ad andare da solo in 
sud. E' stato l'anno della mia prima trasferta, bologna-Roma 1-3, (ne seguì 
un altra a firenze e un lecce-Roma in cui fummo spediti indietro all'altezza 
di orte perchè senza biglietto), è stato l'anno del mio primo e ormai 
storico stendardo "torpigna presente", sempre in quest'anno il mio primo 
derby, insomma, la stagione 01-02 è stata quella in cui ho cominciato a 
respirare aria di sud.
Nel 02-03 il mio primo abbonamento di sud. Cambio scuola, e qui conosco 
molti ragazzi con i quali comincio ad andare fisso in curva, e con i quali 
inizio a girare l'italia a seguito della Roma. Una decina di trasferte in 
tutto.
Quest'anno niente abbonamento, i soldi st'estate mancavano. Così mi devo 
"arrangiare", infatti 2-3 partite in casa me le sono perse. In trasferta 
però, sempre più presente, salvo casi di forza maggiore (il sabato gioco a 
calcio).
Un paio di giorni fa ho aggiunto palermo alle mie trasferte, il treno sul 
traghetto, 30 ore di treno, una trasferta speciale come quest'anno è stata 
parma, una delle trasferte più belle che ho fatto. Poi quest'anno prima 
trasferta per la nazionale, a milano.
Adesso ci aspettano tante trasferte, poi ci saranno gli europei e io voglio 
esserci.
Sono appena all'inizio della mia vita da ultras. Stare a contatto con certe 
persone per questi tre anni mi ha cambiato, in meglio. Ho ancora tanto da 
imparare, e ho tanta voglia di farlo.
Roma/Atletico Madrid 1998/99
DANIELINO:
sono nato nel settembre 1984 proprio pochi mesi dopo la sfortunatissima finale con il Liverpool. Io fin da quando avevo 5.6 anni (cioè da quando ho cominciato a seguire il calcio) amavo una squadra che aveva la maglia gialla e rossa, la Magica Roma. avevo sentito dire che in quegli anni la Roma era fortissima, che purtroppo aveva vinto solo 2 scudetti nella sua storia, che in coppa campioni era andata benissimo ma che sfortunatamente aveva perso la finale e avevo sentito dire di falcao, pruzzo, conti, e di conseguenza mi sono innamorato di questa squadra e dei suoi colori così belli (come canta Venditti Gialla come er sole, rossa come er core). Io avevo 5-6 anni, cominciavo a guardare le partite in tv e quindi  guardavo anche le curve, gli striscioni dietro la porta, mi colpivano molto questi tifosi (oggi so che sono gli ultras e so chi sono) che per tutta la partita cantavano, sventolavano bandiere e sbattevano tamburi senza guardare la gara. La prima volta che andai allo stadio fu una giornata davvero strana. Era il 1993 Roma Udinese, finì 2-2 (mi pare che finì 1-1 ;-) n.d.L.) e la Fiorentina andò in b.  Io avevo 9 anni, andai in Tribuna tevere lato sud. andai con mio padre e mio zio anche loro tifosissimi giallorossi. Mi colpii molto la grandezza dello stadio, i giocatori dal vivo, il prato immenso ma sopratutto mi colpii uno striscione lungo lungo in sud: COMMANDO ULTRà CURVA SUD e mi colpii moltissimo vedere tifosi che stavano per 90 minuti a battere sui tamburi, a incitare, sventolare bandiere, e cantare. Poi la partita fu strana la gente tifava per l'udinese perchè voleva che la fiorentina andasse in b e ai gol dell'udinese tutti in piedi a urlare e io solo stavo seduto e dentro di me mi chiedevo:"ma perchè questi tifano contro la propria squadra?" naturalmente non capivo niente di ultras avevo solo 9 anni. 
Avevo solo 9 anni ma quando il tabellone annunciò: din don: iuventus 4-lazio 1 cominciai anch'io ad urlare come un matto, la lazie infatti mi stava già sul cavolo.
Poi successivamente andai a vedere altre partite ma ce ne fu un'altra che mi colpii moltissimo: fu Roma -Sampdoria del 1998, ultima di campionato, andai sempre in Tevere la Roma superò la lazie in classifica e ricordo come se fosse ieri la gente urlare, I CAROSELLI FUORI DALL'Olimpico con i bandieroni fuori dai finestrini delle macchine, la gente che a partita finita cantava "SVEN GORAN ERIKSON LALALALALA" E RICORDO CHE QUELLA VOLTA IL CUCS AVEVA FATTO A BOTTE PER DUE TRE MINUTI DURANTE LA GARA E PURTROPPO DUE ANNI DOPO SUBENTRò L'AS ROMA ULTRAS. per me il cucs è unico ma l'as roma ultras non è male nel complesso.
Ora ho un grande desiderio: fare l'abbonamento della sud e diventare il lanciacori. 
Roma/Udinese 1992/93
Emanuele
sono nato nell'83 e ancora oggi penso che mi avrebbe fatto piacere nascere qualche anno prima,anche se ammetto di essermi rifatto.comunque l'amore per la roma è nato grazie a mio padre anche se la memoria non mi permette di ricordare a quanti abbia cominciato ad amarla,l'unica cosa che ricordo è che il mio primo abbonamento l'ho fatto nella stagione 88-89(questo non l'ho dimenticato solo perchè ho ancora la tessera)in
monte mario..per anni il mio sguardo l'ho rivolto più alla sud che al campo.i tamburi e quel lunghissimo striscione mi affascinavano e la domenica era come se avessi il mio punto di riferimento lì sulla destra...ora molto è cambiato,non l'amore per la mia roma che ringrazio per aver creato le basi per il bellissimo rapporto che ho con mio padre.roma:quattro lettere un amore un lungo brivido in fondo al cuore.
Walter Romanus
Te posso dì che'sso propio orgojjoso de come so'ddiventato d'a'a ROMA e nun  perdo mai occasione de raccontallo.
So'r'primo ROMANO de 'na stirpe de Toscani da sempre residenti a'ccavallo der confine tra 'e tre province de Lucca, Pisa e' Ffirenze.
Fin da piccolo ho'ssempre frequentato pasticcerie de toscani, che'mmi padre riforniva de materie prime, piene de fotografie da'a Fiorentina.
Ner '62 quanno so annato a scola n'prima elementare m'hanno chiesto de che squadra ero.
Io senza esitazzione dissi: ROMA!
Tutti me cominciarono a'cchiede perchè. Loro eremno tutti dell' inte, der milanne, da'a'jjuve, perfino der bologna,  tutte squadre che all'epoca
vincevano e'cche quindi c'avevano presa su li pischelli.
Io gnente; ROMA!
ROMA perchè io so'nnato a ROMA, perchè so'dde ROMA, perchè abbito a ROMA.
A'Ccinecittà, Appio Claudio - Don Bosco, quartieri pieni de'ggente che veniva da fori,
ero l'unico de'a classe a esse d'a'a ROMA.
Pochi anni dopo anche tutti l'artri diventarono d'a'a ROMA, ma nell' Ottobbre der 1962 io ero l'unico. Io, fijjo de Toscani.
Durante quell'anni io diventavo un'appassionato de storia de ROMA.
Li maestri me portavano pe'e classi a'pparlà d'a'a storia de ROMA.
'A prima partita fu un ROMA Cajjari in Curva Sud. 'Na Curva d'artri tempi,  co'ggente che'sse portava er pane c'a'a frittata, vecchi e mojji co li 
regazzini, tutti a ride e scherzà.
Daniele
Io mi chiamo Daniele e sono nato a Roma il 23-03-1980, pero' ora per vivo in Inghilterra (Southampton).  Tutti in famiglia mia sono tifosi della Roma, meno che mio nonno che era tifoso della Lazio, pensa Lore' che il compleanno suo era il 14 Maggio.  La prima volta che mi portarono allo stadio fu per Roma Napoli al Flaminio, quando paregiammo 1-1 gol di Comi sotto la sud e pareggio di Maradona su rigore.  Quel giorno visi la partita in Curva Nord, dopo quel giorno rimasi incantato, e l'anno dopo avevo l'abbonamento in curva sud.  Poi purtroppo mia madre m'ha strappato via da Roma, e ci siamo trasferiti in Inghilterra.  Pero' questo non mi ha mai fermato, ancora adesso io m'imbarco da qua per venire a vedere la Roma sia in casa che fuori.  La partita adesso la vedo (a quanto meno cerco di vederla) attaccato alla vetrata sotto vicino agli ASR Ultras. Tutto questo per me e' stato possibile, da tre grandi amici che mi hanno sempre aiutato a venire a Roma per andara allo stadio, che fosse per prendere il biglietto per lo stadio fino ai panini per le trasferte, colgo questa occasione per ringraziarli per  tutto, GRAZIE REGA' E SEMPRE FORZA ROMA
FRANCESCO
"E' stato tuo padre? Tuo cugino? 
Hai fatto tutto da solo? 
Vecchio o giovane che tu sia, racconta al mondo 
come e perché si nasce o si diventa romanisti "

mi chiamo Francesco.ho 16 anni.,17 il 5 maggio 2004.
Tutto iniziò all'asilo.
a 5-6 anni ci fu il mio avvicinamento al calcio.in famiglia mio padre fino ad allora aveva visto solo 2 partite allo stadio,i cugini non erano interessati e gli zii non avevano particolari interessi per questo sport,pur simpatizzando prevalentemente per la Roma.Ad eccezione ovviamente del fratello di mia madre ,storico tifoso laziale,ex-ultrà e abbonato da una ventina d'anni,che avrà per tutta la vita il rimorso di aver fallito la sua missione di "inlazialimento" di suo nipote.
divenni della Roma semplicemente perchè tutti la tifavano.
qualche burino lo conoscevo certo(mio zio,soprattutto),ma i miei compagni,il mio maestro di ginnastica,il mio migliore amico bene o male tifavano ROMA.e così feci io,anche se con scarso interesse all'inizio.
la svolta fu la prima volta allo stadio.stagione 93/94,Roma-Piacenza.splendido sole,Roma che navigava a metà classifica.andai con mio padre.tentò di farmi accreditare in sala stampa,ma alla fine me la guardai comodamente in monte mario.ricordo ovviamente i tamburi della Sud ,per quanto riguarda l'ambiente-stadio,ma chiaramente restai estasiato dalla tripletta di rizzitelli che ci permise di vincere 3-1.
per quell'anno fu abbastanza.la stagione seguente (94-95) venne caratterizzata dai primi derby,quelli trasmessi nel lazio da rai tre.ma andiamo con ordine.si iniziò con roma-foggia 1-1,primo gol in campionato di totti,che aveva già il monopolio nella mia stanza,tappezzata dai poster suoi e di abel.poi il derby,appunto...quello 0-3 pazzesco che mi lasciò il segno...poi la sconfitta nel ritorno e un altro paio di partite che vidi in tevere....durante le quali mio padre era costretto a prendermi in braccio per quanto tremavo dalla paura!
l'anno dopo,come non dimenticare roma-slavia praga!?
la delusione immensa...ricordo troppo bene il lancio di totti per moriero nel gol del 3-0,il colpo di testa di giannini per quello del 2-0...il gol assurdo che prendemmo a pochi minuti dalla fine....in questo periodo conobbi una persona fondamentale per la mia formazione di tifoso:il mio baby-sitter...(!)...tifoso di curva con qualche trasferta sulle spalle,mi parlava del cucs,della coreografia di roma-slavia praga,dei tifosi,dello stadio.....
e intanto la Roma faceva schifo:perchè nel 96-97 arrivò bianchi....e in quel momento la mia fede si fortificò.
dopo sconfitte,umiliazioni,contestazioni...io mi trovavo in un periodo nerissimo,spaesato,senza la  preparazione necessaria,senza l'orgoglio necessario per superare DA TIFOSO un momento di crisi...così un giorno comprai un libro."il tifo giallorosso",una 'storia' fotografica con tutte le immagini dei tifosi giallorossi e della curva da campo testaccio agli ultimi derby di metà anni 90.forse quel libro lì,disperazione dei miei genitori,mi avvicinò definitivamente al tifo,perchè iniziai a pensare che non era possibile che dei tifosi così fantastici dovessero subire tali ingiustizie,tali sofferenze,taliSCONFITTE...ma che anzi dovessero ottenere solo vittorie e trionfi!
l'anno dopo (te pareva),i famosi 4 derby.puntualmente distrutto e umiliato da tutti i compagni,dopo che testardamente ero riuscito a guadagnarmi la palma di più grande romanista della scuola,anzi di tifoso migliore della scuola.in seguito andai a vedere il primo derby della mia vita,roma-lazio 1-1 con pareggio di protti al 95',durante il quale mi convinsi che la Sud doveva essere la più grande curva della storia (in realtà quel giorno la nord era in sciopero,e non fece coreografia....).
l'anno dopo vidi in distinti sud(avvicinandomi quindi al cuore del tifo) quel fantastico lazio-roma 3-3,durante il quale ricordo di aver per la prima volta in vita mia invocato dio per la paura che avevo di poter perdere il 5° derby di fila.
e poi....beh dal '99 iniziai a navigare su questo sito,e a quel punto mi interessai alla storia,alla mentalità,alle dinamiche del tifo e degli ultras,spizzando le migliaia di foto e di pagine sulla storia della curva qui presenti.
in seguito lo scudetto,il circo massimo (dio mio...)...e poi la perdita della mia verginità!
l'11 settembre 2001 andai infatti per la prima volta in vita mia in curva...Roma-real madrid...quando si dice il destino infame!
di lì parecchie altre in curva,specialmente in coppa visto che l'abbonamento era praticamente impossibile farselo.
poi,stagione 02-03 primo abbonamento,in distinti sud,primo derby visto in curva (il 2-2 della coreografia lazio delenda est)...e poi eccoci qui!
per il primo anno abbonato in curva,da un po' ci sono le incazzature con i genitori sugli ultras e sulle trasferte....per il primo anno,appunto,la trasferta,a milano,per inter-roma 0-0.
ad oggi mi accontenterei di conoscere tutta la gente dei gruppi,tutti gli ultras,tutti i capi..ho proprio voglia di CONOSCERE,di esserci amico,di entrare almeno nel "movimento"....e poi chissà,magari mi iscriverò da qualche parte in qualche gruppo!
Que serà serà
ovunque ti seguirem
ovunque ti sosterrem
que serà serà

