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Se volete avere notizie su locali, concerti e musica a Roma |
" AL DI FUORI DI ROMA NON C'E' NULLA DI BELLO NEL MONDO" Johann Joachim Winckelmann, 1756 (archeologo e filologo, nonché massimo teorico mondiale del'estetica neoclassica) "Non per guadagnar ma per amor del gioco" |
Radio Città Aperta 88.90 FM tutte le maledette domeniche dalle 19 alle 21 |
Clicca qui per tornare alla HOMEPAGE |
e 2+2 = 5 Gli strani dati dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive clicca qui
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nella stagione di Serie A 2007/08... teniamo il conto!
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http://www.PetitionOnline.com/bott2007/ |
A volte anche verso le 15.00. Il sabato non ci sono regole. Dopo le partite, le foto vengono inserite dopo circa due ore, salvo imprevisti. "Non sempre i ribelli possono cambiare il mondo. Ma mai il mondo potrà cambiare i ribelli" (Alain de Benoist) |
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1° ottobre: sarò ripetitivo, ma la legge mi sa che non funzione... E' inutile che l'Osservatorio continui a dire "abbiamo arrestato 100 tifosi, abbiamo diffidato 200 tifosi": se la legge, come avevano fatto credere ai polli, serviva per prevenire (e non è vero), allora l'hanno studiata male:
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In
occasione della gara
Celtic-Milan
che si disputerà il 3 ottobre 2007 presso lo stadio Celtic
Park
di Glasgow, si comunica che i biglietti potranno essere acquistati
a
partire da domani giovedì 20 settembre presso gli sportelli della
rete
Banca Intesa.
Giovedì
20 e venerdì 21 settembre la vendita sarà
riservata
esclusivamente agli abbonati per il Campionato 2007/2008,
attraverso
l’esibizione della tessera di abbonamento.
Lunedì
24 e
martedì
25 settembre partirà la vendita libera da effettuarsi esibendo
il
documento d'identità e codice fiscale.
Saranno
posti in vendita
1000
biglietti ai seguenti prezzi
-
300 biglietti da euro 52 (oltre a
euro
2 per i diritti di prevendita);
-
700 biglietti da euro 48 (oltre
a
euro 2 per i diritti di prevendita).
Poichè
i biglietti sono stati
emessi
dal CELTIC, all'atto del pagamento sarà rilasciata una ricevuta
che
consentirà il ritiro del biglietto stesso presso lo sportello
bancario
dove è stato effettuato l'acquisto a partire da venerdì 28
settembre".
Altra
petizione on line per porre in vendita su internet i biglietti di tutti
i settori http://www.petitiononline.com/asr1927/petition.html
Per
la nuova serata “vietato alle donne” del giovedì sera, Discovery
Channel presenta, in prima visione assoluta, la nuova serie “Ultras
nel mondo: curve infuocate” (Football Hooligans
International), in onda dal 4 ottobre alle ore 22.00, con replica
il martedì alle ore 23.00.
E’ un dato di fatto che la violenza nel calcio rappresenti un problema serio ed incessante in tutto il globo. In un viaggio all’interno delle tifoserie Discovery Channel cerca di scoprire la verità su questo fenomeno, andando direttamente a contatto con il mondo degli ultras: i gruppi di hooligans che portano la violenza organizzata nel “gioco più bello del mondo”. La serie “Ultras nel mondo: curve infuocate” compie un esperimento unico ed entra fre le tifoserie più note, violente e organizzate: dall’Inghilterra alla Russia, dal Brasile ai Balcani, arrivando anche in Italia, protagonista dell’ultima puntata della serie. Una tappa fondamentale del percorso del conduttore Danny Dyer che entra in contatto con le tifoserie di Roma, Lazio, Juventus, Atalanta e Brescia. Danny Dyer, che presenta questa serie disincantata ed avvincente, ha recitato la parte di Tommy Johnson nel film del 2004 Football Factories, che racconta la storia di un giovane hooligan inglese. Ma come dice Danny, “quello era solo un film’. Ora, per il nuovo programma di Discovery channel che lo vede protagonista, Danny deve incontrare le vere tifoserie che stanno dietro le squadre di calcio, vedere le partite insieme ai membri di ciascuna tifoseria, e parlare perfino con i loro capi. Danny, dopo aver girato la serie, ha spiegato come quest’ultima illustri “un livello completamente nuovo della violenza nel calcio”. Lo spettatore, infatti, potrà vedere scene di Danny filmato dalle telecamere in mezzo a tafferugli, sotto il lancio di gas lacrimogeni, o perfino sotto i colpi di armi da fuoco. “Ultras nel mondo: curve infuocate” racconta la storia vera della guerra sugli spalti. Ogni episodio si occuperà di un paese diverso e dell’incidenza del fenomeno hooligans nel calcio del paese esaminato. La serie analizzerà la storia di questo fenomeno, la sua evoluzione in ciascun paese, e il ruolo delle tensioni razziali, sociali e religiose nell’escalation del problema. Mostrerà anche come, malgrado gli sforzi delle autorità per cercare di controllare il comportamento degli hooligans, vi sarà sempre una frangia di tifosi di calcio pronti a guerreggiare a qualunque costo. Descrizione
degli episodi
Scozia
I
Balcani
Olanda
Polonia
Russia
Argentina
Brasile Si
può affermare che il Brasile è il paese più violento
del mondo: la terra del sole, del samba e delle sparatorie.
