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" AL DI FUORI DI ROMA NON C'E' NULLA DI BELLO NEL MONDO" Johann Joachim Winckelmann, 1756 (archeologo e filologo, nonché massimo teorico mondiale del'estetica neoclassica) http://www.forumcommunity.net/?c=6020 |
Radio Città Aperta 88.90 FM tutte le maledette domeniche dalle 19 alle 21 |
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DOPO IL GOL |
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presso l’Aula Magna della facoltà di Scienze della Comunicazione (Caserma Sani di Via Principe Amedeo 184 a due passi da Piazza Vittorio Emanuele) Gli studenti della sapienza incontrano: Giancarlo Abete, vice presidente FIGC. Ilaria D’Amico, giornalista sky. Claudio Lotito, presidente SS Lazio. Damiano Tommasi, calciatore As Roma membro associazione italiana calciatori. Franco Baldini, direttore sportivo. Francesco Tagliente, responsabile dell' Osservatorio delle Manifestazioni Sportive. Roberto Giachetti, deputato. Antonio Mussino, Professore de la Sapienza. L’Italia è una delle finaliste per l’assegnazione degli Europei del 2012. Manca poco più di un anno alla decisione finale. Scopriremo insieme i punti forza e di debolezza della nostra candidatura, come il calcio italiano si stia evolvendo in questi anni e quale sia l’approdo finale. Sicurezza negli stadi, privatizzazioni degli impianti, investimento nei vivai, etica dello sport, gestione dei diritti televisivi e prospettive economiche: è questa l’occasione che aspettavamo per ridare slancio allo sport più amato dagli italiani.Un pomeriggio per parlare di calcio all’università. Vi
invitiamo a partecipare numerosi!
Per
informazioni:
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Hotel Brun, vicino a San Siro, vigilia della partita Inter-Roma. Qui spesso vengono le squadre che devono affrontare Milan e Inter. Uno dei nostri amici giallorossi ci aspetta nella hall. E' seduto assieme a Totti, Bruno Conti, Montella, De Rossi, Chivu, Mancini, Perrotta, Taddei, eccetera (o forse è uno di loro, per la sua incolumità personale non possiamo dirlo): non è un giocatore da copertina, ma è comunque un bravo professionista. Appena ci vede si alza e ci sediamo a qualche tavolo più in là. E' teso, deve parlare, deve sfogarsi. Basta che gli chiediamo come sta e lui si lancia in un monologo che ha dell'incredibile solo per chi non conosce l'ambiente calcistico romano. Ascoltatelo, come abbiamo fatto noi. "Non ce la faccio più. Sento che sto per esplodere, anche se il più delle volte mi sento svuotato, senza stimoli. L'unica voglia che ho è quella di scappare il più lontano possibile da Roma e dalla Roma. Tutto va male, tutto. La squadra è scarsa: come facevano a pensare che si potesse lottare per le prime posizioni, quando con la stessa squadra l'anno scorso abbiamo appena evitato la retrocessione? I tifosi ci massacrano, prima del derby ci hanno fatto capire, in tremila, che se avessimo perso ci avrebbero ammazzato. Come si sa abbiamo pareggiato, ma ieri ci hanno detto che se perdiamo contro l'Inter accadrà lo stesso. La società non solo non ci difende, ma ci fa del male, volutamente, tramite la stampa locale. So che pare una follia, anche raccontata a chi vive di calcio come voi, ma ci sono dei dirigenti che gonfiano qualsiasi cosa, facendo affermazioni false, per influenzare in modo scientifico i giornalisti. Perché? Semplice, così la colpa è nostra e non della società. Un esempio? A Empoli Chivu ha preso una botta al tallone, niente di grave. Cosa hanno scritto? Che ha una distorsione alla caviglia. Il giorno dopo i tifosi gli dicono che si fa sempre male, che è uno molle. Un altro esempio? Il contratto di Cassano: gli stessi dirigenti ad Antonio dicono una cosa, ai giornalisti un'altra. E così agli occhi della gente quello che fa la brutta figura, il mercenario, risulta essere Cassano. Un altro esempio ancora? Quello che viene fatto con i giovani: un giorno fenomeni, il giorno dopo scarsi. E non è la stampa a cambiare idea da un giorno all'altro, ma proprio chi qui dentro lavora e dovrebbe avere un minimo di coerenza. In questo quadro come fa un giocatore a sacrificarsi davvero per la Roma? Gli stessi dirigenti hanno detto ai giornalisti-amici che sono in quattro, i veri colpevoli dell'andamento cattivo della squadra: Mancini, Chivu, De Rossi e Montella. Ovvio che poi i tifosi, soprattutto quelli volgari e violenti, se la prendano con loro: se io fossi uno di questi quattro aspetterei solo il momento giusto per andarmene. Anzi, lo aspetto lo stesso. Prima del derby le nostre macchine sono state colpite, ci hanno sputato addosso. Poi arriva in macchina Totti e tutti lo baciano, lo adorano. Ma come, per lui sempre baci e per noi sempre sputi? Ma a Roma è così, Totti verrà sempre considerato il migliore, l'unico senza colpe. Alla Roma comandano gli ultras, è pazzesco. Le radio romane dicono quello che vogliono gli stessi tifosi, poi così anche i giornali: senza il minimo senso critico, senza andare a vedere se il personaggio tanto amato dai tifosi sta facendo il furbo. Tremendo. Mancini in estate non ce la faceva più, è arrivato a un punto tale da andare da solo a Milano, alla sede di calciomercato, per cercarsi una squadra. Ha rischiato il linciaggio, al suo ritorno. Tre giorni prima del derby abbiamo giocato a Tromsoe, in Norvegia, in Coppa Uefa. Un freddo cane, molti titolari non hanno giocato e qualcuno è stato in panchina. Un freddo cane, preso inutilmente, se Spalletti non aveva comunque intenzione di far giocare certi elementi. Poi hanno deciso di non tornare subito a Roma, bensì il giorno successivo, a poco più di 48 ore dal derby. Ma come, ci siamo addormentati alle tre del mattino e alle sette ci siamo dovuti svegliare? Poi abbiamo preso un aereo dove non c'era spazio per muovere i piedi, tutti avevamo dei dolori quando siamo scesi, anzi, dico di più, nel secondo tempo del derby sono tornati i dolori. Roma sarà anche una bella città, se sei un turista o una persona normale, ma io non riesco più ad andarci. Vorrei scappare, ma come tutti quelli che vorrebbero scappare ho un contratto. Fortunato Cassano ad essere in scadenza....Veniamo descritti come mercenari, ma in realtà accettiamo di prendere i soldi quando capita e alle condizioni che la società ci propone: solo che nessuno lo scrive. Poi si chiedono perché tutti vogliamo andarcene alla Juventus, al Milan o all'Inter. Il vero problema è che queste tre società non ci cercano...''. Dominique
Antognoni
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Derby, notte di botte e denunce Finiscono nei guai ventuno tifosi giuliesi e quattordici teramani Mai più derby di notte. Le Forze dell’Ordine lo chiederanno con forza non solo perchè di notte è più difficile controllare certe situazioni ma anche perchè in campo scende anche l’alcool. La maggior parte dei tifosi fermati erano in stato di ebbrezza. E questo non facilita di certo la loro posizione. Al momento la Questura, nel primo rapporto inviato in Procura, ha segnalato e denunciato 21 tifosi del Giulianova e 14 del Teramo. I reati sono gravi: per la prima volta compare l’”istigazione a delinquere”, seguito da incitazione alla violenza e poi ancora danneggiamento che, in questo caso, appare come il reato minore. Ma l’elenco delle persone coinvolte potrebbe allungarsi dal momento che, come dicono in Questura, si stanno ancora vagliando le posizioni personali di alcuni tifosi e si stanno visionando i filmati che anche in questa circostanza sono stati girati dalle Forze dell’Ordine, sia polizia che carabinieri. Tra i denunciati ci sono dieci minorenni e di questi sette sono di Giulianova. Non ci sono stati feriti gravi, solo un tifoso giallorosso si è fatto medicare dal personale dell’ambulanza del 118, che era di servizio allo stadio. Quanto avvenuto è limitato a prima dell’inizio della gara quando un gruppo di tifosi giuliesi è arrivato alla stazione di Teramo in treno. Sostengono che non c’era nessuno a scostarli. La Questura replica che c’erano agenti in borghese e che, in ogni caso, all’inizio del gruppo, c’era un’auto dei carabinieri. Rispondono i tifosi giuliesi: l’auto del carabinieri, con lampeggiante acceso, arriva a in corrispondenza di Porta Madonna ed abbandona il gruppo. E qui a qualcuno è venuta la malaugurata idea di transitare lungo corso Cerulli e De Michetti e quindi in centro invece di svoltare a sinistra e incolonnarsi sulla circonvallazione. In centro ci sono stati gli scontri con i tifosi teramani, che appaiono all’improvviso muniti di sassi e bastoni. Secondo la Questura questo transito in centro ha suscitato grande disagio e preoccupazione tra cittadini e commercianti, alcuni dei quali chiudevano le serrande dei propri negozi. Nello scontro tra supporters giuliesi e teramani sono finiti in frantumi i parabrezza di due auto in sosta, sono stati divelti cestini portarifiuti e rovesciati cassonetti. Sono stati lanciati sassi e un bastone che ha raggiunto al volto il vice questore Matteo Del Fuoco ed anche un grosso pentolone d’acciaio. Tutti i ”protagonisti” sono stati accompagnati in Questura per essere identificati. Il sindaco di Teramo Chiodi invita la magistratura «ad utilizzare un metro rigoroso per scoraggiare il ripetersi di tali situazioni». |
«È
stata una prestazione vergognosa, questi non sono degni di
vestire la maglia giallorossa. La dovrebbero sentire addosso come una seconda pelle, e invece vestono quella maglia come fosse una camicetta qualunque. E io mi incazzo da morire...». Non usa mezzi termini e non fa sconti Giacomo Losi, core de Roma, 15 anni con la Roma e mai un passo indietro quando stava in campo. È intervenuto ieri a "Tutta la vita": «Dopo una vittoria parlano di scudetto, si vergognino. Ieri hanno perso una partita contro una squadra di... pizza e fichi. Con tutto il rispetto non esiste che la Roma si faccia maltrattare da Siena ed Empoli, avendo la superiorità numerica, per giunta». E
allora?
