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(Louis C. Montesquieu)
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L'intervento completo di Claudio Rossi Massimi all'assemblea degli azionisti

Il sito viene aggiornato praticamente ogni sera, verso la mezzanotte o poco dopo. A volte anche verso le 15.00. Il sabato non ci sono regole. Dopo le partite, le foto vengono inserite dopo circa due ore, salvo imprevisti.
"Non sempre i ribelli possono cambiare il mondo. Ma mai il mondo potrà cambiare i ribelli" (Alain de Benoist)
"Una volta nel gregge, 
è inutile che abbai: scodinzola"
(Anton Cechov)

NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO
L'On. Amato (Governo Prodi, centrosinistra)
Una produzione Amato & Maroni Co.
LA TRAPPOLA DELLA TESSERA DEL TIFOSO
L'On. Maroni (Governo Berlusconi), centrodestra
Con le novità del 23 settembre 2009
Come sapete, è partito il progetto relativo all'azionariato popolare AS Roma, che punta a costituire una base di tifosi, sul modello dei supporters trust britannici, che possa avere una voce in capitolo nella gestione della Roma. E' stato creato il sito http://www.myroma.it, che affianca per il momento il sito http://www.azionariatopopolareasroma.com/ ed è partita la campagna di sottoscrizione che consentirà di creare le basi per i futuri sviluppi. Ho personalmente aderito al progetto, facendo parte del consiglio direttivo, in quanto sviluppato con competenza e trasparenza. Per chi vuole saperne di più, invito a cliccare sui siti di riferimento per avere tutti i chiarimenti del caso. (15 giugno 2010)

In giallo, quello che scrive il webmaster
In giallo oro, le vostre e-mail
In bianco gli articoli di giornale ed altro.
"La realta’ e’ sotto gli occhi di tutti. Di tutti quelli che vogliono vederla. In molti si affannano a nasconderla, distorcerla, filtrarla.
Nessuno pero’ puo’ raccontarla meglio di chi la vive.
Se in questi ultimi anni di repressione assurda nei confronti del mondo del tifo sei stato protagonista o testimone di fatti sconcertanti, soprusi, violenze fisiche o verbali da parte di chi dovrebbe soltanto far rispettare le leggi, se sei stato vittima di limitazioni eccessive e senza senso alla tua liberta’ personale o di ottuse applicazioni di norme interpretate in maniera del tutto soggettiva, per favore invia il tuo racconto al seguente indirizzo:   ilcalcioaitifosi@hotmail.co.uk
Saranno pubblicati i piu’ significativi. Se non vorrai comparire con il tuo nome basta segnalarlo.
E’ necessario far sentire la nostra voce, un’altra voce, che combatta un’informazione sempre piu’ spesso corrotta,
fatta di bugie, luoghi comuni, pregiudizi ed omerta’".


Sono già fidelizzato!
http://www.facebook.com/group.php?gid=107646622604574&ref=mf&v=info

Euro 2016: Italy? No grazie
Festeggia l'esclusione su facebook
http://www.facebook.com/group.php?gid=278354764372&ref=nf

COMUNICATO UFFICIALE
GRUPPI CURVA SUD 
16 giugno 2010

Comunicato Ultras Roma
Non avendo aderito al comunicato uscito il 16/06/2010 e firmato Curva Sud,  tenevamo a precisare quanto segue: a partire dal prossimo campionato gli Ultras Roma, anche se ci fossero disponibili dei biglietti di Curva Sud, in campionato non entreranno a prescindere in Curva e questo nel rispetto di tutti coloro che non appartengono ai Gruppi, ma che comunque hanno sposato la nostra causa, ovvero quella di non aderire alla tessera del tifoso e quindi di rinunciare al rinnovo del proprio abbonamento. 
Non avendo la certezza che tutti possano trovare posto in Curva (dipende da quanti abbonamenti saranno sottoscritti) e dal momento che molti avranno delle difficolta' a poter arrivare a quei pochi biglietti, riteniamo giusto rimanere vicino a chi ci e' stato vicino in questa lunga battaglia.
Noi non condanniamo chi la fa la tessera, anche se ribadiamo con fermezza il nostro disappunto, ma chi l' ha approvata e soprattutto chi l'ha proposta, il ministro Maroni!
Comunque e' sottinteso che in tutte quelle partite dove non e' necessario avere la tessera del tifoso per acquistare un biglietto, ovvero amichevoli, super coppa, coppa  italia, champions league, noi saremo come sempre al nostro posto in Curva Sud.  No alla tessera del tifoso! ULTRAS ROMA

TESSERE DEL TIFOSO UFFICIALMENTE VARATE IN SERIE A
Squadra Nome Posizione ultras
Bari Fedeltà Biancorossa No abbonamento 
Bologna Siamo Rossoblu No abbonamento
Brescia Cuore Biancoazzurro No abbonamento
Cagliari Cagliari Card No abbonamento
Catania Cuore Rossazzurro Gli ultras lasciano lo stadio 
Cesena Cesena Card No abbonamento 
Chievo Verona Noi del Chievo  Aderiscono
Fiorentina Orgoglio Viola A.C. Campi, BMB, parterre in basso a destra, Badia, 7Bello Valdisieve e altri gruppi minori:
No abbonamento;
Gruppo Storico U.V. 73 e Quelli che il Chianti scolti.
Genoa DNA Genoa No abbonamento
Internazionale Siamo noi Aderiscono
Juventus Juventus Membership Libertà di scelta ma Drughi pubblicizzano abbonamenti. Drughi Roma no abbonamento
Lazio Millenovecento Scioglimento gruppo
No abbonamento
Lecce No abbonamento
Milan Cuore Rossonero  
Napoli   Curva A e Curva B
No abbonamento
Palermo Goal Member UCN e WUP No abbonamento
Brigate Rosanero aderiscono
Parma Tessera del Tifoso No abbonamento
Roma Privilege No abbonamento, Ultras Roma e Boys Roma fuori dalla curva
Sampdoria Sampcard No abbonamento
Udinese Udinese My Passion No abbonamento
HALL OF FAME
Chi ha detto inequivocabilmente e con i fatti
NO alla tessera del tifoso 
e non farà l'abbonamento


30 agosto 2010: una cosa che non ho fatto in tempo a segnalare prima ma che è importante. Anche la Roma, come altre società che hanno digerito male la TdT, ha concesso la prelazione a coloro che erano abbonati la scorsa stagioen e non hanno rinnovato l'abbonamento ques'anno.
Quindi è facile ritenere che per tutte le partite ci sarà una prima prelazione per coloro che hanno sottoscritto la TdT e una seconda prelazione per gli abbonati della scorsa stagione non sottoscittori della TdT.
Primi resoconti dall'Italia:

Il Tempo

La Gazzetta dello Sport

Il Corriere della Sera

La Repubblica

L'Unità

L'Arena

*
Un'altra studentessa tedesca di nome Verena ha preparato un questionario per la sua tesi: rispondere alle domande a questa e-mail: verena.fcn@hotmail.de
"Buon giorno!
Grazie tanto per la risposta positiva  e per il complimento :) Sono felice di sentire che mi vorrei aiutare! Ho preparato un questinario, lo metto alla fine della mia e-mail! Sarei fantastico se potrei metterlo sul tuo sito, ma una risposta di te sarei ancora un gran aituto - allora, come vuoi! Non si deve rispondere a tutte le domande pero', sono solo le cose che sono venute in mente e dalle quale pensavo che potrebbero essere interessante per la mia composizione! Ti auguro delle belle vacanze e grazie ancora! Cari saluti, Verena".
______________________________________________________________________

1. Da quando frequenti partite di calcio nello stadio?

2. Il mio tema si chiama "I tifosi del calcio negli ultimi vent'anni", allora, come era la situazione nel 1990?

3. Cosa ha cambiato negli ultimi vent'anni? Cosa è diverso oggi?

4. Cosa ti piace/affascina del calcio italiano e di essere tifoso?

5. Pensando alla situazione qualche anni fa, vai a vedere le partite nello stadio più spesso/altrettanto/meno spesso oggi? Perché?

6. È meglio la situazione attuale o vent'anni fa?

7. Violenza era un grande tema negli ultimi anni, hai già avuto esperienze colla violenza nei ed intorno dei stadi?

8. Com'è il tuo atteggiamento verso la violenza tra gli tifosi?

9. Prenderei tuo figlio allo stadio con te?

10. Cosa pensi della tessera del tifoso e del comportamento dei politici verso i tifosi in generale?

*
Aggiunte altre foto di PSG/Roma, Grosseto/Roma, Olympiakos/Roma, Pescara/Roma.
*

1931/32 Roma/Genova 1893 6-0
Fonte:
Archivio della Associazione Memoria Storica Torresina
*
Questo uno splendido articolo di Massimo Fini (per me uno dei più - oops scusate il gioco di parole - fini pensatori contemporanei), leggetelo fino in fondo che ne vale la pena:
"Ciao Lorenzo. ti allego un  bell'articolo di Massimo Fini sul Fatto di Sabato 28 agosto sulla Tessera del Tifoso. Credo sia l'unico giornalista a essersi schierato con gli Ultras perfino dopo i fatti di Bergamo. Saluti STE".
Archivio cartaceo | di Massimo Fini 
28 agosto 2010 

Siamo stufi, arcistufi, di questo Stato di polizia. Che non è quello delle intercettazioni telefoniche, come pretende Berlusconi che ha la coscienza sporchissima, che sono perfettamente legittime quando autorizzate dalla Magistratura, ma quello dove le libertà più elementari sono osteggiate, conculcate, vietate, proibite, scomunicate, tranne quella economica anche quando passa sul massacro della popolazione (è “la libera intrapresa” a creare la disoccupazione, oh yes, ma questo ve lo spiegherò in un’altra occasione) e, ovviamente, quelle del Cavaliere che può corrompere testimoni in giudizio, pagare mazzette ai finanzieri, consumare colossali evasioni fiscali, avere decine di società “off shore”, precostituirsi “fondi neri” impunemente perché, attraverso i suoi scherani, si fa cucire leggi su misura che lo tengono fuori dai processi.
Non bastassero già le leggi nazionali, dove sono sempre più feroci i limiti imposti al consumo di alcol, al fumo, non solo a tutela dei soggetti passivi ma anche di quelli attivi, alla prostituzione (da strada naturalmente, quella delle escort e soprattutto dei loro importanti clienti è immune), ora, dopo un altro demenziale decreto del ministro Maroni, ci si sono messi anche i sindaci, in particolare leghisti, ma non solo, a imporre i divieti più grotteschi e assurdi. A Verona è proibito sbocconcellare un panino in strada, consumare alcol fuori dai bar, bagnarsi nelle fontane, girare a torso nudo (il Mullah Omar era più permissivo). A Vicenza ci sono multe salatissime (500 euro) “per camper e roulotte che trasformano la sosta in un bivacco”. A Novara sono vietate le passeggiate notturne nei parchi se si è più di due (durante il fascismo ci volevano almeno cinque persone per considerarle “radunata sediziosa”). A Eraclea (Sicilia) è proibito ai bambini costruire castelli di sabbia in riva al mare. A Firenze, a Venezia, a Trento e in altre città è vietato chiedere l’elemosina, cosa che non si era mai vista prima (nemmeno nei “secoli bui” del Medioevo, anzi, tantomeno nel Medioevo in cui si riteneva che il mendico, come il matto, avesse, per dei suoi misteriosi canali, un rapporto privilegiato con Dio) in nessuna società del mondo, eccezion fatta per l’Unione Sovietica.
Adesso, sempre per iniziativa del solerte Maroni, è arrivata anche la “tessera del tifoso”. È intollerabile che uno per andare a vedere una partita di calcio debba chiedere la patente alla società. Una schedatura mascherata, socialmente razzista perché imposta solo ai tifosi che vanno nel “settore ospiti”, cioè dietro le porte e nelle curve, mentre chi può pagarsi i “distinti” non subisce questa gogna. In realtà questa misura illiberale va nel segno di una tendenza in atto da molti anni: eliminare via via il calcio da stadio a favore di quello televisivo e degli affari di Sky, Mediaset e compagnia cantante (con corollario di moviola, labiali, giocatori scoperti in flagranti e sacrosante bestemmie – robb de matt – e, da quest’anno, anche la profanazione del tempio sacro dello spogliatoio). Ma chi conosce anche solo un poco il “frubal”, come lo chiamava Gioann Brera ai tempi belli in cui tutte queste stronzate non esistevano, sa che fra il calcio visto allo stadio e quello visto in casa, in pantofole, fra una telefonata e l’altra e magari sbaciucchiandosi con la fidanzata (orrore degli orrori, il calcio è un rito che vuole una concentrazione esclusiva, non sono mai andato allo stadio con una ragazza e fra Naomi e Ruud Van Nistelrooy – doppietta allo Shalke 04 per inciso – non ho dubbi) non corre alcuna parentela. Per vivere davvero la partita, per capirla, bisogna essere allo stadio, vedere tutto il campo (ci sono centrocampisti che, se guardi la partita in Tv, sembrano aver giocato male perché han toccato pochi palloni e invece hanno giocato benissimo, di posizione) e non solo quello che garba al cameraman.
Dal 1983 – introduzione del terzo straniero – il calcio da stadio ha perso il 40% degli spettatori. Quest’anno gli abbonamenti sono ulteriormente crollati del 20%. Molti tifosi hanno solidarizzato con gli ultras in rivolta e non l’hanno rinnovato. E poi ci sono le ragioni, così efficacemente spiegate da Roberto Stracca in un servizio sul Corriere (26/8) e che hanno tutte la stessa origine: scoraggiare la gente dall’andare allo stadio. “Anche chi non è ultrà – scrive Stracca – e non ha mai pensato di esserlo, dopo biglietti nominali, necessità di un documento per un bambino di 8 anni, odissee fantozziane nella burocrazia più ottusa per una partita di pallone, non ne ha potuto più e ha finito per dire addio allo stadio e aderire alla sempre più ricca offerta televisiva”.
Maroni, contestato violentemente da 500 ultras bergamaschi alla Festa della Lega ad Alzano Lombardo, ha detto: “Dicono di essere dei tifosi, ma non lo sono. Sono dei violenti”. E invece gli ultras sono gli ultimi, veri, amanti del calcio. Qualche anno fa, in una domenica canicolare e patibolare di giugno, i demonizzatissimi ultras in rappresentanza di 78 società, di A, di B, di C e delle serie minori, diedero vita a Porta Romana, a Milano, davanti alla sede della Figc, a una civilissima manifestazione al grido di “Ridateci il calcio di una volta!” (cioè: numeri dall’uno all’undici, arbitro in giacchetta nera, pochi stranieri, riscoperta dei vivai e, soprattutto, basta con l’enfiagione economica che ha distrutto tutti i valori mitici, rituali, simbolici, identitari, che ne hanno fatto la fortuna per un secolo, a favore del business e che finirà, prima o poi, per farlo scoppiare come la rana di Esopo). La notizia – mi pareva una notizia – passò sotto silenzio. Persino la Gazzetta dello Sport dedicò all’avvenimento un box di poche righe. Non bisognava disturbare il manovratore. Cioè gli affari.
Due parole sulla “violenza” Ad Alzano Maroni ha detto anche: “Io con i violenti non parlo”. E allora il primo cui non dovrebbe rivolgere la parola è Umberto Bossi, il suo Capo. L’ineffabile Maroni si è dimenticato che il leader del Carroccio, agli albori della Lega, dichiarò: “Ho trecentomila leghisti pronti a estrarre la pistola dalla fondina” (in realtà quelli, dalla fondina, possono estrarre al massimo il loro cellulare), e in seguito: “andremo a prendere i fascisti uno a uno, casa per casa”, e ancora, a proposito dei magistrati, “bastano delle pallottole e una pallottola costa solo 300 lire”, e di recente ha anfanato di fucili e altre armi se non gli concedevano non mi ricordo che cosa, parole che dette da un esponente del Governo, sono ben più gravi delle quattro macchine date alle fiamme durante la contestazione di Bergamo.
Io sto con gli ultras. Anche quelli violenti di Bergamo. Perché mi paiono gli unici ad aver voglia ed energia di rivolta in un Paese in cui i cittadini si fan passare sopra ogni sorta di abusi, di soprusi e di autentiche violenze sempre chinando la testa. Sudditi. Nient’altro che sudditi.

*
300 spettatori di cui 50 ospiti, ecco il calcio del Ministero dell'Interno:
FLAMINIO
Debutta la tessera del tifoso
qualche disagio per Atletico-Taranto
Battesimo ufficiale della card in occasione del match valido per la seconda giornata di Lega Pro Prima divisione (Girone B). Presenti circa 300 spettatori, poco più di 50 i tifosi ospiti. La questura: nessuna turbativa per la sicurezza e l'ordine pubblico (sic!)
Numerosi agenti delle forze dell'ordine, pochi tifosi, alcuni disagi. E' il quadro relativo al battesimo ufficiale a Roma della tessere del tifoso, in occasione del match tra Atletico Roma e Taranto, che si è svolto allo Stadio Flaminio. All'incontro, valido per la seconda giornata di Lega Pro Prima divisione (Girone B), erano presenti circa 300 spettatori (poco più di 50 i tifosi ospiti) che per assistere alla partita hanno dovuto esibire assieme a documento e biglietto d'ingresso, anche la card rilasciata dalle due società.
La partita si è svolta oggi senza alcuna turbativa per la sicurezza e l'ordine pubblico, e - sottolinea la questura - è stata "garantita l'accessibilità all'impianto". La questura infatti ha anche autorizzato l'emissione di biglietti a cinque supporters a cui era stata inizialmente bloccata, ma per irregolarità nella ricevuta della richiesta della tessera non dipendenti dall'inadempienza dei tifosi.
Un momento di disagio è stato registrato quando ad un gruppo di cinque tifosi ospiti provenienti da Mantova ed Alessandria non è stato inizialmente rilasciato il biglietto. La causa, secondo quanto riscontrato dagli addetti alla biglietteria, e dallo stesso dirigente del servizio di ordine pubblico, era la mancanza della indicazione del codice a barre nella ricevuta della richiesta della tessera esibita agli sportelli della biglietteria. Il dirigente del servizio, in linea con le direttive dettate dal vertice della questura, e in attuazione della politica finalizzata a garantire la massima accessibilità ai tifosi che rispettano le regole, ha dato il nulla osta per la stampa ed il rilascio dei titoli di accesso allo stadio.
Alla base della decisione - spiega la questura - la constatazione che le difficoltà registrate per l'inadempienza altrui non potevano penalizzare i cinque supporters che avevano seguito le regole. I cinque, dopo essere riusciti ad ottenere i biglietti, hanno ringraziato il dirigente del servizio per essere andato incontro alle loro esigenze. La gara si è svolta regolarmente senza alcuna turbativa per l'ordine e la sicurezza pubblica.
*
E-mail: "Ciao Lorenzo, ho scoperto in che modo la digos, servizi segreti e giornalisti ogni tanto tirano fuori la storia delle infiltrazioni camorrisitche nelle curve del napoli, hanno visto il film di nino d'angelo. un saluto
http://it.wikipedia.org/wiki/Quel_ragazzo_della_curva_B".
E-mail di qualche giorno fa: "Ciao Lorenzo, prima di tutto buona estate.
Ormai ci siamo, il campionato è alle porte e la tessera del tifoso ha già fatto strage di abbonamenti: contenti loro!
Ti invio questa mail per esprimere la mia opinione sulla raccolta degli abbonamenti. Ho apprezzato ed apprezzo tutt'ora l'iniziativa, tant'è che inizialmente volevo consegnare anche io  l'abbonamento. Ma ci ho ripensato. I motivi essenzialmente sono due:
1) Quest'anno non me la sento di entrare allo stadio. Trovo assurdo che sia negata la libertà di andare allo stadio a persone assolte in un processo, o che hanno scontato la propria pena. E' una decisione presa nel rispetto di queste persone
2) L'altro motivo è prettamente economico: non ho fatto la tessera del tifoso per provocare un danno a banche e papponi vari, non farò i biglietti per provocare un danno alle società di calcio che hanno accettato questo schifo, giustificandosi con argomentazioni false ("c'è una legge" : quale legge?)

Mi concederò qualche trasferta europea, visto che nel resto del continente il tifoso è trattato alla stregua di ogni altro cittadino (più o meno).
L'incognità sarà riuscire a prendere i biglietti, ma immagino che per un eventuale trasferta in Ucraina a dicembre non ci dovrebbero essere problemi.
Magari gli ottavi, o i quarti, dovrò seguirli alla radio, ma si sa: nel 2010 o sei "privilege" o sei out.
In attesa di giorni migliori, Marco".
Altra mail di inizio agosto: "Ciao Lorenzo, vorrei lasciarti qualche breve riga per esprimere il mio parere riguardo la situazione attuale.
Sono stato abbonato per 16 anni e quest'anno ovviamente non ho rinnovato. Penso che dal momento in cui si decida di non fare la tessera e di conseguenza  l'abbonamento bisogna fare qualcosa per crare davvero un disagio a questo nuovo mondo del calcio.  Secondo me la soluzione migliore è quella di non andare più allo stadio, non guardare più la partita in tv, tornare a sentirla alla radio e vedere i goal su 90 minuto.
Un'ultima cosa...la curva sud ormai già era piena di tutti quei ragazzi coattelli ai quali adesso non si vuole lasciare spazio (come ho letto in un'e-mail sul tuo sito)...già era tutto finito, tra merchandising e voglia di padroneggiare. Soltanto pochi, ultimi nostalgici hanno resistito, nel nome del tifo, quello vero, quello di una volta, quando l'aria si colorava di giallo e rosso ad ogni inizio partita, quando si andava a vedere la MAGGICA, quando si faceva a cazzotti, e non a coltellate alle spalle. Era bello, adesso non lo è più. Grazie della possibilità di far sentire ogni voce, con stima Andrea".

*
Ed ecco qui la tessera dello studente, istituita nel silenzio il 5 agosto scorso dal Ministero della Pubblica Istruzione... ma a nessuno interessa capire verso cosa si sta scivolando.... Solo qualche blando articolo qua e là.... Anche questa istituita con decreto ministeriale, come la TdT, e non con una legge:
"L'Anagrafe nazionale degli studenti, come strumento di supporto alla realizzazione del successo scolastico e formativo degli studenti e di sostegno alla qualificazione del sistema di istruzione e formazione, è stata istituita - con Decreto ministeriale n.74 del 5 agosto 2010 - dal Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini.
L’Anagrafe intende favorire la realizzazione del diritto-dovere all'istruzione, a partire dal primo anno della scuola primaria e si avvale delle dotazioni umane e strumentali del medesimo Ministero.

Essa acquisisce dalle istituzioni scolastiche appartenenti al sistema nazionale di istruzione, dati relativi alla valutazione degli studenti (secondo quanto previsto dal D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122), nonché dati sensibili e giudiziari degli studenti e altri dati utili.

Le misure idonee ad assicurare che la consultazione da parte del Ministero dei dati personali degli studenti avvenga esclusivamente in forma anonima (o comunque con modalità che assicurino la non identificabilità dell'interessato) sono individuate nell’allegato tecnico al presente decreto, dove sono anche previste le modalità di fruizione dei dati personali  da parte dei soggetti (di cui all'art. 5 del decreto legislativo n. 76/2005), nel rispetto delle competenze e dei principi di pertinenza, non eccedenza ed indispensabilità (di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196:  “Codice in materia di protezione dei dati personali”).

I dati acquisiti all'Anagrafe sono conservati fino al termine dell'anno solare successivo alla conclusione di ogni ciclo scolastico.

Per le finalità di rilevante interesse pubblico l'Anagrafe può contenere dati idonei a rivelare lo stato di salute, le convinzioni religiose e dati giudiziari - indispensabili per individuare il soggetto presso il quale lo studente assolve l'obbligo scolastico (scuole paritarie, strutture ospedaliere, case circondariali, ecc.). Tali tipi di dati sono individuati previo parere conforme del Garante per la protezione dei dati personali.

Infine, l'Anagrafe è utilizzata in forma anonima dal Ministero dell'istruzione e dalle istituzioni scolastiche, allo scopo di monitorare l'evasione dell'obbligo di istruzione, gli abbandoni scolastici, l’ irregolarità di frequenza e ogni altro fenomeno riconducibile alla cosiddetta dispersione scolastica, per predisporre opportune azioni di prevenzione.
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/anagrafe_studenti/

*
E ora il solito sondaggio del Masseggero sulla TdT:
http://www.ilmessaggero.it/sondaggio.php?ris=S
Firenze
Citofoni dalle parti di Roma...

1962
http://www.youtube.com/watch?v=94s0bTVS3fk
*
Curiosità:
"Ciao Lorenzo, ti scrivo per segnalarti una curiosità. Sono appena tornato da una vacanza negli Stati Uniti e fra i vari posti visitati sono stato nella Monument Valley: mentre ammiravo con i miei amici gli stupendi pinnacoli rossi ho visto un ragazzo che si arrampicava su una roccia.
Quando lo scalatore è stato in  cima abbiamo notato che portava una maglietta con la scritta "ROMA" e subito dalla nostra macchina è partito l'inno della Magica. Il ragazzo se ne è accorto e salutandoci calorosamente ci ha filmato.
Ti allego la foto e se il ragazzo dovesse riconoscersi mi piacerebbe essere contattato ed avere il filmato: fantaliquez@yahoo.it".

England:
"Buon pomeriggio Lorenzo,
mentre qui ci si mena durante le amichevoli (evvia maroni), nel campionato inglese si è iniziato alla grande.
Il buon Millwall, che è salito di categoria, ha ben 4 derby e due partite da bollino rosso...quelle che gli incompetenti in Italia farebbero giocare a porte chiuse: Millwall vs Leeds e Millwall vs Nottingham F.
Nel frattempo la truppa Millwall è andata a Bristol...
http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-bristol-10909215
*
Situazione per nulla tranquilla in Svezia... Hammarby in trasferta a Norrköping nella serie B svedese:
http://www.nt.se/24nt/#category=5629214&date=2010-8&clip=6194200&startTime=0m0s
Hammarby fans
*
Da Spalato: "Ciao Lorenzo, anche se non ci conosciamo personalmente seguo il tuo bellissimo sito da anni, così ho pensato di mandarti questa sorta di 'cartolina' dallo stadio Poljud di Spalato, dove sono passato per vacanza.
E' l'unica scritta in italiano che ho visto nei pressi dello stadio, si trova piu' o meno all'ingresso della curva della Torcida.
So che questi giorni ci sono argomenti molto più importanti, ma quando si viaggia è bello sentirsi un pò casa! Saluti Fabrizio".
*
Triestina:
"Come gia' ampiamente dichiarato, ribadiamo e comunichiamo la decisione di rimanere al di fuori dei cancelli dopo l'introduzione della tessera del tifoso.
Nessun vincolo al singolo, nessuna morale, chi vuol entrare lo faccia ma sia ad ogni modo informato e cosciente, che nessuna forma di tifo e sostegno sarà organizzato dal nostro gruppo.
Noi non entreremo ma saremo sempre fuori a vigilare e nulla sarà tollerato!
Non è, come gia' sottolineato un disinteresse verso l'Unione e la maglia, ma nostra espressione, la nostra lotta contro il sistema calcio.
Tutto questo per rimanere la parte sana.
Meglio fuori a modo nostro, che dentro a modo loro!
CURVA FURLAN DI FERRO E FUOCO"
Chiarita la posizione dei viola (il CAV ovviamente non ha partecpato alla riunione):
Comunicato in merito alla riunione alle Due strade.
I gruppi dei tifosi viola della curva Fiesole e della curva Ferrovia riunitisi ieri sera allo stadio della Rondinella hanno preso una posizione netta e comune in merito all’introduzione della tessera del tifoso, denominata a Firenze “Orgoglio Viola”.
Dando voce ai rappresentanti dei gruppi emerge la netta volontà di NON ADERIRE a quella che tutti hanno definito una mercificazione della nostra comune passione, un vero sopruso delle libertà individuali ben oltre il limite della legalità.
La decisione di non sottoscrivere la carta “Orgoglio Viola” nasce sulla base di motivazioni sia di forma che di sostanza che proviamo a riassumere:
1. Ci hanno detto che si tratta di una legge dello Stato che le società calcistiche devono rispettare. NON E’VERO: si tratta solo della circolare ministeriale n. 555 del 14 agosto 2009 che suggerisce, senza imposizione, l’introduzione della tessera del tifoso.
2. Ci hanno detto che il provvedimento risolverà le problematiche della violenza negli stadi. NON E’VERO: la tessera niente aggiunge in termini di sicurezza a quanto già introdotto con il biglietto nominale.
3. Ci hanno detto che e’uno strumento di fidelizzazione. NON E’VERO: un vero TIFOSO non ha certo bisogno di essere fidelizzato.
4. Ci hanno detto che ci saranno dei vantaggi economici usando la carta di credito abbinata alla tessera. NON E’ LEGALE: le agevolazioni previste contrastano con l’’art. 8 della Legge 4 Aprile 2007 N° 41.
Senza addentrarci oltre nelle motivazione del NO ALLA TESSERA, vorremmo evidenziare come, nella migliore delle ipotesi e senza adombrare il sospetto di una strategia, ci sia stata una totale disinformazione, perpetrata al solo fine di raggiungere il loro obbiettivo prefissato.
Avremmo voluto aprire un confronto con chi sositene l’utilità di questo provvedimento, ma la mancata risposta della Società ACF Fiorentina Spa al nostro invito all’incontro di ieri sera, ci ha negato l’opportunità di un costruttivo contradditorio atto a chiarire tutte le sopracitate inesattezze, consentendo ai liberi tifosi viola una scelta consapevole e non dettata dalla sola leva emozionale e sentimentale.
Cio’detto chiediamo formalmente alla società viola di consentire a tutti quei tifosi che non aderiranno alla tessera del tifoso di poter acquistare il biglietto delle singole partite esercitando una prelazione in virtù dell’abbonamento dello scorso anno.
NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO
*
Sanremese:
“Il gruppo Cani Sciolti Sanremo ’09, non intende assolutamente abbandonare il proprio ideale ultras!” Questo l’appello di un'altra frangia del tifo organizzato biancoazzurro, dopo quello dei Matutia 1904,  in merito all’adozione della cosiddetta tessera del tifoso dovuta alla promozione della Sanremese nel calcio professionistico. E aggiungono: “non faremo nessun abbonamento per la stagione calcistica 2010-2011. La Sanremese è la nostra vita, la libertà pure!”
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Catanzaro:
Lacrime di sconforto si uniscono a mani sudate in questo pomeriggio di caldo torrido sulla tastiera del pc, la decisione presa è delle piu' dure, quella che non vorresti prendere mai, quella che in quasi trentotto anni di storia non era mai stata presa.
A seguito delle valanghe di diffide subite quest'anno e a seguito dell'obbligatorietà della tessera del tifoso, gli Ultras Catanzaro 1973 dopo un'attenta riunione del direttivo comunicano la sospesa attività del gruppo a partire dalla data odierna fino a tempo indeterminato.
Tra una sigaretta e l'altra dovute al nervoso che ci attanaglia, scorrono velocemente le immagini degli anni piu' belli della nostra vita, le immagini che porteremo per sempre nel cuore, le immagini che racconteremo ai nostri figli e ai nostri nipoti, ma il peso di essere uno dei gruppi piu' longevi d'Italia non ci permette di stare inermi di fronte a questa situazione.
Difendere il proprio onore, accendere un fumogeno, suonare un tamburo non puo' essere un reato, per andare in trasferta non puo' essere imposta una schedatura, chi ha già scontato un DASPO non puo' essere per sempre perseguitato e tenuto distante dallo stadio, anche al criminale piu' incallito viene concessa la chance della riabilitazione all'Ultras NO.
Questa nostra sospesa attività non va vista come uno scioglimento e un abbandono delle armi, ma la speranza che le cose possano tornare come prima non devono svanire, la speranza che l'ultimo dei politici con un po' di sale nella zucca possa mettere fine a questo scempio è sempre viva nei nostri cuori, oggi o domani saremo ben lieti di riprendere il posto che ci compete.
Voi ben pensanti e servi del sistema non esultate, un Ultras non muore mai, gli ultras Catanzaro 1973 sono sempre vivi e piu' compatti che mai, togliete l'illusione di non vederci piu' in branco, il non entrare allo stadio il non tesserare il nostro onore non vuol dire averci seppellito.
Con questo nostro addio vogliamo ringraziare tutti coloro che per almeno un giorno sono stati Ultras Catanzaro, le nostre famiglie che ci hanno sempre supportato, i vari Zenigate e Ginko della nostra città che forse adesso durante l'orario di lavoro potranno bere qualche caffè in piu', i nostri fratelli di Brescia, Barletta e Firenze e tutti i nostri nemici che grazie anche a loro abbiamo animato questi trentotto anni di attività.
In Alto i cuori, NOI NON CI TESSERIAMO.
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Ternana:
MAI AL GUINZAGLIO
In vista dell’ entrata in vigore della tessera del tifoso, la Curva Est e i suoi gruppi di riferimento si sciolgono (almeno per quanto riguarda qualsivoglia iniziativa all’interno degli stadi ), e annunciano che, finche verrà portata avanti questa politica, non entreranno più in una curva.
Probabilmente quei pochi che ancora possono, sosterranno la nostra Ternana da fuori.
Vivremo Ultras in strada.
Potevamo fare scelte “alternative”,sicuramente meno dolorose, ma la dignità ultras, la coerenza, ed il sentirsi uomini liberi, ce lo impediscono.
Non possiamo nemmeno pensare di abbandonare amici con cui abbiamo condiviso tutto, ai quali verrebbe negato l’ accesso a priori, sull’ altare di un abbonamento sottoscritto, tramite una vergognosa schedatura di un bancomat mascherato.
Dopo aver subito anni di terrorismo mediatico, amministrativo e penale, non possiamo tollerare guinzagli ed imposizioni assurde.
Molti ragazzi della curva aderiranno all’ iniziativa dell’associazione sportiva “Primidellastrada” per la costruzione di una squadra che parteciperà al campionato Uisp, per vivere dentro e fuori dal campo il calcio che piace a noi, e dare anche un senso di protesta all’ interessante proposta sociale e sportiva dell’associazione.
Da questo momento in poi, sia a Terni che lontano dalla nostra città, nessuno potrà dire di rappresentare in qualsiasi modo, magari mosso da rigurgiti ipocriti e vigliacchi, la Curva Est, né tantomeno la volontà degli ultras rossoverdi. Tenetevi il vostro calcio marcio e corrotto, noi siamo ultras e continueremo ad esserlo anche fuori dagli stadi.
Con le spalle rivolte al campo.
GLI ULTIMI DELLA CLASSE - CURVA EST
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Ad Arezzo si riparte da zero:
Ciao Lorenzo ti volevo comunicare che ieri dal notaio è stata costituito l'Atletico Arezzo Srl dopo la mancata iscrizione alla lega pro dell'AC Arezzo. Il capitale sociale è formato al 99% da Marco Massetti, giovane imprenditore aretino, e all'1% da un comitato di tifosi. Qui sotto ti riporto il sito ufficiale del comitato. Ciao a presto!
www.orgoglioamaranto.it/
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Maurizio Martucci vs. Tony Damascelli:
TIFO, TESSERA E VUVUZELAS DELLA DISCORDIA:
MARTUCCI CONTRO DAMASCELLI.
OPINIONI A CONFRONTO
ARTICOLO DI MAURIZIO MARTUCCI
Su Il Giornale di ieri l’ennesima riprova. Si gira sul problema per evitarlo. Ma io lo dico lo stesso: il calcio è in crisi d'identità, altro che “vuvuzelas 
della violenza”. Crisi del sistema e delle implicazioni sociali. Il calcio è cresciuto cavalcando sentimenti popolari, il piacere della maglia sudata, la bandiera sventolata in modo semplice e spontaneo. 
Oggi è vittima di uno scontro antropologico: calcio contro neo-calcio, 
cuore contro prodotto di consumo. Bisogna saper leggere tra i malumori 
per la Tessera del Tifoso, che non riguardano solo gli ultras (caro 
Damascelli) ma anche centri coordinamenti club e spettatori non 
organizzati: il giocattolo sta perdendo aderenza col popolo. Il calcio 
ha smarrito ritmo, religiosità civile e riti magici tramandati da generazioni. Il neo-calcio ha acquistato carte prepagate e flussi 
economici d’alta finanza. Il calendario della Serie A esce in Borsa, 
gli abbonamenti in banca e la black list passa in Questura. 
Disorientamento ed eccesso di burocratizzazione tolgono sogni e 
immaginazione. Ha vinto l’Uomo Massa. Ha perso l’Uomo Primordiale. Il 
neo-calcio ha una ricetta nuova in doppio petto, politically correct: 
fare a meno dei tifosi, puntando sui neo-tifosi, stile Vuvuzela 
sudafricana in si bemolle. Suono mono corda, una sola nota a coprire 
tutto, cori di incitamento e di dissenso. In un sistema di controllo 
blindato si affondano colpi di bisturi, come un chirurgo interviene in 
sala operatoria: stavolta però la plastica facciale è per la coscienza 
dell'Io, individuo pensante old style. Intubato l'Homo Sapiens muterà 
sembianze: rimodellato con punture di botulino sarà Homo Virtualis, 
nuovo di zecca, sintesi della tirannia dei numeri che Alexis De 
Tocqueville diceva illiberale già agli albori della democrazia 
statunitense. Schiacciamento molecolare delle masse sulle libertà 
individuali. Stadi svuotati, rigenerati da neo-tifosi, virtuosi 
marketing oriented. Ecco lo scenario: organizzati e dissidenti 
soppiantati. Portafogli a doppio fondo contro coronarie da cuore 
impavido. Banconota contro senso d’appartenenza. Prima di arrivare in 
cassa, si prezzano sacrifici e altruismo, abbassando toni (selvatici), 
alzando il Modello 730 (nei ristoranti Ciao e nei bar-snack Autogrill 
c'è pure il menù del tifoso con sconto del 10%. Ma ci pensate: nessuno 
si incontrerà più per menar vilmente le mani in autostrada. E' bastata 
una fidelity card!) Fahrenheit 451, Atto di Forza, Il taglia erbe: ieri 
film fantascienza, oggi la spalmatura dal venerdì al lunedì, passando 
per l’antipasto domenicale alle 12:30 e l’anticipo cool al sabato all’
ora di cena, lume di candela. Tutto rigorosamente in pay per view, all 
access. Si guarda al modello inglese, ma siamo italiani. Oltremanica 
giocano a pranzo perché usano un frugale branch prima del thè. Da noi 
tagliatelle e fettuccine salteranno con suoceri e nonni che andranno a 
farsi benedire insieme alla messa (contemporanea al fischio d'inizio!) 
S’è portato all’esaurimento il pathos che ha reso dilagante la palla 
presa a calci. Biglietti nominali, tornelli e sguardo vivisezionante di 
telecamere a circuito chiuso come tra i metal-detector in aeroporto, 
passaporto in mano. Lì si scongiurano psicosi terroristiche e vili 
attacchi stile 11 Settembre. Qui (dicono) si faccia per le famiglie 
sugli spalti (giusto!), alzando soglie d’acquisto (sbagliato!), 
escludendo indesiderati reazionari come al confino (regime?) Faccia 
riflettere la pochezza dei nuovi abbonati, prima che sia troppo tardi: 
qualche stagione fa 150-200.000 spettatori si contavano solo tra 
Olimpico e San Paolo (con pezzetto di San Siro). Oggi sono la somma 
stimata di tutte le Tessere del Tifoso vendute in Serie A. Curve e 
tribune rispondono a modo loro: spontaneismo dal basso contro la 
chiusura di spazi vitali. Cose da Braveheart, L'ultimo dei Mohicani e 
Balla coi lupi, altro che Fight Club come si insinua. Certo: chi 
sbaglia paga. Ma sbaglia ed è un teppista pure chi usa cuore e cervello 
per proteggere valori e coscienza critica da tifoso? 
Maurizio Martucci
ARTICOLO TONY DAMASCELLI
È tornato il calcio di casa nostra. Roba brutta, risse furibonde tra tifosi, dovunque, al nord, al centro, al sud, non importante dove, importa come. Si va già di bastoni e coltelli, l’aggressione fa parte dello spettacolo valido per tutte le stagioni. Gli ultras si coalizzano per boicottare la tessera del tifoso. Elementare, il calcio è loro e vogliono gestirlo così, tra una lama di coltello e una dose di cocaina. Il daspo sembra il nome di un 
detersivo, le diffide fanno ridere i delinquenti e i vigliacchi, se ne 
fregano di tornelli e controlli, vanno dove vogliono, si seggono dove 
desiderano.
Il football italiano è questo, ormai, cafone e violento, in campo, in curva, in tribuna autorità, in tribuna stampa. Non sei nessuno se non ti fai riconoscere, se non ti schieri, se non appartieni a una fazione, a una squadra, a un dirigente. Le ultime disposizioni della Lega calcio, in armonia con la Rai che ha acquistato i diritti dell’evento, vieta a chiunque di trasmettere in audio e in video commenti, opinioni, cronache dagli stadi. Se la norma venisse davvero applicata (dico davvero perché conosciamo gli uomini e le loro debolezze) verrebbe smantellata la sala giochi di questi vent’anni, il teatrino di voci e volti che hanno fatto la storia della televisione locale e non soltanto, delle radio di ogni quartiere, urla strazianti dopo un rigore non concesso, orgasmi inenarrabili dopo un gol realizzato dai beniamini, crisi respiratorie dopo una vittoria, cali 
psicodepressivi dopo una sconfitta, tutto rigorosamente in diretta e in 
video, con la telecamera piazzata a centimetri due dal naso.
Dice: così  si limita finalmente la violenza. Calma, incominciamo dall’alto. Chi ha  suggerito agli speaker dello stadio, soprattutto di alcuni stadi, di 
annunciare i nomi e i cognomi delle formazioni come nemmeno nei comizi dei tiranni si usa fare e dire? Chi ha creato questi pagliacci con il 
megafono che per pronunciare le generalità di un calciatore o di un 
allenatore debbono assumere qualche sostanza particolare? I dirigenti 
non sono forse complici gaudenti di questo fenomeno volgare e paesano?
Il circo, non il circolo, è vizioso, difficile uscirne. I tifosi pensano di essere legittimati dai giornalisti urlanti e caricature di se stesse (ma non stava al processo del Lunedì pappa e ciccia con Biscardi?), i giornalisti così fanno perché altrimenti, con la semplice scrittura e grammatica da piola, non verrebbero riconosciuti. È un bell’andazzo e così si è arrivati alla polizia costretta a sparare in aria per tenere a bada il gruppo di delinquenti, come è accaduto a Pisa. 
Detto per inciso, ma fino a un certo punto, per costoro e per tutti gli 
altri protagonisti di misfatti che coinvolgono il calcio, boccio il 
carcere e promuovo i servizi sociali, la pulizia dello stadio  insudiciato, quello delle latrine degli stessi impianti, il rifacimento di seggiolini, poltrone, maniglie, porte divelte durante i simpatici moti, il rifacimento, in carrozzeria, di auto, ambulanze, pullman danneggiati o dati alle fiamme. Ovviamente tutto a costo zero, come si usa ormai dire, perché se c’è una cosa poco gradita a questa orda è proprio il lavoro, quello duro, va da sé, senza salario. 
Così come i giornalisti urlanti e straziati dovrebbero avere una patente a punti: ogni strillo, ogni volgarità, ogni denuncia non provata scatta la 
multa, per gli errori di italiano, con la morte del congiuntivo e parenti vari, non c’è più speranza. Ovviamente sto vaneggiando, è tutta colpa del caldo estivo. Non accadrà nulla di tutto questo, gli arbitri hanno detto che proteggeranno il gioco come non mai, i giornalisti ribadiscono che si atterranno alle regole, i tifosi saranno rispettosi dell’avversario, i calciatori onoreranno il fair play. Non è bello tutto ciò? Peccato che non corrisponda al vero; mazze, bastoni, coltelli fanno parte del bagaglio professionale del nostro meraviglioso pubblico, gli sputi, le gomitate e gli insulti sono di pertinenza di  calciatori e giornalisti. Sono le nostre vuvuzelas. Si ricomincia sul serio, restate con loro.
Tony Damascelli
Altro interessante articolo di Martucci del 5 agosto che non avevo postato e mi sono rimesso in pari.
Mi mancano solo le foto e i tabellini di Levante/Roma.
UN ALTRO CALCIO E’ POSSIBILE?
Geopolitica del pallone: il neo-calcio è un prodotto della società dei consumi.
Il Governo, complici Club-industria, colpisce gli ultras per creare tifosi-clienti.
E in curva torna il brigantaggio?
Maurizio Martucci

Tra ‘700 e ‘800 del secolo scorso un’opposta visione del mondo portò allo scontro romantici e illuministi, ortodossi di irrazionalità e passione contro razionalisti dei lumi. Sfida col guanto, armi cavalleresche, prima dell'avvento delle ideologie del '900 post rivoluzioni francese e industriale. Caduta Berlino e poi il Muro, nel terzo millennio è rimasto poco del duello culturale sulla weltanshauung: oggi la tecnocrazia è sovrana, con buona pace di spontaneisti e teorici dell’aggregazione non omologata. Ha vinto l’Uomo Massa. Ha perso l’Uomo Primordiale. Dappertutto, anche nello sport e nelle sue dinamiche sociali.

Geopoliticamente parlando, sono 30 anni che la storia del calcio italiano muta ingredienti e anticorpi. Non più progressismo-tradizionalista ma evoluzionismo apolide allo stato puro: profitto e merchandising sono in cabina di regia. E l’ultima trovata si chiama Tessera del Tifoso, frutto naturale del neo-calcio d’esportazione italiota. Dovrebbe arrestare la devianza delle scorribande giovanili, ma fa arrossire la pur consumeristica NBA del basket americano. L'accusano di essere “un prodotto senza cuore”, rigettato aprioristicamente dall'UEFA e dal popolo di fedeli conservatori (ultimi romantici) che non colgono più ardore nemmeno tra compagini giovanili e campi di categorie minori. Il neo-calcio è nauseante ovunque, da Nord a Sud, isole comprese: emana odore ripugnante, sollecitando masse disgregate, allontanando folle tribali selvatiche. Il neo-calcio ha una nuova ricetta in doppio petto, politically correct: può fare a meno dei tifosi. Il neo-calcio punta sui neo-tifosi, stile Vuvuzela, apotropaica Lepatata sudafricana in si bemolle. Suono mono corda, una sola nota che copre tutto, compresi cori di incitamento e grida di dissenso. Striscioni e megafoni non entrano in curva e nemmeno scenografie non autorizzate. In un sistema di controllo blindato è in atto uno scontro antropologico apocalittico, condotto a colpi di bisturi, come un chirurgo affonda la lama in un intervento di plastica facciale: però stavolta in sala operatoria c'è la coscienza dell'Io, individuo autonomo e pensante, categoria old style. L'Homo Sapiens Sapiens sta per essere intubato, cambierà sembianze: verrà sfigurato e rimodellato con punture rigeneranti di botulino. Nascerà  l'Homo Virtualis, nuovo di zecca, sintesi futuristica della tirannia dei numeri che Alexis De Tocqueville diceva illiberale già agli albori della democrazia statunitense. Schiacciamento molecolare delle masse sulle libertà individuali. Non c'è né per nessuno. Si salvi chi può: “I 400-500 ultras che hanno protestato - riferisce il Ministro dell'Interno Roberto Maroni - verranno sostituiti nell'immaginario collettivo dai 4/5 milioni di tifosi che con la tessera andranno in stadi più sicuri”. Ed ecco meravigliosamente lo scenario dischiudersi, come d'incanto: c'è chi vince e c'è chi perde. I dissidenti contestatori verranno soppiantati. Anche se sono i nostri ragazzi, i nostri figli: chi se ne frega se verranno espulsi, sostituiti da nuovi scudi umani. Portafogli a doppio fondo contro coronarie da cuore impavido. Moneta banconota contro luce d’enfasi e senso d’appartenenza. Prima di arrivare in cassa, si prezzeranno sacrifici e altruismo. Abbassiamo i toni, alziamo il Modello 730: hanno un costo quantificabile trasferte, ore insonne su treno e pullman con sciarpa e gagliardetto. Una volta su quelle reliquie ci si poggiava la guancia per sognare ad occhi aperti. Oggi si monetizza pure l’anima e il sogno è diventato virtuale, artefatto, illusione costruita, impacchettata. Esci tu, perché eticamente indesiderato e politicamente scorretto. Entra lui, perché chirurgicamente anestetizzato, innocuo, bocca tappata e tasche ipotecate in attesa di essere svuotate (se non lo sapevate, nei ristoranti Ciao e nei bar-snack di Autogrill SpA, c'è pure il menù del tifoso con sconto del 10%. Che bello, ma ci pensate: nessuno si incontrerà più per menar vilmente le mani in autostrada. Basterà darsi un appuntamento via Sms e mangiare insieme con la fidelity card, risparmiando!) Fahrenheit 451, Atto di Forza, Il taglia erbe: ieri film fantascienza, oggi pellicole quasi realtà. Grazie ad una direttiva ferragostana datata 2009. Quando chi (poteva) se ne stava al mare sotto l'ombrellone e la Tessera del Tifoso diventò magicamente operativa. A fari spenti...

Per i nostri nonni il calcio era la radiocronaca di Nicolò Carosio. Per i nostri padri Tutto il Calcio Minuto per Minuto con la voce (roca) di Ciotti e (dolce) di Martellini. Per noi è stato 90° Minuto di Paolo Valenti, coi collegamenti cult di Tonino Carino da Ascoli e Luigi Necco da Napoli. Ieri le gare erano in contemporanea. Per lo spettacolo dal vivo c’erano gli stadi (eccetto lifting tipo Italia '90, gli stessi d'oggi!), c'era l’atmosfera dell’attesa, la gente arrivava in gradinata sin dal mattino, sapeva quando iniziava, sapeva quando finiva. E poi altri sette giorni prima di ricominciare, col fiato sospeso, in apnea, stimolati dalle figurine Panini. Oggi il neo-calcio aspetta una Legge Quadro (ferma alla Camera) che potrebbe revisionare piani regolatori, sbloccando progetti di avveniristici centri multifunzionali, cittadelle del neo-calcio con supermercati, cinema e megastore.  E poi, tutti lì dentro come in una vita surreale. Con la scusa di un goal in fuorigioco su cui versare lacrime di coccodrillo (senza moviola RAI, per carità: evitiamo polemiche populiste!), faremo amicizia con una veemente hostess sorriso smagliante: tra un coro e l'altro ci propinerà un modulo prestampato di mutuo a tasso variabile da contrarre con la società partner della nostra squadra del cuore. Commuovente: “Che dolcezza!” Anzi, rivisitando un azzeccatissimo spot pubblicitario, commuovente bis: “Che banca!” I calendari li estrae l’urna di Piazza Affari, CONI e FIGC restano in disparte, senza nemmeno ricevere l'invito per il primo atto ufficiale della nuova stagione. Ci aspetta la spalmatura di gioco dal venerdì al lunedì, passando per l’antipasto domenicale alle 12:30 e l’anticipo cool al sabato sera per l’ora di cena, a lume di candela. Tutto rigorosamente in pay per view, all access. Si guarda al modello inglese, ma siamo italiani un pò fetish. Anche se la Guerra è finita snobbiamo la perfida Albione perché aborriamo la vera cultura del calcio. Della performance non ce ne infischia un tubo e nemmeno della sfera d'impatto sociale. Oltremanica giocano all'ora di pranzo perché usano un frugale branch prima del thè. Da noi con tagliatelle e fettuccine salteranno pure le conviviali da suoceri e nonni. Grazie al neo-calcio, che ha vinto a colpi di propaganda.

Non c’è più spazio per l’immaginazione. S’è smarrito il piacere della maglia sudata, il dolore della bandiera sventolata sofferente ma fiera, la logica della vittoria e della sconfitta. Sei mesi di contratto, poi cambi casacca (la terza è naif, quella dei portieri a tinte disunite). Ti  contrattualizzo a Luglio, ti rivendo a Gennaio (campagna di riparazione). Comproprietà, prestito con diritto di riscatto, plusvalenza, articolo 17, parametro zero, doping, sentenza Bosman, doping amministrativo e Calciopoli. S’è portato all’esaurimento il pathos che ha reso dilagante il fenomeno della palla presa a calci, nata oltre 150 anni fa tra Oxford e Cambridge (regolamentata nella libera muratoria FreeMasons' Tavern della City), pronipote del calcio storico fiorentino d’italica reminiscenza. Oggi si entra allo stadio con biglietti nominali, varcando pre-filtraggi, tornelli e lo sguardo vivisezionante di telecamere a circuito chiuso, come tra i metal-detector degli aeroporti quando si sfila passaporto in mano. Lì si scongiurano psicosi terroristiche e vili attacchi stile 11 Settembre 2001. Qui si perora il ritorno delle famiglie sugli spalti (giusto!), alzando soglie d’acquisto (sbagliato!), per escludere gli indesiderati reazionari, diventati ingombranti dall'oggi al domani (strano!). Mi sembra di sentirli i ragionamenti di chi, fino alle ultime Regionali, in curva ci entrava eccome, ma a caccia di voti: “Non vogliamo più reietti e squattrinati, ne faremo a meno. O c’hanno i soldi, o non entrano, fedina penale al vaglio. E gli ultras continuassero pure a picchiarsi da un'altra parte, lontano dal circuito mediatico. Occhio non vede, cuore non duole!” Sai che sbornia: i più scalmanati bypasseranno i settori ospiti per accodarsi in zone promiscue. Tutti mischiati, all'impazzata. Ci vorranno gli 007 per prevenire l'incontrollabile, reso mimetico. Ecco l’antidoto sicurezza, alla faccia del garantismo, dello spazio ludico e delle libertà fondamentali! La certezza dell'uguaglianza del diritto è un optional, c'è deregulation giuridica accanto al rettangolo verde: oggi la Tessera del Tifoso ha creato uno spazio extra-territoriale, dove per entrarci (senza obbligo di legge) ti scrutano casellario giudiziale e carichi pendenti, eppure in modo diverso da città a città. E se non entri in curva, non c'è bacchetta magica, e il disagio giovanili non è risolto. Ma solo spostato, fuori i cancelli, nelle piazze. Non è lo status della Repubblica delle Banane di Paperino. Questo è il neo-stadio d'Italia gestito con tecniche sperimentali di controllo sociale di massa. Abitato non più da tifosi ma da clienti consumatori, vestiti in abiti uniformati. E' il prodotto neo-calcio, troppo stretto per sostenitori modello tifo all'antica, calzato su misura per individui alfanumerici, codici a barre e micro-chip con tecnologia di radio frequenza di identificazione a distanza (passepartout di programmi speciali spendi e spandi).

Il calcio ha perso ritmo, ha smarrito religiosità civile e riti magici tramandati da una generazione all’altra. Il neo-calcio ha acquistato carte prepagate al consumo e flussi economici d’alta finanza (ingaggi di calciatori... off-shore) Il programma stagionale partorisce in Borsa, gli abbonamenti si fanno in banca e la black list passa preventivamente in Questura. Le società obbediscono ai dictat del Governo (non del Parlamento) e la fila ai botteghini è un timido ricordo per nostalgici del “dai, andiamocene allo stadio all'ultimo minuto…”. No, fa parte del passato. Quei momenti sono chiusi nel cassetto. Con serratura a doppia mandata, insieme ai nomi tradizionali. Non ci sono più nemmeno quelli: erano in vendita, se li sono comprati. Prima c'erano Serie B e Coppa Italia, punto e basta. Oggi ci sono Serie B-BWin e Tim Cup.

Però la pochezza dei numeri dei nuovi abbonati deve far riflettere: qualche anno fa, 150.000 spettatori da stadio si contavano sommando gli abitudinari paganti (solo) di Olimpico e San Paolo. L'arena pallonara era la festa domenicale per eccellenza (al diavolo il parroco e pure la messa!) Oggi 150.000 clienti sono la somma stimata di tutte le Tessere del Tifoso richieste dagli attivisti del neo-Campionato di Serie A-TIM (main sponsor). Non un millennio fa, il Napoli di Beppe Savoldi faceva 70.402 abbonati, il Milan di Weah 73.500 e la Roma di Batistuta 44.723. Se il pallone life s’è sgonfiato all'improvviso, in compenso ci sono in presa live satellitare e digitale terrestre: il primato è di Sky con 4.700.000 abbonati, le concorrenti Mediaset Premium e Dahlia Tv   rosicchiano significative quote di audience. I ripetitori di Tele + e Stream sono spenti da un pezzo e Conto TV (se avesse vinto il ricorso al Tribunale Civile di Milano, sezione proprietà industriale) avrebbe sbancato il tavolo, riformulando in Lega il contratto mutualistico vigente. Uno sale, l’altro scende. E' la logica del mercato, ma non del campo. E ha perso il calcio. E ha vinto il neo-calcio, mentre curve e tribune montano un boicottaggio popolare senza precedenti. Con piglio radicale: “Difendiamo la nostra libertà di liberi cittadini, prima che di tifosi. Via schedature e banche dal nostro calcio. Stadi vuoti: no alla tessera del tifoso!” Uno spontaneismo dal basso tipo  brigantaggio mitizzato, fenomeno contrario al processo di piemontesizzazione dello spazio vitale. Cose da Braveheart, L'ultimo dei Mohicani e Balla coi lupi, altro che Fight Club come vorrebbero farci credere. Certo: chi sbaglia paga. La violenza va stigmatizzata, da qualunque parte provenga. Sempre. Ma sbaglia e deve pagare pure chi usa cuore e cervello e difende valori e coscienza critica? Mica si vorrà arrivare al confino e alle liste di proscrizione per gridare Goal...

L'ultima sui recenti Campionati del Mondo e vi lascio.
Per chi non se ne fosse accorto, (altro che Spagna-Olanda) Adidas-Nike è stata la finale, facilmente pronosticabile da un tabellone guarda caso un pò burlone, eccezionalmente (chissà perché?) spartito in due tronconi netti di lobby, grossi marchi di multinazionali (neo-calcio core business) che non avrebbero potuto far altro che incontrarsi proprio alla fine (chi l'avrebbe mai pensato, proprio in finale!). L'una contro l'altra. Non poteva accadere l'inverso e non poteva finire in parità. Uno dei due brand avrebbe vinto e così è stato, Coppa del Mondo in pugno (ops, griffata sulla maglia). Ma lo sapevo in anticipo. Me l’aveva detto un atipico indovino superstizioso che è riuscito ad infastidire pure l'iraniano Ahmadinejad: il polipo Paul, pescato all'isola d'Elba (dicono), tentacoli mozzafiato dal sapore trash in salsa rivisitata pop-romantica. Guai a tirarlo fuori dall’acqua. Significherebbe snaturarlo, estrometterlo dal suo habitat naturale. Primitivo, come era il calcio popolare. Che oggi è andato a farsi benedire, dopo un secolo e mezzo di onorato servizio. Alziamoci in pedi, in religioso silenzio. E recitiamogli il de profundis, pregando: “Ei fu, 28 Agosto 2010, anticipo della prima giornata del neo-Campionato del neo-calcio italiano. Con Tessera del Tifoso in mano e neo-centri commerciali (dicasi nuovi stadi) in agenda parlamentare”. Alfa, omega. Il cerchio s'è chiuso e il circo può ricominciare. Telecamere accese. Ovvio. Amen.
Maurizio Martucci

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Video e foto dalla parte degli Ultras Montreal della stagione in corso:
http://www.youtube.com/watch?v=RENcew7gsm0
http://www.youtube.com/watch?v=HDvsCjA6TnE&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=WVWPAeIEJAE
http://www.youtube.com/watch?v=VJnb-Np6Lck
http://www.youtube.com/watch?v=hE4K1sFHH1o


29 agosto 2010 (pomeriggio): questo aggiornamento è uno "riassuntivo" che cerca di colmare quanto - per via delle ferie estive - non sono riuscito ad inserire. In linea la pagina di Grosseto/Roma e di Inter/Roma di Supercoppa.
Roberto Stracca sul Corriere della Sera in ordine a Roma/Cesena:
"CORSERA (R. STRACCA) - «Si, ma uno stadio senza tifo è come un giornata senza sole». Aldo ha 67 anni. Il primo giorno allo stadio se lo ricorda meglio del matrimonio. Ma una prima di campionato così gli mancava. La prima con la tessera del tifoso. «Io me la sono fatta perché so’ tifoso. Ma mi fjo che è un ultras me dice che non so’ tifoso perché mi sono adeguato. Boh». Già perché il primo risultato della ormai famigerata tessera — l’antidoto giusto al vecchio problema della violenza negli stadi secondo i fautori; un «male necessario» per i moderati; un atto liberticida per i contestatori — è stato quello di dividere i tifosi di una stessa squadra. Non è solo il fatto che i possessori della card hanno un ingresso privilegiato ai cancelli, ma ai prefiltraggi si finisce in una calca indistinta dove se sei una simil velina passi prima anche se non hai la card.

Ma succede che gli ultrà romanisti restano per un tempo fuori a manifestare il loro civile e goliardico (radioline che fanno tanto calcio che non c’è più) e gli altri stanno dentro (ai cancelli nessun blocco o picchettaggio temuto ma qualche lancio di buste d’acqua) a spellarsi le mani quando Francesco Totti entra a scaldarsi. All’inizio c’è qualche timido coro (e qualche ululato per Appiah, non imputabile agli ultrà stavolta...), ma poi manca la colonna sonora del tifo organizzato. Così capita che a un certo punto all’Olimpico si senta «e viva la Romagna e viva il sangiovese» intonato dai numerosi sostenitori ospiti. Anche loro divisi. I «non tesserati» infatti non vanno nel settore ospiti ma in uno limitrofo e, oltre a riservare non proprio oxfordiani saluti al ministro Maroni, mandano ripetutamente a quel paese i «colleghi» che hanno sottoscritto la card. Chi non ha la tessera infatti non è inibito alla trasferta ma non può accedere al settore ospiti. Cosa che non agevola chi provvede all’ordine pubblico.

Il tifo mancante e il clima surreale fa restare male i bambini, tanti al battesimo allo stadio. «I miei sanno già tutti i cori della Sud. Che peccato dopo che oggi siamo diventati matti per acquistare i tagliandi...», rivela mamma Fiorella («come la madre del capitano», ci tiene a sottolineare). Nel secondo tempo gli ultrà della Roma entrano al coro «Io non mi tessero». Qualcuno fischia, ma molti delle tribune applaudono al ritorno di colore e calore. La partita ritrova il suo sottofondo. La Roma non vince. Ma Aldo sorride. «Almeno nel secondo tempo è tornato un po’ di sole».

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Iniziamo con l'ennesimo decreto legge contro la violenza negli stadi annunciato da Mantovano:
"In arrivo nuovo decreto legge - Ad illustrare le norme che vengono messe a punto in questi giorni è stato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, sostenitore da sempre della flagranza differita.
"Una misura - dice - che ha dato buoni frutti contro la violenza negli stadi. Un provvedimento a tempo, introdotto nel 2003 dall'allora ministro Pisanu, che è scaduto il 30 giugno" (si sono dimenticato di prorogarlo e ora lo spacciano come un rimedio nuovo).
"Le videocamere presenti ormai in tutti gli stadi - dice Mantovano - permettono di visualizzare le riprese degli incidenti e di identificare i violenti per poi procedere all'arresto. Ma tutto ciò richiede tempo, dunque, è indispensabile prevedere la flagranza differita per proseguire nell'obiettivo di isolare i violenti ed evitare gli incidenti".
Un lungo iter parlamentare - L'arresto in flagranza a distanza di ore dal fatto è stato previsto per la prima volta nell'aprile 2003 per reati commessi in ambito di manifestazioni sportive e sulla base di documentazione video fotografica o di altri elementi dai quali emerga con evidenza l'accaduto.
La misura fu approvata con un termine di due anni, più volte rinnovata, spesso tra proteste in nome di una presunta lesione del garantismo.
Un'escamotage, disse allora Mantovano, per farla approvare altrimenti non sarebbe mai passata in Parlamento. Si era parlato per la prima volta di flagranza differita con un decreto licenziato dal consiglio dei ministri nell'agosto del 2001.
Le modifiche nel corso dell'iter di conversione in Parlamento cancellarono la norma e le violenze negli stadi continuarono. Per questo nel 2003 Pisanu la ripropose. Nel giugno 2005 la norma venne prorogata.
Così anche nel 2007 quando, con Giuliano Amato al Viminale, il termine della flagranza differita passò da 36 a 48 ore.