Turchia
Italia
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-CAMBIO POSTO- Sarà cura della A.S. ROMA S.p.A. comunicare, non appena giunte le suddette autorizzazioni, tempi e modalità per tale operazione. Nell’attesa della realizzazione di tale procedura, si pregano tutti i Tifosi interessati a rispettare comunque i posti indicati nei propri attuali abbonamenti e di rivolgersi agli stewards in servizio per ogni, qualsiasi, ulteriore problema. |
-PROCEDURA PER LA VENDITA DEI BIGLIETTI PER LE TRASFERTE- In ottemperanza alle norme vigenti in essere per tali tipologie di vendita, sarà possibile acquistare i biglietti del settore ospiti attraverso due distinti fasi. Nella prima fase sarà possibile recarsi presso alcune selezionate rivendite della rete LIS TICKET di Roma e provincia, ed acquistare appositi titoli validi per il successivo ritiro dei biglietti d’ingresso allo stadio; tale acquisto è subordinato all’esibizione di documenti di identità in originale. Nella seconda fase bisognerà recarsi, a scelta, presso uno dei due A.S. ROMA STORE di Via Appia Nuova 130 e Piazza Colonna 360 per ritirare, dietro esibizione dei documenti d’identità in originale e degli appositi titoli precedentemente acquistati nelle rivendite indicate, i relativi biglietti validi per l’ingresso allo stadio. La A.S. ROMA comunicherà volta per volta le specifiche modalità di vendita di ogni singolo evento. |
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Altre foto qui: http://www.flickr.com/photos/clodxplore/collections/72157600013561099/ |
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Chiuso
er ristorante ‘ndo se beve e se magna
Se
decise de punì come se usa all’oratorio
E
mentre er “Bibbitaro” se n’annava ‘n Spagna
A
quarcun’artro toccò ‘n po’ de Purgatorio
“Campioni
der Monno” ‘n piazza se gridava
mentre
s’aggiustaveno le cose ner palazzo
e
quanno la TV da lavannare Lava,
de
scommesse e doping ‘n s’è saputo ‘n cazzo
Ma
a voi, che pe’ anni avete tarpato l’ali
Pure
a ‘n ragazzino quanno la notte sogna
Domenica
avrete ghiande come li maiali
Noi
la nostra fede, voi solo la VERGOGNA".
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Il
Pereffetto (in realtà l'ho sempre chiamato
il "Pre-effetto", qualche volta anche il Perfetto :-):
la chiamava così chi le voleva male, Serra. Qualcun altro la definiva
"il Prefetto tifoso". Ora è Alto commissario per la corruzione.
Dica la verità,l’ha mai danneggiata questa sua passione per la Roma?