Salva
qualcuno tra quelli che sono scesi in campo ad Empoli?
Forse
a gennaio bisognerà pensare a vendere...
Sbaglia
anche la tifoseria,quindi?
Come
dice Montella, sono sopravvalutati?
Arriva
il derby, cosa accadrebbe in caso di sconfitta?
Sembra
ci sia quasi paura di giocare. Il derby è una paura in più?
Dovrebbero
sentirla i giocatori della Roma.
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Sabato
15 ottobre 2005 circa 750 tifosi del Cesena si recano, nel pomeriggio,
a Piacenza, allo stadio Garilli, per assistere alla partita di calcio Piacenza-Cesena
delle ore 16:00, valevole per il campionato di serie B 2005-2006. Quello
che segue è il resoconto di quanto successo quel pomeriggio. Quello
che i media non hanno saputo, voluto o potuto riportare.
I
tifosi del Cesena che si presentano allo stadio sono fatti oggetto di un
primo, sommario controllo – documenti di identità e biglietto –
da parte degli steward presso la prima barriera. Successivamente c’è
la perquisizione fatta da agenti di Polizia e Carabinieri. Dopo 50 metri
la seconda barriera, dove un secondo gruppo di agenti procede a una seconda
perquisizione e alla seconda richiesta di esibizione di biglietti e documenti.
Superata questa seconda barriera, ci si immette nel corridoio – sempre
esterno allo stadio – che conduce agli ingressi della curva ospiti. Davanti
agli ingressi gli steward controllano un’altra volta i biglietti, indirizzando
i tifosi verso il settore di curva indicato dal numero stampato sui biglietti.
A questo punto i tifosi entrati in curva ospiti si ritrovano divisi in
due gruppi, uno nel settore di sinistra, l’altro in quello di destra. I
due settori sono divisi da una rete. Molti gruppi di amici, e alcune famiglie,
si ritrovano divise fisicamente, con l’impossibilità di assistere
insieme alla partita, questo perché il filtro degli steward non
ha funzionato a dovere. Mentre qualcuno indirizzava al settore indicato,
altri si limitavano a strappare i biglietti senza considerare quanto facevano
i colleghi.
A
quel punto nel piazzale di ingresso si ritrovano circa 50-70 tifosi del
Cesena insieme agli agenti di Polizia, ai Carabinieri e agli steward. I
tifosi discutono con i responsabili delle forze dell’ordine chiedendo di
far entrare i due striscioni e i tifosi sprovvisti di documento, ma con
i biglietti. Per i due striscioni le forze dell’ordine non transigono.
Le parole del Vice Questore di Piacenza sono: “Se volete, potete denunciarmi,
ma gli unici striscioni che possiamo fare entrare sono quelli che hanno
un chiaro ed esplicito riferimento alla partita di calcio. Altri striscioni
non devono essere fatti entrare, queste sono le nuove normative”.
Siamo ormai oltre la metà del primo tempo e si prende la decisione di andarsene, di tornarsene a casa. Se non possono entrare quegli striscioni, non si vuole restare. A questo punto, però, tranne una decina di tifosi, tutti gli altri sono dentro, in curva, o sulle scale di uscita. Si forma subito una gruppo di circa 30 persone che si dirige ai cancelli per uscire. I cancelli però sono chiusi, con i lucchetti. E gli steward questa volta non vogliono aprire. Ai tifosi che spiegano l’intento di voler tornare a casa gli steward rispondono: “Non possiamo, le FdO ci hanno intimato di chiudere i cancelli e di non aprire a nessuno per alcun motivo”. Chiediamo di parlare con gli ufficiali delle FdO. Si presenta un ufficiale di Polizia, al quale chiediamo di aprire. Lui ne chiede il motivo, al che qualcuno dice che si vuole tornare a casa. L’ufficiale mostra indifferenza, gira i tacchi e si allontana sordo ai richiami di chi vuole uscire dallo stadio e andare via. 750 persone, cittadini italiani, tal seguito di una squadra di calcio, si trovano così chiusi a chiave, dentro una curva, privati della libertà di poter scegliere di uscire e andare a casa. Per i due striscioni non resta altro che appenderli nella parte esterna dello stadio, davanti agli ingressi della curva ospiti. Gli animi si scaldano, e si verificano a questo punto i primi segnali di tensione tra i tifosi che vogliono uscire e gli steward ai cancelli. Saranno gli stessi tifosi rimasti fuori a riportare la calma, intimando a quelli dentro di non cedere alla rabbia e alle provocazioni che partivano dagli steward. A circa 15 minuti dalla fine i cancelli vengono aperti, e sia gli steward che le forze dell’ordine abbandonano la scena, allontanandosi dal piazzale per portarsi più distanti di 50 metri verso la gradinata. A 15 minuti dalla fine, non ci sono più regole da far rispettare, documenti da controllare, striscioni ammessi e non, steward strafottenti. Alcuni tifosi staccano i due striscioni dalla cancellata esterna per portarli in curva, dove vengono esposti e dove raccolgono l’applauso degli stessi tifosi piacentini. Malgrado la tensione, la rabbia e la frustrazione accumulata in quelle ore, i tifosi, a fine partita, si allontanano dallo stadio senza creare alcun tipo di problema alle forze dell’ordine. Questa sintentica ricostruzione è fatta su dati il più possibile oggettivi e, in diverse sue parti, può essere ricostruita e confermata attraverso testimonianze dirette di alcuni protagonisti, oltre che da fotografie e videofilmati. Le conclusioni alle quali giungiamo sono le seguenti: MANCANZA
DI RISPETTO DA PARTE DEGLI AGENTI DI P.S.
MANCANZA
DI PROFESSIONALITA’ E DI RISPETTO DA PARTE DEGLI STEWARD
MANCATA
APPLICAZIONE DELLE NUOVE NORME IN TERMINI DI SICUREZZA ALLO STADIO
SEQUESTRO
DI PERSONA?
Insomma, sabato 15 ottobre 2005, un numero consistente di CITTADINI ITALIANI, è stato privato delle più elementari libertà garantite dalla Costituzione e dal nostro complesso giuridico di norme, quali ad esempio la libertà di espressione del pensiero e la libertà di movimento. 750 persone sono state rinchiuse a chiave con i lucchetti. Si sono ritrovate in gabbia per oltre 90 minuti. Vorremmo che qualcuno ci spiegasse sin dove può arrivare la necessità di garantire la sicurezza, e se questa necessità non vada a ledere i più elementari diritti civili. Cosa sarebbe potuto succedere se quel sabato pomeriggio, nella curva ospite, si fossero verificati degli incidenti? Cosa potrebbe succedere a 750 persone – tra cui donne e bambini – che cercano di fuggire giù per una scala e che si trovano, ad accoglierli, cancelli chiusi con i lucchetti. Non è allarmismo. Sappiamo bene che episodi come incendi, cedimenti strutturali, disordini, ecc. non sono da ritenere così lontanamente improbabili. O dobbiamo invece pensare che serrare con lucchetti una gabbia, mentre dentro 750 persone stanno assistendo a una partita, rientra in un piano atto al garantirne la loro sicurezza? Qui
vi sono tutti i presupposti per una precisa e dettagliata denuncia. Dal
momento in cui le nostre sensazioni saranno supportate anche dal parere
di un legale, ci riserveremo la decisione di procedere, con tutti gli strumenti
che la legge ci mette a disposizione, per denunciare quello che riteniamo
possa costituire ipotesi di reato e comunque un’inacettabile violenza alle
libertà personali.
