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30 aprile 2005: inserita una bella foto del settore ospiti di Sampdoria/Roma come pagina iniziale.


29 aprile 2005: inserita la pagina di Roma/Spes Mentana. Sempre sul tema Inghilterra e sulla tolleranza zero:
Da: Il Messaggero del 28/04/2005
dal nostro inviato 
ENRICO GREGORI

Ogni tanto tracanna a sorsate. Ancora qualche passo e un poliziotto ventenne, basso, magrissimo e 
biondino gli strappa dalle mani il barattolo. Poi rovescia tutta la birra per terra e accartoccia la lattina. 
«Ora puoi andare», dice al gigante. E questo, docile come un agnellino, prosegue verso l’impianto 
sportivo (ecco, la classica pippa mentale che consente di introdurre un pezzo. In Inghilterra prima della partita bevono tutti, ma proprio tutti visto che è la loro cultura, n.d.L.)
Basterebbe forse questo esempio per comprendere come in Inghilterra la “tolleranza zero” contro il tifo 
violento abbia prodotto dei frutti. Ma non si è trattato di un miracolo bensì del risultato di un lavoro 
cominciato 20 anni fa su impulso del governo, e che ha coinvolto Football Association, club, tifosi, polizia e organizzazioni di volontari. Tanti morti, troppi. Ma anche un danno economico che stava mettendo in ginocchio il calcio d’Oltremanica. Circa 41 milioni di spettatori nel 1948, scesi progressivamente fino a toccare il minimo storico di 16 milioni nel 1985 dopo che gli “hooligans” del Liverpool provocarono l’ecatombe dell’Heysel. Dopo questa tragica finale di Coppa Campioni contro la Juventus ai club inglesi fu interdetta per cinque anni la partecipazione a tutte le competizioni internazionali.  Un altro dramma avvenne nel 1989 a Sheffield nello stadio Hillsborough: 95 morti. Il punto di non ritorno era prossimo. Se non fosse arrivata la sterzata, il calcio britannico sarebbe morto insieme ad altre  centinaia di persone, colpevoli e non, dei disordini e delle carenze strutturali degli stadi. 
Dal dolore per le stragi la spinta sinergica tra governo, società sportive e opinione pubblica per correre ai ripari immediatamente. E innanzitutto furono rinnovati completamente tutti gli impianti. Via le barriere, via le transenne. Al macero tutto ciò che poteva essere ostacolo alla fuga e creare vicoli ciechi contro i quali rimanere stritolati a morte. Eppoi una legislazione ferrea senza alcuna concessione al lasciarsi andare e scolpita comma per comma nella testa di chi vuole andare a vedere il football. Vietato entrare negli stadi in preda ai fumi dell’alcol; impossibile introdurre bastoni, fumogeni, catene e altro; tolleranza “sottozero” nei confronti degli insulti di stampo razzista; proibito persino farsi trovare ubriachi sui treni o sui pullman adibiti al trasporto tifosi; vietato lanciare in campo un oggetto qualsiasi, persino una caramella. Ognuno di questi reati prevede l’arresto, il processo, la condanna da scontare in  carcere e il divieto di andare alle partite per almeno 36 mesi. 
Ma questa legislazione, per quanto rigorosa, non produrrebbe effetti se adeguati strumenti di prevenzione e repressione non intervenissero a renderla operativa. In questo senso i club hanno mostrato una sensibilità enorme anche perché, economicamente, stavano rischiando il tracollo. 
Gli stadi sono di proprietà delle squadre. Inoltre le società puntano ad avere il maggior numero di abbonati riducendo al minimo gli spettatori occasionali. I poliziotti che fanno servizio all’interno degli stadi vengono pagati dai club che ricevono regolare fattura da Scotland Yard. A carico dei team anche il costo delle ambulanze e degli “stewards” privati, circa 400 per ogni gara, che sorvegliano gli spettatori. In nessuno stadio inglese è consentito stare in piedi. Abbonamenti e biglietti quotidiani non superano mai il numero dei posti a sedere che sono strettamente personali. È possibile, comunque, che il titolare possa prestare la tessera a un conoscente; ma se questo si rende responsabile di qualunque reato, ne verrà ritenuto responsabile anche l’intestatario dell’abbonamento (veramente incredibile: uno dei principi cardine del diritto distrutto da un tratto di penna... n.d.L.).
Gli inglesi, benché soddisfatti del loro modello antiviolenza, non ritengono del tutto debellato il fenomeno “hooligans”. Questi, in gergo, vengono chiamati tifosi di categoria C e per loro, ormai, negli stadi non c’è più margine di manovra. Ma per organizzare comunque le loro battaglie si danno appuntamento con gli avversari attraverso e-mail o sms, tutti recapiti scambiati di buon grado per l’occasione. Viene scelto il punto di raduno e lì, a miglia di distanza dagli stadi, inizia la “partita” parallela a suon di bastonate. Ma il governo ha ideato servizi di intelligence anche in occasione delle trasferte dei tifosi inglesi all’estero. Poliziotti e funzionari della Football Association si recano preventivamente nel Paese ospite a preparare l’evento insieme alle autorità locali. Parallelamente, in Inghilterra, impediscono l’uscita dal Paese ai tifosi interdetti. 
Queste, in sostanza, le linee-guida di un percorso iniziato 20 anni fa. Un modello esportabile? Forse sì, se supportato da strumenti legislativi e non solo. «Voi italiani - dicono a Scotland Yard - siete stati capaci di ospitare 2 milioni di pellegrini in occasione della morte di Giovanni Paolo II e non si è verificato alcun
incidente. Avete dimostrato di saper gestire eventi mondiali tendendoli sotto controllo con impeccabili servizi di sicurezza. Non c’è dubbio che potreste risolvere anche il problema della violenza negli stadi. 
Abbiamo visto il derby Inter-Milan di Champion’s League, quegli episodi sono inconcepibili». «Però finora - aggiungono i vertici della Football Association - i Paesi che ci hanno chiesto informazioni sul nostro modello sono stati Sudamerica, Polonia, Russia, Equador, Cile, Perù, Argentina, Grecia, Cecoslovacchia e Sudafrica (Beh, è ovvio: il 90% dei nostri stadi dovrebbe essere chiuso! n.d.L.)».



28 aprile 2005 (pomeriggio): mi viene riferito, in ordine al lupetto rovesciato di cui agli aggiornamenti del 27 aprile, che i prodotti in questione sono della Roma e non della Diadora e che l'errore è stato "riparato" prima della produzione del prodotto. Meglio così.
"Dramma" in Coppa Disciplina. La Lazio balza in testa scalzando la Roma. Il dramma è anche per la Lega Calcio che dopo la "Tolleranza zero" ha visto drasticamente diminuire i propri introiti. Per questa ragione, dopo le vacche magre della prima domenica dopo Inter/Milan, sono state elargite sanzioni che prima venivano evitate per... supplire alla diminuzione di torce e petardi, vecchia fonte di guadagno.
Mi andava di scrivere qualcosa sul concetto di tolleranza zero. Lo faccio di getto:
Tolleranza zero non significa forzare la legge
L'ITALIA DEMOCRATICA E LA TOLLERANZA ZERO
Cosa significa, come viene praticata
Il concetto di "tolleranza zero", se si conduce un'analisi semantica delle parole, dovrebbe essere tutto sommato chiaro. Non si tollereranno più comportamenti che costituiscono reato, che prima venivano tollerati. Già, perché se la tolleranza, oggi, è pari a zero, vuol dire che prima era a livello uno, o a livello due e via dicendo.
Se fosse così non ci sarebbe nulla di particolarmente sbagliato:  solo ragioni di opportunità potrebbero consigliare il mantenimento di un livello di tolleranza più alto, alla luce del sicuro inasprimento della tensione tra tifoserie organizzate e Stato motivato dal fatto che alcuni comportamenti ritenuti innocui e "sottoculturalmente" accettabili dai primi, sono invece ritenuti costituire reato.
Il problema è che siamo in Italia.
La "tolleranza zero" qui da noi si traduce non nel pretendere rispetto delle regole imposte dalle nostre leggi, ma nella repressione cieca e generalizzata.
Un esempio è costituito da quanto sta accadendo, ad esempio, ai tifosi del Livorno a seguito dei noti fatti della Stazione San Pietro.
"Tolleranza zero", nel senso sopra detto, dovrebbe voler dire che chiunque abbia commesso un reato in quel frangente debba essere denunciato e diffidato.
Tolleranza zero nel senso che invece si intende nella Repubblica Italiana consiste nel diffidare per tre anni e con obbligo di firma qualsiasi essere vivente che fosse stato presente su quel treno, senza che vengano distinte le singole responsabilità.
"Tolleranza zero" dovrebbe voler dire che se qualcuno tira una moneta da qualsiasi settore dello stadio dovrebbe essere - se identificato -  denunciato e diffidato. 
Tolleranza zero in senso italiota significa invece che se chi lancia la moneta siede in Monte Mario e (ammesso e non concesso) non viene identificato allora non si fa (giustamente) nulla, se invece siede in curva... un colpevole si trova, tanto poi verrà assolto, magari a diffida scontata e con articolo sul giornale a nove colonne già irrimediabilmente edito. Magari on un Biscardi  che urla dove abita e i suoi gusti sessuali.
"Tolleranza zero" dovrebbe significare che se una parte degli incidenti allo stadio sono attribuibili anche alle condizioni fatiscenti dei nostri impianti, questi dovrebbero essere chiusi finché non sono in sicurezza.
Tolleranza zero in Italia significa invece che il Prefetto minaccia di chiudere gli stadi per far uscire il titolo sul giornale e dare un senso a una svilita figura istituzionale, ma poi si limita a far rinviare un paio di partite di serie C2 e a tollerare che un Roma/Juventus venga disputato di sera e non di giorno come aveva docilmente chiesto (e non imposto, come gli consente la legge) a chi quel potere gli dà.
In altre parole, la "tolleranza zero" viene interpretata come il modo per forzare la legge e non per applicarla rigorosamente. Questo sulle spalle dei "soliti" tifosi, parte più debole e indifendibile di un calcio ormai sempre più ostaggio di una banda di una quarantina di persone che hanno snaturato il senso di questo gioco.
In effetti, a ben vedere e al di là del delirante populismo biscardiano, sono sempre e solo i tifosi che pagano, mentre questi parassiti sono ben saldi sulle loro poltrone, che godono di una tolleranza pari a dieci per il fatto di sedere sugli stessi scranni del Parlamento su cui siedono coloro che dovrebbero far osservare le leggi.


28 aprile 2005: nella pagina della stagione 1979/80, aggiunte le foto di Roma/Udinese.
Domenica Roma/Brescia. Inutile dire che bisogna sostenere la Roma. Gira voce di indossare tutti la maglia della squadra, per avere un effetto-Olanda sugli spalti. Anche a livello ultras la sfida è interessante, visto che i bresciani hanno pur sempre voglia di farsi notare dalla parti nostre, e pare che stavolta scenderanno in massa: dal sito Brescia 1911 ecco il loro invito:
Tutti a Roma!!!: dopo la splendida trasferta di Palermo, nella quale c-e-n-t-o-s-e-t-t-a-n-t-a ragazzi del gruppo hanno difeso ed onorato la Maglia e la Curva, sostenendo la squadra (come sempre!) dall’inizio alla fine nonostante… “l’inferiorità” numerica, ci stiamo preparando ad una delle trasferte più sentite dagli Ultras bresciani. Senza volerci dilungare troppo, ci teniamo però a sottolineare che per noi Roma è sempre stata una tappa fondamentale ed avvincente, una trasferta che in passato ci ha riservato più di una piacevole sorpresa. Inutile dirvi perciò quanto il nostro gruppo ci tenga ad onorarla al meglio con la consueta e determinante presenza, ricca di valori e contraddistinta (possibilmente!) dalla solita Mentalità. 
Gnari, ghif de desedaf!!!: per problemi organizzativi, le iscrizioni inizieranno martedì dopo la riunione e termineranno non appena avremo raggiunto il numero necessario a fare un treno straordinario (a causa del 1° maggio per ora non ci sono altre alternative). Quindi, come sempre, dateci una mano. Brescia 24/04/2005
Inutile aggiungere altro.... Non facciamoci prendere dall'ansia del risultato e tifiamo a prescindere, tenendo presente che, come sempre, le sfide sono due: una in campo e una sugli spalti. Certo non sarebbe male da parte della Società un abbassamento dei prezzi. Un bel segnale per una tifoseria delusa, che porterebbe comunque 60.000 persone sugli spalti invece dei soliti 45.000.
Stavo facendomi un giro su internet per leggermi la legislazione inglese e mi sono imbattuto  in questo sito... certo che in Olanda pure c'è qualche problemino... http://www.everywhereanywhere.tk/


27 aprile 2005: inserite le foto di Roma/Torino 0-0 finale di andata Coppa Italia 1963/64. Nella stagione 1964/65 inserite alcune foto del precampionato e un'intervista a Cudicini. Qui sotto gli incassi e le presenze delle varie squadre della Serie A tra il 1958/59 al 1963/64. Le stanghette vicino alla Lazio indicano che la squadra biancoceleste era in serie B.
Altre foto di Sampdoria/Roma nella pagina 2.
A David di Norwich ho chiesto qualche informazione su come funzionano le diffide da quelle parti... Ecco la risposta (già tradotta):
"Alcuni dei tifosi inglesi che ricevono la diffida devono recarsi alla stazione di polizia il giorno della partita, ma è raro e dipende dal tipo di diffida che hanno ricevuto (sistema inglese... in Italia invece la presentazione alla Polizia è la regola... n.d.L.). I casi principali in cui questo avviene sono relativi alle partite internazionali dell'Inghilterra, specialmente in trasferta e per i maggiori tornei. Questo perché il principale problema di hooliganismo è con coloro che seguono la nazionale. Per alcuni tornei molto importanti come la Coppa del Mondo ed i Campionati Europei, alcuni hooligans conosciuti dalla polizia devono cosegnare il passaporto in modo che non possano viaggiare e per alcuni di costoro questo accade per ogni partita dell'Inghilterra in trasferta. Tuttavia per le partite di qualificazione alla Coppa del Mondo 2006 l'Inghilterra ha il Galles e l'Irlanda del Nord nel girone, e non c'è bisogno di passaporto per andare dall'Inghilterra in questi Paesi. Sfortunatamente la Polizia ha un potere molto forte in Inghilterra. Se vogliono che qualcuno venga bandito dal football lo possono fare molto facilmente. Pochi anni fa un tifoso dello Stoke City è stato diffidato per tre anni dal Tribunale in occasione di una partita del Norwich per avere imprecato contro l'arbitro(ma sì, seguiamo l'esempio inglese... voglio vedere chi rimane allo stadio! n.d.L.)!! In Inghilterra ci sono così tante telecamere nei campi da gioco che qualsiasi tifoso diffidato che entra allo stadio viene subito riconosciuto ed espulso dalla polizia(espulso... in Italia invece vieni arrestato n.d.L.). Ho sentito che moltissimi hooligans hanno mollato i grandi clubs ed ora seguono squadre più piccole, molte nella Conference (Quinta Divisione). Sono stati disamorati dai loro club per i prezzi alti dei biglietti, la perdita di atmosfera e la costante presenza della polizia. Per questa ragione sembrano esserci molti incidenti nelle competizioni minori in Inghilterra, ma questo non viene riportato dai media perché pensano che questo possa danneggiare la candidatura di Londra per le Olimpiadi".
A proposito... tutto tranquillo in Gran Bretagna!
ARRESTI DOPO LA VIOLENZA CALCISTICA
Più di 150 persone hanno partecipato al lancio di oggetti contro la polizia in alcuni
episodi di violenza dopo una partita di calcio. Cinque agenti sono rimasti feriti nei 
disordini che sono avvenuti Sabato dopo la partita tra Bristol Rovers e Swansea.
Nove arresti sono stati eseguiti dopo che i tafferugli sono scoppiati in Gloucester 
Road a Bristol, dopo che i Rovers avevano vinto 2-0 contro i gallesi al Memorial 
Stadium. Un portavoce della polizia ha detto che i nove arrestati sono stati posti in 
libertà provvisoria attendendo nuove prove a carico. Un agente è stato medicato in 
ospedale dopo aver ricevuto una piccola ferita alla testa. Il Sovrintendente Adrian 
Coombs, della Polizia di Avon e Somerset, ha detto che l'operazione di polizia per 
la partita includeva l'utilizzo di cani, cavalli ed un elicottero.
"Non ci sono stati seri disordini tra tifosi rivali, prima durante o dopo il match", ha 
detto, "Quando sono iniziati i disordini nell'area di Gloucester Road, gli agenti si 
sono immediatamente attivati nel modo più opportuno. Alcuni danni sono stati 
arrecati ad alcuni esercizi commerciali ma la situazione è stata controllata alla 
svelta grazie alla professionalità delle forze dell'ordine".
(BBC, 24 aprile 2005)
"La violenza era ovviamente organizzata, avevano un ragazzo che andava in giro portando messaggi alla gente dicendo dov'era l'azione - dice un tifoso dello Swansea - c'erano gruppi di tifosi avversari che ci aspettavano agli angoli delle strade. Non capisco perché non è stato fatto nulla per bonificare la strada che dovevano percorrere i tifosi ospiti. Era come camminare in zona di guerra".
http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/bristol/4477905.stm
http://icwales.icnetwork.co.uk
DISORDINI MACCHIANO IL DERBY DI BELFAST
Seri scontri tra tifosi hanno macchiato il grande scontro di Premier League tra il 
Glentoran e il Linfield all'Oval. Le tifoserie rivali si sono lanciate oggetti e si sono 
scontrate sul terreno di gioco dopo che il Glentoran ha vinto 3-2 grazie ad un gol 
segnato alla fine della partita da Chris Morgan. Ci è voluto del tempo prima che la 
polizia antisommossa intervenisse in campo per ristabilire l'ordine.
Howard Wells, capo esecutivo della FA irlandese ha detto che chiederà quali 
accorgimenti sono stati adottati per una partita per la quale era prevista una larga 
affluenza ... I tifosi del settore del Linfield che erano presenti allo stadio di Belfast 
Est sono riusciti ad entrare in campo da una porta. Sassi e bottiglie sono state 
lanciate da questi dal terreno di gioco verso la tribuna principale dopo erano seduti i
tifosi del Glentoran. In totale dopo il fischio finale sono entrati in campo 400 tifosi. 
Nove poliziotti e due tifosi sono rimasti feriti.
(BBC 23 aprile 2005)
http://news.bbc.co.uk/sport1/hi/football/irish/4477177.stm
I tifosi del Lienfield in campo
I tifosi del Lienfield in campo
Non ho nulla in particolare contro la Diadora in quanto Diadora, ma ecco qui la considerazione e la conoscenza che hanno della storia della Roma... Questo è il catalogo allegato a "La Roma" del mese di Aprile 2005 con il merchandising: ebbene, sulla felpa rosa e su un altro capo il lupetto anni '80 è... a rovescio! Come sulle bancarelle dei napoletani fuori lo stadio... mah.
Catalogo Diadora 2004/05 con lupetto a rovescio
Originale
Per le prossime maglie ci si ricordi che la lupa capitolina ha la testa a sinistra e che sotto ci sono Romolo e Remo


