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La copertina è vera e non è un fotomontaggio |
Cosenza/Pomigliano |
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LA
PRESENTAZIONE DI REPUBBLICA.IT
NON SI SONO mai ascoltate le intercettazioni di Calciopoli dal vivo: voce e insulti dei protagonisti dei campionati degli ultimi dodici anni. Non si sono mai sentite le ormai leggendarie telefonate di Luciano Moggi, il dg della Juventus vincente del Duemila, il "commendatò" del calcio, come qui molti chiamano, deferenti, l'uomo al centro dello scandalo calcistico del secolo. Repubblica.it, ottenuti i dischetti con le intercettazioni che lo scorso aprile hanno sconvolto il calcio, dischetti consegnati dalla magistratura a tutte le parti interessate e quindi legalmente riproducibili, ha ascoltato le prime 700 telefonate. Da questo lungo ascolto - tolte le intercettazioni con insulti gratuiti, le bestemmie, i riferimenti sessuali, le allusioni da bar, tolte le intercettazioni inutili o offensive - ne abbiamo estratto quelle giornalisticamente interessanti, le abbiamo divise in vari capitoli e ve le offriamo. Sono le prime duecento intercettazioni "dal vivo" dopo la tempesta sul calcio di maggio e riproducono con fedeltà lo sporco campionato professionistico all'era di Moggi. Fanno capire più dei processi sportivi e delle lunghe interviste: qui i toni, gli ammiccamenti, i sospiri aggiungono alla sostanza del caso - il tentativo di manovrare il campionato di calcio italiano - elementi a carico, non a discarico. Siamo nella stagione calcistica 2004-2005. Si ascolta, in questi file, Luciano Moggi direttore generale della Juventus parlare come fosse un presidente federale, senz'arroganza, consapevole del suo ruolo primario nel calcio. E poi dare indicazioni chiare ai designatori arbitrali, spiegare ai procuratori dei calciatori le strade meno battute e più rapide per portare alla Juve fuoriclasse, Cannavaro, Ibrahimovic. Si ascolta Luciano Moggi trattare "temi sensibili" - inchieste giudiziarie, promozioni di carriera - con pezzi importanti delle istituzioni garantendo come contropartita abbonamenti e poltroncine centrali al Delle Alpi, magliette di Del Piero, posti aereo per la trasferta di Champions League a Madrid. E poi riferire ad Antonio Giraudo, l'amministratore delegato. Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, i designatori mossi con il filo da Moggi senior: ci sono anche loro. Si comprende cliccando su questi "file" come abbiano in odio Pierluigi Collina, l'arbitro che li oscura: quando gli devono affidare una partita importante la motivano con obblighi di norma. Fosse per loro, Collina farebbe l'anticipo di serie B ogni venerdì sera. E poi si comprende, in maniera ancora più netta, che i due designatori si detestano reciprocamente. "Quello è pericoloso, uno scemo", dice Bergamo di Pairetto. "Quello è un matto", replica Pairetto a terzi. Difficile immaginare che per le sei stagioni in cui hanno governato - per volontà delle sette sorelle e per aiutare la grande madre Juve - si siano prodotte designazioni arbitrali credibili. Sono colloqui, quelli che vi proponiamo, fatti di soprannomi tra persone che non si rispettano e che, se possono, si fregano: il numero uno, appunto, e poi Pinochet, Atalanta, il rospo, la combriccola romana, Zio Fester. Sembrano i "falsi" della commissione Mitrokhin e invece sono nell'ordine Giraudo, Bergamo, Pairetto, gli arbitri che girano intorno a Massimo De Santis e l'amministratore del Milan, Adriano Galliani. I linguaggi, spesso, sono banalmente cifrati: c'è l'omino, ci sono "i personaggi" e poi "x e y". Molti degli intercettati temono le intercettazioni e, non a caso, per gestire le comunicazioni più delicate usano schede protette o rimandano i colloqui "a quando ci vediamo di persona". Spesso i Moggi, padre e figlio, chiudono la conversazione con gli interlocutori così: "Non dire niente a nessuno". Che Mutu è in carico alla Gea, per esempio, e che a un giocatore, a uno solo dell'amplissima scuderia, la Gea ha fatto un regalo. Silenzi, e anche omertà. In queste intercettazioni si ascolta un calciatore del gruppo rispondere "no" alla stessa domanda posta dieci volte dall'Ufficio indagini, domanda che potrebbe inguaiare Alessandro Moggi. Per dieci volte "no": "Non gli ho detto niente", riferirà ai padroni. Hanno un pulsvalore di comprensione culturale, queste telefonate. Tra le duecento intercettazioni si possono ascoltare procuratori - e qui, per esempio, è intervenuto il nostro filtro - definire gli avversari di mercato omosessuali, quindi pedofili: omosessuali quindi pedofili nel rozzo calcio moderno è semplicemente un assioma. L'ex arbitro, poi, "è mezzo gay", si sa. E così il segretario federale che non si adegua. E' un mondo fatto di italianissime amanti, e anche queste non compariranno tra le telefonate selezionate, e italianissimi doppi giochi, questi si possono ascoltare. Istruttiva
e didascalica è la consegna certosina dei regali ai ministri, ai
giornalisti potenti. Moggi è un maestro nel dare istruzioni e indirizzi
ai suoi portaborse ed è professore, appunto, nella consegna dei
biglietti di tribuna: a finanzieri e uomini Digos, questori, dirigenti
avversari, fratelli di calciatori. "Dagli la Tribuna Ovest, quello non
conta", istruisce. Il giudice Calabrò? "Cinque di tribuna d'onore".
L'italiano
è incerto, ridotto al minimo indispensabile. I gol, nella Calciopoli
raccontata dalle intercettazioni, sono sempre "go". Il giocatore che ha
un calo d'attenzione è sempre "sconcentrato". E i suoi giovani protagonisti
amano sussurrare, perlopiù, storie di veline rifatte e speranze
d'incontri erotici: la ribalta avvicina ai Moggi junior, ai Calleri junior
televisioni, bei ristoranti, belle ragazze, con cessionarti dfa'uto di
lusso. E loro prendono tutto quello che possono..
Qui
dentro ascolterete veri e propri tentativi di "combine", falliti (Lazio-Fiorentina
1-1) e riusciti (Parma-Lecce 3-3). Lo hanno sancito i processi della giustizia
sportiva. Ascolterete arbitri proni al sistema e arbitri consapevoli, addetti
agli arbitri che provano a controbilanciare il potere arbitrale Juve portando
al Milan guardalinee amici. E presidenti Aia abili nel chiedere e offrire
raccomandazioni, poi funzionari infedeli di polizia, di finanza, di ministero,
di Federcalcio. Ci sono padri di calciatori che fanno i talent scout per
la Gea e ragazzi che hanno capito che rivolgersi alla Gea è il metodo
più rapido per ottenere un posto in squadra. Ecco, le prime 200
telefonate di Calciopoli: ora si possono ascoltare dal vivo.