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"(ANSA)
- BUCAREST, 17 OTT - La polizia di
Bucarest ha arrestato 30 persone per gli incidenti avvenuti durante la partita di campionato fra Dinamo Bucarest e Cluj. A provocare gli scontri fra teppisti e forze dell'ordine e' stato il modo in cui i poliziotti avevano bloccato una persona che era riuscita ad 'invadere' il campo al 75' di gioco. Tutti gli arrestati sono anche stati multati con cifre che vanno da circa 35 a 100 euro" |
arresti per violazioni alla legge Pisanu sulla violenza negli stadi per gli incidenti durante il match Gallipoli-Andria. Dopo gli undici teppisti andriesi arrestati ieri sera dopo la partita di calcio di C2 girone C, nel corso della nottata sono stati fermati anche otto sostenitori del Gallipoli
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OGGI TIFOSO DEL PONTE PRETA UCCISO DA SOSTENITORI DEL SAN PAOLO E' salito a tre il bilancio dei morti in seguito al grave weekend calcistico brasiliano. Oggi, nella citta' di Campinas, a 100 chilometri da San Paolo, il 28enne Anderson Thomas, tifoso del Ponte Preta, e' stato aggredito e ucciso da alcuni sostenitori del San Paolo mentre cercava di acquistare dei biglietti per la partita di mercoledi' tra le due squadre. Il giovane, secondo la polizia, sarebbe deceduto a causa delle lesioni riportate al cranio. Dopo il fatto le forze dell'ordine hanno arrestato 7 persone riconoscendone colpevoli del brutale pestaggio. Ieri, in occasione dell'1-1 scaturito dal match clou tra Corinthians e Palmeiras, a San Paolo erano stati registrati altri due omicidi di tifosi. |
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OSPEDALE SANDRO PERTINI Via dei Monti Tiburtini n.385, dalle ore 8.00 del 18 e 19 Ottobre 2005. Grazie. |
(ANSA) -CATANZARO,17 OTT -Cinque tifosi del Crotone sono rimasti feriti, non in maniera grave, in tafferugli prima del derby Catanzaro-Crotone, posticipo di serie B. E' accaduto non lontano dallo stadio. I sostenitori del Crotone si stavano dirigendo all'impianto quando hanno incontrato un gruppo di tifosi giallorossi, con i quali sono venuti a diverbio. Alcuni supporter del Catanzaro avrebbero lanciato oggetti contro un furgone e alcune automobili dei tifosi del crotone. Le due tifoserie sono tradizionalmente rivali. |
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LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO:
La Polizia ha arrestato una decina di ultras dell’Andria dopo gli incidenti avvenuti durante la partita. Fermati ed ascoltati anche teppisti salentini. La partita è stata sospesa per 25 minuti ed è poi finita 3-0 per i padroni di casa Una decina di ultras dell’Andria (non si è appreso il numero preciso) sono stati arrestati dalla Polizia per gli incidenti avvenuti nel corso dell’incontro con il Gallipoli. Non si sono saputi i reati che sono stati loro contestati nella Questura di Lecce, dove erano stati condotti insieme con numerosi altri sostenitori dell’Andria (un’ottantina), poi rilasciati. Al vaglio degli investigatori è adesso la posizione di diversi teppisti di Gallipoli. – Scontri tra teppisti, lancio reciproco di sassi, campo invaso da spettatori in fuga e da altri che cercavano di mettersi in salvo, squadre ed arbitri in fuga negli spogliatoi, partita sospesa per 25’, infine ripresa e conclusasi con la vittoria del Gallipoli sull’Andria per 3-0. È stato un pomeriggio di inaudita follia quello nel derby pugliese salentino-murgiano di C2 girone C che ha vissuto i momenti più drammatici al 12’ della ripresa, con i padroni di casa in vantaggio per 2-0. Il bilancio, provvisorio, è di tre persone (tra le quali due poliziotti) contuse. Ingenti i danni all’impianto e ad automobili. Sino al 12’ del secondo tempo il migliaio di gallipolini e i circa 200 sostenitori andriesi ospitati in curva Sud, controllati da uno sparuto numero di forze dell’ordine, si erano limitati a reciproci quanto offensivi sfottò. Poi alcune decine di teppisti del Gallipoli sono usciti dallo stadio, hanno raggiunto l’ingresso della curva Sud, ed hanno cominciato a lanciare sassi contro gli andriesi. Questi hanno risposto agli aggressori utilizzando le stesse pietre. Alcuni di loro hanno allora invaso il campo: qualcuno per mettersi in salvo, altri, con il volto coperto con sciarpe biancoazzurre (i colori sociali dell’Andria) ed armati con spranghe di ferro, per raggiungere i tifosi giallorossi gallipolini che erano dall’altra parte dello stadio per farsi giustizia. L’arbitro e i giocatori si sono rifugiati allora negli spogliatoi. Per tanti minuti l’erba di Gallipoli è diventata un’arena. Le forze dell’ordine sono riuscite a riprendere il controllo della situazione solo dopo l’arrivo di rinforzi in tenuta antisommossa. A quel punto la partita, trascorsi 25’, è ripresa con il Gallipoli che ha segnato un altro gol confermandosi capolista. |
Adriano
Galliani spiega la contestazione subita
alla fine della vittoriosa partita del Milan a Cagliari. “Nessuna contestazione, anzi. Mi hanno applaudito poi, quando sono arrivato davanti a loro, parte della curva ha inveito contro la Lega pensando che sia la Lega a fissare i prezzi dei biglietti di Cagliari a 30 euro. Ma qui i prezzi sono liberi, non li facciamo noi. Mi hanno anche applaudito come dirigente milanista, mentre come vicepresidente di Lega se la sono presa con il decreto Pisanu” . |
LA
NAZIONE
FIRENZE, 17 OTTOBRE 2005 - Una settantina di tifosi della Fiorentina, del Verona e del Milan hanno partecipato sabato notte a una maxirissa nel quartiere di Santa Croce che si è trasformata in un’aggressione agli equipaggi di quattro volanti della polizia che erano intervenuti per riportare la calma. Gli agenti sono stati circondati, insultati e minacciati. Nei tafferugli, gli otto poliziotti sono rimasti leggermente contusi e feriti, ma alla fine, anche con l'ausilio di alcuni carabinieri chiamati in rinforzo, sono riusciti a disperdere gli aggressori. Quattro giovani sono stati arrestati per rissa, violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e uno di essi, una volta portato in questura, ha cercato inultimente di strappare la pistola dalla fondina di un agente. La dinamica degli scontri, durati circa quaranta minuti, non è stata ancora chiarita. Per ora c’è solo la ricostruzione di un giovane che ha sporto denuncia. Egli era su una Golf grigia, guidata da un amico. Alle 2,20, così ha raccontato, la loro auto è stata bloccata da una ventina di giovani in piazza Peruzzi, a poche decine di metri da piazza Santa Croce. Secondo la segnalazione arrivata poco dopo in questura, il gruppo di persone a piedi aveva costretto gli occupanti della Golf- almeno due, fra cui uno degli arrestati, a scendere e, ritenendoli tifosi milanisti, li avevano aggrediti e picchiati, danneggiando gravemente l'auto e rubando al suo interno un giubbotto e un cellulare di uno di loro e sfilando le chiavi dal quadro dell’accensione. All'arrivo degli agenti, però, la massa di giovani — diventati nel frattempo una settantina, di cui almeno 50 avevano il viso coperto da sciarpe con i colori della Fiorentina e del Verona (le due tifoserie sono saldamente gemellate) — si è rivolta contro di loro. Sono volate bottiglie e bicchieri di vetro e la situazione stava diventando rischiosa. I poliziotti hanno dovuto chiedere l’intervento delle ‘gazzelle’ dei carabinieri. Con l’aiuto di alcune pattuglie del nucleo radiomobile dell’Arma, sono riusciti a disperdere la folla minacciosa e ad arrestare quattro degli aggressori. Uno di essi — A. M., 25 anni, di Foggia, ma residente a Prato — era uno dei presunti tifosi milanisti aggrediti all'inizio degli scontri. Appena portato in questura con gli altri, avrebbe cercato inutilmente di impossessarsi della pistola di uno degli agenti. Gli altri tre sono fiorentini: A. M., 27 anni; C. Z., 22; e D. G. S. 21. La polizia, coordinata dal pm Emanuele Bonfiglio, sta cercando ora di chiarire meglio la dinamica della prima fase dell'episodio e, soprattutto, i motivi dell'aggressione agli occupanti della Golf. |
Lo
FC United, la squadra costituita dai tifosi del Manchester United infuriati
per la presa di possesso del club dal magnate americano Malcolm Glazer,
ha vinto il 13.08.2005 la sua prima partita per 5-2 nella seconda divisione
della Lega delle Contee del Nord Ovest.
La partita di Staffordshire era contro il Leek County Old School Boy's Club. Il calcio d'inizio è stato ritardato a causa dell'enorme afflusso di folla, con circa 2000 tifosi dell'FC United in trasferta. Il manager dell'FC Inited Karl Marginson ha detto che nonostante la scalata al club di Glazer, a molti tifosi piacerebbe comunque vedere la partita della squadra in trasferta con l'Everton. Gli oppositori di Glazer hanno contestato l'indebitamento che è stato fatto da Glazer per prendersi la società. I piani di Glazer prevedono un incremento degli utili del 52% entro il 2010. I tifosi hanno deciso di boicottare le partite del Manchester United matches e i suoi prodotti, ed i prodotti di ogni marca associata al club. Marginson ha detto che non è stata solo la scalata di Glazer che ha portato alla formazione dell'FC United. "Molti tifosi si sono stufati negli ultimi anni quando gli hanno detto che non possono cantare, devono stare seduti e non possono alzarsi" ha detto. "Le
cose che sono stati soliti fare per anni, andare nello Stretford end, stare
insieme e cantare con i propri compagni, riusciremo probabilmente a ridargliele".