Steward pubblici ufficiali - Mantovano annuncia inoltre che il decreto, che il Viminale si appresta a mettere a punto, conterrà anche novità per gli steward.
"Questa figura che ha sostituito la polizia negli stadi - dice - ha bisogno di un'analoga tutela giuridica". Si profila, ad esempio, che possano essere qualificati, all'interno dello stadio, come pubblici ufficiali.
In più, aggiunge il sottosegretario all'Interno, "il provvedimento potrebbe prendere in considerazione alcune misure anti violenza ipotizzate recentemente dal pool 'reati da stadio' della procura di Napoli".
A luglio il procuratore aggiunto di Napoli, Giovanni Melillo, aveva, infatti, avanzato la proposta di applicare il Daspo anche a quanti, pur non essendo stati protagonisti diretti di comportamenti violenti negli stadi, abbiano riportato condanne, anche non definitive per gravi delitti: rapina, estorsione, traffico di stupefacenti e, in generale, reati di criminalità organizzata.
Per Melillo, inoltre, il Daspo deve essere applicato con rigore: "oggi accade - aveva sottolineato - che soggetti diffidati possono mancare, anche per interi campionati, di adempiere l'obbligo di firma loro imposto in contemporanea allo svolgimento delle partite, senza che sia possibile adottare alcun provvedimento cautelare" (come detto in passato, il Dott. Melillo non ha letto bene la legge).
Dunque un pacchetto di misure su cui Mantovano si augura "ci sia da parte di tutti i partiti il massimo della compattezza, come e' gia' avvenuto per i provvedimenti antimafia. A sottolineare che sul punto non ci sono divisioni ma unita' d'intenti tra maggioranza e opposizione".
Tanto per chiarire:
a) al Governo è "sfuggita" la scadenza del termine a tempo della flagranza differita, che scadeva - appunto - il 30 giugno 2010. Quindi il prorogare la flagranza differita altro non è che riparare a una  svista;
b) l'equiparazione degli steward - all'interno degli stadi - ai pubblici ufficiali, ai fini della pena, già c'è, addirittura dal 2005:

ARTICOLO 6 QUATER LEGGE 13 DICEMBRE 1989 n. 401 n. 210
(Violenza o minaccia nei confronti degli addetti ai controlli dei luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive)
(introdotto dalla Legge 17 ottobre 2005 n. 210)
comma 1 Chiunque commette uno dei fatti previsti dagli articoli 336 e 337 del codice penale (violenza o minaccia e resistenza, n.d.r.) nei confronti dei soggetti incaricati del controllo dei titoli di accesso e dell'instradamento degli spettatori e di quelli incaricati di assicurare il rispetto del regolamento d'uso dell'impianto dove si svolgono manifestazioni sportive, purché riconoscibili e in relazione alle mansioni svolte, è punito con le stesse pene previste dai medesimi articoli. Tali incaricati devono possedere i requisiti morali di cui all'articolo 11 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.
Questo può quindi voler dire che gli steward avranno poteri di polizia... vedremo in che modo.
E-mail: "ciao lorenzo salto tutti i complimenti tanto li conosci bene.....ti voglio raccontare una disavventura:ieri compro il biglietto x roma cesena avendo la prelazione come vecchio abbonato che non ha rinnovato...fin qui' tutto ok! purtroppo un'ora dopo perdo il portafoglio con dentro tessera vecchia e biglietto nuovo, oltre tutto il resto! vado a fare la denuncia e chiamo la roma x sapere come muovermi....allora x la tessera vecchia e' impossibile avere il duplicato, ma mi hanno detto che tutte le volte che ne avro' bisogno il roma store chiamera' trigoria e loro confermeranno che ce l'avevo....quindi tutto ok! chiedo x il biglietto e mi dicono che avendogli mandato il fax con la denuncia mi "libereranno" il nome x un nuovo biglietto che pero' DEVO RIPAGARE X INTERO, quindi altri 17 euro! ci sono rimasto come uno stupido.....ero convinto che avendo nome cognome codice a barre e tornelli vari fosse chiaro che annullando l'altro mi avrebbero ridato il biglietto senza pagare! soprattutto dopo 15 anni d'abbonamento........il tutto x colpa di sta maledetta tessera....che se non ci fosse stata m'avrebbe evitato tutte ste trafile in quanto sarei stato abbonato come al solito! vabbe' ce devo sta'! ti saluto e ricomincia con gli aggiornamenti che cosi' al lavoro c'ho qualcosa che mi fa' compagnia!!! blaso!".
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Proseguiamo con il gossip:
"Bagno nella fontana del  Biancone, in piazza della Signoria a Firenze, per protestare contro la tessera del tifoso. L' autore della plateale protesta è Gabriele Paolini, il "disturbatore televisivo". L' uomo ha compiuto un blitz: si è avvicinato al monumento dell' Ammannati dedicato a Nettuno, si è spogliato ed è entrato nella vasca con le sole mutande. Poi, usando un megafono, ha cominciato a criticare la tessera del tifoso. Il suo show è durato alcuni minuti, poi i vigili urbani lo hanno convinto ad uscire. Paolini è stato denunciato"
Comunicato Giovinezza Roma:
PASSA IL TEMPO CAMBIA LA GENTE........
 MAI CORO FU PIU' VERITIERO, CI TROVIAMO OGGI A CONDURRE UNA  BATTAGLIA GIUSTA CONTRO 
L' INTRODUZIONE DELLA “TESSERA DEL TIFOSO” E A CONVIVERE DENTRO LA NOSTRA CURVA CON CHI HA DECISO DI ASSOGGETTARSI AL POTERE SOTTOSCRIVENDO LA STESSA, PASSANDO SOPRA AI PRINCIPI DI LIBERTA' PERSONALE E DI ORGOGLIO PROPRIO.
NON POSSIAMO FAR FINTA DI NIENTE, PORTEREMO AVANTI LA NOSTRA LOTTA, MAGARI IN MINORANZA, ANCHE CONTRO CHI HA CALPESTATO PER MERA IPOCRISIA TUTTO QUELLO CHE 
QUESTA CURVA IN TANTI ANNI DI GLORIA CI HA REGALATO.
IN UN PAESE DI FINTA DEMOCRAZIA, DOVE TUTTO ORMAI E' IMPOSTO O FATTO DIGERIRE IN OGNI CASO, DOVE GIORNALMENTE SIAMO PROTAGONISTI PASSIVI DI CONTINUE REGOLE DITTATORIALI, NON TOLLERIAMO CHE SI VOGLIA SOFFOCARE LA NOSTRA PASSIONE CALCISTICA E, DISTRUGGERE L'ULTIMO LUOGO DI AGGREGAZIONE CHE DA FASTIDIO A CHI NON CI VUOLE PIU' UNITI IN UN 
UNICO MODO DI PENSARE.
IN UN ITALIA DI PRETI PEDOFILI, PENTITI E MINISTRI PREGIUDICATI CI VIENE PROPRIO DA DIRE “ IL BUE CHE DICE CORNUTO ALL' ASINO” , QUINDI NOI CONTINUEREMO LA NOSTRA BATTAGLIA PERCHE' LOTTARE PER LA NOSTRA PASSIONE NON E' COME DOVER COMPRARE UN DECODER DIGITALE.
PER QUESTI MOTIVI NELL' ATTUALE CAMPIONATO, SOSTERREMO LA NOSTRA SQUADRA SOLO NELLE PARTITE DISPUTATE ALL' OLIMPICO, ED ESPORREMO IL NOSTRO STRISCIONE OGNI QUALVOLTA L'ACQUISTO DEL BIGLIETTO CE LO PERMETTERA'; NEL CASO CONTRARIO NON PARTECIPEREMO AD 
INIZIATIVE CHE SECONDO IL NOSTRO PENSIERO NON SIANO INERENTI E COSCIENZIOSE CON LA BATTAGLIA CHE ORMAI DA TEMPO ABBIAMO INTRAPRESO.
NON SEGUIREMO LA NOSTRA SQUADRA IN TRASFERTA IN ITALIA , BENSI ALL'ESTERO E COMUNQUE
IN TUTTI QUEGLI INCONTRI NON RIGUARDANTI IL CAMPIONATO DI SERIE A, PERCHE' A DIFFERENZA
DEGLI ANNI PASSATI NON RISPONDEREMO “ SI” ALLE DISPOSIZIONI DELL' OSSERVATORIO SU DOVE,
COME E QUANDO RECARSI IN TRASFERTA E, ANCOR PIU' PERCHE' RECARSI A SIENA VORREBBE DIRE FARLO ANCHE IN STADI PIU' INSIDIOSI.
SARA' FATTA ECCEZIONE SOLO PER IL DERBY GIOCATO IN “ TRASFERTA” POICHE' NEANCHE LA TESSERA DEL TIFOSO PUO' CANCELLARE LA RIVALITA' CITTADINA.
DISTINTI SALUTI
GIOVINEZZA ROMA
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Ancora Tdt:
Comunicato Stampa n. 34/2010
Roma, 28 agosto 2010
TESSERA DEL TIFOSO:
SCHEDATURA DI MASSA… A QUANDO LA DEPORTAZIONE???
L’ASS. DOSSETTI DICE NO A QUESTA TESSERA DEL TIFOSO
Rovente in questi giorni il telefono dell’Associazione "Giuseppe Dossetti: i Valori - Sviluppo e Tutela dei Diritti" (www.dossetti.it) , decine e decine le telefonate dei tifosi che danno il loro fermo no alla tessera del tifoso. Veri tifosi che credono nello sport, tifosi di squadre diverse, di differenti idee politiche, tifosi giovani, tifosi anziani, tifosi laureati e tifose casalinghe, tifosi impiegati e tifosi operai.
L'associazione Dossetti scende in campo per tutelare i diritti del "Tifoso vero", di quello che ha sempre creduto nello sport e che oggi non vuole essere identificato con il violento che va allo stadio per delinquere. Perché tifoso è anche chi, una domenica di campionato, decide di andare allo stadio con la famiglia e non deve essere costretto a chiedere la tessera per schedare se stesso e la famiglia e con 2 mesi di anticipo.
Obbligare un tifoso alla tessera significa andare contro la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali così come scritto nel Protocollo 11 di Strasburgo dell’11 maggio 1994 (e siglato a Roma dall’attuale Presidente del Consiglio il 29 ottobre 2004) e nel quale sono evidenziati i concetti di uguaglianza, libertà e dignità della persona in uno stato di democrazia e di diritto.
E non solo, l’obbligo alla tessera è contrario all’articolo 13 della Costituzione italiana ‘cioè il diritto alla libertà’.
 L’associazione Giuseppe Dossetti rivolge un "appello" al Ministro Maroni e chiede un incontro urgente sulla " tessera del Tifoso", che ad oggi appare nella sua regolamentazione "anticostituzionale" e " in contrapposizione con i diritti sulla "privacy".
Il segretario Claudio Giustozzi ha dichiarato: << la tessera del tifoso mina la libertà della persona perché nega il diritto ad andare allo stadio con la stessa libertà con cui si va al cinema o in discoteca. In un momento nel quale i cittadini sono sbigottiti per la mancanza di etica politica, per la mancanza di possibilità economiche, per una strisciante ma visibile mancanza delle libertà fondamentali ci si arroga il diritto di imporre un ulteriore balzello economico per l’acquisto di una tessera del tifoso che non servirà ad altro che a portare benefici economici a questa o a quella banca, negando il diritto del cittadino onesto di poter scegliere come passare il suo tempo libero; oggi rimane ancora possibile andare al cinema o in discoteca ma è impossibile, per chi non è un ‘tifoso’ ma è un ‘amante dello sport’, poter assistere liberamente alle competizione agonistiche. Sarebbe bastato applicare in modo esemplare, e non come già successo con il povero Gugliotta, le normative e le leggi vigenti. Sarebbe bastato, invece che far spendere soldi ai cittadini dare più fondi alle forze di polizia che sono deputate a isolare i pochissimi tifosi violenti. Di fatto si stanno creando i presupposti per una violenza di massa, non sono d’accordo con l’entusiasmo del ministro per i 500.000 che hanno acquistato la tessera del tifoso, voglio ricordargli che solo i cittadini della ‘padania’ sono milioni e sono tutti tifosi di questa o quell’altra squadra,quindi è evidente che si tratta di un flop pericolosissimo per le proteste, sicuramente civili, ma che vedranno come sempre protagonisti negativi i soliti pochi violenti>>
NOTA: L’Associazione "Giuseppe Dossetti: i Valori - Sviluppo e Tutela dei Diritti" ha dato mandato ai propri legali di valutare eventuali azioni da intraprendere presso la Corte di Strasburgo.
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Stracca sul Corsera qualche giorno fa:
Diminuiscono gli abbonati. E le card molto spesso non sono ancora pronte
Il caso della tessera del tifoso che non c’è
La partenza del nuovo progetto rischia a breve di complicare ulteriormente la situazione
ROMA — A Napoli, piazza caldissima, il questore ha lanciato un allarme forte e chiaro: «Qui la tessera del tifoso non l’ha richiesta nessuno». E c’è timore visto che la trasferta di Firenze di domenica è aperta soltanto ai possessori della card. A Udine c’è chi ha fatto la card nonostante qualche problema kafkiano (per gli austriaci che tifano bianconero, perché non avevano il codice fiscale in quanto non residenti...). Ma 3 mila tessere non saranno pronte per la gara con il Genoa. A Pisa c’è grande paura per la gara casalinga del 5 settembre: l’ultima volta, infatti, sono volati sputi e minacce tra i fan nerazzurri pro-tessera e i contestatori. Spaccato della spaccatura che vive il mondo del tifo: duri e puri contro allineati, bollati come «servi dello stato» o «ultras profit», perché non hanno voluto rinunciare per una battaglia ideologica al business della curva.

Forse sarà la panacea del problema della violenza negli stadi (già, ma negli autogrill, nelle stazioni, negli incroci pericolosi?). Forse, dopo decenni di lassismo in cui si è voluto confinare nello stadio, e nella fattispecie nelle curve, il conflitto antagonista giovanile tipico della società contemporanea, è l’inizio di un’inversione di tendenza. Anche ieri il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, contestato violentemente dai tifosi dell’Atalanta alla Festa della Lega Nord ad Alzano Lombardo (lancio di petardi, scontri con la polizia e diversi agenti feriti il bilancio della serata), si è dichiarato «soddisfatto» per la partenza del progetto. Ma la «tessera del tifoso» rischia, nel breve periodo, di alimentare i problemi anziché risolverli.

Il primo dato concreto è che ancora meno gente andrà allo stadio: gli abbonamenti segnano una flessione del 20%. Un dato allarmante per il malandato calcio italiano. Per libertà di scelta, anche chi non è ultrà e non ha mai pensato di esserlo nella vita, dopo biglietti nominali, necessità di un documento per un bambino di 8 anni, odissee fantozziane nella burocrazia più ottusa per una partita di pallone, c’è chi non ne ha potuto più e ha finito per dire addio allo stadio e aderire alla sempre più ricca offerta televisiva.

Se il fine della tessera, invece, è creare il tifoso ufficiale, eliminando quella sacca di gruppi violenti, politicizzati (già ma sotto le elezioni hanno sempre fatto comodo a tanti politici...), legati alla criminalità organizzata, il risultato immediato è stato spingere nella sfera dell’antagonismo e del non-controllo una serie di gruppi borderline, vivaci, non esattamente dei boyscout, ma con cui c’era dialogo da parte delle forze dell’ordine. E che soprattutto erano conosciuti e riconosciuti. Il rischio è che le curve (dove il processo di erosione dei leader riconosciuti era già in stato avanzato) siano sempre più regno di «cani sciolti», che compreranno, volta per volta, il biglietto, che magari viaggeranno in maniera anonima e incontrollata (una volta si sapeva chi e da dove partiva), visto che la «tessera del tifoso» è obbligatoria per accedere al settore ospiti nella gare fuori casa. Ma, se come è accaduto in passato già per partite in cui il settore ospiti era chiuso, i tifosi ospiti (come fecero i Grifoni in occasione di un Roma-Genoa destando al loro arrivo non poco allarme) comprassero i biglietti di un altro settore, che cosa potrebbe succedere.

I sindacati di polizia hanno già lanciato l’allarme. Dopo Inter-Roma di Supercoppa (gara per cui l’ex sottosegretario all’Economia, Paolo Cento, ha duramente criticato il ministro Maroni per la gestione dell’ordine pubblico visto che nerazzurri e giallorossi erano a stretto contatto), Franco Maccari, segretario generale del Coisp, il sindacato indipendente di polizia: «È assordante il silenzio di Federcalcio e Lega. Il ‘‘governo del calcio’’ tace. Tace perché poi, quando il rischio diventerà emergenza, a contrastare il fenomeno ci saranno sempre gli uomini e le donne delle Forze di Polizia costretti a combattere una vera e propria battaglia».

Da sabato, poi, la Lega dovrà verificare se gli accessi privilegiati e le altre agevolazioni per i possessori delle tessere saranno veri o mere promesse dei club. Ma il vero nodo sarà capire se veramente a chi ha la tessera sarà possibile andare in quelle trasferte che da anni sono vietate: Napoli, solo per fare un esempio, per i romanisti. Il Milan è il club modello per adozione della card (l’hanno spedita anche a chi è transitato una volta per caso da San Siro). Ma l’anno scorso per scongiurare l’arrivo a Genova dei rossoneri in possesso della card si decise di giocare Genoa-Milan, gara ad altissimo rischio, a porte chiuse con forte irritazione degli abbonati rossoblù. Così accadrà per Nocerina-Cavese di domenica. Gara di Prima Divisione, dove l’adozione della tessera del tifoso è un vanto. La prefettura di Salerno ha deciso la disputa a porte chiuse. Anche per chi ha la tessera. E le società hanno fatto ricorso: benvenuti in Italia.

Roberto Stracca
26 agosto 2010

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Viva il Papa!
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Iniziative editoriali degne di menzione:
"Si chiamano Augusto, Giuseppe, Vincenzo, Gabbo, Antonio, Spagna, Celestino, Cioffi, Stefano, Mau... I loro nomi non sono famosi, ma per le “curve” a cui appartenevano sono scolpiti nella pietra, impossibili da dimenticare. Per la prima volta un libro racconta le storie di decine di uomini, donne e ragazzi morti di tifo. Uccisi nell’insensata guerra fra ultras, ammazzati da stadi colpevolmente fatiscenti, colpiti dall’eccesso di repressione delle forze dell’ordine. Cuori tifosi è il canto di dolore di tutti gli stadi italiani, in un Paese che vive di calcio e troppo spesso, purtroppo, di calcio muore. E che, soprattutto, fatica a ricordare.
L’AUTORE
Maurizio Martucci (Roma, 1973) è giornalista e scrittore. Collabora con Il Tempo, Liberal, Rinascita e Supertifo ed è regolarmente ospite di trasmissioni radio e TV. È autore di 11 novembre 2007. L’uccisione di Gabriele Sandri una giornata buia della Repubblica, Cuore tifoso, sulla morte di Vincenzo Paparelli e Football Story, musei e mostre del calcio nel mondo (2010)"
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Catania:
CALCIO, TESSERA TIFOSO; CATANIA: ABBONAMENTI IN NETTO CALO
"Noi ci siamo, ma non ci tesseriamo". Lo striscione esposto dagli ultras catanesi in occasione della presentazione ufficiale della squadra e riproposto durante il ritiro estivo riassume in modo eloquente la posizione di netto rifiuto alla tessera del tifoso assunta dai sostenitori rossazzurri. Confermando un trend comune all'intera Serie A, i numeri relativi alle tessere staccate per il campionato 2010-2011 sono in flessione: 8.245 contro i 10.668 della stagione precedente. A mancare sono soprattutto gli abbonamenti delle curve. La campagna non è ancora chiusa e la società del presidente Pulvirenti spera di raggiungere quanto meno lo stesso numero di abbonamenti del 2009-2010, ma i segnali non sono positivi. I tifosi si dicono pronti a protestare a oltranza e, se necessario, a disertare il Massimino.
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Bergamo, la violenta protesta dei supporters atalantini di qualche giorno fa:
Al riguardo, una e-mail:
"Questa la reazione di Maroni ai fatti di ieri nella bergamasca PARLA MARONI — "Chi ha determinato quanto accaduto può scordarsi di entrare
negli stadi per molto tempo. Saranno colpiti duramente": così ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni commentando l'accaduto.
SCUSA MA PERCHE' DOVREBBERO DARE IL DASPO A QUESTI? MICA C'ERA UNA PARTITA IN CORSO? SE CI SONO STATI DEI REATI DOVREBBERO ESSERE DEI TRIBUNALI A DECIDERLO, PER QUEL POCO CHE CAPISCO, E CREDO CHE IL DASPO NON SAREBBE MINIMAMENTE APPLICABILE AI FATTI DI IERI, IN UNO STATO DI DIRITTO". Infatti i 44 daspo comminati sono illegittimi. Chi ha commesso reati potrà essere perseguito penalmente ma il daspo si applica quando il fatto avviene in occasione o a causa di COMPETIZIONI sportive. Nell'Italia uterina, però tutto è possibile e una buona parte di responsabilità va anche ai giudici che non hanno il coraggio di applicare le leggi per la paura che hanno della opinione pubblica, ormai il vero padrone dello Stato.
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Carpi:
COMUNICATO ULTRAS CARPI

Dopo tanti anni vogliamo iniziare questo nuovo anno ringraziando pubblicamente la società, composta di imprenditori carpigiani, che ha riportato nel professionismo dopo oltre 10 anni la nostra squadra e lo vogliamo fare per 3 motivi:

perche' ha dimostrato di saper rimediare agli errori iniziali dello scorso anno facendo un grandissimo girone di ritorno (a parte il non calcio di pianura)
perche' si e' molto impegnata, anche economicamente, per il ripescaggio nel corso di questa lunga estate del calcio italiano
perche' ha comunque allestito una buona squadra che ci auguriamo sia protagonista durante questa nuova avventura

Non siamo molto contenti di iniziare l'anno con un nuovo cambiamento di settore come gia' avvenuto l'anno scorso col pisa, spostamento che fa sembrare i tifosi non il motivo stesso del calcio, ma degli oggetti da riposizionare ogni volta. Pero' attendiamo fiduciosi che la societa' riesca a breve, come annunciato, a riportare gli spettatori nei loro settori, avendo ragione della difficolta' del comune, dell'inspiegabile rigidita' della questura e delle mutevoli considerazioni di misteriose commissioni di vigilanza.

La situazione attuale, che ha consegnato agli “ospiti” il settore piu' capiente dello stadio e che restera' quasi sempre desolatamente vuoto, restringe per noi tifosi a poche centinaia la disponibilita' di biglietti, soprattutto a prezzi popolari, una cosa incredibile proprio nell'anno del ritorno tra i professionisti!

Annunciamo inoltre che noi ULTRAS CARPI, di tutti i gruppi, diciamo in modo compatto:

NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO!!

COME FANNO LA MAGGIOR PARTE DELLE TIFOSERIE ITALIANE E LO FACCIAMO CONTRO:

la sua banale inutilita' essendo gia' tutti i biglietti nominali
la schedatura sistematica degli spettatori, perche' siamo tifosi e non delinquenti
la volonta' di ridurre i tifosi a dei semplici fruitori televisivi inerti, ognuno chiuso nella propria casa, anche attraverso l'utilizzo sempre maggiore di burocrazie e rallentamenti
il tentativo di distruggere il calore e la passione dei tifosi attorno allo sport popolare per eccellenza
l'attacco deliberato alle curve italiane, che sono spesso uno dei pochi spazi di aggregazione e di socialita' per decine di migliaia di ragazzi e non solo dei covi di facinorosi

Per tutti questi motivi non potremo fare l'abbonamento per questa stagione e invitiamo tutti i tifosi del magico mondo del Carpi a fare altrettanto, ma garantiremo sempre, ovunque e comunque la nostra presenza, in casa e in trasferta, pagando ogni volta il biglietto senza ricatti verso nessuno, alla faccia di chi pensa di risolvere i problemi con la repressione e la schedatura.
 

GUITATI DAL LAMBRUSCO CARPI

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Biglietterie....:
SAN SIRO: BIGLIETTERIE APERTE SABATO E DOMENICA
MILANO - San Siro aspetta tutti i tifosi rossoneri per salutare il debutto in campionato del Milan! Le casse dello stadio saranno aperte anche sabato e domenica per la vendita dei biglietti per la prima partita di campionato: domani sarà possibile acquistare i biglietti dalle 11 alle 18, mentre il giorno della partita le casse apriranno alle 10. Per tutte le info sul listino prezzi e sulle modalità di vendita, clicca qui!
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Trattato del Ribelle (e poi dicono che gli ultras sono analfabeti):
Ciao Lorè
Lorè ho appena finito di leggere Trattato del Ribelle di Ernst Junger....e non potevo non postarti questa frase che me sembra più che attuale...attualissima....
 "Se le grandi masse fossero così trasparenti, così compatte fin nei singoli atomi come sostiene la propaganda dello Stato, basterebbero tanti poliziotti quanti sono i cani che servono ad un pastore per le sue greggi. Ma le cose stanno diversamente, poiché tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos'è la libertà. E non soltanto questi lupi sono forti in se stessi, c'è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in un branco. È questo l'incubo dei potenti."
 ...se nun sbaglio, noi a esse lupi semo lupi....quindi in campana...;)
Altra mail di Giovanni di due giorni dopo:
Lorè te mando un altra parte de "Trattato del Ribelle" di Ernst Junger...dimme se non c'ha visto lungo...
"Esaminiamo, per esempio, la libertà e i diritti del singolo nel suo rapporto con l'autorità. Sono stabiliti dalla Costituzione. Dovremo certamente mettere in conto che, da parte dello Stato, oppure di un invasore straniero oppure ancora da diversi soggetti che agiscono congiuntamente, questi diritti verrano continuamente violati anche per periodi piuttosto lunghi. Ma le masse, nel nostro paese almeno si trovano in una situazione che impedisce loro di rendersi conto della volazione della Costituzione. Una volta perduta, questa consapevolezza non può essere artificialmente recuperata. La violazione del diritto assume talvolta apparenza di legalità, per esempio quando il partito al potere si assicura una maggioranza favorevole a modificare la Costituzione.
La maggioranza può contemporaneamente agire nellla legalità e produrre illegalità: le menti semplici non afferrano mai questa contraddizione.
I soprusi possono farsi sempre più feroci e diventare veri e propri delitti contro determinati gruppi.[...]
Dal singolo ci si aspetta dunque una prova di grande coraggio.
Gli si chiede di farsi, da solo, paladino del diritto persino contro lo strapotere dello Stato.
Verrebbe da dubitare che esistano uomini di tal fatta. E invece ci sono, si manifestano, diventano i Ribelli.
Questo tipo d'uomo entrerà nella storia anche senza volerlo, perchè vi sono forme di tirannide che non lasciano scelta.
Beninteso, dovrà averne la statura.[...]
L' immagine è singolare: uno o anche più singoli che oppongono resistenza al Leviatano. Eppure, proprio circostanze di questo genere mettono in evidenza la vulnerabilità del colosso. Non c'è dubbio che un manipolo di uomini pronti a tutto costituisce una minaccia non più semplicemente morale, ma reale.
Quale miglior prova offerta in tempo di pace, di quella offerta dai criminali? E' sempre più frequente il caso di due o tre banditi che mettono a soqquadro un intero quartiere metropolitano costringendo la polizia a lunghi stati d'assedio.
Ma non appena le parti si invertono e l' autorità diventa criminale, gli onesti che oppongono resistenza possono conseguire risultati incomparabilmente più importanti. Lunghi periodi di pace favoriscono la convinzione che l'inviolabilità del domicilio si fondi sulla Costituzione, che di essa si farebbe garante.
In realtà l'inviolabilità del domicilio si fonda sul capofamiglia che, attorniato dai suoi figli, si presenta sulla porta di casa brandendo la scure.
Ma non sempre questa verità è evidente, nè dev' essere invocata come pretesto per attaccare la Costituzione.
E' proprio vero che l'uomo è garante della sua parola e non la parola dell'uomo che la pronuncia.[...]"
Ammetto di non aver letto Junger. Una sola parola quindi: sintesi spettacolare.

Intervista (per nulla accondiscendente) a Maroni di qualche giorno fa effettuata dal discepolo Palombo della Gazzetta dello Sport:

"Agli ultrà non ci pieghiamo"
Il Ministro dell'Interno insiste sulla linea della fermezza: "La tessera del tifoso? Sono soddisfatto. Contro i gruppi violenti useremo la fermezza. Entro il 2013 voglio far scomparire le reti di recinzione"

 ROMA, 24 agosto 2010 -
Ministro Maroni, ci siamo. Dopo lunga gestazione, la tessera del tifoso sta per partire. Contento, o c’è ancora qualcosa che non va?
"Sono soddisfatto. Dopo molte resistenze e qualche mugugno, le società hanno mantenuto gli impegni che avevano assunto. Non tutto è stato realizzato in modo omogeneo, ma quanto doveva essere fatto o almeno avviato è avvenuto".
Hanno aderito tutti, come lei pretese a suo tempo dalla Lega di Milano, o c’è qualcuno che è rimasto indietro?
"Hanno aderito tutti nel senso che non c’è società che abbia detto "non lo faccio" (per forza, sono state ricattate con la chiusra degli stadi! Esempio: il Flaminio di Roma ospita 40mila spettatori per il 6 nazioni di rugby ed è quindi a norma. Per Atletico Roma/Taranto, il fatto che non si abbia la tessera del tifoso lo rende non a norma. Come è possibile?). Sono stato a Palermo a Ferragosto, una città che sulla tessera del tifoso era fredda, e un presidente, Zamparini, che nei miei confronti ha usato anche parole dure e offensive. Ebbene, i dati dicono che oggi a Palermo il numero di tessere del tifoso è superiore, e non di poco, a quello degli abbonamenti (certo, perché alcuni tifosi disinformati pensano di non poter vedere le partite se non se la fanno. E' così ovunque, ma gli abbonamenti? Sono o non sono in calo? E le famiglie? Dove sono finite?). Altrove il percorso non è ancora ultimato e molti tifosi devono ancora scoprire i vantaggi e le agevolazioni che la tessera potrà procurare loro, a cominciare dagli accordi che abbiamo stipulato con Autogrill e Ferrovie dello Stato" (ecco il punto. Guarda caso Autogrill e Ferrovie dello Stato sono componenti dell'Osservatorio. Un bell'inciucio!).
Il centro studi delle due Leghe di Milano ha comunicato ieri che le tessere del tifoso fin qui sono 521.540. Tante o poche?
"Sono numeri positivi, dei quali sono estremamente soddisfatto. Numeri destinati in breve tempo a salire" (beh, se si considera che la metà sono quelle del Milan non capisco come faccia ad essere soddisfatto).
Eppure ci sono curve che contestano la tessera, la ritengono una schedatura e il calo verticale degli abbonamenti non sembra estraneo alla questione. Il capo della Polizia Manganelli parla di «tifosi professionisti» che hanno «interesse alla non applicazione della tessera». Avete quantificato le dimensioni di questa protesta?
"Bisogna tener distinti i tifosi veri (che sono la stragrande maggioranza) dagli ultras violenti che si oppongono ad ogni forma di controllo di sicurezza (possono esistere dei tifosi normali, o anche degli ultras non violenti che sono contrari alla tessera, secondo Maroni? Se io dicessi che tutti i leghisti sono violenti perché danno fuoco agli extracomunitari, cosa direbbe il Ministro?)). Ci sono sigle nell’universo degli ultras che hanno poco o niente a che fare col calcio. La protesta di costoro contro la tessera del tifoso è un fatto positivo, vuol dire che stiamo facendo la cosa giusta. Sempre a Palermo, giovedì scorso, Europa League, per la tessera del tifoso hanno protestato in una trentina, mentre allo stadio erano in trentamila. Per noi contano quei trentamila. E non saranno mai quei trenta a condizionarci. E’ falso definire schedatura la tessera del tifoso (e allora la Questura riconsegni la terza foto tessera che serve per il modulo di adesione!). Chi sostiene questa tesi lo fa per interessi inconfessabili e per niente nobili. No, non siamo preoccupati e non credo che il calo degli abbonamenti vada collegato all’introduzione della tessera. Quello dipende da altri fattori".
Per esempio?
"L’anno scorso sono stato a Londra da privato cittadino, coi miei ragazzi. Siamo andati a vedere l’Arsenal, nel nuovo stadio degli Emirates. Una festa, un evento lungo un intero pomeriggio, dal ristorante al bar a una curva che non è una curva perché lì sono tutte tribune, e poi, alla fine, "anche" la partita. In Italia queste condizioni non esistono (meno male... per noi c'è ancora "prima" la partita). Il male principale del calcio italiano è racchiuso negli stadi e nella loro gestione. Altrove, in Inghilterra, Spagna e Germania, quello che c’è dentro uno stadio prima e dopo la partita ha destrutturato il problema della violenza. Noi abbiamo una legge che giace in Parlamento da molto tempo, e che sta andando troppo per le lunghe".
L’estate del calcio è stata piena di incidenti, ultimi in ordine di tempo quelli degli ultrà della Roma sabato in Supercoppa. Standard abituali, o segnali d’una escalation? Abete a Coverciano ha detto "Non sarà una stagione facile".
"Sottoscrivo le sue parole. Segnali negativi erano arrivati già alla fine dello scorso campionato, complice il suo andamento molto incerto e il contributo comportamentale offerto da più d’un giocatore che ci ha messo del suo, ho in mente qualcuno ma non faccio nomi (tanto è chiaro che si riferisce a De Rossi, però MNaroni non dice nulla su Platini, che ha detto la stessa cosa, solo perché De Rossi è Romano e la Lega, è noto, odia i romani). Gli atti di violenza commessi dagli ultrà romanisti in occasione della Supercoppa sono frutto di una concezione criminosa dello sport. Contro questi gruppi violenti useremo tutta la fermezza che sarà necessaria. In questo momento gli individui sottoposti a Daspo sono 4000, metà dei quali sanzionati nell’ultima stagione. E’ un dato importante. Continueremo in questa direzione, obiettivo estirpare la violenza non solo dentro ma anche intorno agli stadi. Siamo i soli ad avere ancora le reti di recinzione tra spalti e campo: entro il 2013 devono scomparire".
Dopo Pisa-Viterbese ci sono stati 20 arresti: tutti condannati per direttissima a sei e otto mesi di reclusione, ma tutti subito liberi grazie alla sospensione cautelare della pena.
"Dipende dal codice di procedura penale in vigore nel nostro Paese. Non mi meraviglio, è normale che chi sia incensurato se la cavi a buon mercato al primo reato che commette. A questi pseudotifosi, comunque, verrà dato il Daspo. E’ quella la sanzione che conta, non potere più entrare in uno stadio per anni" (su questo Maroni è molto cauto, ovviamente. Lui stesso per resistenza a pubblico ufficiale è stato condannato a due mesi e venti giorni di reclusione, ovviamente non scontati perché anche lui ha beneficiato della sospensioen della pena... ma forse Palombo si è dimenticato di farglielo notare...).
Nell’ottobre 2009 lei disegnò alla Gazzetta l’identikit dell’ultrà «meno ideologizzato, ma spesso in rapporto con la criminalità organizzata, che cerca d’infiltrarsi nel mondo delle curve». Conferma?
"Confermo, anche se quello era un giudizio generale (già all'epoca Maroni non aveva compreso nulla. E sì che al Ministero hanno i servizi segreti!). Qualche gruppo politicizzato c’è ancora, come c’è qualche gruppo ultra collegato alla criminalità organizzata. Ma sono situazioni tenute sotto controllo".
Sono in arrivo ulteriori misure di prevenzione?
"La norma del cosiddetto "arresto in flagranza" esteso alle 48 ore successive ai fatti, che era in scadenza lo scorso 30 giugno, è stata prorogata (non ancora. Dovete fare un decreto legge, ve lo eravate dimenticato). Ed è in itinere la trasformazione degli steward in sorta di "pubblici ufficiali" quando sono nell’esercizio delle loro funzioni. Questo per dare loro maggiore forza e renderli meno vulnerabili. Per ora mi fermo qui".
Federcalcio e Lega di A hanno passato l’estate a litigare sul numero degli extracomunitari. Il suo collega Calderoli si è schierato con Abete. E lei?
"Sto con Calderoli e Abete. Meno extracomunitari vuol dire fare il bene del calcio italiano, specie dopo un mondiale disastroso, e uso un eufemismo, come quello dell’Italia. Non vuole essere un attacco ai club e non credo ci rimetta lo spettacolo. Un bravo giocatore italiano produce una maggiore reciproca fidelizzazione, e non rischi di vedertelo scappare all’estero l’anno successivo".
Papastathopoulos, Boateng, Yepes, Amelia: soddisfatto del mercato del suo Milan?
"Devo essere sincero o diplomatico? Non sono soddisfatto. Mi rendo conto dei problemi che ci sono, ero presente alla conferenza stampa di presentazione del Milan, dove Berlusconi ha dato i numeri... nel senso (meglio precisare) che ha contabilizzato tutti i soldi sborsati nel corso degli anni. Posso capire che ogni tanto debba tirare i cordoni della borsa. Spero solo che il Milan investa sui giovani, per un progetto a medio-lungo termine, per riportarci ai tempi di Arrigo Sacchi e di quella squadra stellare. Rincorrere il risultato stagionale acquistando questo o quel trentenne non serve a niente".
Lo ha detto a Berlusconi?
Sì. Tra noi c’è la massima confidenza. Lui ha convenuto, ha detto che per quest’anno "non c’è trippa per gatti". Ma non venderà. Non lo vuole fare per un motivo affettivo. E mi ha imposto di essere fiducioso per il futuro, anche perché non posso mica stare a guardare l’Inter vincere tutti gli anni. L’ho già fatto abbastanza".
Ci crede a Ibrahimovic?
"Ci spero ma non ci credo e comunque Ibra non risolve il problema. E’ un’aspirina e qui invece avremmo bisogno di una massiccia dose di antibiotici".
Chi vince il campionato, la Champions e dove si piazza il Milan?
"Inter sia l’uno che l’altra. Lo dico gufando, naturalmente. Per il Milan zona Champions e nulla più".
Concludiamo tornando ai tifosi: cosa dice loro a cinque giorni dall’inizio del campionato?
"Ai tifosi veri dico di andare allo stadio con fiducia, di portarci i figli (troppo complicato, Maroni), di divertirsi. E agli irriducibili dico di... ridursi un po’, di usare la testa, di essere ragionevoli. Non è con questo braccio di ferro che ci convinceranno a mollare (non saremo noi: sarà l'economia)".



29 agosto 2010: rieccoci qua! Le foto di Roma/Cesena sono in linea.

18 agosto 2010: mini aggiornamento con questo comunicato... ho da inserire tantissime cose ma il momento è di riposo...!
COMUNICATO UFFICIALE IRISH CLAN ROMA
Si rende noto che l’IRISH CLAN ROMA non ha in nessun modo aderito al progetto “PRIVILEGE CARD” (TESSERA DEL TIFOSO) e che come gli altri gruppi della SUD seguirà la AS ROMA come e dove possibile, come e dove vorrà.
Tale precisazione si è resa necessaria viste le voci che sono girate nelle ultime settimane.
Voci diffamanti che evidentemente sono state messe in giro da persone volutamente o non informate.
La nostra passione non si tessera
IRISH CLAN ROMA


3 agosto 2010: inizia il periodo più propriamente estivo e quindi gli aggiornamenti saranno più discontinui.
Una domanda per il ministro Maroni e per i vari commentatori.... Com'è che, nonostante gli ultras non si siano abbonati, le famiglie non sono tornate ad affollare gli stadi?
A proposito, visto che la Supercoppa è aperta a tutti, mi ci porto i miei figli, ogni volta che ci sarà una limitazione non ce li porterò

Corso di Salerno

Inter/Roma, Supercoppa 2010/11
Solo per la cronaca, e per la serie 
"famiglie allo stadio":
a) ho dovuto girare mezza Roma per trovare i biglietti, reperiti solo vicino Piazza Bologna;
b) per il secondo anello blu non ci sono biglietti ridotti, quindi io e due bambini = 60 euro.

Il libro che conto di legge questa estate, 
dalle radici del calcio agli hooligans d'Oltremanica

Statuto live in Firenze
http://www.youtube.com/watch?v=bxV_sUG36Ow
Altra rispopsta a Stefano: "è sacrosanto cio' che scrivi Ste anzi per quanto troppo palese rischi di scivolare nell'ovvio purtroppo!!! io ho passato i trenta da poco e credo la prima mail al sito del Magnifico mecenate Lorenzo (mo' addirittura mecenate! Non esageriamo,:-) sia datata 2000...noi abbiamo avuto la fortuna di vedere e assistere  a cio' oggi gli si viene solo raccontato...e spesso neanche a tutti....ma questo fa parte del ciclo generazionale...anche a me raccontarono delle gesta del Divino , del bomber, di un Capitano che avrei voluto tanto sostenere in campo e fuori......ma a differenza di oggi c'era il rispetto e abnegazione...il rispetto per chi prima di me aveva calpestato quei gradoni prima e seggiolini dopo...per un coro che non ti competeva cantare...per quei ragazzi e quelle ragazze che si facevano un mazzo tutta la partita che neanche se la vedevano tutta...e tu li sotto scorgevi a mala pena i calzettoni e gli scarpini...eppoi c'era la conoscenza della storia....dei fatti...degli avventimenti...che non era imposta da nessuno..ma eri tu stesso ad andare alla ricerca di notizie..perche' senza la conoscenza del passato non potevi comprendere cio' che avevi intorno..oggi leggo di timori su chi occupera' questo e quel muretto...mentre non si preoccupano di difenderlo dalle loro stesse paure...purtroppo oggi hanno crato questo scisma...quasta linea di demarcazione temporale tra i pre tdt e post tdt...ma il processo nelle loro teste è cominciato molto tempo prima...creando calciatori da spot...x tifosi di spot..vorrebbero e hanno calciatori attori che vengono osannati piu' per le loro battute che per lo loro gesta in campo..ma loro malgrado ci saremmo sempre noi ai quali non potranno mai cancellare la memoria..che ci opporremo e aspetteremo...daremo fastidio e aspetteremo...aspetteremo ,secondo me, quel giorno neanche troppo lontano in cui ci diranno (giornalisti, calciatori presidenti) ..ragazzi ci siamo sbagliati...per favore tornate allo stadio..rifateci vedere le coreografie e i fumogeni...e finalmente il manto erboso di Sparta tornera' libero".
Finiamo con i disservizi: "ciao lorenzo,ti allego il link del (dis)servizio della rai sul crollo degli abbonamenti!!
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-cb16e9e0-dc19-445e-a070-07cf2f0874e3.html?p=0


2 agosto 2010: in costruzione la pagina di Paris Saint Germain/Roma e Bordeaux/Roma.
Curva Nord Pisa:
All'assurdità non c'è mai fine.
In questi giorni ci stanno arrivando le diffide per la pacifica invasione di Cecina, dove alcuni ragazzi della Nord sono entrati in campo per chiedere la sospensione della partita dopo la morte di Matthias. Tutti allora hanno approvato e giustificato quel gesto, dai massmedia ai giocatori, dalla società a chiunque abbia un minimo di sensibilità. Ora basta! Tutta Pisa,sportiva e non, si deve rendere conto in che Stato di repressione viviamo, repressione che non si ferma nemmeno di fronte alla morte di un ragazzo. E' sempre questo il comportamento della questura: lascia passare mesi e mesi e quando arriva agosto, approfittando della calma estiva, manda le diffide più assurde, meschine ed ingiustificate. Sono al vaglio iniziative e prese di posizione per ribellarsi a queste meschine diffide che stanno falcidiando i gruppi della Nord. Curva Nord "Maurizio Alberti"
"Lo stadio è la tua città" fa proseliti: a Firenze, striscione montato sul bus scoperto che fa la linea "panoramica" in città , ha ricevuto  anche gli - insperati - applausi della gente che lo vedeva passare... in più, SS 630 Cassino-mare
Ancora TdT:
"Ciao Lorenzo, nelle discussioni quotidiane sulla oramai famigerata tessera del tifoso, mi sembra nn si fccia mai menzione della "situazione" curva sud. Io personalmente, come altri tremila circa, ho consegnato il vecchio abbonamento al mio gruppo, che provvederà, si spera, di domenica in domenica, all'acquisto dei biglietti x tutti quelli che di volta in volta vorranno venire. Ma il discorso comunque nn è questo. Immagino cn terrore l'entrata in curva e la miriade di coattelli seduti sui muretti dei gruppi, pensa che cosa può succedere...Mi chiedo, e chissà quanti cm me, visto che da fonti ufficiose siamo a
circa 9000 abbonamenti (dei quali 7000 tra sud ed ex distinto lato monte mario che in totale hanno una capienza di 14000 posti), il problema di trovare biglietti nn ci dovrebbe essere, ma mettiamo il caso di partite riservate ai soli abbonati o ecc...cn quale coraggio la gente si apposterà sui muretti dei gruppi?".
Non credo ci si metterà nessuno...
Ancora: "Caro Lorenzo,  torno a scriverti dopo tanto tempo - durante il quale ho comunque giornalmente visitato il tuo sito - per confermarti che anche io, così come altri 7 amici over 40 con i quali seguo da sempre la nostra Magica, non ho rinnovato l'abbonamento. Lasciar trascorrere il periodo di prelazione è stato tremendo, anche perchè ero abbonato senza soluzione di continuità da ben 29 anni (da ragazzino, prima di fare il primo abbonamento, andavo cor bijetto acquistato il giorno della partita...). La determinazione a combattere questo stato di cose è stata comunque più forte di tutto. Tanto per non perdere una delle poche trasferte che potremo fare senza ricorrere ad espedienti vari, ieri sono andato a fare il biglietto di Supercoppa alla ricevitoria di Via della Giuliana. Ore 18.45, una solo ragazzetto davanti a me. Entra un altro ragazzo ed a quel punto il titolare (che pure si dichiarava romanista, ma che faceva anche gli abbonamenti...) comincia a sentenziare che quella sarà l'ultima trasferta possibile senza tessera del tifoso e via dicendo. Gli altri due appaiono
turbati. Intervengo spiegando che in ogni caso si potrà andare in altro settore, diverso da quello ospiti, acquistando il relativo biglietto e il gestore fa spallucce dicendo che gli sembrava di aver capito tutt'altro. A quel punto - per ingannare l'attesa - prendo (con un certo ribrezzo) il libricino che pubblicizza costi e modalità di abbomento alla SS Lazie e LEGGO UNA COSA SPETTACOLARE e precisamente la promozione "Abbonamento PROVINCIA IN TRIBUNA"! Tale promozione prevede "Novità di quest'anno. Riservato a tutti i residenti FUORI DALLA CITTA' e dalla PROVINCIA di Roma". Un'ulteriore conferma della vera origine degli appartenenti alla "nobirtà Urtrasse" laziale. Tra l'ilarità dei presenti ho per un attimo persino dimenticato la TDT. Un caro saluto. Un Ultrà".
Da Genova, Luca:
"l'altra sera, in occasione della formulazione dei calendari, una delegazione degli utc si è recata a milano davanti il palazzo della borsa (e già il luogo della presentazione scelto dalla lega dice tutto...). è stato esposto lo striscione che vedi in foto e distribuito questo volantino. ciao!
CARO PRESIDENTE… IL CALCIO APPARTIENE ALLA GENTE!
NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO!
Per chi se lo fosse dimenticato, il calcio appartiene a tutti, in quanto fenomeno di aggregazione che per mezzo secolo ha unito generazioni di italiani. Ancora oggi, 'la partita' è l'unico vero fenomeno sociale nel nostro paese capace di coinvolgere ragazzi provenienti da tutta Italia. Alla stadio ci si aggrega, nella propria squadra ci si identifica. Così è sempre stato, una tradizione. Aggregazione, identificazione, tradizioni, valori questi che il calcio moderno non contempla, e che anzi vuole sostituire con termini quali introiti, strategie aziendali, circuiti bancari... I signori del calcio hanno ormai da tempo avviato un processo di speculazione e commercializzazione del calcio, ignorando totalmente ciò che esso rappresenta nel nostro paese. Diventando business, il calcio ha cambiato pelle, perso in bellezza, poesia e credibili tà. Calcio scommesse, scandali, campionati falsati, pay tv, stadi deserti, decreti spalma debiti, giochi di potere, sponsor, stadi come centri commerciali… Ovunque e comunque l'obbiettivo è trarre il più alto guadagno possibile, anche se ciò vuole dire rinnegare la storia. Ultima trovata, ma non per gravità, la ormai tristemente nota tessera del tifoso. Ecco signore e signori la soluzione finale (spacciata per la soluzione alla violenza… ma telecamere, forze dell’ordine, tornelli e biglietti nominativi non bastavano?), ciò che finalmente metterà a tacere chi per anni ha lottato contro i 'loro' interessi economici, chi ama il calcio, chi passa le domeniche sulle tribune non curante di sole, pioggia, neve o classifica. Una schedatura in piena regola che, oltre a garantire una bella iniezione di liquidi nelle tasche delle banche, farà in modo che allo stadio abbia acceso solo chi si adegua al nuovo calcio, quello del 'più spendi e più sei tifoso', quello che vuole privilegiare e fidelizzare senza tenere conto di un valore come appunto l'aggregazione. É ora che i signori presidenti, dirigenti, autorità, aprano gli occhi. La passione, il tifo, la fede, la voglia di libertà, il boato non possono e non potranno mai diventare una mera voce di bilancio. Il calcio non appartiene a chi ci guadagna, ma a chi lo ama. I diritti di questi ultimi vanno difesi, non quelli televisivi. Rivendichiamo il diritto di libero pensiero, di aggregazione, di libertà, di recarci e vivere lo stadio come hanno fatto i nostri padri, di garantire lo stesso diritto ai nostri figli. Che si mettano il cuore in pace: siamo tifosi, non clienti, ne tantomeno ruote del loro sporco ingranaggio, non lo saremo mai. Fermiamoli finché siamo in tempo...
Giù le mani dal calcio italiano, no alla tessera del tifoso!
Ultras Tito Cucchiaroni

Stefano risponde a una mail di risposta: "Grazie della risposta. La tua testimonianza conferma quello che ho sempre pensato, cioe’ che tanta gente comunque la TdT se la fara’, che in molti comunque, prendendola semplicemente soltanto come l’ennesima rottura di coglioni, non ci penseranno due volte a richiederla e fare l’abbonamento. Da quello che mi dici pero’, tante di queste persone, di piccoli consumatori come li hai giustamente chiamati, sono giovani. Beati loro, dirai tu. Vero ma c’e’ una cosa che non hanno vissuto. La Roma e lo stadio come lo abbiamo vissuto noi. Il calcio, come lo abbiamo vissuto noi. Non hanno un termine di paragone, loro conoscono questo e per quanto sia uno scempio e’ ancora lo spettacolo e lo sport piu’ bello e popolare del mondo. La gente di una certa’ eta’ invece, io ne ho 40, ha la possibilita’ di dire “non e’ piu’ come una volta” e non soltanto perche’ ora ha i capelli grigi o non ce l’ha. Non e’ solo un problema di eta’. Anno dopo anno il calcio e’ cambiato sempre in peggio, in campo e fuori. Guardiamoci intorno, vincono solo e sempre le squadre con i soldi, veri o presunti che siano, sempre le stesse o quelle che trovano lo sceicco di turno. Ormai i titoli si “comprano” piu’ che vincono. La selezione e’ fatta in base allo Stato Patrimoniale delle societa’, ma quanto e’ noioso? Spagna, Italia, Inghilterra, tutti i principali campionati dominati sempre dagli stessi. Da noi in piu’ di tanto in tanto ti dicono che le partite che hai visto erano taroccate, aggiustate, predeterminate. Nessuno dice piu’ niente di interessante, se ci provano lo massacrano. Pochi i giornalisti con una coscienza, pochi i gioctaori che pensano al di la’ di quale macchina devono sfoggiare o quale velina si devono scopare. In un mondo del calcio piatto e uniforme, finto e corrotto, l’unica nota positiva era il tifo, quello vero e disinteressato. Ci hanno dichiarato guerra, a colpi di decreti, di diffide, di infamanti campagne stampa.
Se io e te non ci fossimo scritti sulle pagine di questo sito, che Dio benedica Lorenzo, non avremmo mai avuto occasione di parlare. Questa e’ una difesa a oltranza, come i 300 Spartani delle Termopili, siamo di fronte a un “nemico” che ce l’ha giurata e ha trovato i suoi piu’ preziosi alleati in quelle stesse persone che ogni anno ti chiedono soldi, tempo, fiato e energia per riempire gli stadi che un giorno vorranno trasformare in centri ricreazionali all’interno di mega centri commerciali. Che si fottano.
Se il loro obiettivo era tenermi lontano ci sono riusciti ma fossi in loro non canterei vittoria troppo presto.

Il bello è che lo hanno detto pure alla RAI e hanno dato la colpa alla Nazionale! Ahahahahahahahhahahahhah!!!!!
I Radicali controbattono a Maroni:
"Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali italiani e del Senatore Radicale Marco Perduca: “Non sappiamo a chi si rivolgesse il Ministro Maroni quando ha lamentato che sulla tessera del tifoso son state dette parole di troppo, e’ certo che nessun al Viminale s’e’ degnato di rispondere alle interrogazioni parlamentari a riguardo che abbiamo presentato dal settembre scorso. Ne’ tanto meno si capisce quali siano le stupidaggini che hanno circondato la fantomatica tessera, perché se c’e’ una cosa certa, e molto seria, e’ la totale assenza di quadro normativo circa questa presunta ‘fidelizzazione’. Se l’intenzione di questa iniziativa e’ quella di estirpare la violenza dagli stadi privilegiando il tifo ‘buono’, non si capisce come possano contribuire Fs e Autogrill ne’ tantomeno si capisce come un qualcosa di totalmente incerto e affidato a ordinanze prefettizie possa esser considerata una risposta strutturale ai problemi del tifo violento che nessuno nega esistere. La tessera del tifoso non è obbligatoria ne’ esiste per legge: è solo una iniziativa commerciale della Lega Calcio imposta dal Ministro sotto la minaccia di far giocare a porte chiuse le partite. Gli effetti che questa ‘fidelizzazione’ sortirà saranno la diserzione del programma di decine di migliaia di persone, che però vorranno andar comunque allo stadio, rendendo ancor più difficile la gestione dell’ordine pubblico e la devoluzione di compiti pubblici al privato. Tv a pagamento e i violenti ringraziano”.
Per finire:
TESSERA DEL TIFOSO, GUIDA ALLA SERIE A
RINASCITA (M.MARTUCCI) - “Per la tessera del tifoso c’è un programma che va avanti e sarà applicato nei tempi previsti. Il 30 luglio ci sarà un importante annuncio”. L’ha ribadito il Ministro Maroni a Milanello, nel caotico raduno rossonero del contestatissimo Berlusconi. Novità in vista anche dopo ferragosto, parola di Mantovano, Sottosegretario all’Interno: “A fine agosto probabilmente il governo emanerà un decreto in materia di sicurezza, sicurezza in generale. Sarà un provvedimento di vasta portata. Ma sappiamo che il campionato inizia a fine agosto”. Indiscrezioni vogliono un nuovo giro di vite per il mondo del calcio, con club e stadi in affanno per adeguarsi alla burocratizzazione del Programma Tessera del Tifoso, emanato dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive con l’avallo di FIGC e CONI. Non senza polemiche, deregulation liberticida e contro-misure adottate da curve e tribune in mobilitazione crescente.

BARI
Matarrese ha lanciato Fedeltà Biancorossa, “la carta multifunzionale che rappresenta la voglia di vivere la passione per il Bari fuori e dentro lo stadio”. Vale 3 anni, è gratis con l'abbonamento, 6 euro senza. Clausola atipica nel contratto: si chiede un'autocertificazione di assenza di condanne penali e carichi pendenti, mentre sul sito ufficiale del club c'è scritto: “ai varchi sarà sufficiente esibirla per essere autorizzati ad entrare”. Cioè? Senza la neo-tessera barese niente autorizzazione d'accesso al S. Nicola e in altri stadi? Con oltre 500 trasferte alle spalle, il leader ultrà Alberto Savarese, in arte “Parigino”, dice: “Non siamo d’accordo, non possiamo accettare ulteriori restrizioni. Non è possibile pagare un pre-biglietto oltre a quello nominale! Finiremo per lasciare gli stadi vuoti e poi vedremo la risposta delle pay-tv: dove andranno ad esultare i giocatori al momento del gol?”

BOLOGNA
Arricchita da iniziative meritocratiche pro fedeltà di spesa dei tifosi, la Siamo Rossoblù varia dai 5 ai 12 euro e, con PIN e password, funziona da carta bancaria prepagata ricaricabile: il titolare stipula il contratto con il gruppo Intesa Sanpaolo e per il prelievo agli sportelli automatici ha un limite di 500 euro giornalieri. A differenza delle altre card, tra le cause ostative della black list non c'è la Legge 1423 del 1956 (diffida del Questore per ozio, vagabondaggio, droga e sfruttamento prostituzione) ma solo DASPO e condanna per reati da stadio. Ma i gruppi organizzati della Curva Andrea Costa non si abbonano: “Sarà la dimostrazione di come la curva, coerentemente alle lotte portate avanti contro il calcio moderno, le pay-tv, la repressione ed il business, ne vuole uscire a testa alta e non limitarsi a fare la marionetta. Cercheremo di essere sempre presenti in casa ed in trasferta nei settori che troveremo disponibili, perché il sostegno alla squadra non dovrà mai mancare, convinti che questi sacrifici siano necessari per ridare in mano il calcio ai sentimenti”.

BRESCIA
Nemmeno la Curva Nord si tessera. Lo chiarisce Diego Piccinelli, portavoce degli Ultras Brescia 1911: “La tessera del tifoso è un'imposizione, una soluzione caduta dall'alto. Si tratta dell'ennesima soluzione sbagliata che allontanerà i tifosi dallo stadio. Il messaggio che sta uscendo è poi discriminante e sbagliato. Sembra che chi non aderisce sia un violento. Non si capisce invece che in palio non c'è una partita per la coreografia migliore, ma la dignità di ogni cittadino, che non vuole entrare in uno stadio consapevole di essere stato schedato. La tessera trasformerà i tifosi in clienti, con molti doveri e pochi diritti. Dietro la maschera della sicurezza si nasconde un valore economico”. Le neo-promosse rondinelle hanno Cuore Biancazzurro, ma in fretta e furia corrono ai ripari per garantire l'agibilità dello Stadio Rigamonti: “Stiamo lavorando in modo serrato”, dice l'Assessore comunale ai lavori pubblici. Si stima oltre un milione di euro per un restyling da Serie A e l'installazione di 4 tornelli, comprati nel 2005 (Decreto Pisanu) ma da nottetempo in magazzino. Si aggiungono ai 12 già esistenti.

CAGLIARI
Gratis per gli abbonati, 20 euro per i senza. “La Cagliari Card è la nuova fidelity card creata dalla Cagliari Calcio per rispondere alle recenti determinazioni dell'Osservatorio Manifestazioni Sportive e del Ministero degli Interni. Si tratta di uno strumento nuovo creato per consentire ai tifosi rossoblu di seguire il Cagliari anche nelle trasferte chiuse ai tifosi ospiti e di poter accedere allo stadio in modo più agevole tramite tornelli dedicati.” Quali accessi privilegiati? Finora al S. Elia non se ve vede l'ombra e la tifoseria rossoblù, come le altre, dubita che la tessera consentirà l'automatica visione di tutte le trasferte, comprese quelle che il CASMS giudicherà ad alto rischio. Però in molti l'hanno acquistata ugualmente e la fisiologica amputazione, almeno in Sardegna, dovrebbe contenersi in qualche centinaio di defezioni: gli irriducibili del libero pensiero di curva.

CATANIA
“Uno stadio senza tifo è molto più triste di uno stadio senza partite di calcio”. E' lo slogan che il 24 Luglio ha animato nella città etnea il raduno nazionale del tifo organizzato: oltre 400 partecipanti in rappresentanza di 60 diverse realtà, convenuti a confronto per un meeting sulla direttiva di Maroni. Netta la posizione catanese, contraria alla Cuore Rossazzurro (3.000 richieste, 10 euro ognuna, circuito MasterCard, gratis per i titolari della carta della finanziaria Agos). Annunciato un anno intero di clamoroso boicottaggio. Tutti fuori il Massimino: “Gli ultras catanesi dicono no alla tessera e hanno deciso di alzare un muro contro chi ci vuole privare della nostra libertà: per questo a Catania è stato deciso, con non poca tristezza, che oltre a non tesserarsi per l'intera stagione, verranno sospese tutte le attività legate al tifo. Il tutto si trasferirà all'esterno dell'impianto. Ci teniamo, inoltre, a precisare che la nostra non è una resa, ma un modo civile per dire no a chi ci vuole cancellare”.

CESENA
Tra i piccoli club, l'ufficio marketing che più di altri non s'è fatto trovare impreparato. Ha cavalcato per tempo il nuovo business, diversificando l'offerta di servizi per i titolari della Cesena Card: carta di credito prepagata ricaricabile gestita dalla Banca Romagna Cooperativa, programmi loyalty nel circuito Cesena Shop, accesso internet e creazione di mini siti web, streaming e wap per guardare sul cellulare le interviste ai beniamini bianconeri. Ma anche autocertificazione alla questura per l'assenza di carichi pendenti e condanne penali, oltre a DASPO e solite cause restrittive. “No alla tessera!”, scenografia con migliaia di cartoncini e linea di condotta della Curva Mare, avvalorata da un dibattito in Palazzo del Capitano: “Chiediamo al Cesena e al Presidente Campedelli di permettere ai tifosi di usufruire del meccanismo di prelazione già adottato dalle tifoserie di Genoa e Sampdoria. Ribadiamo la nostra intenzione di seguire e sostenere sempre e comunque il nostro Cesena, senza però rinunciare alla nostra dignità”.

CHIEVO VERONA
Si chiama Noi del Chievo Card e i clivensi gli hanno dedicato pure un sito web. Insieme al Sassuolo (Serie B), il Chievo è l'unico ad aver riportato sul modulo d’adesione l'uso dell'RFID, il micro-chip con tecnologia di identificazione a radio frequenza a distanza installato nelle fidelity card, per cui il Garante della Privacy già nel 2005 prescrisse necessarie clausole di legittimità e informativa, invero eluse nella totalità dei contratti. A tutela del trattamento dei dati personali, l'Associazione Difesa Consumatori Sportivi è ricorsa al garante, ma il gruppo dei North Side 1994 ha comunque aderito al progetto: “Siamo nati per sostenere il Chievo, siamo nati per tifare in casa e in trasferta. Riteniamo la tessera del tifoso arbitraria ed una grave restrizione della libertà personale. Però non troviamo soluzioni diverse da quella di sottoscrivere, nostro malgrado, questa assurda tessera e quindi rinnovare anche l'abbonamento. Da sempre l'unica battaglia, essere sempre al fianco della nostra maglia!”