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Tra
le centinaia di telefonate, qui sotto gli MP3 scaricati delle più
significative.
villette abusive, abusi sessuali abusivi; tanta voglia di ricominciare abusiva. Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate; il visagista delle dive e' truccatissimo. Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto: Italia si', Italia no. Italia si', Italia no, Italia bum, la strage impunita. Puoi dir di si', puoi dir di no, ma questa e' la vita. Prepariamoci un caffe', non rechiamoci al caffe': c'e' un commando che ci aspetta per assassinarci un po'. Commando si', commando no, commando omicida. Commando pam, commando prapapapam, ma se c'e' la partita il commando non ci sta e allo stadio se ne va, sventolando il bandierone non piu' il sangue scorrera'. Infetto si'? Infetto no? Quintali di plasma. Primario si', primario dai, primario fantasma. Io fantasma non saro', e al tuo plasma dico no; se dimentichi le pinze fischiettando ti diro': "Fi fi fi fi fi fi fi fi, ti devo una pinza. Fi fi fi fi fi fi fi fi, ce l'ho nella panza". Viva il crogiuolo di pinze, viva il crogiuolo di panze. Eh Quanti problemi irrisolti, ma un cuore grande cosi'. Italia si', Italia no, Italia gnamme, se famo du' spaghi. Italia sob, Italia prot, la terra dei cachi. Una pizza in compagnia, una pizza da solo; un totale di due pizze e l'Italia e' questa qua. Fufafifi, fufafifi, Italia evviva. Squerellerellesh, cataraparupai, Italia perfetta, perepepe' nainananai. Una pizza in compagnia, una pizza da solo; in totale molto pizzo ma l'Italia non ci sta. Italia si', Italia no, scurcurrillu currillo. Italia si': ue'. Italia no, spereffere fellecche. Ue', ue', ue', ue',ue'. Perche' la terra dei cachi e' la terra dei cachi (ELIO E LE STORIE TESE) |
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A
PROPOSITO DI STRISCIONI UMANI…
Visto
che subiamo, nostro malgrado, le sgradite attenzioni di comici, giornalisti
e forze dell’ordine, ci sentiamo in dovere di dire la nostra.
Perché “NUOVE LEGGI? MI, SBAT I BALL” ? Il nostro è stato piuttosto un semplice, ma significativo gesto mirato alla ricerca di una visibilità che reputiamo necessaria e vitale per scuotere, risvegliare e rendere partecipi le coscienze dell’opinione pubblica riguardo all’annosa questione genericamente (o meglio, pretestuosamente) definita “violenza negli stadi”, nonchè un gesto in grado di dimostrare l'inutilità, ma soprattutto l'inefficacia di una legislazione votata all'emergenza e non alla soluzione dei problemi. Volendo,
potremmo scegliere di difenderci dalle accuse chiedendovi di giudicare
il nostro comportamento alla luce di alcune garanzie, come dire, “sottili”,
quali ad esempio la Costituzione del nostro Paese (Art.21 - Tutti hanno
diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione) oppure la Dichiarazione Universale
dei Diritti dell'Uomo (Art.19 - Chiunque ha il diritto alla libertà
d'opinione e d'espressione; il che implica il diritto di non essere turbato
a causa delle sue opinioni e quello di cercare, ricevere e diffondere,
senza considerazione di frontiere, le informazioni e le idee attraverso
qualunque mezzo di comunicazione) o addirittura la futura Costituzione
Europea (Art II-71 Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione.
Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà
di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere
ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera).
In altre parole, chiedendo che per noi valga nient’altro (che sarà
mai) che il diritto tutt’ora vigente (avvisateci se non ci siamo accorti
della sua abolizione), non tanto al dissenso, quanto alla libertà
di espressione, niente di più, niente di meno…
Le nuove norme a nostro parere non fanno altro che coniugare interessati esperimenti di controllo sociale con squallide esigenze di lucro di poche persone. Non si tiene conto che, senza tifosi, senza partecipazione popolare, senza aggregazione non ci sarà lucro né tantomeno assenza di violenza, bensì una triste ed imperdonabile distruzione di parte della Cultura e della Storia di questo paese. Davanti
a ciò, non riusciamo a dire altro che "SBAT I BALL", un modo ironico
e goliardico per far sapere che non possiamo e che non potremo mai accettare,
condividere, sottometterci alla folle logica per cui per i tifosi possano
esistere leggi differenti da quelle per i semplici cittadini.
Nel frattempo (mala tempora currunt?), ribadiamo che continueremo per la nostra strada, come sempre, a fianco del Calcio Monza 1912. Ringraziamo
chi sta dalla nostra parte, chi ci ha espresso solidarietà e chi
lo farà in futuro.
NUOVE
LEGGI,
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Piva: martedì hanno sequestrato la bandiera a un tifoso di 80 anni... Altro fatto realissimo, non reale, è il malumore che serpeggia fra i tifosi e comincia anzi a uscire allo scoperto in maniera sempre più consistente. Si parte da uno stadio che resta aperto solo agli abbonati (unico di tutta la serie B), con la quasi certezza che eventuali gare di play off si 9 dovrebbero giocare in campo neutro. E sembrano proprio i tifosi gli unici che cercano di stimolare, di fare in modo che succeda qualcosa (ma siamo vicini alla chimera) che possa modificare la situazione. Gli ultras lo fanno a modo loro, con trasmissioni radiofoniche e volantini (bersaglio il presidente Fabrizio Garilli), ma anche Giancarlo Piva, presidente dell'Associazione Sostenitori Piacenza Calcio, si fa portavoce di sentimenti e fatti precisi. «La verità - dice - è che si è creata una situazione tale, a livello nazionale e locale, per cui la gente è spinta a starsene a casa, altro che venire allo stadio. Chi ancora viene dovrebbe essere premiato con una medaglia...». Si parte da giorni e orari delle partite sempre più impazziti e incontrollabili (o meglio controllati al cento per cento da Sky), si prosegue con la già citata apertura limitatissima dello stadio (eppure adesso le telecamere ci sono...), si finisce con l'applicazione financo eccessiva delle norme di prevenzione. «Martedì - continua Piva - ho visto le cose più assurde: è stata sequestrata la bandiera biancorossa a un tifoso storico, quasi ottantenne, che per anni è stato presidente del Centro coordinamento: cosa avrebbe potuto farci di pericoloso? Poi gli striscioni: anche questi in parte sequestrati, solo perché non era stata chiesta preventivamente l'autorizzazione ad esporli, anche se non contenevano alcuna scritta offensiva o che incitava alla violenza. Se vogliono che il nostro stadio resti vuoto, e alludo anche alla società che con noi continua a non avere alcun dialogo, ce lo dicano chiaramente, ma poi non si lamentino se il prossimo anno ci saranno sì e no 1.000 abbonati». «Dopo la partita di martedì - continua Piva - ho visto per terra fuori dallo stadio un abbonamento strappato a metà e gettato via: era di un Under 12, so anche nome e cognome perché l'ho raccolto...». Insomma, così non si può andare avanti. Allenamento a porte chiuse, poi in ritiro Dopo il pomeriggio e la mattina in libertà, i biancorossi sono tornati ad allenarsi ieri a porte chiuse. A parte ha lavorato Lazzari, fermi solo gli infortunati Anaclerio e Gobatto. In campo quindi anche Olivi e degano, non voncoati martedì per la partita con il Brescia. Al termine, la comitiva biancorossa si è trasferita nel ritiro di Salsomaggiore. |
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Ciao
Lorè,
apprendo con piacere che gli europei vanno a Ucraina e Polonia. Bene. Matarrese diceva ieri: "Non c'è storia, vinciamo noi", con la lungimiranza che da sempre lo contraddistingue e grazie alla quale ha portato al calcio italiano i contributi che tutti conosciamo (anche la Gazzetta -come peraltro il Corriere dello Sport - titolava: "Platini - ma quanno more Platini? - ci consegna gli Europei 2012" n.d.L.). La Melandri, dando prova di grande cultura della sconfitta con cui si riempie la bocca, è scoppiata a piangere come una bambina; bisognerà inventare un nuovo ballo al billionaire per tirarle su il morale. Non entro nel merito dei motivi che hanno portato alla nostra esclusione perchè non li conosco e non mi interessano ma una cosa è certa: tutto questo rallenterà sicuramente il processo in atto di scimmiottamento del modello inglese. Contavano sui finanziamenti per rimettere a nuovo gli impianti e renderli "a norma", adesso torna tutto sulle spalle delle società, che con i soldi che hanno potranno a malapena rivernicià i cancelli. Il sogno di chi voleva stadi senza curve è volato giù per lo sciaquone accompagnato dagli applausi, mò che vadano a chiedere ai presidenti di investire i miliardi che non hanno, perchè se li sono spartiti i più furbi di tutti (viva i diritti TV, viva il digitale terrestre, viva gli stadi vuoti, viva). Ormai sono come i laziali, rido sulle disgrazie altrui, ma vedere sti pupazzi che rosicano mi fa troppo, che ce posso fà. Ora che non hanno più cose importanti a cui pensare torneranno al loro sport preferito e all'unica cosa che sanno fare, vietare. Si sono fatti inculare da paesi che hanno una tradizione calcistica manco paragonabile alla nostra, hanno perso l'ennesima opportunità, si sono mostrati arroganti fino all'ultimo secondo per poi piangere senza dignità... l'importante però, lo sappiamo tutti, è che gli striscioni in curva non entrano più... A' COJONI!!!! DAJE ROMA DAJE, E A CHI HA DECISO DI GIOCARE A S.SIRO A QUESTO ORARIO IMMONDO... CHE DIO TE FURMINI!!!! E guai a chi la guarda in TV. O ALLO STADIO O ALLA RADIO! Sbots |
Sentiti
complimenti ai ministri melandri e amato, alla FIGC, alla Lega Calcio,
a SKY, alla RAI, per la mancata assegnazione degli europei
è una fortuna per l'italia così si eviteranno altri sprechi monstre stile italia'90 e così si è capito da che razza di deficienti siamo governati ti consiglio di mettere sul tuo sito le immagini successive all'annuncio di platini, la faccia della melandri nelle interviste è uno spettacolo, come si direbbe dalle tue parti stava per sbrocca'! niente male anche le facce di quelli di sky (a cardiff c'era arrigoni di sky accanto ad abete e valentini, capo ufficio stampa figc) sembrava stessero ad un funerale! non può mancare il mio personale ringraziamento al tuo "amico" prefetto serra che ad una settimana dalla scelta fa fare quella bella figura all'italia con l'operato dei suoi scagnozzi durante roma-manU SI POSSONO COMPRARE....