«Il brutto sarebbe stato se mi fossi fatto condizionare sul lavoro. Bisogna avere il coraggio di dimostrare passione per la squadra che si porta nel cuore. Avevo otto anni quando cominciai a frequentare la Sud. Mi ricordo ancora il derby del ’56, quello della grande nevicata. Entrai con un compagno di classe due ore e mezza prima del fischio d’inizio. Alle 14.20 fecero ingresso i giocatori, ma l’arbitro Orlandini decise che non si poteva giocare e il derby venne rinviato. Eravamo stati due ore e mezza sotto la neve solo per la mia grande passione per la Roma. Prima come Questore, poi come Prefetto ho girato tutta Italia. Ma la mia fede giallorossa me la sono sempre portata dietro». E non le ha mai creato problemi sul lavoro? «Mai. Anche perché sul lavoro ho seguito sempre uno stesso metro di giudizio». Qualche romanista le rimprovera... (Serra interrompe) «Non confonderei i romanisti con i tifosi violenti. Quelli non sono romanisti (oddio che luogo comune... basta con questa storia! Un tifoso violento è romanista lo stesso! Ma per quale ragione un assassino non può essere tifoso della Roma? O uno che lancia un sasso allo stadio non può essere tifoso della Roma? Secondo questo concetto allora manco l'invasore di Roma/Inter del 1972 di cui - sempre su "Il Romanista" - si è parlato ieri con simpatia è tifoso della Roma! Gli unici che non sono tifosi della Roma non sono i violenti, ma chi non tifa per la Roma. Parametriamo il tutto al campo da gioco: un giocatore violento non è un giocatore della Roma). I veri romanisti sono il 95% di coloro che seguono la Roma. Io sono romanista, il violento è un’altra cosa: è il primo nemico della Roma. Facendo pagare multe salatissime al club o causando la squalifica del campo, non dimostra amore per la maglia. Però, tornando alla sua domanda, quel gruppo cosa mi rimprovera?». Fiorentina-Roma,l’anno del terzo scudetto,da Prefetto di Firenze spostò da domenica a lunedì la partita.I romanisti emigrarono in massa lo stesso,al grido di "semo tutti parrucchieri" (che il lunedì non lavorano, ndr).Ricorda? «Come no. Mi segnalarono la possibile partenza di circa 15mila romanisti. La Roma vinceva lo scudetto, Firenze è una piazza vicina. Feci delle riunioni anche molto accese con i capi curva della Fiorentina (sic!). Dissi loro che la Roma era in una situazione particolare, che sarebbe stato giusto farla seguire da tanti tifosi e che per una volta dovevano avere la bontà di collocarli non nel "Formaggino" (settore ospiti dell’Artemio Franchi, ndr), ma di dare loro una curva intera (perché, a Firenze comandano i capi curva?). Del resto, la Fiorentina non aveva alcuna ambizione di classifica e nel "Formaggino" c’era posto solo per duemila spettatori. Gli altri tredicimila dove li avremmo messi? Di quelli, dodicimila erano brave persone, ma gli altri mille avrebbero potuto devastare il centro di Firenze, non facendoli entrare al "Franchi". Convocai un rappresentante della Lega calcio, uno della Fiorentina, che era Sconcerti e Lucchesi della Roma. Insieme decidemmo che era giusto spostare la partita a lunedì. Quando fioccarono le proteste, presero tutti le distanze. E rimasi solo». Però l’esodo dei romanisti ci fu lo stesso e foste costretti a spostare lo stesso i tifosi della Fiorentina. «Sì, ma perché convincemmo quelli della corrispondente tribuna Tevere del "Franchi" a spostarsi. Ma nello stadio non entrarono tutti e tredicimila i romanisti». Caso Frisk, l’arbitro di Roma-Dinamo Kiev ferito dalla monetina in Champions.È il 2004. «Frisk, già. Beh, pagina amara. Ma non per il fatto in sé, per il deficiente che gettò la monetina, quanto perché non ci fu una testimonianza, anonima o non anonima, che arrivò alla polizia. Anche perché la monetina che colpì Frisk venne lanciata da una parte dello stadio che dovrebbe avere più coscienza e da cui mi sarei aspettato un atteggiamento differente. Quando ero Questore a Milano e a Tancredi arrivò quel "bombone" che lo stordì, i milanisti ebbero la forza di testimoniare. A Roma niente, tutti zitti (Già. In Tribuna Monte Mario, dove seggono parlamentari e scorte di parlamentari - vero? - pare siano tutti omertosi)». Lei promise che avreste identificato il responsabile. E invece... «Ma sa, non ci aiutarono nemmeno i filmati, oltre alle testimonianze. Quando è così, diventa impossibile fermare il colpevole». La Roma pagò cara quella monetina. «In quella situazione, diedi una mano alla società, come l’avrei data alla Lazio. Elogiai il comportamento dei romanisti con una relazione all’Uefa. E vogliamo parlare di Frisk?». Dica. «Nell’intervallo