FIORENTINA
Orgoglio Viola della discordia, nonostante le 18.000 richieste di partecipazione e gli accordi tra fratelli Della Valle, aziende emettitrici (Intesa Sanpaolo e Banca Cassa Risparmio Firenze) e Questura (Modello Firenze è lo slogan dell'ex Questore Tagliente, fautore di un dialogo legalitario con alcuni tifosi della Curva Fiesole). Il dettagliatissimo regolamento d'uso dello Stadio Franchi sembra però una mannaia penzolante, pronta a colpire arbitrariamente quando meno te l’aspetti: come per i sottoposti a DASPO, perderanno la tessera del tifoso quanti sosteranno in prossimità di passaggi, ingressi e uscite dell’impianto, quanti si attarderanno nei corridoi dello stadio o ne deturperanno la struttura, oppure quanti intimoriranno arbitro e avversari o anche solo getteranno spazzatura fuori dagli appositi contenitori. Parte della Fiesole ha aderito al programma e il Collettivo Autonomo Viola si rifiutò di sfilare in corteo a Roma il 14 Novembre 2009 nella marcia nazionale promossa dal fronte del “No alla tessera”. Ma il blocco fiorentino non è comunque unito: diversi striscioni anti-tessera sono apparsi in città, mentre lo storico gruppo Ultras Viola 1973 si è sciolto: “Siamo arrivati a questa decisione perché non esistono più i presupposti per portare avanti un gruppo di tifosi organizzati. Tra leggi, restrizioni e la tessera del tifoso, il movimento ultras è finito”. Nello stadio del rione San Frediano ieri sera c'è stato un dibattito aperto a tutti. Tema: “Svuotamento del Franchi e tessera: favorevoli e contrari a confronto”.

GENOA
Dalla Lanterna giungono i risultati migliori del dialogo tra società e tifosi, frutto di un percorso senza imposizioni né ricatti. Buon senso comune cerca di arginare una prevedibile emorragia di presenze a Marassi. Il club di Preziosi ha DNA Genoa, non sottoscrivibile ad agosto (toccata già quota 15.000). Ma per i dissidenti del movimentismo organizzato della Gradinata Nord c'è una strada rivoluzionaria, alternativa alla carta caldeggiata da Maroni. “La tifoseria organizzata del Genoa ribadisce la propria netta e ferma opposizione alla schedatura di massa dei supporters calcistici. Sperando che la nostra sia ancora una democrazia nella quale sia possibile fare cose semplici e antiche come andare allo stadio a vedere una partita di calcio senza dover sottostare a soffocanti burocrazie, invitiamo tutti i tifosi del Genoa ad avvalersi della facoltà concessa dalla società di utilizzare l’abbonamento della stagione 2009/2010 come diritto di prelazione per poter acquistare il biglietto del proprio settore”. Sulla scia dell’Inghilterra, dove la facoltativa tessera del tifoso non è obbligatoria per l'abbonamento ma funzione da priority card per l'acquisto di biglietti in prevendita.

INTERNAZIONALE
I latini la definirebbero una coincidentia oppositorum. L'Inter Campione d'Europa è stata tra le prime a dotarsi della tessera del tifoso, la Siamo Noi, Banca Popolare di Milano, circuito MasterCard, 10 euro. La Curva Nord 1969 è tra le prime (e sinora l'unica se intesa come unità di gruppi di una sola curva) ad aver sposato la tessera, seppur con riserva. Un accoglimento diffidente, pronunciato a bocca storta ma criticato ugualmente dal resto del panorama del tifo nazionale. A Milano vanno dritti per la loro strada, certi della scelta che non abbandona il campo: “Non sentiamo il bisogno di essere definiti tifosi ufficiali e non sentiamo il bisogno di farci imporre una carta di credito per assistere alle gare in trasferta della nostra squadra. Ci interessa unicamente seguire l’Inter senza dover essere costretti a dimostrare di avere la fedina penale pulita, quasi dovessimo accedere ad un concorso per entrare in Polizia o in Magistratura. Del resto, che ormai gli stadi siano divenuti una specie di zona franca ed i tifosi cittadini di serie B, per il controllo dei quali è possibile porre in essere leggi speciali al di fuori di qualsiasi garanzia costituzionale, è da tempo principio assodato. La tessera del tifoso non rappresenta pertanto che l’ultima invenzione in questo senso che, ancora una volta, sta a confermare l’assoluto fallimento di una politica di repressione posta in essere dalle Istituzioni. Tuttavia il nostro primo obiettivo, ancora oggi dopo quarantuno anni, è quello di sostenere l’FC Internazionale ad ogni costo. La nostra sarà una battaglia e una lotta alla sopravvivenza che intendiamo continuare tutti insieme proprio dove non ci vogliono: dentro lo stadio! ”

JUVENTUS
Juventus Member è il programma della squadra più scudettata d’Italia. Tre versioni: Stadium (Visa Electron), Premium (Carta SI, gratis per abbonati, 42 euro agli altri) e International (residenti all’estero), una segmentazione orientata al modello marketing del calcio inglese: per i 11.400 fedeli sottoscrizione di un codice etico, prelazione nella prevendita di biglietti, community dedicata sui forum internet, eventi con i giocatori, foto autografate e sconti sul merchandising. I Drughi Bianconeri della Curva Sud di Torino hanno adottato una terza via, né favorevole, né contraria: “ogni nostro tesserato è libero di prendere la decisione che riterrà più opportuna, non ci saranno imposizioni ne da una parte ne dall’altra, ma consigliamo comunque a tutti di documentarsi a 360° prima di fare scelte affrettate ed azzardate”. Diversa la posizione dei Drughi sezione Roma: “Questo gruppo non aderisce alla tessera del tifoso”.

LAZIO
Non basta la pubblicità del Marc’Aurelio in Campidoglio, sciarpa laziale al collo: Millenovecento (emessa da Poste Italiane, circuito MasterCard) ha numeri impressionanti, da minimo storico. Appena 1.600 richieste contro i 27.000 abbonati dell’anno scorso e i 40.000 dell’era Mancini. L’Olimpico è a serio rischio diserzione. La tessera del tifoso è aggravata dall’estenuante contestazione alla presidenza Lotito. La piazza romana è stanca di questa gestione e la Curva Nord contesta con modalità radicale anche l’iniziativa Maroni: no alla tessera e no al biglietto. In pratica: basta con lo stadio! “Noi siamo ultras da sempre! E lo siamo in quanto individui che amano la libertà. Un tempo il sistema tolse i giovani dalle piazze e li mise in uno stadio per controllarli e circoscrivere la loro voglia di ribellione. Oggi quello stesso sistema ha completamente debellato le aggregazioni giovanili di massa per le strade delle nostre città. Non spariremo, perché la Lazio siamo noi. Semplicemente non saremo più lì”. Stessa analisi, ma diversa sintesi, per il Sodalizio della Tribuna Tevere: “non ci tessereremo e non faremo la tessera del tifoso. Proponiamo alla Lazio di garantire ai vecchi abbonati il diritto di prelazione a prezzo bloccato sui biglietti casalinghi. Questa richiesta è il nostro urlo d’amore per difendere la dignità e la coscienza del tifoso laziale”.

LECCE
“Contro il vostro calcio-controllo, ultrà Lecce rifiuta la tessera”. Il testo del volantino, rinvenuto tra le vie barocche della città salentina, che rigetta l’US Lecce Card (VISA Electron) nonostante la diano gratis con l’abbonamento nell’anno della riconquistata promozione: “invitiamo tutti quanti hanno a cuore il mondo ultras e la propria libertà personale a non aderire, rifiutando una schedatura forzata. Siamo disposti a seguire i nostri colori – sia in casa che fuori – anche rimanendo fuori dallo stadio”. Ma il Presidente giallorosso Semeraro ha comunque teso la mano al pubblico più caldo, offrendo ai senza tessera l’opzione della prelazione sui biglietti. Come Genoa e Samp: “non entriamo nel merito della vicenda ma vogliamo salvaguardare i nostri tifosi che, in tutta libertà, rinunciano alla sottoscrizione dell’abbonamento a causa della tessera del tifoso. Di più non possiamo fare”.

MILAN
Oltre 200.000 card postalizzate gratuitamente un anno fa. Poi l’errore dell’assenza di foto, codice a barre e micro-chip RFID. E l’annullamento ai sottoposti a DASPO o condanne per reati da stadio, con tanto di lettera di scuse per la svista. Infine la nuova Cuore Rossonero, carta multifunzionale Intesa Sanpaolo, circuito Maestro. E’ una ricaricabile con l’attribuzione di “Punti Stella”, secondo la logica “più spendi, più sei tifoso” ma pure del riconoscimento della militanza da stadio, divisa per 3 fasce di provenienza geografica: vieni regolarmente a San Siro da Sicilia o Calabria? In omaggio 950 stelle. Sei lombardo e segui solo 3 gare di Champions League? Solo 60 stelle. E da qui privilegi e sconti del 15% al Milan Megastore. Il sito dell’Alternativa Rossonera pubblicizza la tessera del tifoso. Su quello della Curva Sud Milano invece non se ne parla ma Giancarlo Capelli, alias “Barone” per la Sud, si oppone al progetto già fallito nell’ingombrante precedente di Genoa-Milan del 9 Maggio 2010. Tessera del tifoso alla mano, 371 milanisti rinunciarono alla trasferta di Marassi. Il Prefetto ligure optò per le porte chiuse, motivi d’ordine pubblico.

NAPOLI
Poste Italiane ha l’esclusiva della vendita della tessera del tifoso azzurro. Si parte. Anzi, no: al primo giorno di emissione Napoli in tilt, non per ressa da folla. Gli uffici postali hanno chiuso, congelando ogni procedura, richiamando uno per uno i primi sottoscrittori, invitati a ritirarsi le pratiche. E intanto la città è tappezzata da volantini, manifesti, scritte e striscioni di opposizione: “napoletani, non ci abboniamo, non ci tesseriamo. Firmato Curva A”, “dal 1979 preferiamo essere, vaffanculo tessere, firmato Fedayn”. Dalla Procura partenopea giungono segnali inquietanti e un magistrato ha addirittura proposto di estendere il DASPO ai camorristi: “ultrà non sempre è sinonimo di criminale, ma a Napoli certi gruppi camorristici non sono estranei alla gestione delle attività illecite che ruotano attorno allo stadio”. Nonostante le critiche, la teoria del procuratore Giovanni Melillo suona come un innalzamento del livello di guardia (e di repressione): “il Daspo dovrebbe poter essere applicato anche a quanti, pur non essendo stati protagonisti diretti di comportamenti violenti negli stadi, abbiano riportato condanne, anche non definitive, per gravi delitti: rapina, estorsione, traffico di stupefacenti e, in generale, reati di criminalità organizzata”.

PALERMO
“La tessera del tifoso è un ricatto, un’intimidazione vera e propria del Ministro Maroni. Certi poliziotti non vedono l’ora di menare le mani. L’Italia è uno stato di Polizia. I governanti conoscono solo le limitazioni della libertà”. Sono le scoppiettanti parole di Maurizio Zamparini, Presidente dissidente del Palermo, promotore a malincuore della Goal Member, 5 anni di validità, 10 euro, circuito VISA Electron, diffusione gestita dalla List Ticket del gruppo Lottomatica, 30 giorni di visione gratuita della pay per view Dahlia TV. Emulando l’azzurro De Rossi, il fantasista Miccoli ha definito la tessera “una cazzata”, ma i suoi tifosi si sono però divisi: le Brigate Rosanero la sottoscrivono (“non piace a nessuno, ma la faremo”, ha detto il responsabile Salvo Giordano) e sinora si contano 10.000 richieste, tra cui si autoescludono i ragazzi dei Warriors, che abdicano l’abbonamento per l’acquisto di biglietti in ogni singola gara.

PARMA
Blu, tessera del tifoso crociato con anomalia etica: insieme alla Samp, è l’unica senza banca. Il Presidente Ghirardi ha sposato il male minore: “le banche restano fuori. Non speculeremo. Non faremo accordi con banche: nessuno pensi che il Parma si arricchisca sulla pelle dei tifosi”. Perché in realtà la carta di credito Parma Agos Ducato già c’è e non ha voluto replicare un prodotto esistente. In Emilia c’è una tifoseria tra le più consapevoli e sensibili al tema, trattato in dibattiti pubblici, interventi tv, striscioni e volantini. I Boys non si abbonano: “Discordia, perché la tessera del tifoso non mette d’accordo chi è pro e chi è contro, anzi il rischio è che si venga a creare una spaccatura, cosa che bisogna evitare fra tifosi. Si esce sconfitti sia con la tessera in tasca che non. Noi però non vogliamo piegarci e rimaniamo noi stessi. Sicuramente il tifo si può fare con o senza abbonamento in tasca. Per tifare ci vuole la presenza, la voce, le mani, il colore e la passione. Per essere tifosi basta solamente dirlo. Per essere spettatori basta guardare la partita: anche da abbonati”.

ROMA
Striscioni di dissenso issati sul Grande Raccordo Anulare, tam-tam radiofonico ininterrotto, manifestazione a Trigoria, disobbedienza civile con raccolta di vecchi abbonamenti. La Curva Sud è mobilitata contro l’AS Roma Club Privilege (VISA Electron, 15 euro), già nel nome in contrasto con benefici e privilegi tra società e tifosi vietati dalla legge del 2007 post-Raciti e dal Codice di Giustizia Sportiva FIGC. La Sensi voleva estenderla pure ai giornalisti, Ordine e sindacato si sono opposti e l’idea è tramontata. Ma non le polemiche: i favorevolisti (sinora meno di 15.000) sono stati invitati ad abbonarsi al di fuori del settore più caldo: “Tutti i gruppi della Sud continueranno a seguire la squadra in casa e in trasferta ogni qualvolta ci sarà anche un solo spiraglio per farlo. Tutti i tifosi, anche non appartenenti ai gruppi, che hanno deciso di dire no alla tessera del tifoso avranno la possibilità di unirsi alla nostra lotta e continuare ad andare allo stadio da persone libere. Invitiamo chi ha già aderito alla tessera a rispettare la storia e la tradizione della nostra Curva Sud prendendo posto in settori dello stadio diversi da quest’ultimo.

SAMPDORIA
Nonostante l’offerta di risparmio per telefonia, rifornimento benzina ERG (sponsor ufficiale) e l’opzione della carta ERG Più, le 15.000 Samp Card sinora staccate sono lontane dai 20.402 abbonati del 2009/10. E la società, parola del direttore generale Sergio Gasparin, l’ha capito bene: “Per coloro che non la sottoscriveranno, nel rispetto di chi, in tanti anni, è stato vicino ai nostri colori, abbiamo deciso, in occasione di ogni partita interna, di garantire un periodo di prelazione per l’acquisto dei tagliandi dello stesso posto e settore in cui erano abbonati nella stagione scorsa”. Una vittoria degli Ultras Tito Cucchiaroni, in Gradinata Sud dal lontano 1969: “Il prossimo anno saremo ancora lì, su quegli stessi gradoni che ci hanno visto crescere, soffrire, urlare, esultare, piangere. Contro chi ci voleva divisi, contro chi voleva abbattere la nostra voglia di aggregazione, il nostro modo di essere, la nostra storia e tradizione. Contro di loro e la loro maledetta tessera si è alzato forte, chiaro, deciso, e categorico il nostro NO! Il prossimo anno acquisteremo di domenica in domenica il biglietto. Avremo tre giorni di prelazione per l’acquisto, diritto che ci siamo guadagnati negli anni, sempre al fianco della Sampdoria, abbonandoci sempre e comunque. Un diritto garantito nella stessa maniera a tutti coloro che erano abbonati in qualsiasi settore dello stadio e che hanno scelto di dire, come noi, NO alla tessera del tifoso. Abbiamo avuto la conferma che le battaglie si vincono restando uniti, credendo profondamente in ciò per cui si combatte. Nessuno potrà mai incatenare la nostra fede. Rimbombi ovunque il nostro urlo di libertà!”

UDINESE
Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, gruppo Intesa Sanpaolo, è l’emettitrice di Udinese My Passion, meno di 2.000 richieste, ricaricabile PayPass di MasterCard, 18 euro extra abbonamento, 2 euro per ogni singolo prelievo in altre banche. L’Associazione Udinese Club e gli ultras delle Zebrette hanno chiesto di uscire dal programma tessera del tifoso usufruendo del diritto di priorità sui biglietti: “la mia libertà a 3 euro”, lo slogan coniato sul costo della prelazione. La società di Pozzo deve ancora rispondere. Intanto dal confronto nel Parco del Cormor è emersa la volontà dei ragazzi della Curva Nord di non tesserarsi. Sul sito dei Friulani al Seguito c’è un sarcastico fotomontaggio di immagini: stadio col pubblico, stadio senza pubblico. E’ l’ipotesi (chissà quanto remota) di un prima e dopo l’introduzione della tessera del tifoso.

E POI…
Staremo a vedere. Tra un mese inizia la nuova Serie A, spalmata con partite al venerdì, sabato, domenica alle 12:30, lunedì sera, telecamere negli spogliatoi e interviste nell'intervallo tra i due tempi di gioco. Prima di andare al mare, negli anni ’70 si faceva a gara per pronosticare l’autunno caldo. A partire dagli anticipi del 28 Agosto, si è praticamente certi di un Campionato caldissimo. E non certo per colpa di un’insolazione da spiaggia senza ombrellone…



30 luglio 2010: ma guarda! Chi lo avrebbe mai detto!
"(ASCA) - Roma, 28 lug - Servizi migliori e maggiori opportunita' al tifoso fidelizzato: un ulteriore passo del percorso di attuazione del programma ''tessera del tifoso'' grazie ad un protocollo - informa un comunicato del ministero dell'Interno - tra Viminale, Ferrovie e Autogrill.
Venerdi' 30 luglio alle 11.30 al Viminale, il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, l'Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti e il Direttore generale di Autogrill Spa, Aldo Papa, alla presenza del Capo della Polizia, Antonio Manganelli, firmeranno il Protocollo d'Intesa che stabilisce vantaggi ai possessori della ''tessera del tifoso''.
Cagliari/Bastia: "Buongiorno Lorenzo, facciamoci due risate senza entrare nel merito di quello che Maroni dovrebbe fare a questi giocatori
La partita è Cagliari-Bastia http://www.gazzetta.it/".
Da Velletri: "Ciao lorè...!!sono un ultras del Velletri squadra che milita in promozione laziale..!!ti scrivo a riguardo della famigerata tessera...come ben sai a noi non ci tocca in quanto siamo sotto alla D ma ci sembra che il problema sia di tutti quelli che si sentono ULTRAS e anzi sia un problema di carattere addirittura sociale..!!sono anni che seguo il Velletri e che vado allo stadio sia fronte curva sud sia curva nord,non essendo io tifoso ne della lazio ne della roma..secondo me la "soluzione" trovata da molte curve e cioè quella di non abbonarsi ( gesto nobilissimo sia chiaro) ma di entrare di volta in volta coi biglietti,non serve a niente..anzi..è solo un ACCONTENTARSI sullo stato delle cose..molti ultras che seguiranno questa scelta mi hanno detto che in questo modo da dentro loro combatteranno meglio la tessera..ma io mi chiedo..COME??con cori e striscioni??mi sembra un utopia vera e propia..faccio l esempio della sud..si entra coi biglietti,si tifa come prima,sicuramente con in curva qualcuno che si è tesserato,perche è logico che su 12000 persone qualcuno cè,e come si pensa di combatterla??molti dicono che restando fuori si farebbe propio il loro volere..secondo me non è cosi..loro ci vogliono dentro gli stadi,a fare i nostri 4 cori,ma controllati e in qualche modo "comandati"..insomma loro vorrebbero tutti "ultras di stato"..!!è falsa l idea che ci vogliono fuori dagli stadi,anzi,è propio li che gli facciamo piu paura,(vedesi notte della morte di gabbo)..come diceva quel vecchio striscione "CI TOGLIETE DAGLI STADI CI VEDRETE NELLE STRADE"...è nelle strade che loro non ci vogliono,li siamo incontrollabili..con questo non voglio dire che si deve rinunciare allo stadio per sempre,ma che un po di sacrificio sul calcio,in nome di qualcosa di piu impostante non guasterebbe..!!poi,una volta vinta sta battaglia si torna dentro,ma adesso non ha senso..offrire il nostro spettacolo e i nostri soldi ogni domenica fa solo il loro comodo..allora o si entra e non si tifa..e si mena a chiunque è tesserato,prendendosi i rischi che sappiamo,altrimenti è inutile!!loro fanno leva propio sul fatto che in qualsiasi caso noi alla partita NON rinunciamo,è questo il nostro male..quest anno si giochera a mezzogiorno e noi saremo sempre li,perche è li che ci vogliono..in piazza,magari con accanto gli ultras avversari si che ci temono..!!mi scuso per la lunghezza,ma so sicuro che capirai!!un abbraccio ultras e ribelle...  roi   -VELLETRI-
Personalmente, infatti, mi asterrei da un tifo "organizzato".
Risposta a Stefano:
"bellissima mail caro stefano....ma purtroppo dove non compreremo piu' biglietti noi...riempiranno i posti con carovne di biglietti omaggio a sponsor e scuole calcio... torno ora dall'acquisto dei biglietti per milano un fila neanche degna di questo nome dove ho trovato una serie di giovanissimi supporter in coda e scalpitanti ma che nonostante sia terminata la prelazione per i "sbrivilegiati" tenevano accurtatamente nascosta sotto l'ascella la loro personalisima cartellina di plastica con all'interno il modulo di richiesta tdt.
Fingendomi un tifoso sprovveduto della prima ora...facevo domande assurde sulle modalita' di acquisto biglietti e sullo stadio di milano..be' puoi immaginare le risposte...senza privilege card non puoi entrare allo stadio, non puoi comprare i biglietti e ce puoi fa le scommesse su internet, ce puoi compra' su ebay, ce puoi gioca' (credo a poker).....alla fine io con il mio bigliettino con il numero 38 sono entrato per undicesimo!!!!
piccoli consumatori crescono....
Da Udineseblog, un ottimo articolo:
"La disaffezione c'è, ma i problemi vanno cercati non solo nella "tessera".
Nel fine settimana gli abbonamenti sottoscritti erano poco più di 2 mila. Una miseria. Per riuscire ad eguagliare il numero dell’anno scorso (furono circa 14 mila) servirebbe un miracolo.
Sperare di raggiungere 10 mila, a oggi, appare un’impresa molto ardua. Le stime precise non si possono fare ma dire che se si continua così non si riuscirà a fare più di 7-8 mila tessere non è irreale. Sarebbe un fallimento che stride con le parole di Paròn Pozzo che alla presentazione della campagna chiedeva un voto di fiducia.
Un voto che doveva servire anche per convincerlo probabilmente a fare ulteriori investimenti per lo stadio. Ed oggi che la tifoseria non sta rispondendo le domande che ci si pone sul futuro sono molteplici. Ma il problema della disaffezione è serio e non può essere ricercato solo nella famigerata tessera del tifoso: questa inevitabilmente sta portando problemi importanti, ma è solo una concausa del flop a cui stiamo assistendo.
Psicologicamente è uno strumento che crea disagio. Il Ministro Maroni, dall’alto della sua esperienza di stadi, ha probabilmente ignorato questo aspetto quando un paio di giorni fa asseriva che i media danno più spazio a 400 persone che protestano, piuttosto che alle migliaia alle quali va riservata la sicurezza. Un concetto molto semplicistico se ci permettete, perché il problema non riguarda solo una minoranza, ma anche una silenziosa maggioranza di persone che quotidianamente ci confermano i problemi tecnici che, evidentemente, non sono stati presi in considerazione. Dalle file nelle banche alla poca chiarezza, il tutto è stato fatto all’italiana. Con le banche prime soddisfatte del provvedimento perché possono emettere una vera e propria carta di credito pronta all’attivazione, e quindi alle spese. Sottoscrivere una carta di credito, seppur inattiva, crea molti dubbi. Inoltre, se la tessera nelle intenzioni dovrebbe aiutare ad evitare file ai tornelli, nessuno ha mai spiegato ancora come queste possono essere evitate senza togliere di mezzo i necessari controlli.
Ma, come detto, questo è solo un aspetto del calo abbonati: la partita a pranzo e quella del ‘monday night’ sono più di una minaccia. La gente comune ha bisogno di routine dopo una settimana di lavoro, non di incertezze sui calendari. Sottoscrivere un abbonamento sapendo che poi qualche partita rischia di non essere vista, con la crisi economica che c’è, non è un aspetto trascurabile.
Così come non è trascurabile il fatto che le Tv, dopo aver speso una cifra folle per i diritti, ora chiedono in cambio gli interessi. E propongono prezzi più che concorrenziali che incentivano molti a disertare lo stadio. Qui poi subentra forse il tema più caldo: gli stadi italiani sono invivibili, almeno nella loro maggioranza, e quello di Udine ne è l’esempio più concreto. Spalti lontani dal campo, pochi servizi, copertura inesistente non possono che fare da deterrente.
Pozzo è troppo tempo che cerca di promettere un nuovo impianto, poi però le promesse si sono scontrate con evidenti carenze progettuali che vanno dai fallimenti europei fino alla mancanza di investitori.
Guidolin è oramai un friulano adottivo e la sua disponibilità è encomiabile. Ma non basta: la gente ha bisogno di ricevere oltre che dare.
Promesse che da troppo tempo illudono i tifosi che ora si sentono disillusi.
Così come probabilmente lo sono dall’eterna incertezza sul futuro della squadra. Perché tra il definire un giocatore incedibile e il definirlo trattatbile solo a determinate condizioni c’è una bella differenza. Se, infatti, nella sostanza l’intenzione di trattenere ad esempio Sanchez è chiara, il tifoso percepisce incertezza quando si afferma che può partire solo a 30 milioni o giù di li.
E’ chiaro che sono pochi a poterselo permettere, forse nessuno, ma il termine ‘incedibile’ è un’altra cosa almeno in termini percettivi.
Chiudiamo con l’ultima polemica nata per la decisione di concedere il giorno di riposo alla domenica, il giorno che permette ai tifosi di raggiungere la sede del ritiro. Sembra poca cosa, ma non lo è.
Però non è giusto nemmeno disperare: la squadra l’anno scorso ha distanziato molti con le sue polemichette e soprattutto con i suoi risultati. Per fortuna il nuovo corso targato Guidolin sta portando benefici. Il tecnico è oramai un friulano adottivo e la sua disponibilità è encomiabile. Ma non basta: la gente ha bisogno di ricevere oltre che dare. Il tifoso va nutrito di emozioni e di rassicurazioni. Se queste vengono meno aumenta anche la disaffezione.
Se quindi per altri temi c’è poco da fare (la società non può cambiare i calendari), si potrebbe fare di più per venire incontro a quello che deve essere un bene primario. In un calcio che appare sempre più distante e commerciale, ritrovare un po’ di calore e vicinanza è un atto coraggioso e indispensabile".
*
Forse non tutti sanno che Paul Heaton (qui sotto con la maglietta, chissà perchè!, del Lecce), ex Housemartins e Beautiful South, a Settembre in tour con i Madness è stato un hooligan dello Sheffield United, visto che stava con i Blades Business Crew, una fazione hooligan dei tifosi dello Sheffield Utd. Nelle sue prime apparizioni performances, Heaton ha ammesso di fare gli scontri, sperando di acquistare una reputazione nel calcio. Uno dei primi concerti dei Beautiful South a Manchester sono finiti in violenza, con sedie tirate sul palco dopo che Heaton ha preso in giro la folla gridando "fuck off you manc twats" (fottetevi, fighette di Manchester).



29 luglio 2010: mi è stato detto da molti che su Google il mio sito viene indicizzato come "malevolo".
In poche parole, chi mi può spiegare come risolvere questo problema?

Inserito nella stagione in corso il calendario 2010/11.
Stefano:
L’ora nostra
Leggo con piacere che i numeri degli abbonamenti sono in calo un po’ ovunque ma allo stesso tempo mi viene da chiedere a chi si abbona: perche’?
Capisco l’amore per la squadra, per il calcio in generale e non voglio criticare nessuno per le sue scelte ma questa e’ l’ora di ribellarsi tutti insieme, dobbiamo esserne convinti e dobbiamo essere compatti. A cosa dobbiamo riunuciare? A chi piace questo calcio dal vivo come in TV? Non eravamo tutti contro il calcio moderno? Quanto siamo disposti ancora a sopportare?
Ci schedano, ci maltrattano,  ci ingannano e noi che facciamo? Torniamo. Ora basta, hanno esagerato, autorita’ e societa’ sportive, imponiamo il nostro rifiuto a questo schifo. Svuotiamo gli stadi e non compriamo abbonamenti Sky/Mediaset. Questa e’ la nostra battaglia, l’occasione ultima per contare qualcosa, non lasciamocela sfuggire.
Viviamo di ricordi per un po’, guardiamo vecchie cassette o dvd, compriamo i giornali, anche se pochi meritano anche l’obolo di un euro, sentiamo la radio ma diciamo no a quello che ci impongono piu’ che propongono.
Ma che c’e’ da salvare?
I successi delle solite squadre? La Serie A che si stacca e lascia ancora piu’ senza un lira il resto del nostro calcio? Nelle categorie minori antichi club chiudono i battenti senza fare notizia, senza fare rumore. Migliaia di persone che rimangono senza squadra, nessuno fiata pochi chilometri piu’ in la’. Ma come  siamo arrivati a questo punto?
Le trasmissioni televisive? Aboliscono la moviola, cosa ottima, ma allo stesso tempo si battono per averla in campo, le solite facce, le solite chiacchiere vuote, le solite notizie finte. Non diamo un lavoro a chi non se lo merita.
L’esperienza stadio? Guardati a vista, senza bandieroni, striscioni, fumogeni, torce, spesso senza tifosi in trasferta dall’altra parte, spalti semivuoti, atmosfera piatta. Per le famiglie? Non credo, a mio figlio preferirei mostrare le immagini di una volta.
Ricordiamoci tutto si basa sui tifosi, tutto si regge sul nostro amore e sulle nostre tasche. A noi vendono i biglietti, gli abbonamenti dello stadio e quelli televisivi, il merchandising, i giornali e le riviste, gli sponsor esistono per vendere sempre a noi i loro prodotti, noi abbiamo il potere, e il dovere morale, di fermare tutto. Usiamolo!
A proposito:
A che ora è la fine del ... calcio
la nuova stagione per la serie A prevede:
- due anticipi al venerdì sera (che coinvolgeranno le due squadre che poi giocheranno il martedì sera in cessonslig).
- due anticipi al sabato, uno alle 18.00 e uno alle 20.45 (che coinvolgeranno le due squadre che poi giocheranno in cessonslig il mercoledì sera).
- una partita alle 12.30 della domenica
- tre partite la domenica alle 15.00
- una partita la domenica sera (20.45)
- una partita il lunedì sera (20.45) che coinvolgerà soprattutto chi poi giocherà il giovedì sera in europalig.
- senza dimenticare i quattro turni di campionato che si giocheranno a metà settimana, di mercoledì sera alle 20.45.
aggiungeteci pure tessere bancomat rilasciate dalle questure e crisi economica poi scekerate il tutto.
otterrete:
STADI DESERTI.
e una massa di rincoglioniti davanti alla pay-tv che ogni sera troverà la partita che desidera.
fate come le cavallette... ma il business varrà sempre meno... poi the end.
*
Parigi e Levante: per Parigi tribuna Paris, settore J rosso, l'equivalente dei parterre in tevere laterale Sud. Per la partita con il Levante, la zona riservata ai tifosi romanisti è il "Gol Alboraya Alto" al prezzo di 10 euro.
Spassoso coro "pro" Adriano e i suoi gusti:
A mi me gusta magnà poi da' na frusta...
si nun t'abbasta a casa c'ho la busta
ma vacce piano n'è mica parmigiano...
e dalla dalla con Adriano
http://www.youtube.com/watch?v=lTVvC3eO7ks
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Valerio Mastrandrea su "Leggo"
"Che il calcio sia globalizzazione è ormai cosa nota. Lo è nei soldi che investe, nel potere che hanno le persone che ci lavorano, nelle ripercussioni che ha nella vita sociale: è specchio dei tempi. E in tempi come questi, dove il profitto conta più della media inglese, dove quotarsi in borsa ti impedisce di giocare con lo zemaniano 4-3-3 e dove al bar non si parla più del valore di un esterno sinistro ma di aggiotaggio e plusvalenze, l’idea romana di immaginare un azionariato popolare è nuovissima e antica insieme.
Nuova perché nessuno pensa realmente ai bisogni di chi fa il calcio, la gente. E se lo fa, lo fa sempre e solo in termini di merce-consumo. Antica perché è un’idea che tutela la cosa più antica del mondo, la cosa di cui è fatta la gente e che la rende unica e folle a contatto con la vita. La passione. La passione è un diritto e ha dei diritti. Questo la globalizzazione non lo sa. Non le interessa. E allora più sono le cose che non riguardano le nuove leggi di mercato e più associarsi e utilizzare la forza dei numeri, delle professioni, la forza della gente, diventa necessario. Per prendere coscienza di chi, di quanti, di quali siamo e di quanto possiamo essere forti. Per far sentire la responsabilità ai mille governi del calcio di sapere con chi devono confrontarsi. Unirsi veramente, riuscire a determinare delle cose (non acquisti ma strategie sì), a impedirne delle altre (tessera del tifoso), essere parte in causa come non lo si è mai stati è un dovere e un diritto. Lo facciamo per noi e per nessun altro. Perché la passione non costa nulla, è gratis, o si ha o non si ha. Ecco perché oggi non interessa più a nessuno".


28 luglio 2010 (pomeriggio): continuano i comunicati:
I gruppi organizzati della tifoseria savonese, a fronte del recente annuncio della società Savona 1907 FBC per quanto riguarda la obbligatorietà di sottoscrivere la Tessera del Tifoso in relazione alla campagna abbonamenti 2010-2011, ribadiscono con decisione il loro netto rifiuto a questa ulteriore anti-democratica e anti-costituzionale forma di repressione della parte piu’ genuina e passionale del calcio.
Non ci sono riusciti privandoci degli strumenti di tifo più innocui (striscioni, fumogeni, tamburi etc) ora ci riprovano privandoci della libertà.
Introdotta con il chiaro intento di allontanare ancora di più la gente dagli stadi, e avvicinarla al divano di casa e alle pay-tv, la cosidetta Tessera del Tifoso altro non è che l’ennesima speculazione economica ai danni del tifoso essendo una card prepagata a tutti gli effetti, oltre che una forma di schedatura preventiva nei confronti del cittadino attuata grazie alla tecnologia RFID integrata che consentirà di sapere in ogni momento dove si trova la tessera e, di conseguenza, il suo possessore.
Per le motivazioni elencate precedentemente ma anche e SOPRATUTTO nel rispetto di quei ragazzi che non potranno sottoscriverla, NOI DICIAMO NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO.
Come sempre saremo al fianco della squadra e sosterremo i colori biancoblù in casa, pagando pero’il biglietto partita per partita, mentre in trasferta ci saremo nelle forme e nelle modalità che riterremo più opportune.
Invitiamo tutti i sostenitori del Savona a seguire questa nostra forma di protesta, non sottoscrivendo questo strumento di repressione che ha come unico scopo quello di eliminare la parte più sana e colorata del calcio e boicottando la campagna abbonamenti, acquistando invece il biglietto singolo ogni partita.
Solo in questo modo ognuno di noi potrà dare il suo contributo in questa battaglia che la maggioranza delle tifoserie italiane stanno conducendo contro chi sta facendo di tutto per eliminarle.
LA FEDE NON SI DIFFIDA, LA LIBERTA’ NON SI TESSERA.
NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO
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Situazione Juventus: "Quasi un tifoso juventino su quattro non ha rinnovato l’abbonamento. La Juve paga il conto salato dell'ultima deludente stagione, oltre all'entrata in vigore della "tessera del tifoso", un provvedimento che potrebbe aver dissuaso alcuni tifosi dal rinnovare la tessera annuale. Se l'indice di gradimento si misura ai botteghini, la Juve ha perso una grossa fetta di consenso. Ecco il comunicato diffuso dal sito ufficiale bianconero: la Juventus, terminata la prima fase di rinnovi degli abbonamenti per la stagione 2010-2011, rende noto che le tessere rinnovate sono circa 11.400, con una diminuzione del 22,5% rispetto alla stessa fase della stagione precedente, in cui sono state vendute circa 14.700 tessere. A partire da oggi fino a sabato 7 agosto, inizia la vendita di tutti i posti restanti".
Miccoli: "Fabrizio Miccoli ammette che si troverebbe in grandissima difficoltà ad affrontare la squadra della sua città, il Lecce: "Attualmente sono infortunato, dovrei tornare per la seconda o terza giornata di campionato... Speriamo che Palermo e Lecce si affrontino alla prima giornata. Contro la mia squadra non riesco proprio a giocare, mi tremano le gambe, mi fa male la pancia. Credo proprio che al Palermo convenga tenermi fuori...", spiega a Telerama.
L'attaccante del Palermo è durissimo nei riguardi della Tessera del Tifoso: "L'ho già detto tantissime volte, è una pagliacciata. Fosse per me, tornerei al calcio di una volta, fatto di coreografie, striscioni e fumogeni. Fossi un tifoso e mi imponessero la Tessera, di sicuro non andrei più allo stadio".


28 luglio 2010: in costruzione la pagina di Roma/Al Sadd.
Poi, Danilo mi ha inviato questa interessante memorabilia:
Poi, ho letto con piacere gli ultimi due numeri di Supertifo. La direzione di Domenico Mungo ha dato veramente un nuovo sprint alla rivista, che si risolleva da anni bui. L'unico neo è qualche parte di difficile letura per via del carattere troppo fitto ma... sarà un problema di età!
Supercoppa again:
"CIAO LORENZO SONO INCAZZATO NERO HO APPENA LETTO LE MODALITA' DI VENDITA DEI BIGLIETTI E HO SCOPERTO CHE I TIFOSI DELLA ROMA CI SONO SOLO NEL LAZIO,ABRUZZO,CAMPANIA,MARCHE,MOLISE,TOSCANA E UMBRIA.E NOI DEL NORD?E QUELLI DEL SUD? E SE AVEVO LA PRIVILAGE ? (non cambiava nulla! Del resto una sòla è una sòla!) INVITO TUTTI I TIFOSI A FARE QUELLO CHE HO FATTO IO giustiziasport@lega-calcio.it HANNO ROTTO IL CAZZO !!!!!!!!! IL PROBLEMA SI RISOLVE COMPRANDO UN TICKET NEROAZZURRO PERO' DEVONO CAPIRE CHE NN CAPISCONO UN CAZZO.CIAO DA BEPPE".
Poi, Marco: "Sicuramente lo conoscerai già. Iniziamo alla grande:
Sono un ultras della Roma, la Lupa in Europa non sarà mai sola, io canto per lei senza tesserarmi, io ti seguirò senza fermarmi maaai ovunque andraaai contro Maroni e Sky! Buone Ferie".
Terminiamo con gli juventini:



27 luglio 2010: diverse cosette...:
inserita la pagina di Alto Adige/Roma.
Supercoppa Italiana:
"Buongiorno la seguente e-mail e per richiedere informazioni su come reperire biglietti super coppa italiana.
Premetto che io sono in provincia di torino, mi piacerebbe riuscire a vedere la partita nel nostro settore giallo rosso, sapete dirmi dove posso trovare i biglietti. Certi di una vostra risposta porgo cordiali saluti AVE....... FABIO".
Ancora: "ciao ho trovato la tua mail sul sito asromaultras volevo chiederti una cosa se lo sapevi... io son di bergamo e son tifosissimo della roma e mi piacerebbe andare a veder la supercoppa... però non in mezzo agli interisti... non c'è mezzo per un romanista di bergamo acquistare biglietti per il settore rservato a noi??? grazie ciao".
C.U.C.S. 1987 BARLETTA
COMUNICATO ULTRAS NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO
Dopo tanti raduni, manifestazioni, conferenze di sensibilizzazione e proteste varie oggi ci troviamo davanti al bivio che il ministro Maroni e le varie leghe professionistiche ci impongono, un bivio che ha due frecce che vanno in direzioni opposte.
Da un lato chi la tessera del tifoso la farà perché appassionato di calcio e insensibile a tutto quello che la stessa comporta e cioè TIFOSI SOTTO CONTROLLO DALLE FORZE DEL ORDINE E MANIPOLATI DAGLI STESSI OLTRE CHE DA TUTTO IL BUSSINES CHE RUOTA DIETRO IL CALCIO MODERNO, DISPOSTI A FARSI AUTORIZZARE PER ANDARE A VEDERE UNA PARTITA DI CALCIO, DISPOSTI AD ASSOCIARE LA PROPRIA PASSIONE AD UNA CARTA DI CREDITO, DISPOSTI AD ESSERE SCHEDATI PREVENTIVAMENTE DALLA QUESTURA SENZA AVER COMESSO NESSUN TIPO DI REATO.
Dal altra ci siamo noi ULTRAS, che diciamo NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO per vari motivi … il più importante che ci teniamo a ribadire con forza è di essere ULTRAS VECCHIE MANIERE MA SOPRATTUTTO UOMINI CON UNA DIGNITA’ a difesa dei propri colori e della propria città e della propria libertà, dunque morbosamente attaccati al vecchio calcio quello fatto di rivalità, contrapposizioni, ma allo stesso tempo di grandi gesti di solidarietà che solo noi ULTRAS in questi anni abbiamo dimostrato di saper fare.
Consapevoli che questa tessera non eliminerà la violenza, perché è cosa certa che la maggior parte degli scontri ormai avviene lontano dagli stadi.
Consapevoli che con questa tessera molti di quelli che non la faranno andranno comunque in trasferta andando in altri settori che non sia quello ospite, spinti dalla voglia di non restar a casa, ci sentiamo di dire che questa è la TESSERA DELLA FARSA, l’ennesimo tranello che continuerà ad alimentare ancora più violenza mettendo le tifoserie volutamente a stretto contatto.
Consapevoli che le trasferte più a rischio saranno comunque vietate visto il precedente clamoroso di GENOA vs MILAN dove non solo è stata vietata la trasferta ai tifosi rossoneri in possesso della tessera già da due anni, ma addirittura giocata a porte chiuse con conseguente danno economico anche per i tifosi di casa ABBONATI.
Per tutti questi motivi e altri ancora, CI VORREBBERO DECINE DI PAGINE PER ELENCARE TUTTI I PUNTI NEGATIVI DI QUESTA TESSERA, informiamo, che noi del COMMANDO ULTRA’ CURVA SUD 1987 ci opponiamo a questa tessera anticostituzionale seguendo la nostra squadra fin quando ci sarà consentito di acquistare il semplice biglietto settimanale, PER LE PARTITE CASALINGHE, perché riteniamo opportuno che questa battaglia si debba continuare a combattere fuori dagli stadi ma anche è principalmente dentro DOVE LE NOSTRE PROTESTE POSSONO AVERE PIU VOCE E VISIBILITA’.
FUORI CASA invece abbiamo deciso di non seguire la squadra perché per il settore ospite è necessaria la tessera e noi per mentalità e coerenza con le prese di posizioni prese in passato non andremo mai in un settore diverso che non sia quello ospite anche PERCHE’ NOI NON VOGLIAMO RENDERCI PARTECIPI DEI TRANELLI MESSI IN ATTO DAL SIGNOR MARONI.
Invitiamo pertanto chiunque la pensi come noi e chiunque abbia ancora un briciolo di dignità e voglia di lottare PER LA PROPRIA LIBERTA’ PERSONALE a non sottoscrivere la tessera.
IL DIRETTIVO
ULTRAS LIBERI !!!
IO NON MI TESSERO
Giorni importanti per i nostri colori BIANCAZZURRI e giorni altresì delicati per il futuro ULTRAS! Ultimamente non si parla altro che del RITORNO in Lega Pro del Matera, ma tutti noi vorremo essere li a festeggiare più che mai, pensando già al prossimo Campionato e alle prossime avventure che potrebbero attenderci! Ma negli ultimi mesi sarà capitato a molti se non a tutti di sentir parlare del CASO DEVASTANTE “TESSERA DEL TIFOSO” : disegno di legge proposto dal Ministro Maroni, connesso al tesseramento dei tifosi, che in questi giorni sta diventando pura e cruda realtà. Con quanto segue cercheremo di dare un’idea più realistica di quanto proposto dal nostro Ministro. La TESSERA DEL TIFOSO, ha la stessa natura e forma di UNA CARTA RICARICABILE BANCARIA, con costi di gestione e di ricarica praticamente come una normale carta di credito; e in più rappresenta una vera e propria forma di SCHEDATURA PREVENTIVA, attraverso la quale la Questura saprà di ciascun tesserato nome, co
gnome, indirizzo e quant’altro concerne. Come se non bastasse, ogni tessera disporrà di un chip interno della tecnologia RFID, che grazie alla piattaforma telematica della Telecom sarà in grado di rintracciare il suo possessore ovunque egli sia. Si tratterebbe insomma di un espediente anti-terrorista. Il gruppo ULTRAS MATERA ribadisce con fermezza la sua contrarietà al decreto-legge “Tessera del Tifoso”, e sta cercando di sensibilizzare la società locale, anche forse mal o poco informata, riguardo a questo provvedimento, apparentemente a scopo preventivo, ma puramente anti-democratico. La fede di un ultras cosi come quella di un “vero” tifoso non potrà mai essere dimostrata con un tesserino, che sa molto di carta fedeltà di una qualsiasi attività commerciale. Fin dall’inizio, noi ULTRAS MATERA, abbiamo mostrato il nostro disapprovo in merito a questa nuova norma di legge, che non fa altro che aumentare la speculazione e il commercio, dove invece hanno regnato finora passi
one e fedeltà verso la propria squadra, i propri colori e la propria Città. La tessera del tifoso, nata come uno strumento puramente commerciale, viene presentata come un rimedio alla violenza negli stadi, nascondendo il giro di denaro che vi è sotto. La stessa proposta di legge, definisce impropriamente il mondo ultras come il vero e solo colpevole della violenza nello sport. Nel presentare questo rimedio “anti-sociale”, il governo trascura e evita di rendere noto, la sua particolarità più sgradevole, la sua retroattività: noi ULTRAS MATERA condanniamo fortemente l’art. 9 della legge 41 del 2007, che prevede il divieto assoluto di permettere la sottoscrizione della tessera a chi ha commesso in passato reati da stadio, anche se successivamente assolto e ritenuto non colpevole, vietando “definitivamente” l’ingresso allo stadio, limitando in questo modo la libertà personale e marchiando a vita qualsiasi cittadino libero. Emendamento che sarebbe adottato per la prima volta in
assoluto nel nostro Sistema Italiano, dato che nemmeno nell’ambito politico e governativo è stato mai applicato, li dove invece avrebbe molto più senso farlo esigere. Tali motivi e circostanze, sono fuori da ogni ideologia ultras: ogni individuo ha diritto alla sua libertà. Da sempre ultras del Matera e per sempre lo saremo, e come ogni ultras, mai ci piegheremo a queste assurde regole. Per far fronte a questo assurdo provvedimento, noi ULTRAS MATERA, abbiamo deciso di non abbonarci ai prossimi campionati di calcio, finché tale tessera avrà modo di esistere, augurandoci che tale “risposta”, che certamente non vuole danneggiare la Società, spinga la stessa ad alzare la voce ed imporsi agli organi competenti. Stando a quanto si evince dalla “bella pensata” del nostro amato Ministro Maroni, noi ultras saremo fuori da quegli amati gradoni, a malincuore, ma continueremo a sostenere i nostri colori e la maglia, altrove o fuori le mura del perimetro di gioco, solo perché qualcun
o ha deciso cosi per noi! Lotteremo in questa battaglia, cercando anche sempre più alleati possibili, per far capire a chi ha inventato questo “pezzo di carta”, che il calcio senza tifo, senza colore e calore di noi Ultras è finito. Infine, ci auguriamo che la nostra società, ora più che mai, consideri in modo attento e scrupoloso le nostre riflessioni, per tutti quei valori messi in campo in questi anni. Ci auguriamo che la stessa continui a vederci per quello che realmente siamo: Ultras, non clienti; perché in palio non ci sono soltanto abbonamenti e biglietti di trasferta, bensì dignità, coerenza, rispetto, e soprattutto libertà individuale; valori e condizioni -nonché diritti- che noi cercheremo sempre d’esprimere e mantenere anche allo stadio, nonostante tutto. Proprio ora che il Matera fa il suo ritorno nel Calcio che conta...non svuotiamo gli stadi, e non priviamo i nostri giocatori e il nostro ambiente calcistico del giusto e vero sostegno!... anzi portiamo il giust
o sostegno lì dove da anni aspettavamo di esserci! Siamo convinti che le nostre riflessioni possano sensibilizzare ed essere d’esempio per molti altri, ultras e non! Accettare tale normativa, vorrebbe dire ACCETTARE e AUTOCOLPEVOLIZZARSI DI QUALCOSA CHE NON ESISTE, E IN Più PERDERE LA PROPRIA LIBERTA’, RENDENDOSI complici di un Governo che invece di andare a combattere lo schifo imperante, e che invece di dare l’ergastolo a chi rovina vite e famiglie, a chi toglie la dignità, a chi macchia l‘adolescenza altrui con stupri o quant’altro, preferisce accanirsi contro le pedine più deboli di un gioco meschino, che vede già condannati gli unici non colpevoli, gli unici non “mostri” dell’intero Sistema. E’ TROPPO FACILE fare terra bruciata là dove le “autorità” possono fare da padroni. Noi siamo TIFOSI, siamo ULTRAS, siamo INNAMORATI DELLA NOSTRA MAGLIA E DELLA NOSTRA CITTA’ ... NON siamo CRIMINALI , NON siamo TERRORISTI ... EPPURE COSI VOGLIONO FARCI APPARIRE !
ULTRAS MATERA
In merito alle nuove normative disposte dal Ministero dell’Interno che, a partire dalla prossima stagione calcistica (2010-2011), prevedono l’introduzione della “Tessera del Tifoso” come requisito imprescindibile per poter sottoscrivere l’abbonamento alla propria squadra del cuore e avere il diritto di seguirla in trasferta, tutti i gruppi della Curva Ferrovia intendono esprimere il loro dissenso nei confronti di questo provvedimento che:
• E’ un ulteriore inutile SCHEDATURA PREVENTIVA (che già era presente dal momento dell’ introduzione del biglietto nominale).
• Non è altro che uno strumento spacciato come la risoluzione al problema della violenza ma in realtà concepito per fini commerciali, di guadagno e business. La Tessera è infatti una vera e propria CARTA DI CREDITO che presenterà costi di transazione per ogni operazione effettuata (ad esempio l’acquisto di un biglietto).
• Impedisce a chi ha subito condanne o provvedimenti (anche solo amministrativi) legati a reati da stadio dal 1989 ad oggi di poter richiedere la stessa. Ciò sta ad indicare che chi in passato è stato sottoposto ad un divieto di accesso alle manifestazioni sportive (DASPO - provvedimento amministrativo) e poi giudicato non colpevole dopo un regolare processo, NON HA IL DIRITTO di sottoscrivere la tessera.
• Utilizza un microchip con tecnologia “RFid” che traccia e registra gli spostamenti dei suoi possessori.
• Attribuisce alle varie Questure la facoltà di poter decidere sul rilascio o meno della stessa nei confronti di ogni singolo individuo. In altre parole ogni cittadino NON AVREBBE PIU’ L’AUTONOMIA E LA LIBERTA’, ad esempio, di andare in trasferta senza l’assenso della Questura.
• NON GARANTISCE ai possessori della stessa di poter seguire la propria squadra anche nelle trasferte considerate “a rischio”: sarà sempre il questore ad avere l’ultima parola (avvenimenti simili si sono già verificati nello scorso campionato quando la tessera era in fase di sperimentazione – vedi Genoa-Milan).
Per questi principali motivi abbiamo deciso, dopo esserci riuniti più volte, di NON FARE LA TESSERA DEL TIFOSO E DUNQUE RINUNCIARE ALL’ABBONAMENTO PER LA STAGIONE IN CORSO. Invitiamo inoltre chiunque condivida le nostre ragioni, tifosi e normali cittadini, a prendere posizione non sottoscrivendo alcun tipo di tessera.
Prima che Ultras ci riteniamo LIBERI CITTADINI e, nonostante la nostra scelta sia stata sofferta essendo lo Spezia Calcio la nostra unica fede, riteniamo giusto non abbassare la testa nei confronti di chi vuole speculare sulla nostra passione calpestando i nostri diritti.
LA NOSTRA FEDE NON SI TESSERA
Curva Ferrovia
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Dalla Spagna:
Spagna, italiano perde un occhio
a festa per Mondiali: accusata la polizia
A Barcellona giovane molisano colpito da un proiettile di gomma sparato dagli agenti. La famiglia cerca testimoni
CAMPOBASSO (26 luglio) - «È assurdo che durante una festa si possa sparare sulla gente come durante una guerra». È il drammatico racconto di Nicola Tanno, un ragazzo di Campobasso rimasto gravemente ferito mentre, nella notte della vittoria della Spagna ai mondiali di calcio, si trovava a Barcellona ed era in strada durante i festeggiamenti.
Nicola è stato colpito da un proiettile di gomma, sparato probabilmente dalla polizia, che lo ha centrato al volto, perdendo l'uso dell'occhio destro. Il giovane molisano due settimane dopo l'accaduto è stato intervistato in ospedale dal giornale spagnolo La Sexta Noticias che sul suo sito web pubblica un filmato choc sul ferimento di Nicola: si vede il giovane a terra con il volto pieno di sangue e alcune persone che lo soccorrono. «Ricordo di essere saltato in aria - dice il giovane nell'intervista - e poi ho capito che mi avevano colpito l'occhio».
Amici e familiari di Nicola subito dopo l'accaduto hanno lanciato un appello per trovare testimoni utili per individuare i responsabili di quanto accaduto. Lo hanno fatto creando un gruppo su Facebook. «Cerchiamo testimoni e giustizia per Nicola - hanno scritto - si trovava vicino piazza di Spagna, quando è stato colpito violentemente da un oggetto non esplosivo, lanciato ad una velocità assai elevata. I dottori credono possa trattarsi di un colpo di gomma di quelli usati dalla polizia per disperdere la folla, dato che in quel momento erano in corso dei tafferugli poco lontano da lui. Abbiamo bisogno di testimoni - prosegue il messaggio - per cercare il colpevole. Se avete visto qualcosa che possa farci sapere cosa è accaduto o che possa anche lontanamente confermarci l'ipotesi del colpo sparato dalla polizia nella folla, se siete stati voi o un vostro amico a chiamare l'ambulanza, se qualcuno vi ha raccontato il drammatico episodio a cui ha assistito, vi prego di contattarci. Ogni elemento raccolto può esser utile alle indagini ed a rendere giustizia a Nicola. Aiutateci, non devono più accadere questi episodi e non ci possono rimettere sempre e solo i più deboli».
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Ah, beh, sì, certo....:
"Il latitante Messina Denaro
allo stadio per Palermo-Samp"
Un pentito accusa: il Padrino latitante in tribuna a maggio, in mezzo alla folla.
La confidenza in carcere ai Ros
di SALVO PALAZZOLO
PALERMO - Il ricercato numero uno della mafia siciliana, il trapanese Matteo Messina Denaro, seduto fra gli spalti dello stadio Renzo Barbera di Palermo. È un'immagine che ha dell'incredibile, ma la fonte che l'ha riferita in carcere ai carabinieri del Ros non ha dubbi.
Sarebbe stato proprio Matteo Messina Denaro, il custode dei segreti di Riina e Provenzano, quel distinto tifoso (con tanto di maglietta del Palermo al seguito) arrivato a maggio allo stadio per incontrare alcuni mafiosi palermitani. C'era una riunione quel giorno. Si discuteva del progetto messo con insistenza in agenda da alcuni giovani boss rampanti, per colpire il palazzo di giustizia e la squadra mobile di Palermo. Dice la fonte che Messina Denaro era contrario al ritorno alla strategia delle bombe. Ma i palermitani insistevano, e del nuovo corso mafioso si sarebbe dovuto discutere in un'altra riunione. Ai no di Messina Denaro, i fautori della linea dura avrebbero risposto rilanciando: "Dovremmo fare due attentati in ogni provincia".
Ecco i retroscena dell'ultimo allarme attentati in Sicilia lanciato la settimana scorsa dal Viminale con un fonogramma urgente inviato alla prefettura. Le indicazioni offerte dalla fonte in carcere ai carabinieri sono adesso al vaglio dei magistrati della direzione distrettuale antimafia Marcello Viola, Lia Sava e Francesco Del Bene, nonché del procuratore aggiunto Antonio Ingroia. La parola d'ordine è "non sottovalutare alcuna indicazione", anche perché le informazioni parlano di nuovi mafiosi in campo, fautori della linea dura. E già da mesi le indagini parlano di una riorganizzazione in atto tra le fila di Cosa nostra. In che direzione, non è ancora chiaro.
Ma è credibile l'immagine del ricercato numero uno della mafia siciliana che va in uno stadio super sorvegliato? Per la cronaca, a maggio, c'è stata solo una partita al Renzo Barbera, il 9: segnava la battaglia finale fra Palermo e Sampdoria per l'accesso alla Champions League. Chi indaga ricorda la passione calcistica di uno dei colonnelli di Messina Denaro, Andrea Mangiaracina: nel 1990 finì in manette per una telefonata di troppo, quella in cui chiedeva a un favoreggiatore di fargli avere urgentemente un televisore per vedere le semifinali di Italia Novanta. Ma Messina Denaro non sembra un grande appassionato di calcio.
In gioco ci sarebbe stato dell'altro, quel giorno di maggio: la decisione su un cambio di strategia di Cosa nostra. Dice un investigatore: "Messina Denaro resta una testa calda, se deve partecipare a un incontro davvero importante prende una Smart e va. Senza scorta".
Le sue tracce più recenti risalgono ormai a marzo. Le intercettazioni dicevano di un gruppo di favoreggiatori che si dava un gran da fare per preparare "una villa con tutti i confort che lui vuole", alla fiume del Belice. Quella villa i poliziotti hanno cercato a lungo, ma inutilmente.
*
Prima di morire Valerio Marchi ha scritto questa lettera-articolo molto interessante, già pubblicata qualche giorno fa su "Il Manifesto":
a Roberto 
NOI CHE CE LA COMANDIAMO
Ultima ruota del carro stocazzo. Saremo un’arretrata provincia dell’impero, un disastro in politica economia cultura scienza arte e cose così, ma per  quel che ci riguarda noi in Europa ce la comandiamo, ovunque e comunque. 
Qui non si parla di  musica pop rock punk, o di stili spettacolari, o di pura, deliziosa perché inutile,  violenza. Qui si parla di un tarlo che non riesce a farti accontentare del pub distrutto, della curva conquistata, dell’adrenalina che ti pompa un’elettricità che non c’è droga al mondo... Dentro di noi c’è un grumo di rabbia antica, mai sopita, che ci spinge oltre il limitato orizzonte della battaglia, e ci conduce ineludibilmente alla guerra di classe.
Se abbiamo conquistato il continente, se da Lisbona a Mosca, da Copenhagen ad Atene si scorge in ogni curva il segno della nostra influenza, non è per qualsivoglia feroce imbattibilità, ma perché vi abbiamo portato un modello di conflitto applicabile nei più disparati contesti socio-geografici.
Noi siamo stati gli untori di un germe che ha attecchito e proliferato, fino ad assurgere ai supremi ranghi di epidemia continentale e di allarme internazionale.  Noi siamo stati il peggior dito al culo che potesse capitare al sistema del calcio, ed alle sue milizie armate.
*
Gli inglesi hanno avuto l’idea, è vero. Era sotto gli occhi di tutti, intorno al calcio sono da sempre volate botte da orbi, è bastato affiancare alle partite il tradizionale gioco delle bande di strada ed è nata, come la chiamano loro, la  “Terrace  culture”. Tutto ciò che di malevolo, ormai da tre secoli, si comminavano reciprocamente i ragazzi di Bengal street e quelli di Nepal street, entrava a far parte dello spettacolo calcistico con grande divertimento e partecipazione del resto del pubblico.
 Come in Andy Capp, una serie di omini vestiti di nero, col casco a cupola, si incuneavano poi nelle mischie, dividendo e allontanando le due fazioni. Le grandi stazioni di snodo, ferroviarie e metro, accantonavano la propria essenza di non-luoghi assumendo temporaneamente identità di sapore tribale, ridisegnandosi e ricomponendosi lungo direttrici non più di spostamento fisico bensì  di scontro fisico, e quindi di narrazione epica, di sterili sigle trasmutate in leggenda, di scale mobili e corridoi che divenivano luogo, compiutamente luogo, di tragiche o eroiche o esilaranti vicende.
Detto ciò, non c’è molto altro: grandi risse, una mitopoietica vastissima che la Boogaloo publishing sta progressivamente proponendo in italiano, il fascino ingleseggiante del nome e del luogo. Ma nel giro di quindici anni gli hanno rovesciato sotto gli occhi il soccer come un pedalino e loro niente, manco un batter di ciglia, una reazione, un ruggito.  Hanno iniziato a darsi le punte con i cellulari,  sempre più distanti dagli stadi, definitivamente allontanati dal proscenio, di nuovo a picchiarsi nei quattro vicoli bui che collegano Bengal e Nepal street.
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Da noi è stata tutt’altra cosa. La voglia di metter becco, nei meccanismi del calcio come in quelli della scuola, dell’università, del lavoro, addirittura della musica e delle merci, ci è sempre risultata irrefrenabile. Almeno quanto l’istintiva antipatia di classe per ogni tipo di istituzione e potere.  I  public servant di Andy Capp, se mai sono esistiti, si estinguono sul ciglio delle bianche scogliere di Dover. Poche miglia marine dopo, a Cadice, già si chiamano sbirri, e stangano e perseguitano e ammazzano poveri cristi sin dai tempi dei tempi.
Noi siamo nati proprio dall’idea che il gioco del calcio, e con esso l’intera nostra esistenza, stesse prendendo una brutta piega, sempre più affari e sempre meno passione. E che non avevamo nessuna intenzione di star là a guardare, idealmente a bocca spalancata, mentre ci inculavano  la vita sotto ogni aspetto. 
Così ci siamo tenuti ben stretta l’idea inglese del campionato parallelo, non abbiamo mai rinunciato alla baldoria e alla violenza, ma abbiamo irrorato la felicità del nostro teppismo con cisterne di rabbia sociale. Il nostro reciproco cercarci e trovarci in giro per gli stadi d’Italia è esploso in una pratica più complessa, e pericolosa, che il semplice  confrontarsi con gli avversari di turno. Più complessa perché implica il ruolo di unica forma di resistenza alle trasformazioni affaristico- commerciali del sistema-calcio, più pericoloso perché eleva a proprio primo e peggior nemico non più l’avversario ma appunto il sistema stesso.
Insomma, tra noi e loro – i cuginetti inglesi – c’è la stessa differenza che passa tra il tirare un mattone contro la finestra di un nemico oppure contro la vetrata del commissariato. Da noi, e di seguito un po’ovunque, la scelta della vetrata è stata considerata di certo divertente, ma anche e soprattutto obbligata per quanto ci avveniva attorno, per come venivamo trattati, per il sordo rifiuto ad ogni istanza di democrazia nel calcio e nell’intera società.
Nel nostro piccolo, abbiamo scelto di combattere. E abbiamo continuato a farlo per decenni, mentre tutto intorno a noi le istanze più radicali, gli sfondamenti ai concerti, gli espropri,  le occupazioni, i movimenti  conflittuali andavano sparendo, oppure illanguidendosi. Noi siamo rimasti lì, sulla barricata, esempio di irriducibilità per i giovani di tutta Europa.
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Sarà infantile, ma vederli nei primi anni 80, nel momento del loro maggior fulgore criminale – sempre loro, i cuginetti inglesi – ricorrere ad un look un bel po’ made in Italy  ci ha dato non poco gusto. Fila, Tacchini, Robe di Kappa: come dire... per essere cattivi con stile, rivolgetevi a noi!
Ma i più importanti segni, noi,  non li abbiamo lasciato tanto sulle persone quanto sulle curve nel loro insieme, tanto da aver piegato addirittura lo stereotipo della passione calcistica al nostro gusto. Le grandi coreografie che tanto piacciono anche al sistema-calcio, tutto quel  che di noi vorrebbero mantenere e strumentalizzare, rappresenta soltanto la punta di un iceberg ben più minaccioso.  Dietro lo striscione immenso, la sbandierata, gli effetti coreografici affidati a palloncini, fogli bristol e tessuti colorati, dietro i tamburi ed i megafoni  c’è una forma di auto-organizzazione complessa, che insegna a collaborare, a lavorare uniti e duramente, a sopportare sacrifici e repressione per uno scopo comune, per un qualcosa che è andato progressivamente assumendo in tutta Europa la funzione di principale agenzia di conflitto divertito. 
Abbiamo quadrato il cerchio, noi: disturbare il potere nel suo principale salotto mediatico e, al tempo stesso, continuare a divertirci, a ubriacarci e farci le canne, ad acchitare e dare e ricevere botte, ad essere sempre ed irrimediabilmente una folla di Franti.
È per tutto ciò che l’Europa è oggi nostra, ed anche dove le scorribande più furibonde appaiono domate ancora cova e serpeggia e resiste il solito, vecchio tarlo che, esportato, continua per fortuna a non tenere tranquilli i ragazzi. La guerra al calcio moderno non si fermerà.  Non temiamo mode e repressioni, noi.  Siamo ultrà, e ce la comandiamo.
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Da il Corriere della Sera del 22 luglio:
"ROMA ¬ - Per Roberto Maroni, ministro dell’Interno e fautore della sua introduzione, “è uno strumento per tenere i violenti lontano dagli stadi”. Per Michel Platini, presidente dell’Uefa, “è un fatto italiano che personalmente non mi piace”. Per Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A, è “un passaporto universale per entrare negli stadi”. Per Fabrizio Miccoli – collega di Daniele De Rossi le cui dichiarazioni sulla “tessera del poliziotto”¬ generarono un putiferio e Angelo Palombo che ha espresso il suo dissenso con una maglietta – “è una cazzata: io allo stadio non ci andrei”.
Il prossimo anno calcistico italiano sarà quello della “tessera del tifoso”. Dopo numerosi rinvii, testimonianza del fatto che le società l’hanno più subita che favorita, entrerà in vigore: chi non la possiede non può fare l’abbonamento e non potrà andare in trasferta nel settore ospiti. Sicuramente cambierà il volto degli stadi italiani. In meglio secondo il Viminale. Con vantaggi e accessi riservati ai possessori. In peggio secondo gli ultrà, ma non solo. Basti pensare che in casa Lazio hanno deciso di non sottoscriverla i club della tribuna Tevere, per certi versi il loggione dell’Olimpico.
Ma che cosa è esattamente? Non si capisce molto dallo spot in onda sulla Rai, criticassimo via internet. Secondo l’osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive “il progetto si pone l’obiettivo di creare la categoria dei ‘tifosi ufficiali’.La tessera, rilasciata dalla società sportiva previo “nulla osta” della Questura competente che comunica l’eventuale presenza di motivi ostativi (Daspo in corso e condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni), fidelizza il rapporto tra tifoso e società stessa”.  Ma c’è chi come lo scrittore Maurizio Martucci, molto attento alle tematiche delle curve, obietta: “La tessera è vietata ai condannati da stadio anche in primo grado e se poi uno viene assolto?”. Su “Stadio Italia”, interessantissimo libro per leggere il fenomeno ultrà, è riportato un divertente sonetto romanesco: “Non mi vogliono dare la Tessera del tifoso. Ora c’ho 50 anni quando ne avevo 16 ho fatto a botte co’uno. La prima e unica volta che feci a botte con qualcuno. Dicono che so violento e nun ce posso annà allo stadio. State bene così”.
Gli ultrà, come per esempio quelli del Cittadella, criticano che la tessera “è una vera e propria carta di credito imposta alle società che trasforma gli spettatori da tifosi in clienti. Gli unici a beneficiare di questo strumento saranno le banche”. C’è poi il problema del microchip a tecnologia Radio Frequency Identification, che memorizza i dati, anche sugli spostamenti geografici.  Secondo diverse fonti ciò costituirebbe una violazione della privacy, non a caso c’è una segnalazione del Garante del 2005 su tale problematica.  Diversi gruppi organizzati (dal Catania al Torino, dal Napoli al Genoa), pertanto, non la faranno, ma c’è chi come la curva Nord dell’Inter ha deciso di sottoscriverla pur continuando a contestarla. A Palermo, invece, gli ultrà rosanero si sono divisi sulla materia.
In mezzo stanno le società. In Lega calcio c’è chi lamenta il fatto che la tessera è nata bene (come strumento di fidelizzazione), ma è stata comunicata male (come uno strumento di polizia e di schedatura). Era stata concepita con la stessa ratio delle card dei supermercati: la possiedi hai dei vantaggi, ma non è obbligatoria. Come del resto è all’estero. Rosella Sensi, presidente della Roma e vicepresidente della Lega calcio, presentando la versione giallorossa (la “privilege card”), ha dichiarato: “Siamo obbligati a farla”. Non è esattamente così. Visto che trattasi di circolare amministrativa a prefetti e questori e non di legge dello Stato (con lo schieramento bipartisan avverso non sarebbe mai passata). Ma i club non potevano andare allo scontro istituzionale con il Viminale. Maurizio Zamparini, presidente del Palermo ed ex consigliere federale, allo scontro c'è andato a parole: “Ci hanno costretti a fare la tessera del tifoso. Un ricatto. Un’intimidazione vera e propria da parte del ministro Maroni”.
Ma c’è chi ha già preso delle contromisure. La Sampdoria ha già comunicato che gli abbonati, che non rinnoveranno non aderendo al progetto tessera del tifoso” avranno tre giorni di prelazione per l’acquisto dei tagliandi della Gradinata Sud, cuore del tifoso blucerchiato. Anche a Roma, sponda giallorossa, i gruppi della Sud hanno raccolto i vecchi abbonamenti di chi non rinnova (anche qui non solo ultras) e compreranno, di volta in volta, il biglietto. Flaiano diceva in Italia non vi è nulla di più stabile del provvisorio. C’è chi confida che, negli stadi italiani, non vi sia nulla di più provvisorio di quanto stabilito.
Roberto Stracca".