Il servizio del TG2 "Daspo in arrivo per i tifosi del Monza che durante la partita disputata all'Arena di Pisa alla vigilia di Pasqua esposero una specie di "striscione umano" con scritte ritenute offensive. Sull'episodio sono in corso indagini. A portarle avanti,congiuntamente sono le questure di Pisa e Monza. Attraverso i filmati e immagini fotografiche è stata quasi ultimata l'identificazione degli autori della scritta, che recitava : NUOVE LEGGI? MI SBATT I BALL. Secondo te è possibile ravvisare un reato? Secondo me e secondo la Legge no. Secondo la Questura sicuramente sì. Ci tenevo anche (dopo averi criticati l'ultima volta) a complimentarmi con il trio medusa per il servizio di lunedì. Poichè "le iene" è un programma che punta molto sulle segnalazioni invito tutti a inviargli e-mail. Posso assicurarvi che vengono molto considerate in quanto da più parti mi è stato riferito di aver ricevuto risposta. Ciao. |
17/04/2007
- di L'espresso ; Fonte: http://espresso.repubblica.it/
Una fetta di curva muta, tifosi rimasti fuori, mugugni, sconcerto, rabbia. La decisione delle forze dell’ordine di passare al setaccio striscioni, sciarpe, magliette e tutto ciò che fa parte della scenografia del tifo in ossequio all’attuazione delle nuove norme emanate dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, ha lasciato sul terreno molte “vittime” e alimenterà sicuramente polemiche nei prossimi giorni. Veniamo ai fatti. Come prescrive il decreto del governo, non è più possibile introdurre all’interno dello stadio striscioni e assimilabili (attenzione, questa è la parola chiave...) se non sono approvati dalla Questura. Una decisione che, per fare un esempio, è rigettata dalla parte di curva traslocata nei distinti, la quale ha rinunciato ad esporre vessilli. Ieri prima della partita si sono presentati ai cancelli tifosi, soprattutto giovani, anche minorenni, con t-shirts delle “Brigate” o sciarpe degli Ultras Unione, gruppo sciolto da mesi e rimasto solo nella memoria storica di chi ne ha fatto parte per tanti anni. Ad alcuni bambini sono state sequestrate le astine delle bandierine, mezzo metro di plastica. Uno dei momenti più imbarazzanti è stato vissuto quando una giovane tifosa con la maglietta delle “Brigate” è stata costretta, per entrare, a togliersela rimanendo in canottiera e reggiseno. Solo il pronto intervento di un’amica munita di maglietta neutra, ha permesso di rimediare... allo scandalo. Insomma una situazione grottesca spiegata così dal funzionario di polizia presente allo stadio: «Questa è l’interpretazione della normativa. Perchè quando, oltre agli striscioni, si parla di “assimilabili”, questi possono essere anche le magliette o le sciarpe se in esse sono presenti scritte che non vanno bene. Le parole Ultras o Brigata non sono espressioni che esaltano lo spirito sportivo, dunque le magliette con tali scritte non entrano nell’impianto». E se il tifoso si toglie la t-shirt e rimane a petto nudo? «Qui andiamo contro le normative comunali, anche in questo caso non si rispetta la legge». I tifosi hanno quindi attaccato lo striscione “Brigate” al ponte dinanzi l’entrata centrale e hanno preferito rimanere fuori. Chi non nasconde lo sconcerto e preannuncia di portare il problema all’attenzione del Comune, che è proprietario del “Penzo”, è Sebastiano Bonzio, consigliere comunale di Rifondazione Comunista e abituè dei Distinti: «Questa applicazione del decreto esclude il buon senso. Faccio un esempio. Ho visto togliere magliette che recitavano “Gli ultras uniscono, il razzismo divide” dove la parola Ultras è presente in un contesto che più antiviolenza non si può. Se, come credo, il fine del decreto Amato è inibire la violenza, rendere lo stadio un luogo più accogliente, questa rigidità rischia solo di acerbare gli animi». |
e per le prossime gare del Napoli L'Osservatorio costituito dal Viminale sulla violenza negli stadi di calcio e presieduto dal prefetto Antonio Manganelli ha deciso di attribuire il livello "3" di rischio alle prossime gare del Napoli, nonchè a quella della Roma a Bergamo contro l'Atalanta, individuando, tra le possibilità a disposizione delle autorità di Pubblica Sicurezza, l'applicazione in via straordinaria della misura della distribuzione di biglietti esclusivamente nella città ospitante l'evento, entro le ore 19 del giorno precedente e di non permettere la vendita telematica, così determinando di fatto l'apertura dello stadio ai soli tifosi locali. "Ciò -spiega una nota- anche nella logica di favorire lo svolgimento degli incontri di calcio in presenza di pubblico". La decisione di attribuire il massimo livello di rischio alle prossime gare del Napoli e della Roma a Bergamo è stata determinata dall'analisi degli avvenimenti legati alle rispettive tifoserie: dall'inizio della stagione, infatti, le frange violente della tifoseria partenopea si sono rese protagoniste di 13 episodi di violenza in occasione di altrettanti incontri di calcio causando il ferimento di 25 operatori delle Forze dell'Ordine. Nell'ultima gara in trasferta a Torino gli ultras napoletani sono stati protagonisti, tra l'altro, di scontri con i supporters della Juventus (e come è stato possibile visto che era già in vigore la Legge Amato? n.d.L.). La tifoseria romanista si è resa responsabile, nella stagione in corso, di 28 episodi di rilievo sotto il profilo dell'incolumità pubblica, provocando il ferimento di 21 appartenenti alla Forze dell'Ordine e di 38 tifosi avversari; sono stati 10 gli arrestati e oltre 60 i denunciati tra i tifosi romanisti perchè autori di incidenti. Ormai viviamo non più in Italia ma in Prefettitalia. Credo sia giunto il momento di aiutarsi tra tifoserie avversarie, nel senso che ci si dovrebbe adoperare in loco per acquistare biglietti per gli ospiti, oppure bisognerà iniziare a fare come gli inglesi (ah, che bel modello!), vale a dire organizzarsi i week end in trasferta per prendere i biglietti il giorno prima e poi andarsene alla partita il giorno dopo, visto che non è vietato l'ingresso ai tifosi della Roma ma semplicemente si cerca di rendere impossibile loro (ma anche alle altre tifoserie) l'acquisto dei biglietti. La cosa singolare è che in Inghilterra tutto questo non avviene! I tifosi ospiti comprano tranquillamente il biglietto e si vanno a vedere la partita. E poi, non hanno fatto la Legge Amato? Gli stadi sono ormai sicuri no? Allora perché questi ostacoli continui? Perché viviamo in uno stadio di polizia, nello Stato di Prefettitalia. |
Ma
ecco cosa ne pensa del modello inglese un ragazzo arrestato a Manchester,
uno di quelli che ha avuto persino il privilegio di vedere il proprio nome
citato per esteso su un giornale romano:
MANCHESTER
10.04.2007 ORE 18 GMT
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Ciao
Lorè, mi è sorto spontaneo un dubbio...