andai negli spogliatoi. Bene, Frisk non aveva nulla. Era uscito giusto un po’ di sangue e gli venne applicato un punticino sulla fronte. Dopo un istante, non usciva nemmeno più il sangue. Provai per oltre mezz’ora a convincerlo, io assieme a Baldini e a Pradè a tornare in campo. Ma Frisk non ne volle sapere. A me preoccupava l’ordine pubblico. Gli dissi: se stai bene, fai riprendere il gioco, poi farai tutti i referti che vuoi all’Uefa. L’intervallo durò trequarti d’ora. Vede, dopo questo episodio apprezzai ancora di più la tifoseria romanista, che rimase seduta con pacatezza assoluta, aspettando la ripresa del gioco. Quando venne comunicata l’interruzione, il pubblico uscì dallo stadio senza problemi. Io tremavo (perché non conosce come ragiona una folla. Quale ragione c'era per creare disordini?)». Parliamo del derby sospeso. «Un altro momento triste. Ma non perché venne sospeso, o perché quei tre che entrarono in campo e che la polizia arrestò vennero rilasciati di lì a poco (vorrei vedere! Pare ci sia un giudice terzo e imparziale nel nostro sistema). Semplicemente, perché con il passaparola "hanno ammazzato un bambino", che poi abbiamo saputo essere una frase scaturita da un barbone delinquente (perché non lo viene a dire al processo, che è ancora in corso, visto che ha sempre sostenuto di un fantomatico accordo tra tifoserie...), la parola del Questore Cavaliere e quella del Prefetto non contarono nulla (esatto. Quello che avevamo sempre detto. Trattasi di delitto di lesa maestà e di presa coscienza del fatto che il popolo non crede alle istituzioni, questo era il vero problema) . Si sforzarono anche Totti e Mihajlovic al microfono per convincere il pubblico che non era vero nulla, ma non ci fu verso. Mah, sarà la psicologia di massa (Dopo tre anni finalmente lo ha capito.)». La decisione di non riprendere il derby venne presa da Galliani, all’epoca presidente di Lega. «Lo dissi subito e apertamente: non la condivisi. Galliani, comunque, poi mi chiamò per chiarirsi. Non era compito suo sospendere Roma-Lazio. Tanto che poi vennero fissati in maniera precisa i compiti di Prefetto e Questore (erano già fissati. Galliani, semplicemente, non rispettò i ruoli di Prefetto e Questore, esattamente come fece il pubblico). Galliani è uomo di buon senso, ma probabilmente in quella occasione non mise bene a fuoco la situazione (secondo me, invece, la mise a fuoco benissimo. Se non fosse stata sospesa la partita - ed il Prefetto sembra non avesse alcuna intenzione di farlo - assai probabilmente ci sarebbe stata un'invasione ben più grave). Assumere certe decisioni spetta agli organi di pubblica sicurezza perché ci possono essere dei rischi per l’ordine pubblico (infatti il Prefetto avrebbe dovuto dire: anche se non è vero nulla, per ragioni di ordine pubblico è meglio sospendere la partita). Quella notte i cosiddetti "steward" si "diedero" per paura e i cancelli rimasero pericolosamente chiusi (i cancelli dovrebbero rimanere sempre aperti e presidiati. E' assurdo che durante la partita non me ne possa andare! Adesso ci sono i tornelli e i cancelloni verdi sono chiusi e abbandonati, sarebbe interessante sapere come si possano affrontare le situazioni di emergenza, se esiste un piano di evacuazione attuabile). Ci voleva pochissimo per dare vita a un altro Heysel (tutt'altra situazione). Per fortuna, la polizia riuscì a rompere i lucchetti dei cancelli». Ne uscì fuori un’immagine non certo eccezionale della città. «Vede, se a Milano buttano giù un motorino dalle gradinate nello stadio, non succede nulla. Se una cosa minore accade a Roma, se ne parla per dieci anni (non è vero: di quel maledetto motorino se ne parla da dieci anni e le immagini vengono sempre riproposte ogni volta che c'è un servizio sulla violenza negli stadi)». Allora ha ragione Totti,quando dice che sui romani ci sono dei pregiudizi duri a morire. «Non facciamoci però un complesso, non è sempre così. Il romano è la Capitale. E tutti quelli che vivono nelle capitali sono visti in un certo modo. Siamo sempre sotto i riflettori. C’è attenzione, non prevenzione». Note liete: il viaggio a Lione quest’anno in Champions. «Mi ricordo la grande attesa, il giorno della partenza. La tensione si tagliava a fette. Non nei giocatori, ma in noi che seguivamo la squadra, Rosella Sensi compresa. Perché il Lione era strafavorito. La sera andammo a fare un sopralluogo per assistere all’allenamento della Roma e vedemmo da vicino come tutto era programmato alla perfezione. Dalla colazione alla siesta pomeridiana, che doveva durare un “tot”. Al de Gerland capitai