26 aprile 2005 (pomeriggio): grazie a Valerio, inserita la pagina di Roma/Astrea (amichevole di qualche giorno fa) ed altre 8 foto di Sampdoria/Roma nella pagina 2.
Un altro Valerio mi segnala questo articolo interessante:
CONTRO IL SISTEMA
di Marco Giannattiempo
www.ilrestodelpallone.it

 La congiura del Palazzo colpisce tutto e tutti, spietata, cieca, cinica, sadica. Difende gli interessi del Potere, è solerte nel compiere azioni dimostrative verso i proletari del Pallone, rinfocola l’ego vittimista dei lamentosi presidenti, direttori sportivi, allenatori, calciatori, ultras, comminando punizioni divine a chi osa ostacolare la marcia trionfale della cricca al comando, leggasi A.C. Milan e F.C. Juventus. Chi non ha mai sentito la voce stridula di un rappresentante di qualsivoglia compagine di Serie A, B, C1, C2 e così via? Tutti si lagnano del Potere. Quel Potere che logora chi non ce l’ha (santissime parole) che sovente si traveste da Partito Comunista di qualche stato dell’est (o partito capitalista di qualche stato dell’ovest, per par-condicio…) e reprime gli infedeli trotzkisti rei di aver congiurato contro il Sacro. Vado a memoria: Zeman, Cellino, Facchetti, Campedelli, Foschi (quello che voleva denunciare il guardalinee), Zamparini, De Luca, Galliani, Tanzi, Foti, Lucarelli e tutto il Livorno, anzi tutta Livorno, l’ineffabile famiglia Sensi (campa grazie al Palazzo che tanto detesta) e dulcis in fundo la famiglia Della Valle, quella che dopo aver investito poche lire per l’acquisizione della società ha fruito di una promozione dalla C2 alla B in un solo anno, e compiuta una campagna acquisti ultra-milionaria si ritrova ad un passo da dov’è venuta: la Serie B. Ora sì che Zoff può permettersi di avere cattivi pensieri! Ma ora che anche l’icona principe del Potere, Luciano Moggi, getta ombre sui movimenti oscuri del Palazzo, siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Moggi che si lamenta del Palazzo è grottesco: è lui il Palazzo!! E’ come se Berlusconi si scandalizzasse del suo stesso Governo. Ma se tutti condannano il Potere, chi ne usufruisce? L’Atalanta? C’è qualcosa che non va, c’è qualcuno che non va, e quel qualcuno risiede stabilmente dalle parti di Via Allegri, le sue natiche incollate alla poltrona con un adesivo extra-forte, le sue direttive (ne emana qualcuna, anche se non sembra) intente a rattoppare i buchi che lui stesso ha allargato, dalla violenza agli arbitri, dalla Nazionale ai campionati extra-large. L’ultima trovata è un colpo di genio: un rimedio estemporaneo per reprimere le teste calde che popolano gli stadi italiani in virtù di leggi radicalmente garantiste scaricando sugli arbitri ulteriori responsabilità. Non è nuovo a queste coglionate, Carraro: nel 2002 pose il blocco agli extracomunitari dopo la vergognosa figura in Corea per porre fine all’importazione massiccia di giocatori stranieri, come se un francese, un lussemburghese o, tra qualche anno, un turco non fossero stranieri anche loro. Carraro fa comodo a tutti, però: un presidente serio in un paese serio avrebbe fatto fuori mezza Serie A e quasi tutta la B per le grane economiche. Moggi, Galliani, Della Valle e compagnia condannano il Sistema, il Potere, il Palazzo, ovvero chi li mantiene, e così facendo condannano l’esistenza stessa delle loro società. Ma questo ai tifosi nessuno lo ha detto. 



26 aprile 2005: terminata pagina 36 di memorabilia ed iniziata la 37. Nuovo striscione da trasferta per i Fedayn. Ha esordito domenica a Genova.
Dicevamo di West Ham/Millwall. Dovrò fare una pagina apposita, perché guardate un po' cosa mi manda David di Norwich... d'altra parte in Inghilterra la polizia per le partite di calcio è stata eliminata... gli hooligans sono spariti... Guardate un po' il gruppo del West Ham a Green Street in attesa dei Millwall!
WESTHAM UTD.
MILLWALL


25 aprile 2005: inserite molte foto nella pagina 1 di Sampdoria/Roma ed inserita la pagina 2. Cosa costa alla Roma questo campionato fallimentare? http://www.sporteconomy.it/index.php?id=0,2142,0,0,1,0

24 aprile 2005: in costruzione la pagina di Sampdoria/Roma.
West Ham/Millwall report (presto altre foto):
WEST HAM / MILLWALL
Prima della partita giocata alle ore 12.00 sosta alcoolica in zona East Ham al "Earl of Wakefield" poi di corsa allo stadio. 2.300 i Millwall ( splendida la mania tipicamente inglese di dire esattamente il numero di spettatori presenti ( 25.800) e la quota ospiti). Il tifo è in stile britannico con larghe pause, ma l'atmosfera è di un fascino incredibile sapendo cmq che di fronte ci sono tifoserie che hanno fatto la storia del tifo oltremanica. A fine partita come vedrai dalle foto, ci attardiamo in zona stadio, dopo aver notato vari gruppetti agli angoli della strada ci dirigiamo verso il Tube fermata Upton Park. Qui la polizia blocca tutto perchè devono passare i Millwall. Per circa 15 minuti gruppi di West Ham ( per la verità non sembrava la gente giusta) ed il gruppone dei Millwall sono rimasti fermi in attesa della metro fuori la stazione circondati da un esercito di polizia senza che nessun' azione, neanche canora sia stata intrapresa da entrambe le parti. I modi della polizia inglese sono bruschi ma non brutali ed aspettano sempre un motivo valido (secondo la legge) per agire. Caratteristica è stato il siparietto di un ragazzo inglese alquanto alticcio che ridicolizzava i bobbies con un irridente balletto. La storia è andata vanti per circa 10 minuti a meno di un metro dalla linea di schieramento fino a quanto offrendo loro una sigaretta il ragazzo ha provocato il pretesto per farsi prelevare a malo modo dai bobbies stessi. 
Prendiamo la metro sorpresi dal fatto che nulla fosse accaduto, pur consapevoli dell'imponente schieramento ritenevamo che a parti invertite ( in Italia) la cosa sarebbe stata diversa. Dopo un po' veniamo a sapere da un ragazzo dei Millwall che le nostre perplessità erano infondate.
I West Ham avevano organizzato l'assalto alla fermata di WhiteChapel dove per un bel po' se le sono date di santa ragione tra di loro ( pare che i Millwall abbiano avuto la meglio.....ma non è importante) prima che la polizia riuscisse ad intervenire. Il tutto conclusosi con la promessa di rivedersi il prossimo anno a data e posto da definire!!!
Di tutto questo i giornali il giorno dopo non riportavano alcunchè seguendo il tipico atteggiamento britannico in cui il problema viene risolto facendo finta che non esista altrimenti screditerebbe l'opinione diffusa che ormai la violenza negli stadi è stata debellata. Che spettacolo l'ipocrisia.


23 aprile 2005: su "Le iene" è andao in onda un servizio su Brescia/Atalanta. Per chi lo avesse perso... eccolo qui.
Ricevo, come molti altri webmaster, questa e-mail, alla quale non potevo non rispondere:
La AS Roma multerà il Sig. Francesco Totti per l’ennesima espulsione con gesto
di nervosismo verificatasi durante il match Roma–Siena della 13° giornata del 
campionato di calcio italiano Serie A TIM.
Pare che la percentuale sopra citata corrisponda a € 120.000! L’ingaggio netto
mensile percepito dal fuoriclasse giallorosso per le sue prestazioni calcistiche è € 400.000/mese! Tra i calciatori ed i giornalisti italiani vi è una specie di Gentleman 
Agreement: i calciatori si fanno intervistare ma i giornalisti non devono formulare 
loro domande imbarazzanti. La domanda più imbarazzante che possa essere
posta ad un giocatore di calcio professionista è: “Lei quanto guadagna?”
Noto con soddisfazione che in queste ore i mass media nazionali si soffermano 
sull’argomento preso in rassegna. Ho infatti la sensazione che molti di Voi si 
dimentichino degli inusitati compensi elargiti ai giocatori e che la sanzione inflitta
al Sig. Totti dal proprio datore di lavoro possa farVi riflettere sulle scandalose 
retribuzioni dei Vostri beniamini.
A tale scopo Vi domando:
- Quali sono le sensazioni che provate cantando in curva per incoraggiare i Vostri 
coetanei che guadagnano, mediamente, € 1.500.000/anno mentre Voi dovete 
arrangirvi con € 1.000/mese?
- Avete mai pensato a come potreste sentirVi meglio se i Vostri idoli in mutande 
percepissero € 10.000/mese?
Non Vi sto prendendo in giro, cerco solo di farVi immaginare una situazione che 
potrebbe verosimilmente verificarsi se cominciaste a boicottare gli stadi, il 
merchandising, le pay-tv/x wiev e che renderebbe meno imbarazzante di adesso 
"vivere" per il proprio team del cuore.
Il sistema è al collasso!:
- i team chiudono i loro bilanci con decine di milioni di perdite e di debiti 
nonostante il doping amministrativo e le libere interpretazioni delle norme tributarie
(vero Sig. Lotito?);
- le tv che acquistano i diritti per trasmettere le partite pure;
- i ritorni commerciali per gli sponsor, considerato i costi necessari per apparire
sulle maglie delle squadre, sono modestissimi.
Vi auguro di impiegare diversamente il prezioso tempo libero che avete nei 
week-end e di meglio spendere i Vostri soldi.
Per esempio domenica 24 aprile lo scrivente, mentre Voi sarete in curva a Marassi
dopo aver viaggiato sei ore su un treno di seconda classe, sarà impegnato a 
mangiare un branzino all’isolana sorseggiando un Donnafugata in un ristorante sul
mare tra Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi…
Molti cordiali saluti.
mibaccia
mibaccia@aliceposta.it
Gentile Signor Mibaccia,
rispondo con piacere alla Sua e-mail, che sarebbe persino gradevole se non avesse una chiusura sprezzante.
Gli ultras sono i primi a combattere il calcio moderno e le sue storture e disapprovano gli eccessivi guadagni delle star del calcio.
Gli ultras non sono solo quelli della serie A, ma anche quelli della Serie B, della serie C, D e via dicendo.
Tutti cantano per la loro squadra.
Tutti cantano a prescindere dai guadagni di coloro che indossano la maglia della squadra che amano.
I meno fortunati, senza dubbio, sono quelli di serie A, che amerebbero un calcio povero, come era un tempo.
E’ per questa ragione che molte tifoserie cantano di tifare “solo la maglia”, paradosso che per essere apprezzato richiederebbe un idealismo che gretti materialisti non possono certo possedere.
Per questo rispondo alla Sua domanda, giustamente curiosa, sul cosa si prova ad incoraggiare coetanei così economicamente fortunati: si provano sensazioni, tifando la propria squadra, che Lei non può capire perché la Sua natura coincide con l’avere e non con l’essere.
Io, noi, abbiamo qualcosa in più rispetto a Lei.
Non è il contrario.
Vede, io stasera mi vado a mangiare un branzino all’isolana sorseggiando un Donnafugata in un ristorante sul mare tra Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi, e magari domani vado a vedere la Roma a Marassi che perde 3-0 sotto il diluvio. Lei farà un bel ruttino e si addormenterà beato dopo aver letto il Corriere della Sera, mentre io starò tornando fradicio dalla città ligure.
Il giorno dopo Lei starà sempre a mangiarsi il Suo bel branzino, e io starò a vedermi un concerto punk dopo aver mangiato al volo un panino.
E il giorno dopo ancora Lei starà ancora a mangiare un altro branzino, accompagnato da un altro bicchiere di buon vino.
Le rigiro la domanda: non è un po’ piatta la Sua vita?
Lorenzo


22 aprile 2005: devo scusarmi prima di tutto con Giggi di Corederoma.it: per alcuni problemi di lavoro improvvisi non sono riuscito a liberarmi, poi ti dico a voce. Ora che sono a casa inserisco giusto i resoconti di Roma/Siena.

21 aprile 2005: celebriamo in primo luogo qualcosa di sacro...
2758 anni, auguri Roma!
On line la pagina di Roma/Siena.
Notiziola:
Annullamento con rinvio anche per altri 36 boss
Annullato l'ergastolo a Provenzano
La decisione della Cassazione.
Rinvio a giudizio per il superboss latitante in relazione al processo per 127 omicidi di mafia
A quanto pare la Cassazione non dà ragione solo ai tifosi, vero Pescante?


