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Penso
che se si voglia avere una coscienza di quello che è il movimento
in Portogallo, per amor del vero, è necessario fare due o tre piccoli
chiarimenti, che possano far luce sull'odierna situazione.
Il Benfica, oltre ad essere nettamente la squadra più scudettata del paese, raccoglie più di un supporter ogni due cittadini portoghesi. La valanga popolare dei benfichisti è dunque più o meno di cinque milioni di persone solo in Portogallo. La festa per il conseguimento dello scudetto, che mancava ormai da troppo tempo nella bacheca del Glorioso, è stata vissuta dal paese come una sorta di vero orgasmo collettivo,che non ha risparmiato nessuno, vecchi e infanti compresi. E non solo a Lisbona, ma in ogni centro, puranche minuscolo, rimbombavano per le strade principali cori ubriachi: "Ninguem para o Benfica, niguem para o Benfica alè". Vi racconto di una vera partecipazione collettiva, perchè non ha risparmiato nessuno. E questa festa rappresenta bene lo stato del calcio qui in Portogallo: una magnifica droga collettiva, che allevia quotidianamente, con piccole dosi costantemente fornite da tv e giornali, le insopportabili nefandezze della classe dirigente di questo popolo. Il calcio è una storia da bar, da osteria, se ne parla con l'autista sull'autobus, col collega di lavoro, con il vecchio accanto alla fila alle poste. E' una vera realtà totlizzante. Al cospetto del discorso futebol tutti gli altri soccombono miseramente, per importanza e attenzioni ricevute. |
Detto questo, è necessario far presente la situazione del tifo in casa Benfica. Allo stadio Da Luz (magnifico impianto avveniristico) nelle curve s'incontrano le famiglie con bimbe al seguito, che strillano quando Nuno G. o Pedro Mantorras toccano la palla, s'incontra il vecchio coi denti distrutti e mangiato dall'alcol. I gruppi organizzati sono una realtà residuale e molto poco numerosa. Anche nelle partite decisive (il derby con lo Sporting, su tutte) mezza curva e più sta seduta, l'incitamento canoro è nullo, la ricerca dello scontro fisico inesistente. Non solo, le coreografie pensate durante la settimana (due teloni, uno per curva) vengono aperti male e molto prima dell'ingresso delle squadre in campo.I NoNames occupano un formaggino da cento posti, hanno bandieroni e due aste decenti, ma hanno un grande problema: la loro area è un vero ricettacolo per tossici, disperati e comunità africane chiuse e incazzate (il Benfica è anche la squadra delle colonie). Tutti i fortissimi contrasti sociali del paese sono rappresentati in curva, nelle loro sfaccettature più tragiche. I visi sono quelli dei veri avanzi sociali. S'intenda, non è tutto così, ci sono anche casuals e gente a posto, che sgrana gli occhi quando gli dici che vieni da Roma, ma con un numero così basso di tifosi, quelle brutte presenze mettono in cattiva luce il tutto. Che dire poi dei Diablos Vermelhos, ho letto verie definizioni, vi dico solo una cosa riguardo loro: vendono il loro materiale, ma tutto il loro materiale, nei negozi ufficiali del Benfica e dell'Adidas. Vivono un vero scollamento dall'essere ultras e passano ad essere fenomeno di costume, rfeminescenza di qualche banditismo da celebrare sul vestiario dei ragazzini, come si fa con la maglietta dei pirati. Quello fornito da loro è uno spettacolo disgustoso per chiunque abbia conosciuto, anche cinque minuti, il movimento ultras e le sue problematiche. Il popolo qui non si sente rispecchiato dai gruppi. I ragazzi di Lisbona spesso schifano l'ambiante, e i bambini non guardano dalla tribuna la curva con gli occhi gonfi come facevamo noi dalla Tevere. Noi pensavamo che dietro quello striscione lungo e rosso, quelle facce, quelle voci erano la Roma, qui questa identificazione non esiste. La folla si emoziona in piazza e si dà voce col passaparola "S.L.B. S.L.B. S.L.B. (Sport Lisboa Benfica) o Glorioso S.L.B." La festa vera è nelle strade. |
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Nel
1978 la Coppa Campioni andò al Liverpool del furetto Dalglish, lo
scudetto alla Juventus di Trapattoni e la Coppa Italia all'Inter di Bersellini.