"Il 22 Luglio 1927 è nata non una squadra ma un sogno....questo siamo oggi,eravamo ieri,rimarremo sempre. Ogni 22 di luglio una lacrima scende sul mio volto e alimenta una passione...... Quella data è la nostra storia... Il primo passo... Sono grato al pioniere Foschi,perchè con la firma del 22 luglio ha reso possibile una meraviglia sportiva senza eguali.......". Dino Viola

22 luglio 2010: dove vanno a finire certi progetti? Ce lo fa sapere Alessandra... Leggete, leggete:

Più sicurezza in carcere col tag Rfid
Il carcere di Hardin County di Eldora, nell'Iowa, ha avviato un progetto di reingegnerizzazione del sistema Rfid utilizzato per monitorare l'interazione quotidiana tra le guardie e i prigionieri.
I tag applicati ai badge e implementati nel 2005, infatti, non erano molto funzionali: non solo venivano perduti o rubati dagli altri prigionieri ma i rilevamenti funzionavano solo quando il detenuto passava vicino ai reader.
Nel corso degli ultimi anni le tecnologie si sono evolute e questo ha spinto la direzione del carcere a rivistare il sistema e a migrare, nel dicembre del 2009, a soluzioni di nuova generazione, confermando come partner tecnologico lo specialista californiano Pdc (Precision Dynamics Corporation).
La soluzione entrata rapidamente in produzione, sfrutta un meccansimo di localizzazione più avanzato e si compone di un braccialetto dotato di tag, modello Clincher, che utilizza un codice di identificazione univoco che viene letto da un sistema in radiofrequenza, serve a tracciare e a documentare tutte le attività dei carcerati, nel corso della loro giornata.
Il software di riferimento è Guardian Mobile,a cui si interfacciano computer mobili utilizzati dalla sorveglianza per leggere i braccialetti taggati. I dati registrati, vengono archiviati e servono a tenere lo storico delle attività svolte dai prigionieri all'interno della prigione.
I transponder Rfid Clincher si collegano infatti al Grcs (Guardian Rfid Corrections System), mantenendo il database aggiornato in tempo reale e consentendo ai responsabili di avere una reportistica completa che permette di pianificare servizi e attività.
Il tag Rfid apposto sui braccialetti memorizza nome e cognome del prigionieri, l'ufficio in cui presta lavoro, la locazione, la data e il tempo di permanenza. I braccialetti servono anche per controllare e presidiare i trasferimenti dei carcerati e le trasferte dalla prigione alla corte e viceversa.
Il sistema è usato anche per tracciare tutti i materiali di fornitura potenzialmente pericolosi come, ad esempio, forbici, coltelli e rasoi.
“Nel caso si possa verificare un suicidio o uno scontro tra i detenuti – ha spiegato Nick Whitmore, amministratore della prigione – siamo in grado di fornire alla corte tutte le prove di quanto è avvenuto, chi è entrato in contatto con la vittima e le guardie che erano presenti nelle vicinanze. Il sistema ci aiuta a garantire la salvaguardia del personale e dei detenuti, permettendoci di prevenire suicidi o eventuali abusi di droghe così come di gestire meglio le cure mediche erogate”.
In America, quello di Hardin County non è il primo progetto che usa l'Rfid. Già cinque anni fa il Los Angeles County Sheriff's department (Lasd) aveva avviato un progetto che prevedeva una tracciabilità dei prigionieri attraverso l'uso delle tecnologie di identificazione a radiofrequenza che coinvolgeva 1800 detenuti del carcere californiano East Facility of the Pitchess Detention Center. Il costo era stato di 1,5 milioni di dolari e il successo dell'iniziativa aveva fatto estendere l'uso dei tag Rfid ad altre realtà carcerarie, con una previsione di ampliare il sistema di tracciabilità ad almeno 18mila detenuti.
Fonte: http://rfid.thebizloft.com/content/pi%C3%B9-sicurezza-carcere-col-tag-rfid
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Supercoppa: "ciao lorenzo, argomento Supercoppa Italiana.
Abito in Lombardia e dovrò purtroppo prendere posto tra gli interisti, chiederei ai romanisti che sono nelle mie condizioni se possibile di scrivere in quale settore acquisteranno il biglietto, così magari ci compattiamo ed evitiamo di spargerci in tutto lo stadio.
Io direi che secondo o terzo rosso (settori vicini al blu) sarebbe un'ottima soluzione, visto che il primo arancione ha un costo davvero eccessivo
PS: ovviamente fermo restando che il tentativo di entrare nel settore ospiti sarà comunque fatto.
grazie, Filippo". Credo anche io sia la soluzione migliore.


21 luglio 2010 (pomeriggio): per digerire:

Concerto Statuto a Torino

Cosenza contro
Lecce: "Per venire incontro ai vecchi abbonati che non vogliano fare la tessera, Semeraro annuncia che «avranno la prelazione sui biglietti e probabilmente anche qualche riduzione sul prezzo». Bardelli chiude annunciando che «il Lecce è l’unica squadra in Italia a dare la tessera gratuitamente a tutti, abbonati e non». Da oggi si potrà valutare se la scelta incontrerà o meno il gradimento dei tifosi".


21 luglio 2010: continuano i comunicati di boicottaggio degli abbonamenti:

comunicato ufficiale URA94
Gli Ultras Ravenna 1994 come la maggior parte delle tifoserie organizzate, si schierano contro la tessera del tifoso. La tessera è anticostituzionale in quanto limita la libertà personale del singolo individuo che si trova obbligato a sottoscrivere una carta di credito non richiesta e ad essere schedato preventivamente per poter assistere ad un evento calcistico.
Inoltre la tessera non è sottoscrivibile da chiunque sia stato sottoposto a d.a.spo. o accusato in primo grado, anche se eventualmente fosse risultato innocente.
Questo strumento, "teoricamente", dovrebbe garantire l'ingresso al settore ospiti anche laddove sussista un divieto da parte dell'Osservatorio per le manifestazioni sportive.
Tutto ciò è stato smentito in occasione della partita Genoa - Milan della passata stagione, quando la trasferta fu inizialmente consentita ai possessori della tessera e successivamente vietata con conseguente addebito di doppie commissioni d'acquisto/rimborso del biglietto.
Siamo quindi fermamente convinti che la tessera sia un semplice business, anche in virtù del fatto che le società calcistiche riceveranno introiti in base al numero delle tessere sottoscritte.
Vogliamo inoltre ricordare come attualmente non esista una legge che obblighi le società ad aderire al progetto "tessera del tifoso".
Il Direttivo Ultras Ravenna 1994 aveva richiesto un incontro chiarificatore con Questura, Società e Assessore allo Sport che in un primo momento sembrava possibile ma non ha avuto luogo in quanto la Questura ha deciso di non partecipare.
Invitiamo quindi tutta la tifoseria Giallorossa a non sottoscrivere la tessera del tifoso.
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Passiamo alla Roma: "Ciao Lorenzo una prima buona notizia !! i rinnovi degli abbonamenti si fermano a quota 9000 !! molto pochi, ora non mi ricordo a quanto stavamo l 'anno scorso alla fine della prelazione per rinnovare ma mi pare che un buon 16- 17 mila lo raggiungevamo no ? vorrebbe 6-7 -8 mila non tesserati che rinunciano all'abbonamento ! mi pare un ottimo dato non pensi anche tu ?? http://www.laroma24.it/?show=article&artid=24273
ed infine il 22 luglio comincia la vendita per la supercoppa e dal comunicato dell'inter non mi pare ci siano limitazioni concernenti la tessera, altra ottima notizia ! come sempre grazie dell ottimo lavoro che fai per tutti noi".
Ancora sul punto: "Ciao Lorenzo....domani scade la prelazione per gli abbonati dell'anno precedente...e a quanto si sa la quota dovrebbe esse intorno ai 9mila...meno della metà dunque perchè lo scorso anno si erano abbonati in 24454...secondo me già questa è una prima,parziale,vittoria...vediamo la vendita libera ora...per il momento sono soddisfatto :-)".
Sempre su rinnovi, Mirko: "arrivati a quota 9000...daje lorè speriamo bene una botta è andata".
E' un dato addirittura insperato. Se i dati sono veri, e poiché credo che i nuovi abbonamenti non supereranno i 3mila, credo che la Roma avrà dimezzato gli abbonamenti rispetto allo scorso anno, che la Sud in abbonamento sarà semivuota e così gli altri settori.
Quindi se decideranno di giocare Roma/Napoli riservando l'accesso ai soli abbonati/possessori di TdT avranno la bellezza di 12mila spettatori allo stadio. Al derby forse 20mila. Com'è che le famiglie non si sono abbonate?
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Supercoppa:
SUPERCOPPA TIM 2010
F.C. INTERNAZIONALE – A.S. ROMA, MILANO STADIO MEAZZA, 
SABATO 21 AGOSTO 2010, ORE 20.45
A.S. ROMA rende note le modalità di vendita dei tagliandi della gara di SUPERCOPPA TIM 2010 per i propri tifosi stabilite dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A con il Comunicato Ufficiale n. 7 del 20 luglio 2010.
PREVENDITA BIGLIETTI
· Prelazione riservata esclusivamente ai Titolari di AS ROMA CLUB PRIVILEGE: dalle ore 12.00 di giovedì 22 luglio 2010, alle ore 20.00 di mercoledì 28 luglio 2010.
· Vendita Libera: dalle ore 12.00 di giovedì 29 luglio 2010, alle ore 19.00 di venerdì 20 agosto 2010. 
SETTORI DISPONIBILI E PREZZI
- PRIMO ANELLO BLU € 35,00
- SECONDO ANELLO BLU € 20,00
- TERZO ANELLO BLU € 14,00
- PRIMO ANELLO ARANCIONE (dal Settore 167 al 172) € 80,00

PUNTI VENDITA

Ricevitorie LisTicket abilitate nelle regioni Lazio, Abruzzo, Campania, Marche, Molise, Toscana e Umbria consultabili sul sito www.listicket.it alla sezione “punti vendita rete nazionale” selezionando una delle provincie delle regioni sopra indicate.

MODALITA’
Per acquistare i tagliandi durante la fase di Prelazione, i Titolari dovranno esibire all’operatore la personale AS ROMA CLUB PRIVILEGE. In via subordinata, nel caso i richiedenti non avessero ancora ricevuto la propria Tessera, dovranno mostrare all’operatore un valido documento d’identità e consegnare la fotocopia autocertificata del Modulo di richiesta di adesione al Programma.
Ai Titolari di AS ROMA CLUB PRIVILEGE sarà inoltre riservato allo Stadio “Meazza” il Varco d’Ingresso n. 10 (quindi manco potranno andare dove gli pare).
Per acquistare i tagliandi in Vendita Libera sarà necessario mostrare all’operatore un valido documento d’identità per ogni biglietto richiesto.
Potrà essere acquistato un numero massimo di quattro biglietti a persona salvo eventuali restrizioni sulla vendita decise dai competenti organi responsabili dell’Ordine Pubblico.
E’ sconsigliato recarsi a Milano per la gara senza avere preventivamente acquistato il biglietto d’ingresso con le modalità indicate.
Per ulteriori informazioni sarà possibile consultare i siti: www.legaseriea.it, www.inter.it, e www.listicket.it.F.C.

COMUNICATO INTERNAZIONALE F.C.

Internazionale comunica che dalle ore 12 di giovedì 22 luglio 2010 inizierà la vendita per la Supercoppa Tim 2010, Inter-Roma, che si giocherà sabato 21 agosto allo stadio "Giuseppe Meazza" in San Siro, a Milano.
La vendita verrà effettuata tramite i seguenti canali:
- agenzie gruppo Bipiemme, escluse regioni Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Campania;
- punti vendita Lottomatica solo delle regioni Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Campania.
Dal 22 al 28 luglio la vendita sarà riservata ai possessori della tessera del tifoso; dalle ore 12 di giovedi' 29 luglio la vendita sara' libera.
Ai tifosi ospiti sono riservati tutti i settori del Primo, del Secondo e del Terzo anello Blu ed i settori 167, 168, 169, 170 e 172 del Primo anello Arancione. I biglietti di tali settori saranno venduti solo ed esclusivamente tramite i punti vendita Lottomatica di cui sopra.
Qui di seguito i prezzi dei biglietti (non saranno messi in vendita biglietti ridotti):
Primo Anello
Tribuna Onore Rossa €250
Poltroncina Rossa €140
Rosso €110
Tribuna Onore Arancione €100
Arancione €80
Verde €35
Blu €35

Secondo Anello
Rosso €35
Arancione €35
Verde €20
Blu €20

Terzo Anello
Rosso €15
Verde €14
Blu €14
(inter.it)
Perfetto, qundi i numerosi tifosi della Roma che non vivono nel Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Campania acquistino tranquillamente i biglietti degli interisti alla BPM e poi si presentino al settore ospiti. Non è cambiato nulla.

Sul punto, D.: "Ciao Lorenzo.. Ti leggo già da un bel po' ma oggi sento il bisogno di scriverti per esternarti tutta la mia rabbia! Sono uno di quelli che ha aderito allo scempio della tessera del tifoso, e neanche è iniziato il campionato (e neanche mi è arrivata la tessera a casa!) e sono già pentito. La ragione che mi ha spinto a farla è stata fondamentalmente una. Sono un tifoso di fuori Roma, precisamente Alessandria, che per ovvi motivi non è abbonato ma che ogni tanto segue la Roma nelle trasferte del nord Italia e in Europa. Tante volte è successo che la vendita di queste trasferte avvenisse unicamente in punti vendita della regione lazio o dintorni. Uno dei cavalli di battaglia di ciò che prometteva la tessera era la possibilità di seguire TUTTE le trasferte, anche quelle vietate e di (ma questo già ci credevo poco) di poter "caricare" il biglietto sulla tessera, quindi anche a distanza da internet. Quindi mi sono detto: sì è vero, cosa barbara questa schedatura, ma siccome non ho nulla da nascondere e siccome avrei il vantaggio di poter finalmente comprare i biglietti senza dover fare 600 chilometri per recarmi alla lottomatica a Roma la faccio... Ed ecco oggi la sorpresa: supercoppa, prima partita con la tessera, prelazione per chi la ha (ah ma allora a qualcosa serve) e... ops...no...forse DEVO aver letto male...PUNTI VENDITA Ricevitorie LisTicket abilitate nelle regioni Lazio, Abruzzo, Campania, Marche, Molise, Toscana e Umbria consultabili sul sito www.listicket.it alla sezione “punti vendita rete nazionale” selezionando una delle provincie delle regioni sopra indicate....ED IO CHE HO FATTO LA TESSERA PER COMPRARE IL BIGLIETTO AD ALESSANDRIA O SU INTERNET COSA FACCIO??? INCREDIBILE, mi hanno preso per il culo!!! Mi sono fatto schedare e non posso andare a vedere la partita?????? Non mi resta che fare come l'anno scorso...ho comprato il biglietto per un settore diverso e sono entrato tranquillamente nel settore ospiti senza mostrare documenti e niente, senza scavalcare e senza che alcuno steward mi dicesse che quello non era il settore del mio biglietto... Oppure me la vedo in televisione... No cazzo, ma forse NON E' PROPRIO QUESTO CHE VOGLIONO? Basta, questo è davvero troppo! Chiedo scusa a tutti i ragazzi che stanno combattendo per questa ingiustizia, e che ho forse tradito aderendo a questa follia... Si può sbagliare nella vita no? L'importante è capirlo e chiedere scusa...".
Lo avevo già previsto e la mail fa onore a D. I ragazzi di fuori Roma sono i più svantaggiati sotto questo profilo, comunque anche loro stanno capendo che è tutta una presa per i fondelli.
Francesco: "Ciao Lorenzo, sono Francesco, 24 anni e questo è il mio decimo anno di abbonamento in Curva Sud. Si, ho fatto la tessera del tifoso e ho fatto l'abbonamento in Sud come tutti gli anni. Ma devo essere sincero, comincio a preoccuparmi per l'accoglienza che credo (e spero di sbagliarmi) riceverò fuori alla Sud nel momento in cui entrerò con il mio abbonamento.
Ho letto il comunicato dei gruppi della Sud, e ho letto l'invito a spostarsi in altri settori, ma sono troppo innamorato della Roma e della Curva Sud per spostarmi. E sono convinto che la Curva Sud non sia di nessuno, se io canto 90 minuti per la mia Roma, se rispetto i gruppi e gli anziani che sono lì da più tempo, anche io ho il diritto di vedere la partita in Sud, In teoria, essendo un invito non dovrei essere preoccupato, ma visto che anche nella partita contro la Fiorentina dove la Sud è rimasta fuori per protesta si "invitava" i tifosi a non entrare, e quando ho cercato di entrare ugualmente, mi hanno impedito fisicamente di entrare, comincio a preoccuparmi. Vorrei avere una tua opinione in merito, visto che su questi argomenti tu sei sicuramente più preparato di me. Ovviamente non pretendo che tu preveda cosa accadrà alle prime partite casalinghe, ma vorrei sapere cosa ne pensi, se faccio male a preoccuparmi, o se invece devo nascondermi per il solo fatto che ho fatto la tessera del tifoso. Grazie e complimenti per il tuo sito che seguo da anni. Francesco".
La vittoria della battaglia contro la tessera non consiste nell'impedire a chi se l'è fatta di entrare o cose del genere. Si sapeva che alcuni non avrebbero resistito. La vittoria sta nel crollo degli abbonamenti, che per una realtà come Roma non possono essere azzerati. Altra vittoria è, per chi si è fatto la tessera, la NON attivazione della funzione di bancomat. Il colpo di grazia per il progetto sarà, per chi se l'è fatta, la richiesta di risarcimento danni alla Roma per l'illegittimo trattamento dei dati personali. Ma questa è un'altra storia di cui parleremo a breve. E' uno scacco matto in tre mosse.
Finiamo con la Tdt: "Ciao Lorenzo sono un'abbonato della Sud che quest'anno, per ovvi motivi, non rinnoverà e non sottoscrivera la "Tessera dello Schifoso". Ora, siccome studio Scienze Politiche e quindi mi sono trovato a studiare materie giuridiche ti chiedo se era possibile (e plausibile) una volta che la Tdt sarà diventata legge indire un referendum per la sua abrogazione (ovviamente facendo leva sulle 500.000 firme di cittadini perchè credo che se aspettiamo i 5 consigli regionali stiamo freschi) oppure rivolgersi alla Corte Costituzionale o alla Corte di Giustizia Europea. Insomma, visto che hai sicuramente più conoscenza dell'argomento di me volevo chiederti se il progetto Tdt poteva fallire per una via, diciamo così, "giuridico-istituzionale". Grazie!".
La TdT non è una legge, anche se le grandi manovre del duo Matovano/Maroni potrebbero intervenire in questo senso, con ciò svuotando definitivamente gli stadi. Detto questo, il referendum non è praticabile perché al di là della difficoltà a raggiungere 500.000 firme, servirebbe che poi almeno il 50%+1 degli italiani si recassero a votare, il che è utopico, visto che gli italiani non votano ai referendum nemmeno se si parla di cellule staminali. Più senso ha rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea, come anche al Garante della Privacy.
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Ancora Supercoppa: "Lore avrai letto che probabilmente per la supercoppa a Milano non sara necessaria la tdt. Stavo quindi pensando...non sarebbe meglio organizzarsi e acquistare in blocco tutti quanti un settore diverso da quello ospiti??sarebbe secondo me un segnale importante in vista della gestione delle trasferte per il prossimo campionato, della serie "se ci impedite di acquistare il settore ospiti noi ci presentiamo in blocco in tribuna/distinti". Secondo te sarebbe utile/fattibile??ovviamente servirebbe un po di coordinazione...un saluto. Andrea".
In realtà in questo caso è stato aperto un settore ospiti molto ampio. Le aperture, secondo me, non vanno boicottate. Vanno ostacolate le limitazioni. I tifosi delle regioni differenti da quelle dove gli ospiti possono acquistare i biglietti non potranno che acquistare il settore non ospiti. Se all'Osservatorio sta bene...
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Supercoppa: "Ciao Lorenzo, visto?? Si ricomincia con le pagliacciate, biglietti per la supercoppa nelle ricevitorie di cinque/sei regioni!! Ma le altre?? Pazzesco... Mi stupisco sempre di più!! Saluti Marco -va-".
Ancora Supercoppa: "ciao lorenzo,ma sempre una se ne inventano?biglietti  settore ospiti in vendita solo nel centro italia...io che sto in emilia e che poi scendo in sicilia non ho come fare...senza pensare a quelli che visto il periodo magari sono in vacanza...ma che senso ha ogni volta che per partite di sto genere la vendita è limitata a certe regioni?ma i romanisti delle altre regioni non esistono?e il bello che ero contento perchè non c'era bisogno della tessera...".
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Il passo successivo alla TdT... il Mattino: "Una nuova normativa contro la violenza degli ultrà negli stadi. Un piano per disinnescare la miccia del tifo organizzato e per allontanare i rischi di nuove guerriglie urbane. Mai più, insomma, allo stadio come se si andasse al fronte, in trincea. La proposta parte da Napoli. Da quella Procura che - per prima (e tuttora unica) (male informati: a Roma già esiste una cosa simile da almeno 6 anni)  - si è dotata di un pool di pubblici ministeri che lavorano proprio su una specificità: è il «pool reati da stadio». Parte da questo gruppo di magistrati l’offensiva contro ogni violenza mascherata da passione calcistica. I rischi sono dietro l’angolo e l’inizio del campionato è vicino. I tempi stretti possono tuttavia essere ben spesi, purché - e di questo è convinto il procuratore aggiunto Giovanni Melillo, che coordina il pool - si raggiunga un risultato. Quale? Tenere fuori dagli impianti sportivi, per sempre, quanti hanno ottenuto una sentenza di condanna di primo grado per una serie di reati: dall’associazione per delinquere (semplice o mafiosa) a quelli per droga, dalle rapine alle estorsioni (la cosa bellissima è che questi procuratori non si sognano di dire la stessa cosa per il Parlamento Italiano. Aspetto ed invito un Procuratore Capo dica che nel Parlamento Italiano non debbano sedere deputati e senatori condannati in primo grado. Maroni sarebbe il primo a doversi dimettere).
«Le curve vanno ripulite da queste ingombranti presenze», esordisce il procuratore Melillo.
Allora, da dove si comincia?
«Da una premessa. Oggi intorno agli stadi c’è un rischio criminale intollerabile, ma sarebbe un grave errore guardare al fenomeno del tifo organizzato in una prospettiva schiacciata sulle logiche della repressione penale. Oggi i gruppi ultrà pretendono di fare degli stadi un’area franca, nella quale le leggi dello Stato sono poco più che carta straccia (per quanto conosco professionalmente, gli stadi sono il luogo dove le leggi sono extraterritoriali: ciò che vale per la vita comune non vale oer lo stadio e chi commette reati da stadio paga tre volte di più che per i reati comuni); al loro interno vige una sorta di “etica” di gruppo che è frutto di strategie decise da pochi, in funzione di interessi e obiettivi, spesso illeciti, che nulla hanno a che fare con il tifo». Gli stadi come palestre criminali? «Attenzione: non sempre ultrà è sinonimo di “criminale”. Tuttavia le partite di calcio sono occasione di tifo selvaggio e pretesto per la pianificazione di aggressioni violente contro le tifoserie avversarie e, soprattutto, verso le forze di polizia, individuate come “nemico”. Colpisce ed amareggia, di fronte a tale atteggiamento, la condiscendenza di molti verso i gruppi violenti e le loro gesta. Quando si arriva, come pure si è fatto, al punto di collocare sullo stesso piano gli ultrà violenti e i poliziotti che rischiano la vita per tutelare la sicurezza degli stadi, vuol dire che si è giunti vicini a un punto di non ritorno (il riferimento è al nostro Daniele De Rossi) .
Eppure, di domenica in domenica, si ha la sensazione che intorno a questi fenomeni cali progressivamente un senso di indifferenza. Non crede?
«Serve una buona dose di ipocrisia ad ignorare certi autorevoli moniti istituzionali - penso alle recenti parole del Presidente Napolitano (che ha parlato per la prima volta nella sua vita solo del fallo di Totti) , ma anche a non pochi interventi pubblici del ministro Maroni - per fingere di non vedere gli effetti che tutto ciò contribuisce a produrre in termini di diffusione di una lugubre cultura della violenza e della sopraffazione, di progressiva desertificazione degli stadi (che, guarda caso, negli anni '80 quando gli incidenti erno il 3000% rispetto a quelli di oggi erano sempre pieni) , di intossicazione delle relazioni che ruotano attorno alle società e ai calciatori e, infine, di progressivo depauperamento delle risorse economiche dei club, soprattutto di quelli che ambiscono a misurarsi in ambito internazionale».
La vostra è la prima Procura (non è vero: la prima è stata Roma) ad essersi dotata di una sezione che si occupa dei reati in occasione di manifestazioni sportive. Qual è il bilancio delle indagini?
«Abbiamo lavorato principalmente su quei gruppi ultrà più pericolosi e violenti; i risultati non sono mancati, grazie all’impegno e alla professionalità dei sostituti che compongono il pool e alla preziosa collaborazione della Questura di Napoli».
A Napoli gli ultrà sono vicini agli ambienti della camorra?
«Purtroppo è così. La peculiarità e la complessità dello scenario napoletano subiscono chiari rischi di condizionamento dell’azione dei gruppi ultrà ad opera di esponenti della locale criminalità organizzata. Tuttavia nessuno può credere che le organizzazioni camorristiche gestiscano le curve del San Paolo di Napoli (ma poco prima non aveva detto che gli ultrà sono vicini alla camorra?).
I clan non hanno interesse alla gestione fine a se stessa della carica di violenza che si esprime allo stadio (e allora perché prima ha detto che gli ultrà sono vicini alla camorra?). Ciò nonostante, certi gruppi camorristici non sono estranei alla gestione delle attività illecite che ruotano attorno (attorno!! Cosa c'entrano gli ultrà?) allo stadio: dal bagarinaggio alla vendita di gadget contraffatti, per finire al mondo delle scommesse (e, soprattutto a Napoli, su questo gli ultrà c'entrano ben poco...)».
E altrove che succede?
«L’influenza dei gruppi camorristici è assai più intensa nel mondo delle società di calcio che partecipano ai campionati minori, ove la ricerca di posizioni di condizionamento e controllo della società sportiva è diretta espressione di una più generale pretesa al controllo del territorio. Questo è un dato purtroppo comune anche ad altre aree del Meridione: penso ad alcune realtà della Calabria o della Sicilia, in particolare. È un dato di fatto che alcuni dei capi dei gruppi organizzati hanno poi rapporti di parentela diretta con esponenti anche apicali della camorra e con i soggetti appartenenti ai clan di riferimento del quartiere o delle zone da cui provengono i tifosi del gruppo (resta da capire per quale ragione un delinquente non possa essere un tifoso...).
Come si esce da questo circuito devastante?
«Premesso che gli ultrà non sono automaticamente criminali, mentre è vero che molti criminali sono anche tifosi ultrà, per rimuovere questo corto circuito non c’è altro da fare che allontanare i soggetti pericolosi dallo stadio, isolando i nuclei violenti dei gruppi organizzati. Solo così si creeranno le condizioni per poter davvero esigere dalle società di calcio di assumere il ruolo di garanti della sicurezza e della tranquillità degli stadi».
Non sarà facile...
«Non esistono ricette miracolose. Ma occorre iniziare a farlo, poiché la situazione è già grave e rischia di peggiorare rapidamente. Le tensioni intorno alla introduzione della tessera del tifoso sono la chiara espressione della pretesa dei nuclei violenti dei gruppi ultrà di poter continuare a “controllare” le curve e le trasferte al di là di ogni controllo (mi piacerebbe parlare con il Procuratore Capo di Napoli per capire lui quale concetto ha della libertà e quale concetto abbia dello Stato di Polizia. Più in generale, delle dittature).
Quali sono le vostre proposte?
«Innanzitutto occorre affinare le tecniche di indagine, valutare rigorosamente le prove acquisite e dotarsi di moduli organizzativi adeguati è ciò che compete fare all’ufficio del pubblico ministero».
E sul piano normativo?
«Si può fare molto per realizzare coerenti interventi legislativi. I soggetti pericolosi vanno tenuti lontano dagli stadi (perché solo dagli stadi e non anche dai bar, dalle discoteche, dalle osterie, che contano un numero di morti ammazzati assai superiori alle morti da stadio? Un gironalista degno di questo nome può fare questa domanda al Procuratore Capo di Napoli invece di fare lo yes-man?). Il controllo della sicurezza delle partite di calcio ne risulterebbe oltremodo agevolato. Come? Da un lato, penso che all’applicazione di misure di prevenzione personali antimafia dovrebbe accompagnarsi l’automatico divieto di partecipazione a manifestazioni sportive. Il Daspo dovrebbe poter essere applicato anche a quanti, pur non essendo stati protagonisti diretti di comportamenti violenti negli stadi, abbiano riportato condanne, anche non definitive, per gravi delitti: rapina, estorsione, traffico di stupefacenti e, in generale, reati di criminalità organizzata. Inoltre va garantita l’effettiva deterrenza del Daspo (incredibile, non sa di cosa parla). Oggi accade che soggetti diffidati possano mancare, anche per interi campionati, di adempiere l’obbligo di firma loro imposto in contemporanea allo svolgimento delle partite, senza che sia possibile adottare alcun provvedimento cautelare» (su questa ultima affermazione, stupefacente perché proveniente da un Procuratore Capo, ho una sola risposta: si legga l'art. 8 della legge 401/89 e vedrà che quello che dice è totalmente sbagliato...).
*
Cassazione, in parecchi mi avete segnalato questa notizia: "La Cassazione ha stilato un vademecum per i tifosi ed ha chiarito che è lecito esporre manifesti di protesta contro provvedimenti adottati avverso le tifoserie. Questi striscioni però debbono restare lontani dagli stadi. Al contrario non ci sono problemi ad esporre striscioni per prendere in giro squadra avversaria. Questi ultimi infatti, spiega la Corte, sono espressionw del ''diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero''. Il chiarimento arriva dalla terza sezione penale della suprema Corte (sentenza n.27284/2010) che ha accolto il ricorso di un tifoso denunciato (nel 2005)  per avere fatto parte di un gruppo che stava inneggiando con striscioni davanti ad uno stadio. Esaminando il caso la Corte ha fatto notare che il tifoso, insieme ad altri, aveva protestato contro alcune norme legislative e lo aveva fatto presso uno stadio diverso da quello in cui si svolgeva la partita della propria squadra. I tifosi si erano radunati "davanti allo stadio di Palermo per ascoltare la radiocronaca della partita e qui avevano inscenato una manifestazione di protesta contro adottati e adottandi provvedimenti normativi nei confronti delle tifoserie''.
Conosco bene questo ricorso ;-) e proprio per questo credo proprio che le notizie riportate siano erronee. Il fato non è del 2005 ma del 2009 e dubito che la Cassazione, pur dando ragione al ragazzo, possa aver sostenuto una cosa del genere. Ora chiedo copia della sentenza e vi dirò la verità, che mi sembra stata modificata ad arte dai media di regime.


20 luglio 2010 (pomeriggio): un sacco di articoli da commentare, il resto negli aggiornamenti di domani. Iniziamo dal Messaggero:
Tessera tifoso, no delle curve Nord e Sud
E in molti rinunciano all'abbonamento
Più sfumata la posizione dei club della tifoseria moderata
 di Luca Monaco
ROMA (19 luglio) - Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha dichiarato più volte che «la Tessera del tifoso servirà a riportare le famiglie allo stadio». Per ora, l’unico dato certo è che 33 curve italiane la prossima stagione boicotteranno la tessera del tifoso, facendo a meno dell’abbonamento per le partite casalinghe, e rinunciando a seguire la propria squadra nel settore ospiti, in occasione delle trasferte. Perché «prima che tifosi – dicono - siamo liberi cittadini». Così, a Roma, la protesta ha contagiato tutti, dagli ultrà delle due curve ai tifosi della tribuna Monte Mario, passando per i clubs. Qualcuno alla fine si è arreso alla passione e la card l’ha fatta. Tanti altri per ora no. Ma tutti, almeno a livello ideale, contestano la circolare del ministero dell’Interno, che invita, ma non obbliga le società calcistiche a introdurre la Tessera del tifoso. Strumento al quale non possono accedere i soggetti attualmente diffidati e tutti coloro i quali hanno subito condanne in primo grado per reati da stadio.

Tutta la città contro la Tessera. Le due curve, la Nord laziale e la Sud romanista, entrambe contrarie, hanno scelto strade diverse ma convergenti. Nell’universo più moderato dei clubs, invece, le sfumature delle posizioni assunte da ciascuna sigla sono più sottili. Ma nel complesso, a compiere le scelte più nette e radicali, sono stati i tifosi della Lazio.

Roma: la mobilitazione della Sud. In casa romanista le valutazioni sono discordanti. I gruppi della Sud hanno boicottato l’”As Roma privilege card” dando vita a una raccolta degli abbonamenti della passata stagione che si è conclusa il 12 luglio scorso, a cui hanno aderito duemila persone. Una maniera per “contarsi” e per aiutarsi a vicenda, quando si tratterà, la prossima stagione, di trovare i biglietti per ogni singolo match. «Non lo neghiamo – dice una voce interna alla sud – ci aspettiamo una qualche forma tutela da parte della società». Un gesto «dovuto», come hanno fatto le dirigenze di Genoa e Sampdoria, che hanno voluto garantire agli abbonati dello scorso campionato il diritto di prelazione per i biglietti degli incontri casalinghi, assicurando lo stesso posto e lo stesso settore indicato sul vecchio abbonamento. Un discorso che alla Roma non sembra interessare: da Trigoria fanno sapere che per ora si esclude ogni possibilità di provvedimenti analoghi.

La voce dei club. Per l’Associazione italiana Roma clubs (Airc), «la Tessera del tifoso è inutile – sottolinea il presidente Francesco Lotito – Tuttavia è uno strumento indispensabile per poter continuare seguire la nostra squadra: non abbiamo avuto altra scelta che sottoscriverla, ma senza obbligare nessuno dei nostri 20 mila iscritti». Più decisa la reazione dell’Unione tifosi romanisti (Utr). «E’ uno strumento odioso e liberticida – dice il presidente Fabrizio Grassetti – Molti nostri affiliati non la sottoscriveranno. Ma abbiamo lasciato libera scelta a ciascuno. Personalmente non ho potuto farne a meno. E come se qualcuno ti rapisse una persona cara e poi ti contattasse chiedendoti il riscatto. Che fai non paghi? Io non riesco a star lontano dalla Roma». Un ragionamento che non convince la Sud, la quale avrebbe voluto man forte nella lotta alla card: «Possiamo capire che cedano i clubs lontani da Roma – rispondono dalla curva – Ma la maggioranza dei 60 mila affiliati all’Utr, non avrebbe problemi a reperire i biglietti settimanalmente». Così, mentre il rapporto tra le varie componenti della tifoseria si incrina, lo stadio si svuota. Il dato ufficiale parla di 15 mila tessere sottoscritte, a fronte dei 24 mila abbonati nella passata stagione. Al numero delle tessere, indispensabili per sottoscrivere l’abbonamento, dovrebbe grosso modo corrispondere quello dei futuri abbonati.

Lazio, addio Curva nord? Sul fronte laziale è tutto più confuso. O forse molto chiaro, dipende dai punti vista. La carta “Millenovecento” è stata presentata il 21 giugno, ancora non sono disponibili dati, ma la Curva Nord ha già fatto al propria scelta. «A fronte dell'ennesimo scempio perpetrato per far disamorare i tifosi e allontanare la gente dagli stadi – recita un comunicato - abbiamo dolorosamente raggiunto la decisione di scioglierci e lasciare quella che per tutti noi è da sempre una seconda casa: la Curva Nord dello stadio Olimpico. Sbaglia chi pensa che abbiamo accettato il fatto che il sistema calcio non ci vuole più. Siamo noi a non volerlo più! Ma non spariremo, perché la Lazio siamo noi. Continueremo dunque a sostenere la nostra Lazio allo stadio, finché sarà possibile farlo, ma senza aderire alla tessera del tifoso».

Il contro-comunicato dell’ex leader Irriducibili. Sulla questione si è espresso, con un contro-comunicato il leader dell’ex gruppo guida della Nord, gli Irriducibili: «Lotteremo per esporre i nostri simboli in ogni stadio d’Italia», aveva risposto il 13 luglio scorso Fabrizio Toffolo, salvo poi precisare che «nessuno intende aderire alla tessera del tifoso». Per capire dove, come e quando torneranno a farsi vivi gli “Ultras laziali” occorrerà dunque attendere la prima partita in vendita libera. «Ad oggi – conferma Gianluca Tirone, uno dei punti di riferimento della Nord – è giusto dire basta, per una questione di libertà personale».

Proposte dalla tribuna. Chissà, forse gli ultras si sposteranno in Tevere, accanto all’associazione Sodalizio biancoceleste (novemila iscritti) che a differenza di Airc e Utr, ha scelto di non fare la tessera, ma di acquistare settimanalmente i tagliandi. Tanto che nei giorni scorsi, l’associazione ha inoltrato una precisa richiesta alla società: «Vorremo che fosse garantito a tutti i tifosi che hanno scelto di non fare la Tessera il diritto di prelazione per i biglietti di tutte le partite casalinghe – afferma il vice presidente Paolo Bravaccini – Proprio come hanno fatto Genoa e Sampdoria».

Curva Sud Modena non sottoscriverà la tessera del tifoso per il prossimo campionato di serie B. L'introduzione della norme legislative che regolamentano la tessera del tifoso è l'ennesimo attacco alle libertà personali di tutti coloro che frequentano gli stadi italiani. La nostra scelta ci è apparsa ovvia, dal momento che anche senza tessera potremo andare allo stadio acquistando i biglietti delle partite casalinghe e i biglietti per settori diverso da quello ospiti nelle trasferte (ulteriori divieti permettendo...)
Non accettiamo il fatto che chi ha dei precedenti negli ultimi cinque anni, per i quali ha già pagato legalmente e spesso è stato giudicato innocente dalla stessa giustizia italiana, non possa sottoscrivere la tessera: è assurdo che tale preclusione sia prevista solo nelle leggi da stadio e in nessun altro articolo della legge italiana. Il nostro no quindi è deciso e compatto, ma non organizzeremo alcun tipo di sciopero del tifo o iniziative simili: saremo accanto alla squadra da subito. Aderiremo a proteste a livello nazionale nel caso in cui siano davvero utili alla causa ultras italiana e coerenti coi nostri ideali.
Intendiamo estendere il nostro invito a non sottoscrivere la tessera a coloro che si sentono ultras e si identificano nello striscione Curva Sud Modena, e vogliamo inoltre sensibilizzare tutti i tifosi del Modena circa questo delicato argomento, che potrebbe aggravarsi maggiormente nei prossimi anni, ledendo la nostra libertà di tifosi.
NO ALLA TESSERA.
CURVA SUD MODENA


20 luglio 2010: stasera ho la forza di fare un solo aggiornamento, tuttavia significativo.... già il risultato dice 50.3% contrario...
Votate, votate, votate!
http://www.ilmessaggero.it/sondaggio.php?ris=S


19 luglio 2010: in costruzione la pagina di Riscone-Brunico/Roma.

18 luglio 2010: aggiorniamo gli allori e poi un po' di e-mail... ottimo il comunicato degli Ultras Sitadea:


*
Stefano: "Ciao Lorenzo, complimenti per il sito, sei un punto di riferimento per tanti, non solo tifosi della Roma, condivido e appoggio in pieno tutte le iniziative che stai portando avanti!
ti scrivo per segnalarti un link http://www.curvarobur.it/curvarobur/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=1 anche siena (curva robur) dice NO ALLA TESSERA! un saluto Stefano
*

*

"I seguenti gruppi della Gradinata Nord di Alessandria (Head Out, Birre Vuote, Supporters, Pochi ma Maledetti, Sbrinza’s, Gentaglia e Vecchia Guardia) coerentemente con le iniziative promosse nel corso dello scorso campionato, non sottoscriveranno la “tessera del tifoso” che, nonostante non sia stata varata tramite apposita legge bensì imposta con una semplice circolare amministrativa del 14 agosto 2009, sarà obbligatoria per poter seguire i nostri amati Grigi in trasferta.
Tenuto anche conto che la tessera del tifoso sara’ abbinata all’abbonamento per le partite casalinghe, i gruppi sopraccitati diserteranno ufficialmente la campagna abbonamenti 2010/2011.
Questa scelta per noi e’ molto dolorosa e sofferta ma non abbiamo alternative: abbiamo sempre sostenuto la maglia grigia ovunque, dai campi di paese agli stadi piu’ gloriosi, abbiamo fatto grossi sacrifici per poter stare dietro all’orso grigio, abbiamo dovuto sopportare ogni tentativo di distruzione del tifo organizzato (biglietti nominali, biglietterie ospiti chiuse la domenica, telecamere a circuito chiuso stile “grande fratello”, divieti per tamburi, megafoni e striscioni), abbiamo sempre pagato piu’ del dovuto il nostro essere “ultras” e il nostro modo di intendere lo
stadio (d.a.s.p.o. pesanti,senza alcuna possibilita’ di difendersi concretamente da accuse spesso gonfiate ad arte) ma crediamo che oggi si sia arrivati al capolinea, senza alcuna smentita ufficiale che tenga; la tessera del tifoso vuole creare un modello di sostegno alla squadra incociliabile con la nostra cultura calcistica, fatto da persone che entrano negli stadi muniti di una carta di credito ricaricabile, persone “fidelizzate” alla propria squadra attraverso una tessera fedelta’ che, a differenza dei supermercati o dei centri commerciali,dovra’ essere rilasciata dalla questura, una tessera con radio identificazione a distanza in modo tale che il “tifoso ufficiale” dell’u.s. Alessandria potra’
essere rintracciato da casa all’autogrill,dagli spalti dello stadio al parcheggio delle auto!
ci dispiace tantissimo non poter portare il nostro calore in giro per l’italia (a maggior ragione in un campionato che si presenta molto interessante sugli spalti) e chiediamo sinceramente scusa alla societa’ e ai giocatori ma noi non barattiamo la nostra dignita’ per una trasferta di calcio!
con il cuore gonfio di rabbia seguiremo le prestazioni dei grigi in trasferta attraverso le radiocronache, fermo restando che ci faremo trovare presenti negli stadi che eventualmente non saranno vietati ai non-possessori della tessera del tifoso.
Daremo il 100% al moccagatta, nella nostra Nord, tra le mura amiche,comprando regolare biglietto prima di ogni partita."
*
Alessandro: "Ciao Lorenzo,purtroppo,a maggio ero andato a sottoscrivere la tessera per rinnovarmi l'abbonamento,poichè,per il mio lavoro,sono impossibilitato(veramente)a fare ogni volta le file,e per non lasciare il posto a quelli che fanno l'abbonamento solo nelle stagioni successive a quando la roma va bene oppure per vedere un roma juve.avendo perso la copia del contratto,chiedo se comunque potevo fare l'abbonamento..e cosa mi dicono??basta l'autocertificazione e te lo fanno!!quindi io potevo farmi l'abbonamento senza richiede sta maledetta tessera e inventarmi il giorno della richiesta.bene,ho deciso cosi:per rispetto di coloro che la tessera non la fanno,appena mi arriva o la disdico o la strappo,e se per farmi entrare allo stadio me la chiedono,nun ce vado.e cosi farò finchè ci sarà,ma l'abbonamento me lo farò lo stesso,anche non andando allo stadio,ma per levare un posto agli occasionali.te la volevo dire questa nel caso potesse essere di aiuto ad aggirare la tessera o a levare qualche abbonamento agli occasionali..saluti alessandro
Il pensiero è lodevole e capisco perfettamente. Ribadisco che la battaglia è appena iniziata e la storia non è affatto finita.
*
Maurizio: "Volevo chiederti: sai nulla sulle finalità reali della terza foto-tessera che molte società chiedono al momento della sottoscrizione? A me risulta che la prima resta alla società, la seconda va sopra la TdT.... ma della terza??? Dove va???"
Indovina un po'? Cosa è una schedatura illegittima secondo voi? Quella foto va in Questura! Vi auto-fate un fotosegnalamento anche senza avere commesso alcun reato!
*
Poi mi viene comuncato da Napoli: "Ciao Lorenzo,ho visto l'ottimo lavoro che stai facendo come sempre sul tuo sito,che ci tiene aggiornati tutti su cio' che è davvero questo scempio della tessera..Volevo comunque informarti che a Napoli,oltre alla curva A,anche la curva B non si farà la tessera,l'area nord già da tempo fece un adesivo inerente alla questione,e oggi anche i secco vive e gli ultras 72 hanno deciso che non c'era nulla da pensare,come i fedayn che si sono già battuti da tempo contro questa pagliacciata,ora puoi aggiornare la tua situazione italiana,saluti da Pasquale"
England: "Ciao lorenzo, ti invio questa pagina che ho trovato, due osservatori inglesi che dicono cosa pensano sulla tessera del tifoso
Tessera del Tifoso: intervista a due osservatori inglesi
17/07/2010 - 16:04
Dopo esserci occupati di demolire, razionalmente, i tanti luoghi comuni del cosidetto modello inglese degli stadi ed esserci occupati delle differenze tra l’approccio inglese e quello italiano su un argomento caldo, come è quello delle diffide, chiudiamo con questa puntata, la nostra intervista ai due esperti inglesi.
L’argomento che oggi tratteremo è di stringente attualità: la tessera del tifoso. Con precisione e apportando prove concrete, Vanda e Terence ipotizzeranno quello che sarà il futuro prossimo degli stadi italiani.
Veniamo all’argomento più  scottante del momento, la Tessera del Tifoso. Cosa ne pensate?

VANDA: Un provvedimento che tocca e lede le libertà fondamentali di ognuno di noi, senza fare niente di valido contro la violenza – visto che da anni la violenza è presente più che altro all’esterno degli stadi. Io mi rifiuto di fare la tessera.

TERENCE: Sono in accordo con il proprietario del Palermo: cose cosi esistono solamente negli stati di polizia. E’ un’assurdità specialmente se pensiamo ai veri problemi del calcio italiano. Vogliono punire il popolo per i problemi che loro stessi hanno creato, e la cosa grave è che la maggioranza del popolo dice ‘va bene’.

Media ed istituzioni italiane sostengono che tutte le società europee emettono una loro tessera del tifoso. Potreste spiegare ad esempio la differenza tra le card emesse dalle società inglesi e quelle che verranno emesse dalle società  italiane con il placet della Questura?

VANDA: Tra una tessera di fidelizzazione – sempre facoltativa – oppure le tante carte credito emesse dalle società inglesi – anche queste, ovviamente, facoltative – e una tessera imposta dal governo che richiede il permesso della Questura le differenze sono palesi.

TERENCE: Stanno mentendo, oppure stanno modificando la realtà a loro piacimento. Le società inglesi emettono abbonamenti e biglietti, null’altro. Se voglio, in Inghilterra posso comprare i biglietti per tutti gli stadi, senza nessuna tessera. L’abbonamento funziona quasi esattamente come nei vostri stadi.

E’ vero che anche Margaret Tatcher provò ad introdurre un simile strumento ma il suo governò  fu totalmente contrario?

VANDA: Esatto. Il suo governo, giustamente, rifiutava l’idea in quanto contrario ai principi fondamentali della libertà personale, che dovrebbero essere alla base di qualsiasi democrazia.

TERENCE: Si me lo ricordo bene, anche l’FA fu totalmente contraria. E’vero che Thatcher ci provò, ma non ce la fece.

Cosa ne pensate delle dichiarazioni di De Rossi ed in generale dell’ostracismo che c’è  verso chi esprime un pensiero contrario a questo provvedimento?

VANDA: La libertà di espressione – tra l’altro garantito dalla Constituzione Italiana, un documento bello quanto ignorato – dove sta?

TERENCE: De Rossi ha capito molto bene quello che le autorità competenti ed il governo stanno provando ad architettare con la Tessera del tifoso, è ovvio per chiunque abbia un po’ di cervello. Del resto quando la maggioranza dei media nazionali sono nelle mani di una sola persona è molto facile criticare chi rilascia dichiarazioni contro il governo.

In Inghilterra si decise di rivoluzionare la gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni sportive successiamente alle tragedie dell’Heysel nel 1985 e dell’Hillsborough nel 1989. Cosa diceva esattamente il famoso “Taylor Report”?

VANDA: Il Taylor Report, frutto di indagini del Giudice Lord Justice Taylor su ogni aspetto della tragedia di Hillsborough nella quale morirono 96 tifosi del Liverpool, cercava di spiegare quello che è successo oltre che fare raccomandazioni per il futuro. Innanzitutto scagionò completamente i tifosi, dimostrando che non erano responsabili e che quindi quanto successo non si poteva collegare alla violenza o agli hooligans. La colpa era invece interamente della polizia e dei i gestori dell’ordine pubblico.

Senza entrare troppo nel dettaglio, forse la cosa più importante è capire le proposte fatte per garantire che un tale evento catastrofico non potesse più ripetersi: rimozione di tutte le barriere e reti che dividono glii spalti dal campo (che erano la causa diretta della morte dei tifosi), formazione di stewards / polizia ecc. Ma l’analisi più importante era quella fatta sulle gradinate dove i tifosi seguivano la gara in piedi, Taylor fece notare come fossero meno sicure delle tribune interamente a sedere, e il governo decise di abolire interamente il diritto di stare in piedi durante la partita nelle massime serie, senza cercare un’altra soluzione.

TERENCE: Il “Taylor Report”  disse che quanto successo ad Hillsborough era completamente da imputare a Polizia, Sheffield Wednesday, FA ed allo stadio. L’anno precedente c’era stato un simile incidente nella “terrace” dei supporters del Tottenham Hotspur, e i tifosi di calcio sapevano già che The Leppings Lane End era molto pericolosa. Dico solo questo: la tragedia a Hillsborough non era colpa dei famosi English Hooligans, degli ubriachi, o dei tifosi. Era colpa di tutti quelli che gestivano lo sport

Alla luce degli ultimi accadimenti che hanno visto protagonista, in negativo, la polizia italiana (Federico Aldrovandi, Gabriele Sandri,Stefano Cucchi, Stefano Gugliotta, etc) cosa vi sentite di dire?

VANDA: Beh se guardi la storia delle forze dell’ordine a livello globale, in tutti i paesi ci sono sempre scandali del genere, ti assicuro che l’Inghilterra ne ha avuto parecchi negli ultimi anni. Bisogna rivedere la formazione, la cultura interna della polizia per capire meglio, e bisogna anche punire chi sbaglia come, giustamente, viene punito la gente normale che causa la morte di un altro cittadino.

TERENCE: Che devo dire? La polizia in Italia, ha troppo potere, e il governo non si preoccupa se si uccidono ragazzi con un po’ di marijuana, o ragazzi che stanno dormendo in una macchina. A volte sembra abbiano anche il permesso per delinquere..

Secondo voi come si pongono i media italiani nei confronti dei tifosi e delle norme limitative approvate dagli ultimi governi?

VANDA: Spesso i media spendono parole di elogio su quanto sia bello lo spettacolo di una curva in festa, oppure sul bell’effetto creato da fumogeni e torce; poi se vengono diffidati coloro che fanno questo spettacolo, per il semplice motivo che torce e fumogeni sono vietati, alloro per i media diventano teppisti, violenti, pericolosi. Ipocrisia pura!

Perchè in Italia invece di affrontare il problema della violenza in maniera diretta si preferisce vietare le trasferte oppure limitare l’accesso agli stadi ai soli residenti?

VANDA:Vuol dire che le autorità  non sono in grado, oppure non vogliono, gestire la partita in modo sicuro per tutti. Secondo me è anche per questo che all’Italia non sono stati assegnati gli Europei di 2016 (e quelli del 2012 N.d.R.). In Inghilterra questo non succede da anni, anzi decenni.

TERENCE: E’più facile per loro vietare le trasferte, fondamentalmente. Da noi sarebbe anche possibile in teoria, ma non avendo una carta d’identità come la vostra direi che è molto difficile.

Come pensate saranno gli stadi italiani il prossimo anno con l’introduzione della Tessera del Tifoso?

VANDA: Tristi: meno colore, meno passione, meno gente. Il che vuol dire anche meno soldi per le società e meno interesse per quelli che vedono le partite in TV. Forse ci sarà  pure meno violenza ma personalmente ne dubito.

TERENCE: Peggio, probabilmente, se parliamo dell’ambiente. Pero penso che la maggioranza delle curve si tessereranno. I tifosi di calcio sono sempre cosi.

Infine, cosa vi sentite di dire all’opinione pubblica italiana?

VANDA: Solo che forse l’Italia non capisce cos’è veramente bello di questo paese e soprattutto di questo calcio – la passione, l’allegria, la spontaneità, i tifosi. Senza questi, il calcio non vale niente

TERENCE: Voglio dire solamente che la tessera non è una problema esclusivamente per gli hooligans, o gli ultrà. E’una violazione della nostra libertà, ed è un problema per tutti quelli che amano il calcio.

Simone Meloni
http://www.newnotizie.it/2010/07/17/tessera-del-tifoso-intervista-a-due-osservatori-inglesi/



17 luglio 2010: continuiamo con la TdT: non c'è un comunicato ma è uguale:

Il Secolo d'Italia, 16 luglio 2010

Il Secolo d'Italia, 16 luglio 2010


16 luglio 2010 (pomeriggio): comunicato Sodalizio Lazio (Tribuna Tevere):
COMUNICATO STAMPA
Alla luce delle ultime iniziative di marketing intraprese dalla S.S. Lazio, l'assemblea dei Circoli del Sodalizio della Lazio - Tribuna Tevere dello Stadio Olimpico - ha aperto un civile e costruttivo confronto tra la tifoseria biancoceleste. Dal dibattito interno, sostenuto dalle disamine di esperti della materia, ne è uscita un netta e categorica presa di posizione dei nostri associati: noi non ci tessereremo e non faremo la tessera del tifoso..
Il Circoli del Sodalizio della Lazio si oppongono con fermezza al programma intrapreso dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive perchè:
• questa tessera non è altro che uno strumento di controllo sociale di massa, che limita le libertà fondamentali di scelta e di azione dei tifosi, spogliati delle garanzie inserite nella Costituzione e riconosciute a tutti i cittadini;
• questa tessera non è altro che un progetto di business e campagne di marketing che nulla hanno a che vedere con la mentalità del tifoso e con la tradizione sportiva del gioco del calcio;
• questa tessera non garantisce la sicurezza degli spettatori né all'interno né all'esterno degli stadi italiani ed è già stata bocciata dall'UEFA, massimo organismo europeo del calcio;
• questa tessera non è altro che il mezzo con cui si tenterà di snaturare l'anima e la filosofia del tifoso forzandolo a diventare un cliente-consumatore di un prodotto senza cuore;
I Circoli del Sodalizio della Lazio invitano tutti i tifosi biancocelesti a sostenere la nostra alternativa già consegnata alla SS Lazio tramite lettera richiedendo di attivarsi per:
• Garantire e riconoscere a tutti gli abbonati del campionato 2009/2010 il diritto di prelazione per l'acquisto dei biglietti di tutte le partite casalinghe della S.S. Lazio previste nella stagione 2010/2011;
• Garantire e riconoscere un prezzo di acquisto bloccato per l'intera stagione, frutto della semplice divisione matematica del costo complessivo dell'abbonamento per il prezzo unitario dei biglietti di ogni singola partita casalinga della S.S. Lazio.
• Questo programma funzionerà come un abbonamento cioè che la prelazione verrà riconosciuta se il tifoso comprerà i biglietti di tutte le partite casalinghe , con al massimo un assenza di due partite, se verranno superate le due partite di assenza automaticamente verrà perso il diritto di prelazione.
Questa richiesta è il nostro urlo d'amore per difendere la dignità e la coscienza del tifoso laziale, per la libertà di espressione e di scelta di ogni singolo cittadino e per il riconoscimento della fedeltà dimostrata sempre e ovunque per i colori sociali più antichi della città di Roma, che nonostante contestazioni o gestioni da contestare noi non vogliamo abbandonare, come mai abbiamo abbandonato la nostra S.S. Lazio.