20 aprile 2005: tante news da commentare oggi. Ma prima Bill Clarke (Inghilterra) mi chiede se è normale che per un Roma/Reggina (alla quale ha assistito dai Distinti Sud) ci sia tanta polizia...
MALATO È IL CALCIO NON I TIFOSI
di MASSIMO FINI
È perfettamente inutile che il Viminale e la Federcalcio adottino la "tolleranza zero", decidano la sospensione della gara, la sconfitta a tavolino per la squadra di casa e la squalifica del campo al primo petardo lanciato sul terreno di gioco, che il
questore abbia la facoltà di non autorizzare la partita se in città, prima del match, 
sono avvenuti tafferugli, che gli ingressi siano aperti in anticipo per permettere 
perquisizioni sempre più accurate,anche con personale femminile, che schiere di 
poliziotti siano impegnati durante la settimana per la bonifica degli stadi e dei
loro dintorni, che si minaccino leggi e pene severissime per i trasgressori, più 
severe di quelle che puniscono (o meglio non puniscono) gli autori di reati finanziari
gravissimi, che si vogliano addirittura proibire gli striscioni non "politically correct" e che, insomma, si cerchi di scoraggiare in tutti i modi i tifosi violenti.
È perfettamente inutile perché malati non sono i tifosi, malato è il calcio. Violenti non sono i tifosi, violento è diventato il calcio, per essere più precisi, la malattia e la violenza dei primi sono la conseguenza della malattia e della violenza del secondo.
Il calcio era una straordinaria festa nazionalpopolare, un rito collettivo che si celebrava la domenica come la messa, carico di significati simbolici, mitici, sentimentali, identitari. Ed era anche una pacifica metafora della guerra che, con le urla, gli insulti all'arbitro nella funzione farmaceutica di "capro espiatorio" (in greco il "capro espiatorio" era chiamato "pharmakos") gli striscioni anche truculenti, serviva a scaricare l'aggressività naturale che è in ciascuno di noi, a
canalizzarla in modo intelligente, a controllarla.

Nel corso del tempo tutti questi motivi rituali, mitici, simbolici, identitari sono stati spazzati via dallo show-business. Quell'antica festa è stata ridotta a una pura partita di denaro, a un affare colossale, con in gioco interessi economici enormi, televisivi e pubblicitari. Le partite sono state spalmate sull'intera settimana,
e quando non c'è il campionato, il martedì e il mercoledì c'è l'odiosa Champion's League al posto della vecchia, cara Coppa dei Campioni cui partecipavano ad eliminazione diretta solo le squadre che avevano vinto lo scudetto e quindi con un numero di incontri molto minore, il giovedì c'è l'Uefa. Di calcio si parla, invece che
il lunedì mattina negli uffici, nelle fabbriche, al bar, tutta la settimana in talk-show demenziali con protagonisti altrettanto demenziali. I giocatori non sono più solo giocatori, dei in campo e gente qualunque fuori, ma testimonial, sponsor, divi del jet set internazionale di cui i giornali raccontano amori, fidanzate, figli, famiglia (ma perché mai, perdio, devono sapere tutto delle scopate di Totti? Totti lo voglio, e lo devo, vedere solo in campo a fare le cose straordinarie che sa fare e stop).

Come si poteva pensare che proprio i tifosi, e in particolare il lumpenproletariat più 
emarginato che si nutre solo di pallone, sfuggissero a questa enfiagione mostruosa del calcio, a questo autentico cancro che dirama ormai la sue metastasi in tutte le direzioni? Anche i tifosi vogliono sentirsi protagonisti di questo
Barnum e ritagliarsi la loro fetta di importanza. La loro violenza fisica è un riflesso della violenza economica che è ormai la vera cifra del calcio. Le partite, oggi, non sono più partite ma sopraffazione economica di chi ha più denaro e può comprarsi ogni anno i giocatori migliori, i più forti tecnicamente, i più attrezzati fisicamente, strappandoli alle altre squadre d'Italia, d'Europa, del mondo, su chi ne ha meno. Inoltre nel tifoso che getta oggetti sul campo, danneggiando la propria squadra, la "squadra del cuore", c'è, seppure inconscio, il sottile e masochistico piacere di
partecipare anch'egli alla definitiva demolizione di un meraviglioso giocattolo che gli è stato distrutto sotto gli occhi. Il tifoso violento è come il bambino che, per rabbia,
calpesta il giocattolo che qualcun altro gli ha rotto. E non è il peggiore in questa
storia. L'estate di due anni fa gli ultras di 78 squadre di A, B e C manifestarono, molto civilmente e senza dar luogo ad alcun incidente, sotto la sede della Federcalcio a Milano al grido di: «Ridateci il calcio di una volta». Con i numeri dall'1 all'11 come una volta, con le partite giocate solo il pomeriggio della
domenica come una volta, con giocatori che non passino da una squadra all'altra ogni campionato o addirittura durante il campionato, con meno peruviani, coreani, nigeriani in campo e più "enfants de pays" e così via. Ma non sono stati ascoltati. Sono stati anzi irrisi come individui fuori dal loro tempo. Bene, allora i tempi sono questi. Teneteveli.
Bell'articolo. Finalmente qualcuno apre gli occhi.



ROBERTO VETTESE è ricoverato in rianimazione all'ospedale Maria Vittoria di Torino. Ha 30 anni ed è papà di una bambina di tre. Attualmente è in prognosi riservata anche perchè, tra le varie complicazioni, nella notte scorsa si è presentato un ematoma tra l'orecchio e il cervello causa di notevoli problemi. Come ne uscirà, per il momento, non è dato sapere. Probabilmente perderà un occhio, dovrà sottoporsi ad un lungo ciclo di fisioterapia senza sapere quale potrà essere il grado di invalidità permanente che lo accompagnerà per tutta la vita.
ROBERTO VETTESE è stato colpito in faccia da un lacrimogeno lanciato dalla Polizia a pochissimi metri di distanza prima di Juventus/Liverpool.
Più volte si è denunciata, anche da questo sito, la pericolosità del lancio ad altezza d'uomo di questi artifizi da parte delle forze dell'ordine, che prima o poi porterà alla tragedia.
Sulla vicenda, italica consuetudine, è scesa una cortina di silenzio. 
I mass media, TUTTI asserviti al potere, hanno taciuto.
Lo ribadisco: non è questo il modo di gestire l'ordine pubblico, in quanto non si può tentare di uccidere una persona a meno che lei non abbia tentato di uccidere te. E da quanto so, non mi sembra questo il caso.
Parola di Mario Pescante
"Biglietti nominativi e metal-detector ancora non ci sono, mentre la legge 
li prevede. Nel provvedimento che si sta preparando non verrà data agibilità  agli stadi non attrezzati"
Il biglietto nominativo non credo proprio che serva a qualcosa. Il buon Pescante dovrebbe sapere che la Curva Sud - che è il luogo del tifo più acceso - ha tutti abbonati. E l'abbonamento è nominativo. 
E in ogni caso, quale sarebbe la sua funzione? Forse far sì che ad un posto sia abbinato un nome? Con gli stadi che "qualcuno" ha costruito in quel modo? Mah. Li avete visti gli stadi inglesi? Tutte le file sono ordinatissime, ma non perché siano ordinati gli spettatori: sono proprio i seggiolini che sono ben allineati! Prendiamo la Tribuna Tevere vuota, ci facevo caso domenica. Non c'è un seggiolino che in verticale sia allineato a quello che sta sotto, per la semplice ragione che essendo le tribune ellittiche non si riesce (al contrario dei rettangolari stadi britannici) ad avere un allineamento corretto. Resterebbe da chiedersi, ancora una volta, chi ha costruito, o fatto costruire, questi stadi.
Sbaglio o anche all'epoca c'erano Carraro e Pescante?
Per quanto riguarda il metal detector, va detto che ciò ulteriormente dimostra come le leggi vengano fatte da chi non capisce assolutamente nulla del fenomeno. Un po' come se il sottoscritto dovesse legiferare in materia di fisica nucleare.
Gli scontri avvengono fuori gli stadi nella maggior parte dei casi.
Tuttavia, le manifestazioni folkloristiche viste in tv di recente che hanno allarmato il popolo sono state tre:
a) Palermo/Messina, dove le "armi" usate dai sostenitori messinesi contro la Polizia (non si è ancora capito, peraltro, perché sia intervenuta) erano aste di bandiera di plastica e cinte di cuoio. Al di là della cosa particolarmente scenografica, ho seri dubbi che questi strumenti possano aver provocato un sia pur minimo danno ad un agente in assetto antisommossa e, ancor più, che simili oggetti possano essere rilevati da un metal detector;
b) Inter/Milan, dove sono state lanciate torce (peraltro di libera vendita) che non hanno un'anima in metallo e quindi non vengono di certo rilevate dal metal detector;
c) Juventus/Liverpool, dove tutto è avvenuto fuori lo stadio (e quindi fuori la portata dei metal detector).
Qualcuno può quindi indagare se tra parenti, mogli ed amici di ministri, segretari e sottosegretari c'è qualcuno che ha una ditta che produce metal-detector?
"Varrebbe la pena di esaminare certe sentenze per capire se e come andrebbe variato il regime delle diffide. Prendiamo anche il caso dei fumogeni: se la Cassazione dice che non è reato portarlo allo stadio, e che per l'eventuale reato bisogna attendere che venga gettato in campo, noi che possiamo fare?"
Già, varrebbe la pena di esaminare certe sentenze. Mi chiedo perché Pescante non lo faccia, visto che poi ne parla a sproposito. Anche perché non mi risulta che la Cassazione abbia mai detto che non è reato portare un fumogeno allo stadio. D'altra parte non potrebbe certo dirlo, visto che è la stessa legge che lo dice: 
ARTICOLO 6 TER LEGGE 401/89:
comma 1  Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, venga trovato in possesso di razzi, bengala, fuochi artificiali e petardi ovvero di altri strumenti per l'emissione di fumo o di gas visibile, è punito con l'arresto da tre a diciotto mesi e con l'ammenda da 150 a 500 euro.
Come potrebbe la Suprema Corte dire il contrario?
"Forse la legge è carente, in ogni caso bisogna tener conto di certe sentenze per deliberare. Ormai la strada è stata segnata, però quella di certi schieramenti trasversali che hanno annacquato la legge non può essere più seguita. Non voglio assolutamente cloroformizzare: ci vuole assolutamente un discorso di severità nei confronti della teppaglia, ma anche di prevenzione e di educazione dei più giovani".
"Vorrei un magistrato 'da stadio', che si occupasse quasi solo di questo,  come succede in Inghilterra. Nessuno vuole dei tribunali speciali, ma  siccome questi sono reati particolari se ci sono dei magistrati  particolarmente preparati su questo tema, ad esempio ce ne sono due ottimi nella Procura di Roma, sarebbe tanto meglio. Ma non so se questo sarà realizzabile".
Giustamente chi mi ha inoltrato la notizia si chiede:
"E perchè non uno per il Parlamento, per il Senato, per la strada, per la 
piazza,. Magistrati specializzati non nei reati ma nei posti dove vengono 
commessi.....se vengono commessi"
Oltre a questa sacrosanta affermazione, sul resto rispondo io.
A parte l'ovvia considerazione che un "magistrato da stadio" sarebbe a tutti gli effetti un tribunale speciale, devo dire che giustamente - per una volta - Pescante chiede che ci siano dei magistrati particolarmente preparati su questo tema.
Sono d'accordo. Se ci fossero, ci sarebbero il 50% dei processi in meno.
I due ai quali si riferisce sono ottimi magistrati, ma di calcio e tifoserie, purtroppo, non capiscono assolutamente nulla: d'altra parte non è colpa loro.... come si fa a dire di conoscere un fenomeno se non sei mai entrato in una curva?
DAL SITO DEL CORRIERE DELLA SERA
Gentile Severgnini,
ho 37 anni, sono un dirigente di una azienda di telecomunicazioni, sono 
sposato ho un figlio di tre. Sono davanti alla Domenica Sportiva di cui è 
ospite e non posso non reagire ai suoi interventi. Potrei e dovrei reagire 
alla quasi totalità degli interventi ma, sorry, un filo diretto con il "pubblico"
lo ha solo lei! Perché parlare con tale superficialità del fenomeno ultras? 
Se vuole ancora andare a parlarne in giro, perché non si informa? Al suo amico di Singapore perché non chiede che fatica ha fatto a "presentare" un Paese il cui primo ministro è Berlusconi - non per motivazioni politiche
ma per semplici motivazioni in ordine di conflitto di interessi? Perché non
viene con me ad essere insultato e percosso dalle guardie, reo solo di andare in trasferta? Io vado ancora allo stadio, in casa ed in trasferta e
parlo con cognizione di causa. Lei, mi spiace dirlo perché oltre ad una
naturale simpatia nutro una sincera stima, fa la parte del perbenista benpensante che parla senza sapere. Non credo voglia approfondire e spero che il messaggio non le risulti irriguardoso o offensivo. Stupisca il pubblico: la prossima volta lo dica "non conosco il fenomeno, quindi non ne parlo". Con immutata stima,
P.M.
La risposta di Severgnini:
Gentile P.M.,
mi dispiace deluderla. Conosco sia gli ultras entusiasti come lei, sia gli 
altri: quelli aggressivi e provocatori (lei li ha visti di sicuro all'opera: perché non ne parla?). Guardie che insultano e picchiano? Non ne dubito.
Ma non dubito nemmeno della grande maggioranza dei poliziotti che, per pochi soldi, devono passare le domeniche a sopportare quelli che si divertono a giocare alla guerra. Di nuovo: perché non ne parla, Mr M.? Legga la lettera "Società a tifosi a pagamento", pubblicata ieri, scritta da Claudia Di Meo. Dice, verso la metà: "Un mio amico faceva il poliziotto. Era contento di aver trovato un lavoro poi hanno cominciato a mandarlo
allo stadio. Una volta tornò dal Franchi dopo Firenze-Juve completamente massacrato in faccia, lo avevano picchiato a sangue e oggi se lo guardi in faccia vedi un occhio completamente strabico, regalo dei tifosi violenti. é tato operato tre volte, ma niente da fare rimmarrà sempre così. All'ospedale mi disse: ho avuto l'istinto di prendere la pistola e di sparare, ho paura non ci voglio più tornare e poi si è messo a piangere. Non è giusto questo. Perchè per questi individui ci sarà la garanzia dell'impunità." .
Io ho risposto a lei, M. Adesso lei risponda a me. Non ribatterò in questo spazio centrale - mica possiamo monopolizzare il forum! - ma le risponderò. Pubblicamente. Sono infatti convinto - come ho affermato più volte l'altro ieri alla "Domenica Sportiva", dove sono tornato apposta per dire queste cose - che il calcio italiano sia arrivata a un punto di non ritorno. Gli italiani sensati si sono resi conto che devono ripulire il giocattolo e riprenderselo: oppure ce lo distruggono.
Non so se P.M. ha risposto a Severgnini, ma visto che questo è uno spazio di confronto, lo faccio io, come se la lettera al Corriere fosse farina del mio sacco. Dialetticamente preparato, il giornalista sposta il problema: ciò che, infatti, gli veniva imputato non era la scarsa conoscenza di "ultras" o di poliziotti (come fossero animali da analizzare), ma la scarsa conoscenza del fenomeno. Certamente, ci sono ultras entusiasti e ultras provocatori, e se P.M. non ne parla è perché lo stesso aveva evidenziato il "fenomeno violenza" e non i singoli protagonisti. Se dovessimo scavare nella fossa dei ricordi dovremmo tirar fuori centinaia di storie, di migliaia di tifosi e di migliaia di poliziotti feriti, in maniera più o meno grave, l'uno per mano dell'altro. 
La conoscenza del fenomeno impone un'analisi assai più profonda.
Il tifoso che perde un occhio per un lacrimogeno lanciato ad altezza d'uomo, o il poliziotto che viene picchiato a sangue merita ben più del populismo spicciolo. Entrambe le cose non dovrebbero accadere, ma accadono. Secondo Severgnini, ciò avviene perché da un lato ci sono tifosi eccezionalmente malvagi e dall'altra poliziotti grandemente irresponsabili? Non credo sia così, o meglio, credo che in entrambe le categorie di persone, ultras e poliziotti, possano esserci i buoni e i cattivi. Il dovere dello Stato (ma anche quello del buon giornalista) dovrebbe essere quello di capire le ragioni profonde per le quali certe cose accadono. Io non so cosa avviene in una caserma del Reparto Mobile poche ore prima che i celerini prestino servizio per un Brescia/Atalanta o per un Lazio/Livorno. Se hanno paura o se invece sono felici di andare a menare le mani. Posso però dire - e non certo per averlo appreso in un salotto televisivo -  che gli incidenti contro le forze dell'ordine nascono esclusivamente per ragioni di risentimento nei confronti delle stesse per torti subiti. Negli anni '80 tale risentimento era rivolto agli altri gruppi ultras, ora che lo Stato ha deciso di imporre militarmente (e solo in questo modo, senza alcun altro intervento di supporto) la sua presenza, il gruppo ultras viene percepito come quello che indossa la divisa. Et voilà, la miscela esplosiva è servita. Credo, sinceramente, che attualmente la presenza delle forze dell'ordine allo stadio sia necessaria solo per tutelare le tifoserie ospiti. Tutti questi schieramenti di forze in occasione, ad esempio, del derby di Roma è controproducente, perché basta un niente per accendere la miccia. Le tradotte militari quando si va in trasferta, i divieti assurdi, i piccoli soprusi che tutti i tifosi vivono domenica dopo domenica (anzi, con questo schifo di calcio moderno, giorno dopo giorno) non vengono smaltiti, ma somatizzati.
Questo si traduce, alla prima occasione utile, in scontro: al lacrimogeno nell'occhio e al celerino pestato a sangue.
"Gli italiani sensati si sono resi conto che devono ripulire il giocattolo e riprenderselo: oppure ce lo distruggono", dice Severgnini.
Già. Ma, un po' come per i pesci, l'operazione va compiuta da chi sta alla testa del giocattolo.
Vale a dire, chi ha creato - per gli interessi economici di una ristrettissima cerchia di persone - questo mostro chiamato calcio moderno.