ANGELO
Mio padre era un simpatizzante juventino, il resto dei miei familiari erano simpatizzanti romanisti. Ma nessuno tifoso "praticante"
Da piccolo, mi raccontano avrò cambiato una decina di squadre.
Il giorno che decisi, che quella era la maglia che avrei amato per tutta la vita, fu in occasione di una sintesi sulla Rai di un vecchissimo
Roma-Juventus (credo fosse il 1974 ed io non avevo ancora compiuto 6 anni), e credo che finì 3 a 2 per i nostri.
Ciò che mi colpì nel mio immaginario da bambino fu la passione, il frastuono, l'enfasi del pubblico che riuscì a percepire attraverso il televisore.
La juve era la squadra più forte, ma la Roma aveva appunto quel qualcosa che la rendeva più viva ... il suo pubblico.
Ricordo, che da quel giorno è stata una continua ed assidua richiesta ai miei, per portarmi allo stadio, per vivere dal "vero" quella pazza gioia.
Niente da fare, mio padre mi liquidava sempre con la stessa frase "Troppo pericoloso lo stadio". Ricordo i pianti, al limite delle convulsioni, ad
ogni diniego che ricevevo.
Mia madre, trovò finalmente la soluzione, che riuscì dopo un pò di tempo, e con qualche difficoltà a far digerire all'austero capofamiglia: mio zio
Franco e mia zia Rita.
Rita era la sorella di mia madre e Franco ovviamente il marito di mia zia. Loro allo stadio a vedere la Roma ci andavano Abitavano e abitano tuttora a Testaccio (segno del destino!!!), e ricordo come fossi ieri il pranzo con tanto di lasagna, fatto a mezzogiorno, i racconti con protagonisti
Amadei e Ferraris IV, l'orgoglio che trasudava  dalle sue parole nel cercare di farmi rivivere la leggenda di CAMPO TESTACCIO, ricordo l'autobus che mi accompagnava verso il sogno più ambito, i venditori di Broghetti, i tanti giganti che mi cammivano al mio  fianco nel tratto che da Ponte Duca D'Aosta mi accompagnava dritto dritto verso la Sud.
Ricordo l'acquisto del mio biglietto Roma-Bologna RIDOTTO, non ricordo il prezzo a dir la verità.
Ricordo l'entrata varcato il cancello, l'emozione, lo stupore, il frastuono, eppoi quelle scale salite con timore, e la luce del sole proveniente dal
boccaporto, e poi e poi finalmente ... l'immenso ... un mare di gente e l'interminabile prato verde.
E dopo la passione, gli striscioni di amore per il rientrante Francesco Rocca, l'odore dei fumogeni che mi sono rimasti più di ogni altra cosa
nell'anima, la gioia per il 2-0 vittorioso della mia Roma.
Annata fantastica quella, Di Bartolomei su punizione batte la Juve, Pruzzo-Ugolotti ribaltano un drammatico svantaggio con l'Avellino, la
dolorosa beffa del derby, ed infine il grande Bomber ci regala la permanenza in serie A, in uno stadio pieno fino all'inverosimile a pochi
minuti dall'inferno contro l'Atalanta ... Era una Roma che di bello aveva "SOLO" l'amore che il suo pubblico provava per quei colori: ad oggi ancora per me, i più belli del mondo ... "SOLO" questo mi ha spinto a SCEGLIERLA!!!
Il 17 giugno 2001, stravolto dalla felicità, dai giri con gli amici, dalla commozione, dalla festa, dai ricordi, verso sera ho salutato tutti facendo
finta di andarmene a casa.
Avevo una cosa troppo personale ed intima da fare ... NESSUNO AVREBBE POTUTO CONDIVIDERE O CAPIRE CIO' CHE AVEVO DENTRO ... Ho preso la macchina direzione Testaccio, l'ho parcheggiata, ho preso la bandiera che mi aveva accompagnato tutto l'anno per donarla a chi mi ha iniziato a questa pazza gioia, ho suonato a casa R., mi ha aperto mio zio, con la faccia felice e sorpresa.
Io l'ho abbracciato con la forza della gratitudine, della gioia e della commozione, e sono entrato a casa sua.
Ciao Lore',c'e' poco da di' se nasci in una famiglia Romana (..e come tale Romanista)e' difficile che sbagli strada.....anche perche' se avessi tifato per un'altra squadra mio padre mi avrebbe tolto il saluto per sempre!!
I primi ricordi risalgono a Roma-liverpool in televisione con quel pezzo dimmerda di grobbelar che m'ha tolto il sonno per un paio d'anni.....gia' e' tanto che non ce so rimasto sotto!!
La prima partita all'olimpico vecchio e' stato un Roma-Cesena intorno all'86/87...e penso come tutti l'emozione piu' grande quando sali l'ultimo gradino e' quel prato enorme co quel verde acciecante....e poi durante la partita l'attenzione era catapultata verso la Sud...caciarona,i bandieroni,i fumoni,i tamburi incessanti....e la domanda ricrrente a mio padre:"...ma che quelli se la vedono tutta in piedi la partita??".
Un altro bel ricordo e' legato a un Roma-Como '87(...me pare 3-1)che con la scuola calcio c'hanno fatto fa il giro della pista dell'olimpico...tutto maestoso!!
Da 8anni abbonato in Sud...SEGUO SENZA TREGUA I MIEI COLOR!
SIMONE
Ciao Lorenzo, mi chiamo Simone e sono nato (ovviamente a Roma) il 20/04/80, perchè ti scrivo la data? perchè il 20/04/86 come regalo x il mio sesto compleanno (6-anni-6) mio padre decise di portarmi allo stadio (ricordo nei distinti lato tevere) per vedere ROMA -LECCE!!!!già nella mia testa mi avevano inculcato la roma la roma e solo la roma...quando andavo da mio padre al lavoro o incontravo il signore del primo piano tutti mi dicevano: sei della Roma?vero! io si si si, praticamente ogni volta lavaggio del cervello facile diventare malati come oggi sono....Quel giorno mi ricordo l'emozione nell'andare allo stadio...mi cadde perfino la bandiera sull'olimpica...eravamo una decina di persone, inutile descrivere le sensazioni mentre salivo gli scalini...eppoi che te lo dico a fare appena ho visto quel prato verde...mi ricordo che sono entrato alle 10,30 con gran scorta di panini preparati da mamma...del pre-partita ricordo gli altoparlanti a palla:"ROSATI LANCIA" della partita il coro VINCEREMO IL TRICOLORE (che lì per lì non sapevo che significava, che ERA STO CAZZO DE TRICOLORE? ma dopo qualche anno porca puttana ho capito che voleva dire..)e striscione sopra la mia testa...vabbè finita la partita, tutti tristi, pure io ma solo perchè avevamo perso la partita, tutti gli altri perchè avevamo perso lo scudetto (ma com'era fatto sto scudetto?).
il ritorno tutti zitti e tristi e io che piangevo (c'avevo 6 anni ma se fosse stato oggi me sarei messo a piagne uguale....vista l'importanza della partita ed il risultato...)
E niente da quel giorno la vita mia è cambiata, papà mi portava allo stadio quelle 2/3 volte l'anno in Tribuna Tevere ed era na festa...dal 1994 abbonato in  nord, dal 1998 in curva sud...FORZA ROMA
comunque meno male che abbiamo vinto lo scudetto nel 2001 perchè tutti l'amici mia me dicevano che... diciamo.. non  portavo tanto bene...20/04/80 - 20/04/86!!!!
DARIO
Ciao, me chiamo Dario, e so er fratello de WALTER ROMANUS, che gia' t'ha scritto!
Io so nato er 20.05.1965, a ROMA, seconnoggenito de 'na stirpe de toscani "emigrata" a ROMA, all'Appio Claudio (oggi Giulio Agricola). Oggi nun vivo piu' n'a'a Capitale, ma in un'antra Capitale un po' piu' a Norde, Copenhagen, in Danimarca, gia' da 10 anni. Perche' so' d'a'a maggica? Grazzie a mi fratello! Lui c'ha 9 anni piu' dde me, e io so cresciuto coll'immaggini d'a'a Roma d'antri tempi nella nostra cameretta...Amarildo, Del Sol,Bet,Cappellini, e via sulla Roma der '74, quella de Prati, der terzo posto, fino alli scudetti dell'83 e der 2002! la finale de chempions ligghe...vecchia Coppa dei Campioni, vissuta allo stadio...quanti ricordi. Anch'io, quanno annavo a scola, dovevo discute co' milanisti, interisti, juventini..sempre pronti a buttasse sur carro der vincitore! Er tifoso romanista deli tifosi e' sempre er piu'! 'O diceva Lando Fiorini ner vecchio inno d'a'a ROMA...e c'aveva raggione. Oggi, pur vivenno all'estero, ho mantenuto ben saldo er cordone ombellicale con la mia ROMA, arrivanno a formare un ROMA CLUB COPENHAGEN con i molti Romani che viveno quassu'! C'amo Sky, se vedemo tutte 'e partite d'a'a maggica, nun ne perdemo una!
'A mia prima vorta allo stadio  da solo fu un Roma-Catanzaro staggione 1979-80 (1-0, gol de Benetti)...artri tempi, antra CURVA SUD...anch'io vedevo a ggente colli panini co' mortazza o frittata...er Romanista soffre, s'illude e disillude, nun c'ha 'na vita facile, nun c'ha favori arbitrali, e' solo contr'er monno! Mezza Italia nun ce po' vede', mejio, chi e' odiato e' temuto. De Capitale ce n'e 1 sola:ROMA. SEMPRE E SOLO FORZA ROMA
MIRKO
Ciao lore',sono del 1974 e sono romanista praticamente da sempre grazie a mio padre follemente perso per tutto cio' che fosse Roma.Ricordo ancora le prime spinte e le manate in faccia date ai compagni di classe in prima elementare..ma non sono romano e la cosa potra' sembrare a molti strana.Abitando nel Teramano ho dovuto aspettare un po' prima di fare l'esordio all'Olimpico,rimanevo in silenzio e invidiavo mio fratello maggiore quando mi raccontava di Roma-Ipswich,di Roma-Benfica primi anni'80,di Eriksson quando allenava i portoghesi con quel portiere capellone(Bento)...sono cresciuto con le figurine di Di Bartolomei,Conti e Pruzzo in tasca,guardavo xore la maglia Playground n.7 di mio fratello(quella all'americana),mi sbrigavo a fare i compiti per vedere la  partita di coppa in tv...mi toglieva il fiato.La curva,il tifo,quello striscione Commando Ultra' Curva Sud non mi facevano dormire...il mio momento(vista anche la distanza)venne soltanto il 7 dicembre 1988,Coppa Uefa,Roma-Dinamo Dresda(0-2).Ricordo che arrivai al mattino al F.Italico,la parita era alle 15,l'Olimpico era un cantiere,la Sud era stata demolita e avevamo biglietti di Tribuna Tevere Laterale Nord..non ci sono parole xdescrivere il momento in cui sono entrato,qualcosa di irripetibile,cose che nella vita senti una sola volta,ci sarete passati anche voi.Avevo visto tante volte la Roma,ad Ascoli,a Pescara..ma li' era un'altra cosa..stavo in alto,ultima fila,su quelle lunghe panchine di cemento.Dietro di me una lamiera grigia alta 3m e dietro gli operai che lavoravano,il rumore dei martelli pneumatici,la polvere che si alzava,mi faceva strano non vedere la Sud ma le gru e i pini dietro la porta di Franco.I gruppi si erano spostati in nord,il tifo mi sembrava stupendo,della partita ricordo poco,fissavo le sciarpe,gli striscioni,i fumoni,i bandieroni che sventolavano.Collovati salta di testa ma finisce contro i cartelloni pubblicitari(e si rompe 2 denti,che comica!!),il Barone fa alzare Andrade dalla panca,tutto lo stadio che fischia..indimenticabile!Torno a casa convinto che sarei tornato,anche solo,infatti gli anni seguenti parto spesso in pullman da Teramo col bus delle 8:30,arrivando alle 11.50 a P.za Esedra..solo,io e la Magica,ma felice!nel 1992/93 la svolta:vado a Trigoria prestissimo una mattina d'estate e conquisto a 200.000£ un abbonamento di Curva Sud.Da allora sempre rinnovato,sempre presente,400km sia con la neve che col sole,sia con Piacentini e Bonacina che con Emerson e Totti.Ad oggi sono 224 partite casalinghe e tantissime altre in Italia e Europa,tutte registrate in un diario che conservo gelosamente.Conosco negli anni tanti ragazzi,di Roma e non solo,e siamo nella parte bassa della Curva Sud.Porto fiero il mio bellissimo stendardo.Oggi tante cose sono cambiate e moltissime,ahime',in peggio...penso di mollare,a volte,ma mi torna alla mente quel 7 dicembre 1988, Kirsten segna,poi raddoppia,lo stadio ammutolisce e io che col cuore in gola mi giro verso la Nord:che sara' sara',ovunque ti seguirem,ovunque ti sosterrem,che sara' sara',,,,..
LORENZO
Non è facile ricordare come sono diventato tifoso della Roma.
Ed il fatto che non sia facile dimostra, tutto sommato, come della Roma sia sempre stato.
    I primi ricordi legati alla casacca giallorossa sono legati ad un pupazzo di Bet che mi venne regalato da mia zia, che già comunque conosceva la mia fede giallorossa. Era il '72 mi sembra e quindi dovevo avere circa sei anni quando mi fu regalato quel pupazzo (che potete ora vedere nella sezione "Memorabilia"), ma già mio padre mi aveva comprato la maglietta della Roma, anzi il completo della squadra, con il quale giocavo a pallone con i miei amichetti dell’epoca. Ero l’unico in quella situazione ad essere vestito con la divisa completa di una squadra, benché fossi francamente la più pippa (ma anche il più piccolo) di tutti, finendo quasi sempre in porta. Ero infatti già più tifoso degli altri.
     La maglietta della Roma. Non si trattava di merchandising. Era difficilissimo trovare qualcuno che avesse avuto una semplice maglietta rossa con il bordo giallo, di stoffa dura, non sintetica, insieme a pantaloncini bianchi e calzettoni, che non erano veri e propri calzettoni ma un qualcosa simile alle ghette, visto che la parte relativa al piede si riduceva ad una sorta di lembo di stoffa che, appunto come una ghetta, teneva il calzettone ancorato al piede. 
    Quella maglietta la vendeva un negozio che ancora c'è, pur avendo mutato denominazione. All'epoca si chiamava "Sportissimo", e stava dalle parti di Via Flaminia, davanti alla scuola "Guido Alessi".
     A quei tempi (parliamo dell’inizio degli anni ’70) mio padre, classe 1937, passava le domeniche pomeriggio ad ascoltare “Tutto il calcio minuto per minuto”, e poi si guardava immancabilmente il secondo tempo in bianco e nero della partita del giorno che veniva trasmessa dalla RAI, durante la quale era necessario osservare un rigoroso silenzio. Mio padre mi raccontava spesso che a differenza di suo padre, semplice simpatizzante della squadra giallorossa, la sua scelta di seguire la Roma in modo assiduo dipese direttamente dalla retrocessione in Serie B della squadra nella stagione 1950/51. Egli si abbonò per le partite disputate allo Stadio Flaminio nella stagione 1951/52, anno in cui la Roma tornò in Serie A ("Presi coscienza del tifo romanista quando un pomeriggio di una domenica 
degli anni 50, la trasmissione radiofonica radiosport dopo aver letto i risultati della serie A, comunicò che la Roma era stata retrocessa. Mi sentii profondamente umiliato come romano.Da quel momento iniziai").
. Dopo la mia nascita, nel 1966, un bel giorno evidentemente ebbe l'infausta idea di portarmi allo Stadio Olimpico, ma non sono in grado di ricordare in occasione di quale partita. Ero troppo piccolo. Ricordo però, come un flash, un giocatore della Roma, Giovanni Bertini, che essendo piccolo di statura, nel rialzarsi dopo un fallo, passò sotto le gambe di un avversario. La cosa mi rimase impressa perché anche mio padre mi fece capire che era una cosa strana quel gesto, ripetendo più volte ridendo "hai visto che ha fatto?". Neanche so dire se quella fu la prima partita a cui assistevo…., ma è sicuramente la prima cosa riferita ad una partita di calcio che io ricordi. Altri ricordi sfumati di quelle partite sono la Roma in maglia bianca anche quando giocava in casa, e il mio chiedermi il perché di questo, che trovava risposta nella solita frase di mio padre "E' per rispetto ed ospitalità nei confronti degli avversari".... l'incessante suono delle trombe collegate alle batterie della macchina, che accompagnavano 90 minuti su 90 la squadra.... (la musica andava dal classico e continuo perepereperepereperepè all'anteprima de "La Marsigliese", vale a dire la strofa "Quando l'inno si alzeraaà"). Ma ho anche il flash di un derby in cui i tifosi della Roma fecero un funerale alla Lazio sulla pista di atletica e un altro (o era lo stesso?) in cui in campo i tifosi della Roma misero 11 polli biancocelesti. 
    Sui pennoni dell'Olimpico che stavano dietro la Tribuna Tevere in occasione di ogni partita c'era la bandiera della Roma e quella dell'altra squadra, che veniva sempre ammainata per far posto ad un altro bandierone giallorosso. Di fronte, sui numerosi pennoni che sormontavano la Monte Mario, c'era la splendida usanza da parte del C.O.N.I. di mettere in fila le bandiere delle squadre in base al posto che occupavano in classifica. La cosa ti dava la sensazione fisica del "vedere" la classifica in ogni momento durante la partita. Più in alto, sotto la Madonnina di Monte Mario, si radunavano un paio di migliaia di tifosi che cercavano dall'alto di vedere qualche scampolo di gioco.
