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" AL DI FUORI DI ROMA NON C'E' NULLA DI BELLO NEL MONDO" Johann Joachim Winckelmann, 1756 (archeologo e filologo, nonché massimo teorico mondiale del'estetica neoclassica) "Non per guadagnar ma per amor del gioco" |
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Critica al saggio del Prof. Antonio Roversi. |
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Il 29 marzo 2001 Vittorio Cecchi Gori annunciava la prossima inaugurazione del centro sportivo a Bagno a Ripoli. Mario Sconcerti era già vicepresidente e si apprestava a prendere in mano il controllo totale della società della quale, il 10 aprile, diventava amministratore delegato. Roberto Mancini usava Firenze come una palestra, unico e fulgido esempio di raccomandato in panca senza patentino. L'Ac Fiorentina, che sarebbe defunta l'anno successivo, si trascinava stancamente nell'ultimo campionato dignitoso della sua storia. Un rutilante Silvio Berlusconi si apprestava a vincere le elezioni politiche in Italia. La Roma, con Capello allenatore, cavalcava verso il suo terzo scudetto. Fiorentina-Roma, sfida di cartello, si sarebbe dovuta giocare sabato 7 aprile, ma alla fine di marzo già si intuì che non si sarebbe trattato di una partita qualsiasi. Vuoi per la breve distanza chilometrica tra la capitale e le rive dell'Arno, vuoi per il vecchio vizio italiano di fare un po' come ti pare, a Firenze tutti capirono che perché tutto fosse "regolare" (in senso romanesco) ci sarebbero voluti due stadi grandi come il Franchi. Infatti ai giallorossi della capienza dell'impianto fiorentino sembrava interessare poco. La domenica precedente, mutuando la tracotanza di Polifemo verso Ulisse, apparve nella curva dell'Olimpico uno striscione emblematico: "Da gennaio a dicembre, da lunedì a domenica, dall'una alle 24, giocate quando volete ma noi saremo sempre in 15.000". Detto fatto. L'allora dirigenza viola provò a dire la sua, un vulcanico Mario Sconcerti la buttò subito in rissa: "Noi abbiamo un problema serio e prioritario - disse al popolo fiorentino già un po' stanco di lui e della corte dei miracoli cecchigoriana - garantire ai ventiquattromila abbonati i loro posti. E' giusto preoccuparsi dei tifosi della Roma, ma è più giusto pensare ai nostri". Ma l'allora Prefetto di Firenze, Achille Serra, non sentì ragioni: il 28 marzo prese la decisione ufficiale, spostare la partita a lunedì 9 aprile, ma senza imbastire un'azione che prevenisse la partenza di tifosi senza biglietto dalla capitale. Si preferì cedere alle minacce d'invasione, anche per motivi di opportunità in periodo elettorale, consentendola. I romanisti arrivarono in massa, senza biglietto, al grido beffardo di "semo tutti parrucchieri" (come è noto gli acconciatori fan festa il dì dopo la domenica). Gli abbonati di Maratona dovettero abbozzare in silenzio, alla faccia del biglietto già pagato, e sloggiare per "motivi di ordine pubblico" o per "causa di forza m a g g i o r e " . "Causa cataclisma" commentarono gli ironici. Cinque anni dopo, la Roma non lotta più per lo scudetto, con la maglia viola c'è una Fiorentina nuova, ma in attesa del fatidico Fiorentina-Roma, decisivo per la qualificazione alla Champions, il problema "invasione" potrebbe ripresentarsi. Il Prefetto di Firenze è cambiato (e a Roma adesso), ma le elezioni sono alle porte. I romanisti saranno meno entusiasti rispetto al 2001, forse anche meno parrucchieri. Ma il cuore dell'italietta è sempre troppo ignavo quando si tratti di fermare un'orda, soprattutto per motivi calcistici. La decisione di allora mostrò che in Italia l'arroganza dei "grandi numeri" è più forte della legge. Vedremo oggi. |
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leggenda vivente!!!! "I miei capi sanno che sono venuto in Austria a preparare gli scontri" VOTO 10 "Se mi chiedono con chi sto rispondo che sono un naziskin" VOTO 10 "Le squadre coinvolte: Olympique Marsiglia, Middlesbrough" VOTO 10.000 Naturalmente ho appena scritto agli ultras del Marsiglia per comunicargli la novità. p.berizzi@repubblica.it Oltre a ciò, Michele mi scrive che le tifoserie dello Schalke 04 e del Bayern Monaco citate nell'articolo di Paolo Berizzi sono apolitiche e antirazziste. La piccola foto pubblicata nell'articolo con l' "intervista" all'avvocato milanese non mostra certo hooligans inglesi ma hooligans tedeschi che feriscono gravemente il gendarme francese Daniel Nivel durante Germania-Jugoslavia dei mondiali del '98. La foto è famosissima e fu pubblicata in moltissimi giornali tedeschi di quei tempi. |