19 aprile 2005: on line altre foto di Roma/Reggina. Articolo sulla fanzine dei Pescara Rangers:
 
Dagli all'ultras!!!
E nuovamente vecchi tromboni, politicanti del lunedì, sotto-biscardi,  sotto-moggi e sotto-galliani hanno 
ridato fiato alle loro voci, riportando all'ordine del giorno il problema che, l'unico degno di due pagine al 
giorno su tutti i quotidiani per una settimana intera, attanaglia la vita di tutti gli italiani. Sono trent'anni che
in Italia si parla di violenza negli stadi ed ogni volta i toni sono gli stessi... finto scandalizzato si leva il 
grido di gente moralmente impeccabile, i soliti giornalisti che sono ciechi e sordi quando si tratta di 
guardare i veri problemi del calcio, prudentissimi nel parlare di doping, partite combinate, calcio 
scommesse, calcio svenduto ad esigenze televisive... decisi e fermi, giustizieri implacabili quando c'è da 
parlare invece degli ultras, pronti a condannare, qualsiasi cosa facciano, qualcisasi cosa dicano, senza 
preoccuparsi di stare a controllare la veridicità di quello che dicono, tanto se diffami l'ultras, se lo condanni
anche per qualcosa che non ha fatto nessuno ti dirà mai nulla, gli ultras non sono portatori di intere$$i...
Nel fine settimana scorsa abbiamo sentire il Ministro dell'Interno Pisanu tuonare contro gli ultras... le 
televisioni hanno passato e ripassato immagini di scontri e fatto vedere decine di volte i simboli politici 
esposti nella partita Lazio-Livorno, accompagnati dai soliti commenti idioti: ma come bandiere politiche 
allo stadio????
Posto che noi difendiamo la nostra volontà di rimanere sempre ed asolutamente apolitici e che la politica 
in curva la riteniamo solo un elemento di divisione non possiamo non constatare delle cose.
Chiunque abbia mai conosciuto qualcuno che abbia mai varcato la soglia di una curva sa benissimo che in
determinate curve le banidere politiche sono di casa e che queste proliferano nel momento in cui si 
affronta una squadra la cui curva sia dell'opposto schieramento politico. Quello che si è visto in 
Lazio-Livorno si era già visto in altre partite in questo stesso campionato, quando il Livorno ha affrontato 
l'Inter e la Roma ad esempio, ma allora i commenti non erano stati severi...
Scontri: in tutto il campionato ce ne sono stati diversi, sicuramente quelli della scorsa settimana non sono 
stati i peggiori. Ma allora perchè c'è stata tanta mobilitazione, perchè il Ministro dell'Interno è voluto 
intervenire ed introdurre nuove norme???
Forse che il governo avesse bisogno di un tema per distogliere parzialmente l'attenzione sulla batosta 
elettorale delle precedenti elezioni regionali??? Forse che servisse un tema 'giusto' capace di portare il 
consenso di tutti, che giustificasse l'intervento deciso del governo e che il ministro non si è fatto scappare. 
Del resto siamo abituati all'utilizzo strumentale del problema ultras: appena approvate le nuove leggi, 
quattro anni fa, per un lungo periodo i giornali nazionali non hanno parlato di incidenti tra ultras, anche 
quando questi accadevano, anche quando erano particolarmente violenti, al limite si leggeva di 
scaramucce... così nel periodo precedente alla promulgazione di quelle stesse leggi ogni piccolo incidente
era un violento scontro da ricordare per giorni... Si chiama utilizzo dei mas-media al fine di creare il 
consenso per poi intervenire legislativamente. I giornali creano il problema a livello di pubblica opinione
ed il governo dopo aver fatto decantare il problema per un pò, dà la giusta risposta, guadagnandone in 
consensi e popolarità.
Con ciò non stiamo a lamentarci dell'intervento di un Ministro. Sappiamo che scontrarsi è fuori legge, non 
ci possiamo certamente nascondere dietro ad una disparità di trattamento, per quanto sistematica sia; non
cerchiamo una giustificazione nel fatto che gente ipocrita e bigotta parli male di noi alla propria bisogna. 
Si cerca solo di comprendere quali possono essere le dinamiche che giorno dopo giorno ci stanno 
chiudendo la strada, l'intelligenza che muove verso di noi, per cercare di difenderci anche noi in maniera 
intelligente, per comprendere quando c'è un interesse a colpirci e perchè e quando invece no.
Di certo non ci troviamo ad affrontare la 'prima crociata' anti-ultras e di certo non sarà l'ultima. C'è la 
necessità di resistere, ma sarebbe opportuno farlo con cognizione di causa e non così alla rinfusa...
LUNGA VITA AGLI ULTRAS!!!


17 aprile 2005: on line la pagina di Roma/Reggina. In formato PDF, soprattutto per chi parla l'inglese, le statistiche degli arresti e delle diffide in Inghilterra elaborato dal N.C.I.S. ed alcune interessanti tabelle riepilogative che ho elaborato io. Mi sembra da una sommaria analisi dello stesso che la violenza nel calcio inglese non sia affatto cessata. Forse, rispetto al passato, è oggi punita ma di certo è ancora presente in modo intenso, come dimostrano le statistiche. Se aumentano le diffide, è impossibile sostenere che diminuiscano gli incidenti.
REPUBBLICA.IT
Giornata tranquilla, dopo il monito di Pisanu e le nuove regole della Figc
ma da Livorno a Bologna i tifosi si uniscono agli ultras contro tv e leggi fiscali ad hoc
Nessun incidente nelle curve ma gli stadi voltano le spalle al calcio

La curva vuota del Livorno
LIVORNO - Il presidente del Livorno Spinelli e il sindaco Cosimi non hanno visto il primo gol di Cristiano 
Lucarelli contro la Fiorentina. Erano ancora fuori dallo stadio insieme ai tifosi che protestavano contro quanto 
accaduto domenica scorsa, i presunti abusi dei poliziotti dopo la partita contro la Lazio. Così parlano le curve: 
non solo con scontri, lanci di fumogeni in campo e violenza. Ma anche disertando gli spalti per qualche minuto o per tutta la partita e voltando le spalle al campo in segno di protesta. 
Questo è accaduto oggi in molti stadi d'Italia nella prima giornata di campionato in cui sono entrate in vigore le nuove regole decise dalla Federcalcio per fermare i violenti: la possibilità di fermare una partita al primo lancio di oggetti in campo e la sconfitta a tavolino della società retenuta responsabile. 
La settimana scorsa Roma, Terni e Milano (la notte del derby di Champions) hanno fatto salire l'emergenza 
curve, il ministro dell'Interno Pisanu ha chiesto il giro di vite, gli organi del calcio gli hanno mandato un segnale. E oggi su tutti i campi, controlli di polizia più serrrati e occhi puntati sulle curve per individuare il primo indizio sufficiente a far scattare la sanzione. 
Non è successo nulla dal punto di vista dell'ordine pubblico e saranno in molti a cercare di intestarsi questo 
risultato. Un paio di petardi fatti esplodere dai tifosi laziali dopo il gol di Rocchi a Bologna, qualche mazza 
sequestrata prima di Brescia-Atalanta - la partita considerata più a rischio - e qualche altro sequestro in serie C1 per Sora-Napoli. 
Ma è successo qualcosa dal punto di vista del tifo. Gli ultras hanno protestato e, in certi casi, come a Bologna, 
hanno avuto l'appoggio del resto dello stadio, segno forse che il disagio verso i meccanismi del calcio è molto 
più diffuso. Protestato contro cosa? Contro il calcio moderno, lo strapotere delle tv, le leggi fiscali fatte ad hoc 
per evitare i fallimenti delle società di calcio, la repressione e gli abusi di cui gli ultras si ritengono vittime. 
A Livorno i tifosi dalla curva nord protestano in silenzio per otto minuti fuori dall'Armando Picchi. Poi 
compostamente, all'ordine prestabilito, hanno preso posto sugli spalti del loro settore. Tanti striscioni lungo la
recinzione con una sola scritta: "Vergogna", in riferimento ai fatti di domenica a Roma, i presunti abusi delle 
forze dell'ordine, subiti da parte dei circa 300 tifosi amaranto che hanno seguito la squadra domenica scorsa 
nella trasferta all'Olimpico contro la Lazio. 
Tra gli striscioni, uno dice: "10-04-05 spogliati, picchiati, umiliati: quale reato? Essere livornesi - vergogna"
Anche in altri settori dello stadio si vedono ampi spazi vuoti e nello spicchio della curva sud occupata dai 
livornesi in molti stanno danno le spalle al campo. Anche i tifosi della Fiorentina solidarizzano prima della gara con i livornesi scandendo ripetutamente cori contro le forze dell'ordine. Al termine della protesta, quando la curva si è riempita, l'intero stadio accoglie i tifosi ritardatari con un lungo applauso. 
A Milano la Curva nord degli ultras nerazzurri, protagonista martedì scorso del fitto lancio di fumogeni in campo che poi ha portato l'arbitro Merk a sospendere l'euroderby, non inscena nessuna protesta né contestazione prima dell'incontro casalingo contro il Cagliari. Ma gli spettatori sono pochi, 30 mila su 44 mila abbonati. Da segnalare un enorme striscione: "Tutti gli Inter club dicono no alla violenza! Forza ragazzi, noi siamo con voi". Lo stadio applaude lo striscione, la Curva nord rimane in silenzio. Silenzio in curva anche alla lettura delle formazioni, ma dopo pochi minuti dall'inizio della gara gli ultras nerazzurri ritrovano la voce. 
A Bologna i tifosi voltano le spalle al campo. Mentre lo speaker annuncia la formazione della Lazio tutta la curva Andrea Costa, quella del tifo bolognese, imitata da buona parte dello stadio, decide di girare (fisicamente, non solo metaforicamente) le spalle. Un volantino spiega il gesto: "A tutti quelli che non vorrebbero pagare le tasse" si legge, con chiaro riferimento alla polemica sulla legge utilizzata dalla Lazio per rateizzare il debito col fisco ed evitare il fallimento, ma anche a tutti quelli "che rimpiangono un calcio vero e giocato sul campo". 
A Brescia i tifosi del gruppo Curva Nord Brescia 1911, diffondono, nei minuti precedenti la gara con l'Atalanta, un volantino su cui è scritto: "Se state leggendo questo volantino vuole dire che ci sono buone probabilità che 
questa partita (la Partita) si giochi, o quanto meno abbia inizio. Molto dipende ovviamente da come ognuno di
noi si sarà comportato e soprattutto si comporterà prima e durante l'incontro. "Infatti - è scritto -, grazie 
all'ennesimo colpo di genio (nonché il ricatto) dell'illustrissimo, onnipotentissimo, nonché presidente della Figc Franco Carraro, da oggi in poi ogni gesto considerato contrario alla morale comune" potrebbe "far sospendere la partita con conseguente sconfitta a tavolino"
Da oggi, prosegue, "le partite e i campionati saranno inevitabilmente falsati (grazie a questo spauracchio) da 
arbitri che fino ad oggi l'avevano fatto 'solamente' sul campo, favorendo ovviamente i soliti noti". 
DA SPORTECONOMY
In Italia l'applicazione di una norma o l'introduzione di una nuova legge è spesso collegata al verificarsi di un 
evento di forte impatto pubblico. Soprattutto se parliamo di calcio, che concettualmente dovrebbe essere uno
sport, ed, invece, da molti anni si è trasformato in un'arena politica dove si può perfino rischiare la vita. Per 
non parlare dei costi per la collettività legati alla presenza di forze dell'ordine negli stadi. Questa volta, come 
nel caso del derby di Champions League (tra Milan ed Inter), ci siamo andati vicini (Dida colpito dal razzo che
non prende fuoco, nonostante l'utilizzo di materiali acrilici, è solo un fatto fortuito). Diciamo che ci piace 
arrivare ad un passo dalla tragedia per intervenire, altrimenti l'Italia non si chiamerebbe BelPaese e non ci 
sarebbe la fila per entrarvi (anche illegalmente). Dopo il caso Dida si è gridato subito allo scandalo, da
sinistra a destra passando per il centro. Per poi iniziare a fare i distinguo. C'è chi vuole la linea dura nei 
confronti degli Ultras, c'è chi li vuole difendere a tutti i costi, c'è chi preferirebbe far passare un po' di giorni e 
far lavare l'onta al tempo. E sì perchè qui, nel BelPaese, si vuole creare degli stadi bellissimi, ricchi di comfort,
proprio per Euro 2012. Ma se prima i nostri Ultras non dimostrano di conoscere le buone maniere tutto questo 
business andrà in fumo. Secondo noi gli Ultras italiani l'hanno capito perfettamente e per Carraro prevediamo 
un anno difficile di presidenza. Calcolando che non siamo molto amati in sede Uefa o Fifa, i vertici del 
governo del calcio internazionale stanno solo aspettando di raccogliere la lunga lista di partite annullate 0-3 a 
tavolino (perchè questo avverrà) per dirci con molta gentilezza che non siamo capaci di gestire l'ordine
pubblico e quindi, di conseguenza, un Europeo di calcio. Probabilmente dovremmo cambiare business.
Forse sarebbe meglio gestire "conclavi papali", perchè il calcio è un altro film e lì bisogna dimostrare altre 
expertise (uno stage in Inghilterra o Germania non guasterebbe). Incredibilmente, cosa che non era mai 
successa fino ad oggi, è sceso in campo lo stesso presidente della Figc (Franco Carraro). "Ha ragione Pisanu",
ha tuonato il numero uno di via Allegri. "Al prossimo lancio di petardo o di oggetti contundenti l'arbitro avrà il
potere di sospendere la partita e dare lo 0-3 a tavolino". Incredibile dictu, direbbero i latini. Mai, in Italia, c'era
stato un intervento così veloce da parte della Figc. Non sarà, forse, che Carraro ha paura di perdere la 
candidatura di Euro 2012 (dove al momento non c'è un rivale vero, almeno che non si voglia trasformare dei 
fantasmi in giganti - e potremmo anche riuscirci), proprio sul fronte della violenza negli stadi?. Secondo noi la 
risposta è affermativa, ma le nuove norme sponsorizzate dallo stesso Carraro creeranno ancora più caos e di 
fatto hanno "sdoganato" il movimento degli Ultras. In Italia non c'è solo Forza Italia o i DS, ci sarà anche il
partito degli Ultras, che a parte qualche rara eccezione, è molto più compatto delle nostre forze politiche o 
delle stesse forze dell'ordine (divise in mille rivoli sindacali). Il presidente del Livorno Spinelli ha affermato 
recentemente che con queste norme speciali i proprietari dei club diventeranno ostaggio dei tifosi. Basterà 
lanciare un petardo in campo per ottenere cose che fino ad oggi bisognava perorare in mille modi. A Spinelli 
rispondiamo: "si rivolga a Carraro...è lui l'artefice di questo nuovo intervento salvacalcio". In generale 
consiglieremmo ai vertici del calcio di aprire piuttosto una trattativa. E' chiaro che gli Ultras non sono lo stadio,
ma lo comandano. Un po' come i sindacati nelle industrie. Oggi nessuno grida allo scandalo se datori e 
sindacalisti parlano. Sono le due facce della stessa medaglia. E allora perchè lo stesso non avviene nel 
calcio?. Non sono i tifosi ad acquistare i biglietti delle gare di campionato?. E allora che venga loro 
riconosciuta la dignità che meritano. Non capire questo banale paragone potrebbe portare ai primi Anni di 
Piombo del calcio italiano. E' questo quello che si vuole nel "Palazzo del Football" tricolore?.
Articolo intelligente. Carraro e soci hanno regalato agli ultras (ma anche ai tifosi "normali") il calcio moderno? Vediamo se gli ultras gli regaleranno Euro 2012!