     Fatto sta che mio padre mi fece l’abbonamento alla Roma, Tribuna Tevere non numerata, nella stagione 1973/74 se non sbaglio. L’Olimpico era ancora di marmo, e non di plastica, ed aveva delle panche verde scuro di legno verniciato con sopra scritti i numeri (là dove erano necessari) in vernice bianca. Di solito ci mettevamo dietro i muretti (per intenderci, di quelli del tipo dove viene messo lo striscione “Roma Capoccia”), perché in quel modo non ci si alzava la gente davanti. Sole, pioggia o vento, sempre presenti. Quando pioveva mio padre mi metteva quello che chiamava “lo scafandro”, vale a dire una incerata e gli stivali di gomma, in modo che l’acqua non potesse passare, ed inveiva contro i numerosi ombrelli (tutti neri) che venivano aperti e che impedivano di vedere il gioco. 
    Ricordo come fosse ora che quando la Roma segnava, mio padre si alzava in piedi sulla panca, urlando di gioia, e allora anche io facevo lo stesso.
     E quando la partita finiva, un attimo prima di scendere gli scalini del settore mi voltavo verso il campo verde, perché volevo che quell’immagine scintillante rimanesse nella mia mente per tutta la settimana. Avevo 7-8 anni.
     La prima partita di cui ho memoria nitida è un Roma/Sampdoria giocato il 6 gennaio 1974, in cui la Roma vinse due a uno. Mi rimase impresso perché il portiere romano e della Roma Alberto Ginulfi al 90° in occasione del gol della Sampdoria si fece male nell’uscire incontro all'avversario e venne sostituito da Quintini, che mi stava simpatico perché era bassissimo e lo vedevo sulle figurine Panini che, come tutti i bimbi dell’epoca, collezionavo spendendo per intero la paghetta di 1.000 lire a settimana che mi veniva data. 20 pacchetti di figurine, se non ricordo male. Quando vidi Ginulfi ("E' fortissimo sui tiri bassi, tra i pali, ma non sui tiri alti", diceva papà) uscire in barella pensai fosse un eroe, perché per difendere, vanamente, la porta della Roma si era fatto molto male. 
     Ma ora, scavando nella fossa dei ricordi, forse ho memoria di una partita ancora precedente a questa, e forse è proprio la prima partita di campionato di quella stagione, Roma/Bologna, di cui non ricordo nulla se non il primo coro della mia vita che udii, proveniente com’è ovvio dalla Curva Sud dell'epoca. Faceva così: “Bulgarelli stronzo, Bulgarelli stronzo”, ed era ritmato, non cantato. Fu mio padre che me lo intepretò in quanto non riuscivo a capirne bene le parole, e rimasi abbastanza turbato, perché capii che la seconda regola dello stadio era quella di insultare l’avversario, in quel caso il capitano del Bologna. O quanto meno capii che c’era chi non condivideva i principi un po' più sportivi di mio padre.
    La prima regola, inutile dirlo, era ovvia: tifare per la Roma. 
    Ricordo anche un Roma/Foggia 3-0, in quanto mio padre mi decantò le doti di Domenghini, che segnò il terzo gol dopo una doppietta di Prati. 3-0, un’enormità per la Roma dell’epoca, tanto che quando accadevano di questi eventi si campava di rendita per settimane! Altro ricordo piacevole è un Roma/Juventus 3-2, e lì compresi che la "Rometta" aveva fatto qualcosa di enorme, battendo la squadra per la quale molti miei compagni di classe tifavano unicamente perché era sempre prima in classifica. Nitido è anche il ricordo dell’ultima partita del 1973/74, un Roma/Cagliari 2-0 in una calda giornata di maggio. L’invasione dei tifosi giallorossi, che si attaccarono alle traverse delle porte mi fece capire che la partita di calcio era ben altro che 22 persone che corrono appresso ad un pallone: era un rito che vedeva in campo i calciatori e sugli spalti i discepoli di una religione. Ebbi la netta impressione quella volta che era stato il pubblico ad aver fatto spettacolo oltre ai giocatori e che anzi lo show della disordinata invasione festosa fosse stata persino più affascinante della partita in se stessa.
    Anche nel 1974/75 fummo abbonati in Tribuna Tevere. La Roma arrivò terza in quella stagione, e per me e mio padre era come se avesse vinto la Coppa dei Campioni, visti i pessimi risultati degli anni precedenti. Petrini, acquistato dalla Ternana, era il giocatore in cui i tifosi – me compreso – riponevano le speranze (purtroppo vane) per qualche gol in più oltre a quelli di Pierino Prati.
     La Roma andò bene quella stagione, dopo un inizio disastroso a cui eravamo peraltro abituati: al riguardo, ho sempre rinfacciato a mio padre un episodio che mi fece rimanere malissimo. Dopo una serie fenomenale di sette vittorie consecutive, egli decise di seguire la Roma in trasferta a Terni con un suo amico, e qualche giorno prima mi promise – pensando di fare una di quelle promesse fatte per fare, che magari avrei dimenticato – che mi avrebbe portato.
     La mattina della partita mi svegliai e mio padre era già andato. Senza di me. Avevo visto tutte le partite quell’anno, avevo 8 anni, e per me era assolutamente impensabile che mio padre potesse andare a vedere la partita della Roma senza portarmi con sé. Ancora oggi, che sono passati 30 anni, ricordo la sensazione di amarezza che provai quel giorno e i pianti che mi feci, mentre mia madre cercava di minimizzare e di negare dicendo che era andato a pesca.
     Sono cose che lasciano il segno!
     Comunque sia, da lì in poi, la mia vita fu segnata. Quando mio padre non mi portava allo stadio mi chiudevo in camera ad ascoltare “Tutto il calcio minuto per minuto", immaginando le azioni mentre il radiocronista le raccontava. La sera mi guardavo la domenica sportiva per vedere le azioni più belle, ed ancora ricordo una volta che per un Vicenza/Roma del '77-'78 (se non sbaglio), la TV non fece vedere nulla “perché non era accaduto nulla di interessante”.
     Così come ricordo con gioia la prima partita che vidi in notturna (una rarità per l'epoca): amichevole Roma/Bayern Munchen (fortissimo all'epoca) con doppietta di Casaroli.
     Ricordo anche quando iniziai ad odiare i tifosi avversari. Fu in occasione di un Roma/Avellino. Io ero ancora bambino, e in mancanza di una bandiera mi portai due matite, una gialla e una rossa, a simboleggiare i colori della squadra. Una mi cadde e fu raccolta da un signore con i baffi che mi sedeva davanti insieme ad un suo amico, evidentemente tifoso dell’Avellino (lo capii quando esultarono al gol della squadra biancoverde), che la spezzò dopo avermi guardato in modo sprezzantemente ironico.
    Non dissi niente a mio padre, ma la terza regola dello stadio mi fu subito chiara. Negli anni seguenti mio padre non rinnovò l’abbonamento, portandomi allo stadio solo se andavo bene a scuola e negandomi la gioia quando prendevo brutti voti. 
Sadicamente una volta mi disse "Ti avrei portato a vedere Roma/Napoli, ma visto che non ti impegni a scuola niente da fare", ma debbo dire che in parte ottenne l'effetto sperato.
Ero comunque ormai entrato in un circolo vizioso, visto che tutto quel che volevo era andare a vedere la partita.
Pochi anni dopo il mio ingresso in Curva Sud divenne realtà, in occasione di un piovoso Roma/Ternana del 1979/80, semifinale di Coppa Italia, con doppietta di Roberto Pruzzo. Assistetti alla rabbiosa presa di posizione del CUCS di allora, che cacciò via dal suo posto (rigorosamente segnato da una sorta di grande “buco” in cui tutte le panche di legno verde erano state divelte) tutte le persone “normali” che lì si trovavano. Anche la quarta regola mi era ormai chiara e dopo poco tempo feci il grande salto, da tifoso normale a ultrà. 
    Il resto, i due scudetti, le vittorie e le sconfitte non contano, perché era ed è ancora chiaro che seguirò la Roma per sempre e in qualunque serie essa si trovi, rigorosamente allo stadio.
FRANCESCO
Ciao Lorenzo, mi chiamo Francesco, sono nato il 15 novembre 1972 (tre giorni prima la roma perdeva il derby 1 a 0 gol di nanni..pensa che roba). Quanti ricordi, quanti momenti, ci vorrebbe un libro per raccontare anni di emozioni, comunque ci provo..alla prima partita (rigorosamente in curva sud) ci sono andato con mio padre, ero piccolo, un roma - torino 1 0 del 1977 gol di musiello..l'unico flash che mi rimane nella mente è la discesa dall'autobus a piazzale clodio con la pancia che mi faceva un male cane e mio padre che mi portava al bar x farmi bere un diger selz..(ho sempre avuto questa avversione x autobus, pullman e simili..), poi di lì in poi due tre partite ogni anno di cui praticamente nn ho ricordi fino alla fine della stagione 80-81..quando speranzoso pochi giorni prima di juve-roma chiedevo a mio padre "vero che quest'anno la roma vince lo scudetto pà?"..a ripensarci adesso..le litigate al refettorio della scuola elementare col cuoco tifoso del bologna dopo il 3 a 1 x noi dell'81-82, la stagione dello scudetto 1983, di cui ricordo ogni momento, ogni attimo indelebile, la mitica festa al circo massimo del 15 maggio con la mongolfiera in mezzo alla pista, il palco all'opposto di dove è stato messo nel 2001, il concerto di venditti che doveva iniziare alle 19.30 e invece cominciò alle 21 circa mi pare ed io a convincere a rimanere papà e il fratellino che se ne volevano andare per il ritardo, la delusione di roma-liverpool, senza biglietti, costretti a casa davanti alla tv, senza cenare per l'ansia e poi a fine primo tempo col pareggio di pruzzo nel cuore mamma che ci prepara uno sbrigativo uovo al tegamino..quella la prima volta che ho visto mio padre veramente deluso..che mi ripeteva "guarda che ha combinato l'amico tuo!!!" (riferendosi a b.conti che era il mio dio vivente), mi ricordo le preghiere alla croce sul muro negli ultimi minuti di un roma-milan 0 a 1 del 1985 col terrore di vedere la roma sconfitta in casa dopo due anni di imbattibilità..le mitiche giornate del 1986 quando me ne andavo di nascosto in curva sud, ufficialmente ero dal mio amico per ripassare matematica..roma - lecce del 20 aprile..papà che aveva lo stesso sguardo di tre anni prima, il giro di campo di viola e vetere, i vasi di fiori sulla pista d'atletica, il triste ritorno a casa con io che continuavo a ripetere che il lecce avrebbe vinto anche la domenica dopo con la juve (beati sogni di gioventù..). Poi tanti anni grigi e finalmente il primo abbonamento..stagione 1990-91..(da 14 anni anni sempre rinnovato!!!), le prime trasferte..la più bella di tutte Napoli del gennaio 1994 (1 a 1 balbo e fonseca su rigore inventato), ero nel vagone della molotov, quanto fumo, gente che correva, i celerini che entravano negli scompartimenti e picchiavano alla cieca sulle gambe della gente seduta, la ragazza che passava col collirio x gli occhi e poi l'arrivo a tiburtina con un mare di cellulari che ci attendevano vicino ai binari e la mamma del mio amico ariele che ci aspettava piangendo fuori dalla stazione (e noi che seduti dietro in macchina ridevamo sotto i baffi..), finalmente una roma che mi faceva divertire..balbo e fonseca che segnavano a rotta di collo, sempre nelle prime posizioni x tutto l'anno, il mitico 0 a 3 del derby col messaggero che x tutta la settimana aveva fatto il confronto tra i giocatori e la roma perdeva 10 a 1!! poi roma-slavia praga..non riuscirò mai ad abituarmi..avrò rivisto la videocassetta 20 volte eppure ancora non riesco a capire..gli ultimi anni, lo scudetto del 2001..ne ero sicurò il giorno dopo che l'aveva vinto la lazie..nn poteva essere altrimenti, il mio amico di via tuscolana che mi porta nel settore dei fedayn, un nuovo modo di intendere il calcio, la passione per gli ultras, i libri di d.morris e n.hornby, quante litigate con gli amici tifosi "normali" per cercare di infondere i miei pensieri da ultras..e quante con la mia ragazza che ultimamente mi regala "il guerriero della luce"..e mi dice "l'hanno consigliato alla trasmissione ultras alla radio"..miracoli dell'amore..e di quel diger selz che mi ha salvato da un ritorno a casa in quel lontano 1977..
DENNIS
Il mio essere Romanista lo paragono ad una sorta di "malattia terminale".Sono praticamente nato con questo marchio indelebile e cosi' ne moriro'. Non c'è un momento particolare in cui è divampata questa mia passione, l'ho ereditata dal ceppo di famiglia, tutti sono romanisti da sempre. C'è pero' una differenza rilevante, per me la Roma,lo stadio,la curva sono una ragione di vita. "E' solo una partita", "sono altre le cose importanti nella vita", tutte frasi giuste, ma io nn le condivido, perchè quello che provo quando vado allo stadio è qualcosa di unico, di irrinunciabile ed è troppo importante, è un asse portante della mia vita. Lo vivo in maniera esagerata lo ammetto, ma è cosi': punto.
La mia prima volta  allo stadio risale al lontano Roma-inter di coppa italia stagione 86-87, 2-0 per la Roma( Desideri su rig., Tovalieri di testa).Interisti presenti : zero!. Io letteralmente imbambolato a fissare la Curva Sud, la curva che dominava ed incantava tutta Europa. Mi piace ricordare anche Roma-atalanta 87-88, 4-2 per La Roma, giornata di guerriglia, i Boys in curva nord ad aspettare i bergamaschi.Li' mi deve essere scattata una molla... rimasi fomentato in maniera anormale per un bambino di 11 anni. Ora ne ho 28 ed ogni volta continuo a riprovare quelle stesse fortissime emozioni.
Romanismo Attivo
SIMONE
MA PERCHE SIMONE è ROMANISTA?questa è la domanda che tutti fanno a mio padre (INTERISTA FINO ALLE MIDOLLA).La cosa è troppo strana,nella mia famiglia a mia madre non frega niente del pallone l’unica cosa che gli interessa è che il milan perda perché odia berlusconi,il fratello di mio padre(mio zio)interista anche lui,dalla parte di mia madre del calcio non frega nulla a nessuno tranne mio cugino che è romanista,viene spontaneo dire che sono romanista a causa sua,ma no!perche quando sono diventato romanista mia madre  non si parlava con la moglie del fratello,padre di questo mio cugino, e io l’avrò visto 4 volte,ora questa lite è finita.Cresciuto in una famiglia di interisti e il mio vicino un anno più grande aveva il padre laziale.Fine campionato 1994 vedevo mio padre gioioso per una vittoria dell’inter con la juve e non capivo perché fosse contento,mio padre mi insegna il gioco del calcio e io faccio le mie prime esperienze nei mondiali 1994,mi raccontano sempre che piansi tutta la notte dopo il rigore di baggio col brasile in finale.inizia il campionato caso vuole che lo stesso giorno è il mio compleanno mio padre mi regala la maglia di bergkamp o come si chiama.io sono interista.caso vuole che in quell’anno l’inter va peggio di sempre lotta con la reggiana per non retrocedere,io ormai tentato di diventare laziale causa il padre del vicino,una domenica pomeriggio come sempre stavamo giocando al super nintendo con il mio amico e il padre bestemmiava a tutto spiano e quando scendiamo per fare merenda mi dice che la lazio ha perso 3 a 0 con la roma,a me sul momento non fregava niente,ma da lì comincia il tutto,la sera vado a cena da mia nonna e per strada gente che corre mezza nuda con le sciarpe giallorosse bandiere,e comincio ad appassionarmi a quei colori che mai avevo considerato,il giorno dopo il giornalaio mi regala il poster del derby con la foto di BALBO CAPPIOLI E FONSECA,e la sud con la coreografia dietro mi innamoro sempre di più e divento così romanista.UNA SCELTA DI CUI NON MI SONO PENTITO. Mio padre prima mi dice che se fossi stato interista nel giro di 2 anni avrei fatto i caroselli per lo scudetto dell’inter ma a me nn frega niente, rassegnato mi porta allo stadio ogni anno per regalo di compleanno(anche a lui piace andare allo stadio) a vedere l’amichevole di esordio della roma,quella che ora è la presentazione, la prima è stata un roma Siviglia 1 a 0 giannini su rigore in distinti sud.la passione per la sud nasce in una di queste partite ROMA SANTOS 98 t.tevere io con la bandiera nuova e il cagacazzi di turno che non me la fa sventolare.in sud si possono sventolare e qui no,POI LA ROMA DI ZEMAN 3 TIRI 3 GOL PER GLI AVVERSARI,io mi metto a guardare la sud seguo il mio primo coro quello che ancora si canta su tommasi,mi diverto solo se…e allora dico a mio padre da oggi in poi vojo anda in curva sud,mi padre che mi dice che è pericoloso e tutte le solite storie,convincendomi quasi.  poi dopo la pace tra mia madre e la madre di mio cugino la storia che vi o detto prima,mi mandano a vedere un ROMA PIACENZA prima di ritorno del 2000 con mio  cugino che mi porta in curva sud lì scopro che posso fare quello che voglio sventolare la bandiera,dire le parolacce e così dall’anno dopo con i soldi di natale e compleanni e l’arrotondare di papà mi faccio l’abbonamento sempre.Fino all’anno scorso poi mi padre me l’ha negato quest’anno.QUESTO è IL MIO RACCONTO E PENSARE CHE SE LA LAZIO AVESSE VINTO QUEL DERBY IO ORA POTEVO ESSERE LAZIALE MA NON MI CI FATE PENSARE.