accanto a Domenech, che faceva un grande tifo per il Lione. Quando Totti realizzò il primo gol, ci abbracciammo tutti. Me ne fregai del fatto che fossi il Prefetto. E mi rimase scolpita in mente la faccia del ct francese: ancora una volta era stato beffato dagli italiani. Non le dico che è successo poi al capolavoro di Mancini. Tanto che Aulas, il presidente del Lione, si girò verso di noi e ci disse: "Che bravi, avete giocato meglio, avete meritato di vincere". Il ritorno a Fiumicino fu a suon di champagne (avrà offerto lui? Sarbbe stato carino, visto che non avrà avuto molte spese per il viaggio... :-)). Brindammo per tutto il viaggio. Non le dico la felicità di Rosella». Che rapporto ha con Rosella Sensi? «Ho scoperto in lei una donna straordinaria. Quando sono arrivato a Roma, non aveva credito. La ritenevano una ragazza giovane, non in grado di gestire certi "marpioni" né di poter amministrare una società importante come la Roma. Per lei parlano i fatti. ‘Sta ragazza è riuscita a fare una famiglia di grandi calciatori e a dare vita a una squadra che pratica il miglior calcio d’Europa. È una donna di grande intelligenza, di profondo savoir fair. Una vera signora. Lei andò anche all’Old Trafford. «Ecco, a Manchester non vidi tutta quella preoccupazione che traspariva a Lione. Furono tutti troppo distesi. Ma quello che mi colpì di più fu lo stadio. L’Old Trafford ti mette paura. Senti il boato del pubblico come se stessi in mezzo al campo. E mi immagino il giocatore avversario, quali sensazioni, quali timori possa percepire. Capii che non sarebbe stata la giornata giusta perché Taddei, che fino a poco prima era in perfetta forma e scherzava con noi dentro il pullman, entrò nello stadio vestito di tutto punto. Poi, dopo il primo gol dello United, ci si mise anche quella che definii "la paralisi da Old Trafford". I giocatori avevano gli occhi smarriti, la squadra non c’era più. Dopo il 7-1, nessun giocatore ebbe voglia di cenare e nessuno fiatò per tutta la durata del viaggio». Chiariamo una volta per tutte cosa successe all’andata, però. Durante Roma-Manchester. «C’è molto poco da chiarire. Fui tra i pochissimi a sostenere la realtà. La stragrande maggioranza dei tifosi del Manchester è Tifosa con la “T” maiuscola. Poi c’è il gruppo di ubriaconi. Come si può negare che non ci sia, visto che hanno fatto danni in tutta Europa? O è una cosa che è successa solo a Roma? E ci dimentichiamo che un’altra squadra inglese, il Liverpool, è stato squalificato per anni? Ma di che parliamo? Prima di Roma-Manchester un gruppo di inglesi si ubriacò e iniziò a lanciare seggiolini e tutto quello che gli passava tra le mani contro la Nord (ci sono i filmati che dimostrano come non sia vero. I tifosi inglesi si sono ribellati solo dopo l'intervento delle forze dell'ordine, entrate in curva dopo che gli inglesi si stavano scaldando per il lancio di svariati oggetti dalla Curva Nord. Decine sono i filmati su Youtube e anche su questo sito che lo confermano). Cui devo dare atto che non reagì come avrebbe potuto fare... (incredibile.) Poi la polizia scese per evitare il contatto tra i tifosi (incredibile). E il lancio si spostò contro le forze dell’ordine, cui tirarono di tutto (e te credo, stavano massacrando tutti!). Mi sconvolse anche il suo direttore, però (perché aveva riportato la verità, senza compiacere nessuno?)». Il mio direttore? «In una trasmissione su Canale 5, "Matrix", prese le distanze dal mio operato. Non la vide come l’avevo vista io (il dono della vista è prezioso. Invito il romanista Serra a casa mia a vedere tutti i filmati che ho dell'intero episodio. In grande amicizia). Ho stima per Riccardo Luna, ma dopo quella trasmissione mi resi conto che ero completamente solo. Quando la polizia riceve l’ordine di caricare, deve per forza intervenire in una certa maniera (tipo alla scuola Diaz di Genova...è questa cultura che deve cambiare in chi dirige l'ordine pubblico... E' ovvio che la manganellata a chi non c'entra può capitare per sbaglio, ciò che è indecente è l'accanimento su chi è a terra). Invece, si andò a contare il numero delle manganellate». Che sono state eccessive. «Un poliziotto, quando interviene, non deve mai esagerare (esatto). Perché si deve ricordare che prima di tutto è un professionista. Però, non dimentichiamoci che dietro la divisa c’è sempre l’uomo (questo è il problema: se il tifoso violento non è tifoso della Roma, come sostiene Serra, allora il poliziotto violento non è un poliziotto! Con la differenza che il poliziotto in più ha l'obbligo etico di rappresentare lo Stato, mentre il