16 aprile 2005: complotti anche in Egitto: "(ANSA) - ROMA, 16 APR - Duecento ultras (ultras in Egitto???) sono stati arrestati ad Ismailiya, in Egitto, per i disordini avvenuti dopo l'ennesima batosta (6-0) della loro squadra. Furiosi per la pesante sconfitta contro i campioni d'Egitto in carica, i tifosi dell'Al-Ismaili hanno lanciato pietre contro le forze dell'ordine e hanno danneggiato alcune auto della polizia all'uscita dello stadio. Durante il deflusso gli ultras hanno continuato negli atti vandalici spaccando vetri e cabine telefoniche".
Stasera Roma/Reggina:
...CORSI E RICORSI...
Stadio Olimpico, ore 20.30
CHI VA ALLO STADIO OLIMPICO...
...SI PREPARI ALLA ENNESIMA FARSA
Vs.
5 anni fa...
7 febbraio 2000
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Cambiano i governi,
non cambia la storia!
DA MILANO, UN TIFOSO DELL'INTER
Innanzitutto i complimenti per il sito che ritengo essere di gran lunga il migliore nel panorama ultras soprattutto per l'encomiabile costanza nel proporre gli aggiornamenti e per la competenza dei commenti. 
Sono un tifoso interista 22enne, abbonato in curva, ma non mi ritengo un ultras. Volevo porre l'attenzione su quanto successo martedì sera a San Siro e sopratttutto sull' atteggiamento come sempre molto corretto e competente della stampa italiana. 
Tralascio di mettere in risalto le davvero esigue competenze giuridiche del giornalista medio italiano, cosa che Lei fa correttamente ogniqualvolta le se ne presenta l'opportunità, ma d'altronde quando in tv si sentono parlare politici laureati in giurisprudenza di "reato penale" non credo si possa fare una colpa a nessuno. 
Non voglio nemmeno giustificare nessuno per ciò che è successo, chi sbaglia (se ciò viene accertato oltre ogni ragionevole dubbio) è giusto paghi.
Quello che proprio non va giù è il fatto che una certa stampa pretenda di commentare episodi senza essere al di dentro dell'ambiente in cui accadono, traendo conclusioni che ragionando non un minimo non possono essere accettate. Mi riferisco al fatto della cosiddetta "premeditazione", venuto fuori anche in occasione del vostro derby dell'anno scorso. Le sciacallate giornalistiche in tal proposito, da quanto mi è stato riferito, sono iniziate durante la stessa partita, al momento della sospensione del match, quando ad una televisione locale che commentava l'evento è arrivata un e-mail di un tizio che diceva che un suo amico gli aveva raccontato che probabilmente al trentesimo del secondo tempo... insomma una fonte certissima e degna di ogni considerazione.
Dalla curva l'impressione è stata di un fatto molto occasionale e dovuto alla rabbia del momento..infatti è iniziato tutto con un lancio di bottigliette poi sfociato in quello delle torce e comunque non solo da parte di un certo gruppo, come dice il Corriere,che tra l'altro sbaglia clamorosamente nel descrivere la collocazione del gruppo stesso all'interno della curva (è dalla parte opposta al tunnel degli spogliatoi) ma in realta da più punti della curva stessa.
 Dico che a mio avviso non c'è stata premeditazione perchè, essendo lì in mezzo, ammetto che chiunque avesse portato una torcia allo stadio (cosa che non sarebbe potuta accadere), dopo 16 anni così, dopo l'ennesimo derby andato in malora, dopo che il portiere avversario parava tutto e nel momento in cui eri riuscito a segnare l'arbitro aveva ben pensato di inventarsi un fallo inesistente per annullarti il gol, chiunque, dicevo, si fosse trovato in mano una torcia, certo stupidamente, ma credo anche umanamente, il primo pensiero che avrebbe avuto in quel momento sarebbe stato quello di lanciarla verso il campo.
E poi qual è la seconda grande preoccupazione dei giornalisti.. "episodi così rischiano di farci perdere l'assegnazione degli europei 2012..." 
...E speriamo! Certo, a tutti piacerebbe vedere gli europei in Italia, ma se il prezzo da pagare è quello dei mondiali del '90 ben vengano gli europei in Turchia o in qualsiasi altro stato...miliardi su miliardi spesi per costruire stadi già non più idonei dopo 10 anni, piste d'atletica utilizzate una volta ogni cinque anni che rendono la visibilità peggiore, impianti da 60000 posti che (con tutto il rispetto) si riempiono solo per il trofeo Birra Moretti...tutto questo sulle nostre tasche..
Scusandomi per essermi dilungato troppo, La ringrazio per la cortese attenzione e le auguro un buon lavoro
Sentirmi dare del Lei mi fa sempre un certo effetto, ma poi mi guardo la carta d'identità e capisco che i tempi sono maturi :-)
Detto questo, sono d'accordo ovviamente con il ragazzo che mi ha scritto. 
Siamo di fronte ad una canea di giornalisti che non sanno di cosa parlano. Tutto ciò che non capiscono, è premeditato. Sono completamente all'oscuro dei meccanismi che muovono la folla e, d'altra parte, molto più facile sposare la ragione del complotto, piuttosto che approfondire altri aspetti. Di questo sono responsabili anche i vertici delle questure che, spesso, sono perfettamente a conoscenza di certe dinamiche "da stadio" (le "squadre tifoserie" della Digos non le ho inventate io), ma trovano più comodo e populistico accettare le pulsioni dei mass media e del sentire comune. Chi ha vissuto la curva sa perfettamente che fatti come quelli di Lazio/Roma, Inter/Milan, Siena/Roma di Coppa Italia non sono premeditati ma frutto del momento e dell'imitazione.
Lo sa perfino la questura, se è vero - come è vero - che è stato scritto un libro da un agente in servizio presso la stessa questura (sarà veramente interessante leggerne qualche brano quando il giorno del processo verrà sostenuta la tesi del complottto!) in cui si spiega (finalmente con competenza)  che tutto è stato frutto della suggestione... 
Vi lascio con una immagine di altri incidenti "premeditati" Italia B / Spagna B 0-1, fine anni '50 a Cagliari... Riflettano lorsignori.
Italia B /Spagna B 0-1 a Cagliari, fine anni '50, notare il fiasco vuoto
Traggo dal sito www.fiorentina.it questo spunto interessante (mamma mia quanto sono polemico!):
Tifo violento: alla ricerca dei "perchè"
Lazio-Livorno: succede di tutto, ma quel tutto rientra nella norma, in un costume violento ormai diffuso nel paese e nello spaccato calcio che tristemente lo 
rappresenta... scontri, violenze, bandiere naziste, saluti romani, ma anche celebrazioni dello stalinismo più bieco, utilizzo politico delle curve e delle tifoserie. Ieri 
sera, quasi che il destino voglia mettere sull’avviso, il derby di Champions di Milano sospeso anzitempo per le intemperanze dei tifosi interisti, una situazione critica 
insomma. A parlarne è un sindacalista del SILP (CGIL) della Polizia di Stato, Renato Scalia: 

"Fare entrare quelle bandiere, quegli striscioni, è un errore, così come fare entrare le bandiere con la falce e il martello, sebbene erigere queste ultime non sia reato, 
è un qualcosa sicuramente da evitare, ma che, per meri motivi logistici, non si può sempre evitare..." 

Invece lo striscione che chiedeva giustizia sulla tragedia del Moby Prince? Perchè dalla parte livornese si è proceduto al sequestro e da quella laziale, è evidente 
dalle immagini, non lo si è fatto? 
"Non saprei perchè sia stato sequestrato quello striscione... posso dire che la situazione a Roma è critica, la tifoseria romanista e quella laziale si sono coalizzate 
contro le forze dell'ordine, è un problema politico, nessuno fa niente per risolverlo.... " 

In che maniera si sono "saldate" due tifoserie così avverse fino a qualche anno fa?
"C'è un'organizzazione politica, mi riferisco a Forza Nuova, che è riuscita ad operare questa sorta di alleanza facendo proselitismo nelle due curve, la curva 
giallorossa era storicamente schierata a sinistra, poi vennero fuori alcuni personaggi e da quel momento in poi i Fedayn, che detenevano la leadership della curva, 
vennero messi in disparte, naturalmente a suon di coltellate...(questa è proprio divertente! Questa persona parla di tifo e confonde persino i nomi dei gruppi.... n.d.L.)
di lì il comune riferimento all' estrema destra. Forza Nuova non è un soggetto politico rilevante nel panorama dei partiti italiani, ma negli stadi ha molta influenza. 
Svolge un progetto politico preciso..." 

Fu proprio lei a lanciare l'allarme Forza Nuova riguardo al tifo della Fiorentina... 
"Fu aperta una sede nei dintorni dello stadio di Firenze e temevo che ci fosse quel tipo di tentativo di infiltrazione, per ora l'infiltrazione non si è verificata..." 

Quindi influenza politica di estrema destra, ma spesso a difendere certi gruppi violenti del tifo sono anche politici di sinistra, qualche volta di estrema sinistra.... Il 
sospetto è che si identifichino le curve come bacini di potenziali voti. Un rapporto di mera convenienza elettorale? 
"Non so davvero perchè lo facciano... (forse ANCHE perché sono andati allo stadio... n.d.L.) però è vero che l'intervento di alcuni politici è spesso teso al dialogo, al 
non voler generalizzare e demonizzare il fenomeno tifo. Nelle curve violente sono pochi soggetti a gestire migliaia di persone ed è sbagliato creare una spaccatura tra 
la parte sana del tifo e i soggetti istituzionali, sarebbe un errore, un modo per spingere la massa verso derive violente...." 

Lei parla di poche persone che gestiscono la curva, a suo avviso è possibile ricondurre questa influenza alla capacità di trarre profitto dal rapporto con le società, 
sappiamo infatti di come certi individui mantengano stretti rapporti con le squadre: influenzando le scelte societarie, gestendo i biglietti, manipolando l'opinione della 
tifoseria... 
"Ho denunciato spesso queste cose. Porto l'esempio di Firenze: quando in curva Fiesole, come è ed è stato, la società Viola non può neanche vendere il proprio
merchandising ufficiale, si assiste a qualcosa di assurdo... Ma non accade solo a Firenze bensì ovunque. Le società sono tenute sotto scacco da questi personaggi 
che gestiscono le curve e le ricattano impunemente. Anche davanti a casi eclatanti nessuno denuncia. Certi individui si arricchiscono alle spalle dei poveri diavoli che 
vengono mandati a compiere atti vandalici e violenze in maniera strumentale…” 

In questo senso la norma della responsabilità oggettiva della società calcistica si è mostrata poco funzionale? 
"Potrebbe essere uno dei motivi e quella norma è probabilmente da correggere, spesso certe tifoserie inviano segnali alle società compiendo atti di teppismo che poi 
cagionano ammende se non misure peggiori.... (qui emerge la mentalità poliziesca: la non conoscenza o il rifiuto dello spontaneismo comporta la necessaria 
esistenza della cupola, n.d.L.). La società viene costretta a mantenere un certo tipo di rapporto con quei tifosi, credo lo facciano praticamente tutte le società di 
calcio in Italia. E' come una tangente, una parte del pubblico che costringe l'esercente a versargli del denaro o a fare concessioni economiche...." 

Che ruolo svolge in questo senso l'informazione, o la pseudoinformazione, dei media? 
"Giusto ieri sera ho guardato il Processo di Biscardi, quel tipo di trasmissioni sono arene, con toni e termini violenti, riportano informazioni inesatte, sono l’esatto 
contrario del ruolo corretto che dovrebbero interpretare gli organi di informazione. La situazione è critica in tutta Italia... In alcune trasmissioni, radiofoniche o 
televisive, in alcuni giornali, si compie vera e propria apologia di reato, stessa cosa sui siti e sui muri di internet.... Temo che il problema non si risolverà..." (su 
questo sono d'accordo, n.d.L.)

Possibile che non si riesca ad intervenire neanche quando dai media sortisce una vera e propria apologia di reato? 
“Molti reati, come ad esempio la minaccia, sono perseguibili solo a querela di parte. Un certo tipo di linguaggio, di tono, è ormai diventato di uso comune, penso ad 
esempio alle radio romane, ma il fenomeno è diffuso anche altrove. Purtroppo questi atteggiamenti risultano essere la normalità…” 

Che ne pensa della presa di posizione del Ministro Pisanu? Minacciare di chiudere gli stadi a rischio ha un senso? 
"E' stata una sparata, manca la volontà politica di risolvere il problema..." (anche su questo sono d'accordo, n.d.L.)

Bloccare migliaia di tifosi violenti nell'imminenza di una gara è impresa ardua, ma fare opera di prevenzione impedendo a singoli, nella più parte dei casi 
pluripregiudicati, non dovrebbe essere così difficile.... In altri ambiti, quello politico ad esempio, lo si fa con decisione (non mi sembra... il Parlamento è pieno di 
pregiudicati e di persone con pendenze giudiziarie. Giulio Andreotti ha seduto in Parlamento fino a che la Cassazione non lo ha assolto - in parte per prescrizione - 
dall'accusa di mafia, n.d.L.). Viceversa nel calcio è consentito dire e fare qualsiasi cosa. Non sarà che il calcio è semplicemente lo “sfogatolo” nazionale, un paese 
dei balocchi dove ogni cosa è permessa affinché non avvenga altrove?
"Temo sia proprio così, la classe politica non vuole risolvere il problema, quindi ho il sospetto che sia conveniente mantenere questo modus vivendi.... è vero che le
questure conoscono bene i responsabili di certi episodi, ma è altrettanto vero che non hanno gli strumenti per fermarli, se non fermandoli in flagranza di reato ( e 
difficilmente persone così in vista si lasciano sorprendere a compiere reati). Sappiamo chi sono, li monitoriamo, ma possiamo fare poco come organo di Polizia. Anzi
peggio, nel caso famigerato del derby Roma-Lazio il messaggio che passò, il segnale lanciato dalle due tifoserie, fu devastante, in poche parole: comandano gli 
ultras... Con il Prefetto e il Questore in campo decisero gli ultras e il presidente di Lega Galliani... (la scarsa credibilità delle istituzioni ha radici profonde su cui si
dovrebbe interrogare il Parlamento senza pensare a piani diabolici... Questa cosa li ha letteralmente sconvolti! n.d.L.)

Sui giornali si legge spesso del modello inglese quale panacea di tutti i mali del pallone italiano, quali sono le differenze tra l'uso italiano e i metodi di Polizia 
d'oltremanica? 
"Intanto gli stadi sono più sicuri (vero, n.d.L.), ci sono le celle di sicurezza all'interno degli impianti sportivi (a Roma ci sono le cellette del Commissariato della 
Tribuna Monte Mario, n.d.L.), in Italia non esiste neanche un impianto che risponda ai parametri di sicurezza europei.... (vero, n.d.L.) In Italia si è compiuto solo un
piccolo passo in avanti prevedendo che l'unico reato per cui è consentito l'arresto in trascorsa flagranza, il reato compiuto allo stadio o nei suoi pressi, possa essere
contestato nelle 36 ore successive con l’arresto (trattasi di un mostro giuridico applicato solo per lo stadio, n.d.L.). Poi c'è il famoso Daspo, una misura che prevede il
divieto di ingresso allo stadio e il contemporaneo obbligo di porre firma, svariate volte nel corso della durata della partita, ai soggetti condannati. Sono provvedimenti 
pesanti, almeno sulla carta, ma vengono puntualmente aggirati... (parla senza cognizione di causa, facendo del populismo, n.d.L.) Spesso le persone colpite da 
Daspo non si presentano per la firma, su consiglio del proprio legale (questo non è affatto vero, n.d.L.). Perciò vengono denunciate in stato di libertà e debbono subire
un processo, dopo il processo vengono condannati, il risultato è che un Daspo di 3 anni si trasforma in una condanna penale a 6 mesi (perché dice il falso? Quando 
una persona non va a firmare, viene praticamente subito denunciata. Quindi se non firmo dieci volte, subisco dieci processi. Mica mi fanno un processo unico! n.d.L.),
un bel risparmio e senza neanche mancare all'appuntamento domenicale allo stadio (falso anche questo. Con le moderne tecniche di videoripresa, è ormai 
impossibile non essere notati allo stadio, specie se conosciuti, n.d.L.). Per persone con innumerevoli precedenti penali una condanna in più non fa nè caldo nè 
freddo... (questo lo dice lui. Posso assicurare che stanno tutti molto attenti, anche perché finire in carcere non piace a nessuno, n.d.L.)