I tifosi della Roma sono autorizzati a fare i debiti scongiuri. Paolo Di Benedetto |
PER LA RICERCA SULLA SCLEROSI MULTIPLA. ricavato della vendita all'asta delle magliette autografate dei famosi fuoriclasse giallorossi Totti, Montella, Cassano, Curci, Chivu e De Rossi. Fino a martedì 31 maggio, sarà possibile partecipare all'asta online sul sito E-Bay per acquistare i preziosi indumenti dei giocatori romanisti. Assicurarsi le ambite maglie del capitano e dei suoi compagni di squadra è semplice: basta andare sul sito www.ebay.it <http://www.ebay.it> e dall' homepage entrare nella sezione "beneficenza" e poi ciccare su "oggetti per AISM". Anche quest'iniziativa, realizzata grazie al supporto di Mazda e del suo programma "Mazda Loves AISM" si colloca nell'ambito della VI edizione della Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla, promossa dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla e quest'anno dedicata ai giovani. Con la Settimana di informazione sulla malattia l'AISM, quest'anno, intende rivolgersi a tutti i giovani per informarli sulle problematiche legate alla malattia attraverso una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi. In occasione della "Settimana", infatti, TIM, Vodafone, Wind, 3 e Telecom Italia sostengono la raccolta fondi con gli SMS solidali. Fino al 31 maggio "contro la sclerosi multipla invia un tuo messaggio": se sei un cliente TIM, Vodafone, Wind, 3 e Telecom Italia (solo da telefono abilitato) puoi inviare un SMS al numero 48583 al costo di 1 EURO. Inoltre, dalla tua linea di Rete fissa Telecom Italia, puoi chiamare lo stesso numero 48583 per donare 2 EURO. Il ricavato, IVA esclusa, verrà interamente devoluto alla ricerca scientifica sulla sclerosi multipla |
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Su SKY TV è stato detto quest'oggi che Rosella Sensi, dopo (ovviamente) la partita di domenica, ufficializzerà l'arrivo di Alessandro Moggi come Direttore Sportivo. Questo il "progetto" che ci renderà definitivamente schiavi. Magari quinti in classifica invece che dodicesimi. Ma servi dei padroni del calcio. Se la notizia è vera, credo che sia ora di farsi sentire sul serio. |
Per sapere - premesso che: - venerdì 13 Maggio allo stadio Bentegodi di Verona, per il campionato di serie B, si è svolta la partita Verona-Perugia; - la rappresentanza dei tifosi perugini, era presente in tre gruppi organizzati, i quali, fin dal momento in cui sono scesi dai pullman si sono resi conto che l'atmosfera era parecchio tesa, ed hanno, quindi, assecondato le richieste che venivano loro fatte: riportare nei pullman le bandiere sgradite, togliere le aste considerate pericolose; - durante il filtraggio ai cancelli di ingresso la tifoseria perugina ha assistito a scene di razzismo nei confronti di un ragazzo nigeriano che fa parte di uno dei gruppi organizzati di Perugia: "durante le perquisizioni abbiamo udito commenti e battute sul colore della pelle di questo ragazzo da parte degli agenti di Polizia"; - durante la gara, a parte il vergognoso comportamento del pubblico veronese nei confronti dei giocatori di colore, non si sono registrati comportamenti provocatori da parte dei tifosi perugini contro le Forze dell'Ordine. I tifosi hanno vissuto la loro partita, esultato per la vittoria, e, a fine partita, erano pronti a ritornare sui pullman. E qui sono cominciate a precipitare le cose, in un primo momento, ancora sugli spalti, gli agenti hanno cercato di rimuovere lo striscione di uno dei tre gruppi organizzati della tifoseria perugina, suscitando le proteste