tifoso rappresenta solo se stesso). Nonostante i video che presentai (montati opportunamente per togliere la consequenzialità delle scene), dai media (che invece avevano le immagini consequenziali) venne data tutta la responsabilità alla polizia. Mentre gli inglesi furono descritti come "giovinotti in visita turistica allo stadio" (sicuramente quelli che di fuori si sono scontrati con i romanisti non lo erano, ma la maggior parte erano tifosi tranquilli esasperati dai modi della Polizia e dal lancio di oggetti che proveniva dalla Curva Nord)». I filmati mostrarono però come una donna inglese,che in mano aveva solo un telefonino, venne picchiata brutalmente e ripetutamente dalla polizia (questo è l'unico appunto che faccio all'intervistatore. Il telefono le venne sottratto con violenza da un poliziotto e fu picchiata solo perché cercava di riprenderselo... le immagini sono state viste da tutto il mondo. Mi rendo conto che però a quel punto Serra se ne sarebbe andato e non avrebbe concluso l'intervista). «Vede, si deve sempre scongiurare la carica. Ma, quando parte, è difficile andare a vedere dove colpisci (sono d'accordo. Ma in questo caso, caro Serra, proprio no. Si è trattato della rapina di un telefonino, per il quale il pischello di Torbellamonaca prende un paio di anni di carcere. Un Prefetto serio avrebbe dovuto cercare e punire il responsabile dell'odioso episodio, perché rappresenta lo Stato. E' in queste situazioni che un prefetto mette in gioco la sua credibilità). Perché la carica presuppone lo scontro e perché bisogna menare per evitare di essere menati (beh sì, la signora aveva proprio l'aspetto di essere una menona). Non dobbiamo arrivare alla carica. E basta non ubriacarsi. Nessuno, comunque, si è mai sognato di dire che non ci furono errori. Tanto è vero che il Ministro Amato dispose un’inchiesta. Lo stesso, a "Matrix", dissi che sarei stato ben felice di attenderne l’esito (sarà conclusa questa benedetta inchiesta, visto che è passato un anno?)». Per colpa di quegli incidenti decise di modificare l’Olimpico? «Anche per quello. I lavori servono a dare vita a uno stadio a prova di sicurezza, anche considerando che nel 2009 l’Olimpico ospiterà la finale di Champions». Condividerà che finora sono stati inutili, visto che le scalinate, che per ragioni di sicurezza andavano tenute sgombre,sono state tranquillamente occupate dai tifosi. «È vero, ma perché a Lazio-Torino e peggio ancora a Roma-Siena, non ho visto gli steward. Meglio: erano insufficienti. È evidente che devono avere altri poteri rispetto ad adesso (già li hanno, vedi la legge Amato). Però, prima ci devono essere... Io ho configurato lo stadio, poi bisogna che tutti stiano alle regole». Allora,non conveniva prima dare potere agli steward e in un secondo momento modificare l’Olimpico? «Scusi, ma se alle 12.30 lo scalone che divide la curva viene occupato dagli steward, non può essere occupato da altri. Poteri o non poteri. E gli steward sanno di avere una grande forza perché c’è una telecamera fissa in ogni settore. Se li aggredisco, ne pago le conseguenze. Ma gli steward devono saper fare il proprio lavoro». Roma-Inter,andata della finale di Coppa Italia.La Lega disse: si gioca di notte. L’Osservatorio replicò: no, si fa di pomeriggio per problemi di ordine pubblico. Tutti le chiesero di pronunciarsi. Alla fine,si giocò alle 18. «Sono assolutamente convinto che si sarebbe potuta giocare in notturna. Lo sostenni in tutte le sedi. Poi il Ministero decise diversamente. L’Osservatorio è nato per questo. Possiamo discutere sull’utilità dell’Osservatorio, ma io non ne discuto, perché non mi va di farlo. L’Osservatorio non stabilisce l’orario. Ti dice: Roma-Inter è livello tre. Quindi, di alto rischio. Io ritengo che non lo fosse. Ma se ti avvertono Prefè, tu falla giocare quando te pare, però è alto rischio, tu che fai? Eh no, e che volete il mio suicidio? Poi se domani succede il piccolo scontro ti senti dire "eh, ma te l’avevo detto che era ad alto rischio…" (in questo Serra ha perfettamente ragione. E' un sistema assurdo). O condividiamo le responsabilità, oppure niente. Però, se Roma-Inter è a rischio tre, Roma-Napoli è a rischio venticinque…». Ammetterà che questa storia del "Prefetto tifoso" non è stata vista di buon grado proprio dall’Osservatorio. «So bene chi la pensa così. È un poveretto. E non è certo Manganelli (ex presidente dell’Osservatorio e attuale Capo della Polizia, ndr), che è come il mio fratellino minore. Se non capisci la differenza tra fare il Prefetto e fare il tifoso, allora vieni qua e me lo dimostri. A qualunque