In Inghilterra sono intervenuti in termini legislativi su norme simili? 
"Lì i processi vengono fatti immediatamente (anche in Italia, c'è il processo per direttissima da circa 100 anni, n.d.L.)), le condanne si scontano (anche da noi, 
n.d.L.)), gli stadi sono impianti sicuri e con posti numerati. Le forze dell'ordine hanno una mappatura quasi nominale del pubblico presente allo stadio, insomma 
certezza della pena e sicurezza. In Italia ogni domenica tutte le tifoserie in trasferta vengono scortate (direi deportate, n.d.L.) ma la Polizia non riesce nemmeno a 
sapere chi sono coloro che prendono il pullman o il treno. Abbiamo provato a farci dare le liste dei passeggeri, ma non ci siamo mai riusciti...” 

Chi dovrebbe fornire quelle liste? 
"Le associazioni del tifo.... Le associazioni del tifo e quindi le società di calcio che collaborano col tifo organizzato..". 

Abbiamo tirato in ballo la politica, alcuni partiti, le stesse società, ma la Magistratura ha qualche responsabilità? 
"A Firenze non abbiamo mai avuto problemi in questo senso, qui i giudici sono molto attenti al fenomeno. Non posso dire la stessa cosa per altre città in cui qualche 
problema c'è stato. Ad esempio a Roma alcuni provvedimenti non sono stati convalidati o addirittura annullati dal magistrato...." (parla a vanvera. A cosa serve un 
giudice se non a verificare che quel che dice o fa la questura è corretto? Veramente una strana concezione della legalità. Per questo è sbagliato dar loro potere 
eccessivo, n.d.L.).

Un sindacalista della Polizia difende, per ruolo, i poliziotti, tuttavia, ed è il caso riferito da alcuni tifosi del Livorno (presunte violenze e pestaggi ad opera delle forze
dell'ordine), i metodi repressivi dei tutori dell'ordine non sono sempre ortodossi. Un atteggiamento che radicalizza i conflitti invece di sedarli. Da poliziotto si sente di 
assumersi una corresponsabilità, ammette l’esistenza di certi abusi? 
"Il nostro sindacato è molto impegnato su questi temi, stiamo cercando di dialogare coi gruppi ultras e con i rappresentanti delle forze dell’ordine. Proprio a Livorno 
abbiamo organizzato una manifestazione davanti allo stadio (sì, ma per dire cosa? La domanda era molto precisa, n.d.L.), tuttavia gli stessi ultras livornesi ci hanno 
intimato di andarcene. Anche le altre sigle sindacali ci hanno definito "zecche", questo proprio perchè cercavamo di sensibilizzare ad un problema che esiste... A
Livorno poi c'è una situazione critica, è la tifoseria che ha subito più Daspo di tutte... Ci sono poliziotti che esagerano, ma bisogna anche comprendere lo stato 
d'animo con cui si va a lavorare oggi negli stadi. Non si rischierà proprio la pelle, ma senz’altro l’incolumità... A Firenze qualche tempo fa ci fu l'evento eccezionale del
Social Forum, poco prima c'erano stati i fatti di Genova, è evidente che le situazioni si possano gestire in diverse maniere. Noi cerchiamo il dialogo per isolare i pochi 
tifosi violenti nelle curve." 

Lei li definisce "pochi", ma la massa critica della violenza negli stadi sembra invece aumentata oltre che cambiata nei connotati. Alcuni anni fa l'identikit del violento
era assimilabile al disadattato delle periferie metropolitane, oggi, questa è l'impressione, a partecipare ad episodi di teppismo vario ci sono l'imprenditore, il 
professionista, l'impiegato, gente che ha anche qualcosa da perdere..... 
"E' effettivamente così, la trasformazione c'è stata, è una questione di clima, il singolo quando entra nell'ambiente calcio, in quell'atmosfera parossistica, cambia 
radicalmente identità e comportamenti (non è così. E' che tutti sono un po' stufi di certi atteggiamenti, e se prima erano solo i violenti a dare sfogo alle proprie 
pulsioni, adesso gli stessi hanno un notevole substrato di sostegno morale che non ci sarebbe se dall'altra parte si recuperasse un po' di... eticità dello Stato, 
concetto totalmente sconosciuto a chi riveste i ruoli intermedi negli apparati statali, n.d.L.). E' altrettanto vero per i giovanissimi sempre più spinti in questa deriva 
violenta....." 

Abbiamo parlato di tante tifoserie, da Roma a Livorno, qual è la situazione a Firenze? 
"L'anno passato definii il tifo Viola in uno stato di calma apparente, c'erano alcuni episodi che mi avevano allarmato. Proprio a partire dal Fiorentina-Livorno dell'anno 
scorso. In quell'occasione accadde che un gruppo di tifosi della Fiesole fece irruzione in Ferrovia per rimuovere alcuni striscioni di solidarietà tra gruppi di tifosi gigliati
e amaranto, ne scaturì anche un piccolo tafferuglio. Ho cercato di approfondire quei segnali, qualcosa che non quadra c'è, ma dalla società non ci è arrivato alcun 
segnale..." 

Intervista ad un ultras bianconero
Così parla un'ultrà: «Tengo le mazze nel bagagliaio, vero. Chi non le tiene? Mi servono quando voglio appartarmi con la mia ragazza e stare tranquillo». Ha 26 anni, capelli rasati e scarpe da ginnastica bianche. Accetta di parlare a una condizione: «Niente nome e nessun riferimento alla mia vita». Abita dove finisce la città. In un palazzone con ottanta citofoni affacciato sui prati. È uno dei sei tifosi della Juventus denunciati per la caccia all'inglese di martedì sera. Quando sono partiti con fidanzate al seguito e mazze nel bagagliaio, per entrare in un pub di via Po e prendere a bastonate il primo tifoso del Liverpool. Ma lui, il ragazzo con le scarpe bianche, nega: «Mi hanno fermato lontano da quel locale. Il tifoso inglese non mi ha riconosciuto. I poliziotti non hanno prove. Infatti sono libero e tranquillo».

Perché questa violenza stupida, odiosa, senza senso? 
«C´è sempre stata. Vi do un consiglio: andate in una qualsiasi libreria e comprate i libri sui gruppi organizzati. Così vedete che queste storie ci sono da almeno trent´anni: c´è chi si buttava in Prima Linea e chi si sfogava allo stadio».

Il Ministro dell´Interno ha annunciato la linea dura. 
«So cosa vuol dire: ci daranno un sacco di mazzate. La scorso turno di campionato sono rimasti feriti 84 agenti, vuoi che inghiottano il boccone?». 

Che senso ha cercare vendetta per i morti dell´Heysel? 
«La domanda la faccio io: "Voi cosa fareste se uccidessero vostro fratello? Lo perdonereste? Vorreste la maglietta dell´amicizia?"».

Lei quanti anni aveva la notte di Bruxelles? 
«Non vuol dire niente. E come con i marocchini: fino a quando non stuprano la vostra ragazza va tutto bene. È sempre così: la gente se ne frega dei problemi che non vive sulla sua pelle. Noi no. È una questione di rispetto per i morti». 

Lei era a Liverpool con le spalle voltate?
«Ero a Liverpool, sì. Dove, visto che la partita richiedeva un tot di fermi da dare in pasto all´opinione pubblica, hanno fermato chiunque, senza motivo».

Come giudica i deliri su internet di chi chiedeva vendetta? 
«Le scrivono i poppanti. Cazzate». 

Le molotov lanciate davanti allo stadio Delle Alpi? 
«Robe da ragazzini». 

La violenza degli ultrà c´entra con la politica? 
«Non credo. Forse a Roma, forse a Livorno, non a Torino». 

C´entra con l´emarginazione sociale?
«Ma no, quella è una storia vecchia. La violenza c´entra con l´uomo. Esistevano i gladiatori molto prima di Gesù Cristo, ed era uno spettacolo».

Un parlamentare ha proposto l´ergastolo per gli ultrà. 
«Che ridere. A uno che stupra una donna gli danno sette anni e a noi vogliono dare l´ergastolo, dai...» 

Chiuderanno gli stadi. 
«E le teste marce faranno casino in discoteca. Il calcio non lo si salva eliminando quattro poveracci a suon di mazzate. Il calcio lo possono salvare solo quelli che ci sgobbano i soldi e si mangiano tutto».

Quanto conta la Juventus nella sua vita? 
«Per la mia ragazza troppo, secondo me no. Da piccolo, quando perdeva, piangevo. Ora mi capita anche di non vedere una partita». 

Lei vota?
«No perché non c´è nessuno che mi rappresenta. L´idea di votare Alleanza Nazionale mi fa ridere».

Forza Nuova è più vicina alle sue idee? 
«Sì, ma è un movimento inesistente». 

Cosa farebbe se vincesse 300 mila euro al totocalcio?
«Aprirei un locale e mi comprerei una casa al mare, visto che vivo in questo cazzo di posto»

Critica di una buffonata:
Stadi, perquisizioni per tutti gli spettatori
La circolare del Viminale subito in vigore.
In caso di scontri in città il questore non farà cominciare la partita
ROMA — Se ci saranno scontri fuori dagli stadi, il questore dovrà ordinare la sospensione della partita (gli scontri fuori lo stadio avvengono prima o dopo la partita, quindi nessuna partita verrà sospesa, n.d.L.) . E se gli incidenti avverranno prima, dovrà impedire il fischio d’inizio (qui è il solito problema: contano più i soldi o lo Stato? La risposta è semplice. Se lo Stato si identifica con i soldi, questi prevarranno sempre. Ve lo immaginate il questore che impedisce l'avvio di un Milan/Inter, con milioni di euro in ballo, gestiti dalle stesse persone che lo hanno messo lì, come questore? Per questo i rinvii, le sospensioni, sono per Juve Stabia/Nocerina... n.d.L.). Lo stop sarà imposto anche di fronte a striscioni e cartelli di tipo razzista (beh, su questo già ho detto sopra. Si disse anche nel 2000 e non fu mai fatto, n.d.L.). Dopo la riunione di ieri mattina con i responsabili di Figc e Coni, il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu decide la linea dura contro il tifo violento. E dispone l’invio di una circolare a tutte le questure che dovrà essere applicata già dal prossimo turno di campionato. Scettico sulla possibilità che i vertici degli organismi sportivi possano davvero bloccare gli ultrà del calcio, il titolare del Viminale affida poteri più incisivi ai responsabili della sicurezza. E dispone l’apertura anticipata degli impianti per consentire controlli accurati agli ingressi (questa è invece una misura corretta. Il paradosso è che invece i tifosi ospiti vengono fatti viaggiare a passo di lumaca, per scoraggiare le trasferte e farli arrivare all'ultimo. Da qui nascono gli scontri tifosi ospiti/Polizia, in quanto i primi - giustamente - intendono entrare per vedere la partita e vengono vessati dai poliziotti in controlli che forse sarebbe il caso di fare molto prima. Negli anni '80 quando arrivavi entravi, n.d.L.)
LE MISURE—Anche le poliziotte saranno impiegate nei «filtraggi» preventivi che dovranno prevedere perquisizioni personali sempre più accurate (le poliziotte c'erano pure prima, n.d.L.). Per evitare che si creino lunghe file ai cancelli, gli stadi apriranno già dalla mattina e dopo essere stati sottoposti alla bonifica di tutti i settori, compresi i sotterranei. La circolare raccomanda l’intensificazione dell’attività di prevenzione sui gruppi organizzati di tifosi, con attenzione particolare a chi si reca in trasferta (beh, più di adesso credo che francamente sia impossibile. Attualmente far parte di gruppi organizzati è una specie di suicidio. Lo spontaneismo è l'unica soluzione). Saranno potenziate le scorte ai pullman e sui treni speciali, così come gli accertamenti sul rilascio dei biglietti. Il questore dovrà sospendere l’incontro quando gli incidenti che avvengono all’esterno «possano far ritenere verosimile il reiterarsi degli stessi all’interno dello stadio, con conseguente esposizione al rischio degli altri spettatori, degli atleti, degli addetti allo svolgimento della gara e delle forze di polizia » (beh, teoricamente era così anche prima, n.d.L.)
LE PARTITE A RISCHIO — Le riunioni tecniche convocate in questi giorni sono servite anche a compilare l’elenco degli incontri ritenuti più pericolosi. Nella lista ci sono Brescia- Atalanta (com'è che questa non la rinviano? n.d.L.), Livorno- Fiorentina, Perugia- Torino, Triestina-Genoa e due incontri di serie C2, Juve Stabia-Nocerina e Sora-Napoli che si giocherà sul campo neutro di Benevento (mi sembra che invece si giochi a Sora, n.d.L.). Il questore di Brescia Gaetano Chiusolo si appella agli atalantini: «I tifosi che non hanno il biglietto, non si mettano in viaggio perché saremo costretti a bloccarli ancora prima che arrivino in città». I sostenitori del Livorno, protagonisti degli scontri dopo la partita contro la Lazio, starebbero valutando uno «sciopero» in modo da lasciare le curve vuote. Una forma di protesta che preoccupa gli addetti ai lavori: il timore è che possano decidere di andare a sfogarsi altrove (e se stanno dentro so' pericolosi, e se stanno fuori so' pericolosi... n.d.L.)
L’IRA DEL MINISTRO— Gli incontri avuti in questi giorni non sembrano aver affatto rassicurato Giuseppe Pisanu, che rimane scettico sulla possibilità di ottenere collaborazione dai vertici di Coni, Figc e Lega in questa sua battaglia (si tratta di una finta battaglia, fatta per l'opinione pubblica, e già tirata fuori più volte negli anni, per fermarci alle due ultime legislature, prima dalla coppia del centrosinistra Melandri-Bianco, oggi dal povero Pisanu, il cui capo rabbrividisce all'idea di sospendere anche una sola partita, n.d.L.) contro i violenti. Così si spiegherebbe il suo atteggiamento di freddezza notato durante il colloquio che si è tenuto ieri mattina al Viminale con i presidenti Petrucci e Carraro. Al termine lo stesso Carraro ha convocato una conferenza stampa durante la quale ha assicurato che «ognuno farà la sua parte »,ma ha aggiunto: «Devono essere presi tutti i provvedimenti preventivi possibili in modo da non arrivare a un clima che costringa l’arbitro a sospendere una partita ». Un’esortazione che sembra accogliere le preoccupazioni dei club di fronte a una linea di fermezza che potrebbe far calare improvvisamente gli incassi (se la partita si interrompe entro il primo tempo i biglietti vanno rimborsati) e gli introiti dei diritti televisivi. 
State tranquilli, tra tre domeniche sarà tutto finito... ricordate Roma/Venezia, Roma/Fiorentina e Roma/Torino 1999/00?


15 aprile 2005: grazie a Marco di www.laroma.net, un bel montaggio video dedicato a Gattuso (16608 kb). Nella stagione 1985/86 inserite le foto calcistiche di Atalanta/Roma 1-2 e Roma/Udinese 1-0.