con l'introduzione della nuova legge anti-violenza non erano stati aboliti i settori ospiti (anche se poi continuano ad esistere...)??? e allora perchè per domani contro l'inter sul mio biglietto c'è scritto "SETTORE OSPITI"??? tra l'altro ci sono le informazioni di vendita sul sito della Roma e le hanno dette anche all'intervallo di Roma-Samp... sarà forse perchè i biglietti vengono venduti in banca? se così fosse allora dovremo sperare che tutte le società si attivino attraverso le banche per poter comprare liberamente senza troppo stress i nostri biglietti (e provocare inutili file e disagi in banca, un pò come lo è stato con l'abolizione dei treni speciali...) Saluti (Bruno) Come dicevo prima, in Prefettitalia le cose non sono chiare e, nonostante esista un Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, ogni provincia ha il suo bel questore che fa come gli pare. In realtà la legge non ha abolito affatto il settore ospiti (che è una definizione che ho sempre detestato per il fatto che il settore ospiti è quello che mi ospita e non quello che altri decidono che mi debba ospitare) ma ha semplicemente vietato alla Società ospitante di mandare in blocco i biglietti alla Società ospitata, vale a dire l'esatto contrario di quello che accadeva prima e che tuttora accade in Inghilterra. L'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, conscio del fatto che la disposizione è una vera e propria stronzata, e forte del potere assoluto concessogli come accade nei migliori Stati di Polizia, cerca di impedire che il tifoso possa comprarsi il proprio biglietto e seguire la propria squadra in qualunque settore dello stadio. Lo fa frapponendo ogni tipo di ostacolo e probabilmente tra poco verrà proprosto di dichiarare nell'atto di nascita per quale squadra si fa il tifo in modo che con l'esame del DNA si possa impedire in futuro di comprare un biglietto per la partita. In realtà al momento ciascuno è libero di comprare un biglietto per qualsiasi settore. Quidni, se si vuole andare a vedere Atalanta/Roma, ad esempio, bisognerà organizzarsi in modo da acquistare, entro le 19 del giorno prima ed attraverso il canale di vendita pubblicizzato sul sito ufficiale della squadra bergamasca, il proprio biglietto. Naturalmente è necessario che, non potendo acquistare il settore ospiti (in quanto ancora non si è capito se lo vendono o no) si acquisti il biglietto per il settore più economico: la Polizia, se lo riterrà opportuno, a quel punto sospsterà i tifosi della Roma nel settore che più ritengono valido per i loro fini. In effetti negli anni '80 si andava così allo stadio. L'unico problema che oggi si ha in più è che non vendono i biglietti il giorno della partita e quindi bisogna oprganizzarsi differentemente., Per parte mia, se qualcuno intende collabiorare ed informarmi (non ho il tempo di andare a spulciare altri siti!) per tempo sulle modalità di vendita dei biglietti della squadra che, settimana dopo settimana, ospita la Roma, sarò ben lieto di pubblicizzarlo al fine di agevolare la trasferta del maggior numero di persone possibili. Auspicando che Prefettialia torni ad essere l'Italia e che gli Osservatori tornino alla loro naturale funzione: guardare le stelle. Poi una e-mail di Gabriele: "Ciao Lorenzo, una provocazione...visto che i giocatori dopo Manchester si sono scusati venendo sotto la Curva e con la conferenza stampa di venerdì hanno sottolineato le loro scuse, con questa mail ti invito a fare un appello alla quale la società non può dire di no: i 4000 eroi di Manchester che cantavano "Roma Roma Roma" sul 5-0 avranno l'ingresso gratuito per la finale di Coppa Italia (solo la Curva Sud o la Nord e solo gli abbonati). Le modalità sarebbero semplicissime, basterebbe presentarsi col tagliando dell' Old Trafford che verrà poi contrassegnato come poi la società vorrà. Cara AS Roma... sono così tanti € 50.000 di incasso o vale di più avvicinare la società ai tifosi? Un saluto". Se la Roma avesse un Presidente old style come Costantino Rozzi o Paolo Mantovani o Peppino Prisco o Romeo Anconetani potremmo sperarlo. Ma sono tutti morti. Nota di rilievo per un film sengalatomi da Gabriele in uscita il 27 aprile, per tutti gli appassionati di sottoculture giovanili: http://www.thisisenglandmovie.co.uk/home#home Terminiamo con un articolo uscito su Quotidiano.net, a firma di Marco Liguori... troppo economico, forse, ma so che molti visitatori di questo sito sono illustri professionisti che hanno la competenza per valutare :-) Lazio, i flop dell'Opa di Lotito L’offerta pubblica di acquisto totalitaria obbligatoria lanciata il 27 dicembre 2006 sul capitale della società biancoceleste sul listino di Borsa si è chiusa il 31 gennaio 2007 con un flop Stando a quanto comunicato dalla Lazio nel prospetto informativo dell’operazione, quest’ultima era stata obbligatoriamente approntata in seguito all’acquisto sul mercato, avvenuto il 2 novembre scorso, del 14,609% del capitale della Lazio da parte di Lazio Events. In questo modo, la società posseduta dal presidente del consiglio di Gestione Claudio Lotito aveva raggiunto il 44,5% della squadra capitolina, superando così il tetto del 30% imposto dal Testo unico sulla finanza per il lancio dell’opa. A copertura dell’intero pagamento di tutte le azioni, la Lazio aveva ottenuto una linea di credito da Unicredit Banca d’Impresa. Se l’offerta si fosse conclusa con l’acquisto di tutti i titoli, la Lazio sarebbe stata cancellata dal listino di Borsa. Quali potrebbero essere state le motivazioni del fallimento dell’operazione? C’è un primo argomento riguardante il suo prezzo. Molti piccoli azionisti avranno forse svolto i classici conti della serva: l’opa è stata lanciata a 0,40 euro, 20 centesimi in meno rispetto al valore nominale delle azioni. Dunque, era poco conveniente aderirvi. Ma c’è un altro argomento che taglia la testa al toro. Chi ha acquistato i titoli al collocamento nel maggio 1998, le ha pagate 5900 lire (3,05 euro circa). Si può tranquillamente immaginare che un tifoso di una società di calcio sia un “cassettista”, ossia un azionista fedele che custodisce gelosamente i propri titoli. Quindi, ha molto probabilmente aderito ai quattro aumenti di capitale e al raggruppamento azionario succedutisi nel corso di questi nove anni. I primi due incrementi dell’era Cragnotti sono rispettivamente avvenuti nell’ottobre del 2000 (una azione nuova ogni tre a 3,2 euro) e nel giugno 2002 (7 azioni ogni 10 possedute a 0,85 euro). Gli altri due sono avvenuti nel giugno 2003 (14 titoli ogni 1 a 0.05 euro) e nel maggio 2004 (8 titoli ogni 1 al prezzo di 1 euro). Nel febbraio 2004 è stato effettuato il raggruppamento di una azione ogni 100 possedute. Dopo tutte queste operazioni straordinarie, se il piccolo azionista avesse partecipato all’opa avrebbe perso di conseguenza il 98,12% del suo capitale iniziale. Da notare che l’indice telematico Mibtel della Borsa Italiana ha ottenuto dal primo giorno di quotazione della Lazio sino alla conclusione dell’offerta pubblica un incremento del 36.66%. Piccola curiosità. Stando sempre al documento informativo sull’opa, se si esclude il presidente del consiglio di gestione, ossia Lotito che ne detiene la maggioranza, si nota che tra l’altro membro dello stesso organismo, Marco Moschini, e gli altri del consiglio di sorveglianza (cinque membri più due supplenti), soltanto un componente di quest’ultimo, Giovanni Gilardoni, possiede 20.646 azioni. Non sarebbe stato meglio che ciascuno di loro acquisisse un consistente quantitativo di titoli, anche per dare un segnale decisamente positivo agli azionisti-tifosi? (continua) di Marco Liguori |