livello. Non ho mai confuso la professione con quello che ho dentro. Non solo per la Roma». Si ricorda quando chiese al Viminale maggiore elasticità nel controllo degli striscioni per il derby,per far passare quelli ironici? Il risultato fu l’opposto: non passò nulla. Filtrò che quella fosse una ripicca al Prefetto tifoso. «L’Osservatorio è nato, ma io, francamente, ho molta fiducia nei Prefetti e nei Questori perché siano loro a prendere le decisioni sull’ordine pubblico e qua mi fermo. Un Osservatorio che è nato deve pur dimostrare di esistere (quello che abbiamo sempre detto. Legge forse questo sito? L'Osservatorio è un organismo fine a se stesso che deve dimostrare di esistere. Serra, sono d'accordo.). E allora, quando per uno striscione come "a noi ce s’è rotto er fax" si chiede il Daspo, io non sono d’accordo. Perché se attacchi una battuta del genere, rischi di provocare realmente incidenti, facendola sembrare una provocazione. Una cosa è il tifo violento, un’altra è "a noi ce s’è rotto er fax"» (allora mi chiedo: visto che il Prefetto Serra era il capo del Questore, per quale ragione, in autotutela, non ha imposto la revoca del daspo che invece mi risulta essere ancora pendente?). In quella occasione si parlò di una frizione con qualcuno del Viminale. «Il Viminale per me si chiama Ministro dell’Interno e Capo della Polizia. Tutto il resto… Com’è che ha detto? "A frizionare" con qualcuno? Con qualcuno che è nato domani (testuale, ndr). Per piacere, io sono Achille Serra. Chi presiede questo Osservatorio è un mio allievo (!!!), su… Glielo ripeto: i miei referenti sono il Ministro, il suo capo di gabinetto e il Capo della Polizia». Legge Amato, cosa pensa dell’arresto in flagranza differita (norma definita "emergenziale" e valida fino al 2010). Non è ai limiti del dettato costituzionale? «Sono assolutamente d’accordo con Amato e prima ancora con Pisanu, che aveva gettato le basi per la disciplina. Ci vuole rigidità. Non ho nessun diritto di essere violento. Perché il poliziotto fa il suo mestiere, lo steward pure e la squadra non può essere danneggiata. Lo Stato ha il dovere di punire il violento sempre e comunque (il problema è talmente sottile da un punto di vista costituzionale che non è possibile parlarne con chi non sia un vero e proprio addetto ai lavori. Se una telecamera mi riprende mentre lancio un sasso a una manifestazione politica non è possibile l'arresto in flagranza differita, mentre allo stadio sì. Tutti a questo punto comprenderanno che c'è una grave inosservanza dell'articolo 3 della Costituzione, l'articolo che parla di uguaglianza, principio cardine della nostra Repubblica. L'articolo 3 vale ovunque tranne che per i tifosi?)». Parliamo del Daspo. Non dovrebbe venire comminato da un giudice? «Il giudice? No, e perché? Ritengo che il Daspo venga adottato giustamente dal Questore, che è il responsabile tecnico dell’ordine pubblico. Se poi c’è errore nell’applicazione, questo dipende dal singolo Questore» (ma il questore è di parte e non è imparziale! Il Giudice è terzo ed imparziale. Se fosse come afferma Serra non avrebbero senso i tribunali perche' la polizia avrebbe sempre ragione, senza la possibilità di essere giudicati ed eventualmente assolti. Uno stato di Polizia è esattamente quello in cui il potere di giudicare lo hanno i questori e non i giudici). Ma il Daspo non previene l’episodio di violenza. È una valutazione a posteriori. «Però così previeni che un fatto possa risuccedere. E poi perché: un giudice riesce a fare una valutazione di ordine pubblico e un Questore no? I tempi della giustizia in Italia sono quelli che sono. Il Daspo va applicato subito sennò non sennò non ha alcuna efficacia (Ma se stanno arrivando daspo per episodi avvenuti 8 mesi fa! Un mafioso viene "diffidato" da un giudice su proposta del questore, il tifoso direttamente dal Questore, ci rendete conto dell'assurdita' della cosa?)». Com’è stato il suo rapporto con Il Romanista? «Splendido. Solo su Roma-Manchester non ci siamo trovati d’accordo. Per il resto, c’è stata una collaborazione fantastica e spero di avere dato un contributo anche io. So che domani compie tre anni di vita: voglio farvi auguri affettuosissimi. Il Romanista è espressione di una squadra che io porterò sempre nel cuore». E sempre Forza Roma. |
ITALIA-FRANCIA:
ECCO LA PROCEDURA
PER
STRISCIONI E COREOGRAFIE
Roma
03/09/2007
La
Federazione Italiana Giuoco Calcio ha istituito un servizio per le richieste
di autorizzazione all'accesso e al posizionamento all'interno dello stadio
di striscioni e/o coreografie per le gare interne.
