Le
parole che Rosella Sensi non aveva mai detto: «Ho
capito l'errore, avete
ragione
voi. Avete ragione voi tifosi. E io vi capisco. Capisco la vostra
arrabbiatura,
la vostra inquietudine, se fossi al posto vostro farei
esattamente
lo stesso. Per questo adesso rimango in silenzio, soffro, ma ho
capito
che ho commesso un errore di comunicazione, saremo più chiari perché
i
tifosi hanno bisogno di chiarezza. Il progetto ve lo presenterò
nei
dettagli
in una conferenza stampa che a breve ho intenzione di indire,
adesso
parlo del bilancio, coi fatti. Ma prendetevela con me, lasciate in
pace
mio padre. E poi io non sono amica né di Moggi, né di Galliani,
nemmeno
c'ho
mai mangiato insieme». Questo è
tanto altro ha detto Rosella Sensi,
ieri.
Questo e di più, tanto di più di quello che già significano
queste
parole.
Anche perché a un certo punto lo ha pure urlato, ha anche spento
il
microfono
per farlo, perchè i toni erano troppo alti. Ha anche sbattuto i
pugni
sul tavolo. E' stato quando ha detto «Io
so' romanista, pure io so'
romanista
e urlo: anche per me non è facile»
e lasciatemelo urlare. Erano le
18
e 12 a quel "punto". Forse quello che i tifosi della Roma si aspettavano
da
lei, forse per loro è ancora poco, ma forse questo è un modo
per
ricominciare
e cambiare molto, quello che c'è da fare per la vita di questa
Associazione
Sportiva chiamata Roma. Sicuramente va sentito, per filo e per
segno
tutto quello che ha detto (sofferto e urlato) l'amministratore
delegato
nell'assemblea annuale degli azionisti per l'approvazione del
bilancio
(approvato). Un attivo di 10 milioni al 30 giugno 2005, col 10 %
che
sarà investito nelle scuole calcio, nel settore giovanile e un 5%
come
riserva
legale. Ma questo è il meno, così come l'approvazione degli
altri
due
ordini del giorno che riguardavano la nomina del nuovo Consiglio di
Amministrazione
(che passa da 12 a 11 membri perché Lorenzo Colonna , genero dei
Sensi, "per impegni di lavoro" ne esce) e l'elezione di nuovi sindaci
del
Collegio Sindacale (3 effettivi, Marco Lacchini, Alberto Dello Strologo,
Giorgio
Palasciano, e 2 supplenti, Francesco Spanò e Guerrino Calicchia).
E
questo
è il meno anche se coi numeri e per i numeri s'è fatta questa
assemblea
che a un certo punto ha preso la piega di una discussione vera tra
chi
c'era, piccoli azionisti (34) e i vertici della Roma. Un'assemblea
storica:
«Io vi ringrazio per questa assemblea calda», ha detto alla
fine
Rosella
Sensi, prima era successo tutto. Si è parlato anche di public
company,
del progetto grande o piccolo, vero o presunto che lei ha rimandato
a
una conferenza stampa prossima, a venire, per spiegare. Fino nei dettagli.
Erano
le 16 e 25 quando Ferreri ha dato il là alla lettura dei presenti,
31
azionisti
in rappresentanza di più di 84 milioni di azioni, il 63,55% del
capitale.
In sala anche Bruno Conti e Daniele Pradé che di lì a poco
apprenderà
la notizia dello slittamento della decisione del Tas al 5
dicembre
(«siamo stati presi tutti di sorpresa da questa decisione, non ne
sappiamo
ancora le motivazioni »). Ferreri ha ribadito, spiegato, che l'Italpetroli
detiene
il 100% del capitale di Roma 2000 srl, la quale detiene a sua volta
il
66,2144% dell'As Roma spa. Si annuncia anche che gli interventi degli
azionisti
potranno durare al massimo 10' ciascuno. Si sforerà. Si finirà
alle
20. Sono le 16 e 34 quando Rosella Sensi (al centro della grande tavola
apparecchiata
insieme a Cristina Mazzoleni, Ciro Di Martino, Silvio Rotunno
e
Giorgio Palasciano) prende la parola: «Signor
azionisti...E' stata
convocata
l'assemblea.. in seconda convocazione al 29 novembre..:».
Ieri.
Adesso.
E via a una serie di dati, di numeri a bilancio che deve essere
approvato.
Si legge anche di quanto Rosella Sensi riceverà come compenso per
la
sua carica di ad: un milione e centomila euro, più o meno. Si parla
dei
soldi
presi da Sky e di un premio di 5,16 milioni di euro previsto dalle tv
in
caso «di piazzamento al primo o al secondo
posto». Non è cosa quest'anno
anche
se la Roma come utenza «è il
quarto club italiano e il dodicesimo in
Europa».
Si dice che l'utile è di 10 milioni, si parla di «politica
di
mantenimento
del livello agonistico e di ringiovanimentro»che
non può
essere,
che non è ancora un progetto. Rosella finisce di leggere il suo
intervento
alle 16.58. Ferreri la ringrazia «per questa lettura rapida e
chiara».