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Si a papà, era sera... era d'Aprile er pesce era passato muto e senza spine. Nell'Albione perfida e a modello, cavalli mozzicanti invece che er manganello. S'era partiti pè n'impresa, de quelle da raccontà davanti ar focolare, tutto bruciava 'n petto, muto !! Er cellulare. Chi era rimasto in terra sampietrina era du' giorni che nun dormiva come dormiva prima er traffico nun c'era, i semafori silenti i dentisti s'erano rifiutati de cavà li denti, i televisori a palla coprivano li piatti apparecchiati qualcuno pannellava sciopero dei carbroidrati. Poi venne l'ora... quella che nun viè pe' tutti eravamo tutti belli a papà nun esistevano più li brutti nun era un sogno era reale manco li gabbiani sur tetto der Quirinale. Parte l'orologio... fischia l'omo in giallo partono le vene, pompa er core de metallo manco la prima scarica de adrenalina pura che ar decimo più o meno l'idraulico ce stura ce stura er lavandino dove nun score niente se non il sangue de chi crede a la panza e no alla mente tu pensi "daje... daje regà, nun è successo niente, è 'na battaja, battaja dirompente, via la maja dai carzoni, sporcateve er battente" e invece niente... li vedi rotolà su un prato all'inglese come 'na balla de fieno a Porta Portese. Poi parte un conto alla rovescia dei malrovesci che ce danno pensi ancora "daje... basta poco!" si... ma quanno? nun c'è er tempo pè fermà er tempo boia pensi "mai... mai, un giorno de gloria" e qui, papà, devi pensà si! che chi dopo sta sera d'aprile è annato a festeggià la gioia la troverà solo sulle disgrazie altrui pè sta gente nun c'è luce... papà, ma solo giorni bui ! perchè chi pe' sorride deve vedè piagne uno, mille e centomila è uno che nella vita sua starà sempre in fila chi invece la prova... la vita sulla pellaccia nun starà mai a chiede un sorso da' n'artra boraccia sii orgoglioso, a papà, de' provà emozioni davanti 11 leoni a vorte un po' cojoni... è raro, amore mio è raro come te e come mamma tua che dopo er 7 a 1, c'ha lasciato a sparecchià LI MORTACCI SUA !!! Clicca qui per ascoltarla (2654 kb) |
Bob Graham, che sta facendo documentario sul teppismo calcistico nell'Est Europa, ha detto che la violenza è stata preordinata in un modo altamente organizzato By BOB GRAHAM (6 aprile 2007) Il primo messaggio, scritto in polacco (ragazzi, questo è meglio di Berizzi! 100.000 euro da parte mia a un ultras romanista che parla polacco! n.d.L.) recitava: "Ehi, volete venire all'agguato e combattere?". Era stato mandato da uno degli Ultras della Roma a un membro neonazista (e come te sbagli, questi ce stanno sembre bene! n.d.L.) della gang estremista del Legia Varsavia che organizza l'hooliganismo in Polonia. La replica è stata immediata: "Amico mio, è bello che abbiate bisogno di noi. Saremo onorati di stare lì con voi". Messaggi sono stati anche mandati in Croazia, alla Torcida Split che segue l'Haiduk (beh certo, dopo i disordini che ci sono stati dopo Roma/Haiduk nel 2003/04 sarebbe stata proprio la tifoseria migliore da contattare... se trovano un romanista in giro per Belgrado ancora lo impiccherebbero in piazza... n.d.L.), al Den Haag in Olanda (Daniele mi fa notare che la tifoseria del Den Haag è gemellata con gli juventini, così come quella dello stesso Legia Varsavia, vedere il sito dei Drughi o dei Viking Juve per conferma e questo esclude a priori la possibilità di un contatto con la tifoseria della Roma, n.d.L.), al Ferencvaros in Turchia (questo il grado di istruzione di questo autentico imbecille che soffia sul fuoco: il Ferencvaros è una squadra - anche piuttosto famosa - ungherese. L'idiota forse si riferiva al Fenerbace), agli Ultras Sur del Real Madrid e alla curva Massilia hooligans dell'Olympique Marsiglia (in effetti i neonazisti del Legia Varsavia legherebbero bene con i compagni di Marsiglia, n.d.L.), e i Red Tigers di Lens (forse questi gli piacevano perché sono giallorossi... n.d.L.). L'invito ai francesi è stato un pensiero successivo; loro non hanno storia nell'hooliganismo (magari il PSG qualcosa avrebbe da dire al riguardo, n.d.L.), ma potrebbero volere fare parte del combattimento dopo gli scontri al loro stadio durante il match del Lille contro il Manchester United lo scorso mese. Sono stati invitati anche tifosi dell'Austria, Bulgaria, Romania, Serbia e Slovacchia (invitati tutti rigorosamente nella loro lingua... n.d.L.). In ognuno di questi paesi ci sono gruppi di ultras conosciuti, tifosi che vengono coinvolti in storie di razzismo violento che ha occasionalmente portato all'omicidio. "Sarà un meeting delle amicizie attraverso l'Europa" ha detto il teppista del Legia Varsavia che ho incontrato mentre stavo realizzando un documentario televisivo sul teppismo calcistico. "L'apertura dei confini significa che possiamo viaggiare senza problemi e prendere parte nelle questioni che condividiamo, come picchiare i tifosi del Manchester. Forse hanno la squadra migliore. Noi siamo i migliori hooligans e i migliori combattenti. Siamo al top della nostra classifica". La serie di messaggi - il primo di più di una dozzina mandati tra gruppi di hooligans organizzati - è stata la prima avvisaglia che il quarto di finale di Mercoledì sarebbe diventato un appuntamento per teppisti. Molti messaggi sono stati mandati a tifosi di Liverpoool (ragazzi, ormai siamo alla fantascienza pura. Questo è meglio di Star Trek n.d.L.) Burnley (Burnley? che è Burnley??? n.d.L.) and Southampton (ah già, ce mancavano loro! n.d.L.) per cercare di coinvolgerli nella battaglia. Inevitabilmente, le notizie sono arrivate all'Old Trafford dove, prima del match, la questione è montata nello staff di sicurezza dello United. Questo ha portato all'avviso ai tifosi per i potenziali scontri. Nel perverso, tenebroso mondo dell'hooliganismo, le alleanze tra le bande che seguono i maggiori club in ogni nazione sono conosciute come "gemellaggi". Nella serie di messaggi SMS (deve essere semplice scrivere in polacco via SMS! n.d.L.), sono stati presi accordi per incontrarsi prima della partita e coordinare l'agguato ai tifosi dello United nelle strade secondarie che portano allo Stadio Olimpico dove simboli fascisti, croci naziste e croci celtiche sono spesso esibite e disegnate sui muri. Ai fans del Legia Varsavia e del Pogon Szczecin, è stata fatta una specifica richiesta da Roma: "portate le vostre lame!" (sospendo un attimo la traduzione. Sto piangendo dal ridere! n.d.L.). La piccola banda di non più di 20 tifosi, arrivata a Roma martedì, ha portato coltelli e asce come "equipaggiamento"- Proprio poco prima di partire da Varsavia, il leader della gang polacca ha sorriso: "Staremo a Roma fino a che il Papa fa il suo messaggio di Pasqua. Siamo buoni cattolici polacchi e questa è una buona ragione per stare a Roma". Sebbene il teppismo calcistico sia giustamente perseguito in Gran Bretagna, Germania ed Olanda - e, un po' meno, in Spagna - nel resto d'Europa le autorità chiudono un occhio. Nel passato inverno il numero di incidenti è cresciuto. Solo la scora settimana il presidente dell'UEFA Michel Platini ha scritto a 53 associazioni calcistiche europee, ammomendo che la violenza dentro e fuori gli stadi sta avvelenando il calcio. Ha incontrato esperti dei governi e della polizia del Continente per chiedere aiuto. Il presiderte della FIFA Blatter ha detto: "siamo arrivati al crocevia del football. Il nostro calcio è malato e dobbiamo trovare la medicina per curare il nostro sport". QUI IL TESTO ORIGINARIO DELL'ARTICOLO (CON SPAZIO PER I COMMENTI) |
Calcio: striscioni
contro prefetto Serra durante Atalanta-Chievo
BERGAMO
- Uno striscione di insulti nei confronti del prefetto di Roma, Achille
Serra, e' stato esposto oggi sulle tribune dello stadio di Bergamo, in
un settore occupato dai sostenitori dell'Atalanta, durante il match tra
la squadra di casa ed il Chievo Verona. "Sei una mela marcia" hanno scritto
i tifosi, la cui identificazione e' in corso grazie alle telecamere fisse.