PER QUESTO  SONO CONVINTO CHE è PROPRIO VERO NON SEI TU CHE SCIEGLI LA ROMA,MA è LEI CHE TI SCIEGLIE.

COMUNQUE SO PASSATI 10 ANNI E MI PADRE I CAROSELLI CON LA BANDIERA DELL’INTER ANCORA LI DEVE FA!!!!!

SIMONE
Sono Simone di Parma. Ti racconto il mio avicinamento alla Roma.
Mio padre, romano e romanista si trasferì a Parma agli inizi degli anni 70. Nasco a Parma nel marzo 1980, ma probabilmente la mia fede nacque al momento del concepimento. 
Già prima della mia imminente nascita mio padre fece sistemare nella mia futura cameretta un poster e un gagliardetto della Roma. Quindi sono cresciuto con la Roma conficcata nel cervello, con l'amore per questi due colori nonostante io vivessi in Emilia Romagna. I primi ricordi risalgono a Roma-Liverpool e Roma-Lecce. Ma devo dire che da bambino non mi fregava nulla che la Roma vincesse o perdesse; a me bastava vedere le immagini dei miei beniamini con indosso quelle stupende maglie aderenti con scritto Barilla. Il mio primo idolo fu Carlo Ancelotti anche perchè lui è della zona Parma-Reggio Emilia quindi per me un mito!!
Già dai tempi dell'asilo difendevo la mia squadra dagli sfottò di tutti gli altri bambini. Prima che il parma salisse in serie A Parma era una città di juventinimilanistiinteristi, quindi io ho frequentato asili, scuole elementari, medie e superiori COMBATTENDO CONTRO TUTTO E TUTTI. SONO SEMPRE STATO SOLO CONTRO TUTTI. DI QUESTO ME NE VANTO DAVVERO. LA MIA FEDE E' D'ACCIAIO, PERCHE' QUANDO VINCO FESTEGGIO DA SOLO E QUANDO PERDO MI DIFENDO DA SOLO!!!
Dal 1996 vado alle trasferte qui al nord e presenzio almeno una volta all'anno all'Olimpico. Sono un cane sciolto, ho fatto parecchie trasferte da solo, non ho accento romano e pagherei ORO per vedere scritto sulla mia carta d'identità "nato a : ROMA". 
Qui a Parma mi prendono per pazzo da sempre, soprattutto da quando un paio d'anni fa mi sono tatuato il logo ASR sul braccio.Nel frattempo mio padre non ha perso la sua fede ma non vuole più andare allo stadio perchè dice che è molto pericoloso. Ha ragione! Concludo col pensiero di mio padre sul calcio di oggi: TROPPA POLITICA E TROPPI INTERESSI ECONOMICI IN CURVE, PALAZZI E QUESTURE.
DANIELE
Ciao a tutti sono Daniele nato nel giugno 1980.. la ROMA per me è una fede, è una passione, è un amore..
 Dello scudetto del 83 purtroppo non ricordo nulla so solo che mi hanno portato in giro per la città per i caroselli, così come della finale di coppa campioni ricordo poco o nulla.. ma senza bisogno di forzature da parte di mio padre io decisi da solo di seguire l'unica squadra della capitale, di seguirla nel bene e nel male perchè diciamola tutta la ROMA che io mi ricordo non era quella piena di campioni che aveva vinto il tricolore e dato battaglia alla juve nei primi anni '80, era la ROMA che iniziava un nuovo ciclo dopo la perdita dello scudetto del 1986 complice la sconfitta in casa con il Lecce, quindi una squadra che ad un bambino di quella età, facilmente influenzabile dall'esterno, poteva far cambiare rotta e magari farlo tifare per un'altra squadra più blasonata. Invece no, io diventai proprio un vero tifoso di questa squadra e non mi sarebbe fregato nulla se la Roma fosse andata in serie B, sempre al suo fianco sarei stato.. mi ricordo pertanto le radiocronache di "tutto il calcio minuto per minuto" che mi facevano sentire le  vicende della ROMA e poi sulle emittenti private le radiocronache tra le quali mi colpivano quelle di Carlo Zampa perchè erano semplici e concise e trasmettevano con semplicità la passione e l'amore per questa squadra.
Riuscì ad andare finalmente allo stadio insieme a mio padre esattamente nel campionato 1990/91 per vedere la mia prima partita ROMA-Cagliari 0a0 del 6 gennaio e indovinate un pò dove? Si proprio nella CURVA SUD!!! Ho dei ricordi fantastici di quel pomeriggio mi ricordo i tamburi del Commando e soprattutto mi colpì un coro che fu cantato ripetutamente durante la partita "LA LA LA LA LA LA LA LA LA LA LA LA FORZA ROMA ALE FORZA ROMA ALE FORZA ROMA FORZA ROMA ALE LA LA LA LA LA LA LA LA LA"  quanto mi emozionava vedere quelle mani a pugni chiusi andare su e giù a tempo.
Dopo quella partita cominciai allora a seguire anche le vicende della CURVA (leggendo con attenzione gli articoli pubblicati sulla rivista "LA ROMA" scritti dai ragazzi del commando che raccontavano storie di ROMA e di curva) e dei suoi gruppi sognando un giorno di essere uno di loro magari di stare io li a battere i tamburi o lanciare cori.. Purtroppo il sogno non si realizzò subito infatti negli anni successivi trovai difficoltà ad andare allo stadio e da solo non potevo andare.. ma l'amore quello continuava a crescere giorno dopo giorno sconfitta dopo sconfitta vittoria dopo vittoria.. mi ricordo l'addio di Conti che si disputò  il giorno dopo la finale di coppa uefa persa con l'Inter (che atmosfera irreale allo stadio) le finali di coppa italia con il Torino nel 93 e quel maledetto ROMA-Slavia Praga del 1996... tutte partite che seguì con trepidazione..cominciai a collezionare foto della curva sia degli striscioni sia delle coreografie. Passavano gli anni e finalmente allo stadio potevo andarci da solo ma i soldi per l'abbonamento non li avevo e poi ne avrei voluto uno di curva sud ma era praticamente impossibile trovarlo, allora appena potevo andavo allo stadio sia per la coppa uefa sia per la coppa italia.. 
Nei campionati 96/97 - 97/98 - 98/99 cercai di vedermi più partite possibili anche di campionato andando in qualsiasi settore distinti sud/nord, tribuna tevere e tribuna monte mario.. ma io niente ero troppo innamorato anche della SUD per continuare a non andarci, gli altri settori erano noiosi, in curva ci si divertiva oltre alla partita si viveva con passione anche il tifo. Appena iniziai a lavorare ed ebbi la fortuna di farmi cedere un abbonamento dal cugino del ragazzo di  mia sorella che partita militare, riuscì ad entrare nel 2000 nel magico mondo della curva sud per poter sostenere la ROMA attivamente domenica dopo domenica.. 
Oggi dopo 5 campionati sono ancora li nella CURVA SUD a sostenere la ROMA in un settore sempre passionale e mai banale seppur mutato da un ricambio generazionale inevitabile con un tifo differente e una differente mentalità macchiata a volte dalla presenza di tifosi silenziosi che non meritano di stare in curva dove si deve cantare e sostenere la ROMA e non fare commenti modello tribuna.. 
Se penso alla mia vita dico di essere stato fortunato ad essere nato a  ROMA ed ad essere un tifoso della ROMA ed oggi che sono anche abbonato ho veramente realizzato un mio grande sogno .. la ROMA ha veramente qualcosa di magico.. questa magia la senti e la vivi ogni volta che vedi quella maglia con quei colori scendere in campo all'Olimpico, in Italia, in Europa e nel mondo perchè porta i simboli di una città immortale ed eterna. 
MAURIZIO CONTUCCI (mio padre)
La trasmissione Radio Sport della domenica pomeriggio, annunciava con il suo speaker, i risultati delle manifestazioni sportive che si erano svolte nella giornata. Quando comunicò, con voce professionale ed asettica, che la A.S.Roma era stata retrocessa in serie B, mi sentii profondamente umiliato come romano.

Allora il calcio non era per me una passione come poi in seguito si trasformò. Quell'anno di anni ne contavo circa 12 (sono nato a novembre del 1937) ed il mio carissimo amico  e coetaneo Aldo mi sollecitò a sottoscrivere, insieme a lui, un abbonamento per le curve allo stadio "Torino", oggi "Flaminio" (il nome fu dato dopo la sciagura di Superga dove trovarono la morte tutti i giocatori del Torino) per poter dare il nostro contributo di tifo alla squadra che rappresentava Roma e che non poteva stare in serie B. 