14 aprile 2005 (pomeriggio): mi si chiede un commento su questa direttiva della FIGC: beh, viene offerto un destro incredibile al mondo ultras che contesta il calcio moderno. Le tifoserie organizzate hanno ora un formidabile strumento per far fermare quello che viene ritenuto da tanti tifosi "il baraccone calcio", corrotto e al servizio del potere. Al di là di questo, credo sia la solita farsa. L'arbitro non ha l'obbligo di fermare una partita al primo petardo, ma ha la discrezionalità per farlo. Esattamente come era prima. Anche a Siena/Roma l'arbitro ha sospeso la partita. Se fosse automatico, già da domenica prossima (anzi, tra tre domeniche, le prime sono sempre di repressione) qualche centinaio di partite non finirebbero. Chi lo spiega a Sky, a Galliani, allo stesso Berlusca? Tra qualche domenica il polverone finirà, Totti farà un bel gol e tutto tornerà come prima (ricordate la "normativa"  sugli striscioni violenti, no? Già su questo sito si era detto che era inutile, ricordate? E difatti, quante partite sono state sospese? Nessuna.
Ho qualche minuto per una rapida rassegna stampa, che limito a due soli articoli:
Il Covvieve della Seva
"...tra assoluzioni e denunce archiviate metà dei responsabili riesce a farla franca" (in prima pagina).
Lavinia Gianvito
L'ottima Lavina Gianvito trae conclusioni sbagliate e giuridicamente insostenibili. Se una persona viene assolta, vuol dire che è innocente.
E così è anche se la sua posizione viene archiviata. Elencando alcune assoluzioni ed archiviazioni, si vuol dare l'impressione che i colpevoli non paghino. Non è così: o non è reato, o sono innocenti.
La Repubblica
"Quando mai ne identificheranno uno?"
Gianni Mura
Ne hanno arrestati sinora quattro. Bisognerà vedere se sono responsabili.
Se lo sono, verranno condannati, se non lo sono verranno assolti.
Ed infatti...:
"(ANSA) - MILANO, 14 APR - E' stato rimesso in liberta' uno dei quattro 
ultras fermati ieri nel corso delle indagini sui disordini durante Inter-Milan 
di Champions. Si tratta, secondo quanto precisato in Questura, di uno 
studente di 23 anni, residente a Desio (Milano). Una volta portato in 
questura, e messo a confronto con i fotogrammi estrapolati dalla 
Scientifica, gli investigatori hanno escluso che potesse trattarsi della 
stessa persona ripresa. Quindi lo hanno rimesso in liberta'".
Maurizio Zamparini attacca il presidente della Figc Carraro dopo le nuove
norme antiviolenza varate che obbligano l'arbitro ad interrompere la 
partita al primo lancio di oggetti in campo. ''Sono decisioni che mi 
meravigliano e fanno pensare - ha detto il presidente del Palermo, 
vicepresidente vicario della Lega Calcio -. E' stranissimo, demagogico e 
populista il suo atteggiamento nei confronti del problema della violenza 
negli stadi. Noi in Lega abbiamo pochissimo potere, ma siamo a 
disposizione per sistemare gli stadi. Noi dobbiamo prendere esempio da 
altri Paesi, senza vergognarci della nostra ignoranza in materia. Il Credito
sportivo esiste, lo si utilizzi per portare avanti strategie finalizzate al 
rifacimento degli stadi''.
(14/04/2005) (Spr)
Beh, certo, gli stadi li hanno fatti Carraro e Pescante!
Il Covvieve della Seva
MILANO - Altro che pentimento. "Siamo stufi delle prese per il culo, delle 
cappellate societarie, dei camminatori in campo, dei giocatori da locali 
alla moda... Vi roviniamo lo spettacolo a voi cari spettatori di Sky, a voi 
cari moralisti da stretta di mano sportiva: io ne ho le palle piene e
interrompo la partita". Per capire davvero l'aria che tirava martedì sera 
sui gradoni della Curva Nord di San Siro, basta frugare nel dibattito che il 
giorno dopo anima i siti degli ultrà interisti. Basta leggere alcuni degli 
appunti riservati che i carabinieri hanno inviato in queste settimane alla 
Procura milanese. Basta fare due chiacchiere con chi in quella curva ci 
vive da anni, con i diffidati, con gli arruffapopolo. E capire che il cocktail 
esplosivo che si è creato sulla Nord non poteva fare altro che esplodere. 

Perché è un cocktail dove si agitano elementi devastanti: una deriva 
ideologica sempre più esplicita, la rabbia cocente per i lunghi anni di 
batoste, il rancore verso la dirigenza della squadra, un po' di concorrenza
tra anime della curva dove si intuisce il peso anche degli interessi 
economici in ballo. E tutto condito da uno spirito quasi repubblichino da 
ridotto assediato e votato alla sconfitta.

I rapporti del Viminale dicono che degli ottantamila ultras italiani, almeno
ventimila praticano la "doppia appartenenza": sono tifosi ma sono anche 
militanti politici. E la curva nerazzurra di San Siro è diventata in questi 
anni il cuore della "doppia appartenenza": mano a mano che
invecchiavano i suoi padri fondatori, che si imborghesivano i "duri" degli 
esordi, a occupare sempre più spazio sono stati i gruppi emanazione 
diretta di organizzazioni neofasciste e neonaziste. 

Oggi i Boys, il gruppo più antico della Nord, sono in minoranza. A fare la 
voce grossa sono i Viking e gli Irriducibili. Sono gli Irriducibili a occupare 
il lato destro della curva, quello che sta proprio sopra il tunnel d'uscita 
dagli spogliatoi, e da cui è scesa la parte più consistente della pioggia di
fuoco di martedì. E gli Irriducibili sono il braccio operativo a San Siro di 
Azione Skinhead, l'organizzazione neonazi che ha nel centro sociale di 
via Cannero la sua base milanese. Sul sito degli Irriducibili la scomparsa 
di un giovane ultrà viene annunciata con lo slogan nazista Sieg Heil. E 
molti Irriducibili portano tatuato il numero 88, che è la trascrizione cifrata
di Heil Hitler. 

Gli ultrà milanesi non si occupano solo di politica e di calcio. Le diffide 
piovute sulla curva hanno dato vita ad un altro fenomeno su cui le forze di
polizia stanno concentrando la loro attenzione, la migrazione verso altri 
sport: in particolare, a Milano, verso l'hockey su ghiaccio, dove la curva 
dei Vipers si è resa protagonista di una serie di episodi di violenza. Ma il 
cuore resta comunque la nord di San Siro con la sua irresistibile alchimia 
di birra, slogan razzisti e musica Oi. E con i suoi rapporti più o meno 
confessati e più o meno conflittuali con la società. 

Ufficialmente, l'Inter non ha rapporti con gli ultrà: non concede deleghe
sul merchandisising, non affida i servizi d'ordine. Ma a Franco Caravita, 
capo dei Boys, venne permesso di salire sul pullman della squadra per 
strigliare i giocatori dopo una sconfitta. E fu davanti a Caravita e ad altri 
capicurva che Javier Zanetti e Marco Materazzi dovettero sottoporsi ad 
una sorta di processo pubblico, dopo un'altra sconfitta, per ottenere che 
venisse tolto l'assedio agli spogliatoi. 

Per questo suo ruolo di interfaccia con la società, Caravita è da tempo 
sotto tiro da parte dell'ala più radicale del tifo. La sua dichiarazione di 
condanna dei lanci di martedì sera è stata criticata violentemente ieri sui 
siti più arrabbiati. "Perché tutti parlano male del caporione ma poi gli 
danno le pacche sulla schiena e gli baciano il culo? Perché tutti sanno 
che mangia michette ma che poi quando c'è da telefonare a quelli che 
contano è lui che ha i numeri giusti". E man mano che cresce la 
contestazione verso la leadership di Caravita prende forza nella curva 
l'ala più decisa ad entrare in rotta di collisione frontale con Massimo 
Moratti, additato (oltre che come "comunista") come il responsabile dello 
sfascio della squadra. 

È in questi ambienti della curva che ieri si ammette tranquillamente che 
la contestazione di martedì sera era stata pianificata a tavolino. Se ad un 
quarto d'ora dalla fine l'Inter si fosse trovata sotto sarebbe comunque 
iniziata la gazzarra, e il gol annullato a Cambiasso è stato solo la scintilla.
Caravita e altri hanno provato a frenare. Ma la curva è stata più forte di 
loro (quindi non poteva essere premeditato: sono centinaia di persone che hanno manifestato il dissenso in questo modo un tempo tiravano i cuscini in campo (vedi anche le foto su questo sito), oggi le torce, n.d.L.). Massimo
Moratti aveva già abbandonato lo stadio. Ma la pioggia di fuoco, 
raccontano i siti ultrà, era dedicata a lui.

(ANSA) - ROMA, 13 APR - Forza Italia chiede a Pisanu che si torni alla 
versione "dura" del decreto contro la violenza negli stadi, modificato in 
Parlamento. Maurizio Paniz, relatore del provvedimento, e Italico Perlini, 
capogruppo azzurro in commissione Giustizia alla Camera, considerano 
"prioritaria una piu' rigida forma di repressione degli illeciti" e vogliono il
ripristino del testo modificato da "alcuni interventi 'buonisti'". Il Codacons
chiede ai prefetti di chiudere i club degli ultras violenti.
(peccato che quello che lamentano questi signori sia stato scarsamente applicato per una semplice ragione: in 36, o anche 48 ore non si fa in tempo ad identificare un soggetto. Per questa ragione la flagranza differita è stata poco utilizzata. Per vedere i filmati spesso gli investigatori impiegano settimane..., n.d.L.)

 (ANSA) - ROMA, 13 APR - "La violenza negli stadi e' intollerabile": lo 
afferma il ministro della Giustizia, Roberto Castelli. "Quando era ministro
dell'Interno Scajola -ricorda Castelli- il governo presento' un 
provvedimento restrittivo contro la violenza negli stadi, che pero' il 
Parlamento ha edulcorato. Probabilmente non bisognava edulcorarlo".
(Lo avrebbe fatto la Corte Costituzionale, n.d.L.)

Tosatti, mercoledì: "Sapete che i fumogeni si possono portare in campo 'basta che non siano tirati'?
Non è vero. E' reato portare fumogeni, anche se non vengono tirati.

(ANSA) - CARNAGO (VA), 13 APR - Per Nelson Dida, bersaglio dei bengala
lanciati dagli ultras nerazzurri, niente di grave: solo una leggera ustione a
una spalla. Paura in quei momenti? "Al momento onestamente non 
moltissimo -ha detto il portiere brasiliano-. Ho avuto piu' paura nella 
partita contro la Roma a maggio, perche' c'e' stata un' esplosione vicino a
me. In realta' non ho pensato a tutelarmi perche' il mio pensiero era
quello di sgombrare l'area dagli oggetti, per far si' che la partita potesse 
riprendere".




14 aprile 2005: oggi qualche notizia (commentata).
(ANSA) - ROMA, 13 APR - Il decreto anti-violenza negli impianti sportivi non funziona
per l'opera 'del partito trasversale degli avvocati'.
Lo ha detto Pescante. 'Le forze dell'ordine - 
spiega il sottosegretario - non hanno gli 
strumenti per reprimere tali atti. La colpa e' 
anche della Corte di Cassazione che ha 
emanato sentenze che non aiutano a reprimere 
la violenza'. 'Ora ringraziamo il partito trasversale
degli avvocati - conclude Pescante - e deputati 
come Buontempo o Cento, loro hanno vanificato
il decreto'. 