Una pagina del sito dei South Winners Marsiglia, ritenuti neonazisti da Paolo Berizzi, che nella sua verve di scrittore ha anche partorito "Il mio piede destro", vale a dire la vera storia di quel simpaticone di Antonio Cassano. |
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nazionalsocialiste nelle città delle partite di calcio "Così incendieremo i Mondiali" il tifo nazi si raduna a Braunau I capi nella città di Hitler: "I nemici, polizia e islamici" BRANAU (AUSTRIA) - USCIAMO (usciamo? n.d.L.) alla chetichella, un po' soldati un po' carbonari, ognuno con la sua dose di violenza iniettata negli occhi. "Un-due! Un-due!" ripete una voce rotta. L'accento è inconfondibilmente veneto, il ritmo, quello ossessivo della marcia militare. Uno skin inglese, un pezzo di omone rossiccio, di quella marcia riproduce alcuni passi. Va in automatico. Gli fanno segno di fermarsi, a lui e anche all'italiano, un tipo magro magro col cranio completamente glabro e un'aquila tatuata sul collo. Nessuno deve disattendere la consegna di non dare nell'occhio. Non ora che siamo (siamo? n.d.L.) di nuovo all'aria aperta, non più protetti dalla normalità di un capannone dove si lavora il legno (la zona ne è piena). Braunau, la Predappio nazista, è ancora circondata dalla neve. Siamo (siamo? n.d.L.) venuti qui da tutta Europa, nella città di Hitler. Per siglare un patto nazifascista per i Mondiali di calcio. Un cartello che riunisce tutte le più accese tifoserie xenofobe del vecchio continente. Il piano d'azione per incendiare Germania 2006. L'agenda di questa riunione, segretissima (e certo! L'utilizzo della prima persona plurale sinora fatto lascia quindi intendere che questi fanno una riunione segretissima e poi invitano un giornalista di Repubblica!!!! Fantastico!!!! Ma ammettiamo che i nazisti non lo sapessero e che il buon Berizzi - pugliese - sia giunto nella città natale di Hitler (proprio il posto più discreto per una riunione del genere) accompagnato da uno dei dieci italiani - lo dirà poi - giunti in loco. Quattro erano - e te pareva - di Roma, naturalmente equamente divisi tra Roma e Lazio. Altri venivano da Verona, Trieste, Ascoli. Ammettiamo che erano uno per città. Uno che da Ascoli, da solo, va a Branau. Ma ammettiamo che possa essere vero. Siamo a 7 italiani. 8 con lui. Ebbene, con chi cazzo è andato a Branau questo sconosciuto?????? Con uno dei due che rimangono? E dopo che i nazi hanno visto l'articolo su Repubblica, che fanno? Sgozzano la persona con cui si è accompagnata e che ha mandato all'aria il piano segretissimo? n.d.L.), di teppisti da stadio cresciuti nel culto del Fuhrer prevede il raggiungimento di un obiettivo preciso: sovvertire con mirate azioni d'attacco ogni regola di convivenza civile durante i Mondiali. Fare casino nel nome di Hitler e dell'odio razziale verso i popoli del Sud del mondo. Di quelli islamici, Turchia in testa. "Feinde zu vernichten", nemici da distruggere. E contro la polizia, certo. Fare la guerra. Altro che condanne immediate a chi allo stadio saluterà col braccio teso (lo prevedono le norme antiviolenza decise dalle autorità tedesche). Il documento sottoscritto in questa placida cittadina al confine tra Austria e Germania è una lista della spesa che mette i brividi. Assalti premeditati contro le forze dell'ordine. Agguati ai tifosi "nemici". Parate nazifasciste. Sfoggio di bandiere con croci uncinate e celtiche (le stesse che campeggiano sugli indumenti indossati da chi ha preso parte all'assemblea), svastiche rivisitate per cercare di dribblare l'apologia, simboli delle SS, fasci littori. Cori inneggianti all'olocausto e altro repertorio canoro. Come il sibilo inventato
da certe curve inglesi e olandesi per riprodurre il suono delle camere
a gas. Per chi ancora ignorasse l'esistenza di questo sibilo, c'è
qui apposta un hooligan del Feyenoord. I capelli platino con la sfumatura
altissima. Gli anfibi viola. Una cicatrice che gli attraversa la fronte.
Sta seduto su una panca di legno accanto a un tornio. Quando arriva il
momento, incalzato da un amico, emette un interminabile "sssssssssssssssssssssssss".
gente pensa che sia indiscutibilmente vera" Jorge Luis Borges |
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