Inizia l'Assemblea vera. Parlano gli azionisti ed è la loro
piccola-grande
"rivolta", si toccano, si scoprono temi vecchi e nuovi ma
sempre
cari ai tifosi: dov'è il progetto? Dov'è il rispetto per
i tifosi? E
che
maglie sono quelle del Venezia Mestre o della Pistoiese per la Roma? E
perché
Totti è crocifisso da tutta Italia? O perché Cassano a 20
anni ha la
pancetta?
E dov'è l'indipendenza della Roma dai poteri forti, dalla Juve,
dal
Milan, dov'è quella Roma che strillava la sua rabbia insieme ai
suoi
tifosi
a via Allegri? «Prendetevela con me,
lasciate in pace mia padre».
Poi,
e prima e dopo: «Avete ragione».
Proprio questo: «Avete ragione».
Alle
17,
interviene il primo azionista Fabrizio Angelini che vuole sapere perché
non
c'è uno sponsor, che significa operazione di trading non ordinario.
Risponderà
la Mazzoleni. Riccardo Luna, come azionista, ricorda a Rosella
che
proprio nel novembre del 1993 iniziò l'era Sensi,parla di ricavi
che non
sono
all'altezza, di Dino Viola che parlava ai tifosi. Di riconoscenza verso
i
Sensi, di un risanamento compiuto, ma ora dov'è il Progetto? E questa
public
company che invece più passa il tempo più si può fare...
Rosella lo
interrompe,
cioè prende la parola: «Non è
mia abitudine rispondere
immediatamente
ma... la ringrazio per aver riconosciuto quanto fatto da noi.
E'
giusto che i tifosi sappiano perché io condivido le loro preoccupazioni,
le
abbiamo anche noi, ma devono sapere che stiamo seguendo un progetto. Ci
sarà
una spiegazione a breve ma oggi non è all'ordine del giorno».
Il
progetto
non è all'ordine del giorno, e allora quando? Subito dopo anche
in
una
citazione di Wolfgang Goethe ("Non ho mai
visto che uomini eccellente
fossero
ingrati») di Michele Palermo, che sottolinea
all'Ad che "non tutto
ciò
che brilla è oro". Non è niente. Achille Leoni fa sapere
che il Lione
sponsorizza
un'acqua minerale e Lione ha solo "un milione e 300.000
abitanti".
Propone la costituzione di piccoli azionisti e solleva ol
problema
dello stadio. Si riparla di public company. Tonino Boderacchi
annuncia
il suo voto contrario all'approvazione del bilancio, accusa la
proprietà
di non aver partecipato alla ricapitalizzazione in maniera
adeguata
rispetto a quanto fatto dai tifosi. «Non rida dottoressa, sono dati
di
bilancio». La Sensi non ride più. L'intervento forte arriva
da
Piergiorgio
Ponte che riprende e smonta puntualmente l'intervista rilascia a
Il
Giornale, a Damascelli. «Lei ci ha detto che non abbiamo memoria.
Voi c'avete
detto
o fatto credere che c'era un ostracismo verso la Roma da parte dei
poteri
del Nord, ci avete parlato di una strategia di indipendenza e
contrapposizione
che connaturata alla stessa Roma. Dov'è adesso?». La
risposta:
«Non
dite a mio padre o alla famiglia che non è indipendente, dite
qualsiasi
altra cosa, ma questa no. Prenda l'intervista, e se la rilegga. Se
ce
l'avete con me bene, ma lasciate in pace mio padre ».
Mario Staderini è
un
azionista abbonato da 24 anni in curva, vuole sapere «per
quanto è stato
svenduto
il rispetto dei tifosi? Visto che i cartelloni pubblicitari dietro
la
porta non fanno vedere la partita alle prime 30 file della Sud». |
Fabio
Palma quasi grida il suo disappunto: «Sono un piccola azionista,
ho comprato un pezzetto di sogno per lottare, non vincere. Ma dov'è
la lotta? Non si
vede
uno stralcio di progetto, ci si vede una volta l'anno e si parla del
bilancio
dell'anno scorso. Abbiamo 10 milioni di attivo! Che meraviglia? Ma
il
progetto? Perché Cassano è l'unico giocatore che a 20 anni
ha la pancetta
e
la società non lo richiama all'ordine e lo chiama poverino?».
Interviene
la
Sensi: «Lui si allena tutti i giorni,
anche se non lo chiamo povero
Cassano»
e sul progetto annuncia questa conferenza stampa a venire. Palma
insiste,
parla di plusvalenze assurde («Chi sono Picciaù, Cattivera
o
Vittolo
e che valgono milioni di euro?») solleva dubbi circa la separazione
degli
interessi dei Sensi con quelli della Roma, parla di sovrapposizioni.