Sul campo sono inoltre state lanciate mele e alcuni petardi, arrivati alle
spalle del portiere atalantino Calderoni. Il prefetto e' stato preso di
mira in relazione agli scontri che erano avvenuti a Roma, in occasione
di Roma-Atalanta, nel dicembre scorso, tra la polizia e alcuni tifosi bergamaschi.
(Agr)
Questa notizia che segue è veramente da ridere. Poiché non mi fido delle agenzie, sono veramente curioso di sapere i motivi della vera protesta, perché se è proprio come è stata riportata è veramente comica.
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TIFOSI GB ARRESTATI, APPLICATO DASPO (Divieto di Accedere alle manifestazioni
SPOrtive)
Sono
tre i tifosi inglesi arrestati mercoledi' sera dopo i tafferugli avvenuti
all'interno dello stadio Olimpico. Per i tre supporter del Manchester la
questura ha disposto il daspo per tre anni. I tre arrestati, si e' appreso
nella Questura della capitale, sono stati accusati di violenza a pubblico
ufficiale e sono stati processati per direttissima. Il giudice ha per loro
convalidato l'arresto, rimettendoli in liberta' e fissato il processo per
il prossimo mese di novembre. Secondo quanto si e' appreso nel corso dell'udienza
in tribunale i tre tifosi avrebbero ammesso di aver bevuto prima di entrare
allo stadio Olimpico almeno 10 bottiglie di birra a testa e di non ricordare
nulla di quanto e' avvenuto sugli spalti dello stadio Olimpico.
AMBASCIATA
BRITANNICA A ROMA, PREOCCUPATI
'Siamo
preoccupati per le scene alle quali si e' assistito mercoledi' sera a Roma''.
Lo afferma in una nota l'Ambasciata Britannica in Italia che precisa, ''come
gia' riferito dal Ministero dell'Interno britannico''.
''Come
e' consuetudine in queste occasioni, - prosegue la nota - il Consolato
britannico ha fornito un rapporto sulla partita di mercoledi' al Ministero
dell'Interno a Londra''. ''Come gia' riferito dal Ministero dell'Interno
britannico, - si legge ancora nella nota - i funzionari della polizia di
Manchester stanno collaborando con la polizia italiana a Roma e il Ministero
dell'Interno britannico e' in attesa del loro rapporto sulla situazione''.
LONDRA
CHIEDE SPIEGAZIONI
Il
sottosegretario all'Interno britannico Vernon Coaker ha definito ''estremamente
preoccupanti'' le immagini viste alla partita
Roma-Manchester
United in cui la polizia italiana ha colpito tifosi della squadra inglese.
''Le scene viste sui nostri televisori sono estremamente preoccupanti -
ha dichiarato alla Bbc - Abbiamo bisogno di spiegazioni su quello che e'
accaduto, e sul modo in cui ha reagito la polizia. Sono interessato a vedere
i rapporti che verranno. Non solo quelli della polizia italiana, ma ma
anche quello dei nostri ufficiali di polizia che erano la', della nostra
ambasciata, che ascoltera' i tifosi, e anche quello del Manchester, per
avere la loro opinione''. Il club britannico ha accusato la polizia di
aver ''colpito indiscriminatamente'' i tifosi del Manchester.
UEFA
APRE UN'INCHIESTA
L'Uefa
ha deciso di aprire un'indagine sugli scontri fra tifosi avvenuti ieri
sera per la partita Roma-Manchester United di Champions League. Lo ha annunciato
tramite un comunicato a Nyon. Martedi' l'Uefa decidera' se trasmettere
il dossier alla commissione disciplinare.
''L'Uefa
sta attualmente raccogliendo le prove - spiega la federazione europea nel
comunicato - e studiera' i referti ufficiali dell'arbitro, del delegato
Uefa
e dell'osservatore incaricato della sicurezza in dettaglio prima di annunciare
qualsivoglia azione supplementare''. Per le partite molto importanti, infatti,
oltre agli arbitri e al delegato, l'Uefa manda anche un ''security officer'',
ossia una persona incaricata di sorvegliare in particolar modo le questioni
relative alla sicurezza. Allo stadio olimpico, questo ruolo e' stato svolto
dal tedesco Michael Kuchenbecker. ''Nei prossimi giorni - ha spiegato all'Ansa
il servizio stampa dell'Uefa - raccoglieremo il numero massimo di informazioni
sugli scontri fra tifosi. In funzione dei dati raccolti, l'Uefa decidera'
se aprire un caso disciplinare''. Per il momento, quindi, si tratta di
un'indagine preliminare. Appare comunque molto probabile che il dossier
venga trasmesso alla commissione disciplinare, abilitata poi a prendere
eventuali sanzioni. ''Una decisione in tal senso - ha affermato il servizio
stampa - verra' presa al piu' presto dopo la pausa pasquale, probabilmente
gia' martedi'. Nell'eventualita' che il caso dovesse essere trattato dalla
commissione disciplinare, comunicheremmo immediatamente la data della sua
riunione''.
L'Uefa
ha altresi' ricordato che la sua competenza riguarda esclusivamente i fatti
accaduti nello stadio e nelle sue immediate vicinanze.
TIFOSO
FERITO, FELICE DI ESSERE VIVO
''Sono
felice di essere vivo, i dottori hanno detto che se mi avessero colpito
due centimetri piu' su, non sarei neanche arrivato in ospedale''. Lo ha
detto il tifoso del Manchester, rimasto ferito da una coltellata al collo
durante gli scontri tra tifoserie prima della partita. Il ragazzo, il piu'
grave tra i 18 feriti della tifoseria inglese, ha parlato ai microfoni
di Sky tg 24 dall'ospedale S.Giacomo di Roma in cui si trova ricoverato
da ieri. ''Mentre camminavamo verso lo stadio - ha spiegato il ragazzo
- due tifosi del Manchester ci hanno avvisato di stare attenti ai tifosi
della Roma. Uno di loro era gia' stato colpito all'orecchio. A quel punto
sei tifosi della Roma armati coi coltelli, ci hanno attaccati. Nessuna
protezione da parte della polizia''.