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quante donne Ti avranno invidiato! Tutte loro hanno uno, due, tre, magari anche quattro figli…. E tu di figli ne hai ventimila! Li conosci tutti per nome e se gli ultimogeniti non hai fatto in tempo a conoscerli, a parlargli, loro comunque conoscono Te e Ti hanno voluto bene. Luisa, quante persone Ti hanno ammirato! La vitalità e l’energia che Ti portavano a macinare chilometri sfiancando giovincelli che potevano essere i nipoti dei Tuoi nipoti non poteva non essere ammirata. Luisa, quanti ministri, quanti deputati – se ci vedessero ora - si roderebbero il fegato per capire com’è possibile che al momento del Tuo arrivederci ci siano così tante persone…. Siamo qui, Luisa, e sventoliamo in Tuo onore la nostra bandiera. E siamo sicuri, mamma nostra, che quando con il Tuo ombrellino sarai arrivata lassù, nelle braccia di Dio, sopra le nuvole, i ragazzi, i nostri ragazzi, tutti quelli che ci hanno lasciato con la Roma nel cuore, Ti avranno accolto dicendo: “A Luì, ma che la Roma oggi gioca in Paradiso?” E tu li avrai mandati a quel paese. Ciao Luisa. I Tuoi ragazzi della Curva Sud
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Luisa Petrucci a 70 anni si racconta "Un po' Mary Poppins, un po' capo ultrà" Mamma, amica e complice. Loro, i ragazzi del Commando, l'hanno raccolta a Napoli il 10 giugno scorso, dopo che un poliziotto le aveva rotto due costole a manganellate. Altro accessorio fondamentale, la sua borsa. Capiente, funzionale, serve a trasportare riviste, gadget, foto e autografi destinati ai tifosi romanisti non romani, che Luisa - Mary Poppins della capitale - incontra in trasferta, in Italia e all'estero. E per finire, il suo distintivo: una piccola spilla a forma di ombrello che indossa sempre sulle sue giacche, dalle scelte cromatiche rigorosamente obbligate. Le telecamere lo avranno inquadrato centinaia di volte, ma nessuno ci fa mai caso. Tra i fumi, le bandiere, i vessilli agitati in curva, un ombrello giallo e rosso passa inosservato. Anche a Istanbul. Che poi racconti una storia grande quanto una donna e un amore, in pochi lo sanno. Ora è stampato anche sui biglietti da visita che le hanno regalato, e che lei distribuisce a pacchi. Tutto, però, nasce da questioni meramente logistiche."Ero abbonata in tribuna Tevere - racconta Luisa, donna piccola e fiera - ma spesso non guardavo la partita perché catturata dai colori e dall'atmosfera della curva. Quando hanno rifatto lo stadio, ho voluto esserci anch'io. Da lì, il problema delle amiche: come trovarsi all'Olimpico? Così mi è venuto in mente di aprire l'ombrello. In questo modo sapevano tutti dov'ero, persino il presidente Dino Viola. Lo porto sempre con me, in casa e in trasferta. Oltre a ripararci dalla pioggia, è servito anche a evitare qualche sassata. Io non so sventolare una bandiera, allora, quando la squadra scende in campo o segna, lo apro. A dire la verità, mi ha dato anche molti dispiaceri, perché la gente ci ha ricamato su. Da giovane me ne infischiavo, ma ora mi offende sentire frasi del tipo "ma ci ha 70 anni, ndo' cavolo va?". Figlia di "Ramponcino", socio vitalizio della Roma, proprietario di una trattoria a San Lorenzo dove andava a mangiare la Roma di Bernardini prima della guerra, Luisa è diventata un personaggio: è socio e presidente onorario di molti club e tutti la conoscono. La sua casa sembra un'agenzia e lei un brooker che maneggia sogni. Ha insegnato per 35 anni in una scuola materna, è in pensione, ma tra Roma, parrocchia, sorella e nipotino è più indaffarata di prima. Per restare sull'ombrello, gliene ha regalato uno anche Rosella Sensi, amministratrice della A.s.Roma. Il padre Franco non ha gradito, perché invece del classico rosso e giallo, ha i colori fashion delle nuove divise: il blu scuro e l'arancione, con Luisa scritto due volte. "Mejo l'altro", le ha sussurrato il presidente incrociandola allo stadio. "Sono orgogliosa di essere un ultrà - è tosta, Luisa. "La sud - sostiene - è la curva più bella del mondo. Mi sono avvicinata ai ragazzi, piano piano. Avevo già 50 anni e non potevo immaginare la loro reazione. Sono splendidi, sono i figli che non ho avuto". Guai, dunque, a toccarli. "Come si fa - domanda sorpresa - a dire che sono violenti? Magari capita che ci scappi una scazzottata, ma tutto finisce lì. Forse sono io che non mi accorgo degli episodi più gravi che accadono negli anelli più bassi della curva. Io, so solo che hanno sfidato le cariche della polizia a Napoli quando hanno saputo che Luisa era rimasta a terra ferita; so solo che non ci hanno pensato un attimo e sono tornati a prendermi dentro lo stadio. Mi hanno sempre trattata come una del gruppo, io gli voglio un mondo di bene e loro ne vogliono a me. Se dimentico l'età che ho, è per colpa loro". Ma lei, nonna del socio tessera numero 1 del fan club di Francesco Totti, cosa pensa delle giovani d'oggi? "Il nostro capitano - dice guardandolo nel calendario alla parete - è bello come il sole. Certo che le ragazze se li mangiano con gli occhi, questi giocatori: piacciono perché vestono la maglia della Roma. D'altronde, in giro di ragazzi belli ce ne sono tanti. Non belli come Totti, però. Belli come Totti, proprio non esistono. Chi giudica i comportamenti dei ragazzi, e delle ragazze - conclude - spesso dimentica di essere stato giovane anche lui. Poi, c'è chi non matura mai. E chi lo sa, magari tra questi ci sto pure io". |
(ANSA)
- ROMA, 10 OTT - 'Il calo spettatori e' innegabile che ci sia (Tagliente,
responsabile dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive
della Polizia di Stati, lo nega, n.d.L.),
ma alle societa' dico - ribadisce Petrucci - che la prima cosa da fare
e' abbassare i prezzi' (beh, comodo. Il presidente
del C.O.N.I., proprietario dell'Olimpico dal quale, a suo dire, si vede
bene, dice agli altri cosa fare. Personalmente, nel momento in cui mi renderò
conto che andare allo stadio è la stessa identica cosa che guardarsela
in TV perché manca tutto il resto, e magari risparmiando qualche
euro, beh resterò a casa anche io).
'Per fare quegli stadi comodi che tutti chiedono serviranno anni - aggiunge
il presidente del Coni - quindi ora tocca alle societa': uno sport senza
pubblico e' un evento snaturato. Si puo' fare qualcosa subito, con i prezzi.
La crisi degli spettatori non dipende dagli stadi scomodi (su
questo sono d'accordo. Io vado anche nello stadio scomodo se mi fanno fare
il tifoso di calcio, non lo spettatore da teatro. Quando andavo in Sud
me ne fregavo se non vedevo bene la partita, perché avevo mille
altre cose da fare. Ora se vado in Sud e non posso fare assolutamente nulla,
almeno voglio vedere la partita, questo è il punto! n.d.L.).
Alcuni presidenti stanno esagerando con questa storia degli stadi'.
Sempre meno spettatori allo stadio, aumentano quelli davanti alla tv di MASSIMILIANO GASPERINI (www.ilmessaggero.it) ROMA
- Per cercare di capire quello che accade al calcio bisogna partire
(ANSA) - YAOUNDEE, 10 OTT - Villa saccheggiata e macchina distrutta. E' questo il prezzo pagato dal camerunense Wome per il rigore fallito al 90' contro l'Egitto. Bande di giovani che pensavano di trovare Wome nella sua abitazione hanno razziato la casa, portando via qualsiasi cosa trovassero. Eto'o ha poi aggiunto un retroscena: 'Perche' non ho calciato il rigore? Sono andato sul dischetto ma Wome e' venuto da me dicendomi che si sentiva sicuro di segnarlo. Dobbiamo accettarlo, sono cose che possono succedere'. Da Repubblica.it "Non è vero che ci sono code chilometriche: il tempo di attesa media, per entrare in uno stadio, è di circa 40 secondi" (già, ma il problema è prendere il biglietto). Parola del sottosegretario Alfredo Mantovano, intervenuto oggi al Forum di Repubblica Radio, "Norme antiviolenza, ma funzionano davvero?". Mantovano ha difeso il lavoro del Ministero degli Interni: "Sinora sono stati impiegati negli stadi 5.000 poliziotti in meno, ci sono anche tantissimi incidenti in meno (credo ci sia una singolare coincidenza al riguardo. Anche perché è l'unica cosa che è realmente cambiata, visto che il posto numerato non lo rispetta nessuno in tutta Italia!). Sono diminuiti i feriti fra le forze dell'ordine ma anche fra i tifosi". Non è d'accordo Ivan Ruggeri, presidente dell'Atalanta: "Queste norme hanno scoraggiato i tifosi". Gianni Petrucci, presidente Coni, ha invece ricordato che i club devono abbassare i prezzi dei biglietti. Stefano mi scrive: "E' una costante nel sito parlare di questo nuovo e indecente decreto Pisanu.Ti scrivo perche' ieri ho deciso di provare personalmente queste novita' e ne ho viste d'incongruenze!!! Ho deciso visto la bella giornata di sole di andare a vedere Modena Catanzaro e cosi' mi reco alle 12 e 30 ai botteghini ed eseguo a dovere tutte le disposizioni tipo documento ecc.ecc. Avevo tribuna scoperta l'equivalente della Monte Mario solo che provo ad entrare in gradinata l'equivalente Tevere. Risultato? Riesco ad entrare tranquillamente senza alcun controllo e per di piu' occupo " abusivamente " un posto non mio!!! Dovevo essere multato , diffidato ed etichettato come un violento!!! Niente di tuttto cio'. |