Non saltammo una partita: mi ricordo nomi e le figure del portiere Albani (detto "palletta"), il mediano Venturi, il terzino Tre Re, Eliani.......

Naturalmente, per uno della mia età, i tempi passati si ricordano sempre con piacere e con nostalgia: la violenza non la ricordo, le scazzottate si! ".....arbitroooo!!!! possi vestì sempre de neroooooo!!!!" –

 " arbitroooooo!!!!!! cori a casa a vede che sta a fà tu' moje!!!!!!!

" arbitroooooo!!!!!sei più stupido de 'a CocaColaaaaaaaa!" (la bevanda non aveva ancora la diffusione odierna).

E giù a ridere, sì perchè questo era parte integrante di quello spitito quasi goliardico che, a differenza dell'esasperazione di oggi, ti portava a vedere una partita più con spirito sportivo, senza quella voglia di oggi "vincere a tutti i costi e con tutti i mezzi".

Questo senza voler dire che una sconfitta non ti facesse sconfinare in grossi "rodimenti di culo": insomma l'odio non lo ricordo.

I nomi di calciatori che hanno fatto una storia con la Roma me li ricordo bene così come mi ricordo di Perissinotto che non riusciva a mettere una palla in rete manco con le mani e con lo stadio deserto! Ho ancora le foto, che molto più tardi, scattavo col tele dalle tribune per poi avere il piacere di avere immagini inedite ed ingrandite nei particolari più interessanti: fra queste c'è Da Costa, Capello (allora giovane sparanza), Piedone Manfredini, Prati la magica testina d'oro di Carletto Galli.......! Quanti altri nomi ancora!

Chi della mia età non ricorda il mitico ed anziano "Gasperino" che vendeva le sigarette, benvoluto da tutti, che si  faceva faticosamente largo fra i tifosi ........ 
"Signori, sigarette!!!!......Io passo 'na vorta sola e me ne vado!!!!"  Lanciava con maestria e disinvoltura il pacchetto ordinato a distanza considerevole e contemporaneamente chiedeva " e li sordi quanno me li dai??". "E vattene a Gasperì c'hai rotto er cazzo!!!!" rispondevano. E giù risate!

Un bel giorno si presentò come al solito in mezzo ai tifosi con i soliti inviti a comprare ma, novità assoluta, con un sorriso smagliante a 75 denti...."A Gasperì co' tutti li sordi che m'hai fregato te sei fatto 'a balaustra nova!!!! Te possino ammazzàtte!!!!"

Mia moglie è stata contagiata da quando c'è la possibilità di vedere le partite in TV, mia figlia Daria da prima ancora e mio figlio Lorenzo, il più grande, ha preso da me questa malattia e veniva con me allo stadio Olimpico, alto come un soldo di cacio, tutto bardato quando faceva freddo o pioveva......Lui non ha smesso più, io sono passato a SKY perchè la tensione che provo allo stadio mi stressa: d'altra parte il mio erede fà anche la mia parte ed in abbondanza. Tralascio i particolari sulla sua persona perchè tanti dell'ambiente lo conoscono, anche sotto il profilo legale. 

Il passare del tempo ha modificato molto il nostro calcio che è dominato da logiche finanziarie che snaturano ciò che ci piacerebbe restasse a livello più romantico, senza per questo attenuare l'amore che abbiamo per la nostra squadra ed il tifo che le riserviamo.

 Oggi, purtroppo, non potremo più essere testimoni di quegli aneddoti gustosi e divertenti che le vecchie cronache registrano, come quello (non ricordo in quale antico anno) in cui un calciatore della Roma, giunto alla stazione di Terni insieme alla squadra per la partita con la squadra della città,  osservando i molti curiosi presenti, disse ai suoi ad alta voce "Anvedi!! C'hanno pure l'orologio!!!!!!!". Il parapiglia che ne seguì lo registrano le cronache del tempo.

Cari ragazzi, per concludere, il calcio oggi è questo e sarà difficile modificarlo facendolo tornare a sport vero ma comunque la fede Romanista, quella dei Gladiatori Romani resta immutata e immarciscibile.

Con affetto a tutti i veri Romanisti da Maurizio Contucci 

GIOVANNI CIATTAGLIA
Sono nato nel 1965 e non sono romano, sono marchigiano e fino all'età di 14 anni ho girato tutta Italia al seguito della mia famiglia e del lavoro di
babbo. Da piccolo giocavo a pallone come tutti, giocavo a figurine (a lettera) e non ho mai avuto una passione ben definita se non una vaga
preferenza per il Torino (quello di Pulici e Graziani) che era l'unica squadra che contrastava la Juve. Se devo dirla tutta io anche oggi sono
prima anti-juventino e poi romanista. La passione per la Roma me l'ha fatta venire Bruno Conti che per me rimane il più grande di sempre e grazie a lui quando sono venuto ad abitare in provincia di Roma (Bracciano) nel 1982 ho voluto provare per la prima volta lo stadio Olimpico. 

Me lo ricordo come se fosse oggi, era la partita Roma - Pisa dell'annata 82/83, c'era un sole bellissimo e andai con mio fratello in curva sud. La
Roma vinse ma lo spettacolo vero era lo stadio, pieno di gente e di cori e di bandiere e il verde del prato e il sole in faccia... insomma mi capite !

Fu amore a prima vista e quell'anno non mancai una partita compreso il gran finale di Roma Torino del 15 Maggio 1983, io c'ero e quando rivedo quelle immagini mi metto ancora a piangere dalla gioia. Ricordo anche il primo derby Lazio Roma 0-2 con gol di Nela di testa sotto la nord, noi che strillavamo in mezzo ai fumogeni e nessuno che abbia visto il gol. Da allora non mancai quasi mai compreso Roma Lecce (1 ora di sguardo perso nel vuoto aspettando che la gente se ne andasse, ma non se ne andava nessuno, erano tutti seduti con le mani nei capelli come me). Ora ho 39 anni, una moglie e un figlio e so per certo che un giorno insieme a mio figlio vedrò il capitano della squadra con la maglietta giallorossa alzare la coppa dalle grandi orecchie, non so ancora quando ma succederà

RICCARDO
Sono nato nel 90' e solo a 4 anni cominciai a capire di calcio,tutta la mia famiglia era giallorossa quindi ovviamente ero e sono della magica!
Fin da piccolo ho sempre avuto una maglia della roma e amavo le figurine panini della Roma,ero piccolissimo ma quando la Roma perdeva già piangevo come un pazzo...mi ricordo ancora la mia prima volta allo stadio: cioè Roma-Parma 1-1 stagione 95/96. ERo troppo emozionato e subito,nonostante l'età, mi innamorai della mitica Curva Sud.
Un altro ricordo stupendo della mia ancora breve vita da romanista fu Lazie-Roma 3-3 del 98-99...mi ricordo che sul 3 a 1 per loro piangevo come un pazzo...mi sentivo male: mio padre mi diceva: "ora pareggiamo,ora pareggiamo" ma io non ci credevo...prima 3 a 2 poi 3 a 3...mio padre mi prese in braccio e iniziammo a strillare come pazzi...non riuscivo a contenermi dalla gioia..piangevo  di gioia! Quel pareggio fu una vittoria.
Ora vado qualke volta allo stadio e nonostante mio padre che è ora diventato un mollaccione che nn vuole andare allo stadio spero che l'anno prossimo riuscirò a fare l'abbonamento in Sud!
Non vedo l'ora di stare li in mezzo,in curva...

FORZA ROMAAAAAAAA

FABRIZIO
mi chiamo Fabrizio,e sono nato nel 1975.
allora...come sono diventato romanista non me lo ricordo proprio,di sicuro non per merito di qualcuno,visto che i miei genitori non sono romani,sono l'unico nato a Roma di tutta la mia famiglia,mio padre non seguiva troppo il calcio,simpatizzava x l'inter ed era appassionato di automobilismo, in più (brutto da dirsi) la maggior parte dei suoi amici era...dell'altra squadra. Il primo ricordo che ho da romanista xò mi aiuta. Era una domenica pomeriggio del 1979,avevo la febbre,ricordo che ero nel lettone di mamma e papà come sempre succedeva quando stavo male,xchè lì c'era la tv e potevo vederla.era l'ora di 90° minuto,e c'era la schermata dei risultati...la Roma aveva pareggiato col Napoli,e proprio mentre Paolo Valenti leggeva il risultato della Roma io ho detto a mia mamma e mio papà "io sono della Roma". All'epoca i miei genitori non seguivano troppo il calcio,e rimasero un po' spiazzati dalla mia uscita,così mamma mi chiese come mi fosse venuta questa cosa "perchè sono nato a Roma e devo essere tifoso della Roma".
La prima volta allo stadio fu per un ROMA-catanzaro finito 2-2,con la Roma in svantaggio x due volte e con goal(mi pare di DiBartolomei),ricordi della partita davvero pochi,gran parte del tempo mi guardavo intorno...e ho pure "imbruttito" ad un poliziotto che mi ha fatto aprire la tasca della tutina che avevo x controllare cosa ci fosse (caramelle).quella volta mio papà mi comprò un cappellino alla pescatora con il lupetto e la scritta ROMA SEI ER CORE NOSTRO su tutti e due i lati.per tornare allo stadio ho dovuto aspettare ROMA-inter 82-83,avevo 7 anni,io e mio padre arrivammo allo stadio all'ultimo minuto...biglietti finiti....ma io sento uno che dice: "ultimi biglietti!!!!" corro come un matto da lui e gli dico:"a me! a me!"....risultato: biglietto pagato UNA PIOTTA!!! per la gioia di papà che solo dopo qualche tempo mi ha spiegato chi fossero quei simpaticoni che avevano ancora i biglietti quando al botteghino erano finiti...
una cosa che mi mandava in bestia era che dovevamo uscire sempre 5 min prima "per evitare il traffico".
La prima sciarpa era a strisce giallorosse senza nessuna scritta,nell'84 per la prima volta ho visto degli incidenti tra tifosi (mi ricordo un water che volava...)
Nel 90-91 finalmente il primo abbonamento,subito la vittoria in Coppa Italia...ma anche la finale UEFA persa contro l'inter.
I ricordi più belli: il goal di Pruzzo in juve-ROMA 83-84,stavo sentendo la partita su teleroma56,al goal avrò fatto il giro del tavolino del salotto di corsa forse 10 volte...poi Dundee-Roma,che mi ricordo che la davano in differita e sono rimasto sveglio fino a "tardi" per vederla...il 3-0 alla juve nell'anno della grande rimonta...una grande vittoria a Napoli con goal di Giannini e Emidio Oddi...il goal di Voller contro il Broendby allo scadere nel 90-91...un Roma-milan di coppa Italia con Boskov allenatore e vittoria per 2-0 dopo che il milan non perdeva da più di un anno e mezzo...il derby di Carletto Mazzone sotto la Sud...il derby finito 3-3...Roma-fiorentina con risultato ribaltato nel finale...parma-Roma dell'anno del 3° scudetto con doppietta di Batistuta...Tancredi,Rizzitelli e tanti altri che quando sono tornati a Roma anche se con una maglia diversa ci sono venuti a salutare...Falcao inquadrato sul tabellone dell'Olimpico che fa il gesto di lanciare il cuore alla Curva Sud prima di un Roma-juve...Voller che si emoziona quando,anche lui inquadrato sul tabellone,sente lo stadio esplodere e cantare ancora il suo vola tedesco...Lino Banfi che nell'intervallo di un Roma-ancona che stavamo perdendo fomenta i tifosi...la partita di addio di Brunoconti...e quella di Aldair...e tantissimi altri che verranno...
I ricordi più brutti sono il derby sospeso di quest'anno...la partita d'addio di Giannini rovinata da noi tifosi...la paura vedendo l'invasione di campo a partita non ancora finita il giorno del 3° scudetto...la morte di Antonio DeFalchi...
i più tristi: la morte di DiBartolomei e di Viola...Roma-lecce,l'unica volta che ho pianto dopo la partita...poi una finale persa ai rigori che manco ne voglio parlare...
le sconfitte importanti forse sono state più numerose delle vittorie importanti, ma di tante partite perse conserverò sempre il ricordo delle fortissime emozioni che ho provato aspettandole per giorni e vivendole.

SEMPRE FORZA MAGGICA ROMA!!!