16 luglio 2010: nuovo comunicato laziali:
"Ci troviamo costretti, nostro malgrado, a dover puntualizzare alcuni punti che fanno seguito al comunicato firmato " Ultras Laziali della Curva Nord " pubblicato il 9 Luglio 2010 :
1° il pensiero dell' unico gruppo Ultras della Curva Nord è solamente quello espresso nel suddetto comunicato, altri comunicati che escono o usciranno non ci riguardano, e sono solo esternazioni personali
2° da Ultras riteniamo che princìpi e valori debbano venire prima di tutto! Chiunque decida di creare un gruppo, entrare in curva e andare in trasferta come gruppo vuol dire che ha deciso di aderire alla tessera del tifoso. Conseguentemente secondo il nostro punto di vista o vuole fare l' Ultras ma non ne rappresenta i valori, o ha interessi personali che lo spingono... in ogni caso non merita il nostro rispetto, anzi, è complice di questo sistema;
3° noi continueremo a sostenere la nostra Lazio allo stadio, finchè sarà possibile farlo, senza aderire alla tessera del tifoso, quando ciò non sarà possibile ci troverete comunque fuori dallo stadio!
Concludiamo qui la nostra comunicazione attraverso i comunicati, che non amiamo affatto. Era però indispensabile fare chiarezza per tutti i tifosi Laziali che si sono trovati spiazzati negli ultimi giorni
SIAMO NATI LIBERI, MORIREMO LIBERI.
Gli Ultras Laziali della Curva Nord"
Gianluca:"Per prima cosa confermo che:
a)      non mi tessero
b)      ergo non mi abbono
c)       gli interisti sono decisamente  poco adatti a definirsi ultras
Ti dico la mia pure sulle maglie:
1° - il giorno che per fare il rosso utilizzeranno quello della bandiera che sventola sopra a Marco Aurelio sarò contento (tra l’altro mi sembra che gli omoni della bianca siano molto più “sangue di bue” ci sarebbe voluto poco), più modernamente dico che se avessero messo tutti gli omini come nella maglia nera dell’anno scorso, facendone solo uno in contrasto e tutti gli altri dello stesso colore della maglia, avrebbero messo più pubblicità al marchio ma sarebbe stata anche più discreta (secondo me).
2° - maglia bianca ASR 1997-98 (fonte sito tuo), sponsor tecnico diadora, vedi nulla di strano? Non mi piace. Avrei preferito o una divisa completamente bianca (e sottolineo completamente) o quella con le bande oblique (anni ’60), magari con lo stemma ASR invece che quello con la lupa o il lupetto
1997/98
1997/98

2010/11
3° - Inguardabile. Tra l’altro mi pare rispecchi poco sia colori che tradizione. A me (solo un parere personale) piacerebbe un blu notte, tipo Spagna per intenderci, simile alla nera dello scorso anno con bordi bicolori (e basta cò st’arancione…) un abbraccio gl".
*
Ecco qui la tessera del tifoso che inizia ad essere esportata nella società civile...
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=110452&sez=HOME_ROMA
*
Ed ecco il piano finale: "Buonasera Lorenzo, ti invio il link di un video su youtube che dimostra ciò che anche tu affermi, ovvero che noi “gente da stadio”, almeno qui in Italia, rappresentiamo un laboratorio sociale . Non so se ti sei interessato alle varie teorie complottiste circa l’11/09/2001, comunque questo breve video fa accapponare la pelle, anche perché dal minuto 2.15 si parla di quanto in oggetto.
Spero possa essere un’ulteriore spunto di riflessione.
Ti saluto con la solita stima, ora più che mai NO ALLA TESSERA!
Marco
Link: http://www.youtube.com/watch?v=-C8UWnzid2I".
Veramente interessante e preoccupante.
*
COMUNICATO CURVA FATTORI PADOVA
Con l’inizio della stagione calcistica 2010/11 la Tessera del Tifoso diventerà obbligatoria per sottoscrivere l’abbonamento e per quanti volessero seguire la propria squadra in trasferta nel settore ospiti.
Deve essere chiaro innanzitutto che la tessera non è obbligatoria ma facoltativa e che anche chi non la possiede può comunque acquistare tranquillamente i biglietti per ogni singola partita sia in casa che per le trasferte.

Per smentire quello che ci vogliono fa credere non esiste una legge che imponga l’adozione della Tessera del Tifoso: si tratta di una semplice circolare del Ministro Maroni girata ai questori ed ai prefetti di tutte le città, che a loro volta l’hanno usata come forma di ricatto verso le società.

Per tutti questi motivi noi ragazzi della curva fattori non sottoscriveremo nessuna tessera e non ci abboneremo al calcio padova,continuando comunque a sostenere i nostri colori ovunque, acquistando di volta in volta i biglietti per le partite in casa e recandoci in trasferta non piu’ nel settore ospiti ma nei settori solitamente assegnati alla tifoseria di casa!

Certe emozioni come Trieste, Ravenna, Busto, ma anche gli anni dell’Appiani per chi ha qualche anno in più, noi le porteremo sempre nel cuore e cercheremo sempre di riviverle insieme a tutti voi pur prendendo atto dei tempi che cambiano. Ma per riviverle, è necessario il sacrificio da parte di quanti ci credono, non sottoscrivendo la tessera e non abbonandosi per questa stagione. Da parte nostra la garanzia che chi ci seguirà, non sarà mai lasciato solo. D’altro canto, tutti noi nell’ultima stagione abbiamo avuto modo di vedere che ogni risultato è possibile quando la tifoseria è unita. Un’unità che adesso vi chiediamo non solo nel non sottoscrivere la Tessera del Tifoso, ma invitandovi a seguirci nelle nostre future iniziative. Riteniamo infatti, solamente di fronte alla compatta rinuncia dell’abbonamento potremmo vedere un saggio e doveroso passo indietro da parte di chi sta dando l’ultima mazzata al gioco più bello del mondo.
Ultras Padova

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Comunicato Reggini:
COMUNICATO UFFICIALE CURVA SUD REGGIO CALABRIA:
TESSERA DEL TIFOSO
Alla luce di quanto è venuto fuori, dall’incapacità di chi non ha mai messo piede in uno stadio, vedendo, noi, il nostro mondo come una barca alla deriva, dovuta ad un uragano mediatico che ci pone oggi come i principali colpevoli, gli esseri da biasimare, condannabili e da condannare, anche noi, i GRUPPI ORGANIZZATI DELLA CURVA SUD, abbiamo deciso di prendere una posizione. Troviamo INACCETTABILE, l’”invito” da parte di chi spera di piegarci al proprio volere. Per anni siamo stati noi (e i ragazzi del resto delle curve d’Italia) messi alla berlina, siamo stati per tutti i DISADATTATI, gli UBRIACONI, i DROGATI, le COMPAGNIE SBAGLIATE ed i RAGAZZI DIFFICILI. Bene, dopo aver ricevuto così tanti epiteti nobiliari, dalle più disparate razze di giornalisti, sociologi, psicologi, magistrati, tutori dell’ordine, essendo noi dei DISOBBEDIENTI comprovati, non vediamo cosa debba spingere qualcuno a meravigliarsi della nostra presa di posizione netta e categorica. Noi non siamo BASTIAN CONTRARI per vocazione, noi siamo contro qualsivoglia ingiustizia, contro gli abusi, e contro i provvedimenti drastici dovuti al sensazionalismo più sfrenato. Perché certe cose non solo umiliano noi, ma tutte le persone nate libere, e che vengono discriminate. Perché la tessera del tifoso, non solo toglie noi dagli stadi, ma mortifica l’essere umano. Non è possibile chiedere permesso per entrare in casa propria. Che il vaso stesse per traboccare era lampante da parecchio tempo, lo stavamo aspettando a malincuore. E allora, temendo l’arrivo di una morte in quanto naturale conseguenza della scelta del Governo italiano, sapendo che non si tratta di eliminare le mele marce, ma di tagliare un albero intero, noi vogliamo ribadire che le nostre radici sono ben salde, e che adesso arrivi pure l’inverno, ma, come diceva Tolkien “LE RADICI PROFONDE NON GELANO!” Noi saremo al nostro posto, non a quello abituale, ma a quello che ci compete, perché lo vuole la coerenza, lo vuole il nostro “essere Ultras”. Noi non possiamo subire passivamente questa dittatura-pallonara, quest’ennesima STORIA ITALIANA. Chi svende la propria libertà è complice di un Governo assassino che, invece di andare a combattere fin dentro le Chiese, lo schifo imperante, invece di buttare le chiavi per chi si macchia di stupri e pedofilia, invece di dare l’ergastolo a chi rovina vite e famiglie, gioca con noi, al gatto col topo.
Forte coi deboli, è il nostro Governo, ma debole coi forti, coi cani, con chi lo ha sempre messo in scacco matto.
Siamo con le lacrime agli occhi, per non potere continuare la stessa strada intrapresa anni fa. Adesso le strade nostra e della curva sud, si dividono. Noi ci saremo sempre, ma A MODO NOSTRO. Noi saremo sempre presenti FUORI, perché noi I FACINOROSI, perché noi LE PECORE NERE non siamo graditi. E allora, sperando che il nostro gesto faccia da eco ad altre curve popolate da Ultras e da uomini liberi (ancor prima che tifosi), noi ci asterremo dal tifo casalingo, presenziando in trasferta nelle forme e nelle possibilità che riusciremo ad avere. Disconosciamo chi deciderà di sottoscrivere la tessera, e non possiamo prenderci la briga di garantire che in trasferta molti “esiliati del nord” accolgano la nostra protesta, ma chi seguirà la Reggina con la tessera, lo farà A TITOLO PERSONALE! Ci dissociamo da chi, munito di tessera del tifoso, andrà nei vari stadi a foraggiare ulteriormente questo calcio arrivato ben oltre il tramonto. Adesso cala la sera, adesso il freddo diverrà pungente. Adesso sapremo chi siamo, e chi sono le curve che ci hanno applaudito in questi anni, che ci hanno offeso, o che ci hanno affrontato in varie situazioni. Colmi di rabbia, per una scelta LA NOSTRA, obbligata, ci congediamo.
NESSUN COMPROMESSO, NESSUNA RESA, LA NOSTRA LIBERTA’ VA DIFESA
CURVA SUD REGGIO CALABRIA
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La Repubblica, Firenze:
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Torino/Roma
Finale Coppa Italia 1992/93

Roma/Juventus
1977/78
E ora attenzione... grazie a Benedetto alcune belle foto di gruppi a Roma negli anni andati:
HELLAS VERONA

Anni '70

1975/76

1983/84

1983/84

1986/87

1987/88

1988/89

1989/90
ATALANTA

1985/86

1988/89

1989/90

1989/90


15 luglio 2010: e-mail: "ciao lorenzo,vorrei vedere Maroni e i vari sindacati di polizia cosa rispondono a quanto affermato da zamparini...visto come hanno risposto a de rossi, al presidente del palermo lo mandano al confino?"
ZAMPARINI: "AI POLIZIOTTI VIENE INSEGNATO A ODIARE"
14 Luglio 2010 - ore 09:04

Il presidente del Palermo Maurizio Zamparini torna a tuonare contro la Tessera del Tifoso (e non solo e, anche, in maniera clamorosa) e questa volta lo fa dalle colonne del "Il Fatto Quotidiano".

"Assolutamente contrario - dice il numero uno di viale Fante che in questi giorni in Carinzia si coccola il suo nuovo Palermo -. Basta vedere cosa accade nel resto d'Europa. Francia, Inghilterra, Germania Svezia, Danimarca. Devo continuare? In quei paesi non c'è nessuna tessera del tifoso e non ci sono ostacoli. Tornelli, gabbie, violenza. Nulla di nulla. Solo da noi poteva verificarsi un simile orrore. Prendere il Mondiale. Gli uccelli del malaugurio, i soliti sospetti del nulla, avevano paventato disastri, morti e scontri di piazza ed invece abbiamo visto tifoserie abbracciate, stadi e organizzazione perfetti, clima di fratellanza. Una gioia per gli occhi, una festa per il calcio. Invece da noi - continua Zamparini - il pallone è diventato il terreno per scontrarsi tra violenti e forze di polizia. Ma gli ossessi della molotov con lo sport e con le tifoserie organizzate non hanno nulla a che fare".

Per il presidente del Palermo, oggi sono le alternative sono poche. "Infatti, oggi è tardi. Avremmo dovuto fare come Margaret Thatcher, anni fa in Inghilterra. Guerra senza quartiere ai teppisti e contestuale libero spazio di espressione ai tifosi veri. Noi abbiamo preferito un compromesso al'italiana, cioè fare pagare alla brava gente, il 99 per cento della popolazione sportiva, il prezzo dell'inazione. Filtraggi, controlli, vessazione. ostacoli in nome della presunta sicurezza. Tutto con risultati disastrosi. La costrizione della libertà individuale, senza ottenere la pace sociale. L'Italia è uno Stato di Polizia. Lo è sempre stata. I governanti conoscono solo la limitazione della libertà, l'aggressione del principio stesso di quel concetto e quest'aspetto, oltre a ripugnarmi, mi addolora profondamente".

Parole dure, durissime che Zamparini "regala" con immensa onestà intellettuale e coerenza di pensiero. "Ci hanno costretti a fare la tessera del tifoso. Un ricatto. Un'intimidazione vera e propria da parte del ministro Maroni. Cercheremo di farla diventare un vantaggio per i tifosi, ma non posso fare a meno di constatare che da quando sono qui, sette anni esatti, non si è mai verificato un solo tumulto al Barbera".

Palermo con una tifoseria esemplare, Palermo che lo scorso anno ha sfiorato l'impresa della qualificazione alla Champions League e che oggi riparte con maggiore convinzione. "La vera impresa - continua Zamparini nella sua intervista rilasciata a "Il Fatto Quotidiano" - è stata una lettera di ringraziamento della Sampdoria pubblicata dalla "Gazzetta", in cui nonostante la gara tra noi e loro valesse l'accesso alla Champions League, i dirigenti genovesi ci ringraziavano per l'accoglienza ricevuta. E' di queste cose che sono orgoglioso, non dei giochini della politica. La sicurezza, ripeto, non si ottiene con i picchetti della Polizia. In galera deve andare solo chi delinque".

Con Zamparini si fa un passo indietro fino a quella disgraziata sera della morte di Filippo Raciti. "Una tragedia - ricorda il patron del Palermo -. Ma qui la questione è sovracalcistica. Io faccio l'imprenditore. Per ottenere un'autorizzazione si aspettano anni e si viene sottoposti a decine di controlli. L'Italia è malata alle radici. Nelle sue istituzioni".

Sarà solo colpa di Maroni? "Il ministro non pensa di fare male, ma ha una cultura libertaria molto deficitaria. Il sale della nostra democrazia è trattare i cittadini da sudditi. Siamo gli ultimi della classe. Non sono in Europa, ma nel mondo. Quando Maroni mi ha attaccato - dice Zamparini - gli ho risposto con una frase di Banjamin Franklin pronunciata del 1754: "Chi in nome della sicurezza, rinuncia alla libertà, presto perderà entrambe senza neanche accorgersene. Vuole sapere qual è il problema di Maroni? Quello di decidere in assoluta autonomia senza sedersi al tavolo con chi il calcio lo conosce e lo frequenta da anni ed invece si siede a tavola con i Commissari di Polizia. E' chiaro che un poliziotto ragiona da poliziotto. Attenzione - precisa il presidente del Palermo - non sto attaccando la Polizia, ma le leggi non possono farle loro. E' chiaro che un poliziotto promulga il coprifuoco e non possiamo uscire di casa. Senza i tifosi il calcio muore. Io spero che le istituzioni dimostrino un pò di buon senso. Ci sono le elezioni, in fondo. Negli stadi non c'è bisogno della polizia. L'italiano, in certi ambiti può fare a meno delle divise. Anche in Sicilia. Io a Palermo - racconta ancora Zamparini - sono riuscito a ottenere tranquillità delegando una serie di responsabilità agli ultras. Sono loro che devono autoregolarsi. Nei mesi scorsi ho molto difeso Daniele De Rossi, ho difeso la sua sincerità. Da noi è vietato dire che i poliziotti quando vanno in assetto di guerra allo stadio, sperano di far la guerra. Non parlo male di loro, ma devono essere educati al colloquio e non allo scontro. Da noi è proibito discutere dell'evidenza e la lista dei concetti inaffrontabili, si allunga giorno dopo giorno. Che poi i violenti vadano perseguiti, sa una parte e dall'altra è persino ovvio. Ma questo dovrà verificarsi anche dalla parte della Polizia. Ci sono dei tifosi che vengono malmenati senza colpe, da ragazzi in divisa cui viene insegnato a odiare. Certi poliziotti non vedono l'ora di menare le mani. In Italia c'è una finta democrazia, la nostra. Però penso che abbiamo toccato il fondo e dal fondo si possa soltanto risalire".
L'ultima stoccata di Zamparini è "dedicata" all'Osservatorio sulle manifestazioni sportive. "Un'istituzione poliziesca anche quella. E' folle che persone di Roma decidono dell'ordine pubblico di Bari al chiuso di una stanza ministeriale. Al comando di questo Paese, da tempo, trionfano gli stupidi"
intervista di Mal. Pag. - de "Il Fatto Quotidiano" del 14 luglio 2010
http://www.reterete24.it/news.php?id_news=13467

Gianluca: "Come Maroni & Company hanno ridotto il calcio. Stadi fatiscenti, leggi assurde, serie minori abbandonate al loro destino e questo è il risultato:
Lega Pro senza soldi: 36 squadre rischiano di non iniziare il campionato
Alcune società faticano a pagare gli stipendi ai calciatori e i tifosi del Venezia lanciano una sottoscrizione per salvare il club
I campionati della Lega Pro (ex serie C) dovrebbero essere le fondamenta del calcio italiano, ma in questa estate post Mondiale sembrano più che altro pali malfermi di decrepite palafitte. Su 90 squadre, 17 non saranno al via del prossimo torneo, nella maggior parte dei casi per problemi economici: otto hanno rinunciato a iscriversi, altre nove sono state bocciate dalla Covisoc, l’organismo che controlla i conti (disastrati) del pallone italiano. Non è finita: al momento sono escluse per inadempienze varie altre 19 società, che hanno presentato ricorso. Deciderà venerdì il Consiglio federale se accoglierlo o meno. Alle non iscritte vanno aggiunte anche Ascoli e Ancona, in teoria inserite nella serie B 2010-2011: se la prima dovrebbe essere in grado di sanare la sua posizione, la seconda è appesa a un filo per non aver presentato nei termini la fideiussione richiesta e la documentazione relativa agli adempimenti previdenziali.

Insomma, un disastro. L’Italia del calcio risente eccome della crisi e vede sparire piazze di provincia, ma anche e soprattutto pezzi di storia. In pochi mesi sono scomparse Mantova (nell’anno del centenario), Perugia e Rimini. Le prime due travolte dal fallimento, la terza perché la cooperativa proprietaria si è stancata di andare avanti e ha messo in vendita il club. Morale, non è spuntato nessun compratore. Rischia grosso anche la Salernitana, mentre in Sardegna Olbia e Alghero hanno già chiuso baracca e anche la Villacidresesi trova in cattive acque. In Puglia si sono dissolte Gallipoli e Monopoli.

Altro che business, il pallone ormai è un giochetto costoso e insostenibile. A Mantova Fabrizio Lori era apparso nel 2004 come un messia in grado di spingere la squadra a lottare per la serie A. Nel 2006 i virgiliani avevano addirittura battuto la Juventus. Meno di quattro anni dopo, fiaccato dai problemi economici delle sue aziende, Lori ha dovuto gettare la spugna. Dietro restano solo macerie: il nuovo Mantova, grazie alla norma che salva il titolo sportivo delle squadre con grande tradizione calcistica, ripartirà dalla serie D. Stessa sorte per il Perugia.

A dipendenti e tifosi non restano che rimedi estremi: i giocatori della Triestina hanno rinunciato agli ultimi stipendi per salvare il club, mentre i supporter della Cavesehanno dato il là a una colletta per raccogliere i soldi necessari all’iscrizione. Simile la trovata dei tifosi del Venezia, che hanno appena lanciato una sottoscrizione popolare per aiutare le casse del disastrato club. Due fallimenti negli ultimi quattro anni l’hanno fatto sprofondare tra i dilettanti. Ora il Venezia United vuol essere il primo esempio di public company applicata al calcio: dieci euro a testa per la tessera, con l’obiettivo di raccoglierne almeno 300 mila e ridare ossigeno alla squadra.

E pensare che nel 2008 la nascita della Lega Pro era stata annunciata tra squilli di tromba dal suo presidente Mario Macalli. Sono bastati due anni per capire che si era trattato solo di una verniciata a un palazzo che già crollava a pezzi. Poche risorse per troppi club, cui si è aggiunto uno scarsissimo appeal per sponsor e spettatori. Laddove non arrivano le pay tv, è difficile trovare i soldi per pagare gli stipendi a fine mese. È una situazione che espone a un rischio concreto: personaggi poco puliti potrebbero proporsi come salvatori per farsi pubblicità o, peggio, per riciclare denaro sporco.

I problemi derivano anche dal gigantismo del calcio italiano. Le squadre professionistiche sono tante: in tutto 132 contro le 92 dell’Inghilterra, le 56 della Germania, le 42 della Spagna e le 40 della Francia. La Football League inglese, l’equivalente della nostra Lega Pro, va a gonfie vele anche perché conta solo 48 squadre. Poche ma buone, in grado di fare il pieno di spettatori a ogni partita. Così uno dei primi rimedi per guarire la Lega Pro potrebbe proprio essere quello di applicare una robusta cura dimagrante ai campionati. Magari evitando anche i ripescaggi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/14/lega-pro-senza-soldi-36-squadre-rischiano-di-non-iniziare-il-campionato/40106/
Ciao Gianluca".

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Ancora fronte tessera: "Caro Lorenzo, è da tanto che non ti scrivo. Sul fronte tessera non so se ti hanno aggiornato, ma i BOYS non hanno aderito alla raccolta e a loro volta hanno fatto un comunicato come gli Ultras Roma. disinTESSERATAMENTE ti saluto e ti abbraccio. N.".
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Maglie: "Ciao sono marco 69, intanto complimenti per il sito, e poi senza dilungarmi volevo fare un commento sulle nuove maglie della maggica:
allora la prima vuoi o non vuoi è quasi sempre la stessa e forse ci sarebbe anche poco da cambiare, però riescono sempre a farla più brutta abbuffandola di quegli omini inguardabili ovunque (quasi che nessuno sappia che la roma ha come sponsor tecnico la kappa, o che perlomeno tutti lo debbano vedere, quasi non li conoscesse nessuno), mi chiedo ma la nike o l’adidas o la puma mettono tutte quelle patacche sulle maglie?
Seconda maglia, anche questa a me non piace e sicuramente era meglio quella dello scorso anno dove perlomeno erano ben visibili i nostri colori sociali.
Sulla terza preferirei non fare commenti in quanto sembra una cosa buttata lì tanto per arrivare a tre maglie (è orrenda non la vorrei neanche se me la regalassero).
Alla fin fine quindi quello che penso è che come menti della kappa a cui viene affidata la creazione di una nuova maglia (oltretutto della maggica), stanno messi veramente male e visto che questi grandi pipponi ce li dovremo subire ancora per qualche anno, perlomeno che abbiano il buon senso di ascoltare la voce di noi tifosi, e prendere spunto dai ns. commenti e dalle nostre idee, in quanto la roma è nostra e le maglie se ci piacciono le compriamo pure. In conclusione no alla tessera del tifoso e uno sveglia gente!!! a trigoria perché qualche soldino si può tirare fuori anche dal merchandising( non so se ho scritto bene), dato che anche questo anno dovremo indossare in itali e all’estero maglie che fanno cagare e che non ci rispecchiano assolutamente. (la kappa dovrebbe fà le maglie pè la lazie dato che fanno cacà tutti e due). Ciao marco (e già a luglio me sento campione de tutto) c’è solo  e sempre l’AS ROMA".
D'accordo al 100%.
Giorgio: "Ciao Lorè, andrò controcorrente ma a me le maglie non dispiacciono affatto. La prima è la classica, purtroppo il sogno di vedere i bordi gialli e non arancioni è destinato a rimanere tale, per il resto mi sembra la solita maglia e gli omini ripetuti non mi fanno nè caldo nè freddo. La terza è la "maglia del marketing" e capisco il tentativo, a volte riuscito a volte no, di portare delle innovazioni. Naturalmente deve essere usata come terza(!!!) e non al posto della prima in champions o in coppa italia(diadora maledetta). L'unico appunto è sulla seconda, le bande giallorosse dell'anno scorso erano bellissime e speravo in qualcosa di simile magari con le bande verticali o oblique. Il fatto è che la maggior parte dei compratori purtroppo sono bambini e/o tifosotti da grandi occasioni che vogliono maglie nuove perchè, sentito con le mie orecchie, "se sono sempre uguali che me le compro a fa". In ogni caso la kappa vale mille diadora, almeno come rispetto nei nostri confronti. NO ALLA TESSERA, Giorgio".
Infatti, la prima è la solita, la seconda non va bene e la terza andrà pure bene per il marketing ma ch ci vuole a farla decente?


14 luglio 2010 (pomeriggio): la raccolta degli abbonamenti è arrivata praticamente a quota 2.000, così come mi è stato riferito. Mi sembra decisamente un grande successo, tenuto conto che si parla della sola Curva Sud.
Continuano i comunicati:

Catania, scelta degli ultras
«Siamo stufi, basta stadio»
Decisione presa da tutto il movimento anche dopo le ultime diffide
Alla base di tutto il no alla tessera del tifoso, ma anche la stanchezza per la deriva presa dal calcio, ormai tutto nelle mani della tv e del business
Andrea Lodato
Non è una resa, non è, per lo meno, la loro resa. E' una sconfitta, questo sì, la sconfitta di chi ha dimostrato in questi anni di non sapere e, di più, di non volere governare una realtà fondamentale del mondo del calcio, il movimento ultras. Un mondo difficile, complicato, fatto di passioni, di partecipazione, di colori, anche di eccessi, qualche volta, ma essenziale per tenere in vita il calcio nei suoi aspetti non necessariamente collegati al business, non esclusivamente connessi alla deriva televisiva, per cui ogni azione del calcio, ormai, deve necessariamente passare dai teleschermi e, per questo, essere visto e vissuto più in salotto che in curva.
E' andata così, e tristemente il movimento ultras catanese, unito, in tutti i gruppi, quelli storici e quelli più recenti, quelli della curva Sud e quelli della curva Nord, ma anche quelli che hanno trovato spazio in questi anni in altri settori, annunciano che nella prossima stagione loro non ci saranno. Il no alla tessera del tifoso, l'indigeribilità di diffide e daspo a pioggia, arrivati sempre più in maniera indiscriminata, spesso al di là delle singole effettive e reali responsabilità personali, le restrizioni per cui nelle ultime stagioni a stabilire se fare o non fare una trasferta non sono stati più i tifosi, ma gli organi di pubblica sicurezza, tutto ciò ha segnato il punto di rottura. L'anno scorso sopportato e in parte metabolizzato, quest'anno non aggirabile e insormontabile, più da un punto di vista emotivo che per il rigore delle norme, per l'obbligo di sottoporsi, con la tessera, ad una ulteriore schedatura assolutamente priva di effetti pratici sotto il profilo della sicurezza e dell'ordine pubblico, dal momento che qualunque tifoso, che ne abbia diritto ovviamente, potrà regolarmente entrare allo stadio, in casa acquistando il biglietto e in trasferta andando in un settore non destinato alle tifoserie ospiti.
Tutto sempre più complicato, al punto che gli ultras catanesi, prima di tutti gli altri movimenti italiani all'interno dei quali è in corso un dibattito su cosa fare e come muoversi alla luce dei recenti provvedimenti, hanno sciolto la prognosi: loro allo stadio l'anno prossimo non andranno. E hanno affidato ad un comunicato di poche righe, ma preciso, inequivocabile e che, soprattutto, in quelle parole ribadisce una mentalità, un concetto, un atteggiamento civile: nessuna resa, ma il silenzio sia ascoltato da tutti.
«Gli ultras catanesi, tutti e uniti - scrivono nel comunicato - dicono no alla tessera. A seguito di diversi incontri gli ultras catanesi hanno deciso di alzare un muro contro chi ci vuole privare della nostra libertà: per questo a Catania è stato deciso, con non poca tristezza, che oltre a non tesserarsi per l'intera stagione, verranno sospese tutte le attività legate al tifo. Il tutto si trasferirà all'esterno dell'impianto. Ci teniamo, inoltre, a precisare che la nostra non è una resa, ma un modo civile per dire no a chi ci vuole cancellare. Restiamo in silenzio in attesa che qualcosa cambi».
Fin qui gli ultras catanesi, la cui scelta è chiara: la domenica niente curve, ma il sostegno, nel cuore e nella mente, traslocherà altrove, ma sempre fuori dallo stadio. Il modo, i tempi, le dinamiche di queste nuove domeniche per il mondo ultras rossazzurro saranno stabilite più avanti, d'intesa, appunto, tra tutti i club, tutti i gruppi. Quel che è certo oggi è che lo stadio perderà una forza essenziale, perderà definitivamente, il colore, il calore, l'energia, il cuore, i muscoli di quei tifosi che da sempre, e tanto più in questi anni, sono stati spesso il valore aggiunto del Catania, nelle conquiste importanti, nelle promozioni, nelle salvezze, nella crescita del movimento calcistico. Anche toccando quella punta tragica che nessuno dimentica e che è stato uno spartiacque tra passato, presente e futuro, che ha fatto riflettere tutti sugli errori commessi in passato. Non solo i tifosi, ma anche chi avrebbe dovuto cogliere prima e meglio insofferenze e contaminazioni, estranee al tifo, che si insinuavano nel movimento ultras in tutta Italia e che si sarebbero dovute arginare e governare con intelligenza e lungimiranza. Ma proprio dal quel 4 febbraio il tifo catanese è diventato esemplare, eppure non è bastato un comportamento globalmente irreprensibile, non una contestazione, non un incidente, isolati episodi in cui i tifosi rossazzurri in trasferta sono stati costretti a difendersi da agguati e aggressioni e che, nonostante l'evidenza dei fatti e delle circostanze, alla fine hanno pagato più a caro prezzo i catanesi che gli altri. In questo quadro va detto anche che il movimento ultras catanese non ha assolutamente nulla da rimproverare alla società rossazzurra, concetto chiaro da sottolineare e ribadire, proprio perché il calcio catanese sta perdendo questa forza di sostegno, ma non deve subire altre smagliature, altre spaccature. La sintonia tra tifosi e società c'è sempre stata, anche quando gli ultras hanno avuto, e sta nelle cose del calcio, da rivendicare qualcosa in più, sempre e solo per consolidare la presenza del Catania tra le grandi del calcio.
E i risultati sono stati raggiunti dalla società, ma con la parte che gli stessi tifosi hanno saputo recitare ogni volta che sono stati chiamati in causa ed hanno potuto e dovuto fare la loro parte. Per questo anche di fronte a questa dolorosa decisione, va evidenziato che il rapporto tifosi-società resta inalterato, anche perché quella rossazzurra è stata una delle poche società, e alla fine anche l'ultima e l'unica, che si sono battute per cercare di fare emendare quell'articolo 9 della tessera del tifoso che aveva tutti i profili dell'anticostituzionalità.
Dunque si ripartirà senza ultras e non è roba da poco, perché per il Catania da sempre il tifo è stato un elemento in più, un valore aggiunto, quello che ha aiutato a realizzare grandi imprese. Ci sarà tutto il resto dello stadio e tutti gli altri tifosi, certamente, ma quel che mancherà, intanto per questa stagione, potrebbe essere una grave perdita. In quelle poche domeniche senza tifo delle curve al Massimino, il ricordo è ancora vivo, anche partite importanti e decisive sono state giocare in un silenzio devastante, anche per il pubblico stesso, abituato, spesso, a godere e a servirsi dell'urlo appassionato di una curva. Di cui adesso dovremo abituarci a fare a meno. 10/07/2010
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Mirko e Marta: "Ciao Lorenzo, Mirko e Marta...
partita la campagna abbonamenti un nervoso ha assalito la nostra mente, non era presente in noi l'entusiasmo di scoprire il nuovo abbonamento, la fierezza di uscire dal roma store contenti e convinti, pronti per la nuova stagione e per la prima trasferta...invece no! Ci troviamo a pensare, a come potrebbe essere questa nuova stagione calcistica, ad aspettare il comunicato sulle modalità di vendita dei biglietti per Milano, a sperare che l'intera parte vera e sana del tifo si trasferisca compatta in un altro settore, così da lasciare il nome ad una curva e invece gridare come sempre per 100 minuti in un altro settore, che sia una curva nord, un distinto una tribuna, che sia la voce a spingere a prescindere dal settore! Noi ricordiamo di come tantissime persone gridavano giustizia per Gabriele, ora hanno dato l'ultimo saluto alla parola giustizia tesserandosi per quello stato che autonomamente toglie la vita...uno stato che poi non paga...
come sai in tanti momenti si è tentennato, ma poi in questi momenti ti ricordi chi sei... quel maledetto giorno eravamo a pranzo fuori, erano 2 giorni che ero tornato dall'estero per lavoro, chiamai mio padre e scherzai al telefono con lui con una battuta...fatale fu quella battuta...piansi come un bambino, per un'ora intera, non mi capacitavo, mi chiedevo il perchè, mi chiedevo come e dove può arrivare la follia...se oggi noi non ci tesseriamo è anche e soprattutto per non dimenticare! Meglio essere che apparire e se allora essere sarà in un altro settore che sia, con tutti, compatti, pronti, la stagione sta per iniziare...un abbraccio a tutti coloro che sono coerenti e che scelgono di essere! M&M".
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Maglie:"Ciao Lorenzo,
un breve commento sulle nuove maglie, dopo alcune riflessioni generali.
1) Non bisogna sostituire le maglie ad ogni stagione, né ad ogni due, cinque o dieci. La maglia non si cambia! Pensate che bello avere la stessa maglia della fondazione (che già fu, se non sbaglio, della Roman)! Ottantatré anni SEMPRE CON LA STESSA MAGLIA! Da paura! Naturalmente nei materiali - dico materiali, non forma, né tanto meno nei colori! - una certa evoluzione sarebbe comprensibile. Poiché l'ignavia prima, ed il potere consumistico poi, hanno reso / rendono ciò impossibile, la maglia dovrebbe cambiare il meno possibile! Diciamo, a largheggiare, non più di 5 o 6 volte in ottantatré anni.
 2) Ormai siamo così rincoglioniti che anche molti tifosi si attendono nuove divise ad ogni nuova stagione, le aspettano addirittura, trovano giusto e necessario che ci siano e se sono troppo simili alle precedenti storcono la bocca! (ricordo commenti di questo tipo anche su questo sito...). Verrebbe da dire che ce le meritiamo, ma forse si potrebbe invece osservare che, quando ci si abitua in un certo modo, si conosce solo una realtà, quando non c'è memoria della tradizione, questo è il risultato.
3) Come avevo detto in un'altra occasione bastano solo due maglie: l'altra deve essere bianca con inserti / banda giallorossa. E basta! Terze e quarte maglie, edizioni ad hoc per le coppe europee ecc. sono tutte cazzate.
4) La prima maglia (ci dovrebbe essere bisogno di specificare 'prima'?) della prossima stagione sembra decente, ma che differenza con quella, forse inarrivabile per semplicità e colori, del 1974-'75 (quella del terzo posto, di Prati ecc.)! Bella anche la Patrick del secondo scudetto. Ci vorebbe tanto a tornare a questi modelli? magari imbruttiti e sviliti da sponsor, omini, marchi ecc., ma almeno i colori!
 Ed ora in particolare sulle nuove maglie:
I) Già detto.
II) Brutta, e peggiorata rispetto allo scorso anno.
III) Orrenda! la cosa peggiore è che almeno qualche volta, per ragioni commerciali, la dovranno indossare...
IV) Portiere: mah... una volta il nero era il non-colore dell'arbitro (che mo so' tutti colorati!): so della maglia nera della Roma negli anni Trenta, ma è chiaro capire il contesto 'cromatico' dei tempi. E comunque non durò a lungo, e si tornò al giallorosso... Questa, in ogni caso, è meno peggio della III maglia.
C'è solo la ROMA! Livio"
Poccio: "Abbastanza soddisfatto della prima maglia, a parte tutti gli ometti-Kappa sulle maniche.. mah
La seconda non presenta niente di rosso, avrebbe almeno dovuto avere il colletto e i bordi alle maniche rossi (sarebbe stata una ficata)
La terza non la giudico nemmeno perchè è una vergogna, spero non venga mai utilizzata.
Ripropongo inoltre ciò per il quale ti scrissi già tempo fa:
vorremmo tutti maglia rossa, pantaloncini bianchi, e calzettoni rossi. No ai calzettoni neri! Riusciremo a farci sentire in questo senso?
Per me la divisa della Roma è e sarà per sempre questa



14 luglio 2010: primi riscontri sulle maglie:
"Ciao Lorè,
Sono giorni che aspetto questo momento, sono giorni che leggo varie notizie in merito al prolungamento del rapporto tra la Kappa e la Roma sino al 2017; la notizia di certo non mi ha emozionato, speravo in un ritorno in grande stile dell'adidas. Da un lato parte perchè sono e rimarrò sempre un romantico (il primo completino che mi hanno regalato da bambino vedeva le tre strisce gialle sulle spalle e la scritta barilla sul petto) e dall'altro perchè tale ritorno avrebbe portato un consistente indotto alla squadra che amo. Un indotto non tanto in termini economici dato che, non conoscendo i dettagli del contratto che lega kappa alla Roma non posso compiere una valutazione attendibile, ma in termini di comunicazione e presenza sul mercato mondiale. (la sola capillare presenza di negozi adidas nel mondo e la rispettiva semi-assenza di punti kappa sono un dato inconfutabile. Il valore di mercato e l'appeal di un prodotto adidas rispetto ad uno del brand nostrano altrettanto. La grande comunicazione che adidas mette in piedi dietro ogni operazione commerciale uno ulteriero e così via. E' incredibile come la società che dovrebbe rappresentarci riesca a sviluppare solo i lati negativi del calcio industria, senza riuscire a trarre vantaggi dalla forza del nome che porta.)
Ora senza addentrarmi troppo nei meandri delle ignobili strategie marketing della ASRoma (sotto tutti, e dico TUTTI i punti di vista) di cui bisognerebbe parlarne per mesi; voglio esprimere un giudizio sulle nuove casacche o mute come ormai preferiscono definerle.

-Nella stagione 2009/2010 avevo espresso il mio forte gradimento per la capacità che aveva avuto kappa di seguire (anche perchè eravamo stati molto rumorosi) i consigli dei tifosi sulle maglie da gioco.
Una prima divisa ben fatta. (Sgradevole la patacca che recita "wind" ma non è colpa loro gli omini fuoriluogo sulle spalle, ma passino.
Una seconda divisa quasi perfetta.
Per quanto mi riguarda la terza divisa non esiste, si sbizarrissero pure, anche se si deve rimanere nei termini della decenza.
Con questi presupposti, sostenuti anche da un intervista all' A.d. di kappa (mi sembra di ricordare) in cui veniva esternata l'attenzione dell'azienda verso la richiesta dei tifosi della capitale non si poteva che far meglio mi son detto e così, per giorni, mi sono sfregato le mani aspettando di vedere che opera d'arte sarebbe uscita dai laboratori della ex industria torinese ora in mano alla Basic Net: risultato IGNOBILE.
-Nella stagione 2010/2011 ci presenteremo sui campi d'Italia e d'Europa con:
Una prima maglia che tutto sommato accetabile. peggiorata solo dalla presenza ancor maggiore del logo kappa sulle spalle.
Una seconda maglia oscena. E' tanto difficile avere una divisa bianca con tutti e due i nostri colori presenti, per quanto mi riguarda possibilmente rappresentati da 2 bande una gialla e una rossa orizzontali,verticali o oblique cazzo? Tra l'altro personalmente condanno anche il lupetto, il nostro simbolo e ben definito, se si volesse portare avanti una strategia amarcord reclamo il fascio littorio su scudo sabaudo del primo scudetto.
Della terza maglia il parere l'ho esposto in riferimento alla stagione appena conclusa. Anche se uno scambio di maglia tra Adriano e Julio Sergio non mi sembrava un'ipotesi così sbagliata.
No alla tessera, si alla passera!
Fabbregas".
Poi: "Ciao Lorenzo, ti scrivo subito per le nuove maglie...
Come dici tu, passabile la prima (però troppi omini), brutta la seconda (troppo arancione senza rosso) e tremenda la terza!!
MA NON POSSONO LASCIARE LE STESSE DELL'ANNO SCORSO?? SONO LE MIGLIORI IN ASSOLUTO!!!!
(cmq dal sito forzaroma.info sembrerebbe che la terza sia tutta nera...) Sempre con affetto Nicola Corato (BA)
Quella nera è del portiere.



13 luglio 2010: dietrofront? "In merito al comunicato in cui un gruppo di tifosi auto scioglieva la Curva Nord della Lazio, vorremmo fare delle dovute e precise affermazioni. La Curva Nord, cuore pulsante del tifo Laziale, non può essere consegnata alle volontà di repressione dello Stato, che con leggi ad hoc anticostituzionali e ora con la tessera del tifoso vuole spegnere il tifo più caldo e passionale dello stadio. Per questo lotteremo, come tradizione della nostra gloriosa curva, per esporre il nostro simbolo e i nostri colori in tutti gli stadi d’Italia e sostenere la nostra squadra.
Non dimenticheremo di esternare il nostro dissenso rispetto all’attuale gestione affarista e senza scrupoli che diventa come negli ultimi anni il punto cardine della nostra battaglia.
A FIANCO DELLA LAZIO SEMPRE E COMUNQUE.
Fabrizio Toffolo
CURVA NORD".
Grande è la confusione sotto il cielo della Nord... la situazione è eccellente, come diceva Mao Tse Tung!
Di certo ci saranno altri chiarimenti, perché a questo punto non si capisce se la Nord si fa la tessera del tifoso come i gemellati interisti oppure no. Oppure se alcuni gruppi sì ed altri no. Chi vivrà vedrà.
Molto interessante questo video sulla TdT: http://www.youtube.com/watch?v=2IlKp2bbyLk
Sempre TdT: "Ciao Lorenzo, Ho visto hai dato voce a molti tesserati. Beh, onestamente mi fa ridere chi pensa "sono contrario, ma l'ho fatta". Un progetto economico come la Tdt fallisce se la quantità domandata si avvicina quanto più possibile allo zero.
Però come mi ricordo la gente chiamare le radio in difesa di De Rossi contro Maroni. Ma dove siete ora? Su Facebook? Quante giustificazioni da quinta elementare bisogna sentire, "me l'ha fatta n'amico di nascosto", "non posso sta senza a magggica".
Bene scrematura è fatta! Qui sembra di stare sempre di più in un laboratorio di controllo della mente umana e l'esperimento prosegue alla grande. Schedati (perchè la Tdt è una schedatura con tanto di cartellina che va in Questura), con un bancomat in mano, a quale pro? Nessuno. Poi volevo sapere se farsi questa tessera a  livello di privacy non comporta qualche problema. Ad esempio se una azienda visionando la mia "pedina" trovasse Raffaele ..... tifoso della Roma, potrebbe sfavorirmi rispetto ad un altro sia perchè magari sono tutti laziali o interisti, oppure perchè magari indirettamente capiscono
che quando c'è una partita della Roma possa chiedere permessi, o  lavorare in modo "non efficiente" in un pre post partita importante?
Questa può sembrare una cazzata ma manco troppo, visto a volte si studia il comportamento di alcuni dipendenti e le varie cause di cali di rendimento...
Sarei curioso di sapere cosa ne pensi". Dico solo che la Costituzione non prevede di essere schedati in base allae squadre per cui si parteggia. Tanto mi basta per non firmare un modulo che la legge non prevede e che viene imposto.
Ancora TdT: "Vorrei farVi notare come in un paese dove la liberta' di stampa è inferiore persino a quella del Gabon e i giornalisti sono considerati al pari dell'esercito di carte della regina di picche, sia sparita la notizia tanto prevista della fallimentare partenza della campagna abbonamenti "dell' ASsettROMA1927EURO(iva inclusa)"...è vero giornalista che lo vorresti tanto scrivere ma non puoi?altirmenti ricevi quella telefonata?.....poi come fai ad entrare allo stadio?...è vero giornalista che lo sapevi, che hai una serie di interviste gia' scritte ..ma non le puoi pubblicare?..altrimenti ti trovi a scrivere per il corriere dei piccoli????
Ti ricordi quando sei diventato giornalista?...credevi che certe cose succedevano solo a piazza Tiananmen..e invece un bel giorno ti sei ritrovato con Maroni come ministro dell'Interno...da quel giorno il dubbio ti attanaglia : faccio outing cosi ci metto la faccia o resto un sodomizzato di nascosto?....
AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA!".
Le nuove maglie della Roma... decente la prima che però ha raddoppiato gli omini, la seconda peggio dell'anno scorso perché i bordi sono solo arancioni e non bicolori, inguardabile la terza. A voi i commenti.
Da Romanews.eu


13 luglio 2010: e-mail di Livio:
"Pare che gli sviluppi della situazione societaria della Roma (controllo della banca, irrevocabile mandato a vendere, rosella gestrice fino alla cessione) abbiano dato nuovo vigore, se non nuovi argomenti, a coloro che apprezzano la nostra ex-presidentessa, o almeno non ne valutano negativamente l'attività svolta.
Secondo me tuttavia, poiché gli addebiti che le venivano fatti erano oggettivi, essi permangono tuttora validi e condivisibili. In una mail pubblicata nel sito il 10 luglio scorso ("Noi non ti abbiamo mai amata [...]") sono riassunti ed elencati tali addebiti, sui quali non mi pare sia il caso di aggiungere altro, mentre mi sempra opportuna una riflessione circa i risultati sportivi conseguiti durante 'l'era Sensi'. Innanzi tutto valuto improrio accomunare la presidenza di Franco con quella di rosella, come molti fanno. Il padre è stato un presidente da Roma, che ha combattuto contro il 'palazzo' ed i poteri occulti ed illeciti che lo dominavamo e che influenzavano singole gare ed interi tornei. La figlia invece ha agito, per interessi materiali e di natura personale (in qualità di presidentessa della Roma, dico; in altri àmbiti non la conosco né m'interessa conoscerla), da reggicoda del potere, quasi da lenone dei potenti e disonesti padroni del calcio in Italia. Il tale x? "Un gran signore!"; l'altro? "Un galantuomo!", un altro ancora? "Un maneger che stimo"...brava...brava rosella... in fondo che ti frega se questa nobile congrega ci ha fregato due campionati e ce lo ha emsso nel culo a tutti? in fondo è soltanto la Roma... in fondo sono soltanto i tifosi della Roma... che vuoi che sia? basta scondinzolare un po', e qualcosa si rimedia... ancora un po', dài... non basta... lecca un po', anche, che è buono il sapore del potere, non credi?
Riguardo ai risultati sportivi conseguiti, come già avevo avuto modo di dire, vengono per me in seconda battuta rispetto all'integrità morale ed ai comportamenti che da quella promanano: avrei preferito non vincere, ma essere rappresentato con coerenza e consapevolezza rispetto alla storia della Roma e dei suoi tifosi. Tutto qui.
Detto questo, so bene che il peggio non morto mai, e che al cattivo potrebbe succedere il pessimo, non per questo dobbiamo dire che il male è bene, e che rosella sia stata una buona presidentessa della Roma. Presonalmente, se chi verrà farà peggio, lo contesterò ancora più duramente. Continuando a tifare ROMA, naturalmente. E contro la tessera del tifoso. A proposito: l'esito finale della tdt sarà la 'Tessera-del-cittadino-intimidito-ed-obbediente-che-non-può-mai-esprimerei-dissenso": non so se ci riusciranno, ma sono convinto che ci stanno provando.
C'è solo la ROMA! Livio".
Disinformazione: "ciao lorenzo, volevo dirti una cosa che dimostra ulteriormente (se ce ne fosse bisogno) quanto la tessera venga spacciata per quello che non è. oggi passavo al roma store di via appia nuova, e fra la fila (per nulla considerevole) di gente che stava rinnovando l'abbonamento, c'era una ragazza che aveva un problema con il modulo della privilege card (non ho capito bene che tipo di problema), e l'addetto del roma store le ha detto qualcosa, non ricordo bene il discorso, ma mi ricordo la frase "c'è una disposizione di legge" che è molto indicativa, in quanto sappiamo tutti che la tessera non è affatto una disposizione di legge, ma giorno dopo giorno viene fatta passare sempre di più per tale. e la gente ci crede senza informarsi. come potremo vincere la lotta alla tessera se c'è tutta questa disinformazione e tutta questa gente che subisce passivamente? sono fiducioso, ma i segnali che arrivano non sono per nulla incoraggianti...". Sappiamo bene che una buona parte dell'opinione pubblica è disinformata e un'altra parte non ha a cuore principi fondamentali. E' però vero che non si può auspicare che chi non ha mai fatto nulla ora faccia qualcosa. E' solo chi è più impegnato e più informato che può fare qualcosa. Si sa perfettamente che una buona parte della tifoseria non ha problemi a fare la tessera di Maroni.
Poi c'è anche chi è informato ma decide, per una ragione o per l'altra di sottoscriverla ugualmente ma comunque, sia pur in modo minore, cerca di non utilizzarla in modo economico e strumentale:
Andrea: premessa : trovo sacrosanto che i gruppi che sono sempre presenti in casa e non abbiano la possibilità di avere "priorità" ufficiale o "quasi " sui biglietti . Essendo un "cane sciolto" o un mister x qualunque e non avendo conoscenze nelle lottomatiche ( mister x / jollyticket via tiburtina docet )
mi diventa difficile se non impossibile reperire i biglietti di volta in volta ( nb sono anche precario , non posso sacrificare permessi e ferie alla carlona  )
l'iniziativa dei gruppi è NOBILE ma sinceramente non me la sono sentita avendo ancora davanti agli occhi le gestioni dei biglietti per Manchester - Lione  ecc ecc , ma come dicevo nella premessa credo sia giusto così per onorare chi è sempre e comunque presente.
Non penso di avere le "armi" per combattere questa bataglia in prima linea ergo no tessera no abbonamento biglietti di partita in partita , ma posso "provare" ( consentimi la presunzione )  a distruggere la tessera dall'interno , dubito che alla questura i "nomi buoni" arrivino con la tessera a mio modesto parere già li hanno , anche grazie ai social network , telefoni controllati e via dicendo siamo già belli che "schedati" .... (di certo, la questione è più sottile: posso chiedere il permesso alla Polizia per abbonarmi in uno Stato degno di questo nome? La schedatura via social network ecc. ecc. è un qualcosa che NON richiedo personalmente ma che viene fatta di iniziativa dagli apparati di polizia, la tessera invece è su mia richiesta: chiedo alla Polziia di essere schedato come tifoso e quindi di potermi abbonare. Manca solo il numero sul braccio!)
ovviamente non abiliterò la tdt come visa , ovviamente non usuifrirò dei vantaggi del Roma Store ( i fan shop della serie B inglese sono di gran lunga migliori di tutti i Roma Store in città per fare un esempio ... quindi non so che vantaggi potrei avere ) , a me la tdt servirà "solo" per poter vedere la domenica 11 maglie giallorosse in campo ... lo so che suona male ... ma è la cruda realtà .. posso però dimostrarne l'inutilità non usufruendone come vorrebbero ( i soldi dell'abbonamento comunque li prendevano anche prima , gli extra / il margine di guadagno è sul resto almeno da me se lo scordano )
conosciamo la nostra tifoseria , troppi occasionali squali , se le cose vanno bene vorrei vedere come si recupera il biglietto di volta in volta ( vedi Torino . Firenze e Parma quest'anno )....onestamente trovo anche fastidioso vedere bambini di 13/14 anni insultano chi ha aderito ... gente che si è riscoperta Romanista la domenica di Roma - Atalanta mi piange il cuore perchè come tifo potremmo essere più compatti , non vorrei che con la scusa della tdt si arrivasse ad uno scontro "fratricida " .... è da un pò che pensavo di "buttare" giù due righe di questo tipo non ci sono Romanisti che si tesserano e Romanisti che non si tesserano  Ci sono Romanisti e basta ... Romanisti non Romanistoni sia chiaro in conclusione trovo ingiusta la tessera del tifoso ma l'unico contributo che posso dare  è aderire e limitarne al minimo indispensabile ( abbonamento ) l'utilizzo ...
la visa , i sconti sugli orrendi prodotti del Roma Store , i pulmann organizzati da Rosella ecc ecc se li possono tenere  Un Saluto
Come detto, credo che questo problema sia relativo. Ognuno fa quel che vuole, soprattutto se non fa parte di gruppi che sono sorretti anche da una linea di pensiero che tende a boicottare radicalmente l'ennesimo prodotto del calcio moderno. E' certo che la TdT si combatte in primis non facendola (in seno al mondo ultras vi sono poi scelte ancor più radicali come non fare neanche il biglietto, o farlo in altro settore, o togliere pezze e striscioni, o non fare più tifo organizzato e via dicendo); in secondo luogo - per chi comunque decide di farla - non abilitarla come carta di debito e utilizzarla il minimo indispensabile, anche se si rientrerà inevitabilmente nella statistica di coloro che hanno apprezzato il prodotto che, potenzialmente, possono sempre decidere di attivare un giorno o l'altro . Personalmente - ripeto, personalmente - reputo superato nel 2010 lo stesso concetto di gruppo ultras e di territorio cui lo stesso è legato. Consequenzialmente anche lo stesso concetto di tifo organizzato secondo i vecchi canoni. Però in ogni città le realtà sono diverse e, spesso, all'interno di una stessa curva.
Riccardo di Firenze: "Ciao Lorenzo... giusto per segnalarti l'ennesima "svista" sul sito ufficiale della roma..... c'è scritto che gli abbonamenti si possono fare anche tramite call center!!!!  e invece.....ho chiamato adesso e mi hanno risposto che SICCOME C'è LA TESSERA DEL TIFOSO da quest'anno non si può più rinnovare l'abbonamento tramite call center! ma dovete andare in una ricevitoria!!!
che ovviamente a Firenze non c'è ! mi tocca già fare la prima trasferta!  grazie lottomatica!!!!! Riccardo".
Un articolo di Massimo Checchini per la nordica Gazzetta dello Sport:
Roma ci credi? Ma la caccia all'abbonamento è a ostacoli
Più forte la passione o l’ideologia? Più grande la fiducia o lo scetticismo? Da oggi alle 15 si saprà. A materializzare dati e sensazioni toccherà a loro, ai tifosi giallorossi, che decideranno come impegnare il loro denaro e la loro voce per la Roma, aderendo o meno alla campagna abbonamenti.
Incontri Istruzioni per l’uso: la prossima sarà una sorta di anno zero, visto che per ottenere la tessera occorrerà avere la discussa card del tifoso. Inutile dire come questo, almeno all’inizio, potrebbe allontanare parte degli ultrà (non solo....), fortemente contrari all’iniziativa del Ministero dell’Interno, ma il futuro sembra scritto e si vedrà se — dopo la serie di incontri avuti con rappresentanti della società — decideranno se sottostare alla nuova legge oppure rinunciare alla partita (non è esattamente così: a) non è una legge; b) non si deve necessariamente rinunciare alla partita).
Quota 15.000 Da dove si parte? Dai 24.454 abbonati della scorsa stagione e dalle 15.000 prelazioni per la tessera del tifoso che la Roma ha ricevuto. Postilla: per ora i riscontri di polizia del Ministero sono in ritardo (davvero? Lo avevamo già previsto.... l'importante è far fare le tessere (ooops, le carte di credito), i controlli sono in ritardo ma chi se ne importa della "sicurezza"!), ma per il campionato arriveranno. Perciò, coloro che chiederanno la tessera e l’abbonamento confidando negli omessi controlli (quindi secondo il Cecchini un diffidato si fa la tessera del tifoso e addirittura spende i soldi per l'abbonamento sperando nell'omesso controllo... secondo lui non lo arrestano alla prima giornata appena varchi il cancello, sempre se non sei costretto a firmare in questura!), se le vedranno poi revocate senza rimborsi (ah, pure senza rimborso... chissà quale articolo del Codice Civle prevede una cosa del genere.... E' una multa? Una sanzione? Dove è scritta?). Ma andiamo avanti. Le stime dicono che l’80% di questi 15.000 (cioè 12.000) si trasformeranno in abbonamenti veri e propri fino al 12 agosto. Considerata la crisi economica, anche un abbonamento può pesare sul bilancio di una famiglia, ma un dato va sottolineato: i prezzi sono immutati dal 2002. Cioè, tenuto conto di un’inflazione media pari al 3% annuo, il costo è diminuita rispetto ad 8 anni fa di circa il 25% (già, peccato che nel paniere di una famiglia media - volete le famiglie allo stadio no? - l'abbonamento per tutta la famiglia sia comunque una spesa che in un momento di crisi è preferibile destinare ad altro).

Tessera e politica. L’impressione, comunque, è che la Roma si attenda un calo degli abbonati rispetto alla scorsa stagione pari a circa il 10-20%, nonostante i possessori della tessera avranno l’ingresso gratuito per la prima partita interna di Champions. D’altronde il problema, per lo zoccolo duro del tifo, è legato alla tessera del tifoso, dal costo di 15 euro. È una schedatura o un’opportunità? I pareri sono discordi. Al Milan dal 2008 l’hanno già sottoscritta in 260.000, all’Inter dal 2009 in 80.000, ma comunque la si giudichi una cosa è certa: è una legge (no: è una circolare. E' la stessa differenza che passa tra il colore bianco e il colore nero). D’altronde, avete mai provato a richiedere una carta di credito o un telepass? (Sì: non ho mai chiesto, per avere la carta di credito o il Telepass, il nulla osta della Questura). Ma nel paese del Grande Fratello e dei reality show ad altissimi indici di ascolto (che difatti le persone pensanti, tra cui includo gli ultras, non seguono ed anzi disprezzano) la privacy viene invocata solo quando si sposa con la sicurezza (vedi decreto legge sulle intercettazioni). In ogni caso, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma una domanda è da porsi: ci sarà il rischio di vedere la Curva Sud vuota nelle partite di cartello? Già, perché il rischio è questo. Chi non intendesse chiedere la tessera del tifoso e puntasse a comprare i singoli biglietti dei match — spendendo di più ma rivendicando la propria libertà (non mi sembra sia cosa da poco...) — potrebbe non farcela. L’interpretazione ristretta della norma, infatti, prevede che nei match di cartello (anche all’Olimpico) giudicati a rischio non si potranno vendere neppure i singoli biglietti a chi non avrà la nuova card. Insomma, il derby, Inter, Milan, Juve, Brescia, Napoli, Genoa e un pacchetto di altre partite risulteranno off limits (Perfetto. E' esattamente quello che vogliamo. Noi vogliamo - pagando il relativo sacrificio - che a Roma/Juventus ci siano 18mila spettatori. Lo stadio semivuoto). Sarà così? Dipenderà dalla politica, cioè della voglia d’imporre fin da subito norme certe (qui hanno imposto e basta. Norme non ce ne sono). Di sicuro la polizia è preparata anche a picchettaggi della Curva da parte di tifosi (?) che volessero impedire agli abbonati di entrare, così da imporre a tutti il loro dissenso (questa asserzione non poteva di certo mancare. Credo che di tutto i gruppi abbiano parlato tranne di picchettaggi). Insomma, i timori sono tanti. Ma il calcio italiano ci ha abituato sempre ai melodrammi. L’importante è che non si trasformino in tragedie (che vuol dire? Quali tragedie? Omicidi? Stragi? Violenze? In modo assolutamente democratico si è deciso di non fare, pagando sulla prorpia pelle, una TdT che è una vera e propria BUFFONATA inventata per compiacere banche e circuiti di pagamento. Perché ammantare di tinte fosche quello che è un sacrosanto diritto al dissenso? Massimo Cecchini può tranquillamente replicare. Sono qui.).