Nel panorama calcistico tricolore sembra essere sempre di maggiore attualità la problematica del drastico calo degli spettatori allo stadio. Proviamo ad analizzare il problema. Molti esperti del settore, nonché diverse personalità politiche, hanno espresso il loro pensiero, indicando come principali cause il cambiamento culturale del modo di vivere lo sport e la sempre maggiore offerta mediatica a cui il tifoso è sottoposto. Ma se mettiamo sotto la lente d’ingrandimento questa problematica, ci accorgiamo che i principali motivi che hanno portato la gente sempre più lontana dagli stadi, non sono questi. In fondo, la pay-tv è ormai in voga dalla metà degli anni ’90 e la diffusione del DTT (Digitale Terrestre) non può giustificare una flessione così importante dei dati di affluenza negli impianti. Anche la pista antropologica, che riconduce ad una trasformazione culturale, presenta molte lacune; infatti appena le società applicano prezzi più bassi, come per magia gli impianti tracimano, nuovamente, di sfrenata passione per i propri beniamini. Quindi le vere ragioni di questa importante quanto preoccupante disaffezione del popolo italico verso lo sport nazionale sono da ricercare altrove. L’opinione della gente, del tifo, della parte più vera di questo movimento che, ormai, è più assimilabile ad un settore industriale che ad uno sport veicolo di sentimenti e valori quasi dimenticati, porta ad una duplice spiegazione: il caro-prezzi e le nuove disposizioni anti-violenza. Ma andiamo con ordine. Secondo quanto emerge da uno studio effettuato da “La Repubblica.it”, nel breve volgere di 5 anni, i prezzi sono quasi raddoppiati, e questo fenomeno non può derivare solamente dal famigerato quanto temuto “effetto-euro”. Nel 2000 il prezzo medio per vedere una partita della Roma era 58.000 lire, ora è 45 €; l’Udinese, poi, ha solamente effettuato un cambio di moneta senza diminuire il valore nominale dei biglietti, passando da 60.000 lire a 60 €. Per non parlare, poi, dei prezzi assolutamente fuori portata, che si praticano in occasione dei cosiddetti big-match. Per il derby d’Italia, il tagliando più economico costava 50€; ma il record in questa speciale classifica spetta all’Inter con i 300€, quanto, cioè, costa una finale europea, per una tribuna di una partita di cartello. Prezzi, questi, che purtroppo non sono solamente dei casi isolati, in quanto la maggior parte delle società nella massima serie adottano, ormai, una politica similare a questa. La cosa più grave, però, è che anche i settori “popolari”, da sempre quelli che assicurano una maggior affluenza, in questi ultimi anni hanno subito un incremento notevole, arrivando a sfiorare punte di 20 €. Di fronte ad un analisi così schiacciante una domanda nasce spontanea: ma i “padroni” del calcio non ci avevano promesso che con la vendita dei diritti televisivi i prezzi dei tagliandi avrebbero subito una calo? A distanza di 10 anni, invece, non solo questo non si è verificato, ma a fronte di un aumento dei diritti tv, con il DTT, i prezzi sono addirittura aumentati. Ed allora tutto ciò a che logica risponde? Ma andiamo avanti, questione sicurezza: per questo tema si deve procedere con una duplice analisi: le condizione degli impianti italiani e le nuove disposizioni anti-violenza. Sono anni che i tifosi, da Nord a Sud, si lamentano perché lo spettacolo che si può apprezzare dagli spalti non è di grande qualità e perché, oltretutto, gli stadi sono pericolosi. Ad emblema di questo concetto si puo’ citare la situazione dello stadio Olimpico di Roma. Molti non sanno che, oltre a non vedersi nulla dalle curve (causa la pista di atletica), questo impianto, ancora oggi, riceve proroghe settimanali per essere utilizzato, in quanto non rispondente agli standard minimi prescritti in tema di sicurezza. Se non fosse stato, poi, per un iniziativa degli Irriducibili, gruppo leader della tifoseria laziale, che non più di 3-4 anni fa promosse una petizione popolare di 5000 firme per far creare le uscite di sicurezze nelle curve, la situazione sarebbe stata ancora più grave. A fronte di questo dobbiamo puntualizzare, per completezza di informazione, che detto impianto costa alle società capitoline qualcosa come 350.000 € su base mensile. Solo negli ultimi tempi, però, la maggior parte dei presidenti, cavalcando la questione sicurezza, vuole rifare gli stadi, possibilmente acquisendone la proprietà. Eppure è dal 1990 che ci portiamo dietro questo stato di cose. Perché lanciare questo allarme solo ora? Siamo certi che questa esigenza risponda unicamente alla volonta’ di tamponare i problemi e non risponda, invece, all’esigenza di tutte le società, visto lo scopo di lucro, di voler inserire nel proprio patrimonio immobiliare questo tipo di infrastrutture, con i relativi intoriti commerciali che ne potrebbero derivare dal loro sfruttamento? Capitolo disposizioni anti-violenza: dai primi dati emerge un miglioramento della situazione, con un drastico calo degli incidenti che spesso funestavano le domeniche italiane. Questo certamente è un dato positivo e non possiamo che esserne contenti, ma se, a questo punto, leghiamo tutti gli elementi sin ora visti, ci accorgiamo di una cosa: il calo del numero degli incidenti non può essere confrontato con i dati dello scorso anno, per un semplice motivo: l’affluenza dei tifosi, come unanimemente denunciato (no, Tagliente dice di no Quindi unanimamente meno uno, che però - il caso vuole - è colui che si occupa delle statistiche del fenomeno della violenza negli stadi, con qualche "piccolo" aggiustamento, come abbiamo visto n.d.L.), è crollata. Se andiamo, quindi, a raffrontare i numeri, vediamo che proporzionalmente è diminuito più il numero degli spettatori che quello degli incidenti, ergo: gli stadi si stanno svuotando! Questo è preoccupante e deve farci riflettere. Ma siamo certi che queste norme siano state studiate solo ed soltanto per far diminuire gli incidenti allo stadio? Siamo convinti, inoltre, che le disposizioni (biglietti nominativi, deleghe con tanto di codice fiscale e fotocopia di un documento di indentità) siano idonee all’obiettivo da raggiungere? Prima di arrivare alle conclusioni va aggiunto un ultimo elemento di riflessione: l’Italia si è candidata per ospitare gli Europei del 2012 e, per poter competere in questa “corsa”, bisogna che tutti i paesi ospitanti forniscano condizioni sufficienti a garantire la riuscita dell’evento. I requisiti richiesti sono fondamentalmente due: degli impianti, minimo sei, a norma UEFA (attualmente nessuno stadio italiano lo è) e delle statistiche convincenti in tema di violenza. Di fronte a questa situazione, ma soprattutto dietro a tutti gli interrogativi che ci siamo posti, si nascondono degli scenari poco edificanti per il calcio. Da diverso tempo, ormai, i tifosi hanno acquisito maggiore consapevolezza del contesto in cui sono inseriti ed hanno capito che dietro a tutte le dichiarazioni di facciata, forse in realtà, si nasconde molto di più, forse c’è una strumentalizzazione di questa che è la componente principale del calcio, forse ci sono degli obiettivi prioritari rispetto a quelli che vengono sbandierati. La conseguenze di questo tipo di percorso mentale, in parte, è la disaffezione, ormai palese, che il calcio dei bond, del doping sportivo e amministrativo sta vivendo. Ed allora, con questa analisi, vogliamo lanciare un appello: finchè si è in tempo, e di tempo ne rimane sempre meno prima che tutto il sistema collassi, si facciano dei passi indietro per avvicinarsi al calcio romantico degli anni ’70, in cui lo stadio si viveva sin dalle prime ora della mattina e calcio era principalmente sinonimo di passione e di sentimenti sani. Si facciano dei passi indietro prima che i dati di affluenza denuncino una situazione ancora più irreversibile. Ci si sta avvicinando, con una velocità fuori da ogni previsione, al punto di non ritorno, a far sì che spettacoli tristi e freddi come Lazio-Tampere o Inter-Glasgow Rangers diventino la regola e non l’eccezione. Una volta arrivati a quel punto, poi, per il mondo del calcio non resterebbe altro che calare il sipario. Ma soprattutto si cominci a dire la verità, concetto sempre meno noto in questo particolare microcosmo; perché se mai, e noi non ce lo auguriamo, questo scenario diventasse realtà, ciò non sarà dovuto ad una fantomatica ed improvvisa trasformazione culturale degli italiani, ma sarà principalmente la risposta di un popolo di tifosi stanchi ed indignati di essere strumentalizzati e presi in giro per interessi esclusivamente altrui. |
1946/47 Brescia/Venezia, sospesa per lancio di sassi: un trafiletto sui giornali. Episodi del genere erano frequenti. |
1946/47 Juventus/Internazionale: stadio scomodo ma pienissimo, tanto che crolla una balaustra! |
Ciao
sono Andy... leggo su Repubblica di ieri (mercoledi 5ott.): Carraro
commenta il calo di spettatori così: "MEGLIO VEDERE LA PARTITA A CASA CHE COL BINOCOLO,E POI I BIGLIETTI SONO CARI..." ma l'Olimpico non è stata opera anche sua? E poi era così anche lo scorso anno, o hanno aggiunto metri e metri di pista d'atletica... e i biglietti della a.s. trigoria non costano come lo scorso anno?? mmmm...che c'è che non quadra?? decreto pisanu? Impossibile, tutti dicono che ha e avrà solamente effetti positivi sul calcio, che lo stadio è piu sicuro, che le famiglie sono tornate, che i tornelli so' addirittura comodi, che nessuno ha piu paura di popolare lo stadio, che è molto meglio andare a comprare il biglietto col documento, che è ancora meglio non poterlo acquistare il giorno della partita, che è addirittura fantastico non poterlo cedere a qualcuno se all'ultimo momento non posso andare a vedere la partita, che è strafantastico trovare anche giorni prima le lottomatica che non sanno spiegarti, non sanno come si fa un biglietto, è ancora più bello vedere ancora gli odio napoli davanti allo stadio.... ci deve essere qualcosa che mi sfugge..... non so proprio....cos'è che tiene i tifosi lontano dallo stadio?? Forse quest'anno l'inverno è arrivato presto e tutti hanno paura del raffreddore.. mmmm....secondo me è questo..!! Poi leggo di Galliani: "GLI STADI SONO OBSOLETI,TOGLIERE LE PISTE D'ATLETICA E FAR STAR COMODI I TIFOSI..." lui a San Siro è di casa...io solo 2 volte l'anno...hanno messo la pista d'atletica a san siro??? direi di si dato che domenica la curva era vuota...il problema è sicuramente li... i tifosi comodi?? già...ma io so 10 anni che sto in sud allo stesso modo, non voglio stare comodo (è proprio questo il punto! n.d.L.), voglio stare dove mi pare, come sempre si è fatto in sud.. parlano di comodità, xche non cominciano a togliere l'acqua che si ferma tra le file? (vedi Roma udinese)...certo sarebbe molto più comodo non tornare con le scarpe zuppe, ma tanto ci si va uguale,quindi non credo sia quello il problema...forse galliani è il decreto Pisanu??? Ah no, già, vuoi mettere la comodità di entrare dopo 25 minuti di fila... salutare i tuoi amici di stadio dall'altra parte del cancellone all'interno del piazzale curva sud... doverlo scavalcare quel cancellone... mmmm... non mi spiego.... stadio obsoleto... l'anno scorso faceva il pienone lo stadio obsoleto.. e quest'anno?? I biglietti sono cari?? ma non era Galliani che disse che il settore ospiti non poteva costare di più del settore più popolare della squadra di casa?? L'ha detto lui...e poi?? E io me lo devo pure sorbire che si lamenta...a' buciardo....a fijo de na mignotta.... allora il problema è sky.....ma come, non c'era l'anno scorso sky?? c'è di nuovo qualcosa che non quadra.... Carraro vuole rifare gli impianti.... sarà euro 2012 che lo spinge a parlare.... io mi chiedo una cosa... se al mio lavoro dico una cazzata, o na bucia...o prometto e non mantengo o faccio una cazzata....mi salutano, non so se mi ringraziano, e posso pure restare a casa...questi magnano,rubano,dicono cazzate e bucie, promettono a buffo,non rispondono alle domande, so pure brutti da guarda'...ma stanno sempre li.....e che cazzo.... scusa lo sfogo e l'italiano a volte approssimativo.... sempre forza roma.. e non c'avrete mai come volete voi. |