LORENZO
Se oggi mi trovo a scrivere in questo spazio lo devo soprattuttto a mio padre che fin da piccolissimo mi esortava a questo destino non sapendo poi quanto sarei andato oltre. Nasco lo stesso anno del CUCS da genitori romani, ma mi trasferisco quasi subito ai Castelli Romani dove tuttora vivo, e mio padre ha cercato sempre di trasferirmi la sua romanità, ricordo di quand'ero bimbetto, ci trovavamo al lago Albano e sentimmo un'altro bimbo che diceva "guarda "o" cane!" Mio padre preoccupato mi guardò e disse: "Lorè come se dice? "O" cane o "il" cane? Io spiazzato lo guardai e gli feci "Er cane papà!", lui scoppiò in una fragorosa risata carica di comprensione ed io capii che la mia risposta era quella esatta... Quando facevo qualcosa di sbagliato lui mi rimproverava "Lorè non fa' 'r laziale!", come potevo venir fuori diversamente! Ricordo ancora la bruttissima notte di finale di coppa dove lui perse letteralmente il suo leggendario self-control. Ricordo anche, l'unico forse, l'abbraccio datogli dopo il gol di Pruzzo nei minuti iniziali di quel Roma-Juve l'anno della clamorosa rimonta, eravamo due bambini pronti a coronare il loro sogno. Purtroppo però lui non amava andare allo stadio e non mi ci ha mai portato, stanco delle mie continue richieste accettò di farmi andare con mio cugino già frequentatore di curva da anni, ricordo ancora l'emozione di quel si, sono cose che rimangono... Correva l'anno 1987 e la Roma giocava in casa con l'Empoli, finì 2-1 e non sto qui a raccontare le mie sensazioni, prima durante e dopo la partita, perchè non ne sarei capace, poi cominciò a mandarmi con un suo amico abbonato da anni in Tevere, ma molto di rado però. Ho dovuto aspettare i 13 anni per andare allo stadio da solo (di nascosto però), quando nel 1991, si giocava un Roma-Atalanta dissi a mia madre che andavo a giocare a pallone dai preti come facevo di solito, ma appena uscito da casa mi misi la sciarpa e mi avviai verso il pullman che portava a Roma. Non sapevo nemmeno come ci si arrivava all'olimpico ed ho dovuto seguire altri tifosi con la sciarpa al collo, che soddisfazione una volta arrivato, ricordo anche il gol vittoria di Rizzitelli nel finale che rese ancora più felice quella giornata. L'anno dopo mi feci quasi tutte le partite giocate in casa e quando facevo sega a scuola me ne andavo al vecchio Cuore di curva che stava ad Arco di Travertino, dove c'erano numerosi personaggi dei Fedayn dell'epoca, inutile dire quanto fascino avevano su di me bambino. Quanto sognavo le trasferte allora, i miei non mi mandavano, quindi me le facevo raccontare da alcuni di loro e ripensandoci oggi, chissà quante cazzate mi dicevano, ma io ero lì che pendevo dalle loro labbra e questo contava. Non ricordo molto degli anni successivi fino all'arrivo di Zeman, anno in cui ho cominciato a frequentare anche altri stadi, un po' tardi lo so, ma mi sono fatto perdonare però!! Ci sono tanti momenti che porto nel cuore, ma senza dubbio l'anno del terzo scudetto é senza dubbio quello che ricorderò più volentieri. Ma una trasferta che sicuramente ricorderò per tutta la vita è quella di ieri, partita inutile dirà qualcuno, uno squallido 0-0 (si parla di Sampdoria/Roma 2003/04, n.d.L.), ma chi c'era lo sa, non ho mai vissuto niente di simile... Grazie a tutti quelli che c'erano e grazie a te curva sud!!!
ANDREA
Ciao a tutti, mi chiamo Andrea,sono del 1971 e vivo purtoppo nella città con il cielo che è per 360gg l'anno grigio fiat. e gli altri cinque..pure...Torino.
Come sono diventato romanista è facile spiegarlo visto che mio nonno è stato tra i primi giocatori dell'AS Roma (Giovanni Bramante, proveniva dalla Fortitudo) e mia nonna era Testaccina Doc.Fate 1+1...
Mia madre, pur sposando un piemontese (juventino light, non era appassionato) non ha mai smesso di portare in alto i colori della Magica (oramai sono 36 anni che vive a Torino, Lei dice che sta a scontà l'ergastolo!!!!) e ci ha riempito il sangue di quel giallo e di quel rosso che a vederli uniti ti riempiono di brividi.
Di ricordi ne ho parecchi alcuni sono rimasti impressi nella mia memoria in maniera indelebile come ad esempio il famoso Juve - Roma del regolarissimo gol di Turone..Quel giorno mia madre era madrina ad un battesimo; a metà del pranzo io lei e mia sorella abbiamo salutato tutti (ci avevano guardato malissimo, ma la fede è fede!!!) e siamo corsi al comunale (altro che il delle Alpi!!!)sotto un diluvio tremendo.già quella volta è stata la prima in cui ho pianto veramente.mi sentivo derubato e a 10 anni cominci a capire alcune cose che crescendo diventano lampanti..
Un altro ricordo, ma questa volta splendido fu l'arrivo  a  Termini, (la domenica c'era  Roma - Torino, era l'anno dello scudetto)  e alla stazione mi ricordo che l'arrivo del treno (veniva ovviamente da Torino,quindi Torino=Fiat=Juve, nun fa 'na piega)! fu accolto da un juve juve vaffanculo..coro al quale io mia mamma e mia sorella ci unimmo caldamente...
La prima trasferta che feci, avevo dodici anni fu a Verona in un Verona Roma 1-1. la prima rissa invece che vidi  fu in un Torino- Roma di coppa Italia e vide protagonista mia madre mia nonna e mia sorella che, stufe dell'ennesimo "romani bas.di" detto da un nebbioso torinista, scatenarono la furia contro il malcapitato granata..
Altri ricordi, in ordine sparso..I pianti in curva del Milan  nel giorno di Juve Milan  85/86.non credevo alle mie orecchie per quello che stava succedendo all'Olimpico.Roma- Lecce.. La presenza la domenica a Como con quello splendido striscione ".una presenza che vale uno scudetto."..la gioia immensa al gol di Montella nel 2-2 con la Juve.la rovesciata del grande Roberto Pruzzo e le dita (rotte) di Tacconi... Già essere Romanisti è qualcosa di immenso, di unico, è un'Amore che va oltre a tutto..Solo noi siamo capaci di essere in 70.000 all'olimpico per Roma - Inter finale di Coppa uefa (sigh) e il giorno dopo salutare il nostro grande Bruno in 85.000..che emozione quel giorno..
E' una passione che ti trascina ,chiedetelo a mia moglie, che ignara di cosa fosse uno stadio,pianse di commozione a Roma- Parma.. e cantò tutto il tempo tra il mio stupore a Roma Fiorentina (finale di Supercoppa).
E' bello portare in alto i nostri colori qui a Torino,ti da l'idea di essere unico perchè solo noi  sappiamo cosa vuol dire l'Amore per la maglia e soprattutto per una città che , è , è stata e sarà sempre la Città Eterna.
ROMA SOLO ROMA ROMA E BASTA!!!!!
ALFONSO
Sono nato nel 1967 e vorrei raccontare come sono diventato romanista.
Ho iniziato ad "interessarmi" di calcio piuttosto precocemente e purtroppo ho una piccola pecca.
All'eta di 6 anni ho tifato per pochi mesi per il cagliari (il cagliari di gigi riva aveva vinto da poco lo scudetto nel 1970), ma subito mio padre mi ha portato sulla buona strada mettendomi in testa la Roma.
Alle medie un mio amico ha poi fatto esplodere la mia passione.
Michele, cosi' si chiamava (purtroppo non c'e' piu' avendo preso una brutta strada) ha iniziato a mettermi in testa la Roma.
Ho iniziato con lui ad andare allo stadio all'eta' di 11 anni e ricordo molte partite allo stadio con l'autobus, all'epoca si andava cosi'; roma ternana di coppa italia roma catanzaro roma ascoli roma atalanta (con mio padre, partita indimenticabile), erano gli anni 1978 1979 e le ricordo con piacere.
La partita piu' significativa di quel periodo fu senz'altro il tragico derby di paparelli lazio roma del 1979 (feci la la fila in un bar di trastevere chiamato l'oasi, che si vociferava fosse di giacomino losi, ex della roma).
Quella partita poteva scioccarmi, visto l'esito tragico e i numerosi incidenti, ma ormai ero sempre piu' preso non solo dalla Roma ma sopratutto dalla curva sud.
Piano piano iniziai a farmi i primi abbonamenti e tutti gli anni 80 li ho vissuti in curva sud.
Nel frattempo avevo iniziato a fare le prime trasferte (juve roma 81, gol di falcao con mio padre, juve roma 1984 con un amico, quella della rovesciata di pruzzo e poi molte altre).
Andare in trasferta dava un'emozione particoalare, non esistevano le scorte di oggi e partite come avellino roma o inter roma di quegli anni erano veramente pazzesche.
Iniziavo a "crescere" e i miei parenti erano quasi preoccupati di questa mia passione: "ha sempre la Roma in testa vedrai che gli passera" era la frase che sentivo dire spesso, ma "peggioravo" sempre piu' ed alcuni rapporti sentimentali si sono deteriorati per colpa della roma.
Ed infatti non mi "passo'": anche gli anni 90 ho continuato a seguire questa fede, nonostante anni bui che molti ricorderanno, finche' nel 1999 ho iniziato a spostarmi prima in curva nord poi in tribuna tevere.
L'anno 2001 e' stata come per tutti una grande gioia, erano 18 anni che aspettavo lo scudetto.
Adesso ho 36 anni, un buon lavoro ed una dolce compagna, francamente pensavo anch'io di "mettere la testa a posto".
Invece manco pe' niente, appena posso vado allo stadio anche in trasferta, la Roma e' una malattia che mi portero' fino alla fine. (logicamente prima viene la mia famiglia).
Concludo dicendo di ritenermi fortunato di tifare per la squadra piu' bella del mondo, che vinca o che perda.
Alfonso T.
ALESSANDRO
Io non sono mai diventato Romanista
Io sono nato Romanista e si mi permetti c'e' una gran bella differenza....
Comunque,
Grazie Nonno che eri socio vitalizio
Grazie Papa' che mi hai portato allo stadio per la prima volta:   Roma - L.R. Vicenza 0-0 (72 ?)
Grazie Zio che hai continuato a portarmi allo stadio
MAURO FARABEGOLI
CHI SI RICORDA IL GOL DI FERRARI DA CENTROCAMPO AL NOSTRO BUON PORTIERE GINULFI?
CHI ROSICA ANCORA PER IL 3 - 3 CON LA SAMPDORIA (UNA SQUADRETTA ALL'EPOCA) DOPO AVER TERMINATO 3 A 0 IL PRIMO TEMPO ?
E LE CORSE SPUTACCHIANTI (ECCO DA CHI HA IMPARATO TOTTI) DEL NOSTRO CENTRAVANTI "BURO" ENZO (E' IL COGNOME) ?
E L'ALTRO CENTRAVANTI CHE PER VOLTARSI DOVEVA METTERE LA FRECCIA -MUSIELLO -?
E DI BIRIGOZZI...SCARNECCHIA...?
IO ME LI SONO SOFFERTI TUTTI!
QUANDO LA ROMA HA VINTO IL SUO SECONDO SCUDETTO HO RINUNCIATO AD ANDARE A TROVARE MIA FIGLIA (INDOVINATE COME SI CHIAMA? MA ROBERTA, NATURALMENTE) PER ANDARE ALL'OLIMPICO E RIPARTIRE LA SERA STESSA PER MILANO.
IL NOSTRO E' UN AMORE DA MASOCHISTI POTEVAMO SCEGLIERE LA JUVE (HAG..) IL MILAN... NO NOI SIAMO NATI ROMANISTI E MORIREMO LAZZIALI (MEGLIO UN LAZIALE IN MENO)
SOFFRIAMO RAGAZZI, E' NEL NOSTRO DESTINO E' L'AMORE CHE PORTA A SOFFRIRE A DARE IL CUORE A FAR ENTRARE LA PALLA NELLA PORTA AVVERSARIA SOLO CON GLI OCCHI.
ORA E PER SEMPRE ROMA
UMBERTO
Da ragazzino (6-9 anni) ero milanista e i miei idoli erano Rivera e Prati. Mio padre (milanese ma genoano) mi portava allo stadio due volte all’anno (semprechè i “cugini di campagna” fossero in serie A). Nel 1975, stanco di andare allo stadio così di rado decisi di seguire una delle due squadre (una romana, l’altra diciamo dei paraggi). La scelta verso i colori giallorossi fu fatta per quattro specifici motivi: in classe mia erano tutti romanisti, la Lazio aveva appena vinto lo scudetto e mi sembrava troppo facile accasarmi con chi aveva appena vinto, se proprio dovevo scegliere di tifare un’altra squadra era giusto che fosse quella che portava il nome Sacro ed Imperiale della mia città ed ultimo ma determinante motivo il passagio di Pierino Prati in maglia giallorossa.
Un amico di famiglia mi accompagnava in curva nord e un paio di volte partii con un certo Roberto Rulli per andare in sud. Ricordo (grazie per le foto che mi hanno riportato alla giovinezza) i gol di Prati e De Sisti in quei fantastici derby in cui la Roma batteva la Lazio scudettata e ricordo chiare e stupende le emozioni e la gioia di un ancora bambino che mi fece inorgoglire di essere romano e Romanista in poco tempo. 
Nel 76 cominciai a frequentare la Nord e conobbi Italo (fondatore dei Panthers) , anche lui milanista con probabilmente una storia uguale alla mia alle spalle e fu feeling immediato. Insieme ad un certo “Sorrentino” ci siamo adoperati e sforzati in quegli anni a tentare di organizzare il tifo (soprattutto con il trasferimento dei Boys in Sud) in una curva fredda e tranquilla.
icordo i molti ( e sinceramente troppi ) gemellaggi (o amicizie che dir si voglia) che avevamo tra il 1977 e 78 e ne cito alcuni per memoria della nuova generazione: Milan, Juve,Verona, Genoa, Fiorentina, Bologna, “attenzione, attenzione”… Atalanta. 
Nemici storici erano i tifosi del Torino, Sampdoria, Napoli (il gemellaggio avvenne negli anni 80), Avellino, Bari, Ascoli, Inter (ricordo quando venivano insieme a noi le Brigate Rossonere di Roma a darci manforte nei vari Roma-Inter).
Ricordo gli sforzi economici per noi che eravamo quasi tutti minorenni per la creazione di striscioni (bellissimo il secondo dei Panthers) di piccole coreografie (quella che mi è rimasta impressa è un Roma-Juve coi Yellow Red Wolves in cui finita l’amicizia con i bianconeri facemmo entrare vari pezzi di polistirolo in curva che messi insieme formavano un membro maschile con palle annesse alto 4 metri e la scritta dentro “Juventus”, innalzato tra l’ilarità generale, i fischi degli juventini in curva presenti come al solito senza sciarpe e bandierine ben nascoste, gli applausi della Sud, e il veloce intervento delle Forze dell’Ordine a sequestrare immediatamente il materiale.
Ricordo il coraggio di presentarci nella nostra curva invasa dai napoletani con tutti gli striscioni azzurri e l’esposizione del nostro giallorosso sul nostro muretto con l’arrivo su di noi di bottigliette e oggetti vari e l’immediato intervento delle Forze dell’Ordine per scortarci eccezionalmente in tribuna tevere.
Degli Yellow Red Wolves ho ricordi un po’ più sbiaditi nonostante il periodo più recente (anche perché ritengo la mia avventura coi Panthers la più intensa vissuta nel mio Stadio e nella mia Curva Nord). Ricordo che il gruppo degli YRW era originario di Viale Marconi. Ricordo il primo striscione fatto con un errore macroscopico ( e forse per quello diventato famoso), con la dizione “Wolfs” invece che “Wolves”. 
E se coi Panthers (anche perché forse troppo giovani) non ci eravamo mai posti problemi di appartenenza politica, cogli YRW cominciò ad insinuarsi anche quella problematica che portò alla divisione del gruppo (per un periodo vennero esposti due striscioni, quello originale “storpiato” e quello nuovo separato) e allo scioglimento non molto più tardi.
Mi trasferii per un paio d’anni in Sud e diedi vita ai Tupamaros (di qui il soprannome che mi fu dato allora di “Er Tupa”, la cui unica nota fu l’esposizione dello striscione al centro della curva in un’amichevole della squadra giallorossa. La la Nord mi mancava come una casa in cui ero cresciuto e così tornai ad abbonarmi per una decina d’anni in quella mia seconda casa.
Attualmente non frequento più lo stadio e non conosco la nuova generazione Ultrà (anche se ogni tanto faccio una capatina alla sede dei Boys a S.Lorenzo). Seguo la Roma nei pub, anch’io assorbito da pay-tv e business che ha trasformato uno splendido gioco in interessi di potere, di Borsa con tutte le manipolazioni insite, ma la nostalgia della Curva Nord in cui ho passato bellissimi momenti di aggregazione e di crescita adolescenziale rimane sempre incamerata nei miei ricordi di ex ultrà.
Francesca
Sono nata nell'agosto del 1983, e per questo mi ritengo una...predestinata! Nascere pochi mesi dopo lo scudetto della Roma è un segno del destino! Ma non è finita qui...Sono nata a Palermo e ci vivo da 22 anni, da sempre! Come ci si innamora a Palermo della Roma?  E' una storia un pò complicata, con un passato bianconero da dimenticare... In Sicilia, chissà perchè, la maggior parte dei tifosi segue la juve, e la mia famiglia non è da meno. Pensate che ad un anno e mezzo conoscevo a memoria la formazione della juve! Povera bimba!
Sono cresciuta col rammarico di non essere nata a Roma. Mio padre aveva rinunciato a lavorare nella capitale perchè aveva preferito accettare una proposta di lavoro in Sicilia, e me ne aveva sempre parlato non senza una nota di rammarico. 
Chissà come sarebbe stata la mia vita a Roma mi chiedevo...Ero affascinata dalla grandezza della città eterna, dal calore dei suoi abitanti, e poi da qualla squadra sangue e oro e dai suoi fedelissimi tifosi. Ho giurato a me stessa che era lì che avrei trascorso il resto della mia vita, non appena sarei stata indipendente.
La mia prima partita della Roma è stata il 17 dicembre 2003, ottavi di finale di Coppa Italia a Palermo... Un sogno che si realizza, un'emozione indescrivibile. Il Renzo Barbera non era l'Olimpico ma la ROMA è sempre la ROMA! Nel 2004 nella sfortuna toccata alla nostra squadra (squalifica del campo per 3 giornate) l'unica fortunata sono stata io! Ho avuto la possibilità di vedere ben 3 partite della Magica! 
Naturalmente nessuno ha voluto accompagnarmi (che vai a farci ad una partita della Roma?!? Ma che sei matta!), ma questo non mi ha dissuaso. Così, in treno (abito in provincia), con la sciarpetta al collo e l'adrenalina a mille HO MACINATO quei pochi Km che mi tenevano ancora lontana dalla mia Roma... Mentre raggiungevo lo stadio in pullman mi sono imbattuta casualmente in una strana folla davanti ad un albergo. Qualcosa mi ha spinta a scendere e chi mi trovo davanti...la squadra! Il momento più bello della mia vita, dopo la scudetto si intende! Loro erano lì, a meno di un metro da me! Mi sono sentita venire le lacrime agli occhi e ho iniziato a ridere, a ridere di cuore! Qualcuno mi avrà considerata un pò matta! 
E poi la partita...anzi le partite, perchè sono andata a vedere anche le altre.
La gente ti guarda strano quando mostri tanto interesse per una squadra di calcio "diversa", specie se sei una ragazza. E di lotte ne ho fatte tante, soprattutto contro chi crede che la Roma sia una squadretta (praticamente l'intra Sicilia, salvo rari casi). 
E' molto più difficile seguire una squadra quando, ovunque vai a vedere una partita, sei l'unica ed hai sempre tutti contro, ma la Roma merita questo e molto altro. Forse voi romanisti romani non lo sapete, ma quando si va a vedere una partita in un locale e si è gli unici a tifare per una squadra, tutti gli altri automaticamente tifano per la squadra avversaria, che sia la juve, il milan o il chievo! Dura la vita, eh?