La
Sensi s'infuria: «No, no, tutto, ma
questo no. I tifosi li capisco, so di
essere
impopolare ma soffro e mi dispiace, ma sto' buona. La mia sofferenza
è
talmente tanta che preferisco stare zitta. Io non ho mai detto che
Galliani
e Moggi sono miei amici, non ho mai mangiato con loro. Devo essere
capita,
perché vogliono strumentalizzare le mie dichiarazioni lo facciano
per
altre cose». La platea incalza, lei
urla: «Non mi fate alzare i toni
perché
pure io so' romanista e urlo, anche per me non è facile. Sì,
i tifosi
sono
gli unici che pagano, io prendo atto di tutto quello che mi avete detto
e
cercheremo di essere costruttiva. Ti ringrazio, Vi ringrazio ».
Alle 18.20
s'interrompono
i lavori con l'ultimo intervento di Marcello Carrù («Siamo
la
Roma
e ringrazio Iddio di questo»). Si riprende, la Mazzoleni risponde,
ma
sono
gli azionisti a voler ancora direttamente parlare con Rosella Sensi. Le
dicono
di rinunciare allo "stipendio" che prende, Palma fa le stesse accuse
di
prima sugli interessi poco chiari. Lei risponde ancora più forte:
«Lo
deciso
io questo, anche io sono romanista e quindi deciso in maniera
indipendente,
non per una richiesta. Non offendete mai mio padre. Basta
offendere,
a tutto c'è un limite, venga a trovarmi in ufficio. Basta!!».
E
urla
senza microfono . Poi lo riprende: «Vi
ringrazio per questa assemblea
calda.
Ho capito l'errore di comunicazione che ho fatto. Avete ragione, se
fossi
solo una tifosa mi comporterei come voi. Ma stiamo facendo tutto per
la
Roma. Faremo di tutto». Oggi vola a
Belgrado con la squadra e con queste
parole
che non aveva mai detto.
Le
risposte che la Roma ha dato ai suoi tifosi, ai suoi azionisti, le ha
date
Cristina Mazzoleni (direttore della pianificazione controllo e affari
societari).
La prima domanda sollevata dall'Assemblea è stata quella dello
sponsor
che non c'è. Esistono trattative? La prima risposta della Roma:
«Abbiamo
in corso trattative con primarie società italiane che hanno
dimostrato
il loro interesse. L'obiettivo è valorizzare al massimo il nostro
brand».
Probabilmente la prossima settimana la Roma annuncerà il suo nuovo
sponsor.
La seconda domanda era una delucidazione sull'espressione contenuta
nella
relazione assembleare di "trading non ordinario", forse la più
importante.
La risposta: «Stante il nostro fabbisogno
finanziario cercheremo
di
operare in linea col piano industriale, qualora non bastasse potremo
effettuare
delle *cessioni di alcuni giocatori* ».
Sistemata la questione,
soprattutto
tecnica, della vecchia società, l'Havas, che gestiva la
pubblicità
per la Roma («si può escudere la fidejussione»), la
quarta
domanda
è su come la Roma sta pensando di ovviare al problema dell'ammortamento,
del debito che non si può più spalmare in 10, ma in 5 anni:
«Stiamo
pensando a varie operazioni, tra queste l'ipotesi del sale and leasy back
di Trigoria», una soluzione già
anticipata. Quinta domanda è quella sul
marchio,
che cosa si sta pensando di fare con quello della As Roma, se può
essere
una strada per patrimonializzare: «E'
uno dei sistemi che possono
essere
utilizzati dalla società per raggiungere gli obiettivi finanziari
ed
economici
che ha. E' evidente che la cosa sarà subordinata a verifiche
fiscali,
legali ed economiche. Non ci sono ancora stime per il marchio, ma
le
stiamo facendo». Questione stadio: «La
società sta pensando con interessi
al
potenziamento dell'Olimpico, in collaborazione col Coni, ma stiamo anche
pensando
a diverse e ulteriori opportunità».
Cioè a uno stadio di proprietà.
Novità
per quanto riguarda la gestione del sito («Valutiamo alcune ipotesi
di
valorizzazione e di rifacimento») e passaggio importante sulle maglie:
«La
società è consapevole che quelle attuali non sono corrispondenti
alla
sua
tradizione e ai suoi colori. Abbiamo dato indicazioni per la prossima
stagione
al nostro sponsor tecnico per fare delle maglie in linea coi nostri
colori
e la nostra tradizione». Sui dati previsionali,
che sono stati
richiesti
«siamo quotati in Borsa, non è questa la sede per darli»;
sui
danni
di immagine per cui la Roma può ottenere dei risarcimenti «la
società
ha
dato mandato ai legali per le iniziative, anche giudiziarie, necessarie»;
sulla
partecipazione di Roma 2000 alla ricapitalizzazione solo che «l'azionista
di
maggioranza ha fatto quello che andava fatto». E alla domanda "quanto
è
stato
svenduto il rispetto dei tifosi?" visto che certe pubblicità non
fanno
vedere
loro la partita, la risposta è stata evasiva: «Quei
cartelloni fanno
parte
di un pacchetto, non è possibile fare singole quantificazioni».
Il
1977/78 in Italia e in Inghilterra:
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