*
E ora, un po' di reati compiuti da criminali negli stadi:

Fiorentina/Roma 1982/83

Roma/Napoli 1980/81

Roma/Inter 1986/87

Napoli/Roma 1982/83


12 luglio 2010: continuano i comunicati delle tifoserie italiane:
COMUNICATO DIRETTIVO "GUBBIO SUPPORTERS"
GUBBIO SUPPORTERS CONTRO LA TESSERA DEL TIFOSO!
Ormai la stagione calcistica 2010/2011 è alle porte e come tutti ormai sanno  il prossimo anno entrerà in vigore la tanto chiacchierata tessera del tifoso:
-        Siamo convinti che la tessera del tifoso serva solo per una questione di denaro in quanto gli unici a guadagnarci siano le banche.
-        Siamo convinti che per accedere dentro uno stadio non serva il consenso di un questore.
-        Siamo convinti che la tessera del tifoso sia solo una schedatura di massa.
-        Siamo convinti che bisogna sempre lottare per essere uomini liberi.
-        Siamo convinti che una promozione in 1° divisione attesa per un secolo non possa mettere da una parte i nostri valori e ideali di cui ci siamo sempre contraddistinti, vantati e di cui NON FAREMO MAI A MENO.
-        SIAMO ESTREMAMENTE CONVINTI CHE QUELLO CHE STIAMO FACENDO SIA LA SCELTA GIUSTA E MAI E POI MAI FAREMO UN PASSO INDIETRO!
Detto ciò comunichiamo che i GUBBIO SUPPORTERS non sottoscriveranno l'abbonamento per la stagione 2010/2011 in quanto sarà automaticamente obbligatorio sottoscrivere la tessera del tifoso e auspicano che tutti gli eugubini che hanno a cuore la propria libertà aprano gli occhi e dicano NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO!
GLI STADI LI FREQUENTIAMO ALLE NOSTRE CONDIZIONI!
ULTRAS LIBERI
DIRETTIVO "GUBBIO SUPPORTERS"
Su questo link già vendono i biglietti per la Supercoppa: http://www.worldticketshop.com/tickets/inter_milan_tickets?network=cleafs


11 luglio 2010: un articolo da Forzaroma.info:
"Curiosità: ecco perché per gli alfieri dei Roma Club la Tessera del Tifoso non è obbligatoria
Sabato 10 Luglio 2010 19:04
E’ stato un argomento spesso al centro di discussioni tra i tifosi della Roma. Tra le tante domande c'era anche questa: ma per gli alfieri dei Roma Club la Tessera del tifoso è obbligatoria? La risposta è NO.
Gli alfieri, infatti, cioè i due rappresentanti che ogni Roma Club ha sugli spalti per portare lo striscione di rappresentanza, entrano allo stadio con un biglietto omaggio e non con un abbonamento. E allora il Ddl parla chiaro e la regola è che “se si vuole utilizzare una qualsiasi tessera di abbonamento (a pagamento, omaggio, di servizio, ecc.) è obbligatorio essere titolari di Tessera del Tifoso; se non si è titolari di Tessera del Tifoso e non ci sono limitazioni sull’evento imposte dai vari organi (Osservatorio, CASMS, Prefetto) si può entrare allo stadio esclusivamente con il biglietto (pagamento, omaggio, di servizio, ecc.). E quelli che l’AS Roma dà agli alfieri dei Roma Club sono “biglietti di servizio stadio” M.L.".
Vabbé, ma allora anche tra i tifosi non alfieri la tessera non è obbligatoria.
Sempre da Forzaroma.info:
"Curioso errore sul comunicato della AS Roma che annuncia l'apertura della campagna abbonamenti per la prossima stagione. Nel testo delle modalità di rilascio, disponibile sul sito internet della società giallorossa, viene riportato che "Tutti gli abbonamenti della stagione 2010/2011 sono anche validi per la prima gara casalinga della fase a gironi della UEFA EUROPA LEAGUE 2010/2011." mentre la Roma quest'anno disputerà la Champions League". Anche qui, non è un errore: non lo sapevano!
*
Como, 01/07/2010
LA TESSERA .... CHE NON FAREMO....
ed eccoci di nuovo qui.... una nuova campagna abbonamenti si apre... si apre la corsa all'agevolazione di non fare il biglietto una domenica sì e una no .... si apre una corsa alla quale i ragazzi/e della Curva non parteciperanno..... nessuno di noi riempirà le striminzite file di quest'evento... nessuno di noi farà la TESSERA DEL TIFOSO.... l'abbonamento si fà per passione e non per obbligo....l'abbonamento si fà perchè si vuole tifare e dare sostegno , non per agevolare gli introiti... l'abbonamento si fà perchè si crede, non perchè si spera....
NOI NON APPOGGIAMO QUESTA FORMULA DI MERCATO...
faremo il biglietto per ogni singola partita.... sosterremo i nostri colori sempre, ovunque e comunque... PERCHE'? ... perchè ci siamo informati, perchè abbiamo studiato e abbiamo delle risposte:
- la tessera del tifoso garantisce l'accesso a tutte le competizioni?
(NO l'accesso può comunque essere vietato anche ai possessori della tessera del tifoso su prescrizione dell'osservatori o a discrezione della questura)
- sarà sempre gratis? (NO tante sono le società che la fanno pagare e utilizzano già il circuito VISA)
- l'anno prossimo il COMO avrà tifosi in trasferta? (NO, se non sarà consentito l'accesso a settori diversi da quello ospiti)
- la società di appartenenza decide se sono idoneo a tifare COMO? (NO, decide la questura)
- volete altri motivi? (NO, a noi questi bastano...e a VOI?)....
UNO STADIO SENZA CURVA
UNO STADIO SENZA CUORE
Filippo: "Ciao colgo l'occasione per farti i complimenti per il sito, almeno per me un punto di riferimento per trovare informazioni circa la Curva, la mia Curva. Ebbene anche io quest'anno non rinnoverò l'abbonamento a causa della Tessera del Tifoso, non perchè non possa averla ma per il fatto che la ritengo uno strumento di controllo e marketing che gioverà soltanto alle banche e permetterà di tenerci tutti sotto una rigida e perversa sorveglianza che limita la mia libertà di tifoso e soprattutto di cittadino. Per questo dopo aver visto la pubblicità sulla Tdt mandato in onda sulla rai ho deciso di fare un contro-spot che ti volevo segnalare al seguente link: http://www.youtube.com/watch?v=T756ZiJYHkA. Ti ringrazio e saluto facendo ancora i complimenti".
Domanda: "lorenzo solo una domanda..scattando lunedì la campagna abbonamenti e essendo ancora na circolare la tessera...chi mi obbliga a doverla esibire per fare l'abbonamento visto che non è una legge?? In che modo gli possiamo rompere le palle per questa situazione...sekko". Lo ha detto il Ministro Maroni. Se il Ministro Maroni diceva che per fare l'abbonamento della Roma dovevate tutti farvi un tuffo nel Tevere il 1° gennaio, la Roma avrebbe detto che dovevate portare la foto di Capodanno. Il modo migliore per rompergli le palle è non andarci o, se ci si va, pretendere di fare l'abbonamento senza tessera perché non c'è una legge al riguardo. Vi diranno comunque di no ma porterà a disfunzioni utili.
Alessandro: "Ciao Lorenzo, ti scrivo solo per comunicarti, ma tanto già lo sai, che adesso inizia veramente il momento difficile, il momento in cui dobbiamo di più stringere i denti: la prelazione sugli abbonamenti per la prossima stagione... dal 12 al 21 Luglio! Dobbiamo resistere...IO, dopo 20 anni, NON MI TESSERO! un saluto Alessandro". Se i ragazzi sono uniti non saranno mai sconfitti.
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Mi viene segnalato che: "9/7/2010 Anche al concerto di ligabue, cori contro la tessera del tifoso... Fila 8-9-10".
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E-mail: "Ciao Lorenzo avevo una domanda riguardo alla finale di supercoppa italiana, si potra prendere il settore ospiti LIBERAMENTE oppure si dovra essere in possesso della tdt ? la tdt deve essere adottata anche per le partite di coppa italia ? Ed infine, dato che la (sig) prelazione per gli abbonamenti finsice il 21 luglio, presumo la campagna abbonamenti inizi su di li, ed essendo 60 giorni necessari per il nulla osta della questura anche se io mi volessi abbonare ed avere la famigerata  tessera essa non sarebbe pronta dunque per il 21 agosto data della finale con i neroblu tesserati.
ed infine per quella persona che dice "4 ragazzini credono che sia giusto che in curva se sventoli na bandiera per 90 minuti. "
beh magari ce ne fossero 700 de ragazzini che credono sia giusto che in curva si sventoli epr 90 mintui , PERCHè COSI è !! Luca".
Come prevedevo, per ora non danno nessuna tessera, bisogna fare una autocertificazione con la quale si dichiara di averla richiesta. Supercoppa: è il Prefetto di Milano che deciderà chi può entrare e chi no, come nei migliori stati di polizia.
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Interessante videoservizio:
http://www.youtube.com/v/2IlKp2bbyLk&color1=0xb1b1b1&color2=0xd0d0d0&hl=it_
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E' iniziato ieri il torneo "Memorial Fabio Testadiferro". Molto ben organizzato, oggi vede la finale Fedayn/Opposta Fazione a Piazza Epiro alle ore 15.00.

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Diego: "Siccome ti avranno scritto tanti su questa mail rispondo brevemente anche perche non è un forum il sito tuo....
"perché 4 ragazzini credono che sia giusto che in curva se sventoli na bandiera per 90 minuti." SU QUESTA FRASE SE SPIEGA PERCHE LA CURVA DI OGGI FA SCHIFO E PENSO SEMPRE CHE POTREBBE ESSERE UN OCCASIONE QUESTA TESSERA DEL TIFOSO PER NON AVERE QUESTA GENTE TRA NOI".
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Motta: "Ciao Lorenzo, solo una cosa in merito alla cessione di Motta. Ho letto da parte di qualcuno che il giocatore è andato alla Juve per 5 mln. In realtà 5 milioni è il prezzo che la Juve PUO' pagare qualora volesse riscattarlo. Quindi la Roma ha sì perso i soldi di metà cartellino ma se lo avesse vinto alle buste, oltre a pagargli l'ingaggio (quest'anno non ha mai giocato e quando lo ha fatto è stato disastroso, vedi Livorno) non avrebbe avuto la certezza di ricavare qualcosa nell'immediato cedendolo definitivamente. A presto Andrea".
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Altre tematiche importanti: "la decisione di ieri, al contrario di come molti pensano, potrebbe ritorcersi molto facilmente verso l'inter, qualora la roma lo volesse
visto che moratti è stato punito per aver avuto contatti con preziosi, la roma (quale società interessata) può fare domanda alla commissione trasferimenti della figc (art. 47) per chiedere legittimamente la nullità ex tunc dei due contratti, con le conseguenti penalizzazioni per l'inter.
ho allegato una copia di un eventuale ricorso che potrebbe presentare, fate girare questa notizia se la roma facesse questo ricorso avrebbe buone possibilità di diventare campione d'italia (come merita) non è tanto per il titolo, che sarebbe di cartone, ma per punire questi che sono diventati la nuova juve... gianluca". Ecco qui il ricorso in pdf. Per l'A.S. Roma: il ricorso è già fatto, mi sembra anche molto bene....


10 luglio 2010: bell'articolo di Massimo Fini:
Calcio, anatomia di un omicidio
di Massimo Fini
Nel mio libro, Il denaro. “Sterco del demonio”, del 1998, fra i vari esempi di come l'eccesso di razionalizzazione economica finisce per distruggere il contenuto dell'oggetto cui viene applicata, portavo, fra gli altri, il calcio. Del resto già nel 1982, con l'introduzione in Italia del "terzo straniero" avevo preconizzato che il calcio, ridotto a puro business, benché resti "il gioco più bello del mondo", sarebbe andato lentamente a morire. Perché il calcio, checché ne pensino i suoi reggitori degli ultimi trent'anni, privi non solo di cultura sportiva ma semplicemente di cultura, prima di essere spettacolo, prima di essere gioco, prima di essere sport è rito. Ed è proprio il rito che è stato distrutto dal denaro.
Così scrivevo nel 1998:
“Per un secolo il calcio è stato una grande festa nazional-popolare, interclassista, che si celebrava la domenica, in sostituzione di altre cadute in disuso. Attorno alla partita si coagulavano elementi rituali, mitici, simbolici, sentimentali, emotivi che, al di là del gioco e dello spettacolo, costituivano la vera ragione della passione per il calcio: il riconoscersi in una squadra, nella sua storia, nella sua tradizione, nei suoi colori, nelle sue maglie, in certi giocatori simbolo, nel suo carattere la cui continuità era assicurata dal passaggio di testimone di generazione in generazione, fra gli "anziani" e i giovani del vivaio e della "Primavera". Il business ha emarginato tutti questi elementi a favore di uno spettacolo asettico e buono per tutte le bocche, in particolare per quelle del consumatore televisivo: oggi in Italia e in Europa (cioè dove c'è il centro di questo business) ci sono società con tredici stranieri, altre che mandano in campo fino a otto giocatori di colore, gli atleti cambiano squadra ogni anno, per essere sostituiti da "novità" ritenute più stuzzicanti, o addirittura durante il campionato, non esistono più i giocatori simbolo e persino le maglie, per esigenze degli sponsor, vengono spesso cambiate. Ogni processo di identificazione è diventato impossibile. Nel frattempo la politica degli abbonamenti e dei prezzi ha tolto al calcio da stadio il suo contenuto interclassista: la suburra va dietro le porte e gli altri, a seconda del loro status, nelle diverse tribune. Ma non è finita. Entro un anno o due il campionato invece di svolgersi la domenica verrà "spalmato" su quattro giorni della settimana. (cosa poi avvenuta: che strano effetto leggere in Fini lo sgomento per una pratica oggi così comunemente accettata ma foriera di tanti problemi, ndr) “Sono scelte dettate da precise e improrogabili leggi di mercato” dicono gli addetti ai lavori (La Stampa, 4/9/97). Giocare in giorni diversi e anche in orari diversi (con buona pace della regolarità della competizione) permette infatti alle pay tv e alle pay per view (e anche questa è una ferita mortale al calcio come "festa di tutti") e alle stesse società di fare affari colossali. Se non ci si è ancora arrivati è per il conflitto con altre ragioni economiche: il Totocalcio non è pronto. Quando ci sarà il Totocalcio online, cioè la possibilità di giocare per telefono o per fax (il che elimina anche il sub-rito collettivo della schedina giocata al bar con gli amici) si darà il via. Tutto molto razionale, molto logico ed “economically correct” ma il risultato è questo: la Festa, il rito domenicale, quello della vigilia, l'identificazione, il simbolismo, il ritrovarsi in modo comunitario, cioè i contenuti sentimentali e sociali del calcio, quanto in esso vi è di concretamente umano, sono stati sacrificati all'astrazione-denaro. Al loro posto resta la vuota forma della partita che domani potrebbe diventare come tutto il resto, virtuale. Ad ogni buon conto il calcio va a ridursi a un qualunque spettacolo televisivo, ad una Domenica in da fruirsi solipsisticamente a casa. Perdendo tutti i suoi contenuti specifici susciterà un interesse sempre più generico, vago, intercambiabile che, come tale, prima o poi svanirà. Così gli apprendisti stregoni avranno ucciso "la gallina dalle uova d'oro" e il razionalismo della forma-denaro avrà realizzato, è il caso di dirlo, l'ennesimo autogol”(Il Denaro. "Sterco del demonio", Marsilio, 1998, p.237).
Qualche anno fa, in una domenica canicolare di giugno, gli ultras, i terribili ultras, i demonizzati ultras, in rappresentanza delle tifoserie di 78 società di A, di B, di C e delle serie minori fecero a Milano, davanti alla sede della Figc, una civilissima manifestazione al grido di “Ridateci il calcio di una volta!”. Ma furono snobbati. Persino la Gazzetta diede la notizia – a me pareva tale – in un corsivetto. E se dal 1982 il calcio da stadio ha perso il 40% degli spettatori non è solo perché è stato trasferito in Rete, ma perché molti ragazzi preferiscono avvicinarsi a sport meno contaminati dal business, che mantengono quei valori che il calcio ha avuto per un secolo, come il rugby, la pallanuoto, l'hockey (alla fine degli Ottanta Berlusconi, grande corruttore anche in questo campo, tentò con l'hockey su ghiaccio lo stesso scherzetto che aveva fatto col Milan: comprò l'intera squadra che quell'anno aveva vinto il campionato, mi pare il Como, e la chiamò Hockey Milano. Ma tutta la Milano hockeysta si mise a tifare contro l'Hockey Milano e dopo un anno il Cavaliere fu costretto a lasciar perdere). Per parte mia ho poco o nulla da aggiungere a quello che scrissi nel 1998 se non che, nel frattempo, tutti gli elementi del business sono stati ulteriormente enfatizzati. E mi fa specie vedere che le "vispe terese" arrivino solo adesso a capire che qualcosa non funziona e unicamente perché la Nazionale ha fatto una pessima figura ai Mondiali che con la sostanza del discorso c'entra poco perché il declassamento del calcio a business è un fenomeno che riguarda tutto il Primo Mondo (il Terzo, essendo ancora all'inizio di questa parabola, per il momento si salva). Scrive Fabio Monti in un'inchiesta del Corriere: “I presidenti sono stati solerti nello svuotare gli stadi e a riempire gli studi, prima vendendo e poi svendendo alle televisioni tutto il prodotto calcio, senza freni e senza ritegno. Per creare palinsesti sempre più appetibili si modificano orari e calendari”. Bene. Bravi. Bis. Ma arrivate sempre con una dozzina di anni di ritardo, quando la frittata è fatta. Ma c'è un altro dato molto significativo che va ben oltre il calcio. Pur avendo puntato sul business il calcio italiano è riuscito nell'impresa di essere sotto di due miliardi di euro, così come il modello di sviluppo occidentale pur avendo puntato tutto sull'economia, marginalizzando ogni altra esigenza dell'essere umano, sta fallendo anche e proprio nell'economia. Al di là del calcio ciò dovrebbe indurre la gente a riflettere su questo modello paranoico, sul tipo di vita che sta conducendo e sul Moloch (il denaro, il Mercato, la competitività) cui sta sacrificando tutto il resto. Peraltro questo era il senso di Denaro. Sterco del demonio".
Ho trovato un articoletto significativo su certe dinamiche:
"Lo Stretford End... è una specie di scuola della violenza, dove giovani promettenti possono studiare l'arte dell'intimidazione. Quest'anno la società ha fatto installare un'inferriata di metallo tra i tifosi e il campo. L'impressione suscitata è quella di una gabbia, formidabile e costosa, eretta da uno zoo per contenere i temuti animali di cui ha bisogno. Il suo effetto è stato quello di rendere quelle gradinate ancora più esclusive e di trasformarne gli occupanti in una élite" (The Observer, 1° dicembre 1974).
E-mail di Daniele: "Ciao lorenzo. Premesso che rispetto il pensiero di tutti, vorrei chiedere a tutte le persone che oggi si indignano per la TdT dov’erano negli ultimi anni quando, ai caselli di tutta italia, ci aspettava la digos con la telecamera e ci riprendeva in faccia con il documento in mano in bella vista? Sento parlare di LIBERTA’. E dov’era sta gente quando la curva se tappezzava di svastiche e celtiche, simboli di oppressione e dittatura? Qualcuno dice che chi si tessera è complice. Mio padre dopo 45anni di stadio ha smesso perché 4 ragazzini credono che sia giusto che in curva se sventoli na bandiera per 90 minuti. Perché loro devono comparire le foto. E il buco che c’è in curva negli ultimi 4 anni dietro quelle bandiere è sintomo di cosa? Non è una imposizione? La gente come reagisce? Si scansa. E io dovrei essere complice di questa gente? Io tutta sta mentalità non la vedo. Ci sono sicuramente persone che danno la propria vita per la Roma. Io non credo che la tessera gli rubi niente che non gli sia già stato tolto. Trovo un po di ipocrisia e ignoranza in una guerra senza vittime. Ognuno libero di pensare quello che vuole, ma nessuno si senta più tifoso di un altro. Forse non mi farò sta maledetta tessera neanche io, dopo 25 anni di stadio (io ne ho 29), ma i miei motivi sono altri, e sono legati alla fine di un epoca. Forse opterò per un settore diverso. Chi vivrà vedrà. Forza ROMA. Daniele".
Mah, in realtà chi segue questo sito da anni si è sempre indignato. Ricordo bene un Verona/Roma del 1999/2000 quando arrivati nella città scaligera in sole 100 persone trovammo la telecamerina che ci riprendeva come criminali. Dicemmo, "vabbé, allora torniamo indietro" facendo dietrofront e gettando nel panico chi aveva usato questo metodo. Per quanto riguarda celtiche e svastiche, il problema non è quello. Ci sono anche sui muri di Roma da sempre e quindi non mi fa più impressione un simbolo allo stadio di quanta me ne possa fare su una mattonella davanti casa mia. Quelli sono segni esteriori di impatto visivo ma non limitativi di libertà in senso pratico. Ciò che concretamente può comportare una limitazione reale di libertà sono le leggi ma, ancor più, le circolari che vengono spacciate per leggi. Per quanto riguarda le bandiere in curva, rimango dell'idea che la curva di casa debba essere quella più folkloristica e che quindi non abbia senso lamentarsi se viene sventolata una bandiera. Del resto in uno stadio ci sono settori in cui la partita si vede allo stesso modo e allo stesso prezzo e non capisco per quale motivo si voglia godere dello stare nel settore più passionale senza, in fondo, farne realmente parte. Il buco in curva che si vede dietro i bandieroni è in effetti brutto a vedersi ma la curva, del resto è cambiata, tanto che c'è persino spazio per spostarsi, cosa che negli anni '80 non poteva accadere tanto eravamo stipati. Senza offesa, io preferisco essere complice di uno che sventola la bandiera per 90° piuttosto che di qualcuno che lascia lo stadio dopo 45 anni per questa ragione (ricordo che qualche fumogeno è stato acceso negli anni '80... per una ventina di minuti manco vedevi la pista d'atletica... com'è che non ha lasciato prima lo stadio?)! Biglietti nominativi, riprese video, posti numerati: si è sempre protestato contro questi rimedi, ovviamente inefficaci. Con la TdT si è andati troppo oltre: a priori bisogna chiedere il permesso alla polizia per potersi abbonare, senza che una legge lo preveda. Altro che bandiera con la svastica!
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Rosella story, ancora Gianluca:
"Ti chiedo scusa se ho utilizzato malamente un espressione che effettivamente non hai coniato, nel tuo interessante post non hai mai scritto che la famiglia Sensi si sia arricchita con la Roma.
Come hai ben spiegato nella replica il concetto principale sul quale hai voluto focalizzare l'obiettivo è questo:
"Comunque, termino, con  lo stesso concetto del mio precedente post: no alla favola che la italpetroli è in dissesto per la Roma, l’italpetroli vivrà grazie alla as Roma e, scusatemi se sono presuntuoso, ma sfido chiunque a dire il contrario".
Sono con te che questa frase non è identica a quella utilizzata da me "la famiglia Sensi si è arricchita con la Roma" ma ci si avvicina molto, starai con me che il senso potrebbe sembrare quello. Per riassumere, sostieni che Italpetroli vivrà grazie alla Roma, personalmente questa frase la interpreto come la famiglia Sensi deve ringraziare la AS Roma, per la vita futura di Italpetroli. Ma quale futuro c'è tra Italpetroli e famiglia Sensi se oggi Unicredit sottoscrivendo l'accordo diventa proprietaria del 100% di Italpetroli?
Mi vorresti dire che la famiglia Sensi deve ringraziare l'AS Roma se gli vengono dati come buoni uscita 60 milioni di Euro come sostieni  (la stampa riporta 25/30 milioni) buonuscita di un patrimonio stimato negli anni 90 superiore ai 1000 miliardi?
Ma andiamo avanti, nella prima parte del tuo pensiero scrivi:
"no alla favola che la italpetroli è in dissesto per la Roma"
Io non ho dati per dire se è per la Roma o per altro, il buon senso mi dice di si, come sopra ti ho riportato una famiglia che ha un patrimonio di oltre 1000 miliardi negli anni 90 oggi rimane con il 5/10% (considerando la svalutazione) dello stesso,  ha chiaramente avuto dei problemi dalla gestione. Per dirla in parole povere se nei primi anni 90 non comprava la Roma, non credo che la holding di famiglia sia rimasta con pochi spiccioli, ma sono solo chiacchiere impossibili da provare.
Di mio penso, che la distrazione delle energie economiche e delle risorse umane su un asset che era nato più per gioco che per arricchirsi,   abbia avuto un ruolo decisivo, ma voglio fare la persona precisa che vuole commentare solo i fatti, ed ora mi ritrovo per la prima volta una cifra,  un numero, scrivi che l'operazione Gioia Tauro è costata 340 milioni solo come esborso iniziale, permetti che vorrei almeno leggere un documento, un  articolo di giornale, qualcosa? Sennò quà passa tutto, non è assolutamente per screditare la tua fonte o il tuo ricordo, ma non credi sarebbe interessante conoscere questi dati? Ti ringrazio per il link che parla di Gioia Tauro, ma sono più interessato ad altro.
Se oggi faccio una ricerca e mi accorgo che hanno spesso 600 milioni per Gioia Tauro, e che oggi l'investimento fatto vale 50 milioni, potrei assolutamente darti ragione. Io non ho preconcetti, sulla Sensi sottoscrivo tutto quello che hai scritto, quando scrivi che la ritieni la migliore manager europea a livello calcistico, purtroppo carente nella comunicazione (nel merchandising e sopratutto nei rapporti con i tifosi aggiungo io), sul resto aspetto di sapere la verità, di conoscere dati oggettivamente certi così potrò darti ragione o no. Gianluca".
Mi intrometto nella querelle... Gianluca conosce la mia opinione... la Roma non è più proprietà della famiglia Sensi che per me per la Roma non si è svenata e non ci ha affatto rimesso. Rosy, però, continuerà a gestirla fino a quando non verrà individuato un compratore. Voglio sperare che il ruolo di Presidente della Roma non costi 1.200.000 euro l'anno a Unicredit come è costato alla Roma sinora. Ma voglio lanciare una proposta: per 3mila euro al mese lascio la mia professione e il Presidente lo faccio io insieme a Gianluca. Che dici, potremmo far meglio di Rosy? Ci stai Gianlù? ;-)
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Mi è poi arrivata questa e-mail:
L'amore è una condizione dell'anima.
Non si può pretendere,non si può acquistare,non si può estorcere.
Nessuno può obbligarti ad amare qualcosa o qualcuno....forse possono arrivare al tuo fisico non certo al tuo cuore. Il tifoso di calcio è un amante romantico e illuso....illuso perchè sogna,spera,lotta e ancora crede nella parte imponderabile di qusto sport...uno sport per noi metafora di vita.

Non ti abbiamo mai amato perchè tu non hai mai rispettato questa gente..
Non ti abbiamo mai amato perchè un Presdente si ama quando è leale....
Non ti abbiamo mai amato perchè un Presidente che rinnega la storia non può meritare affetto...
Non ti abbiamo mai amato perchè i tifosi lasciati fuori lo stadio nel match amichevole col Tottenham rappresentavano un esercito da tutelare e ,anche se contattata, questa dirigenza ha preferito defilarsi...
Non ti abbiamo mai amato perchè hai imbonito la gente con la storia dell'autofinanziamento...quando il termine più corretto sarebbe stato "autogestione"...dei nostri soldi,s'intende.
Non ti abbiamo mai amato perchè in quel 16 Maggio a Verona noi ci giocavamo una minima possibilità...e tu non c'eri. Come non c'eri a Torino....Milano,Napoli,Brescia,Cagliari,Parma.
Non ti abbiamo mai amato perchè sei un surrogato del potere e col potere hai stretto patti economici.
Non ti abbiamo mai amato perchè ...."Adriano Galliani è una brava persona", "ll mio amico Massimo","Giraudo un Signore","Lotito un dirimpettaio corretto".
Non ti abbiamo mai amato per tutte le volte che parlando dei tifosi hai detto "I miei tifosi",salvo poi definirli una minoranza sparuta quando per amore contestavano.
Non ti abbiamo mai amato perchè hai fatto passare il messaggio degli scudetti rubati e indirizzati al nord da un potere occulto,quando tu di quel potere occulto sei stata strumento e complice.
Non ti abbiamo mai amato per tutte le volte che hai detto "Confermare Spalletti era il sogno di mio padre", "Prendere Ranieri era il sogno di mio Padre", "Acquistare Luca Toni era il sogno di mio Padre", "Acquistare Adriano era il sogno di mio Padre".....ci piacerebbe sapere se il giustamente compianto Papà abbia mai sognato di arrivare a Fernando Torres....
Non ti abbiamo mai amato perchè non hai mai teso la mano agli abbonati....
Non ti abbiamo mai amato perchè la "Privilege Card" non era obbligatoria ma non hai avuto cuore e coraggio per combatterla....
Non ti abbiamo mai amato perchè per noi la Roma una fede...non un asset.
E' un brivido non un tornaconto.
E' una famiglia non un bilancio da chiudere a fine anno.
E' un sentimento non una quotazione che fluttua in borsa.
Non ti abbiamo mai amato per quella volta che dicesti..."Finchè ci sarà questa famiglia Totti, De Rossi e Aquilani resteranno qui"
Non ti abbiamo mai amato perché hai parlato sempre e solo a Comunicati e mai con il cuore.
Non ti abbiamo mai amato perchè hai detto che "Con la Roma nun ce magno" ma non hai mai rinunciato ad un lauto ed inopportuno stipendio.
Non ti abbiamo mai amato per tutti quei laziali nell'organigramma della società....
Non ti abbiamo mai amato per tutta quella comunicazione che hai voluto vassalla e lacchè.....
Non ti abbiamo mai amato perchè per coprire i debiti di famiglia non hai battuto ciglio traghettando la Roma a garanzia verso la banche....
Non ti abbiamo mai amato perchè hai parlato quando non dovevi e non hai parlato quando potevi farlo...
Non ti abbiamo mai amato per come hai spaccato,diviso,violentato una tifoseria che nella totale simbiosi trovava il suo punto d'orgoglio....
Non ti abbiamo mai amato per tutta quella cortina di fumo gettata negli occhi di chi voleva solo immaginare e sperare una Roma migliore....
Non ti abbiamo mai amato perchè siamo abituati al vissuto,al romantico,al poetico,al folle.
Non ti abbiamo mai amato perchè siamo quei Romanisti che non sei riuscita a comprare con le menzogne e i compromessi. Liberi ieri di contestarti...liberi oggi di guardare oltre.
Se non averti amato è una colpa...siamo tutti reo confessi.
Non uno,non dieci,non mille....ma tutta la città colpevole.
Ultimi Romantici

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Un'altra anticipazione da “Francesco” , Limina, un libro di Tonino Cagnucci:
“Mi ricordo bene quando Giorgio Sandri, il papà di Gabbo, il tifoso laziale assassinato dall’agente di polizia Spaccarotella, mi disse che «per me Totti era il nemico sportivo, il simbolo della Roma, il calciatore che non sopportavo». Mi ricordo che questa cosa mi fece sorridere, fu una nota leggera in quella mattinata in cui andai a intervistare Cristiano Sandri, l’altro figlio di Giorgio. E un po’ mi inorgogliva. Per me l’anti-lazialità è stato sempre un valore
imperante, fondante, da insegnare e da trasmettere soprattutto alle giovani leve romaniste che un po’ l’hanno persa. Non si tratta tanto di essere più anti-laziali che romanisti, si tratta che non puoi dirti romanista se non sei anti-laziale. Nella biblioteca ideale accanto a Il razzismo spiegato a mia figlia di Tahar Ben Jellon, ci starebbe benissimo un volume del tipo L’anti-lazialità spiegata a mio figlio, un bel titolo anche per un paragrafo. Non è facile essere genitori, ma fortunatamente certi riferimenti restano e ti aiutano. Giorgio Sandri in quella nota lieve aveva assolutamente ragione: Totti non può non
essere mal sopportato da un tifoso della Lazio che si dica tale, e Giorgio Sandri, quarant’anni di stadio prima dell’avvento di Lotito, era e continua ad essere un grande tifoso della Lazio. Perché Francesco Totti è il giocatore più anti-laziale che ci sia. (...) Totti è più tifoso della Roma di quanto ne sia campione, Totti è più innamorato della Roma di quanto sia capace col pallone. E lui in campo è van Gogh ... è Mozart e Beethoven, è uno scapigliato e un soldato, un veliero e un’istituzione, è energia solare distribuita in tutta la terra di Germania e tuono, è tutto se gli cambi una vocale. Il Comune di Roma si dovrebbe attivare seriamente presso il Governo e l’Unione Europea per far sì che i pollici versi di Totti al derby del 18 aprile 2010 finiscano sulle monete dell’euro, come logica conseguenza – quasi una propaggine fisica – dell’Uomo Vitruviano. È stata persino fisiologica quell’esultanza visto che Totti quando segna il pollice se lo mette in bocca, non giocando, ma esultando, ha usato lo stesso arnese da lavoro come poteva. Era fisiologica quell’esultanza per
quanto Francesco è romanista, quindi anti-laziale. È stato sempre così. A «Dribbling» per il derby dell’8 marzo 1998 intervistato da De Laurentis si rifiutò di provare a cantare l’inno della Lazio: «Non posso proprio, non me lo chiedete», disse. Il 29 novembre del 1998 impazzì dopo il 3-3 fatto a rimbalzella a Marchegiani, il tiro sbagliato più giusto del mondo... quello è stato anche il suo primo derby giocato da capitano. Dopo la rete si andò a spiaccicare sotto la curva e si tolse la maglia per mostrarne un’altra, c’era scritto: «29-11-98. Carica ragazzi!». Tutta rossa color Roma, firmata Commando. Rendetevi conto. È stata quella la prima maglia di Francesco, è stata la prima maglia prima della maglia. Era l’11 aprile 1999, Roberto Benigni aveva appena vinto gli Oscar per La vita è bella, e l’11 aprile la vita diventa bella veramente, un altro miracolo filosofico, un altro modo di imitare l’arte, di essere coreografia: … (…)  la
maglietta del «Vi ho purgato ancora» che è già nell’immortalità... Quella sera ero in Curva Sud e non vidi quello che aveva fatto Totti. Già sulla tangenziale per il ritorno arrivò la notizia, poi, a casa, dopo la notizia le immagini che la confermavano. È in quel momento che mi sono affezionato particolarmente a Totti per come e quanto dichiarava la sua anti-lazialità. Gli ho voluto proprio bene. Da quel momento Francesco è diventato per i laziali quello che era destinato ad essere: il nemico, il simbolo dell’essere romanisti, e, soprattutto, di un certo modo di essere romanista. È esattamente quel modo che mi ha fatto affezionare a lui, affezionare come ci si affeziona a un grande amore più che come ci si incendia per un innamoramento.
Francesco è romanista soprattutto in questo, per la generosità, per la mancanza di certi sofismi, di sovrastrutture, di ricerche di stili che ti mettono al sicuro da certe critiche, da certi ambienti, da certi circoli, qualunque essi siano. Totti è sempre stato fuori moda, apposta poi l’ha creata, Totti è sempre stato uno di quartiere, uno che da ragazzino prima o poi doveva andare dal barbiere. Totti è il telefono coi fili, la pizza rossa e la pizza bianca, la villeggiatura
più che la vacanza, più che il gettone – che vale sempre 200 lire – è la cabina telefonica. Il mangianastri arancione che aveva la zia più «moderna», la prima moquette nelle case di Roma senza ambienti da Arancia Meccanica. Totti è certe zone di Roma, San Giovanni dov’è nato è tutta sua. San Giovanni è uno dei posti di Roma meno cambiati dal ’76 a oggi. C’è lì una specie di medietà romana dove respiri il centro, perché ci stai, la storia, perché ce l’hai davanti, ai bordi del Colosseo, ma attraverso l’arco t’arriva pure l’eco bucato della periferia, non quello sostenuto della Cassia, di Collina Fleming, dei
Parioli, le uniche zone dove puoi constatare una certa rilevanza laziale (sempre nell’ordine delle decine). È un modo di essere più sostanziale che stiloso. È chi va a imbucarsi – ogni tanto però – a una festa, piuttosto di chi è invitato a quelle in maschera o – peggio – a tema. Totti ha la faccia di un film di Pasolini, non quella di un libro di Moccia. Non sta tre metri sopra il cielo, ma in mezzo ai binari dove passa il tram di Fellini per Roma. È la tombolata non lo shopping. Pianerottolo e odore di fettina ben cotta. Totti è timido e per questo può diventare sfrontato non cinico, sveglio non opportunista. Tutto questo vuol dire appartenere a una certa tradizione tipicamente romanista. I tifosi della Roma rispetto a quelli della Lazio vanno al derby almeno un paio d’ore prima. Ogni volta che sono entrato in curva la Sud era già piena, la Nord mezza vuota. È un dato non un giudizio. Il tifoso della Roma comincia a cantare quasi da subito, il laziale aspetta la partita. Per lo stesso motivo a volte è capitato di anticipare la coreografia, mentre i laziali vanno quasi sempre a puntino. Il romanista dà senza percentuali, il laziale al massimo il 100 per cento quando ci si mette (una volta l’hanno pure scritto pensando fosse una professione d’amore). È proprio storia. Su una settantina di campionati siamo stati davanti a loro praticamente sempre, con distacchi pressoché infiniti,
vincendo una quindicina di derby in più, anche per 5-0, 5-1, 4-0 più di una volta, eppure se vai a contare i trofei il raffronto è quasi (quasi) sostenibile per loro. Vero che la loro storia si chiama Sergio Cragnotti, cioè ha dieci anni non di più, ma è proprio questo che fa specie. Il romanista è più Andrè che passa una vita ad amare veramente Oscar, la passa al suo fianco (va allo stadio, va in trasferta, la porta sottobraccio anche quando lei s’addormenta e non se n’è nemmeno accorta) senza essere ricambiato con la Coppa Campioni che vale, il laziale è semmai qualche conte bucolico di Fersen che trova
l’opportunità e con quella ci ricama, se ne approfitta, ci fa carriera finché può. Il laziale trova lo slogan, sa vendersi, nel senso anche di valorizzarsi, il romanista a queste cose non ci pensa, va diretto, non conosce nessuna strategia, forte anche della consapevolezza di non poter dividere con nessun altro il cuore di una città che è sua già nel nome, nei colori, nel simbolo e soprattutto nell’anima. Nella tradizione. Totti ha sempre rappresentato tutto questo, forse anche inconsciamente. Totti ha rappresentato anche, se non soprattutto, il tifoso medio della Roma. Francesco non è di nicchia, non è
un’esclusiva ultras, perché è del popolo. Totti è la Roma più che l’Aesse Roma. Francesco Totti è il chiacchiericcio di Roma, quello che gira per
l’aria, prima di essere un nome già impresso nella sua storia. È nei discorsi sul pianerottolo fra Anna e Maria, con le porte di casa aperte come questa città sui ballatoi di San Lorenzo. Totti è quella Roma che resiste. Lui l’ha fatto: non se n’è mai andato. Anche in questo ha risparmiato tempo a Dio: niente parabole da figliol prodigo, semmai pallonetti, palombelle giallorosse, cucchiai. «Forza che il pranzo è pronto, ma speriamo che Totti domani segni». Anzi: «che domani segna». È meglio. Il congiuntivo a volte è un errore, non dà il senso. Totti resta Totti perché dov’è nato è rimasto: indicativo – col
pollice – sempre presente. Non l’aveva mai fatto nessuno prima. Strano a dirsi ma nessuno l’ha mai detto, è il segreto più scoperto del mondo: la Roma nella sua storia uno romano, romanista così per sempre non ce l’aveva mai avuto. C’è solo Daniele De Rossi che può fare la stessa strada. Fulvio Bernardini iniziò con la Lazio, Amedeo Amadei il primo ottavo Re da queste parti andò all’Inter e al Napoli, Agostino prima d’essere cacciato al Milan, al Vicenza, Bruno Conti al Genoa. Giacomino core de Roma è di Cremona. E nemmeno TancrediNelaVierchowodAncelottiFalcãoMalderaProhaskaPruzzoIorio sono nati e finiti qui; neanche nessuno dei campioni d’Italia del terzo millennio. Nemmeno Peppe Giannini o Pluto Aldair. Totti è una rarità già semplicemente per questo, escludendo quel capolavoro d’arte varia che mostra al mondo con cui gioca a pallone ogni benedetta domenica. A consegnarlo nel cuore delle mamme romane, cioè all’eternità (perché Anna e Maria le puoi sentire
ogni giorno sul pianerottolo, alla radio, all’università o al mercato) sarebbe bastata già quella maglietta, «v’ho purgato ancora». È in quel momento che si è consacrato il genio. Non l’aveva mai fatto nessuno prima di lui. Nessuno ti giuro nessuno. Al limite un’intera squadra indossando sopra la tuta un «Lazio no grazie» nel riscaldamento prima di dirgli pure prego al Flaminio (e Francesco stava lì a 3 metri sopra il campo). È lì che contro i potenti, fantomatici pseudo benpensanti, ha cominciato a usare il grimaldello. Quelle erano già barzellette per beneficenza. Il suo romano, lampo di una battuta («Aho») che fa a cazzotti e vince con la noiosa prosa mentale dell’italiano, giustamente archiviabile in un «è normale che». È normale per tutti ma non per Totti. Faccia romana e rinascimentale, un po’ Lorenzo il Magnifico un altro po’ er Più de San Giovanni, Porta Metronia. Poesie e pallonate. Stornelli e allenamenti. Sogni e conferenze. Il nostro piede sinistro infortunato contro il carrarmato, la mazzafionda del borgo contro l’establishment, Pasquino che, col dito in bocca, è arrivato a fare il suo sberleffo in mondovisione. Un televisore analogico a due pollici, altro che maxischermi al plasma in digitale. Francesco Totti non è solo Roma che non è sparita, ma quella che si fa vedere e t’innamora nell’arancio, o in quella luce che si mette la mattina. L’odore fresco di pane,
sampietrini, cornetti e vento. La bandiera. Ma non per questo ci è diventato. No. Lui è il primo giocatore al mondo che s’è identificato nella sua tifoseria prima che succedesse il contrario. Il ragazzino che cantava «Lazio schifo fa ce potemo giurà i rigori so tre...». Ecco perché Totti è anti-laziale: è Roma.
Anche per questo Gabbo quella volta chiamò papà Giorgio per dirgli: «Io me ne vado, stasera qua non lavoro». Gabbo faceva il deejay, lo sanno tutti quelli che si sono occupati della sua storia, una storia che riguarda tutti. Quella sera la Roma aveva appena vinto la Coppa Italia ed era andata a festeggiare nel locale in cui Gabriele Sandri metteva la musica. Quando Gabriele si accorse chi c’era, e c’era pure Totti, chiamò immediatamente a casa per dire che quella volta sarebbe tornato prima perché «io per Totti non suono». Alla fine Gabbo decise di restare, probabilmente, più che per gli obblighi lavorativi, perché se ne fregò degli ospiti pensando solo all’altra sua grande passione, oltre la Lazio, che era la musica. Sicuramente non gli dedicò la sua canzone preferita: Meravigliosa creatura. Questa storia Giorgio e Cristiano me l’hanno raccontata due volte, le due volte che sono andato a trovarli al negozio che hanno sulla Balduina. La seconda volta era proprio per parlare di Totti, di questo libro, perché la prima erano stati loro a parlarmi di Francesco. Io ero andato là per parlare dell’assassinio di Gabbo, perché dopo tanto clamore, era il 3 gennaio del 2008, già non se ne stava parlando più. E' così che... “
 (Da “Francesco” un libro di Tonino Cagnucci, Limina edizioni)


9 luglio 2010: bene, ora siamo di proprietà di una banca. Non riesco tuttavia ad appassionarmi alle vicende societarie, semplicemente perché mi sono stancato delle società quotate, degli asset, di impicci e imbrogli. Noi abbiamo altro da fare, e poi "non ti lasceremo mai", quindi che cambia?
Prima di tutto, sono già on line dei controspot per la Tessera del Tifoso:
http://www.youtube.com/watch?v=xv90WKJvDHc
http://www.youtube.com/watch?v=3jh0gdkAtdw
*
Poi, ecco il comunicato dei laziali, che mi sembra diverga dai gemellati interisti e neanche poco. Ne sono lieto.
E come si dice... oro ai mercanti, alloro agli eroi...

Tessera del tifoso, comunicato Curva Nord:
"Abbiamo deciso di scioglierci e di lasciare la nostra casa"
09.07.2010 18:33
A fronte dell'ennesimo scempio perpetrato per far disinnamorare i tifosi e allontanare la gente dagli stadi, abbiamo dolorosamente raggiunto la decisione di scioglierci e lasciare quella che per tutti noi è da sempre la nostra seconda casa: la Curva Nord dello stadio Olimpico.
Sappiamo che molta gente intuirebbe il nostro punto di vista anche senza dover leggere un comunicato, ma in questo caso ci teniamo a spiegare le motivazioni della più dolorosa e sofferta delle scelte.
Noi siamo Ultras da sempre! E lo siamo in quanto individui che amano la libertà.
Un tempo il Sistema tolse i giovani dalle piazze e li mise in uno stadio per "controllarli" e "circoscrivere" la loro voglia di ribellione. Oggi quello stesso Sistema ha completamente debellato le aggregazioni giovanili di massa per le strade delle nostre città; s'è perso, per molti ragazzi, il senso di comunità di una sede, di una sezione, di un circolo o più semplicemente di un bar. Oggi vogliono cercare di chiudere i giovani dentro casa davanti alla Play Station, all'Xbox, davanti ai computer, ai social network, alle TV a pagamento, ai film in 3D. Era rimasta un'unica forma sana e libera di aggregazione giovanile sul territorio da eliminare... Le Curve degli stadi popolate dagli Ultras. Da qui la "brillante" idea della tessera del tifoso. Noi, da Uomini liberi, non accetteremo mai che "qualcuno" decida se possiamo o meno entrare allo stadio a sostenere la nostra Lazio. Non accetteremo mai che si impedisca a priori ai nostri amici di non potersi abbonare. Non accetteremo mai, in generale, che "qualcuno" decida per noi. Ci piace pensare che la stragrande maggioranza della gente la pensi come noi, in quanto consapevole del valore altissimo della propria Libertà personale di Ultras, di Tifoso, ma anche e non ultimo, di Cittadino; non accetteremo mai una schedatura preventiva!!! Non bastavano forse le telecamere a circuito chiuso, i microfoni direzionali, i telefoni cellulari sotto controllo, il sequestro di memorie dei computer per schedarci e controllarci tutti?!?!
L'Ultras nasce libero, condizione imprescindibile in virtù della quale è nato. Di conseguenza noi, gli Ultras Laziali della Curva Nord, a questo gioco sporco non ci stiamo. Non saremo ancora carne da macello.
Si sbaglia chi pensa che abbiamo accettato il fatto che il sistema calcio non ci vuole più. Siamo noi a non volerlo più!
Via gli ultras dalle curve! Via anche i cori e le coreografie. Lasciamo che gli stadi siano quello che "loro" vogliono, delle "meravigliose" CATTEDRALI NEL DESERTO! Hanno tentato di convincerci che a causa della violenza causata, guarda caso, sempre dagli Ultras, che gli stadi sono vuoti. Peccato non ricordino che negli anni 70-80-90 era molto peggio...eppure gli stadi erano tutti pieni. No signori, gli stadi oggi sono vuoti perchè ci sono le TV a pagamento, sono vuoti perchè i biglietti costano troppo per una famiglia media e per un ragazzo che studia, sono vuoti perchè gli stadi sono inadeguati ed è impossibile parcheggiare un'auto, sono vuoti perchè per andare la domenica alla partita siamo tutti costretti alla schedatura, sono vuoti perchè oggi chi fa le leggi sul calcio e sui tifosi dentro a uno stadio non ci è mai entrato, una bandiera non l'ha mai sventolata, un fumogeno non l'ha mai acceso, un treno per andare in trasferta con gli amici non l'ha mai preso, una sciarpa al collo non l'ha mai messa.
Non spariremo, perchè la Lazio siamo Noi!
Semplicemente non saremo più lì! SIAMO CONVINTI CHE CHIUNQUE E' ULTRAS NON PUO' CONTINUARE A FARE GRUPPI, A FARE COREOGRAFIE, A LANCIARE CORI SENZA ESSERE IN MALAFEDE O SENZA SPUTARE SU 30 ANNI DI STORIA E DI TRADIZIONE DEL MOVIMENTO A LIVELLO NAZIONALE!!!
Non seguiranno altre spiegazioni, altri comunicati, altre linee di pensiero.
Questa è la nostra via, questo è il nostro essere
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I VERI ULTRAS NON FANNO LA TESSERA!!!
09/07/2010 -
Ormai la nuova stagione calcistica sta per iniziare e con essa l’avvento obbligatorio della Tessera del Tifoso, molte parole si sono dette fin qua ed è stato anche per noi un anno intenso e delicato per capire, spiegare e combattere questo nuovo, assurdo ed inquietante mezzo di repressione che ha il solo scopo di colpire ulteriormente non solo un mondo ultras, ormai troppo facilmente colpevolizzato, ma anche la più vasta schiera di tifosi. Questo, però, non è più il momento delle spiegazioni e non vogliamo dilungarci troppo su inutili parole, l’ora delle decisioni è giunto e noi siamo pronti. Dopo anni o addirittura decenni di abbonamenti ai nostri amati colori, ogni ragazzo del nostro gruppo, dal più giovane al più vecchio, con grande senso di responsabilità e coerenza ha deciso senza votazioni od imposizioni di non rinnovare l’abbonamento e così dire “No alla tessera“. Mai potremmo aver pensato ad una linea diversa da questa, mai avremmo lasciato che un singolo ragazzo della nostra curva come di qualsiasi altra curva d’Italia che ha già pagato con la giustizia per le proprie azioni, potesse essere abbandonato a causa dell’esclusione che questo decreto comporta. Questa decisione è per i 1902 lanerossi crew non una sconfitta, ma la prima vittoria in una lunga battaglia che ci vuol rendere ancora più vivi e liberi. Nulla cambierà per noi e per il sostegno ai nostri amati colori che saranno sempre, ovunque e comunque sostenuti e difesi. Non pretendiamo o chiediamo che la gente ci segua, ma che almeno ci rispetti e cerchi di capire la nostra battaglia, tesserarsi è come aiutare la morte del nostro calcio, ormai sempre più prigioniero di decreti, leggi e decisioni insensate. Un vero ultras non ha bisogno di inviti, un vero ultras sa cosa fare, un vero ultras non fa la tessera!!!
millenovecentodue lanerossi crew"
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Pensare che in principio gli avevamo anche creduto. Ma in questi cinque anni, il suo gioco si è miseramente scoperto e nonostante i reiterati tentativi, sempre e solo per il bene del Toro, di operare aperture e ricercare il dialogo con il sig. c, dobbiamo a malincuore registrare che:
- durante l'ultima conferenza stampa, non fosse stato per Petrachi, il sig. c avrebbe vietato la lettura del comunicato dei tifosi;
- a dette richieste, nessuno in società si è sentito in dovere di dare la benché minima risposta, cosa che si ritiene spetterebbe di diritto a qualsiasi interlocutore;
- mentre la tifoseria si dimostra matura e consapevole ricercando unità e compattezza, sfruttando la buona fede e l'ingenuità di qualche... amico fragile, il sig. c. trama tentando, per l'ennesima volta, di perpetrare il suo divide et impera gettandosi a piedi uniti nei delicati equilibri del tifo granata, con argomenti tipicamente melmosi e ricattatori quali biglietti, pass-parcheggi stadio, giocatori alle cene dei Club, esclusione dei tifosi/Club non allineati dal riconoscimento ufficiale del Torino FC;
- sempre più palese risulta il tentativo di zittire ogni forma di non allineamento alla politica aziendale, ad esempio con il divieto d'esposizione di striscioni non filo-societari.
Nonostante le reiterate richieste, ad oggi non vi è alcuna certezza riguardo:
- al rinnovo dei contratti di dirigenti e allenatori nel settore giovanile ed alla stabilizzazione, con investimenti veri, dell'unica parte della società che ha dato risultati apprezzabili, grazie a tecnici e uomini di notevole spessore. Per altro anche l'ambito societario in cui il signor c ha meno messo le mani e di conseguenza fatto minori danni;
- a prese di posizione sulla questione Filadelfia;
- a progetti pubblici inerenti stadio di proprietà, centro sportivo, settore giovanile, proselitismo dei valori granata tra i giovani e nelle scuole;
- al rifiuto della tessera del tifoso;
PREMESSO:
- che alla squadra, se rinnoverà impegno, professionalità e attaccamento alla maglia non mancherà mai l'appoggio e il calore del tifo;
- che confermiamo la nostra convinta intenzione a non sottoscrivere la carta di credito subdolamente denominata tessera del tifoso;
PERTANTO:
- invitiamo tutti i tifosi a non aderire all’abominio tessera del tifoso;
- a boicottare, in forma legale, le attività del sig. c e della cairo communication, tutte le pay tv e gli sponsor di riferimento;
Auspichiamo infine che il sig. c si decida a fare finalmente sul serio e a dire la verità, una buona volta, sul perché non voglia o non possa vendere la società e quindi a passare la mano, rammentandogli che il Toro gli è stato donato (principalmente da noi tifosi) a zero euro e libero da debiti.
IL TORO SIAMO NOI
Curva Maratona
Curva Primavera
Centro Coordinamento Toro Clubs
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La tessera del tifoso non piace ai tifosi della Curva Mare. "Tutti i Gruppi Ultras della Curva Mare, e sottolineiamo tutti, non sottoscriveranno quella vergogna chiamata Tessera del Tifoso - si legge in una nota dei tifosi bianconeri - Chiediamo pertanto al Cesena Calcio e al suo Presidente Igor Campedelli di permettere a tutti questi tifosi di poter usufruire del meccanismo di prelazione già adottato da diverse tifoserie tra cui quella del Genoa e quella della Sampdoria"
"Le motivazioni sono quelle eloquentemente esposte dal pool di Avvocati nel dibattito pubblico svoltosi al Palazzo del Capitano lunedì sera 28 giugno scorso".
"Ribadiamo la nostra intenzione di voler seguire e sostenere sempre e comunque il nostro Cesena senza però dover rinunciare alla nostra dignità e a più di 35 anni di Storia Ultras" si conclude la nota dei tifosi della Curva
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E' ormai imminente il via alla stagione calcistica 2010-2011 e con esso, l'attuazione del progetto "Tessera del tifoso" da parte delle Società di calcio professionistiche. Gianluca Rossi: "Il nostro Gruppo comunica che per la stagione a venire, quella 2010-2011, non farà l'abbonamento per le partite casalinghe".
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SEGUI IL PARMA SENZA TESSERA
Mentre si avvicina la fine dei Mondiali di calcio, dunque l’inizio dei ritiri e della nuova stagione 2010/11, qualcosa forse si sta muovendo intorno alla Tessera del Tifoso, Tessera che Maroni e Osservatorio vogliono imporre ad ogni costo a Società e tifosi.
Aumentano le tifoserie, o meglio, i Gruppi organizzati che decidono di non sottoscrivere la Tessera e dunque di non abbonarsi, anche se, purtroppo, quelle che potrebbero fare la differenza, le tifoserie delle grandi squadre sembrano accettare questo strumento, come la Curva Nord dell’Inter che tramite un lungo comunicato ha annunciato che, non trovando alternative, sottoscriverà la Tessera. Noi la nostra scelta di non tesserarci/abbonarci l’abbiam presa già da oltre un mese, senza dover guardare gli altri, ed anche se nessuna tifoseria, o quasi, è nei panni di poter giudicare ci sembra un vero peccato che nemmeno contro la Tessera del Tifoso, che non piace a nessuno, si riesca a rimanere uniti, a non piegarsi, unico modo per dire la nostra.
I Boys, comunque, continuano per la loro strada, una strada sicuramente rischiosa e scomoda, tanto quanto, a nostro giudizio, giusta e coerente. E continueremo a raccogliere gli abbonamenti di chi deciderà di non fare la Tessera, per muoverci insieme, per non lasciare nessuno isolato.
Comunque mentre i club di serie A tacciono, e si adeguano alla circolare firmata dal Ministro Maroni, un segnale di apertura arriva da Sampdoria e Genoa. Infatti le due società hanno deciso di riservare, a coloro che non rinnoveranno l'abbonamento, un periodo di prelazione per tutte le gare interne. Un passo importante a tutela degli interessi della propria tifoseria.
D’altronde, niente di male, quando hanno presentato la Tessera han sventolato ai quattro venti che non sarebbe stata obbligatoria (ma avrebbe dato privilegi ai possessori), giusto?!?
Ovviamente no, c’è chi si è impuntato ed è permaloso, e non accetta che una Società possa voler più tifo e più tifosi allo stadio. Strano perché fra i fantomatici scopi della Tessera dovrebbe esserci anche quello di “fidelizzare”.
Comunque, ecco pronte le nuove minacce: sembra infatti che nelle piazze in cui le Società calcistiche mostrano queste sensibilità nei confronti dei contestatori della TdT, nella prossima stagione i divieti potrebbero essere intensificati, da parte dell'Osservatorio.
Niente di strano in verità, avrebbero aumentato di divieti in ogni modo, dovevano dire che probabilmente si accaniranno e cercheranno di danneggiare queste Società, sarebbero stati più credibili. L’unica cosa strana è che con la Tessera dovevano sparire i divieti, dicevano loro…
E il Parma Calcio, come si è mosso? Per ora tutto tace, Tessera obbligatoria per chi si abbona, e per gli altri botteghino, fila e biglietto, divieti e restrizione a parte. Sicuramente qualcosa si può pensare, si può fare, noi come detto abbiam fatto e continueremo a fare le nostre proposte, speriamo che il Parma si schieri dalla parte di tutti i tifosi, anche quelli non tesserati.
Una cosa da evitare assolutamente, a nostro avviso, sono invece eventuali spaccature all’interno della tifoseria. Noi abbiam sempre detto le nostre idee, chiare e limpide, abbiam criticato chi dovrebbe rappresentare i tifosi ed ha invece preso decisioni contro il tifo, ma abbiam anche detto che ogni scelta sarebbe stata rispettata. Ovviamente portiamo avanti le nostre idee, le nostre proteste, continueremo a farlo, anche quando riusciremo ad entrare. Ma una volta dentro canteremo e tiferemo per il Parma, come speriamo lo faccia chi si è tesserato, in teoria con questo scopo.
Abbiamo aggiunto in teoria perché, senza voler fare polemica, siamo abituati ad essere in pochi a sostenere la squadra, a cantare, quasi tutti quelli che non faranno la Tessera, pochissimi ad andare abitualmente in trasferta, che quest’anno non potranno entrare nei settori ospiti, ed ora sentiamo gente che vuol fare a tutti costi la Tessera per poter tifare e andare in trasferta. Niente di male, è quello che chiediamo da sempre, ma essendo abituati a sentire “Piove? Sto a casa…” passare a “Per il Parma farei qualsiasi cosa” detto dalle stesse persone, beh, ci pare quantomeno miracoloso!
Speriamo sia la verità, il 25/7 una trasferta a Levico intanto c’è già, dovremmo essere davvero tanti a regola!
SIAMO TIFOSI NON CLIENTI, CON LA TESSERA NIENTE ABBONAMENTI!
Boys Parma 1977
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La Curva Sud Pergo si dichiara assolutamente contraria alla direttiva ministeriale emanata dal Ministro degli Interni Roberto Maroni e da lui stesso fortemente voluta, secondo la quale dal 1° Gennaio 2010 ogni tifoso che vorrà seguire la propria squadra in trasferta dovrà munirsi di questa carta prepagata per poter accedere all’impianto sportivo. Questo decreto è palesemente anticostituzionale. Non lo diciamo noi, lo dice la nostra legge e da cittadini liberi non ce la sentiamo di accettare che lo Stato emani leggi contro i suoi stessi principi costituzionali. Non serve una tessera che ci dica se siamo o meno i veri tifosi del Pergo, questo ognuno di noi lo sa, lo sente dentro di sé, lo prova in trasferta insieme ai suoi amici, lo vive dopo un gol insperato all’ultimo minuto ecc. ecc.
Noi non abbiamo mai chiesto impunità, ma il rispetto delle leggi da parte di tutti, a patto che le leggi rispettino i valori della nostra Costituzione.In un Paese civile una persona che non si trova sotto l’effetto di una condanna deve sentirsi libera di potersi muovere sul territorio nazionale per una partita di calcio come nella quotidianità della vita, senza il bisogno di essere schedata e seguita come un terrorista.
Nessuno si chiede perché siano stati emanati ben 6 decreti antiviolenza negli ultimi vent’anni senza risolvere nulla? Ve lo diciamo noi: perché erano tutti profondamente sbagliati; non si è mai ascoltato il mondo del tifo, si è andati avanti per una strada cieca e pericolosa eppure percorsa sempre oltre. E ora l’italiano medio che negli anni ha avuto, attraverso i media, una visione distorta e stereotipata del mondo ultrà, crede che questa tessera risolva il problema del tifo violento e invoca modelli inglesi e spagnoli senza sapere un accidenti di quello che dice. Non considera aspetti culturali e sociali che sono diversi da un Paese all’altro, non sa che modello inglese significa sospensione della libertà per 90 minuti, non sa che il modello spagnolo significa interdizione di portare una bandierina allo stadio.
Se davvero il “progetto tessera” andrà in porto vorrà dire che faremo un passo indietro e con sofferenza non seguiremo più la Nostra Pergolettese ma per lo meno salveremo la nostra dignità di cittadini liberi e la nostra mentalità portata avanti negli anni
*
Fabrizio Miccoli:
"Fabrizio Miccoli parla del prossimo campionato e della politica applicata al calcio in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Il campionato? Inter ancora davanti a tutti, però la Roma si avvicinerà. Scommetto sul rilancio di Adriano. Milan e Juventus non mi sembrano all'altezza di Inter e Roma; avranno più chances Sampdoria, Palermo, Fiorentina e pure Genoa e Udinese.Mi mancherà tanto Mourinho, stratega unico: tutela il gruppo attirando su di sé ogni attenzione. La tessera del tifoso? Avremo stadi più vuoti. La tessera è una cazzata, finché la politica entrerà nel calcio non ci metteremo al passo con nazioni come l'Inghilterra, dove fanno i pienoni. Non si combatte la violenza con schedature preventive. Fossi un tifoso, non andrei più allo  stadio".


8 luglio 2010 (pomeriggio): sempre le stesse tematiche, ma tant'è:
"Ciao Lorenzo,
(appartenendo ad un gruppo della sud, preferisco rimanere nell'anonimato)
Ti scrivo per rilasciare anch'io un MIO PERSONALE pensiero riguardo la tdt. E' dal 1994 che sono abbonata in curva, ed ho vissuto da sempre la mia passione in maniera molto attiva .. e come tante altre persone come me, facendo rinunce..litigando a casa con i miei..spendere un sacco di soldi..e anche io..litigare con il fidanzato. Sono oramai adulta e avendo dato molto, da un pò sentivo il bisogno di alleggerire la mia presenza da quel mondo che mi ha
sempre appassionato, perchè si sa..crescendo  senti il bisogno di realizzarti..nel lavoro e nella vita..magari con un matrimonio. Insomma credevo di poter "allentare" la mia passione...ma da quando è entrata in vigore la tdt...BE' LORENZO...SONO RITORNATA A PENSARE, A COMPORTARMI COME QUANDO ERO  DICIOTTENNE!! Sono troppo orgogliosa, per piegarmi ad un abuso del genere!! Sapessi il VELENO che ho dentro...
sapessi come ROSICO...cm ad esempio vedere persone mai state abbonate, andare a sottoscrivere la tdt con il commento "CHE BELLO ST'ANNO M'
ABBONO IN SUD"!!! Ma come fanno??? Non si vergognano?? che abbonamento si fanno in Sud?? Senza gruppi..senza cori..senza striscioni..
fumogenate o coreografie??? A più di una persona  tesserata, con cui ho parlato, ho dovuto spiegargli LO SCHIFO DELLA TESSERA (perchè sembra che molti hanno l'occhi foderati di prociutto o fanno finta di non vedere che cosa sta succedendo)..E dare il consiglio..anche se la cavolata l'hanno fatta...PERLOMENO DI NON ABBONARSI IN SUD!! Mentre ti scrivo mi commuovo da sola, perchè la vivo troppo intensamente,
perchè mi stanno...CI stanno togliendo tutto...tutto quello che C' HANNO LASCIATO IN EREDITA' COLORO CHE HANNO DATO VITA ALLA CURVA SUD,
TUTTO QUELLO CHE POI.. TUTTI NOI.. ABBIAMO PORTATO AVANTI, RISPETTANDO QUELLO CHE E' STATO FATTO IN PREDENZA..e TUTTO QUELLO CHE ANCORA VORREMMO FARE! PER RISPETTO DI TUTTO CIO'...CHIEDO A TUTTI COLORO CHE ANCORA SONO "INDECISI" SU QUELLO CHE DEVONO FARE, A NON FARSI LA TESSERA DEL TIFOSO...O PER LO MENO DI NON FARSI L'ABBONAMENTO IN SUD..DI STARE ACCANTO AD OGNI INIZIATIVA DEI GRUPPI ( cm ad esempio ora di recarsi all'OUTLET STORE A VIA APPIA NUOVA 130 X la raccolta degli abbonamenti)...E CMQ TUTTI UNITI.. CONTRO LA TESSERA DEL TIFOSO!!!!!! PER UNA VOLTA...CERCHIAMO DI STARE TUTTI UNITI.. PER UN INTERESSE COMUNE: QUELLO DI ESSERE LIBERI!!! Questo il mio commento.. questo il mio sfogo".
*
Risposta a Gianluca: "Caro Gianluca,
mi hai chiamato in causa e cercherò di argomentare meglio le mie esternazioni sulla crisi Italpetroli.
In primis mi preme, però, correggere solo una affermazione del tuo attento e pacato intervento: io non ho mai detto che la famiglia Sensi si è arricchita con la Roma, tutt’altro. Ho solo detto, e lo ribadisco, che la causa del dissesto finanziario della famiglia Sensi non è stata la Roma. Anzi la Roma è stata la salvezza dei Sensi, perché se non avevano la Roma Unicredit non faceva alcun arbitrato o piano di rientro, Unicredit gli toglieva fino all’ultimo bene immobile senza riconoscere alcuna “buona uscita” o quant’altro.
Tornando al punto, sugli adr hai risposto tu e sei stato molto più preciso di me, ma avevo specificato che sulla questione brancolavo nel buio.
Sul porto di Gioia Tauro, la mia fonte è stato, mi pare, il sole24ore. Comunque, come tu hai legittimamente rimarcato, quando si scrivono delle cose bisogna documentarle. L’investimento italpetroli sul porto di Gioia Tauro è costato solo come esborso iniziale sui 340 milioni di € più tutti i costi successivi di gestione e via. E’ la famosa cattedrale nel deserto, nel senso che si è costruito il più grande porto commerciale del mediterraneo in un territorio difficilmente gestibile e soprattutto senza le preventive infrastrutture. Basti pensare che non aveva un collegamento ferroviario. un poco come malpensa, con la sola differenza che malpensa vive perché seppure investimento sbagliato, pur di farlo essere competitivo con Roma (qui ci sarebbe da scrivere) è sempre e comunque ubicato in Lombardia e non in Calabria, e credo tu sia abbastanza intelligente per capire le differenze politco finanziarie dei due territori.
Però senza stare a dilungarmi troppo ti linko un indirizzo, trovato su google, dove si riassume la storia di gioia tauro dal 2003 al 2007.
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:rXfYa0vU5pgJ:www.trail.liguria.it/SSI/gt_comm.html+franco+sensi+e+l'investimento+del+porto+di+gioia+tauro&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it
Per il resto, ribadisco la stima nei confronti della dott.ssa Sensi che in base ai risultati ottenuti ed agli investimenti fatti è, evidentemente, la migliore manager del calcio europeo.
Ha avuto una sola grossa pecca, anzi limite!!! La comunicazione, è semplicemente incapace. Si è affidata ad agenzie di personaggi incapaci.
Secondo me, se gestita bene l’informazione poteva distruggere UniCredit in questa trattativa. Solo ora, a giochi fatti, qualche romanista ha incominciato a dire basta conto corrente con UniCredit, ma prima? No?? Comunque, termino, con  lo stesso concetto del mio precedente post: no alla favola che la italpetroli è in dissesto per la Roma, l’italpetroli vivrà grazie alla as Roma e, scusatemi se sono presuntuoso, ma sfido chiunque a dire il contrario".