Ero poco più di una bambina quando ho scelto Roma. Era un sogno a cui mi aggrappavo nei momenti di sconforto, quando nessuno credeva che ce l'avrei mai fatta, e quando 1000 km sembravano troppo lontani, a tutti tranne me. 
Quello che mi sembrava un sogno, adesso è a pochi passi da me. 
Ho continuato a "macinare km con la Roma in fondo al cuor" fino ad oggi. Qull'oggi che aspetto da una vita. Tra 2 mesi sarò a Roma per continuare l'università, naturalmente nel campo del giornalismo sportivo. Non importa se dovrò lasciare famiglia e amici. 
"Roma è la luce...Tutto il resto è sangue e polvere"
I RICORDI DI RICCARDO, VECCHIO ROMANISTA
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BIAGIO
sono Biagio da Budapest. Come Ti ho giá segnalato, abbiamo aderito alla campagna contro le maglie Diadora.
Il webmaster ha aperto anche un forum, dove tutti i visitatori del sito hanno potuto commentare questa campagna con pareri personali.
Per me il risultato é una vera tragedia… Sí, qualcuno ha capito tutto e quindi é d’accordissimo con la cosa… Peró ci sono certi commenti del tipo: „Ma che volete, é una sciocchezza, questa maglia é stupenda, é stata stupenda anche quella della stagione scorsa. E tanto la Roma gioca in questa divisa, quindi questa é la maglia della Roma. Io la compreró anche se sará rosa o verde. Basta guardare sempre al passato.”
Uno rimane veramente con la bocca aperta, almeno io sono rimasto senza parole… Che dire?
Io da giovane seguivo giá il calcio italiano, ma non avevo una squadra del cuore. Poi nella stagione 1987/88 sono stato a Roma per la prima volta e naturalmemte sono andato anche allo stadio. Roma-Empoli 1-0, Giannini… La Cittá, la Squadra, la Gente mi é rimasta subito nel cuore, un colpo di fulmine. Certo, non era difficile innamorarmi di Roma e della Roma. Cominciavo a studiare l’italiano per capire le riviste che si occupavano della Roma. Ogni fine settimana aspettavo la partita e la seguivo ascoltando nella radio la trasmissione „Minuto per minuto”. Poi l’anno seguente altre partite della Roma dal vivo, altre esperienze, una certa partita Roma-Fiorentina dopo De Falchi (la prima partita di campionato giocata al Flaminio). Cominciavo a conoscere anche dei tifosi, amicizie… quindi sempre piú Roma. Dall’Ungheria non era comunque molto facile a seguire la squadra, prima del 1990 c'era ancora il comunismo, l’unico quotidiano che potevo comprare era l’Unitá, ma lo compravo lo stesso per leggere le notizie sportive sulla Roma. Poi cominciarono a mandarmi la rivista La Roma ed altre riviste. Imparando l’italiano e essendo spesso in Italia in compagnia di Romani, ho cominciato a parlare un po’ con l’accento romano, tanto che ho avuto delle esperienze a Verona e a Brescia, dove mi hanno creduto romano e mi hanno mandato a quel paese. Ancora di piú mi sentivo orgoglioso di aver scelto la Roma. Ho cominciato ad occuparmi di tutto ció che c’entrava in qualche maniera con Roma, la storia, i racconti popolari, le canzoni (poi in Ungheria la mia tesi di laurea nella facoltá d’italianistica l'ho scritta sul linguaggio del poeta G.G.Belli)… e naturalmente non smettevo di occuparmi della Roma. Altre partite ancora, poi nella stagione 1992/93 studiavo in Italia e in quella stagione avevo la possibilitá di vedere tante partite e fare anche qualche trasferta (in pratica solo trasferte, perché stavo ad Urbino). Figurati che ad Urbino non c’é la ferrovia, domenica non c’é (o non c’era, adesso non so) neanche un pullmann per Roma. Quindi dovevo partire sabato sera, stare delle ore nella sala d’attesa di Pesaro, prendere il treno per Ancona, stare delle ore nella sala d’attesa poi partire da Ancona per Roma. Un viaggio che poteva durare 12-14 ore… (che tristezza, in fondo le due cittá non sono poi cosí lontane, ma questo é un altro discorso). Preferivo non mangiare alla mensa, ma essere presente a Roma-Dortmund e alle altre partite.
Poi tornato in Ungheria, continuavo a seguire la Roma. In ogni anno volevo essere presente almeno in qualche partita (a volte solo in 3 a volte in 8-9). Mi dispiace molto per non aver potuto vedere la Roma prima del 1988, mi dispiace di non aver potuto mai vedere a giocare Agostino Di Bartolomei dal vivo (solo dopo grazie ai vari filmati e a partite registrate), ma nonostante ció, ho tanti di quei bei ricordi che da solo mi ripagano per i tanti sacrifici, spesso anche economici. Anche 18 anni dopo la prima partita (oggi ho 33 anni), sono contento di aver fatto questa scelta, di aver messo spesso (quasi sempre) la Roma davanti alle altre cose.
In Ungheria nel 1993 in pratica tifosi della Roma ce ne sono stati davvero pochi. Dico questa data, perché anche il quotidiano sportivo ungherese quell’anno pubblicó un articolo su 2 tifosi ungheresi della Roma (uno di questi sono stato io) che studiano in Italia e vanno sempre a vedere la loro squadra. L’altro ragazzo ha anche detto che volevamo fare un Roma Club in Ungheria. Sai quanti ci hanno risposto? Sí, proprio nessuno. Eravamo in 4 o 5 in tutto. Prima del 2000 non potevi vedere un uomo a Budapest con una sciarpa della Roma… Poi dal 2000 in Ungheria é nato un canale sportivo (Sport1) che ogni fine settimana trasmetteva 3 o 4 partite del campionato italiano. L’anno di Capello, l’anno dello scudetto… i cosiddetti tifosi della Roma cominciavano a nascere anche in Ungheria. Ovvio… anche internet ha fatto la sua parte. Nel 2001 giá parecchia gente passeggiava a Budapest con la sciarpa della Roma al collo o con la maglia della Roma.
In maggior parte questi ragazzi non sapevano e ancora oggi non sanno nulla della storia, della tradizione di questa squadra. Ma giá dopo un mese di esperienza come tifosi della Roma (dopo aver visto in uno spot pubblicitario Totti e dopo aver visto una partita della Roma in TV) questi ragazzi parlano, scrivono e ragionano giá come esperti supertifosi, criticano l’allenatore, adorano Cassano e comprano la maglia (anche se é neroverde). Purtroppo non puoi cambiare il sistema, siamo troppo romantici. Il sistema sono anche loro. Questi ragazzi e l' 1 000 000 di cinesi che sono diventati tifosi della Roma e che magari della storia, della tradizione non sanno niente e continueranno a comprare le maglie e tutte le schifezze dei Roma Store.
La Roma diventerá sempre di meno la squadra di Roma e dei romani perché loro ’sta squadra la sentiranno sempre di meno come la loro squadra. Invece sara sempre di piú la squadra dei tifosi modaioli, di ragazze innamorate di certi gicatori, di tifosi dell’ultima ora. E questo lo dico con vero rancore, anche se sono nato a Budapest e sono ungherese e fiero di esserlo, ma anche con un grande cuore romano.
Tanti saluti con la Roma sempre nel cuore,
Daniele
Stagione 85/86. Roma - Avellino 5 a 1, Pruzzo segna per cinque volte. Su Teleroma 56 la scritta Pruzzo si sussegue dall'alto in basso per cinque volte di fila. Stupito, mi rivolgo a mio padre, romanista da sempre:
"Quanti punti abbiamo fatto? Cinque?" Quello fu il mio battesimo da romanista. Nell'87/88 la mia prima volta all'Olimpico. Battemmo l'Inter 3-2. Ricordo ancora la pelata di Fanna. Il mio cuore pulsava sempre più di
giallo e rosso. La verità, però, è che non penso di essere diventato romanista in un giorno preciso. Sono nato nel '77 con la Roma nel sangue, ma l'ho scoperto solo nell'85/86. Per questo, scusate il ritardo...
Mi chiamo Daniele ho 16 anni (quasi 17) , abito a Roma in zona montesacro  Vengo da una famiglia totalmente romanista, mio nonno ha visto tutti e tre gli scudetti giallorossi ed io di conseguenza tifo Roma da sempre. Quando ero piccolino non seguivo più di tanto le partite, poi quando
avevo 6 anni mio padre mi portò per la prima volta allo stadio, era il 1996 partita Roma - Brescia 5 a 0.
Mi innamorai subito di quel prato verde enorme ero rimasto a bocca aperta e dal settore dove mi trovavo riuscivo a vedere per la prima volta la curva sud con i bandieroni che sventolavano e tutti quei fumi giallorossi.
Da quel momento iniziai a seguire la Roma per radio insieme a mio padre ed ogni tanto venivo invitato da qualche amichetto che aveva la
parabola "Stream" a vedere la partita a casa sua. Di tanto in tanto andavo allo stadio insieme alla squadra di calcio di quartiere dove
giocavo e ogni volta guardavo la curva sud e sognavo di essere li. Nel 2001 la Roma vinse lo scudetto e io a 11 anni assieme a mio papà e
mia mamma ero a festeggiare in mezzo a piazza del popolo ( non scorderò mai e poi mai quel giorno).  La mia prima volta in curva sud risale allo scorso anno, Roma -Palermo (semifinale di coppa italia). Era il momento che aspettavo da 10 anni, cantai assieme ai miei amici tutta la partita e tornai a casa la sera senza voce.
Per il mio compleanno costrinsi mio padre a farmi l'abbonamento in sud  e lui ne fu molto contento visto che anche lui ai suoi tempi era
abbonato.
Ho seguito per tutto l'anno la magica in casa ( per le trasferte i miei non mi finanziano, in fondo ho solo 16 anni ) e sono stato davvero contento e sarei felice di rinnovare l'abbonamento per la prossima stagione.
In curva di solito mi posiziono in basso a sinistra insieme ai miei amici.
Bella
Ciao, sono Mirko, bolognese, classe 1970.
Come si nasce romanista?
Ecco, appunto, si nasce, anche se, come nel mio caso, la "nascita" è posticipata verso i dodici/tredici anni di età, quando un mago del pallone venuto dal Brasile, un baffuto brontolone ligure ed un distinto signore svedese ti convincono che la scelta che stai facendo è quanto di meglio possa esserci.
Scelta che porterai avanti negli anni, tra delusioni e gioie immense (forse proprio perché sono in numero inferiori alle amarezze), discussioni e momenti dove ti chiedi "chi me lo ha fatto fare?".
Vedi tifosi di altre squadre che festeggiano, dall'alto della loro boria ti guardano con disprezzo ma capisci che la ruota gira e prima o poi verrà il tuo momento.
Soffri tanto per la lontananza da quei due colori e dalla meravigliosa città che rappresentano e che senti tua, quasi fosse quella che ti ha visto venire al mondo.
Soffri perché sei lontano dagli amici, che invidi, loro sono fortunati e possono scendere in campo con la tua squadra quasi tutte le domeniche.
Soffri perché ti senti solo, in una città che ami ma che immancabilmente trovi sia stretta, specialmente dopo che hai respirato l'aria della Capitale ed in particolar modo quella "calcistica".
Aggiungiamoci che il miglior amico, tifoso giallorosso di lunga data vive, a Roma ed il gioco è fatto.
Fatta questa premessa torniamo al calcio giocato: prima partita vista un'amichevole, Roma-Torpedo Mosca, Dicembre 1985 o giù di lì, spettatori presenti (ed infreddoliti) sette o otto, no, facciamo un migliaio; pareggio 1-1 ma per me è come una vittoria, la prima volta in Curva Sud, un mito, un luogo del quale hai sempre sentito parlare e che ti lascia senza fiato una volta che ti ci trovi dentro.
Data la distanza tra Bologna e Roma le mie presenze sono sporadiche, ricordo un Roma-Saragozza 2-0 partita di andata di Coppa delle Coppe (ritorno 0-2 e sconfitta ai rigori, tanto per non farci mancar niente), Roma-Genoa 1-1, Roma-Torino 5-2 finale di Coppa Italia (adrenalina a mille, sensazioni meravigliose, un gruppo di ragazzi vicino a me che, venuti a conoscenza del fatto che sono "straniero", mi prende in simpatia e mi "adotta", facendomi sentire come a casa) ed anche un Derby, 1-1, uno di loro la butta dentro, Rizzitelli risponde segnando sotto la Sud ed è delirio..
Riesco a vedere i giallorossi anche un paio di volte a Cesena, due pareggi per 1-1; durante una di queste partite ricordo un lancio di piadine verso Sebastiano "Simpatia" Rossi, allora portiere dei romagnoli, con dito mostrato alla curva e tentata invasione da parte di un paio di elementi che non avevano gradito il saluto dello strafottente lungagnone (che dovrà comunque inchinarsi a Rudi Voeller, tiè); e ricordo il ritorno al gol di Sebino Nela dopo il grave infortunio ma anche un pareggio al novantesimo del Condor Agostini: anni dopo ebbi l'occasione di prenotargli le vacanze e quando finsi di avercela con lui per quel gol, dicendogli che le ferie poteva anche scordarsele, la prese con simpatia scherzando e ricordandosi l'episodio.
Altre partite che mi vedono presente sono, naturalmente, molte di quelle giocate a Bologna, le più amare rappresentate da un'eliminazione in Coppa Italia (2-2 all'Olimpico, 1-1 qui e come non bastasse pure una bella pioggia battente per novanta minuti più recupero) e da una sconfitta al 95' o giù di lì.
Beh, pèrò ricordo anche un missile di Stefano Desideri che ci illuse ad inizio stagione, rivelatasi poi tragica (era la Roma di Renato...), un 3-2 in rimonta contro un Bologna già retrocesso, un pareggio acciuffato da Rizzitelli in pieno recupero durante la partita del dramma di Manfredonia (vidi tutto in diretta a pochi metri, ragazzi, potete immaginare lo sconforto), partita tra l'altro disputata a 4-5 gradi sottozero; un 4-0 con una perla di Totti applaudito anche da mio padre e da parecchi tifosi rossoblu.
E ricordo l'anno dello scudetto, con 12.000 giallorossi che invadono la città, 2-1 per noi gol, se non ricordo male, di Batistuta e Emerson, prima giornata di ritorno della splendida cavalcata tricolore.
Cosa aggiungere?
Che la Roma mi tiene compagnia, sempre.
Mi accompagna da venticinque anni, mi ha fatto piangere, a volte di delusione, spesso di gioia, resta il fatto che comunque sia andata l'orgoglio di essere romanista ha sempre preso il sopravvento su tutto.
Amo quei colori, per ciò che rappresentano.
Amo quella curva, perché è una guida, un esempio, un mito, un qualcosa di difficilmente classificabile.
Amo Roma, perché è la città della mia squadra del cuore, perché è un luogo magico e perché rappresenta l'antitesi al grigiore, alla noia, alla ripetitività quotidiana.
Amo i romani per come affrontano la vita e le difficoltà, spesso con il sorriso sulle labbra e con la consapevolezza che sono loro a gestire la vita, non il contrario.
Chiudo con l'immagine di mio figlio, nato da appena due settimane, che ammira le foto della Curva Sud e sorride guardandomi, attratto da quei colori: i neonati amano il giallo ed il rosso, sarà un caso...
"Ecco la mia storia, diversa dalle altre in quanto non sono minimamente romano.
Sono nato a Vicenza nell'agosto '84, i miei primi ricordi calcistici iniziano, come tanti miei coetanei, con la delusione di Italia '90...  e con una simpatia per il milan trasmessami da mio padre.  Come ben sapete al nord si tifa juve milan e inter, stop.  Eppoi dal nulla, all'età di dieci anni, il milan non mi interessa più minimamente, come se mi fossi finalmente accorto che non era tifo, ma solo un istinto di accondiscendenza verso mio padre, ma in realtà era il nulla. Rimane comunque il tifo per il Vicenza, è in fondo la squadra della mia città, e "support your local team" è un qualcosa che ho sempre avuto dentro. Passa però qualche mese, e una sera che rimasi a guardare la tv da solo, mi ritrovai sintonizzato su Roma-Slavia Praga. Per correttezza è giusto che ammetta che sino ad allora non avevo mai provato la minima simpatia per la Roma, anzi.  Iniziai a guardare la partita svogliato e piano piano mi si accese dentro un desiderio irrefrenabile di veder vincere quella squadra splendida, sostenuta da un tifo magico che mi aveva letteralmente stregato. Ricordo l'inspiegabile gioia che provai al gol di Giannini e a vedere 80000 persone in delirio per il gol del loro capitano, della loro bandiera, del loro simbolo. Tanto inspiegabile quanto il magone al maledetto gol del 3-1 nei suppelmentari. Me ne andai a letto triste, ma dal giorno dopo mi resi conto che non si era trattato di emozioni momentanee, bensì di amore a prima vista. Da quel giorno ho sopportato con orgoglio gli sfottò di amici e parenti, mio padre in primis. Voi romani potete solamente immaginare cosa voglia dire portare a testa alta questi colori al nord... Ho iniziato a tifare Roma nel periodo buio (e ne sono fiero), ho passato anni a soffrire mentre i miei amici in qualche modo avevano sempre da gioire, ho deluso chi diceva che tifavo Roma "per moda" o "per fare il bastian contrario", e ho tifato sempre di più questa Roma che è diventata per me una ragione di vita, capace di darmi ancora le stesse emozioni di quella sera, capace di accendermi la follia che si prova per la cosa che si ama di più al mondo. Amo la Roma e la difenderei la sua bandiera fino all'ultimo, credetemi non è necessario essere romani per amarla quanto la amo io, ma nonostante questo vi invidio... perchè la romanità è una cosa che mi manca, nonostante sia fiero della mia terra. E amo tutti voi, che contribuite a far si chè la nostra curva sia la più bella d'Italia, 
d'Europa, del Mondo...  e dove ogni volta che riesco ad andarci mi sento a casa, a cantare e a lottare per i miei colori, col cuore che batte a mille. 
FORZA ROMA Un abbraccio a tutti Federico"
Caro Lorenzo, 
mi chiamo Carlo, ho 13 anni e sono nato il 01/02/1998. So che ti sembro leggermente giovane, ma mi piacerebbe far conoscere alla gente come si diventa romanisti. Sono nato in una famiglia un po’ strana, con una madre straniera ed un padre romano e romanista. Quando ero piccolo, ero un grande tifoso. Il 3°scudetto l’ho passato in giro a festeggiare fino a notte fonda, con la bandieretta in mano a strillare forza Roma a tutto spiano!! (xD) La mia prima partita allo stadio (con relativo sfottò) è stato Roma-Lazio stagione 2006-2007, in tribuna tevere bassa, assieme a mio padre. Peccato che quella partita finì 0-0, con una grande delusione dovuta all’assenza di gol. Fatto sta che, la stagione dopo, mi sono fatto tutte le partite finali (Da Roma-Genoa in poi) fino alla fine del campionato in distinti sud lato tevere. Mi ricordo anche la delusione Livorno (mannaggia a Diamanti!!), la mia prima vera “sconfitta”. Da quella stagione sono andato a tutte le partite in distinti sud (anche Lazio-Roma 4-2). L’anno scorso è stato strano... Sono stato solo a 3 partite (Roma-Lazio, Roma-Inter e Roma-Atalanta) e 3 trasferte (Bari-Roma, Livorno-Roma e Inter-Roma)!! Quest’anno, invece, è stata proprio un delusione (se fà pe dì), solo una partita (Roma-Inter di Coppa Italia) ma in CURVA SUD!!! Abbiamo perso 0-1, ma non mi sono mai divertito così tanto. Stavo tra i cartoncini rossi, nel settore 20B. Spero di andare a Roma-Samp in Curva Sud, sennò distinti!! 