EX
ARBITRO FRISK ACCUSA POLIZIA
Allo
stadio Olimpico c'era anche l'ex arbitro Anders Frisk. E lo svedese punta
il dito contro la polizia italiana, che accusa di ''aver reagito in modo
molto aggressivo ad uno o due incidenti. E' stato questo che ha gettato
benzina sul fuoco''. Frisk e' l'arbitro che, proprio all'Olimpico, venne
ferito alla testa da una moneta lanciata dagli spalti durante la partita
di Champions Roma-Dinamo Kiev, nel 2004. La Roma per quell'episodio era
stata punita dall'Uefa con lo 0-3 a tavolino e due partite a porte chiuse.
Ma l'ex direttore di gara e' critico anche nei confronti delle misure preventive
adottate nello stadio: ''Entrando non sono stato perquisito e se non si
procede al controllo del pubblico e' facile che vengano introdotte bottiglie
ed altri oggetti da lanciare. E' stato un errore monumentale''.
Non
resta a questo punto che esaminare l'altra notizia del giorno, che molti
di voi mi avete segnalato, relativa al caso Raciti:
Dal verbale di un agente forse una nuova verità sulla tragedia di Catania Giallo Raciti in curva Nord A raccontare è l'autista del fuoristrada, l'agente scelto S. L., 46 anni. È lui che ricostruisce dettagliatamente quella giornata di follia: dall'arrivo dei pullman con i tifosi del Palermo sino agli ultimi momenti di Raciti. Il passaggio più importante del verbale va collocato intorno alle 20,30. Più di un'ora dopo il presunto contatto con gli ultras di fronte al cancello della curva Nord e a partita appena conclusa, mentre fuori dallo stadio continua la guerriglia. Rivela S. L.: ". In quel frangente sono stati lanciati alcuni fumogeni, uno dei quali è caduto sotto la nostra autovettura sprigionando un fumo denso che in breve tempo ha invaso l'abitacolo. Raciti ci ha invitato a scendere dall'auto per farla areare. Il primo a scendere è stato Raciti. Proprio in quel frangente ho sentito un'esplosione, e sceso anch'io dal mezzo ho chiuso gli sportelli lasciati aperti sia da Balsamo che dallo stesso Raciti ma non mi sono assolutamente avveduto dove loro si trovassero poiché vi era troppo fumo. Quindi, allo scopo di evitare che l'autovettura potesse prendere fuoco, mentre era in corso un fitto lancio di oggetti e si udivano i boati delle esplosioni, chiudevo gli sportelli e, innescata la retromarcia, ho spostato il Discovery di qualche metro. In quel momento ho sentito una botta sull'autovettura e ho visto Raciti che si trovava alla mia sinistra insieme a Balsamo portarsi le mani alla testa. Ho fermato il mezzo e ho visto un paio di colleghi soccorrere Raciti ed evitare che cadesse per terra". Raciti viene adagiato sul sedile e soccorso da un medico della polizia. L'ispettore muore per la manovra imprudente di un collega alla guida del Discovery? A ipotizzarlo, dopo avere letto il verbale, è adesso la difesa dell'unico indagato, il minorenne Antonio S. arrestato pochi giorni dopo gli scontri, e accusato dell'omicidio. Scrive il medico Giuseppe Caruso, nella consulenza di parte: le fratture delle quattro costole dell'ispettore e le sue lesioni al fegato sono compatibili, "con abbondante verosimiglianza, con il bordo dello sportello di un fuoristrada o dello spigolo posteriore di un identico autoveicolo". Si potrebbe ribaltare dunque lo scenario proposto dalla polizia e dal pm della Procura presso il Tribunale per i minorenni, Angelo Busacca, che accusano il giovane di avere scagliato, con altri, un pezzo di lamiera contro un gruppo di agenti, tra cui Raciti, che tentavano di proteggere i tifosi del Palermo. Un gesto compiuto, come testimoniano le riprese video, tra le 19,04 e le 19,09. La partita giudiziaria ora si gioca sul terreno medico-legale. A sostegno della nuova richiesta di scarcerazione per mancanza di indizi del minorenne gli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco hanno depositato la consulenza di Caruso che demolisce le considerazioni del medico-legale del pm, Giuseppe Ragazzi. "La frattura delle coste, a maggior ragione quando le coste fratturate sono diverse", scrive Caruso, "comporta dolori lancinanti e difficoltà respiratorie immediate e non consentono, a chiunque, lo svolgimento delle normali attività fisiche". Come ha fatto Raciti, dunque, si chiedono i difensori, a fronteggiare gli ultras catanesi, dalle 19,08 sino alle 20,20, con quattro costole fratturate e un'emorragia al fegato senza avvertire dolori? La risposta è affidata a una nuova consulenza medico-legale collegiale, che gli avvocati hanno chiesto al gip Alessandra Chierego, con "esperti di chiara fama, non escludendo l'ipotesi di dovere chiedere la riesumazione del corpo dell'ispettore". Oltretutto Raciti, dopo le 19,08, ha continuato il suo lavoro senza problemi, come testimonia il suo collega Lazzaro: "Mentre eravamo in macchina non ho sentito Raciti lamentare dolori o malessere". Dopo due mesi di indagini della polizia di Catania ora il caso Raciti è affidato ai carabinieri del Ris di Parma: i risultati della nuova perizia si conosceranno entro un paio di mesi. |
Striscioni
umani, interviene la polizia
02/04/2007
- di L'espresso ; Fonte: http://espresso.repubblica.it/
«Sono
ignifugo? Sono offensivo?»
Con
queste scritte che sono state composte con una lettera per maglietta i
tifosi hanno sollevato civilmente il problema
«Sono
ignifugo? Sono offensivo?». Velata, un po’ enigmatica e civile: è
stata questa la forma di protesta scelta dai tifosi dei distinti centrali
dell’Associazione Udinese club ieri sera nel corso della gara con la Lazio
per rispondere alle recenti disposizioni sul divieto di introduzione allo
stadio di striscioni e materiale coreografico non autorizzato, entrate
in vigore dallo scorso week-end.
Anche
gli ultras hanno alzato la voce, anzi hanno fatto il contrario: uno sciopero
di novanta minuti che ha lasciato il Friuli a lunghi tratti nel più
cupo silenzio, quasi fosse una partita a porte chiuse.
Distinti.
Con ventisette magliette bianche, una per lettera, i tifosi dei distinti
centrali hanno composto lo slogan: «Sono ignifugo? Sono offensivo?»,
per sottolineare la mancanza di buon senso del nuovo decreto che vieta
l’esposizione di striscioni e bandiere considerati insicuri perché
non ignifughi. E così sono spariti dagli spalti tutti i simboli
degli Udinese club, il bandierone di 625 metri quadrati raffigurante la
zebrona che sorride, simbolo dell’Auc, e tutti i vessilli bianconeri trasformando
il Friuli in un impianto totalmente anonimo, ma in piena regola. Addirittura
anche l’esposizione delle magliette stesse è stata osteggiata fino
all’ultimo dalle forze dell’ordine, che poi
hanno dovuto arrendersi alla pacifica protesta.
Curva.
La stessa assenza di colori e simboli si è vissuta in curva, dove
i ragazzi della nord hanno invece scelto la via del silenzio come forma
di contestazione. Alcuni di essi hanno preso posto nella parte alta del
settore più caldo del Friuli rimanendo seduti e composti in perfetto
“english style” – che, diciamo la verità, in questi termini non
piace a nessuno –, mentre molti altri sono rimasti all’esterno, per non
“piegarsi” alle nuove regole, ritenute da gran parte dei supporters come
una forte limitazione alla libertà di pensiero.