di tutti, compresi gli agenti della questura di Perugia che li seguono in trasferta; - dopo questo episodio la situazione sembrava tornata alla normalità, ogni gruppo ha rimosso il proprio striscione e raccolto il materiale coreografico, e cominciato a scendere le scale per uscire dagli spalti. A questo punto i tifosi vengono aggrediti con un furore ingiustificato dal reparto che prestava servizio nel settore ospiti. I ragazzi increduli raccontano "non c'erano veronesi in vista, o almeno noi non ne abbiamo visti, non c'era motivo di scatenare una carica, e nonostante questo sono partiti ed hanno cominciato a picchiare chiunque fosse nelle vicinanze, uomini ragazzini e donne, senza risparmiare nemmeno gli agenti della questura di Perugia che chiedevano spiegazioni e cercavano di riportare la calma. Chi ha avuto la sfortuna di cadere a terra nella calca che si è creata per uscire e raggiungere i pullman, è stato preso ammanettato e portato in questura. Un funzionario in borghese si accaniva in modo particolare su donne e ragazze, e quando gli è stato chiesto di identificarsi non ha risposto e se ne è andato. Abbiamo percorso i duecento metri che separavano lo stadio dai nostri pullman a forza di calci e manganellate. Una volta saliti tutti quanti dentro i mezzi, pronti per partire, abbiamo notato che la Polizia circondava uno per uno tutti i pullman, a quel punto alcuni esponenti delle Forze dell'Ordine sono saliti sui mezzi cercando, testuali parole, "il negro di merda". Più volte davanti alle nostre facce sbigottite hanno ripetuto "tirate fuori il negro di merda" "dateci il negretto che ci pensiamo noi" "portateci il negro che gli facciamo cambiare colore". Di fronte al nostro tentativo di difesa di questo ragazzo, che è consistito nel gridare a questi signori che eravamo tutti uguali e che eravamo tutti neri, ci siamo sentiti rispondere che dovevamo scendere uno per uno in modo da smettere di nasconderlo dicendo, altre testuali parole, "muovetevi terroni di merda altrimenti oggi vi ammazziamo tutti". Siamo dovuti sfilare uno per uno davanti agli uomini della Polizia, in quel momento eravamo seriamente preoccupati per il ragazzo di colore che stavano cercando, perché visto il momento di tensione e il modo in cui ci hanno trattato, temevamo per la sua salute se lo avessimo consegnato"; - nonostante i tentativi dei tifosi perugini di nasconderlo, il ragazzo nigeriano è stato trovato, ammanettato, caricato in macchina e portato in questura, dove lo hanno arrestato con le accuse di lesioni resistenza e offese a pubblico ufficiale. A tutti i presenti è stato chiaro che il motivo dell'arresto era un altro, il colore della sua pelle; - oltre al ragazzo nigeriano, altri cinque ragazzi sono stati portati in questura, con l'unica colpa di aver tentato di scappare o di difendersi dalla carica immotivata a cui erano sottoposti. Ad oggi in carcere a Verona ci sono due ragazzi, il nigeriano e un altro ragazzo, il quale scappando dalle botte che arrivavano da tutte le parti è caduto e si è lussato una spalla -: - quale sia stato il motivo che ha scatenato la carica delle Forze dell' Ordine nei confronti della tifoseria perugina; - come sia possibile che rappresentati dello Stato Italiano inscenino una "caccia al negro" in piena regola; - quali iniziative intenda porre in essere perché venga fatta luce sugli episodi di razzismo nei confronti del ragazzo nigeriano; - quali iniziative intenda adottare affinché episodi del genere non abbiano più a verificarsi. |
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