Ciao
lorenzo, sempre Andy...t'avevo scritto oggi...leggo da Repubblica di
oggi (6 ottobre).... Galliani dice: "meno gente allo stadio? E' colpa dell'obsolescenza degli impianti, tutti in Lega concordano con la mia diagnosi (bucia, Zamparini non è d'accordo) gli stadi italiani sono i + brutti d'europa..le partite si vedono poco (come l'anno scorso,quello prima e quello prima ancora), male e sotto la pioggia (come l'anno scorso, quello prima, quello prima ancora e ancora quello prima) ..mi ha detto Spinelli che x colpa dell'acquazzone di domenica a Firenze, lunedi c'erano 5000 tifosi del Livorno col raffreddore (guarda guarda che forse c'ho preso,la gente non va allo stadio x paura del raffreddore..) ..la priorità x tutto il nostro calcio è costruire stadi nuovi.... poi continua dicendo altre cazzate..... ma io dico: ma siamo matti? gli stadi so' sempre quelli, guarda caso dopo un decreto di merda con costrizioni di merda e fatto da uno che allo stadio non c'è manco mai stato la gente nn va piu' alle partite e la colpa è degli impianti?? addirittura LA PRIORITA X TUTTO IL NOSTRO CALCIO??? ma forse x il suo...pelato di merda..!! Ma possibile che questo signore siede ancora lì e tutti dicono si come deficenti? O so' veramente tutti deficenti? ma n'se puo' fa niente?? 5 colonne di giornale de cazzate... e c'è chi pensa che abbia ragione...... boooooo.. cmq gli impianti da rifare sono: Bologna, Firenze, Genova (la pista d'atletica incriminata come colpevole della scarsa visibilita' e quindi causa della diminuzione di pubblico non c'è), Torino (personalmente oltre lo stadio spaccherei volentieri anche 2 o 3 personaggi), milano (io sta pista d'atletica a milano non la vedo, devo anda' dall'oculista), Roma (l'anno scorso la pista andava bene, poi ha litigato quasi co' tutti e mo' pe dispetto la gente non va piu' allo stadio), Napoli (odio Napoli), Palermo.... x la cronaca il giornale dice che è previsto un decreto del governo che garantisce mutui ventennali a tasso zero x il rifacimento degli stadi.. ma si, non lo facciamo x le famiglie che nn arrivano a fine mese e non c'hanno casa, facciamolo x gli stadi.... mah...... poi si è dedicata una riga su 5 colonne,e dico ben una riga,x il pensiero di Ruggeri, presidente dell'Atalanta, che dice: ormai x comprare un biglietto ci vuole un avvocato.... se n'è accorto solo lui....... il problema principale resta la pista d'atletica, e non dimentichiamo il raffreddore....ariscusa lo sfogo e l'italiano... A volte qualcuno merita un Oscar. In questo caso spetta ad Andy. Pagherei oro per avere un confronto Andy/Carraro! |
Federico,
poi, mi segnala:
Treviso potrà giocare al Tenni Camera nel decreto è stata anche inserita una norma (sollecitata dai parlamentari della Lega) per permettere al Treviso di giocare i turni di casa nel proprio stadio, al momento non omologato per le partite di serie A. Il decreto, infatti, stabilisce che per il futuro sarà sufficiente un impianto sportivo con una capienza di 10 mila posti. A tre condizioni, però: che lo stadio si trovi in un comune di almeno 100mila abitanti, che le partite riguardino una squadra locale promossa in serie A per la prima volta negli ultimi 20 anni, che non siano emessi più di 8.000 biglietti e gli spettatori non superino in totale il numero di 9.000. Condizioni che si adattano alla squadra trevigiana, che così non dovrà più traslocare a Padova per gli incontri interni. Se lo vorrà, il Treviso potrà tornare a giocare al Tenni già contro l'Empoli il 23 ottobre, giorno della prossima partita in casa. Ieri pomeriggio, alle 18 in punto, il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha annunciato l'esito della votazione sulla questione di fiducia, posta dal governo sul cosiddetto decreto Pisanu per la sicurezza degli stadi. Decreto che contiene anche un emendamento - conosciuto in Parlamento come "emendamento Treviso" - che permette alle squadre neopromosse in serie A di città con meno di centomila abitanti di giocare in stadi da diecimila posti (la Lega calcio, fino ad ora, aveva imposto una capienza minima di ventimila, concedendo un'unica deroga al Siena, che ha uno stadio da quindicimila). Dai banchi dell'opposizione non è mancata l'ironia: «Dopo le leggi "ad personam" ora la maggioranza passa alle leggi "ad squadram"» ha commentato Ciro Falanga, deputato dei Repubblicani europei. La questione di fiducia ha impedito alla minoranza di continuare nella tattica dell'ostruzionismo, che era cominciata nei giorni scorsi. Dopo il voto di fiducia di ieri la strada del decreto è in discesa: oggi sarà votato il testo del disegno di legge di conversione del decreto Pisanu, che poi passerà al Senato, dove il Governo ha intenzione di porre nuovamente la fiducia per consentire alla legge di essere approvata entro il 17 ottobre, giorno di scadenza di validità del decreto legge. Quella persa 2-0 con il Milan potrebbe quindi essere stata l'ultima partita giocata dal Treviso "in esilio" all'Euganeo di Padova, uno stadio che non è mai stato molto gradito all'allenatore Ezio Rossi e ai giocatori. La volontà di fare in fretta è testimoniata dal fatto che già questa mattina il vicesindaco Giancarlo Gentilini, alcuni assessori e i tecnici di una ditta specializzata effettueranno un sopralluogo al Tenni per studiare il modo più veloce per aggiungere i circa 600 posti che servono allo stadio di Treviso per arrivare a diecimila: «È una vittoria della città, non mia: io mi sono limitato a interpretare la volontà di tutti. Adesso metterò tutti al lavoro 24 ore su 24, non tollero lassismi o ritardi» ha proclamato Gentilini. L'emendamento Treviso porta due firme principali: quello di Gianpaolo Dozzo, deputato trevigiano che ha steso materialmente il testo della norma e ha svolto nelle ultime settimane un intenso lavoro diplomatico per persuadere il Governo che si trattava di una norma che non andava ad alterare alcun principio del decreto Pisanu, e quello di Maurizio Paniz, deputato bellunese relatore del disegno di legge di conversione. Sono stati loro ad accelerare i tempi e a fare in modo che l'operazione andasse in porto; soltanto una crisi di governo della prossima settimana, ormai, potrebbe impedire il ritorno a casa del Treviso. Entusiasmo anche nella squadra: «Ho sempre sostenuto che a Padova non potevamo esprimerci al meglio perché è quasi impossibile giocare. Per noi comincia un altro torneo, almeno fra le mura amiche» ha detto ieri il capitano Fabio Gallo. E il presidente Ettore Setten ha fatto una promessa a Gentilini: «Prosindaco, adesso ti garantisco che resteremo in serie A». Carlo F. Dalla Pasqua (Gazzettino) Giustamente Federico osserva (ed ha tutti i titoli per farlo) che una legge dovrebbe essere generale ed astratta mentre in questo caso è proprio ad hoc solo per il Treviso. Ma Paniz non era quello che si era scandalizzato per il processo doping??????? |
Anche
Gustavo ha notato la notizia e oserva, giustamente:
"Volevo mandarti la notizia che ho appena letto (la saprai pure tu penso) dello stadio di Treviso che torna 'agibile' per la serie A dall'ennesima sentenza ad hoc che viene fatta in termini legislativi in Italia. Per carità sono solidale con i trevigiani che così potranno tornare nel loro stadio, però è altrettanto ridicolo il fatto che in italia ci sono stadi RIDICOLI come quello di treviso a cui vengono concesse la possibilità di ospitare partite di serie A. In tutto questo perchè non cominciamo noi romanisti tralaltro a richiedere con insistenza UN NOSTRO STADIO veramente da calcio, e non l'orrendo nuovo Olimpico del coni e di tutti quei papponi che l'hanno ricostruito così osceno? Come hai fatto tu con altri siti e con 'Il Romanista' sulla giustissima causa dei troppi 'buchi nella memoria' riguardo alla nostra maglia deturpata nei colori e nella tradizione dalla diadora. Inaugurato nel 1933, con il nome di "Comunale, con un'amichevole tra Treviso e Udinese e successivamente con un'amichevole contro la Nazionale Italiana. Negli anni '40 e '50 e cinquanta la capienza era di 12.000 posti (13.000 persone furono però presenti alla sfida tra Treviso e Roma il 9 marzo 1952, quando Pisanu grazie a Dio era ancora troppo piccolo). Il 5 ottobre 1963 lo stadio Comunale viene dedicato alla memoria del campione di motociclismo Omobono Tenni. Nel 1997 lo stadio è stato ristrutturato. Il relatore della legge Pisanu, Maurizio Paniz, vecchio curvarolo di Belluno. |
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E LASCIARE I TUOI DATI.