Manuel: non c'è bisogno di aggiungere altro...





...e dopo qualche anno, anche per Alessio non c'è bisogno di dire nulla!
Sono nato all'inizio degli anni '50, appena ho incominciato a capire qualcosa di quello che mi dicevano, mia madre spesso intonava una canzone che più o meno faceva così: su dal monte lontano il tifoso romano la partita vedrà... Si riferiva al monte Testaccio dal quale i tifosi meno abbienti potevano vedere la partita. Poi sono stato tenuto a cresima da uno stratifoso romanista, insomma la religione casalinga era più che deliniata. Quando siamo stati un pò più grandicelli mamma ha iniziato a portarci a vedere le partite. Papà era "straniero" (abbruzzese), non molto interessato al calcio ma per dispetto laziale, tanto per prenderci in giro. Così abbiamo anche noi iniziato a vedere le partite dal "monte lontano", ma questa volta era Monte Mario, alle spalle di quello che diverrà stadio olimpico. Qualche volta entravamo perfino, mamma riusciva a pagare i biglietti per noi tre, e siccome la curva nord era comoda da dove arrivavamo, andavamo perfino a vedere i derby in mezzo ai laziali. Pensate che tempi, una donna da sola con due ragazzini andava a vedere la Roma, e a fare un casino infernale, in mezzo ai laziali della curva nord! Veramente altri tempi, la maggior parte dei tifosi laziali della curva nord faceva spazio all'incredibile terzetto e poi si divertivano un mondo a sentire le parolacce che soprattutto mamma indirizzava all'arbitro di turno. Al massimo in curva c'era qualche scazzottata soprattutto tra amici con idee contrastanti. Poi da adolescenti iniziammo a frequentare la curva sud vicino a "Dante" (il mitico Dante Ghiringhini), e a forza de Daje Roma Daje! continuammo a coltivare la passione romanista. Ero allo stadio quando uccisero Paparelli, da quel giorno non sono più andato allo stadio, ci sono tornato solo per togliere la curiosità ai miei figli (naturalmente romanisti) solo qualche tempo fa, volevo fargli vedere un bella goleada e li portai a vedere Roma-Livorno....una figura di merda indimenticabile! Ancora mi prendono in giro, però lo stadio dove andavo con mamma non c'è più, sia fisicamente che spiritualmente, lo spirito del tifoso di calcio, dei buoni cristi della buona domenica lo possiamo rintracciare sono in alcuni film d'epoca, peccato, peccato, veramente peccato.
franco
Caro Lorenzo, non potevo mancare a questo appuntamento...pieno di ricordi. Nasco a Luglio del 1963 a Portuense la mia zona dove ancora abito da famiglia Trasteverina ed appunto Portuensina. E co Poro Papà malato de Roma, solo Romanista potevo nasce. La mia prima partita vista allo stadio Olimpico è datata 1968 fu un Roma Cagliari 1-4 e partimmo io mi padre e er Sor Franco er barista de Portuense cor 600 suo. Stavamo in curva Nord. Però posso dire di aver visto giocare e segnare l'indimenticato Giuliano Taccola. Poi a seguire ricordo negli anni 70 un Roma L.R. Vicenza 1-0 gol di Scaratti, Roma Catania 5-0 con Amarildo..Zigoni ecc. Negli anni 70 stavo sempre in Curva Sud e ricordo tutti gli striscioni dell'epoca: ROMA CLUB VIALE MARCONI I FEDELISSIMI, AFECIONADOS H.H., PRIMAVALLE GIULIANO TACCOLA, VIALE SOMALIA, COMANDOS LUPI, PANTERE, UFO, KAMIKAZE E I MITICI FEDAYN dei quali mi onoro di avere due sciarpe originali del gruppo che mi diedero più di 30 anni fà Vincenzo er Gueriero, e il compianto Stefano Invortino. Ricordo er muretto 17 lato Monte Mario con il primo striscione con il teschio a destra ( esordio in Roma Varese 0-0 12 Marzo 1972)... e la scritta Quadraro, il grande Roberto Rulli e poi Fabrizio Er Palla, Armando Er Fedayno, Maurizio Er Secco, Peppone, Giorgetto, Massimo Er banana, Er monnezza, Macario, Warterino, Claudio Er Barone, Er Gueriero,molti purtroppo non ci sono più ma li porterò sempre ner core,  loro  per me il Gruppo con la G maiuscola sempre presenti da 46 anni. Onore a loro pe sempre e co loro so cresciuto in Sud. Poi le partite alle quali sono più legato. Juve Roma de Turone. Partimmo a mezzanotte cor treno n 2 appunto co li Fedayn , e poi le due Pisa, Montecarlo,Foggia,Avellino 1981,  Roma Atalanta 1979,Roma Inter de Michelotti ( stavo in tevere non numerata lato sud),  tutte quelle de Coppa Dei Campioni viste tutte.....co la nottata fatta pe pja li bjetti pe la finale....la mia prima trasfera a 10 anni..a Napoli cor treno giallorosso co mi padre Napoi Roma 1-1 gol de Orazi, e la mia prima tessera Roma Junior Club datata 1975.Ed ho ancora er 45 giri del ns inno ROMA ROMA ROMA... ricordo Lo striscione Roma Club Portuense che stava in tevere non numerata lato sud. Avrei troppi ricordi ancora da scriverti ..mi fermo qui...ti allego la foto del gagliardetto Roma Club Portuense del 1971.Grazie e sempre FORZA GRANDE ROMA. Paolo 63 PORTUENSE GIALLOROSSA.


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Memorabilia
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