La
procedura per ottenere l'autorizzazione è la seguente:
1
- La richiesta va presentata compilando il modulo A e/o B, corredandola
delle opportune certificazioni antincendio se trattasi di coreografia composta
da materiale di dimensioni tali da impedire la visuale agli altri spettatori,
e va inviata successivamente via fax al numero 02.99786365 entro e non
oltre i 5 giorni lavorativi precedenti la partita oggetto della richiesta:
·
MODULO " A " per le richieste relative a striscioni
·
MODULO " B " per le richieste relative a coreografie
2
- Si precisa che la F.I.G.C. esaminerà le richieste pervenute rispettando
l'ordine cronologico di presentazione e fino ad esaurimento degli spazi
disponibili sugli spalti.
3
- Le richieste, debitamente compilate e corredate da tutta la documentazione
necessaria, saranno sottoposte all'approvazione del G.O.S. (Gruppo Operativo
di Sicurezza) in una specifica riunione che si terrà presso la Questura
di Milano il 3° giorno lavorativo prima della gara.
4
- Le richieste che avranno ottenuto l'approvazione da parte del G.O.S.
riceveranno dalla F.I.G.C. la conferma di avvenuta autorizzazione attraverso
lo stesso mezzo (fax o mail) con cui sono state presentate.
Si
precisa che, in caso di mancata risposta, la richiesta è da considerarsi
respinta.
5
- I richiedenti autorizzati dovranno presentarsi, il giorno della gara,
entro e non oltre 1 ora dall'apertura al pubblico dello stadio, all'ingresso
n°11 (striscioni tifosi Nazionale Italiana) e ingresso n° 6 (striscioni
tifosi Nazionale Francese) muniti:
·
della comunicazione pervenuta dalla F.I.G.C.;
·
di tutta la documentazione relativa alla sicurezza antincendio ove necessaria.
6
- Il richiedente autorizzato, espletati i controlli d'ingresso, sarà
accompagnato per l'esposizione dello striscione dagli stewards nel punto
corrispondente allo spazio assegnato.
7
- Al termine della gara lo striscione e/o la coreografia (se riutilizzabile)
dovranno essere rimossi e, ove richiesto dal personale incaricato o anche
attraverso il sistema di comunicazione audio dello stadio ripresentato
integralmente presso l'ingresso n° 8.
8
- Vi informiamo che analoga disciplina dovrà essere applicata per
le bandiere ("drappo di forma rettangolare, attaccato per uno dei lati
più corti ad un'asta, quest'ultima se consentita dalla normativa
vigente") fatte salve quelle degli stati rappresentati in campo. Le bandiere
potranno entrare purché di dimensioni non tali da impedire la visuale
agli altri spettatori.
9
- Vi ricordiamo che è fatto divieto introdurre all'interno dello
stadio tamburi e altri mezzi di diffusione sonora.
Clicca
qui per scaricare il modulo A, relativo agli striscioni.
Clicca
qui per scaricare il modulo B, relativo alla coreografia
Accolto
il ricorso di un pm per un'ordinanza contro due tesserati di una società
campana
Erano
stati protagonisti di un tafferuglio. Dovranno stare lontani dai campi
per 18 mesi
La
Cassazione: "Da punire come gli ultras"
Rissa in campo? Giocatore bandito da stadio Il questore deve disporre l'allontanamento temporaneo come per i tifosi che provocano incidenti sugli spalti RIBALTATA SENTENZA GIP - Il gip nel giugno 2006 non convalidando il provvedimento del questore aveva sostenuto che i provvedimenti previsti dall'art. 6 della legge 401/89 «non si applicano alle condotte poste in essere nei campi da giochi o nelle immediate vicinanze da tesserati di federazioni sportive» perché «esistono possibilità di sanzioni specifiche da parte dei competenti organi federali». La Suprema Corte ha sancito che «non può ipotizzarsi una rinuncia di giurisdizione da parte dello Stato in favore delle federazioni sportive, data la diversità tra tutela dell'ordine pubblico e repressione di condotte contrarie alla regolamentazione sportiva». 05 settembre 2007 Fonte: Corriere della Sera |
I tifosi dell'F.C. United of Manchester festeggiano un gol con i propri giocatori |
I bambini tifosi dell'F.C. United of Manchester festeggiano un gol con i propri giocatori |
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