"Ciao Lorenzo, domenica scorsa sono andato a vedere la partita Palermo-Empoli, avendo l'abbonamento per vedere qualche volta la squadra della mia città oltre a seguire la roma ho notato quante difficoltà hanno creato i biglietti nominativi costringendo la gente a non venire più allo stadio per il caos creato dal decreto Pisanu. Quando mi avvicinavo allo stadio ovviamente c'era una rete di ferro temporanea posta a 300 metri con i poliziotti insieme ai steward che controllavano i biglietti e abbonamenti, notavo delle persone che conoscevo di vista avevano abbonamenti dei loro parenti e riuscivano a passare tranqiullamente con l'obbligo della carta d'identità di riconoscimento e mano mano passavo alla cancellata d'ingresso si ripetevano stesse scene con i steward che senza controllare in particolare i suddetti biglietti e abbonamenti dicevano solo una cosa "Documento, prego" le persone riuscivano a passare senza problemi visto che i famosi tornelli non sono stati ancora installati agli ingressi e neanche la polizia o i carabinieri (sempre inetti!) facessero qualcosa ma la cosa desolante che entrando allo stadio mi colpiva il fatto che ampi settori dello stadio erano vuoti(a parte la curva nord)e visto la mia città non è tanto ricca non può permettersi il lusso di comprare biglietti e abbonamenti cari e ora con il decreto pisanu le cose si complicano di più e poi i bagarini che stazionavano abitualmente davanti alle biglietterie dello stadio sono spariti dalla strada nel timore di essere scoperti con i biglietti nominativi a loro nome e preferiscono tempi migliori...a mio avviso pisanu non ha capito che il male del calcio non è certo le tifoserie ma lui stesso!Non ha capito che aiutava di fatto chi ha conflitto di interessi con il calcio e politica, purtroppo da anni quando dico che non conviene fare contratto con sky mi sbattono in faccia rispondendo che sono all'antico che è meglio stare in poltrona...ora mi danno ragione, peggio per loro che amano sky leggi che cambiano ogni giorno e.. Pisanu!". |
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Il processo di formazione ha inizio quando viene presentato al Presidente di una delle due Camere una proposta di legge, cioè un testo legislativo redatto in articoli. Tale proposta può essere presentata dal Governo, da singoli parlamentari, dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, da cinquantamila elettori, dalle Regioni e dai Comuni. Essa viene inviata per un esame preliminare alla Commissione permanente competente per materia. Normalmente l’approvazione della legge avviene da parte delle due Assemblee sulla base di una relazione presentata dalla Commissione. La legge viene approvata articolo per articolo e poi globalmente prima da una Camera e poi dall’altra. Sui singoli articoli i parlamentari e il Governo possono presentare emendamenti, cioè proposte di modifica aggiuntive, modificative e soppressive. Se il Governo decide di porre la fiducia sull’approvazione di una legge, non possono essere fatti né quantomeno proposti emendamenti (il che vuol dire che non possono essere proposte modifiche n.d.L.). In molti casi si utilizza il procedimento abbreviato: in base all’art. 72 Cost., per accelerare i lavori parlamentari è possibile che alcune leggi vengano deliberate direttamente in Commissione (detta in questo caso in sede deliberante). Questo procedimento abbreviato non è consentito né per le leggi in materia costituzionale ed elettorale, né per le leggi di bilancio e di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali. |
E invece è successo. A Franco Scoglio, il tanto osannato e/o vituperato “Professore”, al culmine di una discussione con il Presidente del Genova Preziosi durante una trasmissione televisiva, il cuore ha fatto bum: è deceduto. Per correttezza dell’informazione è opportuno dire che l’incazzarsi non è condizione necessaria e sufficiente per lasciarci le penne, altrimenti ogni giorno si perpetrerebbero stragi bibliche. L’incazzatura diventa l’importante cofattore se magari la coronaria è un po’ attappata, ma a qualcuno interessa la disquisizione medica? Pensiamo di no. E’ invece doveroso fermarsi un attimo a riflettere sulla questione ben oltre la tragedia in se che chiudiamo all’istante inviando alla famiglia del Prof. Scoglio le nostre condoglianze. Gli anni oramai trascorsi che hanno spento il nostro agire da ultras, pur essendo rimasta intatta nel cuore la passione e la fede, ci hanno fatto immediatamente capire come fosse infinitamente più pericoloso l’ambito della violenza simulata in TV, dell’ambito della violenza praticata per strada. Non storcano il naso i benpensanti dal sopracciglio facile e provino a seguirci nel ragionamento. Tenendo volutamente fuori la parte della violenza politica, che ahinoi non c’ha risparmiato nulla e che oggi sappiamo maschera e coperchio di infinite sozzerie, l’adesione a stili di vita e a modelli comportamentali che contemplassero anche atteggiamenti ribellistici violenti è sempre stata volontaria e personale. Certo non è prudente andarlo a raccontare alla vedova o al figlio di Paparelli, alla mamma di Antonio De Falchi o al padre di Spagnuolo perché per loro, che sono stati così amaramente e ingiustamente colpiti, un ragionamento del genere è improponibile e l’effetto assolutamente sproporzionato dalla causa. L’adesione personale o l’espressione di questi comportamenti “devianti” è però rimasta oggettivamente circoscritta in ambiti deputati di cui lo “stadio” è uno, e neanche il principale. Il luogo non luogo rappresentato dall’impianto in cui gioca la squadra della città ha sempre assunto oltre ad una componente simbolica, anche la funzione di contenitore confinante di questi vizi del comportamento e il suo ruolo, se l’osservazione avviene dal lato della “società civile”. è stato salvifico. Di ben altre conseguenze, e di ben altra virulenza, è stata a nostro avviso la rappresentazione che si è fatta in TV della violenza. Non ci riferiamo ai telefilm di quarta serie o agli inseguimenti da Real TV. Ci riferiamo alla violenza verbale gretta e becera dei salotti buoni, dove per puro gusto dello spettacolo e dello “sgoop”, il politico si sfancula con il giornalista che a sua volta si attacca con qualche altro suo pari. Siamo convinti che questa ostentazione di violenza verbale, a cui magari segue l’occhiolino furbetto nel fuori onda, abbia generato dei mostri la cui adesione al modello non è stata volontaria, ma assorbita goccia a goccia del medium televisivo. L’ostentazione dell’alterco, elevato a sistema ordinario di comunicazione, ha fatto si che ogni discussione nella prassi comune sia costretta a diventare una lotta all’ultimo sangue, ogni divergenza di opinioni, una contrapposizione insanabile e ogni confronto tra persone con diversi credi una sorta di lotta per la sopraffazione. E oggi che il teatrino ha prodotto il classico “morto” questa cosa diventa ancora più sorprendentemente evidente. E se applicassimo il filo logico che ha ispirato recentemente i decreti anti violenza che hanno blindato gli stadi italiani, ci aspetteremmo come logica conseguenza che il Ministro dell’Interno, On. Pisanu, emetta un decreto di chiusura della TV e il contemporaneo oscuramento mediatico di molti dei suoi strapagati professionisti. Niente più processi quindi, niente più discussioni al veleno nelle radio e nelle televisioni, niente più messaggi trasversali in puro stile mafioso. Ma non solo. Niente più entrate assassine di giocatori che spesso mostrano di aver perso il bel dell’intelletto, salvo poi scusarsi pubblicamente il giorno dopo. Niente più insulti razziali, niente più sputi, nessuna tardiva rivisitazione della realtà in funzione dei propri comodi, nessuna beffa di un uomo debole messo in mutande davanti alla telecamera in un’isola lontana. Se bando alla violenza deve essere, che bando alla violenza sia, in qualsiasi forma essa si produca. Utopia? Certo! Far scomparire questo schifo generato dal Dio della pubblicità sarebbe un bel colpaccio ma già sappiamo che così non sarà. E’ molto più facile, centomila volte più facile, che si vada a nuotare dove si tocca e dove non ci sono rischi per nessuno. Scoglio sarà allora imperituramente ricordato come quello che nel teatrino della contrapposizione verbale strillata s’è incazzato per davvero e c’è rimasto. Tragica fatalità la sua. La violenza che si produce negli stadi, e che è vera, rimarrà confinata nei duecento metri “cordonati” dalla polizia mentre il calcio piano piano diventerà vuoto di pathos e pieno di sudore come un incontro di squash ripreso in TV. Così sarà, vedrete! Sic transit gloria mundi e chi s’è visto s’è visto. Salutiamo Professore! |