8 luglio 2010: altri comunicati delle tifoserie:
La Curva Nord Atalanta
dice NO
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Anche Brescia 1911 Curva Nord dice NO:
No alla tessera del tifoso!
Da molto tempo ormai si parla della famigerata tessera del tifoso, uno “strumento” propinato dal Ministro Maroni quale panacea di tutti i mali e di tutte le impurità del calcio. Depravazioni ancestrali sempre più diffuse e prerogativa -a prima vista- del solo tifo organizzato.
Da molto -troppo- tempo leggiamo ed ascoltiamo opinioni abbastanza collimanti e spregiudicate riguardo questo argomento. Opinioni talmente allineate con il pensiero del Ministro da risultare se non altro sospette.
Il clima si è così fatto molto pesante, tanto che chiunque abbia espresso un sincero parere di dissenso nei confronti della tessera, ha rischiato la messa al bando ed è stato tacciato di terrorismo.
Certamente, un argomento di tale portata meriterebbe una discussione più ampia e, soprattutto, allargata a quelle “frange” -più o meno ampie di tifosi e non necessariamente violente- per nulla inclini alle imposizioni ed ai ricatti.
Oltretutto, se già di per sé questo decreto risulta sbagliato, lo è ancor di più nel momento in cui viene imposto ad una tifoseria come la nostra.
Una tifoseria che negli ultimi anni ha dimostrato appunto una crescita, una maturità, un impegno sociale ed una solidarietà non comuni. Come sempre diciamo: non vogliamo una medaglia per questo, ci piacerebbe però far riflettere sulle reali potenzialità insite nei gruppi di tifosi organizzati, la maggior parte dei quali votati all’aggregazione ed alla partecipazione attiva (qualità sempre più rare oggigiorno), ciononostante tartassati e repressi.
Gli Ultras hanno sbagliato spesso negli anni, inutile negarlo; ma l’errore più grande è stato proprio quello di isolarsi in modo testardo ed irresponsabile perdendo, il più delle volte, la necessaria credibilità e la sempre più rara lucidità, oltre che naturalmente il contatto con i tifosi normali e -di conseguenza- con l’opinione pubblica.
Ma tutto questo non giustifica l’accanimento derivato dalle pressioni istituzionali nel tentativo d’imporre l’ennesima soluzione repressiva e sbagliata, utile semmai a rimpolpare le casse delle società di calcio, sempre più schiave delle televisioni a pagamento.
Senza presunzione, vogliamo quindi consigliare a tutti la maniera migliore per combattere questo ennesimo sopruso che viola prima di tutto la Libertà dei cittadini, categoria alla quale apparteniamo ed appartengono -di diritto- i tifosi di tutto il mondo.
Proprio per questo, ed in virtù del fatto che la tessera del tifoso diventerà -nostro malgrado- l’argomento dominante e sovversivo della prossima stagione di calcio, nelle prossime settimane proporremo un incontro pubblico aperto a tutti ed altre iniziative correlate. Sarebbe infatti presuntuoso pensare di esaurire questa materia attraverso un breve comunicato.
Invitiamo inoltre tutti gli organi di stampa ad aprire -il prima possibile- dibattiti costruttivi e sinceri al riguardo, nell’unico interesse possibile: le sorti della Leonessa in particolare e del calcio italiano in generale. Uno sport che nelle ultime occasioni ha dimostrato tutti i suoi limiti.

Per il bene del Brescia, non per altro!
Proprio per questioni di spazio e di tempo, oggi ci limiteremo a contestare la decisione della Società Brescia Calcio S.p.A. di abbinare l’abbonamento valido per la prossima stagione alla famigerata tessera del tifoso.
Una scelta legittima -seppur poco lungimirante- quella della nostra società, ma pur sempre una scelta.
In realtà, se è vero che tutte le società sono invitate -attraverso un ricatto nemmeno troppo velato- a rispettare il volere del Ministro degli Interni, non sono assolutamente sincere le scuse addotte dalle società di calcio nel tentativo di compiacere lo stesso Ministro.
Le società di calcio non sono obbligate a adottare e -soprattutto- imporre la tessera del tifoso!
Infatti, come dimostrano chiaramente alcuni documenti in allegato, le direttive del Ministero degli Interni sono indirizzate -ovviamente ed in modo esclusivo- a Prefetti e Questori, non certo alle società di calcio (sostanzialmente, attraverso una semplice circolare, si chiede ai Prefetti di prestarsi affinché le società sportive adottino questi provvedimenti che -ovviamente- non potrebbero essere imposti dal Ministro dell'Interno senza che esista una legge al riguardo).
Per chiarezza ricordiamo il significato di “circolare”: documento recante una normativa interna della pubblica amministrazione.
Ed è proprio questo il punto: non esiste una legge che costringa le società di calcio ad imporre la tessera del tifoso ai propri abbonati!
La tessera del tifoso com’è oggi esposta appare di fatto una vera e propria intimidazione alla quale tutti dovrebbero ribellarsi per principio (in primis le nostre società), senza troppi ma e senza troppi se, e non conformarsi in modo accondiscendente!
Di conseguenza, quella di abbinare la tessera del tifoso all’abbonamento diventa una scelta precisa -e vigliacca- delle società.
Per questo e per molto altro, invitiamo tutti i tifosi del Brescia a non accettare quest’ennesima imposizione caduta dall’alto affinché la tessera ritorni ad essere una scelta individuale -e non un’imposizione di massa lesiva dei propri diritti- e la società capisca le reali intenzioni e necessità della tifoseria; faccia magari un coraggioso passo indietro (non tanto per le nostre pressioni, bensì per dare la possibilità a tutti i bresciani di poter sostenere la Leonessa -almeno durante le partite casalinghe- senza discriminazioni di sorta); ed infine si faccia garante dei diritti di tutti i suoi tifosi, fino a ieri definiti dalla stessa fondamentali.
Per capirci, invitiamo quindi tutti a:
-non fare la tessera e di conseguenza non fare l’abbonamento fino a quando non saranno cambiate le modalità di “fidelizzazione”;
-mobilitarsi in modo intelligente per sensibilizzare tutta l’opinione pubblica. Non dimentichiamo che oggi è per gli Ultras, ma domani sarà per tutta la società!;
-incalzare la società nel tentativo d’illuminarne la parte più sensibile;
-sostenere quella poca libertà di scelta che ancora rimane;
-sostenere i diritti di tutti i cittadini tifosi.

Sappiamo benissimo di chiedere molto; ma per non subire quest’angheria tutta la vita è più che mai necessario colpire il sistema nella sua parte più delicata e sensibile alle proteste: quella economica!
Infatti, solamente di fronte alla compatta rinuncia dell’abbonamento potremmo vedere un saggio e doveroso passo indietro da parte di chi sta dando l’ultima mazzata al gioco più bello del mondo.

Infine, ci auguriamo che:
- la nostra società, una volta tanto, consideri in modo attento e scrupoloso le nostre riflessioni. Non tanto perché potremmo diventare ancora una volta fondamentali per il campionato del Brescia, bensì per tutti quei valori messi in campo in questi anni;
- la nostra società non si allontani ulteriormente ed in modo definitivo dai propri tifosi;
- la nostra società continui a vederci per quello che siamo: tifosi, non clienti;
- le nostre opinioni in merito alla tessera del tifoso non siano strumentalizzate o -peggio ancora- travisate da nessuno;
- la nostra protesta non sia ridotta proprio nei suoi aspetti più importanti. In palio non ci sono soltanto abbonamenti e biglietti di trasferta, bensì la dignità, la coerenza, l’amicizia, il rispetto, ed in particolare la libertà di ognuno di noi; valori e condizioni -nonché diritti- che noi cercheremo sempre d’esprimere e mantenere anche allo stadio, nonostante tutto. Solamente di fronte a tanto siamo disposti a rinunciare al Brescia;
- la nostra scelta non sia tacciata di masochismo o di poco attaccamento alla Maglia;
- questa decisione, evidentemente per noi molto sofferta (la cosa più facile, dopo cinque lunghi anni d’inferno, sarebbe stata quella di adeguarci e zittire la propria coscienza appellandoci magari a presunte impotenze e battaglie già perse in partenza), possa servire a preservare i veri valori ed i sempre più rari principi inerenti al tifo organizzato, ma non solo.
Ci auguriamo soprattutto che la nostra soluzione sia presa d’esempio da molti altri, proprio come noi abbiamo fatto con chi ci ha preceduto.
Per il bene del calcio, non per altro!
Brescia 1911 Curva Nord

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Palermo si divide: Ultras Curva Nord Palermo
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Ma le Brigate Rosanero se la fanno, al contrario dei Warriors:
GOAL MEMBER, GLI ULTRA' SI DIVIDONO
06 Luglio 2010 - ore 12:24
Un mese fa scattava a Palermo l´operazione tessera del tifoso. Fino a oggi sono circa 10 mila i tifosi che hanno sottoscritto la card, ma nel cuore del tifo organizzato il malumore è crescente. La curva nord, infatti, sembra spaccata sul da farsi.
Sul tema "Goal Member" gli ultrà sono restii a parlare. Tra i pochi che accettano di spiegare la propria posizione ci sono le Brigate rosanero. Proprio una delegazione del gruppo fu ricevuta dall´amministratore delegato del Palermo Rinaldo Sagramola e da Amedeo Bardelli, responsabile commerciale della Lottomatica che emetterà le tessere dopo le autorizzazioni necessarie della questura per spiegare nel dettaglio l´iniziativa.
"Onestamente la tessera del tifoso non piace a nessuno - dice Salvo Giordano, in rappresentanza del coordinamento delle Brigate rosanero - ma la faremo. Credete che quando arriveremo con i pullman a Catania con tutte le nostre tessere del tifoso in mano non ce le tireranno le pietre?"
La posizione delle Brigate è di libertà di scelta all´interno del gruppo. Ma quasi tutti sono stati costretti a sottoscrivere la Goal Member perché è obbligatoria per rinnovare l´abbonamento. "Noi delle Brigate siamo per il novanta per cento abbonati - continua Giordano - e siamo costretti a farlo. Se bastasse un bancomat, perché di questo si tratta, a evitare gli agguati in circonvallazione a Catania lo potrei anche capire. Chi non è abbonato, però, non la farà. Questo provvedimento Maroni poteva anche risparmiarselo".
Nessuno farà la tessera del tifoso, invece, tra gli appartenenti al gruppo dei Warriors. Gli ultrà andranno avanti di partita in partita con il biglietto unico fino a quando sarà consentito e rinunceranno all´abbonamento. "Non potremo andare a Catania? - dice un ultrà dei Warriors che preferisce rimanere anonimo - pazienza. Non vogliamo un compromesso per vedere il derby. Non cediamo la nostra libertà soltanto per avere la possibilità di andare a Catania".
A parte i due gruppi storici, ce ne sono anche altri che hanno trovato posto in zone diverse rispetto al centro della curva nord superiore e che cercano di far rinascere il movimento a Palermo. "I veri ultrà rosanero - spiega un tifoso che preferisce rimanere anonimo - dopo alcune riunioni hanno deciso di non fare la tessera perché lede il diritto di libertà del tifoso. Inoltre chiederemo al Palermo di agevolare la disponibilità dei biglietti in determinate circostanze, di far cadere il vincolo tra la Goal Member e l´abbonamento e rendere valida la tessera del tifoso solo per le trasferte. Alcuni di noi sono abbonati da 20 anni e se le cose dovessero rimanere così non ci abboneremmo".
Anche Interenet è molto attiva a riguardo. Sul web circola un volantino che invita i tifosi a pensarci bene prima di sottoscrivere la Goal Member perché "si tratta - si legge - di una chiara schedatura di massa» per trasformare i tifosi «che già sono fidelizzati» in semplici paganti visto che «la tessera è una vera e propria carta di credito che servirà solo per arricchire qualcuno". Intanto è già scaduta la fase della sottoscrizione gratuita della tessera del tifoso. Dal primo luglio chi vuole entrarne in possesso deve pagare 10 euro.
*
Riflessioni da Roma: Ciao Lorenzo, siamo due giovani ragazzi che, pur frequentando da poco la Curva Sud e tutto ciò che riguarda il mondo ultras, vogliono analizzare i motivi per i quali bisogna (o bisognerebbe) dire no a questa Genialata del Ministro Maroni. Solamente i motivi per i quali qualsiasi singolo cittadino (e non solo gli ultras) dovrebbe rifiutarsi di sottoscrivere la Tessera del Tifoso (TdT)

1. No alla TdT perchè è un inganno. Se veramente fosse un modo per tutelare la sicurezza (come dice maroni) non sarebbe coinvolto il sistema bancario. Dal momento che è coinvolto, invece, vuol dire che la TdT è solo un ulteriore e sporco modo per speculare sulla passione della gente che ama seguire il calcio dal vivo.

2. No alla TdT perchè è una schedatura preventiva. Non è giusto chiedere autorizzazione alla questura per andare allo stadio quando non si è commesso alcun reato.

3. No alla TdT perchè è una violazione della privacy. Dal momento che, come è spiegato anche sul tuo sito, è strutturata con una tecnologia chiamata RFID (Radio Frequenza Intercettazioni a Distanza) che rende rintracciabili 24 ore al giorno e 7 giorni la settimana. Una persona libera non dovrebbe nemmeno sognarsi di accettare di possedere un oggetto, neanche lasciandolo a casa (visto che molti che hanno già sottoscritto la TdT, quando gli si pone questo argomento, rispondono “durante la settimana la lascio a casa”)

4. No alla TdT perchè è imposta col ricatto. Ci viene tolto il diritto di abbonarci e di seguire la squadra in trasferta, ma ce lo possiamo ricomprare con un bancomat rilasciato dalla questura. E’ una cosa normale?

5. No alla TdT perché non garantisce che soggetti violenti possano introdursi nello stadio, poiché per l’acquisto dei singoli biglietti non è necessario possedere la TdT, quindi l’ingresso di soggetti violenti senza controllo della Questura è ancora possibile.

6. No alla TdT perchè non garantirà di assistere a tutte le partite, anche quelle ad altissimo rischio, come garantisce l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive. I catanesi che hanno sottoscritto “Cuore Rossoazzurro” per andare a Palermo e i romanisti che hanno sottoscritto la “Privilege Card” per andare a Napoli (tanto per fare due esempi chiari) chiedano ai milanisti se sono andati a Genova con la loro bellissima card “Cuore Rossonero”.

7. No alla TdT perché vuole far aumentare le “trasferte di stato” (Siena-Roma di quest’anno tanto per essere chiari). Delle partite ad altissimo rischio abbiamo già parlato, ma quelle a rischio medio-alto le cose non andranno tanto meglio. È una bella cosa andare in trasferta sul pullman con le forze dell’ordine?

8. No alla TdT perchè allontana le persone dal concetto di tifoso avvicinandole a quello di cliente. La TdT "classifica" i tifosi in base a quanto spendono in materiale ufficiale e biglietti di stadio, e più spendono più gli offre premi. Il tifo è una cosa spontanea, che nasce dal cuore. La TdT lo allontana da questo concetto nella maniera più assoluta, e visto che il tifo e la passione degli italiani sono conosciuti e ammirati in tutto il mondo, andrebbero tutelati il più possibile.

9. No alla TdT perchè annebbia in vari modi un concetto fondamentale di un paese (che dovrebbe essere) democratico: l’uguaglianza fra i cittadini. Chi vuole farsi l'abbonamento al teatro lo può fare come e quando gli pare, chi vuole farselo allo stadio deve chiedere il permesso al ministero degli interni: il fatto di essere amanti del calcio invece che degli spettacoli teatrali implica che non si è brave persone e c’è bisogno di un controllo maggiore? Poi il tifoso tesserato accederà allo stadio attraverso corsie preferenziali (se esistenti…) e con perquisizioni minime o nulle, mentre il tifoso non tesserato sarà perquisito molto più duramente: il fatto di non possedere la tessera implica che si è persone meno brave di quelle che la possiedono e quindi c’è bisogno di perquisizioni maggiori? Come fa il Ministero degli Interni ad essere matematicamente convinto che una persona che possieda la TdT non provi ad introdurre un coltello nello stadio?  E perché lo stesso Ministero degli Interni deve avere pregiudizi nei confronti di chi sceglie di non sottoscrivere la TdT?

10. No alla TdT perchè, al contrario di quanto l'onorevole Ministro Roberto Maroni vuole far credere, non eliminerà la violenza dagli stadi, poichè i sentimenti di violenza fanno parte delle persone e non sarà un bancomat ad eliminarli. La strada da percorrere per eliminarli dovrebbe essere ben diversa dalla repressione che, si sa, genera solo rabbia e frustrazione, e la TdT non farà altra che accrescere (e di molto) la rabbia e la frustrazione nelle singole persone. per cui la TdT farà accrescere la violenza, anziché debellarla.

11. No alla TdT perché non garantisce la sicurezza all’esterno dello stadio, dove oggi avvengono la maggior parte (se non la parte totale) degli incidenti durante le partite di calcio. Se un gruppo di persone intende fare scontri all’esterno dell’impianto sportivo, come può la TdT impedirglielo? È lo stesso discorso che tu facesti riguardo la Legge Amato, cosa c’è di diverso?

12. No alla TdT perché presentata come una carta di “fidelizzazione”, tipo quella del supermercato. Però è quasi obbligatoria, o per lo meno senza si è privi di determinati servizi (abbonamento e settore ospiti). Provate a immaginare quanto sarebbe bello se per fare la spesa al supermercato vi obbligassero a fare la tessera

13. No alla TdT perché è un bancomat imposto. Un bancomat è una cosa seria, che un cittadino deve SCEGLIERE LIBERAMENTE di avere, senza ricatti (come già detto al punto 4). Bisogna far aprire conti in banca ai bambini per farli andare allo stadio con i genitori?

Dopo aver detto tutto questo, come è possibile accettare o addirittura essere favorevoli a questo schifo? Ci sono vari problemi. Uno è che molta, troppa gente oggi non ragiona con il proprio cervello. Fa quello che gli viene detto di fare, punto. Quanta gente ci ha detto “se non era per l’abbonamento/trasferte non l’avrei fatta”…

Un altro problema (che alla lunga ci porterà a vivere sotto dittatura) è che la gente pensa di non poter cambiare ciò che viene deciso dall’alto. Ma ci vogliamo ricordare di avere una Costituzione che dice “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle norme e nei limiti della Costituzione”? ABBIAMO IL DIRITTO DI DIRE CHE LA TESSERA NON LA VOGLIAMO.

Un altro problema è l’incapacità di rinunciare. Ma la stagione 2010/11 è forse l’ultima? Si trattava di rinunciare all’abbonamento e acquistare il biglietto per vedere le partite in casa, rinunciare ad alcune trasferte, e la tessera sarebbe saltata, e tutto sarebbe tornato come prima. Ma la gente non è capace di rinunciare, o di affrontare i sacrifici conseguenze della rinuncia. “Senza non vi abbonate” ha detto Maroni, e siccome molti non hanno voglia di fare la fila settimanalmente per il biglietto o di rischiare di non vedere le partite di cartello, hanno accettato la TdT. SENZA SACRIFICI NON SI VA DA NESSUNA PARTE NELLA VITA.

Bisogna avere le palle di rinunciare a qualcosa di importante per combattere una giusta causa. Molti ci hanno detto “Io non riesco a rinunciare alla Roma” “Io non ce la faccio a stare senza stadio” etc etc A parte il fatto che non bisogna rinunciare alla Roma (o a qualsiasi altra squadra, il discorso è per tutti) perché si possono comprare i biglietti, bisogna avere le palle di dire no quando è necessario seppur a malincuore.

Coppa Italia, Scudetto e Champions League = Curva Nord Milano tesserata. Osa pensare se Siena-Inter fosse finita 0-0 invece che 0-1 quante Privilege Card sarebbero state sottoscritte… pensa Diego Milito quanti romanisti ha spinto a non privarsi della propria libertà. Questo per dire di quanto valore si da oggi alla libertà e all’onore.

Concludiamo dicendo che noi ci sentiamo fiduciosi di noi stessi e della nostra gente, quella vera, che ha fatto la storia del mondo ultras da prima che noi nascessimo, e che non si fa e farà influenzare di niente e da nessuno, e niente e nessuno la spingerà mai a privarsi del proprio onore e della propria libertà. Come hai detto tu, qualcuno ci accuserà di non essere veri tifosi della Roma, mentre i veri tifosi sono gli interisti che hanno accettato la card “Siamo Noi” pur di continuare a seguire l’Inter. Forse è così, ma noi stiamo apposto con la coscienza, perché abbiamo avuto le palle di fare sacrifici sulla Roma pur di non piegarci a questo schifo, ed è un onore che ci porteremo dietro per tutta la vita, comunque andrà a finire la lotta alla tessera (pur sempre sperando nel migliore dei modi).
Complimenti per il tuo sito. Vincenzo e Federico.
CURVA SUD ROMA FORTE E ROMANA ! A.S.R.
Ragazzi, ovviamente condivido al 101%. Bravissimi.

*
Questione Rosella, Gianluca: "Caro Lorenzo ho letto in un interessante intervento che il dissesto finanziario della famiglia  Sensi probabilmente è dovuto all'operazione Gioia Tauro ed areoprti di Roma. Sull'operazione Areoporti non è complicato fare due conti, Sensi ha venduto le azioni perchè strozzato,  ad un valore nettamente inferiore, era il periodo i cui la banca prima di stabilire un piano di rientro voleva un congruo cash.

Su Gioia Tauro non conosco nulla, ne conti, ne fonti, e prego l'informato autore  che ha scritto che l'operazione è stata catastrofica,  di scrivercele due cifre, sennò sembra una news messa  per portare avanti la teoria che la famiglia Sensi si è arricchita con la Roma.

Come sai io pur riconoscende grandi errori della famiglia (nella sua figura istituzionale come presidente della Roma)  nei rapporti con i tifosi, ho ritenuto sempre questo un problema superabile convinto che purtroppo all'orizzonte e tra i colleghi presidenti non ci sono espressioni migliori. Superabile perchè vuoi o non vuoi,  sono convinto,  che una Presidenza va giudicata per i risultati che ottiene sul campo. Anche se come sai benissimo e come più volte ho detto,  a me dei giocatori, degli allenatori, e dei presidenti non frega un cazzo, la Roma siamo noi, i suoi tifosi, e ritengo che dovremmo intervenire solo in casi eccezionali ed in questi anni non mi è sembrato fossero accaduti fatti di eccezionale gravità. Visto che ognuno diceva la sua, anche io sono caduto in questo vortice sul discutere e confrontarmi sulla teoria se era giusto contestare o no.

Dalla scesa in campo della figlia di Franco Sensi i risultati non sono mancati, risultato notevole visto che con l'autofinanziamento l'AS Roma non poteva andare in passivo neanche di un euro. L'Inter che nell'ultima stagione ha vinto tutto, nelle ultime 5 stagioni ha speso 1600 miliardi (circa 800 milioni di Euro), ora se sia fortunata, brava o non so cosa altro me la sarei tenuta spaventato dai futuri squali che si potrebbero presentare. Ciarrapico docet.

Sono  frequenti le ns dispute,  con te che non ce la fai più a vederla (sportivamente parlando in veste di presidentessa), in rappresentanza dei tantissimi che la pensano come te, ed io che ho sempre pensato che si stava esagerando. Vorrei che non si continuasse con lo stillicidio, quindi se Gioia Tauro è stato un bagno di sangue e bene fare cifre e citare le fonti. Così nessuno potrà dire che la Famiglia Sensi ,che aveva disponibilità infinite, negli anni 90 prima che prendesse la Roma,  (si parlava di Sensi come uomo di mille miliardi) sia andata a fondo causa AS Roma.

In caso contario è meglio non scrivere cose che non si conoscono perfettamente. Io nel mio piccolo, ritengo che se una famiglia a capo di un impero negli anni 90 , poi dopo 20 anni di presidenza Roma, rimane con 60 milioni di beni (fidandomi di quello che scrive l'autore dell'interesante intervento e non di quello che leggo sui giornali che dicono 25/30 milioni) qualche problema a livello economico la Presidenza l'ha portata, facendo fatica a vedere nell'AS Roma una fonte di arricchimento diretto o indiretto.

Meno energie spese nelle altre aziende, investimenti nella AS Roma, o altro che non conosco deve essere successo al punto che un patrimonio immenso si è ridotto del 90%, se poi consideriamo svalutazione ed altro forse arriviamo al 95%. Gradirei quindi conoscere i numeri di questo invstimento sbagliato (Gioia Tauro) così che potrò migliorare la mia conoscenza su quello che è successo alla famiglia in questi ultimi 20 anni e chissà .... magari cambierò pure idea sulla famiglia che nonostante i buoni risultati saprò che ha sfruttato l'AS Roma e si è arricchita con la stessa (tra l'altro anche fosse successo, la cosa non è così scandalosa, visto chi diventa Presidente lo fa  per accrescere direttamente o indirettamente i propri affari ed i propri portafogli).

Per ora mi sembra inverosimile questa teoria e continuo a credere che questa famiglia, nonostante i tanti errori sopratutto con noi tifosi, sia stata una gestione positiva e sopratutto che non si è arrichita ma ha perso quasi tutti i suoi averi. Gioia Tauro sarà stato anche un invstimento negativo ma che sia la fonte di una perdita del 95% del patrimonio mi sembra difficile. Gianluca

*
Motta:
"Ciao Lorenzo, vorrei fare una piccola riflessione sull' "affare" Motta :
Con Motta la Roma ha avuto una perdita di 3,5 milioni, pagati appena l' anno scorso.
Scrivendo nella busta 5 milioni, cioè il valore del giocatore pagato dalla Juve, ci ritroveremmo nella stessa situazione. Perdita -3,5 mln.
Dico allora... perchè nella busta è stato scritto solo 1,3 mln?
Non si sarebbe potuta limitare questa perdita?
Scenario: Offrivi 3mln in busta.
Giocatore pagato 3,5+3= 6,5mln
Venduto a 5mln
Totale -1,5mln
Che dici 2 mln in più ce facevano schifo? Ovviamente un minimo di rischio imprenditoriale c'è pero insomma..
"Il problema è se la Roma finisce in mano de incompetenti... " Grazie Rosella
Forza Roma


7 luglio 2010: allarme ha creato la pubblicazione - dopo una lunghissima gestazione - delle "linee guida" sul sito dell'O.N.M.S.: non cambia nulla. Tutto continua a fondarsi sul nulla, o meglio sulla circolare n. 555 del 14 agosto 2009 che non è una legge e quindi può valere come suggerimento ma non come obbligo. L'O.N.M.S. (così come il Ministero dell'Interno) non è un organo legislativo e non può imporre quel che scrive. E' incredibile che su un sito comunque istituzionale si scrivano delle cose del genere, spacciandole per obbligo di legge.
Comunque sia, qualche cosa di più paradossale del già paradossale continua ad esserci.
Vediamo, dal sito dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (aggiornamento del 6 luglio 2010):
Programma Tessera del Tifoso 

COS'E' LA TESSERA DEL TIFOSO
- E’ uno strumento nuovo delle Società sportive (no: è imposto dal Ministero dell'Interno alle società sportive senza alcuna legge che lo introduca) che serve a valorizzare il rapporto trasparente ed aperto con i propri tifosi che diventano i veri protagonisti dell’evento sportivo (con un bancomat in tasca divento protagonista!);
- E’ valida in tutti gli stadi senza distinzione tra i vari campionati nazionali
- Rientra tra le agevolazioni di cui all’art. 8 del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, convertito dalla legge 4 aprile 2007, n. 41, ed è rilasciata nel rispetto delle procedure previste dal D.M. del 15 agosto 2009.

Comporta per i tifosi i seguenti vantaggi:
1. agevola l’acquisto dei titoli di accesso: la tessera può servire per la lettura elettronica dei dati personali del titolare ed è utilizzabile dal rivenditore per verificare l’identità dell’acquirente* (addio biglietti cartacei da collezione e abbonamenti da collezione. Si noti l'asterisco: dovrete avere comunque un documento al seguito).
2. snellisce le procedure di accesso allo stadio: ogni impianto sportivo avrà (si noti il futuro usato: nei moduli che sottoscriverete c'è scritto qualcosa del tipo "sempre se li costruiremo") corsie dedicate ai titolari della Tessera del Tifoso, la quale potrà essere utilizzata anche per verificare la corrispondenza della titolarità del biglietto con il portatore* (questo vuol dire che la medesima corsia privilegiata utilizzata da chi avrà la tessera del tifoso può comunque essere utilizzata se io che non ho la tessera del tifoso vado con un biglietto e decidono di controllare la mia identità! Capito la fregatura! Ma quali corsie dedicate!!!!).
3. esenta dalle specifiche restrizioni che potrebbero essere imposte per motivi di ordine pubblico per le partite sia in casa che in trasferta. Questo vale per tutte le partite giocate in Italia (Genoa/Milan docet: non è vero. Sarà sempre il Prefetto a decidere).
4. dà accesso a tutte le facilitazioni, privilegi e/o benefici che ciascuna Società sportiva proporrà ai propri clienti, previa esplicita adesione ai programmi/servizi forniti da Società Partner (quindi se la società non li propone non si avrà alcuna facilitazione e comunque accadeva anche con una normale fidelity card non soggetta al controllo di questura. Già con l'abbonamento avevo sconti sul merchandising);
5. rende il tifoso protagonista della propria sicurezza: con la tessera si entra in una comunità privilegiata di sostenitori ufficiali che aderisce ai valori dello sport e rivendica la passione per il calcio (quindi io che non me la faccio non entro in questa comunità, non conosco i valori dello sport e la passione per il calcio).
* I titolari della Tessera del Tifoso sono comunque tenuti a portare al seguito ed esibire un valido documento di identità in caso di eventuale richiesta da parte del rivenditore, degli Steward o di personale delle Forze di Polizia)

*
CHI PUO' AVERLA
Possono richiedere ed ottenere la Tessera del Tifoso tutti i supporter che ne facciano richiesta ad una qualsiasi Società sportiva. I più appassionati potranno avere anche Tessere del Tifoso di differenti squadre.
La Tessera del Tifoso non potrà essere temporaneamente rilasciata a:
1. le persone attualmente sottoposte a DASPO (almeno questo lo hanno corretto) ovvero ad una delle misure previste dalla legge 27/12/56 n.1423 (c.d. misure di prevenzione) (questo non è previsto da alcuna norma di legge ma continuano a scriverlo);
2. coloro che siano stati condannanti, anche in primo grado, per reati c.d. da stadio (si noti che non viene messo il limite temporale di 5 anni che aveva detto Maroni. Se avete avuto una condanna da stadio nel 1950 non potete avere la tessera del tifoso).
In caso di intervenuta assoluzione o revisione del provvedimento del DASPO, i motivi ostativi sono da considerare immediatamente decaduti, salvo la vigenza di altre misure di prevenzione anche non connesse.
L’accertamento dei motivi ostativi avviene con le modalità previste dal Decreto del Ministro dell’Interno del 15 agosto 2009, comprese le disposizioni in materia di tutela del diritto alla protezione dei dati personali.
In caso i motivi ostativi di cui sopra intervengano in un momento successivo al rilascio, la Tessera verrà comunque invalidata.
*
DA QUANDO E' OBBLIGATORIA
Dall’inizio del prossimo Campionato di calcio, le società di Serie A e B e Lega Pro dovranno garantire il rilascio della “Tessera del Tifoso” ad ogni supporter che la richiederà (e se non lo fanno? NON ACCADE PROPRIO NULLA! Accade che se ci sono partite a rischio il Prefetto potrà adottare limitazioni, cosa che avverrà anche dopo l'introduzione della tessera del tifoso!).
Dall’inizio della campagna abbonamenti per la stagione 2010/2011, le Società sportive dovranno rilasciare l’abbonamento ai soli possessori della tessera del tifoso (non c'è nessuna legge che lo dica, è una invenzione del Ministero dell'Interno. E' solo una circolare, la n. 555 del 14 agosto 2009 che suggerisce ai prefetti di controllare che le società facciano quello che vuole Maroni. Ripeto, non esiste alcun obbligo di legge), fermi restando i requisiti stabiliti dagli artt. 8 e 9 del citato decreto-legge n. 8 del 2007.
Dall’inizio del prossimo campionato, l’accesso ai settori ospiti sarà riservata ai soli possessori della Tessera del Tifoso.
Ogni Società sportiva è tenuta a rilasciare la Tessera del Tifoso - entro 20 giorni dalla richiesta (voglio proprio vedere!)- in maniera tale da consentire la partecipazione del titolare al primo evento sportivo utile successivo alla sottoscrizione della stessa (???? Gli eventi sportivi si tengono a distanza di 20 gg. l'uno dall'altro????). Nelle more del rilascio potrà essere garantito un titolo provvisorio che consenta l’accesso allo stadio, nel rispetto di quanto previsto dal D.M. 15 agosto 2009 (ergo: non faranno mai in tempo a rispondere in 20 gg. Quindi danno un titolo provvisorio ANCHE A CHI NON HA I REQUISITI! Questa sarebbe la sicurezza!).
I tifosi non interessati ad OTTENERE la Tessera potranno comunque seguire la propria squadra anche in trasferta acquistando regolare biglietto di settori diversi da quello degli ospiti ma potranno essere soggetti alle limitazioni imposte dalle Autorità di Sicurezza (Grazie. Possiamo anche starnutire?).
*
COME E' FATTA
*
I POSSIBILI TIPI DI TESSERA
A solo titolo esemplificativo ed al fine di evidenziarne il ruolo di fidelizzazione e promozione dei valori sportivi, si riportano di seguito alcuni tipi di tessera mutuati dall’esperienza di altri Paesi (che quindi ancora non esistono in Italia):
Tessera ordinaria;
Tessera Children per i bambini *;
Tessera Junior per i minori *;
Tessera Senjor per gli anziani (mi risulta che Senior si scriva senza "J");
Tessera “Corporate”, per le aziende partner, sponsor ecc., In questo caso non contiene fotografia (ah, e perché? Come si garantisce la sicurezza?) e deve essere perfezionata con l’abbinamento al nominativo del fruitore comunque soggetto al controllo di cui al DM 15 agosto 2009
* Previa sottoscrizione, nell’apposito spazio previsto nella modulistica standard, del consenso e dell’assunzione di responsabilità da parte di uno dei genitori o dell’esercente la potestà genitoriale sul minore.
Ciascuna tessera può prevedere vari livelli di pregio (gold, silver, ecc.) a seconda dei servizi che ciascuna Società sportiva intenda offrire ai propri sostenitori.
*
PROCEDURA DI RILASCIO
La tessera del tifoso potrà essere richiesta ad ogni Società di calcio di serie A, B e Lega Pro. 
Per ottenerla, occorre:
a) compilare e sottoscrivere i moduli standard indirizzati alla Società sportiva del programma (all. 1), previa esibizione o comunicazione degli estremi di un valido documento d’identità da riportare negli appositi spazi previsti *;
b) impegnarsi a rispettare le regole del “codice etico” sottoscrivendo un apposito documento dal contenuto standardizzato predisposto dalle Leghe/FIGC/CONI o dalle singole Società sportive (questo mancava! Oltre a chiedere il permesso alla questura per fare l'abbonamento o andare nel settore ospiti, dovete pure promettere di fare i buoni, non insultare l'arbitro, non mandare a quel paese il giocatore avversario e via dicendo!!! E se lo fate vi ritirano la tessera!!!).
c) sottoscrivere l’espressa accettazione del diritto insindacabile delle Società sportive di invalidare la “Tessera del Tifoso” e gli eventuali privilegi ad essa connessi in caso violazione delle regole del “codice etico”, allegato al modulo, nonché del regolamento d’uso degli impianti sportivi.
Le società sportive trattano i dati raccolti mediante i predetti moduli per le sole finalità previste dal programma e li conservano per il tempo di validità della tessera.
Il soggetto può consentire il trattamento dei propri dati personali, anche da parte di altre società e dalle relative concessionarie del servizio, per finalità di promozione ed iniziative commerciali secondo le indicazioni riportate nel richiamato modello.
* in caso di attivazione di ulteriori funzionalità/servizi/agevolazioni connessi alla Tessera ma forniti da Società Partner, dovranno essere compilati e sottoscritti moduli separati, nel rispetto del Codice per la protezione dei dati personali.
*
Specifiche tecniche per il rilascio e l’utilizzo delle tessere 
Fase di richiesta della Tessera del Tifoso
1. All’atto della richiesta da parte di un soggetto di una Tessera del Tifoso ad una Società sportiva dovrà essere effettuata la verifica (dalla questura)dei requisiti ostativi nelle modalità previste dal decreto del 15 agosto 2009.
2. Se nulla osta a tale rilascio, sulla base di un identificativo della autorizzazione fornito dal sistema informatico delle Questure (in pratica, siete schedati ufficialmente come "tifoso della squadra X"), di cui al richiamato D.M., la Società sportiva emetterà la tessera comunicando alla Questura stessa i dati identificati relativi alla agevolazione corrisposta, attraverso un codice alfanumerico.
3. Contestualmente, la Società sportiva – nel rispetto del Codice in materia di protezione dei dati personali - conserverà i seguenti dati: anagrafica del soggetto, numero della Tessera rilasciata e data di scadenza.
4. Affinché sia garantita la circolarità della Tessera del Tifoso ed il sistema descritto funzioni correttamente è assolutamente necessario che il numero di ogni Tessera sia univoco a livello nazionale (numero CONI) e che la stessa Società sportiva non rilasci più di una Tessera del Tifoso intestata ad uno stesso soggetto. È, altresì, ammissibile che un soggetto, con la stessa procedura sopra citata, acquisisca più di una Tessera del Tifoso da diverse Società sportive.

Fase di acquisto di un abbonamento presso la società che ha rilasciato la Tessera del Tifoso
1. L’acquirente si presenterà, munito di Tessera del Tifoso e documento di riconoscimento (perché la TdT non serve come strumento di riconoscimento!), presso una Società sportiva per richiedere un abbonamento.
2. La Società sportiva verificherà la presenza nei propri sistemi della Tessera e, se presente e valida, rilascerà l’abbonamento, senza effettuare nessuna interrogazione al sistema informatico delle Questure, in conformità a quanto previsto dai Decreti Ministeriali 6 giugno 2005 e 15 agosto 2009 nonché dall’art. 3 del decreto legislativo 30 giungo 2003, n. 196.
3. A rilascio effettuato, la Società sportiva, in conformità al D.M. 8 agosto 2009, comunicherà alle Questure, in modalità telematica, i dati identificativi relativi alla agevolazione (l'agevolazione è avervi fatto abbonare, pensa che agevolazione!) corrisposta attraverso un codice alfanumerico.

Fase di acquisto di un biglietto presso la società che ha rilasciato la Tessera del Tifoso (questa cosa vale per chi si fa la TdT ma non si abbona)
1. La procedura prevista in questo caso sarà identica a quella descritta al punto 1, 2 e 3 del titolo precedente come anche la tipologia di dati conservati presso il sistema informatico delle Questure, con l’unica differenza della tipologia di titolo di accesso (e allora perché tutte queste rotture di scatole se, senza TdT, mi compro il biglietto e basta? Solo per andare nel settore ospiti senza, tuttavia, essere abbonato in casa? Quindi, se avete la TdT e per ipotesi ve la ritirano, non potete nemmeno acquistare un biglietto tramite la TdT ma solo senza la stessa).

Fase di acquisto titolo di accesso
(abbonamento/singolo biglietto) presso una società diversa da quella che ha rilasciato la Tessera del Tifoso.
1. L’acquirente si presenterà, munito di Tessera del Tifoso e documento di riconoscimento, presso una Società sportiva, o l’associata Società emettitrice di biglietti, diversa da quella che avrà in passato generato la Tessera del Tifoso in suo possesso, per richiedere un qualsiasi titolo di accesso (abbonamento/singolo biglietto).
2. Il sistema informatico della Società sportiva interrogherà il sistema informatico delle Questure per verificare la validità della Tessera del Tifoso, comunicandone esclusivamente il numero. In caso che tale Tessera sia effettivamente presente nella relativa banca dati del predetto sistema informatico, la Società sportiva riceverà il nulla osta e rilascerà il titolo.

Insorgenza di un requisito ostativo
Nel caso in cui sopraggiunga un requisito ostativo associato ad un soggetto titolare di una Tessera del Tifoso, il sistema informatico delle Questure provvederà a darne comunicazione alla Società sportiva interessata, secondo le modalità previste dal DM 15 agosto 2009 (quindi i dati rimangono presso la questura che avvisa la società a cui si riferiscono quei dati della insorgenza dei motivi ostativi)
Il sistema informatico delle Questure cancellerà, quindi, dal proprio sistema la/e Tessera/e del Tifoso.

*
GLI OBBLIGHI DELLE SOCIETA' SPORTIVE (qual è la legge che stabilisce questi obblighi? Non esiste!)
Con l’inizio del prossimo campionato, a partire dall’avvio della campagna abbonamenti, le società di serie A e B e Lega Pro dovranno garantire il rilascio della “tessera del tifoso” (non esiste una disposizione di legge al riguardo, lo abbiamo già detto: basta vedere la pagina
http://www.osservatoriosport.interno.it/primo_piano/2010/luglio/6_luglio.html

Vedete forse, nel cerchietto rosso, "legge n. ecc. ecc." o leggete solo "circolare n. " ?)
Entro la stessa data in ciascun settore degli impianti interessati dovranno essere previste “corsie dedicate” per i possessori della “tessera del tifoso” e dei loro familiari o accompagnatori; ciò potrà essere realizzato anche utilizzando lettori di prossimità già nelle fasi di prefiltraggio (abbiamo visto che, allo stato non esite nulla e che le corsie normali verranno dedicate a tutto).
Nella fase transitoria e sino al perfezionamento delle procedure informatiche dell’accertamento dei motivi ostativi:
1. le Società sportive dovranno trasmettere i nominativi alle Questure secondo le modalità previste dal D.M. 15 agosto 2009 (quindi nel frattempo mandano tutti i dati nominativi alla questura per la schedatura come "tifoso della squadra X"
2. le Questure risponderanno entro 10 giorni dalla richiesta (pago da bere va tutti se ci riescono); nel frattempo il titolo è comunque rilasciato con possibilità di successiva invalidazione (in barba alla sicurezza! Danno la tessera a tutti e poi con calma controllano se la puoi avere o no, ma nel frattempo puoi abbonarti e andare nel settore ospiti)
*
RACCOMANDAZIONI ALLE SOCIETA' SPORTIVE
- promuovere il Programma tra i propri sostenitori, secondo la strategia di comunicazione condivisa in sede di gruppo tecnico ristretto, eventualmente anche attraverso Servizi Clienti e Pagine Web dedicate, che forniscano informazioni sull’iniziativa e i relativi vantaggi (con la previsione di eventuali aree protette e riservate accessibili ai soli “Soci”)
- consegnare adeguata informativa contenente tutte le notizie utili riguardanti le modalità di funzionamento del programma, motivi di esclusione, trattamento dei dati personali
- assicurare il collegamento con la Questura per l’accertamento dei motivi ostativi con le modalità previste dal Decreto del Ministro dell’Interno in data 15 agosto 2009.
- pianificare nell’ambito della Società sportiva una specifica unità organica dedicata alle relazioni con i tifosi ed ai rapporti con le autorità nell’interesse dei tifosi stessi – Costumer Area/Dipartimento del tifo - al fine di rendere operativi gli obiettivi di inclusione dei fidelizzati nella vita della società stessa.
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MOTIVI DI ESCLUSIONE
a) Prima del rilascio della Tessera:
- mancata presentazione o presentazione incompleta, all’atto della richiesta di partecipazione, dei documenti richiesti dal Regolamento di Partecipazione al Programma;
- il riscontro, attraverso sistema informatico di cui al Decreto del Ministro dell’Interno del 15 agosto 2009, della sussistenza di “motivi ostativi”
b) Successivamente al rilascio della Tessera:
- sopravvenuti motivi ostativi;
- violazioni del regolamento d’uso degli impianti sportivi (quindi vi ritirano la tessera anche se non vi sedete al vostro posto, se gettate una carta per terra, se insultate la squadra avversaria o l'aarbitro e via dicendo), nonché violazioni commesse in occasione o a causa di manifestazioni sportive relativi alle condizioni accettate all’atto della sottoscrizione del Programma.
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Dopo un periodo di applicazione e comunque entro il 30 luglio 2011, l’Osservatorio raccoglierà osservazioni e proposte e valuterà eventuali esigenze di revisione del programma, al fine di renderlo sempre più rispondente alle esigenze delle tifoserie
BUON DIVERTIMENTO!


6 luglio 2010: per oggi un piccolo aggiornamento:
"Caro Lorenzo,
ebbene siamo al capolinea della dinastia Sensi alla giuda della Roma.
Personalmente non mi sono piaciuti, ne padre ne figlia, ma hanno avuto il merito di essere “il presidente” più vincente della ns storia anche se, ns malgrado, non occorreva vincere numerosi titoli per raggiungere questo primato, ma tant’è ed onore ai Sensi.
La cosa, però, che non mi va giù e che nessuno sta rimarcando è che la Roma ha salvato la famiglia Sensi e non viceversa.
Dico questo perché non deve assolutamente passare il concetto che Sensi si è svenato la squadra Roma. Sensi i debiti li ha fatti con Italpetroli per costruire il porto di Gioia Tauro  in Calabria, investimento a dir poco catastrofico, e mi dicono, ma non ho conferme quindi non ne ho certezza e pertanto la butto come indiscrezione, per l’operazione sugli aeroporti di Roma.
Sensi per la Roma avrà cacciato calcolando cessioni ed arrivi, stipendi e pay –tv, al massimo e dico al massimo un 70/100 milioni di €uro vale a dire il valore dell’albergo Cicerone all’epoca venduto a Coppola. Quindi nessun sacrificio.
Per non parlare della dottoressa Sensi, che non solo non ha cacciato un € ma ci ha guadagnato un ricco stipendio (meritato o meno non entro nel merito) cosi come le sorelle consigliere.
E’ vero che la sig.ra gira con le guardie giurate ma per 600.000,00 € netti all’anno anche io sono disposto a fare tale sacrificio.
Dicevo, la Roma ha salvato Sensi. Ribadisco, alla storia questo deve essere tramandato!!!
Se la famiglia Sensi manterrà Villa Pacelli e circa 50/60 milioni di €uro in svariati immobili (e non 25/30 come si dice in giro) è perche italpetroli tra i propri asset aveva la Roma, diversamente Unicredit l’avrebbe spolpata già da un bel po’…senza ristrutturare un bel niente, come, d’altra parte, capita a tutti noi poveri mortali….
Anche perché il debito Italpetroli lo ha accumulato con la romana Capitalia, allora guidata da Cesare Geronzi, ma una volta che quest’ultimo ha fatto il salto di qualità passando a Generali, in attesa di arrivare lì dove tutto si può ossia a capo di Mediobanca nel posto che fù di Cuccia, è subentrato il padano-genovese Profumo che la prima cosa che ha fatto è fare strage dei vecchi “buffi” romani. Non a caso la sig.ra Sensi ad un certo punto ha percorso la strada Mediobanca/Gianni Letta ma nemmeno questi hanno potuto nulla.
Una volta disse il sig. Ciarrapico, non ti devi preoccupare se hai debiti per svariati miliardi di vecchie lire, ma se ne hai per poche centinaia di milioni….. Grande Ciarrapico…..
Ora largo ai nuovi. Si parla di Angelucci…..il re della sanità pugliese e laziale….ma aiutami Lorenzo, in queste due regioni non ci sono stati grossi problemi in questi comparti???
Ah ricordo a tutti, fonte corriere della sera che il sig. Angelucci Giampaolo, probabile futuro acquirente della Roma è già stato arrestato…ma per carità….la presunzione di innocenza è presunzione di innocenza.
“ROMA - L'imprenditore romano Giampaolo Angelucci, il "re delle cliniche" (editore di "Libero" e del "Riformista"), è finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell’inchiesta dei Nas e dei carabinieri di Frascati sulle convenzioni con alcune case di cura. Per il padre, Antonio Angelucci, deputato del Pdl, è stata chiesta l'autorizzazione a procedere: le misure sono state emesse dal Tribunale di Velletri. Sono in totale 13 gli arresti, con 4 obblighi di dimora, disposti dal gip.”
Lorenzo, concludo, sbrigamose co sto azionarato popolare….che al momento è l’unica via…per dare roma ai romanisti e concludo rinnovando il mio ringraziamento alla famiglia Sensi…..".
Subito una piccola precisazione di Gabriele: "Se puoi sottolineare che il presidente più vincente della storia dell'asr è dino viola e NON la famiglia sensi come scrive qualcuno sul sito.
VIOLA: 1 SCUDETTO, 5 COPPE ITALIA, 1 FINALE COPPA CAMPIONI, 1 FINALE COPPA UEFA in 12 anni
SENSI: 1 SCUDETTO, 2 SUPERCOPPE ITALIANE, 2 COPPE ITALIA In 17 anni".
Modello inglese:
La Polizia risarcisce e si scusa con i tifosi dello Stoke City
chiusi in un pub prima di una partita
Ottanta tifosi si sono divisi circa £ 200,000 per risarcimento, in uno con le scuse della Polizia, che li ha intrappolati in un pub prima di una partita con il Manchster United.
I tifosi dello Stoke City supporters hanno riferito che gli è stato detto di urinare nelle tazze, dopo che i poliziotti gli hanno impedito di andare al bagno in un pub di Irlam, Greater Manchester.
Dopo sono stati piazzati su dei pullman e portati indietro a Stoke-on-Trent qualche ora prima del calcio di inizio nel Novembre 2008.
La Greater Manchester Police ha ammesso di avere agito "erroneamente" (da noi ci sono volute le Iene e nessun risarcimento alla tifosa del Man U).
In base all'articolo 27 del Violent Crime Reduction Act, alla polizia è concesso di dare indicazioni ai soggetti che rappresentano un rischio di disordine.
Tuttavia, la Football Supporters' Federation (FSF), che ha rappresentato molti dei tifosi, ha detto che non stavano provocando problemi nel pub.
Come riferito da un portavoce del FSF, hanno persino parlato al gestore del pub che ha detto che i tifosi si erano comportati così bene che gli avrebbe preparato dei opanini se fossero ritornati.
Malcolm Clarke, presidente del FSF, ha detto: "La polizia ha imprigionato questi tifosi in un pub e gli hanno vietato di usare i bagni Dopo di che li hanno illegalmente intimoriti con avvisi, hanno affittato dei pullman e semplicemente depositati al centro di Stoke. Hanno infranto la legge e ora stanno pagando per questo. Per ironia della sorte, lo Stoke ha perso 5-0, così non hanno perso molto e molti tifosi possono usare il risarcimento per il loro abbonamento annuale"
La polizia ha confermato di avere pagato in totale ai tifosi £184,850 (circa 200mila euro, n.d.L.).
Greater Manchester Police ha detto di aver agito su una "confidenza" ma ha ammesso che quanto fatto dai poliziotti è stato troppo di mano pesante.
Ogni persona che ha avuto il risarcimento ha anche avuto una lettera di scuse dal Capo Assistente Ian Hopkins.
Il direttore dei servizi legali della Greater Manchester Police Sian Williams ha detto: "Abbiamo risarcito i danni subiti da coloro che li lamentavano dopo aver usato erroneamente i poteri concessi dall'articolo 27 del Violent Crime Reduction Act nel Novembre 2008.
A quel tempo, l'uso di quei poteri era nuovo e abbiamo dovuto fare dei passi per sperimentare la comprensione della legislazione per impedire che accadesse di nuovo; gestendo la cosa senza i servizi legali, abbiamo risparmiato 16mila sterline".
Quando l'Italia raggiungerà questo grado di civiltà, saremo pronti anche per la "tessera del tifoso"!
Qui di seguito una intervista a Pompey John, uno dei più noti tifosi del Portsmouth:
"La maggior parte del tempo è semplicemente  John Anthony Westwood e vende libri nella sua libreria in Petersfield Hampshire, il week end si trasforma in John Anthony Portsmouth Fc Westwood meglio conosciuto come 'Pompey John' il piu' famoso, discusso e tatuato tifoso di Fratton Park.
Questo fine settimana il suo Portsmouth incontrera' i neo campioni del Chelsea a Wembley per la finale di Fa Cup e la notiziona del giorno è che le autorita' pare gli abbiano vietato di portare i suoi celeberrimi strumenti musicali preferiti (campane, trombe e tamburi), questo divieto sarebbe stato motivato dal fatto che il 'nostro' non possiederebbe alcuna licenza per farlo e oltretutto le norme di sicurezza dello stadio lo proibiscono.
 John la prende con filosofia dicendo pero' una sacrosanta verità, c'e' piu' atmosfera al pub dove vado che negli stadi inglesi e su questo come non dargli ragione... " I’ve been told I have to have a licence,’ says Westwood, 47. ‘It’s all about health and safety. ‘To be honest there is more atmosphere in my pub these days than at most football grounds" ("mi è stato detto che devo avere una licenza.. è tutto riguardo al salute e la sicurezza. Ad essere onesto c'è più atmosfera in questi giorni al mio pub che nella maggioranza dei campi di calcio")
Il suo tifo sfrenato per i Pompeys comincio' all'eta' di 13 anni quando suo padre Frank lo porto' ad assistere ad una partita con il Brighton vinta dal Portsmouth per 1-0 davanti a 32000 spettatori in un'atmosfera incredibile,  fu' quel giorno, dice John, che decisi di diventare tifoso dei Pompeys e che lo sarei stato finche' morte non ci separi..."‘I thought there and then that I was going to be a Pompey fan until the day I died."
Si definisce un po' Dottor Jekill e Mr. Hyde.... Quando esco dal mio negozio di libri smetto di essere educato e preciso come lo sono con i miei clienti e divento me stesso, a causa di questa mia passione calcistica  è fallito il mio matrimonio, la mia ex moglie pensava che mi piacesse un'altra, ma non aveva capito che chi si sposa con me si deve sposare anche con il Portsmouth Fc e non è facile trovarne una che corrisponda a questi requisiti... I miei due figli pensano sia matto, ma in fondo capiscono la mia passione per il club poi al di la' di tutto nonostante la separazione io e Linda siamo rimasti amici e qualche volta ci vediamo...
Sono stato piu' volte espulso , è successo in vari stadi, questo perche' mi alzo in piedi e faccio un po' di rumore, il  calcio moderno in Inghilterra è diventato cosi' 'politically correct' che  i personaggi "estroversi" come me sono osteggiati sempre e comunque,  da una parte sono contento che il prossimo anno giocheremo in Championship, la Premier è un campionato per i soliti 4- 5 club e per quei lobotomizzati che li tifano.
Sabato il pulmino della sua libreria lo portera' fino a Wembley, partenza di buon ora alle 9.00 del mattino, saremo a Wembley in tempo per qualche birra e per fare due chiacchiere con i tifosi del Chelsea, è la nostra seconda finale in due anni, non avremmo mai creduto di farne una ed ecco che c'e' gia' la seconda, incredibile ...
Milano (Inter), Pescara e Pisa... ognuno si faccia la propria idea...:
COMUNICATO UFFICIALE CURVA NORD MILANO 1969
Il momento è arrivato.
Abbiamo provato con tutte le nostre forze a rinviarlo e a trovare modi e maniere di raggirare l’ennesimo pretestuoso tentativo di bombardamento legislativo (e commerciale …) sulla nostra libertà di essere tifosi e liberi cittadini. Ma siamo arrivati ad un dunque.
Oggi, nel quarantunesimo anno di vita della Curva Nord, ci troviamo costretti a dover scrivere una delle pagine più “scomode” della nostra storia. 
“Scomoda” è la nostra scelta perché riteniamo che questa famigerata tessera del tifoso sia una delle più grandi “cazzate” messe in piedi dal governo italiano e dalle menti infime che stanno dietro al nome dell’Osservatorio, della FIGC e della Lega Calcio.
E’ uno strumento che nasce da tutta una serie di leggi e decreti anticostituzionali che negli ultimi 20 anni sono stati attuati per reprimere chi, come noi, fa dello stadio la propria vita.
Analizzando con attenzione tutti i passaggi legislativi, burocratici e soprattutto pratici della tessera emergono solo svantaggi.
Tutti i privilegi che vengono menzionati sono letteralmente luride menzogne atte a giustificare il pressapochismo e poca professionalità con la quale la medesima è stata redatta e viene messa in atto.
D'altronde questa “card”, come la chiamano loro, ha tra le altre nefandezze delle quali discuteremo meglio nei prossimi mesi, il “pregio” di essere stata inventata da chi ha scarsa conoscenza in materia.
Cosa possiamo pretendere da chi è stato capace di allontanare gli appassionati dagli stadi e “partorire” atti e decreti che il limite della costituzionalità non lo raggiungono neanche in lontananza …???
Appare chiaro l’intento di procedere ad una sorta di “schedatura” legalizzata di tutti coloro che potranno accedere agli stadi, in completo spregio al diritto alla privacy ed alla riservatezza di cui ogni cittadino dovrebbe godere, il tutto mascherato dallo sbandierato intento di fidelizzare la tifoseria di ogni squadra..
Nessuno di noi ha bisogno di entrare in nessun club d’elite dei tifosi fidelizzati (ci viene da ridere solo a pronunciare queste frasi).
I nostri principi, il nostro essere, il nostro vivere lo stadio non sono e non saranno mai fidelizzabili.
Non sentiamo il bisogno di essere definiti “tifosi ufficiali” e non sentiamo il bisogno di farci imporre una carta di credito per assistere alle gare in trasferta della nostra squadra.
La stessa qualifica di tifosi per noi appare riduttiva: noi siamo la Curva Nord, senza bisogno di altre definizioni e, soprattutto, senza che vi sia la necessità una “card” a testimoniarlo.
Ci interessa unicamente seguire l’Inter senza dover essere costretti a dimostrare di avere la fedina penale pulita, quasi dovessimo accedere ad un concorso per entrare in Polizia o in Magistratura…
Del resto, che ormai gli stadi siano divenuti una specie di “zona franca” ed i tifosi cittadini di serie B, per il controllo dei quali è possibile porre in essere leggi speciali al di fuori di qualsiasi garanzia costituzionale, è da tempo principio assodato.
La tessera del tifoso non rappresenta pertanto che l’ultima invenzione in questo senso, che, ancora una volta, sta a confermare l’assoluto fallimento di una politica di repressione posta in essere dalle Istituzioni, che è sotto gli occhi di tutti.
Tuttavia il nostro primo obiettivo, ancora oggi dopo quarantuno anni, è quello di sostenere l’Fc Internazionale … AD OGNI COSTO!
Partendo da questo presupposto abbiamo discusso per diverso tempo su come riuscire a trovare una soluzione per contrastare questa tessera del tifoso SENZA DOVER DANNEGGIARE LA SQUADRA e noi stessi come persone fisiche.
La conclusione è stata che mai avremmo pensato nella nostra umile storia di dover assecondare quanto di più anti-costituzionale, anti-democratico, anti-passionale, anti-aggregativo ci stanno imponendo, per di più con l’infame forma del ricatto.
Eppure in questo momento storico la nostra decisione è quella che, nostro malgrado, andremo a sottoscrivere la tessera del tifoso perché con la stessa umiltà che ci contraddistingue dal 1969 ammettiamo di non essere ancora in grado di trovare una maniera CONCRETA capace di combattere la “card” senza, ripetiamo, danneggiare l’Inter e la Curva Nord.
Questo non vuol dire che non la combatteremo.
Non vogliamo certo snaturare la nostra indole.
Non vogliamo certo rinunciare alla nostra libertà di cittadino.
Non vogliamo accettare in maniera passiva un’imposizione che riteniamo estremamente grave.
Rimaniamo disponibili fin da ora a qualsiasi iniziativa UTILE, DECISA, FORTE che tuteli il nostro vivere. Sia che questa iniziativa arrivi dal mondo ultras, sia che arrivi da qualsiasi ragionamento lucido vorremo ascoltare.
La nostra sarà una battaglia e una lotta alla sopravvivenza iniziata anni fa e che intendiamo continuare tutti insieme proprio dove non ci vogliono: DENTRO LO STADIO!!!
Anche se a qualcuno darà fastidio noi continueremo a cantare i nostri inni, sventolare le nostre bandiere, srotolare i nostri striscioni perché nessuno riuscirà mai a cancellare l’amore, la passione, l’aggregazione che caratterizzano la nostra vita al seguito dell’Fc Inter.
SIAMO L’ARMATA NEROAZZURRA E MAI NESSUN CI FERMERA’!
Curva Nord Milano 1969

COMUNICATO UFFICIALE PESCARA RANGERS 1976 CURVA NORD 
MARCO MAZZA
Eccoci qua a parlare dell'ormai famosa “tessera del tifoso”, quante parole e dibattiti abbiamo sentito su giornali e televisioni. Ripartiamo dall'inizio... La "tessera del tifoso" è uno strumento di “fidelizzazione” adottato dalla società di calcio che prevede verifiche della Questura attraverso una procedura standard diramata a livello nazionale con apposita direttiva ministeriale. Il progetto lanciato dall'Osservatorio si pone l’obiettivo di creare la categoria dei “tifosi ufficiali”... questa è la definizione del ministero degli interni sulla tessera del tifoso. 
Ma in effetti cos'è? Come funziona? A cosa serve? Chi può averla? Queste sono le domande a cui ci devono rispondere e non in maniera aleatoria, non riempiendosi la bocca di belle parole. E’ per identificare chi entra allo stadio... e allora tutti i soldi spesi per tornelli e biglietti nominativi a cosa servono?? Non verrà rilasciata a quanti abbiano subito una condanna “anche in via non definitiva” per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive negli ultimi 5 anni. Vale a dire che un soggetto, colpito ad esempio da un DASPO, anche se lo stesso è stato completamente scontato, non potrà richiedere la tessera e quindi non avrà accesso al settore ospiti...per assurdo lo stesso soggetto potrà recarsi in qualsiasi altro settore dello stadio, ma non fra i “suoi” tifosi... e allora immaginatevi magari in un Foggia – Pescara 200 ultrà biancoazzurri nella Curva di casa dello Zaccheria... Ma non era per un motivo di sicurezza?!?!? Questi termini sono chiaramente paradossali: un soggetto “sconta” due volte la pena per lo stesso reato, la sconta anche se la condanna non è definitiva e potrebbe essere assolto in un grado di giudizio successivo, ma ha comunque la possibilità di accedere allo stadio in settori diversi da quello ospite.
Una cosa è sicura, nessuno la vuole in mezzo ai tifosi, ed è sicuramente un altro mezzo per svuotare gli stadi, ci hanno tolto i colori, ci hanno tolto i cori, ci vogliono seduti come in teatro ora ci vogliono togliere anche la libertà di seguire la nostra squadra... il discorso economico che c'è dietro e troppo lungo da affrontare e pieno di insidie... vogliono gli stadi vuoti e le televisioni accese... non lo avranno mai!!! 
Ed ecco l’ultima porcata, abbinarla all’abbonamento, chi vorrà abbonarsi per la prossima stagione dovrà per forza essere “tesserato”, a questo punto diciamo basta, la Curva Nord e i Pescara Rangers non faranno l’abbonamento ed invitano tutti i tifosi che hanno ancora un minimo di dignità e ci tengono ancora alla libertà personale, come d’altronde recita l’articolo 21 della costituzione italiana, a non farlo. Non è assolutamente una protesta contro la nostra società o un disimpegno nostro anzi ci saremo come prima e più di prima, come sempre saremo noi a pagare in tutti i sensi, faremo il biglietto per ogni singola partita ed andremo ovunque ci sarà permesso andare. Noi siamo Ultras e ci saremo sempre finchè esisteranno i Nostri colori !!!
… L’IMPERO CONTINUA

COMUNICATO UFFICIALE CURVA NORD MAURIZIO ALBERTI PISA
Dopo la sciagurata decisione dell'introduzione della tessera del tifoso anche in Lega Pro e la notizia che anche qui a Pisa ci sarà una campagna abbonamenti solo per i possessori di questa ridicola e incostituzionale tessera, i gruppi della Curva Nord “Maurizio Alberti”comunicano che, se le cose stanno realmente così, NON SI ABBONERANNO. Ancora a Pisa non conosciamo esattamente ciò che la tessera prevede, ma si parla di una schedatura, di negarla a chi nei 5 anni precedenti ha preso una diffida ( a Pisa negli ultimi anni sono fioccate decine e decine di ridicole diffide per tamburi, striscioni e bandiere....). Si parla inoltre di un business legato alla tessera. Ogni anno assistiamo ormai a una nuova stangata al mondo del tifo e a una nuova negazione della libertà di ogni tifoso. Per il momento attendiamo di apprendere dai comunicati ufficiali quella che sarà la reale attuazione della tessera e le conseguenze dell'ennesima assurda imposizione, riservandoci di comunicare in seguito altre decisioni o iniziative". 
Curva Nord Maurizio Alberti - PISA
Da "Il Messaggero":
Ngcobo, il tifoso (senza tessera)
che ha battuto il mondiale dello spettatore
di Piero Mei
ROMA (5 luglio) - Uno che ce l’ha fatta è Thulani Ngcobo, ventinovenne della zona di Pretoria. Ha già battuto il record del mondo (che non c’era ma era stata fissata l’asticella virtuale a 20 partite) dello spettatore che ha visto dal vivo più partite mondiali: l’11 luglio, con le prossime quattro, conta di arrivare a quota 38. Ma anche a quota 17 mila chilometri percorsi fra auto e aereo (tutto a carico dello sponsor: Thulani aveva vinto un concorso), quasi 3500 minuti di calcio vissuto dal vivo a parte quel che ha perso arrivando tardi alla seconda delle due partite al giorno che si è sobbarcato. Se fanno i matinés la prossima volta in Brasile qualcuno potrà fare meglio.
«E’ stato bellissimo vedere Rooney e Cristiano Ronaldo» ha commentato il fan sfegatato, che è anche il solo ad aver visto Rooney e uno dei pochi ad aver visto Cristiano Ronaldo: non che questi due si siano fatti vedere molto. Si lamenta solo un po’ per dormire tre ore a notte: non spreca fiato con la vuvuzela.
Chissà se Thulani aveva la tessera del tifoso…
Notizia che ho avuto venerdì: gli abbonamenti raccolti dai gruppi della curva sono più o meno 1000. Un ottimo risultato, ritengo.
Spunti: "Ciao lorenzo, essendomi trovato a assistere al dibattito in memoria di valerio, voglio prendere spunto dalle tue affermazioni in risposta all'ultras leccese (secondo cui un tifoso,"razionalmente", può disertare lo stadio, a cui avevi giustamente fatto notare di fare i conti senza l'oste: la passione), per rivendicare un concetto troppo speso manipolato strumentalmente da parte di molti di coloro (che comunque rispetto) non sono contrari o sottoscriveranno la tessera. cioé: dal punto di vista di chi, come me, deciderà di non rinnovare l'abbonamento non è da registrarsi AFFATTO un calo di affetto nei confronti di una passione che ci trascina e condiziona dalla più tenera età; se passasse questo principio,attenzione allora perchè vorrà dire che sarà veramente la fine non solo dell'essere ultras e tifosi in generale, ma anche la fine delle nostre libertà di cittadini e menti pensanti: NON si può ACCETTARE, in nome oggi di una società di calcio, domani di un'altra passione più o meno viscerale e, subito appreso, di libertà irrinunciabili, quello che si chiama in un solo modo: RICATTO.credo di essere, almeno ancora, libero di tifare i colori che mi hanno fulminato quando ero piccoletto pur esprimendo dissenso nei confronti di una gestione societaria, lei sì, ricattabile perchè serva di banche e partiti.ripeto, nulla contro chi si tessera, ma siamo di fronte a uno spartiacque. speriamo solo di uscirne,comunque, più uniti malgrado chi specula sulle passioni. è vero, la razionalità non si sposa bene con il concetto stesso di tifo, ma il tifo riconosce solo la maglia come oggetto della passione e ogni società calcistica che introduca la tessera non può essere altro una sagoma e dietro la sua apparenza solo vuoto di significati possibili da ricondurre all'essere tifoso NESSUNO DI NOI ha mai scelto di essere tifoso NESSUNO DI LORO potrà costringerci a smettere di esserlo perciò: BASTA STRUMENTALIZZAZIONI perchè chi le compie si rende partecipe di un meccanismo che farà di lui/lei la prossima vittima".
Al riguardo, una interessante intervista a Valerio Marchi del 2004: http://current.com/groups/inchieste/91279306_football.htm
Per chi non lo sapesse, c'è una mostra su Dino Viola:
Firenze, forse 1987/88


3 luglio 2010: argomento del giorno, visto che ormai, con la stagione alle porte, la rivolta si espande in tutta Italia:


Lecce

Napoli

Napoli


Firenze
"Ciao Lorenzo ti invio questa foto di uno striscione attaccato allo stadio "Renzo Barbera" di Palermo la scorsa settimana nelle prime ore del pomeriggio e prontamente fatto rimuovere poche ore dopo da qualche addetto dello stadio. Purtroppo viviamo in dittatura e uno non può manco più manifestare il proprio dissenso neppure pacificamente!...ciao Lorenzo..."