Fischi.
Come se non bastasse, a sollevare le ire dello sparuto pubblico friulano
ci si è messo anche l’arbitro Paparesta, reo di aver preso più
di qualche decisione errata nel corso del match e per questo divenuto bersaglio
di sonori fischi da parte della tifoseria bianconera. Non sono passati
indenni, però, nemmeno gli ex Stefano Mauri – giocatore dotato di
indiscusse qualità, ma troppo “nottambulo” per una città
di provincia – e Roberto Baronio, che nei sei mesi di permanenza a Udine
non ha assolutamente lasciato il segno.
Omaggio.
L’unico applauso sentito e caloroso dalla curva è scoccato prima
dell’inizio del match, quando Totò Di Natale e Gaetano D’Agostino
hanno consegnato un mazzo di fiori sotto la nord per la recente scomparsa
di uno stretto familiare dei due ragazzi più rappresentativi tra
gli ultras, Andrea e Carlo. In altri momenti sarebbe sicuramente apparso
nel settore anche uno striscione di solidarietà, ma di questi tempi
non si concedono eccezioni. Così nemmeno l’Associazione Udinese
club ha potuto salutare, come avrebbe meritato, l’ex presidente del Siena
Paolo De Luca – mancato venerdì notte a seguito di una lunga malattia
–, protagonista di molti incontri tra le tifoserie senese e friulana. Sarebbe
dovuto morire almeno otto giorni fa per poter richiedere l’autorizzazione
a esporre un messaggio in suo ricordo. E non è una barzelletta.
A
Pisa, mentre ci ritroviamo gli Abete, i Matarrese, i Gussoni e via dicendo,
l'unico problema è la commemorazione di un ragazzo morto... (però
era un tifoso e quindi vale meno):
L'ARBITRO
HA FATTO COPRIRE LO STRISCIONE DIPINTO SUI VETRI DELLA NORD.
Pisa
Prosesto regala un curioso retroscena: la gara ha rischiato di saltare.
Alle
13:30 quando la terna arbitrale e'arrivata all'Arena e ha fatto il sopralluogo,
si e' trovata di fronte una vetrofania record, uno striscione lungo oltre
cento metri "scritto" nottetempo sui vetri della curva nord e di quasi
meta' gradinata.
il
testo: MAU OVUNQUE. ANNI DI TIFO LOTTA E PASSIONE..QUESTA E' LA NOSTRA
MENTALITA' E NESSUNO CI CAMBIERA'!!
A
norma di regolamento l'arbitro ha telefonato a Roma per chiedere lumi sul
da farsi : fare cancellare la scritta o non fare iniziare la partita e'
stata la risposta.
Cosicche
tutto lo staff del Pisa ha preso a riverniciare i vetri e a coprirne alcuni
con striscioni pubblicitari.
Lo
striscione "dipinto" in realta' era solo una colorata, piu' che colorita,
forma di protesta che ha affiancato la manifestazione spontanea partita
da Corso Italia e terminata davanti allo stadio.
Sotto
accusa il decreto amato e le norme che da ieri vietano fra l'altro tamburi
megafoni e tutti gli striscionoi non autorizzati preventivamente.
Quasi
mille giovani dei gruppi della nord hanno sfilato per le vie del centro
esprimendo in un comunicato la loro posizione sulla controversa vicenda.
Ed
hanno rifiutato la deroga per lo striscione "MAU OVUNQUE", ieri nessuno
ha esposto striscioni, neanche quelli autorizzati.
"Oggi
allo stadio,hanno avvisato non ci sarà quindi permesso di fare il
nostro solito tifo,non ci sarà il solito cuore della Nord che pompa
per novanta minuti e forse qualcuno non ce la farà neanche ad entrare
o a cantare ma , a differenza di Cittadella,non effettueremo lo sciopero
del tifo e la squadra verrà incitata spontaneamente.
E
in effetti molti tifosi sono rimasti fuori per tutta la partita.
Da
Goal.com:
Prima
giornata “al completo” per il nuovo decreto antiviolenza. Stadi
irriconoscibili.
Irreale.
Aggettivo migliore, per descrivere la domenica vissuta negli stadi italiani,
non si poteva trovare. Il weekend era di quelli da monitorare con particolare
attenzione: per il nuovo decreto antiviolenza sarebbe stato l’esordio “al
completo”. Non solo tornelli o aree di prefiltraggio, quindi, ma anche
il divieto per striscioni, megafoni, microfoni et similia. Tutto il materiale
da tifo, in pratica, reputato pericoloso da chi di dovere. L’effetto è
stato, perdonateci la ripetitività, irreale. Il timore di tanti
si è trasformato in triste realtà.
Sono
state molte le tifoserie che a malincuore, come già successo nelle
ultime settimane in svariate piazze, hanno deciso scioperare. Una presa
di posizione dura e coraggiosa, atto di coerenza dovuto, secondo quanto
sottolineato dagli stessi Ultrà. A Bergamo, Reggio Calabria e Napoli,
tanto per citare alcune, le curve hanno scelto la strada del silenzio,
chi parziale, chi per tutta la durata dell’incontro, incuranti della posta
in palio e delle possibili ripercussioni sulla prestazione delle proprie
squadre. Il principale gruppo Ultrà del Parma, i Boys 1977, è
invece rimasto fuori dallo stadio. I tifosi crociati l’avevano promesso:
se fosse stato vietato l’ingresso allo striscione che li rappresenta, per
il quale non è stata chiesta (volutamente) alcuna autorizzazione,
loro non sarebbero entrati. Detto, fatto.
Non
sono mancati, come prevedibile, disagi e provvedimenti discutibili. Pensiamo
a quanto successo a Verona, ad esempio. Due striscioni confezionati dai
tifosi della Sampdoria sono rimasti all’esterno del Bentegodi. Peccato
che il loro contenuto fosse quanto di più costituzionale si potesse
pensare: gli articoli 19 (libertà di culto) e 21 (libertà
di espressione) della Costituzione. Insomma, vietargli l’ingresso ha rappresentato
di fatto uno schiaffo alla legge in piena regola. Ma la copertina di giornata,
in tema di disagi, spetta alla rappresentativa barese che ha seguito la
squadra pugliese nella trasferta di Napoli. Le circa 200 unità al
seguito del Bari, una volta raggiunto il capoluogo campano, sono state
impacchettate e rispedite al mittente, senza
motivazione alcuna. Chissà quanti di
loro avranno voglia di seguire i biancorossi a Trieste, tra due settimane.
Per
fortuna non sono mancate le note di colore. Il futuro (non si sa se ridere
oppure piangere) potrebbe essere nelle t-shirt. E’ la trovata escogitata
da alcuni tifosi di Perugia e Udinese per aggirare, a scopo puramente goliardico,
le nuove norme. I sostenitori dei grifoni, vista l’impossibilità
di introdurre gli striscioni nello stadio se non autorizzati, hanno pensato
ad un curioso puzzle umano per portare all’interno dello Iacovone di Taranto
il nome del proprio gruppo: nove magliette indossate da altrettanti Ultrà,
ed ecco composta la parola Ingrifati. Stesso escamotage architettato ad
Udine, ma dal diverso contenuto. Su circa trenta t-shirt, introdotte da
un temerario che le ha indossate tutte contemporaneamente prima di distribuirle
ai compagni di curva, è stato impresso un slogan di protesta nei
confronti del decreto Amato. Viva l’ingegno, dunque, risorsa che mai nessuna
normativa potrà abolire. Ormai ci resta solo quello."
"Tifosi inglesi a Roma rischiate" |
"Attenti agli hooligans della Roma" |
IL COMUNICATO UFFICIALE |
"Manchester ai tifosi, attenti" |
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Curva A Napoli |
Curva Stella Rossa Belgrado |