Partita già iniziata, sfonda le porte Il protagonista di questo gesto folle era arrivato, in bicicletta, a metà del primo tempo. Ha tentato più volte di convincere gli addetti all'ingresso di farlo passare, ma questi hanno applicato alla lettera le nuove disposizioni impartite dal ministro Giuseppe Pisanu sulla sicurezza negli stadi e gli hanno vietato di assistere all'incontro (per la cronaca terminato per 1-0 per il Capua) al "Piccirillo". L'uomo, però, non si è dato per vinto. Dopo un battibecco avuto con gli uomini della sicurezza è tornato nella sua pizzeria, ha preso la Mercedes di colore grigio e si è ripresentato allo stadio, utilizzando l'auto come ariete, riuscendo ad aprire le porte e danneggiando parzialmente anche il paraurti anteriore della sua vettura. Spina, che in passato aveva fatto parte della precedente dirigenza del club sammaritano, non è nuovo a gesti di questo genere. Nel corso di un'altra partita, infatti, si impossessò di un pallone uscito dal campo di gioco, che non volle più restituire ai calciatori. |
La passione si chiama Roma e i colori sono quelli di sempre Giallo-Rossi, “tutto il resto è noia”, non ci interessa. Nati partendo dalle proprie radici, incontrati su un terreno comune, ora cresciuti all’ombra degli stessi ideali, abbiamo deciso di ripiegare le nostre primarie identità, di rinunciare a parte di esse, di sacrificarle sull’altare di un unico gruppo identificativo. Se una volta un Gruppo Ultras disse: “Fatto un passo indietro ora ne facciamo due in avanti...”, noi ricominciamo da zero, uniti più di prima, concordi nell’accettare le nostre diversità per metterle a disposizione di un obiettivo: creare movimento nella curva nord della A.S. Roma, dare un’alternativa al pranzo al sacco domenicale. Per questo, e non per altro, ci dichiariamo Curva Nord Romana UNICO STRISCIONE, UNICA IDENTITA’, UNICO IDEALE. Coorte
Romana
C.N.R. |
LA ROMA E LA LAZIO NON DOVRANNO COSTRUIRE ALTRI IMPIANTI Nuovo stadio, stop del Coni Petrucci: «Il calcio deve andare incontro alle esigenze di tutti gli sport» (ora, a parte la giustissima considerazione che ci sono capitali europee con anche 10 stadi - vedi Londra - cerchiamo di capire perché il Presidente del C.O.N.I. non voglia altri stadi. Bè, è persino ovvio: il C.O.N.I. l'Olimpico lo affitta alla Roma e alla Lazio. Se non lo affitta, come si dice a Roma, se lo dà in faccia. Tra l'altro mi sembra che quello di Petrucci, più non possa essere che un semplice parere. Se la Roma si vuole costruire uno stadio, ed ottiene i permessi necessari, se lo costruisce e basta, C.O.N.I. o non C.O.N.I.. Il problema per Petrucci e soci è che svanirebbe il ghiotto boccone degli europei 2012, ottima occasione per "riammodernare" ciò che è già stato ammodernato nel 1990 dagli stessi personaggi..., n.d.L.) Usando toni enfatici per lodare l'ad giallorosso ("Una grande figura manageriale, splendidamente supportata dalla straordinaria figura paterna"), ha detto: "Ne abbiamo già parlato con Rosella Sensi, e torneremo a parlarne. Il marchio Roma "tira" a livello internazionale, ovunque vado nel mondo vedo la Roma. Stiamo pensando a un progetto che tenga conto degli interessi di tutti e di quelli della Roma: capisco perfettamente che le società di calcio debbano patrimonalizzare. Per questo motivo sono pronto a rivedere i termini di un eventuale accordoma la rivalutazione dell'Olimpico riguarda anche gli altri sport, e non accetto che di questo aspetto se ne parli con fastidio, da parte di alcuni. Pertanto non servono altri stadi, e lo dico non solo come presidente del Coni ma anche come cittadino: (lascio il commento di Marco, che è anche il mio: "anche io parlo come cittadino. Alla Roma serve URGENTEMENTE UNO STADIO perchè l'Olimpico non è uno stadio pensato per il calcio. Sarò un becero tifoso, ma io allo stadio vado per vedere la partita e la pista di atletica mi rovina lo spettacolo perchè la gara dalla curva NON SI VEDE. Delle altre discipline ne parlo CON FASTIDIO se queste rovinano la visione di quella da me amata. Volete rilanciare alcuni sport cosiddetti "minori"??? Benissimo... Usate l'Olimpico per questo e lasciate che la Roma si cerchi un'altra casa.. Se vado un un ristorante e mi obbligano a mangiare una pietanza che a me non piace, oppure se mi preparano un piatto tipico sbagliando gli ingredienti IO IN QUEL RISTORANTE NON CI VADO PIU'... chiaro il concetto".ndr) negli ultimi trent’anni in Italia si è costruito un solo stadio(il Delle Alpi, ndr)ed il fallimento è sotto gli occhi di tutti (e te credo! Fate uno stadio a Torino, con la pista d'atletica per "tenere in considerazione altri sport" e poi vi lamentate? n.d.L.).Dobbiamo quindi pensare innanzitutto alle cose possibili, a quelle realizzabili. Bisogna essere realisti. E poi, se le società di calcio hanno fini di lucro, chi è che dovrebbe mettere a disposizione il terreno gratis?(è proprio questo il punto: la Roma si sarà rotta i c**** di dover pagare il terreno e se lo compra, costruendoci uno stadio. Il C.O.N.I. sul suo terreno ci faccia l'orticello di guerra, n.d.L.). Finiamola con questa storia che il calcio all’Olimpico si vedrebbe male: lasciamolo dire a chi ci crede...»(Basta. E' troppo. Dov'è la e-mail del C.O.N.I.? Eccola: comunicazione@coni.it. Questo il testo da me inviato: "Gianni Petrucci, vieni in Curva all'Olimpico a vedere come si vede bene la partita. Allegate questa fotografia che ho fatto io). una presenza così massiccia in tv abbia creato un disamore" - Veltroni, Repubblica on line http://www.repubblica.it/2003/h/rubriche/spycalcio/stadivel/stadivel.html, 30 settembre 2005, n.d.L.). Nel pomeriggio, prima di qualsiasi dichiarazione di parte romanista, la benzina sul fuoco è stata sparsa dall’immancabile Claudio Lotito: «Perché la Lazio dovrebbe pagare l’Olimpico per poi avere 25mila persone? Chi abita da solo non si compra mica un castello... E poi l’Olimpico non è in linea con le norme di sicurezza e non bastano un paio di aggiustamenti: è uno stadio vecchio, con una struttura che non può essere modificata, è praticamente solo un campo di gioco. E a me non interessa avere solo un campo di gioco. Per cui il Coni dell’Olimpico faccia quello che crede, ci facesse i meeting di atletica, i concerti, è un problema loro, non della Lazio. Non si possono mica bloccare tutte le attività delle società di calcio perché il Coni non sa cosa farsene dell’Olimpico». Dura e circostanziata, la replica di Coni Servizi non si è fatta attendere, e con un comunicato ha fatto rilevare quanto segue: «1°) In base a quello che possono constatare sia gli spettatori che settimanalmente si recano allo stadio sia i rappresentanti dei media, l’Olimpico dispone della prevista agibilità (già, con una deroga per ogni partita, n.d.L.); 2°) Lo Stadio Olimpico è in una fase avanzata dei lavori di adeguamento sulla base della normativa antiviolenza prevista dal decreto Pisanu (un altro magna magna. Lavori del tutto inutili, al pari del decreto, n.d.L:); 3°) Nei termini previsti dal decreto Pisanu, entro la fine di febbraio 2006, saranno terminati tutti i lavori di adeguamento (mancano ancora il fossato con i coccodrilli e i cecchini sui tetti, n.d.L.). |
lamentano? Perché non parlano dello scudetto buttato tre anni fa?» Forse l’Inter ha un nervo scoperto. «Questa è come la storia di Turone con la Roma. Ad ogni occasione tirano in ballo il fallo di Iuliano su Ronaldo. Anche se Ceccarini avesse concesso il rigore e l’Inter l’avesse segnato, sarebbe finita 1-1. Noi avevamo un punto in più dell’Inter e poi abbiamo vinto lo scudetto di tre o quattro punti, se non sbaglio. Di che si lamentano ancora? Perché non parlano del 5 maggio, quando hanno perso all’Olimpico e ci hanno regalato uno scudetto nel quale noi non credevamo più? Pensino al 5 maggio, non al fallo di Iuliano». Però
è convinzione diffusa che gli arbitri alla Juve riservino un trattamento
particolare. Forse per questo vincete molto in Italia e poco all’estero.
L’Inter
invece non ha vinto quasi niente. Forse perché Moratti è
un gentiluomo finito nella giungla del calcio.
Mancini
è un allenatore bravo? Come mai gli avete preferito Capello per
il dopo Lippi?
Lui
aveva dei pregiudizi sulla Juve e sui suoi dirigenti.
Torniamo
a Mancini.
D’accordo,
la triade ha funzionato in questi 12 anni, però avete preso uno
scivolone tremendo sul doping.
Non
è elegante. Pensa davvero che un illustre professore si metta a
fare un dispetto alla Juve?
Però
l’abuso di farmaci è dimostrato, acclarato al di là di qualsiasi
sentenza o appello.
Cosa
cambia? E’ un dato ancora più allarmante, ma non assolve la Juve.
E
lei trova giusto che il dottor Agricola, condannato per uso di epo, stia
ancora al suo posto? Non le sembra un gesto di un’arroganza insopportabile?
E
nel frattempo avrebbe dovuto avvertire l’opportunità di farsi da
parte.
Davvero
pensa che questa del doping non sia una macchia indelebile per la vostra
gestione?
Meglio
cambiare discorso. Come mai siete diventati all’improvviso amici della
Roma?
In
verità questa stima è recente, diciamo che è nata
dopo il caffè preso con Rosella Sensi in Campidoglio.
Però
vi siete portati a Torino mezza squadra. Questa vuol dire collaborazione?
Avete
cercato di portar via anche Mancini.
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