MARIO PESCANTE
http://www.mariopescante.it/html/home.htm



Non posso certo parlare di ignoranza giuridica dell'On. Mario Pescante, in quanto lo stesso è laureato in giurisprudenza. Questa circostanza costituisce quindi un'aggravante alle sue oniriche affermazioni.
Uno dei costruttori degli stadi di Italia '90, dall'alto del suo scranno e forte dei numerosi microfoni che la vita politica di un uomo di facciata riesce ad ottenere, cerca di scaricare - novello Ponzio Pilato - su altre categorie le responsabilità di chi gestisce, da anni, lo sport italiano.
Sono il primo a criticare la categoria alla quale appartengo, nella quale molto spesso non mi riconosco, e dicendo questo cerco di mettermi al riparo da accuse di partigianeria. Tuttavia in questo caso ci troviamo di fronte ad un individuo - già titolare di due baby pensioni - che vorrebbe arrogarsi il diritto di essere accusatore e giudice. Mario Pescante vorrebbe essere tutto.
Secondo quest'uomo, persino il giudice dei giudici, e cioè la Corte di Cassazione, è "colpevole" se osa dare ragione a un tifoso. Criminali gli avvocati che li tutelano. Orrendi i deputati che osano dire il suo contrario.
E sì che di avvocati l'On. Mario Pescante ha avuto bisogno negli anni.
Dovette dimettersi dalla presidenza del C.O.N.I. nel '98 per lo scandalo del laboratorio antidoping dell'Acquacetosa. Grazie al lavoro dei suoi avvocati, fu prosciolto dalla magistratura ordinaria, ancorché severamente censurato dalla commissione ministeriale presieduta da Carlo Federico Grosso. Sempre di avvocati l'On. Pescante ha avuto bisogno allorquando si è ritrovato più volte indagato per la sua attività ai vertici dell'ente nazionale sportivo: per la ristrutturazione dello stadio Olimpico (è stato prosciolto), per i finanziamenti al centro sportivo "Fiamma" (all'epoca fu rinviato a giudizio per abuso d'ufficio), per i presunti danni erariali provocati dalla rimozione del manto erboso dell'olimpico (fu indagato per truffa), e soprattutto per la presunta "banda del doping di Stato" - eritropoietina e affini - che avrebbe ruotato intorno al professor xxxxx di Ferrara per alterare le prestazioni di centinaia di campioni sportivi italiani, ovviamente con finanziamenti del Coni (anche qui, indagine per associazione per delinquere, frode sportiva, abuso d'ufficio, peculato e truffa, con archiviazione per Pescante).
Alla luce di ciò, la presa di posizione odierna dell'On. Pescante - suonata al contrario - risulterebbe questa: "Il codice penale che punisce i reati di truffa, abuso d'ufficio, frode sportiva e peculato non funziona per l'opera del partito trasversale degli avvocati".
L'unica differenza è che l'On. Pescante - più volte indagato come un qualsiasi ultras d'Italia - non è mai stato diffidato dal ricoprire i propri incarichi istituzionali, come invece accade al tifoso (denunciato e non condannato) cui viene interdetto l'accesso agli stadi. Anch'io spesso non condivido alcune sentenze della Corte di Cassazione, ma mai mi sognerei di dire che un certo fenomeno "è colpa della Corte di Cassazione" o degli avvocati. Anche perché sono i giudici chiamati ad applicare le leggi, non gli avvocati.
Se le leggi sono fatte male, beh, l'On.le Pescante dovrebbe prendersela con il Parlamento.
Quel Parlamento ove lo stesso tuttora siede.
Pagato con i soldi nostri.
Dennis ci fa questo bel racconto, con foto annesse, di Chelsea/Birmingham:
Una vacanza a Londra anche se di 4 giorni, non puo' prescindere dal fattore calcistico, soprattutto per gli amanti del genere.
Prima di organizzare il viaggio ho cercato di scegliere il periodo migliore , evitando di saltare partite importanti della Roma e cercando di beccare il match piu' interessante nella Capitale britannica. Il periodo fissato va dal 8 aprile al 12, la morte del Papa ha rischiato seriamente di farmi saltare il viaggio, causa problemi di traffico aereo, ma alla fine tutto va per il meglio e si parte da Pescara.
L'arrivo a Londra è puntuale cosi' come puntuale è il benvenuto che  ricevo, pioggia, freddo, vento nuvoloni neri tutto nel piu' fedele British weather. Per fortuna i giorni seguenti saranno migliori.
Il venerdi' passa veloce fra un po di shopping, pub, e incursione serale in qualche club.
Finalmente è sabato, è ora di Chelsea-Birmingham. Ovviamente non ho il biglietto, la squadra di Abramovich quest'anno vola,e sta per conquistare lo scudetto dopo ben 40 anni, lo stadio è composto quasi interamente da abbonati e quei pochi posti a disposizione vanno a ruba. Sold out ( esaurito) si legge un po' ovunque.Sinceramente del match mi importa poco e niente, sono altri gli aspetti che mi incuriosiscono e al contempo mi affascinano. Di fronte ci sono due tifoserie, due mobs di grosso spessore, quella storica del Chelsea, dei famigerati headhunters e quella del Birmingham, degli zulu warriors la piu' "on fire" del momento. Inutile dire che dentro di me era grossa l'attesa e la speranza di vedere le due firms all'opera,  fuori lo stadio.
L'hotel, posizionato in una zona tranquilla e strategica non distava molte fermate di metro ma decido di arrivare ugualmente presto fuori lo stadio per sicurezza.
La partita inizia alle 15, e alle 12 gia' sto dentro il treno direzione wimbledon. Ad Earl's Court do uno sguardo sulla piattaforma, questa è una fermata solitamente a rischio, ma è tutto tranquillo.
Fulham Broadway, si scende, ci siamo. Mancano 2 ore e mezza, la zona dello Stamford Bridge è abbastanza deserta, il tempo è buono, splende il sole, con qualche nuvolone che a tratti lo copre, ma la temperatura è tutt'altro che mite, tira un vento gelido di tramontana. L'afflusso di tifosi è ancora scarso, pochi bobbies presenti, sembrerebbe terreno fertile per qualche incontro ravvicinato delle due tifoserie. Giro per la zona e per le stradine attorno all'impianto, ma senza risultati.
La fame si fa sentire , decido di farmi un bel panino con salsiccia fatto su un barbecue accanto ad un pub di fronte allo stadio, il So bar. Dentro è strapieno di tifosi che cantano, noto due , tre tifosi con tatuaggi sulle braccia e maglia del Chelsea che fanno da lancia cori sopra le sedie, i cori sono molto belli, alcuni di quelli sono stati ripresi anche dalla Sud, (tieni in alto i tuoi color, ma che siete venuti a fa, dai rioni e dai quartieri). Tutto molto caratteristico, ma ovviamente non è quello che stavo cercando. Non erano certo una firms. Il tempo passa, dei tifosi del Birmingham ancora nessuna traccia, ma al contrario cominciano ad aumentare i bobbies, alcuni si piazzano con un cellulare fuori dal pub, altri agli angoli delle strade, poi vedo sfilare una lunga fila di poliziotti a cavallo con telecamere sotto braccia. Penso, e spero che forse gli ospiti stanno per arrivare. Mi avvicino all'uscita della metro, ripercorro fulham broadway, ma invano. Il vento gelido mi sta letteralmente tagliando le orecchie, ho bisogno di un posto caldo, dopo un'ora e mezza all'aperto. Vado dentro lo Shed bar, pub dentro lo stadio, all'interno di quella che un tempo era una delle terraces piu' violente.
E' molto grande, tutto in legno con un lungo bancone e sulle pareti quadri di giocatori del Chelsea di tutti i tempi. Rispetto a quell'altro non c'è nessun coro, ad eccezione di 4 attempati che per un attimo cercano di smuovere l'atmosfera intonando un paio di slogan ma non vengono seguiti da nessuno. L'eta' media è molto alta 40-50 anni, la birra scorre a fiumi, anche io mi unisco al coro con una pinta servita tra l'altro da una cameriera italiana, mi guardo intorno e vedo gente tutto sommato tranquilla, sono poche le faccie  degne di considerazione.
Sono le 14, 25, faccio altri giri, ora è il momento di massima affluenza, Fulham broadway è un fiume di persone che si dirigono verso lo Stamford, l'occhio allenato cerca di individuare i tipi giusti, vedo qualche maglione stone island, ma per lo piu' sono tutti degli shirtes. Qualcuno si avvicina e chiede se per caso abbiamo dei biglietti, ecco pure per dei bagarini c'hanno preso!
Faccio il giro del perimetro dello stadio con la speranza di individuare qualche gruppetto di Birmingham ma invano, chiedo a qualche steward se gli ospiti sono arrivati, ma uno sembrava caduto dalle nuvole, l'altro non lo sapeva. La gente frettolosamente continua ad andare verso il proprio settore, tutti nella massima tranquillita', in ordine, pochissimi schiamazzi, cori zero, sembrava stessero andando in un teatro piuttosto che allo stadio. Qualcuno ci butta un'occhiata, noi eravamo in 3, ben messi, giubbotti scuri invernali, capelli rasati, si puo' dire che la in mezzo gli unici che sembravano adatti a cercare rogne eravamo proprio noi(!!).
Sono praticamente le tre, getto la spugna. Torno verso la metro abbastanza deluso, senza aver capito da dove sia fatto arrivare ed entrare il gruppo di Birmingham, anche se è probabile che molti saranno andati in gruppetti da tre, visto la calma e la tranquillita' della zona che lo permette.
Ho tastato dal vivo quello che fino ad ora ho avuto modo solo di ascoltare, cioè di quanta militarizzazione sono vittime gli stadi inglesi. Le telecamere sono innumerevoli, la polizia tiene sotto controllo l'intera zona dello stadio.
E' ovvio che vicino agli impianti non puoi muoverti, e che il movimento avviene lontano.
Londra è immensa, credo che per un turista riuscire a beccare la stazione di metro, o la stradina, o il pub dove uno scontro avviene è quasi impossibile. Cosi' come credo sia molto ma molto difficile conoscere i tipi giusti, che sappiano darti le dritte giuste. Li si rischia tantissimo. La sensazione che ho avuto è stata quella di percepire la presenza di hooligans, senza pero' vederli. Ombre, sono delle ombre che si mimetizzano in mezzo al resto dei tifosi omologati. Ora capisco quando in fedeli alla tribu'  e in altri libri,continuamente si ripeteva " stare chiusi"," abbottonati", "ben vestiti", "mai dare nell'occhio".beh , devo riconoscere che i risultati sono stati raggiunti. Da quello che ho visto, in una sfida profondamente a rischio, o le firms non esistono piu', o hanno raggiunto un livello di guardia tale da rendergli onore. Ci vuole il kgb dei bei tempi per stanarli.
Ma io non mi arrendo, alla prossima.. cara vecchia Londra.
2004/05
Chelsea-Birmingham City



13 aprile 2005: sono successe talmente tante cose che dovrei fare aggiornamenti per 20 pagine. Il tempo tuttavia è tiranno e quindi mi limiterò a qualche commento sull'attuale situazione. Prima di tutto voglio pubblicamente ringraziare l'Avv. Giovanni Adami di Udine (e grande ex ultras udinese) per l'aiuto fornito nell'assistenza ai quattro ragazzi della Roma arrestati ad Udine. Il suo impegno ha fatto sì che siano tutti tornati a casa. Mi preme ringraziarlo perché oltre ad aver (egregiamente) lavorato sulla fiducia, una volta liberati i ragazzi, ha anche dato loro 150 € in quanto sprovvisti di soldi per il ritorno. Se qualcuno ha rotto l'autobus sul quale viaggiavano, sembra sia emerso che in effetti non siano stati loro a farlo.
Altro discorso, le deliranti affermazioni - plaudite dall'opinione pubblica, del ministro Pisanu, che pensa di chiudere gli stadi "a rischio". Da un lato posso comprendere quanto il Ministro dice, visto che concordo sul fatto che gli stadi non siano strutturati in modo da garantire la sicurezza. D'altra parte non posso non rabbrividire quando sento idiozie - perché di idiozie si tratta - del tipo di non concedere la pena sospesa ai tifosi violenti (per non parlare di quella becera trasmissione di LA7 dove si propone l'ergastolo per chi lancia un sasso), quasi che non fossero cittadini come tutti gli altri. Ho avuto modo di seguire abbastanza da vicino la vicenda dei tifosi del Livorno arrestati a Roma: i 200 tornati a casa hanno raccontato - ma non è una novità - di scene indegne di un paese civile. Sia chiaro: non giustifico nulla, ma ritengo che una persona che commette un reato debba essere denunciata, o arrestata, e BASTA. I forcaioli non mi sono mai piaciuti, soprattutto perché sono poi i primi che piangono quando qualcosa capita al loro figliolo ("Ma io non pensavo che potessero accadere cose simili", è la frase che spesso ascolto da genitori che sperimentano alcune situazioni particolari). Ciò detto, Gabriele  mi segnala questa notizia:
NOVE MESI AL CC CHE AGGREDI' IL FIGLIO DELLA PARIETTI
E' stato condannato a nove mesi di reclusione e 15 mila euro di provvisionale
per lesioni gravi colpose, il carabiniere Michele Ranzi, 35 anni di Bolzano,
che nel luglio del 2001 sul Lago di Garda, venne alle mani con Francesco
Oppini, 23 anni, figlio di Alba Parietti. Il giovane fu colpito da un calcio
del carabiniere che gli fratturo' la mandibola. Un grave episodio frutto
di un equivoco, come aveva subito spiegato il carabiniere che, in servizio
con un collega, quella sera aveva scambiato Oppini e i suoi amici per ladri.
Questa mattina l'epilogo della vicenda con la sentenza della dott.ssa Cesari,
giudice monocratico del Tribunale di Verona che, di fatto, ha accolto la
tesi dei difensori di Oppini secondo cui il carabiniere non avrebbe dovuto
comunque aggredire con violenza la persona che aveva inseguito erroneamente.
All'uscita del Tribunale oggi c'era anche Alba Parietti che si era battuta
da subito con decisione a favore del figlio: "Siamo soddisfatti di questa
sentenza - ha detto la showgirl -; onestamente credevamo che una causa contro
un pubblico ufficiale non sarebbe andata in porto (com'è questa sfiducia nei confronti delle istituzioni? n.d.L.).
Invece sono contenta che la sentenza sia arrivata da una donna, questo dimostra la competenza
e il coraggio delle donne. Non ho nulla contro l'Arma dei carabinieri che
stimo moltissimo, ma se un singolo sbaglia deve pagare e questa sentenza
sottolinea che viviamo in un paese civile".
Non sono solito commentare sentenze che non conosco, ma questa mi sembra sia abbastanza attinente a quel che dicevo prima. In questo caso si è giunti a una condanna per atteggiamenti sbagliati che spesso abbiamo modo di verificare, ma non si può non notare che si trattava del figlio della Parietti. Un'altra volta accadde qualcosa al figlio di un sottosegretario, e pure si smosse qualcosa, ma quando questo accade a "Gennaro Esposito, netturbino"... è tutta un'altra storia! Il Ministro Pisanu dovrebbe prendere atto del fallimento della legge antiviolenza, ma non perché la stessa non venga applicata, quanto perché la stessa oltre a non aver affatto risolto il problema, ne ha apportati altri. L'aver dato carta bianca alle forze di polizia, non ha fatto altro che esasperare gli animi: le trasferte come tradotte militari, i piccoli abusi, i divieti assurdi, le vessazioni, lungi dallo scoraggiare i tifosi dall'andare in trasferta, hanno creato una nuova generazione fortemente ostile alle forze dell'ordine, percepite puramente e semplicemente come nemici. Il Ministro Pisanu mi fa sorridere quando dice che chiuderà gli stadi a rischio, perché l'ha detto cento volte, e non lo farà mai in quanto lui sta lì in quanto messo dallo stesso potere politico che gestisce gli stadi e che li ha costruiti. Sta lì perché lo ha deciso chi gestisce il calcio e i suoi miliardari interessi. E quando verrà un altro al posto suo sarà la stessa cosa. I nostri ministri sono figli del compromesso, e quindi cercheranno - semmai - di fare un'altra legge ancora più severa, che colpirà, come oggi, assai spesso chi c'entra poco ma, stiamone certi, il Ministro Pisanu non scontenterà mai chi lo ha messo lì. Mica è Franco Baldini!
Inserita la pagina 2 di Udinese/Roma ed altre foto nella pagina 1. Notiziola ANSA: (ANSA) - ROMA, 12 APR - Il 30% dei gruppi ultras e' a connotazione politica marcata. Lo si legge nell'ultima relazione dei servizi segreti al Parlamento. Negli ultras, rilevano gli 007, c'e' una 'significativa presenza di estremisti politici di entrambi gli schieramenti'. Cio' potrebbe offrire spazio ad 'episodi di contrapposizione', ferma restando la 'comune propensione a ricercare lo scontro con le forze di polizia'. Secondo il Sisde, la maggioranza dei gruppi di ultras e' di estrema destra. Ahò, meno male che c'è il SISDE!
Dura poco il primato della Reggina nella Coppa Disciplina... La Roma balza nuovamente in testa.
Un giorno vi farò leggere quanto detto dal padano D.O.C. Gigi Moncalvo agli investigatori in ordine al derby sospeso a Roma. Ha fatto delle congetture tali da meritare una puntata a sé.
Nel frattempo, questo il suo curriculum.... credo sia indicativo.


"Gigi Moncalvo, 54 anni, capostruttura di Raidue, è giornalista professionista dal 1976.
Ha lavorato al "Corriere della Sera" come capo della redazione spettacoli e tv, al "Giorno" come inviato speciale, nelle tre reti televisive del gruppo Fininvest per reportage, documentari e trasmissioni giornalistiche (tra gli altri il primo speciale dall’interno della centrale nucleare di Chernobyl). Ha condotto per cinque anni i collegamenti internazionali per i programmi di Mike Buongiorno; ha coperto come inviato speciale Fininvest i servizi speciali dall’Unione Sovietica nel periodo di Gorbaciov; ha condotto in studio le prime edizioni dei TG Fininvest: da "Dentro la Notizia" a "Canale 5 News" a "Studio Aperto".
Per due anni è stato poi direttore del quotidiano "la Padania" e ha condotto numerose trasmissioni persso alcune importanti Tv private ("Vietato Ucciderci", "Silenzio Stampa", "Barba&Capelli")".

Il video del lancio di oggetti
(16608 kb)


MONCALVO, PARE CHE A MILANO ABBIANO SOSPESO UN DERBY DI CHAMPIONS LEAGUE CUI HANNO ASSISTITO UN MILIARDO DI SPETTATORI...
TUTTO PREMEDITATO ANCHE QUI, NO?
DICCI QUALCOSA, MONCALVO!


11 aprile 2005: sto lavorando ora sulla pagina di Udinese/Roma. Come abbiamo visto, è stata una domenica di tensione negli stadi. Qui trovate le immagini (75 mega) di quanto avvenuto a Palermo/Messina.

10 aprile 2005 (sera): in costruzione la pagina di Udinese/Roma.

10 aprile 2005: scusate per la mancanza di aggiornamenti ma è per una buona ragione.

7 aprile 2005: inserite le foto calcistiche di Roma/Atalanta 4-0 1985/86 e una bella foto in risoluzione migliore del settore atalantino dell'epoca. Aggiunte anche altre foto dello stesso anno e recuperata una vecchia amichevole non segnalata sugli annali: Roma/Torpedo Mosca del 29.12.1985.

6 aprile 2005: inseriti i servizi su Roma/Bari 1991/92 e Cremonese/Roma 1991/92, oltre all'amichevole Roma/Anzio dello stesso anno e a Roma/Sampdoria 1988/89.

5 aprile 2005: inseriti diversi servizi nella stagione 1982/83 (Roma/Pisa, Roma/Cesena, Sampdoria/Roma, Roma/Ascoli, Cesena/Roma, Roma Napoli, ed anche Lecce/Roma e Roma/Como di Coppa Italia). Nella stagione 1988/89, inserite le foto calcistiche di Roma/Partizan. In una delle tante pagine dedicate alla Lazie, scovata un'altra chicca: la foto di... Lazie/Nottingham Forest!

4 aprile 2005: finalmente in formato MP3 "La Roma racconta" di Sandro Ciotti.

3 aprile 2005: aggiunte alcune foto di Partizan/Roma 1988/89.


2 aprile 2005: il C.O.N.I. ha deciso di sospendere la disputa delle competizioni per il gravissimo stato di salute del Papa. La decisione ha diviso l'opinione pubblica. Io appartengo a coloro che non sono d'accordo con la sospensione, per l'unica ragione che l'evento luttuoso non si è ancora verificato. Tutti i giornalisti - sciacalli -  si sono ormai bruciati tutti i servizi possibili ed immaginabili e passano il tempo intervistando tutti i possibili pellegrini di Piazza San Pietro, non sapendo più che dire. Ma il Papa sta fregando tutti, resistendo. E se dovesse resistere una settimana, un mese, che facciamo, non facciamo disputare neanche le prossime partite? Credo invece che la decisione abbia qualcosa a che fare con le elezioni regionali... tra il Papa e il campionato si rischiano i seggi vuoti.... e allora nessuna ulteriore distrazione, si vota!

1° aprile 2005: aggiornata la Coppa Disciplina. Aggiunte altre cosette (grazie Gabriele) nella pagina 36di memorabilia. Fabio cerca la VHS (o qualsiasi altro formato) di Roma/Parma 3-1 del 2000/01. Questa la sua e-mail: jotfco@gmail.com

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