Arezzo

Roma
Attenzione, alcune delle seguenti immagini contengono reati... Roma/Sampdoria 1985/86, la Curva Nord (grazie Benedetto):
Memorial per Fabio:



2 luglio 2010: dunque:

TESSERA DEL TIFOSO: ULTRÀ IN PROTESTA CON UN VOLANTINO
A firma del gruppo più caldo della tifoseria giallorossa è comparso in città un volantino
che esplicita le ragioni per cui gli ultras giallorossi non richiederanno la tessera del tifoso

Gli Ultrà Lecce prendono pubblicamente posizione rispetto al varo della tessera del tifoso. Come risaputo, tutte o quasi le società del calcio professionistico stanno recependo la circolare ministeriale che obbliga il tifoso a richiedere il rilascio, previo verifica di vari requisiti da parte delle forze dell’ordine, di una scheda con microchip che varrà come abbonamento per le gare interne e come condicio sine qua non per seguire la propria squadra in trasferta nel settore ospiti. Sulla vicenda, che sta alimentando un ampio dibattito nel mondo delle tifoserie, l’avvocato Giuseppe Milli si è ampiamente soffermato in un articolo pubblicato di recente su questo giornale.

Nel volantino distribuito in queste ore in città vengono spiegate le ragioni del rifiuto, netto e categorico, di quello che è visto come “uno strumento di controllo in mano allo Stato e al Mondo del Calcio che vuole fare del fenomeno ultras un fenomeno di puro folclore”. Non ci stanno gli ultras ad assecondare “la deriva di una sport che non ha più nulla da dire, spettacolarizzato, svenduto e relegato a luogo di spostamento e riciclaggio di capitali, truffe finanziarie, investimenti fuori controllo”. La parte più accesa della tifoseria giallorossa denuncia lo svuotamento del valore aggregativo e spontaneo di uno spazio sociale, “quello dello stadio e delle curve, reso il teatro di tifosi fantocci al servizio di giochi economici da capogiro”.

Rivendicando con coerenza il percorso che li ha già spinti a non esporre gli striscioni da quando è obbligatoria l’autorizzazione del questore, gli Ultrà Lecce “invitano tutti quanti hanno a cuore il mondo ultras e la propria libertà personale a non aderire, rifiutando una schedatura forzata”. Come si comporteranno allora nel prossimo campionato? La risposta è abbastanza chiara: “Siamo disposti a seguire i nostri colori – sia in casa che fuori – anche rimanendo fuori dallo stadio”. Per le prossime settimane, intanto, è attesa la presentazione della tessera del tifoso da parte dell’Unione Sportiva Lecce.

http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=21390
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Come vedete, ci sono società che vogliono bene ai loro tifosi, ne comprendono le esigenze e le sostengono.
La Roma non è tra queste, purtroppo.
La Sampdoria (come anche il Genoa) sì, come mi fa notare Luca:
"Samp Card. Inevitabile, infine, toccare in questa sede l’argomento-Tessera del Tifoso. «Come da disposizioni dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, chi sottoscrive l’abbonamento 2010/11 dovrà esserne in possesso - puntualizza Gasparin -. Oltre 15mila sampdoriani hanno già sottoscritto Samp Card, un numero molto alto e una straordinaria partecipazione dovuta anche al fatto di essere stati i primi a muoverci in questo senso. Per coloro che non la sottoscriveranno, nel rispetto di chi, in tanti anni, è stato vicino ai nostri colori, abbiamo deciso, in occasione di ogni partita interna, di garantire un periodo di prelazione per l’acquisto dei tagliandi dello stesso posto e settore in cui erano abbonati nella stagione 2009/10». Anche questo significa unione.

"IMPORTANTE. L'U.C. Sampdoria informa che a tutti coloro i quali non rinnoveranno il proprio abbonamento per la stagione sportiva 2010/11, sarà comunque garantito un periodo di prelazione per l'acquisto dei tagliandi per le sole gare interne (salvo restrizioni da parte delle Autorità di Pubblica Sicurezza). L'acquisto sarà effettuabile solo presso i Sampdoria Point, previa presentazione dell'abbonamento della stagione 2009/10. Per gli stessi verrà inoltre mantenuto il diritto di prelazione per potersi abbonare alla stagione 2011/12"
http://www.sampdoria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=6586&Itemid=38
da notare che la società si è mossa anche sulla non obbligatorietà della tessera per sottoscrivere l'abbonamento (ed attende risposte in merito... la questione non è chiusa...)
onore al merito alla società, che ci è venuta incontro e che si sta impegnando concretamente sul dossier della tessera (ha brandito un parere legale che gli è stato sottoposto dai gruppi, e sostanzialmente, mi pare di capire, lo ha fatto proprio).
guadagnamo un anno di tempo, con tutti noi dentro la Sud, per trovare nuove forme di lotta contro questa tessera.
resta ovviamente il problema trasferte ma si vedrà. una cosa per volta.
e comunque gli ultras ne escono rafforzati sotto tutti i punti di vista.
gli oltre 1000 abbonamenti da loro raccolti dimostrano il grande senso di fiducia della gente comune nei confronti dei gruppi della sud.
questa decisione della società sampdoria, anzi, queste decisioni della u.c. sampdoria sono la prova del nove di quanta stima ci sia da parte della dirigenza verso quei ragazzi di gradinata sud e di quanto sia demenziale quest'imposizione ministeriale.
sampdoria 3 - maroni 0".
Francesco mi informa: "Forse l'hai già visto ma sulla RAI è appena passato uno spot sulla Tessera del Tifoso, non ci posso credere".
Beh, tempestivi!
Il dato di fatto è che la tessera del tifoso è già un fallimento.
Si noti che la Sampdoria stessa confida nel fatto che la stagione 2010/11 sia l'unica con la tessera del tifoso, tanto che garantisce agli abbonati 2009/10 la prelazione per il campionato 2011/12!
Sempre a proposito di società vicine ai propri tifosi:
"Ciao Lorenzo, stavo navigando sul tuo sito quando ho visto il comunicato dei tifosi del Genoa e ho scoperto, magari in ritardo rispetto a molti altri, ciò che i Presidenti di Genoa e Sampdoria hanno fatto per i loro tifosi cioè una prelazione per coloro che non rinnoveranno il loro abbonamento per i biglietti delle partite casalinghe e, qualora il prgetto TdT dovesse fallire, la possibilità di avere la prelazione per abbonarsi anche l'anno prossimo.
Mi sembra una mossa clamorosa e a dir poco intelligente, un modo da parte dei Presidenti di venire incontro ai loro tifosi. MA ROSELLA SENSI NON POTREBBE FARE ALTRETTANTO??
Te sicuramente sei più informato di me ma questa mi sembra, almeno per il momento, un ottima soluzione. In attesa di novità al riguardo, ti ringrazio soprattutto per il lavoro che stai facendo oltre alla gestione di questo sito. NO ALLA TESSERA!! Valerio rxx".
Io spero tanto che Rosella legga queste righe. Purtroppo, quanto a marketing e relative strategie la Roma credo sia una delle peggiori società del mondo.
Mancano in seno alla società delle figure di riferimento che possano interfacciarsi con le esigenze dei tifosi.
Splendido intervista a Maurizio Martucci:

MAURIZIO MARTUCCI: «Vi spiego cos'è tessera del tifoso»
30.06.2010 10:18 di Marco Liguori
Maurizio Martucci, coi suoi interventi su giornali, radio e tv molti la considerano tra i più esperti a livello nazionale sul tema tessera del tifoso. Cos'è questo 'Programma Tessera del Tifoso' e come nasce?
Esperti? Non scherziamo.... Faccio solo il mio lavoro e basta. Però partiamo dalla genesi, dall'inizio, dalla storia di questa carta. Nel 2004 Antony Weatherill, per anni titolare del circuito di vendita dei biglietti dei campionati francesi, sbarcò in Italia con un'idea rivoluzionaria: “Il calcio è diventato uno spettacolo consumistico di intrattenimento – disse – ci vuole una 'Carta dei Tifosi', un manifesto che tuteli i diritti e gli interessi della categoria.” La rivista Toro News ne adottò il progetto e nacque la “Carta del tifoso granata”. Registrato il brevetto, quel signore venuto da Manchester andò a proporsi all'allora Governo Prodi, il Ministro dell'Interno era Amato. Nel 2007 morì a Catania l'Ispettore di Polizia Filippo Raciti e il parlamento varò urgentemente una legge per arginare il fenomeno della violenza negli stadi, vietando alle società di vendere biglietti e abbonamenti ai destinatari di DASPO e ai condannati, anche in primo grado, per i cosiddetti reati da stadio. Da qui l'azione dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive che, nel 2008, con due Delibere e una serie di tavoli di lavoro congiunti con CONI, FIGC, Lega Calcio, Lega Pro e Dilettanti, adottò il 'Programma Tessera del Tifoso' stravolgendo l'originaria idea di Weatherill, che non gli restò che intentare una causa per l'appropriazione del marchio registrato. Dirò di più: ha già vinto il processo intentato all'Inter per i diritti sulla carta 'Siamo Noi'. Poi nel 2009 il Ministero dell'Interno Maroni (Governo Berlusconi) emanò una direttiva rivolta a Questure e Prefetture, invitandole a sollecitare i Club a diffondere il programma della nuova fidelity card. Come? Semplice! Visto che la 'Tessera del Tifoso' non è un obbligo di legge e non è inserita nel dispositivo post-Raciti, si chiede ai 132 Club di Serie A, B e Lega Pro di affiancarla agli abbonamenti casalinghi e ai biglietti per le trasferte nei settori ospiti, chiarendo che in caso contrario si rischia di giocare a porte chiuse per carenze strutturali degli stadi. Con tutto quello che ne deriverebbe in termini di sicurezza, di immagine negativa, di psicosi allarmistica da violenza del calcio e di mancati introiti da botteghino. Tutto questo non ha nessun precedente al mondo. Ma ci pensate? Chiudere gli stadi perché i tifosi non hanno la 'Tessera del Tifoso'. E questo garantirebbe l'integrità strutturale degli impianti? Alla faccia delle disposizioni sulle vie di fuga da mettere a norma, delle uscite di sicurezza per l'afflusso e il deflusso del pubblico, della dislocazione delle postazioni di pronto soccorso e delle strutture costruite nel rispetto delle norme europee.
Cosa vuol dire?
Porto un esempio, ahimè nefasto ma concreto e che rende l'idea. Nel 2009, durante Parma-Vicenza di Serie B, nello stadio parmense Ennio Tardini morì Eugenio Bortolon, giovane tifoso vicentino. Cadde rovinosamente da una balaustra del settore ospiti rivelatasi irregolare, oltre che fatale. Fece un volo nel vuoto per meno di 10 metri. E poi un terribile schianto al suolo. Colpa una balaustra che le perizie tecniche rivelarono poi essere al di sotto delle misure minime imposte dagli standard europei, cioè più bassa di quanto prescritto e per di più pure senza rete di protezione, che in quel caso avrebbe potuto dire salvare una giovane vita, risparmiando lo strazio di una famiglia, costretta a piangere un lutto contro natura. Mi chiedo: se il povero Bortolon avesse avuto in tasca la sua 'Tessera del Tifoso' del Vicenza e l'avesse esibita agli steward all'ingresso dello stadio... sarebbe ancora vivo? Cioè... sarebbe ancora tra noi? Non sarebbe caduto e non sarebbe morto come purtroppo è morto? Non credo proprio. Qui si stanno mischiando due piani diversi e nettamente distinti. Un conto sono le carte fedeltà, un conto sono gli impianti a norma e la garanzia dell'incolumità del pubblico. Ma ora ci dicono che la sicurezza negli stadi passa per la profilazione preventiva orientata al consumo e per l'analisi del casellario giudiziale degli spettatori. Questo ci mancava. Ma da quanto mi risulta, il settore ospiti di Parma è ancora chiuso perché sotto sequestro dalla magistratura. E sempre a Parma stanno per lanciare la loro tessera fedeltà dei tifosi crociati. Delle due, l'una. Giudicate voi...
Si dice che la nuova card sia uno strumento per prevenire la violenza nel calcio. Ma che sia anche un mezzo di marketing. Come stanno le cose?
E' un contenitore poliedrico di marketing, fatto da un data base potenziale di migliaia di nominativi per un mercato emergente orientato ad innovative strategie di incentivazione al consumo, credo sia l'aspetto esclusivo con cui sono state addolcite le società, facendole aderire al 'Programma Tessera del Tifoso' proponendogli un serbatoio premio, un regalo inatteso. Insomma: gli è stato prefigurato un mercato vergine da aggredire. E i Club non se lo sono lasciato scappare! Se non avessero inserito questa rete consumistica, la fidelity card sarebbe rimasta unicamente uno strumento proibizionista, un mezzo per dire chi può e chi non può entrare allo stadio. E le società si sarebbero fisiologicamente ribellate, come comunque Palermo e Parma hanno continuato a fare pur aderendo al progetto con riserva di critica. Capiamoci bene: dalla Rivoluzione industriale in poi, il marketing fa le leggi di mercato, e nel calcio è un segmento di ricavi con la vendita del merchandising che all'estero fa numeri da capogiro. E' un modo per incidere sulle scelte d'acquisto dei tifosi nei giorni della settimana in cui non vanno allo stadio. Però qui il problema è un altro: prima d'ora nessuna fidelity card è mai stata imposta dal Governo come un ultimatum. Il Chelsea e il Liverpool ce l'hanno ma in Inghilterra mica l'ha prescritta David Cameron o Tony Blair! E' un'opzione a libera scelta: se la vuoi la fai, altrimenti no. Da noi si corre il rischio del cambio antropologico del tifoso, un aspetto da non sottovalutare. La figura del tifoso semplice e spontaneo sarà traghettata in quella di un consumatore segmentato per capacità di spesa e ampiezza di portafogli. E' come uno stravolgimento dell'anima. Questo è il prodotto dei programmi membership fine a se stessi. La differenza con gli altri paesi è culturale: le carte fedeltà di Barcellona e Real Madrid consentono di diventare tifosi attivi, protagonisti fattivamente della vita del Club, anche con l'azionariato popolare, entri in piscina, al ristorante o nella palestra della tua squadra. Da noi si rischia di diventare un tifoso mucca da mungere, un tifoso passivo, nel caso anche sparuta minoranza da cui dissociarsi e prendere le distanze se il tifoso diventa un contestatore non allineato da isolare. Mettiamoci d'accordo: va bene il marketing a condizione che sia un marketing etico, solidaristico e sociale, che consenta al tifoso di sentirsi parte viva del Club. L'Arsenal finanzia campi di calcio per l'Africa, esportando nel continente nero il marchio dei Gunners grazie alle sterline dei suoi fedelissimi fans d'Oltremanica. Da noi siamo all'età della pietra: dove vanno a finire i proventi delle vendite delle maglie di Totti, Del Piero, Milito e Zarate?
Oltre il merchandising, c'è il circuito bancario. Cos'è la tessera del tifoso?
Ad esempio la Lazio ha lanciato la carta Millenovecento. Viaggia su doppio circuito, lasciando l'opzione tra quello della carta di credito MasterCard e carta ricaricabile Poste Italiane, la classica PostePay, molto utilizzata soprattutto per gli acquisti on-line. La prima cosa che mi viene da pensare è che da molti anni la stessa Lazio aveva già una carta di credito brandrizzata da American Express e che non molto tempo fa aveva già lanciato la PostePay personalizzata di Poste Italiane, così come aveva fatto anche l'A.S. Roma che ora si avvale del circuito Visa. Millenovecento mi sembra una replica di un prodotto già visto, un sovraffollamento di servizi già esistenti, che sono già sul mercato. Il Cesena invece lascia anche l'opzione della carta di credito modello revolving, dove si possono rateizzare gli acquisti pagandoci sopra gli interessi maturati. E sappiamo quali sono i problemi di queste carte, in alcuni casi condannate anche per l'applicazione di tassi da usura, sopra il 21%. Per carità, mica voglio dire che riguarderà proprio la Cesena Card. Però mi faccio una domanda: ma non avrebbero dovuto prima interpellare proprio i tifosi? Chessò... facendo un'analisi dei loro bisogni, somministrando questionari, facendo un indagine a campione, interviste telefoniche, andando in giro tra le varie realtà della città, infilandosi tra la gente, per respirare l'aria dell'ambiente prima di dire: “Armiamoci e partiamo!” Si, ma dove? Verso quale obiettivo? Bisognava sentire gli umori, ascoltare i pareri dei ragazzi che hanno il simbolo della loro squadra tatuata sulla pelle e che la domenica la seguono dappertutto o degli anziani che hanno 40 o 50 anni di stadio sulle spalle. Tanto per intenderci, c'è gente che va allo stadio dagli anni '50: e loro sarebbero tifosi da fidelizzare? Ma se ce l'hanno nel sangue! Ma se il calcio è nel DNA delle loro famiglie! Si doveva pensare prima di agire. Si doveva capire cosa i tifosi vogliono e cosa non vogliono. Bisognava percorrere un percorso di condivisione e di confronto preliminare con la gente. Un iter meticoloso, giorno dopo giorno, one to one, faccia a faccia. Qualcosa che è mancato alla stragrande maggioranza dei Club, dalla Serie A alla Seconda Divisione della Lega Pro. Con qualche eccezione: mi risulta che un dirigente del Genoa si sia incontrato con i suoi tifosi in una manifestazione pubblica. E poi? Gli altri manager? Sembra come se chi governa il calcio gli piaccia andare avanti per la propria strada. Vivendo su un altro piano, su una dimensione misteriosa che non gli consente più di relazionarsi coi tifosi... Hanno perso il contatto con la base. Così si rischia di sgonfiare il pallone. E stavolta per sempre. Prima o poi, se si continua così si arriverà a svuotare di contenuti e passione questo bellissimo giocattolo....
Capitolo privacy e tutela della riservatezza dei dati personali. Fa molto discutere il micro-chip applicato alla tessera. E' vero che spia gli spostamenti dei possessori?
Si dice tutto e il contrario di tutto. Ognuno ha la sua ricetta perché non c'è mai stato un piano di comunicazione performante, capace di veicolare le potenzialità e le criticità della 'Tessera del Tifoso', parlando alla luce del sole, senza indugi né tentennamenti. Considerato che si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale del sistema Italia per vivere lo stadio in maniera inusuale e che interesserà milioni di italiani, come minimo mi sarei aspettato una campagna pubblicitaria e di informazione efficace ed efficiente. Invece no. La tessera verrà calata dall'alto, senza una partecipazione dal basso, in questo caso indispensabile per fare governance. Si è persa una grande occasione, infilandosi in un vicolo cieco. Forse, piuttosto che analizzare i fenomeni sociali a trecentosessanta gradi, in Italia si preferisce tenere accese le micce del sospetto e i nervi scoperti, polarizzando le posizioni di scontro degli uni contro gli altri, secondo la logica dell'amico/nemico. Guardate cosa hanno fatto gli ultras d'Italia: i nemici si sono uniti con gli amici ed è nato il fronte comune del 'No alla Tessera'. Laziali coi romanisti, torinisti coi bergamaschi e così via, anche in corteo. E dall'altra parte chi c'è? Le lobby, il potere, non solo del calcio. Una protesta civile, rumorosa ma inascoltata. Perché? E la gente adesso pensa che se sei contrario alla 'Tessera del Tifoso' è solo perché fai parte di un gruppuscolo reazionario mimetizzato che provoca disordini. E invece no, non è così. Anzi. Perché ci sono in ballo i diritti inviolabili dei cittadini, compresa la tutela della privacy. Si, la nuova tessera porterà del foto del possessore ma monta anche un micro-chip con tecnologia di identificazione a radio frequenza (RFID) che consente di monitorare, tracciare e raccogliere i dati dell'utilizzatore finale. Già nel 2005 il Garante della Privacy si pronunciò sul tema mettendo in guardia le aziende emettitrici: visti i pericoli di ritrovarsi nella ragnatela del Grande Fratello che mappa acquisti e spostamenti, è un diritto chiedere l'asportazione, la disattivazione e l'interruzione delle funzionalità del micro-chip in qualsiasi momento. E' un diritto che tutela il trattamento di dati sensibili dei cittadini: perché questa clausola non è riportata nei moduli di richiesta di adesione? L'informazione deve camminare parallelamente alla trasparenza. E invece...
Campionato 2009/2010. Le gare Roma-Napoli e Napoli-Lazio hanno subito le restrizioni del CASMS con l'interdizione della vendita dei biglietti ai tifosi ospiti. Dal 29 Agosto, prima di Serie A, entrerà in funzione la tessera del tifoso: saprà risolvere tutti i problemi?
Presumo che nell'idea di chi l'ha pensata, in linea teorica la risposta è si. Cioè: fate la tessera e basta restrizioni, basta blocco vendita biglietti per Lazio-Napoli e Napoli-Roma, andata e ritorno. Ma in pratica la risposta già c'è ed purtroppo no. E non la dico io ma un precedente ingombrante e imbarazzante. Pensate come prove generali, nelle ultime partite dello scorso torneo il CASMS ha dato il via libera a tutte le trasferte dei tifosi, anche a quelle maggiormente a rischio incidenti. Compresa Genoa-Milan, che nel 1995 contò l'uccisione del genoano Vincenzo Claudio Spagnolo accoltellato da un giovane milanista. Dopo 15 anni dalla tragedia, da Milano 371 rossoneri comprano regolarmente il biglietto del settore ospiti muniti della 'Carta Cuore Rossonero' del Milan. Quindi, si potrebbe dire, tutto nella norma? Tutto regolare? Tutto ok? Macché. A meno di 18 ore dalla partita il Prefetto ligure chiude lo Stadio Marassi e Genoa-Milan si gioca a porte chiuse per motivi di ordine pubblico. Con buona pace della 'Tessera del Tifoso'. Che con questo precedente dimostra di non essere assolutamente la panacea di tutti i mali così come si vuol far credere...
Tra le clausole ostative, cioè i motivi che vietano di ricevere la tessera, c'è il DASPO e le condanne per reati da stadio. Questo che vuol dire?
Facciamo chiarezza. 270 tifosi di diverse squadre di calcio si sono rivolti ad un pool di avvocati, ricorsi al TAR del Lazio per un dubbio di incostituzionalità su questa misura restrittiva. Così com'è, l'art. 9 della L. 41/07 è una damnatio memoriae vita natural durante per chi ha ricevuto un DASPO o una condanna, anche se non definitiva, per reati classificati da stadio. Che voglio dire? Che si ledono i principi garantiti dalla Costituzione, basati sul presupposto di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio e sulla libertà di muoversi liberamente nell'ambito dei confini nazionali. Cerco di farmi capire meglio con due esempi. Nel lontano 1989, anno di introduzione del DASPO prima dei Mondiali di Italia '90, un tifoso viene fermato dal Questore (e non dal giudice!) per aver acceso un fumogeno o una torcia allo stadio, andando contro regolamento. Nel 1990 questo soggetto sconta regolarmente il suo DASPO, oggi è un direttore di banca e un buon padre di famiglia, paga le tasse, ma per quella legge non potrà avere la 'Tessera del Tifoso'. Colpa quella macchia indelebile che gli resterà affibbiata per tutta la vita, risalente al 1989! L'altro esempio è di un tifoso che ha avuto una condanna in primo grado per un reato da stadio ma che poi è stato assolto in appello e definitivamente in cassazione. Quindi, per la giustizia italiana è innocente. Ma non per il 'Programma Tessera del Tifoso'. Capite? E' una mostruosità contraria ai principi dello stato di diritto. Per questo, in Commissione Affari Costituzionali, il Ministro Maroni ha risposto ad un'interrogazione parlamentare chiarendo che la retroattività va considerata solo agli ultimi 5 anni dalla pena. Ma anche in questo caso è una restrizione anomala e castrante perché se un tifoso ha già espiato la pena per il quale è stato condannato o fermato amministrativamente col DASPO, come ogni altro cittadino ha diritto al reinserimento sociale e quindi di poter ritornare allo stadio. Il nodo della 'Tessera del Tifoso' è questo. In Parlamento sono fermi due disegni di legge abrogativi. Ora tutti i tifosi passeranno al vaglio della black list della Questura. Certo, se non si è commesso nulla di male non si ha nulla da temere. Ma è un filtro liberticida che non esiste per andare al cinema o al teatro, per andare a vedersi il basket e nemmeno per entrare in nessun altro stadio del mondo. Ci sono società che si sono pure spinte oltre, inserendo leggi non richieste da nessuno: il Modena vieta la sua tessera già ai soli carichi pendenti, quindi nemmeno per una condanna di primo grado, mentre il Varese la nega ai dediti al vagabondaggio, ai traffici illeciti, al contrabbando e allo sfruttamento della prostituzione. Siamo all'isterismo normativo, una condizione tipicamente italiana che vi lascio giudicare da soli! E' una risoluzione già bocciata non dal sottoscritto ma dal più autorevole Michel Platini, Presidente dell'UEFA, il vertice del governo del calcio europeo. Lo scienziato e politico americano Benjamin Franklin, rispondendo al Governatore della Pennsylvania diceva: “Chi cede le libertà fondamentali per la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza”.
Ultima domanda: cosa succederà in Italia con questa tessera?
Per professione non faccio l'indovino e nemmeno il mago, mi limito a fotografare lo stato delle cose per raccontarle sui giornali o nei libri che scrivo. Ad oggi, su 132 società di Serie A, B e Lega Pro, circa l'85% è indietro, molto indietro. Cioè l'85%, ovvero la stragrande maggioranza delle società, non ha ancora la propria tessera del tifoso. Per non parlare poi dei tornelli agli ingressi e dei lettori del micro-chip che, in molti casi, vanno ancora comprati e montati negli stadi. A tutto questo dobbiamo aggiungere che, dal momento della richiesta di adesione, per dare il via libera al rilascio della 'Tessera del Tifoso' le Questure dovrebbero impiegare qualcosa come 30-50 giorni lavorativi per eseguire gli accertamenti nella black list, incrociando i dati dei casellari giudiziali e dei vari tribunali. Fate voi, la matematica non è un opinione. E ve lo dice uno che nella vita ha prediletto l'aspetto umanistico dello scibile e non i calcoli. Ma a me sembra che ci siano già tutte le condizioni per poter dire che anche in quest'occasione, l'Italia ha fatto uno figura all'italiana. Forse il programma subirà un nuovo slittamento? Maroni l'altro giorno ha voluto scongiurare l'ipotesi dicendo che le squadre che mettono “in difficoltà non hanno voluto adeguarsi in tempo, magari pensando che a non adeguarsi il Ministero potesse ripensarci. Non è così. Ne parliamo da due anni, c'è stato tutto il tempo... è un po' il malcostume italico quello di non adeguarsi alle novità e poi arrivare il giorno prima e chiedere il rinvio.” Il Ministro ha chiarito che “se uno non si adegua è perché ha deciso di non adeguarsi, cioè di non rispettare l'impegno che formalmente ha assunto nei confronti del Ministero dell'Interno con una lettera. Dopo di che, se così sarà, ne subirà le conseguenze, naturalmente!” Staremo a vedere...
ARTICOLO PUBBLICATO SUL QUOTIDIANO “RINASCITA” del 30.6.10, pag. 8-9".
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Ancora sulla tessera, da Noreporter:
L'inventore della tessera del tifoso condanna la versione italiana
Anthony Weatherill, creatore cinque anni fa del progetto Carta del Tifoso, commenta l'introduzione della Tessera nel calcio italiano
Lei cinque anni pensò una cosa un po’ diversa dalla tessera del tifoso attuale, pensò la carta del tifoso: come funzionava?
“La carta del tifoso nasce come progetto, non è uno strumento. E’ un progetto che contemplava la possibilità per i tifosi di unirsi fra di loro poter iniziare a dare voce a tante cose. Nel calcio parlano in tanti, giornalisti, presidenti, personaggi vari, ma i tifosi non parlano mai. Mancando i tifosi mi sembrava anomalo questo fatto, visto che poi sono loro alla fine ad usufruire di tutto. Quindi ho pensato che dare la voce ai tifosi risolveva un po’ il problema a tutti quanti”
In sostanza il funzionamento di questa carta era un principio di autoregolamentazione dei tifosi, che poi uniti e compattati da questa carta avrebbero potuto negoziare le loro richieste nei confronti delle società
“Più o meno si. Siamo partiti con il Torino, ci siamo messi insieme tutti i tifosi con questa carta che tutti avevano e credo che la società non ne sapesse nulla perché noi ci siamo mai posti il problema di avere la società in quel momento come parte in causa, era solo fra tifosi. Poi con questa poter andare alla società una volta capito le richieste che avevamo, cosa che abbiamo fatto, abbiamo potuto organizzare delle trasferte, perché una della cose che mi hanno sempre chiesto era che le trasferte erano troppo costose. Ci siamo messi insieme e abbiamo dimostrato che si potevano abbassare i costi, ma per noi. E’ una cosa pensata solo ed esclusivamente per i tifosi”.
Le dà fastidio essere indicato da molti come l’inventore della tessera del tifoso?
“Si, perché io non c’entro nulla con quella lì, l’unico fatto che c’entro è che capendo che probabilmente qualcuno ne avrebbe approfittato per scopo di lucro o altro ho differenziato la carta del tifoso dalla tessera del tifoso. Se si va a vedere qualsiasi carta che sta uscendo non può chiamarsi carta del tifoso o tessera del tifoso. Nessuno mette il marchio tessera del tifoso perché non possono e io sto continuando a fare causa a chiunque usi questo marchio”.
In particolare lei a chi ha fatto causa?
“In particolar modo con Inter, Milan e Banca Intesa. E continuo a percorrere questa strada, perché voglio continuare a difendere il marchio e il progetto”.
Che idea si è fatto di questa tessera?
“Hanno totalmente stravolto l’idea, è diventata una schedatura ed io sono d’accordo con questa definizione. Tutte le componenti speculative si sono buttate in questo, perché hanno visto un ritorno economico. Se legano il loro marchio a quello di una squadra, chiaro che hanno visto in questo un vero business. Una banca o una compagnia di assicurazioni che non riesce a fidelizzare i propri correntisti. E’ chiaro che se legano il loro marchio a quello di una squadra hanno visto in questo un vero business. Le banche hanno pagato le società, stanno facendo un investimento pazzesco”.
A lei risulta che ci siano banche hanno pagato?
Ci sono banche che hanno sicuramente pagato. Di Banca Intesa ho sentito che avevano dato addirittura un milione di euro al Milan per fare le carte, ne ho sentito parlare e me ne assumo la responsabilità.
Questo il primo rendiconto della Roma (di qualche giorno fa ma teniamolo a futura memoria):
ROMA, 15.000 TESSERE DEL TIFOSO
Corriere dello Sport - Quindicimila. A tre giorni dalla chiusura della prima fase per richiedere la tessera del tifoso, prima fase che non prevede nessu na spesa per questo nuovo stru mento per poter andare allo stadio, sono appunto circa quindicimila i tifosi romanisti che ne hanno fatto richiesta. Poco più di tredicimila lo hanno fatto attraverso i Roma store e non tutti sono vecchi abbonati. Questo vuole dire che ricor dando gli oltre venticinquemila abbonati della passata stagione, a oggi soltanto un ti foso su due (circa), ha scelto di passare attraverso questo nuovo strumento, discusso e discutibile, senza il quale non si potrà fare l’abbonamento per la passata stagione.

Non può certo costituire una sor presa, visto che questa tessera del tifoso voluta dal Ministero dell’Interno attraverso una circolare, metabolizzata dalla Lega e quindi dal le nostre società, nelle settimane passate ha fatto molto discutere, a cominciare dalla ferma presa di posizione di quasi tutti i gruppi della Curva Sud che hanno respin to al mittente l’obbligatorietà del la tessera del tifoso, chiedendo an che maggiore chiarezza da parte della società, chiarezza che chissà per quale motivo non è stata data. Certo è che questa novità avrà un peso non indifferente nella prossi ma campagna acquisti perché sarà parecchi che i tifosi, soprattutto in Sud, non rinnoveranno il loro ab bonamento che magari fanno da anni o addirittura decenni, la sciando spazio a eventuali nuovi abbonati in un settore come quel lo della Sud che da sempre è anda to esaurito in abbonamento con i rinnovi.

La campagna abbonamenti ve drà la luce all’inizio della prossima settimana, è possibile che il giorno della presentazione sia il sei o il sette luglio, tenderemmo a escludere il cinque visto che quel giorno ci sarà l’incontro decisivo, nello studio del professor Cesare Ruperto, tra il gruppo Italpetroli e Unicredit per vedere se si sarà raggiunto un accordo e, quindi, conciliare, a proposito dell’annoso debito che il gruppo della famiglia Sensi ha nei confronti dell’Istituto bancario diretto da Alessandro Profumo. A grandi linee gli abbonamenti per la prosSima stagione bisse ranno i prezzi del l’ultima (pare che ci sia anche la possibi lità di qualche picco la diminuzione per i settori più popolari, ma questa è una de cisione ancora da prendere), comprese le offerte per donne, over 65 e under 14 che lo scorso anno ebbero un ottimo ri scontro.

Ci si potrà abbonare alla Roma sino al giorno prima dell’inizio del campionato (29 agosto, i gialloros si giocheranno in casa). Si potrà farlo nei Romastore e nelle ricevi torie Lottomatica abilitate, a patto di essere in possesso della tessera del tifoso. Come al solito la prima parte della campagna abbonamen ti sarà riservata, in giorni diversi, alla prelazione che il vecchio ab bonato potrà far valere sul posto che ha occupato nell’ultimo cam pionato. Al termine di questa pri ma fase, ci sarà qualche giorno di stop e dopo comincerà la vendita libera. L’obiettivo della società sa rebbe quello di veder aumentare le tessere, ma visto tutto quello che è accaduto (e accadrà) a pro posito della tessera del tifoso, l’im pressione è che sarà difficile mi gliorare.

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Sempre sulla TdT del Genoa: "Ciao Lorenzo, probabilmente lo saprai già, comunque pare che a Genova siano riusciti a trovare un escamotage per evitare di obbligare tutti a farsi la TdT. In pratica se te sei abbonato, puoi "congelare" il tuo abbonamento, non rinnovarlo come TdT, ma usarlo come prelazione per l'acquisto del biglietto partita per partita.
Non sei piu abbonato, ma almeno non sei schedato ed eviti che qualcuno prenda il tuo posto.
Certo, se poi ci son partite che anche per il pubblico in casa consentono l'ingresso solo a quelli con la TdT ? tutto un cazzo, pero è un piccolo modo per cercare di limitare i danni.
E magari puo essere utile come idea anche per altre tifoserie, sempre che le relative Società acconsentano a fare questo accordo.
P.S. Ho letto che la A.S.Roma proponeva una cosa tipo eliminare gli accrediti stampa per i giornalisti e obbligare anche loro a fare la TdT.
Ovviamente dagli interessati la proposta è stata accolta con toni scandalizzati, con commenti in cui, tra le righe, si intuiva che il messaggio era "Ma come osano, noi mica siam criminali!".
Come se invece tutto il resto delle persone che vanno allo stadio....
Mi spiace, io sono contrario alla TdT, ma se davvero facessero 'sta cosa, godrei veramente tanto! :-) Ciao Stefano".
Sempre sul Genoa, Luca: "A fine prelazioni e nell’eventualità di giacenze riferibili a ogni settore, la Società destinerà i posti lasciati liberi, alla vendita diretta dei tagliandi nei giorni antecedenti le partite (con priorità riservata agli abbonati 2009/10, del settore di riferimento, che non sottoscriveranno il rinnovo ma che comunicheranno il loro interesse ad avvalersene entro il periodo di prelazione degli abbonamenti; successivamente, ad altri eventuali soggetti interessati). I titolari di abbonamento 2009/10 che non eserciteranno la prelazione per il campionato 2010/11 manterranno il diritto di prelazione per la stagione a seguire"
questo in grassetto è estratto dal sito del genoa. Se tutte le società facessero così manterremmo tutti i i posti nelle rispettive gradinate/curve....
http://www.genoacfc.it/pdf/abbonamenti%202010-11.pdf
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Tessera del tifoso della Juventus.... leggete l'autocertificazione che chiedono di firmare ai tifosi della Juve.... si deve dichiarare di non aver mai avuto una condanna per reati da stadio! Dove sono i 5 anni che dice l'On. Maroni? Lo juventino condannato nel 1952 per un reato da stadio se firma questo modulo commette reato!
http://www.juventus.com/site/filesite/Juventus_ModuloCartaDelTifoso_9_Merged.pdf
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Firenze, qualche giorno fa: "Continua a far discutere l'introduzione ormai imminente della Tessera del Tifoso, presentata qualche giorno fa dalla Fiorentina e soprannominata “Orgoglio Viola”. Una contestazione alla tessera è infatti andata in scena ieri sera, poco dopo le 21:30, di fronte agli ingressi della Curva Ferrovia dello stadio “Franchi”, per l'occasione adibito a locale a cielo aperto.
Il gruppo, circa 150 tifosi viola partiti inizialmente dal Viale Malta, si è presentato arrivando dal PalaMandela e intonando cori contro la tessera prima di esporre un lungo striscione che recitava: “No alla tessera del tifoso”. La firma del “gruppo non allineati”. Mentre i curiosi che erano giunti allo stadio per seguire le gare del Mondiale sudafricano fotografavano il tutto, il gruppo ha proseguito con i cori accendendo poi anche un paio di fumogeni. Nessun tipo di problematica da registrare per le forze dell'ordine, che osservavano il tutto, tantomeno per la viabilità lungo il Viale nonostante i fumogeni. La contestazione si è poi spenta autonomamente. I tifosi hanno infatti riposto lo striscione e abbandonato la postazione di fronte alla Ferrovia in modo pacifico" fonte : www.violanews.com".
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Appunto, già lo sapevamo ma è bene ricordare...:
Tessera del tifoso anche per i giornalisti
giovedì 01 luglio 2010
Anche i giornalisti sportivi che vorranno seguire le partite allo stadio dovranno munirsi della tessera del tifoso. La notizia ha dell'incredibile, dal momento che si presuppone che i cronisti sportivi si rechino allo stadio per lavorare e non per tifare. La decisione del ministero dell'Interno di rendere obbligatoria la tessera anche per loro, equipara giornalisti regolarmente accreditati all'ingresso allo stadio ai supporters. Verrebbe da dire che il pugno duro dello Stato contro la violenza negli stadi non guarda in faccia a nessuno. Ma stavolta forse si è un po' esagerato. Sulla vicenda si è espresso il vicepresidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Enrico Paissan. “L’Ordine nazionale – scrive Paissan - dei giornalisti esprime il proprio sconcerto rispetto all’orientamento di includere anche i cronisti sportivi regolarmente accreditati nelle procedure previste dalla normativa della cosiddetta tessera del tifoso”. “Va detto a chiare lettere - continua il vicepresidente - che l’aspetto della sicurezza negli stadi rappresenta da troppo tempo un problema primario con il quale tutti i soggetti interessati – società, forze dell’ordine, operatori dell’informazione in primis – sono chiamati a misurarsi responsabilmente e quindi tutte le misure che vanno nella direzione giusta devono essere condivise e sostenute e i giornalisti sono impegnati a fare, meglio e più di prima, la parte che ad essi spetta. Ma quella di estendere ai giornalisti regolarmente accreditati questa disciplina appare come una misura sostanzialmente inutile in quanto per il rilascio degli accrediti esiste da tempo una disciplina della Lega Calcio che richiede annualmente una serie di documenti, come l’iscrizione all’Ordine, per il rilascio degli accrediti stampa. Inoltre, i fotografi giornalisti all’atto della richiesta di accredito, a corredo della documentazione generale, devono esibire copia della polizza assicurativa che mette la società ospitante al riparo da eventuali cause per danni che potrebbero verificarsi sui campi di gioco. I giornalisti accreditati non chiedono trattamenti privilegiati o di favore, ma solo il rispetto della normativa in essere che tutela ampiamente le società calcistiche”. Comunque, nonostante le proteste dell'Ordine, le società hanno già iniziato ad adeguarsi. La prima è stata la Roma che in un comunicato ha ricordato che anche i giornalisti sono soggetti alla tessera del tifoso. Insomma dopo quella del tifoso anche la tessera del buon giornalista è ormai una realtà.
Salvo rare eccezioni, per giornalisti che fanno i giornalisti sul serio... vi sta bene! Prendete a cuore le libertà solo quando attaccano la vostra... Vi potevte svegliare prima. Oltre tutto, visto che non siete abbonati, non potete neanche averla gratis: pagatevela 15 euro.
I giornalisti amici non si offendano: ovviamente quanto sopra non è rivolto a chi ha aperto gli occhi da tempo, ma con i lecchini di turno.
Pensieri singoli:
"Mai l'avrei creduto,mai l'ho neanche pensato. Ma dopo 12 lunghi anni d'abbonamento in Curva Sud..anni di gioie,dolori,emozioni,lacrime e boccate d libertà..anni di amici e nemici..anni di viaggi,trasferte..transit,birre e autogrill..anni di vagoni,stazioni e anni di ingiustizie e repressioni..anni di muretti e di striscioni.. anni di fomento,goliardia..anni di vittorie sul campo che a noi interessa..anni di abbracci,anni di scontri..anni dei migliori anni delle nostre vite..uno Stato di Polizia m'ha costretto a non rinnovarlo per una legge infame chiamata TESSERA DEL TIFOSO. Dico solo una cosa che spero arrivi nelle menti di chi adesso pensa di avercela fatta,a chi ora brinda pensando di aver cambiato ogni cosa avvenire..: Una Passione per chi questa passione è qualcosa in più di uno stile di vita o una ragione per vivere..non la si può limitare,arginare o eliminare..tolti dal settore d'uno stadio,ci troverete nelle strade,nei vostri quartieri,nelle piazze mischiati tra di voi,nelle scuole ad insegnare ai vostri bambini cosa vuol dire aver vissuto nel nome di un ideale,nei vostri luoghi di lavoro,i vostri vicini di casa.. Perchè non sempre i ribelli possono cambiare il mondo,ma MAI il mondo cambierà un ribelle.
...A VOLTE RITORNANO.    Principe Ultras Roma".
Fallisce anche il Rimini Calcio e prosegue il fallimento del calcio italiano:
IL RIMINI NON SI ISCRIVE AL PROSSIMO CAMPIONATO DI LEGAPRO
La Rimini Calcio F.C. ritiene opportuno comunicare alle istituzioni locali, alle autorità politiche, alla comunità economica ed imprenditoriale di Rimini e soprattutto ai suoi tifosi che non provvederà all'iscrizione della squadra al prossimo campionato della Prima Divisione di Lega Pro.
La decisione, maturata al termine dell'ennesimo e fallito tentativo di trovare una soluzione affidabile alla cessione delle quote della società, è accompagnata da un forte rammarico, ma anche dalla sincera e ferma consapevolezza che nulla è stato lasciato di intentato per evitare questa dolorosa conclusione.
Sono molti mesi che la proprietà, con grande responsabilità e con estrema flessibilità, ha battuto ogni possibile via ed ogni possibile opportunità nella ricerca di un acquirente. Sono state, a gran voce, chiamati a sostegno le autorità, le istituzioni e le personalità economiche ed imprenditoriali della città perché, insieme, si trovasse una soluzione che evitasse questa drammatica rinuncia.
Una richiesta di attenzione che purtroppo non solo è mancata ma, in alcuni momenti, è apparsa assai distratta per non dire latitante e presuntuosa. Eppure la disponibilità, sia in termini economici sia in termini di garanzie, manifestata dalla proprietà per cedere la Società è stata fino alla fine piena e totale e si è creduto fermamente avrebbe dovuto favorire se non completamente facilitare la conclusione positiva di una qualche trattativa, soprattutto con quegli imprenditori locali che certo ne avrebbero avuto condizione e risorse.

COCIF, proprietaria dell'intero pacchetto azionario della Rimini Calcio, ha sempre ribadito a chiunque ha incontrato direttamente o indirettamente in questa fase di trattative che la Rimini Calcio è una società solida, in perfetto e certificato equilibrio economico, libera da impegni o debiti, ribadendo con estrema chiarezza che la cessione delle quote sarebbe avvenuto al prezzo assai simbolico di 1 Euro. Oltre a ciò COCIF si era ed è ulteriormente impegnata a ripianare le perdite dell'attuale gestione, pagare eventuali sopravvenienze passive, fino alla disponibilità di concedere garanzie fideiussorie. Nonostante questo, nessuno degli interlocutori apparentemente interessati, ha avanzato una proposta concreta e affidabile che garantisse il pronto, immediato e regolare futuro alla prossima gestione.
Si conclude così questo lungo percorso che, per 16 anni, COCIF ha condiviso con la Rimini Calcio. Un percorso segnato da grandissimi successi e da cocenti delusioni, sentimenti che solo il calcio sa regalare. Sono stati anni di impegno, responsabilità ed entusiasmo. Anni ambiziosi. Anni di grandi passioni e di coinvolgenti emozioni. Anni in cui il successo imprenditoriale di COCIF, la passione di Vincenzo Bellavista e dei dirigenti della società, primo tra i tanti, Luca Benedettini, hanno consentito di destinare risorse ed energie ogni volta straordinarie. Ma anche anni difficili, vissuti senza il sostegno o la collaborazione di una città lontana che nelle sue parti istituzionali ed economiche è completamente e sempre mancata alle sue responsabilità.
Tanti i progetti, le iniziative e le numerose richieste che hanno trovato un muro ostativo, una forma di silente e malcelato boicottaggio. L'elenco sarebbe lungo e davvero deprimente. Ma dobbiamo qui ricordare la totale mancanza di volontà politica ed istituzionale di attrezzare e rinnovare le strutture tecniche per le attività sportive delle serie giovanili e minori. Il necessario e obbligato pellegrinaggio in strutture private e in impianti comunque inadeguati, fino alla migrazione in strutture comunali di altre città limitrofe. La ormai patetica quanto delirante querelle sul nuovo stadio. Un progetto che brandisce la famelica orgia dei desideri degli imprenditori locali e l'assoluta incapacità decisionale di un'amministrazione debole e litigiosa. Una fuga dalle responsabilità che ha sempre lasciato COCIF, Vincenzo Bellavista e i nuovi amministratori della società, a gestire da soli un "patrimonio della città" senza alcuna condivisione o per meglio dire senza alcuna collaborazione. Come non ricordare qui che la Campagna Abbonamenti Straordinaria riservata ai 1250 imprenditori alberghieri della città, lanciata all'inizio del Campionato 2009-2010, ha visto la sottoscrizione di un solo ed unico abbonamento per la fantomatica cifra di 1.000 euro !
Ai tifosi che certamente accoglieranno questa decisione con forte disappunto e con grande delusione, COCIF non può fare altro che assicurare loro che è stato fatto tutto il possibile. Che in ogni momento di questa delicata fase non è mai venuto meno il pensiero a loro e alla loro grande passione che in alcun modo si voleva tradire. Ci vorremmo da loro congedare con un grazie non solo per il sostegno e per la passione che hanno accompagnato ogni stagione e ogni partita di questo lungo percorso insieme, ma anche per le loro critiche, le loro accese, anche se qualche volta eccessive, polemiche. Stimolo e pressione che hanno aiutato a non abbassare la guardia ne la tensione. Molto probabilmente la loro delusione e forse le loro rivendicazioni non sapranno o non potranno cogliere fino in fondo le motivazioni che hanno costretto a questo abbandono. Lo sappiamo. E non nascondiamo la nostra preoccupazione. In fondo, i nostri tifosi sono gli unici che non hanno responsabilità né a loro può essere ascritta alcuna mancanza. E' vero hanno ultimamente disertato le tribune e le curve, anche in momenti particolarmente delicati o speciali. Si sono lasciati condizionare dalle polemiche strumentali e dalle fuorvianti notizie che apparivano sulla stampa. Ma con i tifosi il dialogo è sempre stato aperto e anche chiaro. Così come usava fare Vincenzo Bellavista e così come ha sempre fatto Luca Benedettini.
Ai media, ai giornalisti riserviamo loro un apprezzamento e una piccola polemica. Un apprezzamento per non aver mancato mai di dare risalto e ardore ai nostri tanti successi e alle nostre straordinarie performance. Al loro diritto di critica e alla loro professionalità nulla da eccepire. Nel rispetto dei ruoli e delle diverse finalità il dialogo speriamo sia stato sempre improntato nella reciproca stima e nella condivisa consapevolezza che il calcio è una emozione da vivere e da condividere.
Le linee della polemica invece le indirizziamo a quei media, pochi in verità, che con elementi strumentali, a volte fuorvianti e prevenuti hanno acceso e alimentato accese polemiche sterili e dannose, arrivando anche a infrangere la privacy e il rispetto personale, non volendo cogliere o fingendo di non cogliere la gravità della situazione e della successiva nostra drastica decisione.
Si conclude con rammarico questo lungo percorso. Una conclusione annunciata che però non risparmia la forte delusione per essere stati costretti a percorrerla. Ma ormai tutti sanno che la gestione del calcio è diventata sempre più complessa e onerosa basti pensare agli insostenibili costi di gestione che superano di gran lunga gli incassi. Al costo del mantenimento della nostra struttura, ai lauti stipendi dei calciatori, agli aumenti delle iscrizioni ai tornei e delle fidejussioni, tutto è diventato insostenibile a causa della profonda e grave crisi economica che stiamo attraversando e che richiede alle aziende un maggior e più radicale controllo dei bilanci e degli investimenti.  E non vi è ragione alcuna che possa in questo momento congiunturale e di grave sofferenza economica giustificare il mantenimento di un impegno così oneroso e così "solitario".
La società Rimini Calcio è stato un patrimonio ed un immagine della città, fin qui salvaguardato con impegno e con orgoglio, ma oggi bisogna avere anche il coraggio di vedere la realtà come un insieme di difficoltà di cui a Rimini nessuno si vuol far carico e che COCIF non può più pensare di accollarsi da sola tutto questo.
A conclusione di questa nota, COCIF intende ringraziare i dirigenti e lo staff tecnico e amministrativo della Società. Per essersi, negli anni prodigati, con impegno, responsabilità ed entusiasmo a dare concretezza, serietà e reputazione al Rimini Calcio e al calcio a Rimini. Ai tecnici, agli allenatori, ai tanti calciatori, ai campioni e alle bellissime promesse, ai giovani del magnifico vivaio, che, in questi 16 anni, hanno vestito la maglia a scacchi biancorossa, onorandola con prestigio, sensibilità e ardore.

Giustamente, quando si verifica una situazione di questo tipo, l'unico passo possibile è il seguente: "Buongiorno Lorenzo, ieri la Cocif proprietaria dell'intero pacchetto del Rimini Calcio F.C. ha deciso che non iscriverà la squadra al campionato di Lega Pro e che la matterà in liquidazione a soli due anni dal centenario. Il titolo sportivo rimane pero' nelle loro mani. Ora mi chiedo,vista la tua esperienza,quali siano i passi da fare per poter intavolare un discorso di azionariato popolare. Puoi gentilmente fornirmi qualche notizia in merito?Almeno ripartiamo dalla terza categoria ma con una squadra nostra
grazie tommaso". Ho già risposto privatamente a Tommaso suggerendo di contattare Walter Campanile di myroma.it che è il più esperto al riguardo. In ogni caso, a maggior ragione per società piccole, l'azionariato popolare è l'unica forma per far rivivere la squadra cittadina.
Per problemi tecnici con il sito (che appare ogni tanto con la frase "www.asromaultras.org Server Status: Server Up" senza possibilità di accedervi) riescop solo ora a mettere i volantini di questa due giorni dedicata a Valerio Marchi che tutti noi appassionati di controculture giovanili abbiamo apprezzato nei suoi scritti e prematuramente scomapros. Nella giornata di domani sono stato invitato a partecipare all'incontro.
*
Dopo di ciò, da oggi pubblicherò in esclusiva per questo sito degli stralci del libro di Tonino Cagnucci su Francesco Totti.
Devo dire che tutti i commenti che ho ricevuto sul libro sono splendidi, e quando parlo di commenti parlo di sensazioni rese da persone di cui mi fido.

Per oggi, ecco qui:
"Il calcio a Balotelli non conta niente, significa solo che Francesco è il giocatore più corretto del campionato. È vero. Quello è un calcio di chi non sa dare i calci. Riguardatelo se pensate che questa sia una provocazione, la provocazione l’ha fatta Balotelli.Il calcio di Francesco è quello che non sa dare Totti. È il paradosso più bello del mondo. Sin dal momento in cui prende la rincorsa a quando lo dà, si vede quanto sia un inedito, uno sforzo seppure nell’istintività, il
tentativo di volo di un gigante. È il calcio che non ha mai giocato. È il calcio di uno che non ha mai fatto falli simili e nemmeno lontanamente imparentati, perché non ne ha mai avuto bisogno. A Villa Scipioni la sua preoccupazione, tra dossi, alberelli e 43 tramonti, era far segnare il compagno. (...) Il fallo a Balotelli andrebbe fatto vedere nelle Scuole Calcio: «Vedete, se arrivate a essere giocatori professionisti e a 33 anni non sapete fare nemmeno un fallo plateale
che pure volete fare, significa che siete stati nella vostra carriera giocatori corretti». Anche perché quei falli lì si fanno alle Scuole Calcio. Troppo evidenti e grossolani. Il calcio che Totti ha dato a Balotelli è il calcio che si danno i ragazzini all’oratorio, quando uno «va in puzza», quando la partita è persa, quando lo stronzo di turno ti ha fatto saltare i nervi, quando stai per perdere la partita e quella volta era un po’ più importante delle altre. Assolutamente solo questo. Un vaffanculo di Anna Magnani. Il calcio di Totti a Balotelli è un’usanza antica e semplice, calcio vecchie maniere: pallone. Sono i calci che dava e prendeva Attilio Ferraris a Testaccio, quello che diede una volta allo juventino Mumo Orsi suggerendogli poco dopo: «A Mumo se ce riprovi, stavorta nun te riarzi»; le stecche che i veterani danno ai ragazzini supponenti della Primavera per far capire come va il mondo e più che altro perché il mondo va così. Sono  un’opportunità di cambiamento. Del mondo. Sono le stesse accortezze usate da giocatori dell’Inter nei confronti di Balotelli: non a caso nessun calciatore interista ha avuto da ridire nei confronti di Totti. Loro no, il mondo sì. Il triste mondo. Il mondo del Truman show, quello delle televisioni a pagamento, degli articoli prestampati, della retorica da prima serata, del pensiero facilissimo, della coscienza a buon mercato, della condanna perché la fanno tutti illudendosi che quella sia condivisione; delle sinapsi appaltate alla Standa e all’Upim, di chi aveva mal digerito fino a quel momento il messaggio «di sorriso» lanciato da Totti al mondo, anche per televisione, anche attraverso Internet cortocircuitandolo («Che ha fatto l’Internet?»). Non vedevano l’ora. Non vedevano l’ora di tirare fuori la sociologia del romano bullo e ignorante, in questo tempo di Leghe, di tessere del tifoso, di corruzione infinita, occupando Tg e radiogiornali col
calcio di Totti a Balotelli invece di tutto il resto che ormai è diventato tristemente tutto il resto. Non si sa neppure di che male stiamo morendo, ma si sa bene che Totti a Balotelli ha dato un calcio. La retorica del teppista, del coatto, dell’immaturo, del brutto messaggio spedito ai bambini(da Totti!!!!!!) ha  significativamente messo d’accordo tutto l’arco costituzionale: dalle valli del varesotto di Bossi alla sinistra radical-chic che non potrà mai accettare un
prodotto così umano e vero come Francesco Totti. Come fa?! Ce li vedete nei salotti e nei caffè a sentirsi sparare in faccia un vaffanculo da Anna Magnani? Che nostalgia. Che gratitudine. Che rivoluzione che è la Roma quando sa essere Roma. Il calcio pallone.(...). Francesco Totti è stato condannato proprio per
questo: l’avevano creduto ormai funzionale allo star system, a tutti gli spot di tutte le compagnie telefoniche del mondo, pronto a essere l’erede di una nuova sit-com (che è?) da mandare all’infinito su reti private e generaliste, e invece c’è scappato un buco. Hanno intravisto umanità, appartenenza, fedeltà. Il calcio a Balotelli è un colpo dimazzafionda alla membrana del Truman Show, un sasso da strada contro il vetro dei reality. Il vaffanculo della Magnani, l’urlaccio di
Gabriella Ferri, una lacrima e uno schiaffo, non il collegamento wi-fi. Tutto questo è sembrato imperdonabile ai signori della fabbrica del consenso e del consumo visto che avevano già «perdonato», «riabilitato» e «ripulito» Totti facendone addirittura un marchio. L’erede di Raimondo Vianello che dà un calcio in diretta tivù? Come la mettiamo? Come lo mettiamo Francesco Totti? Come lo definiamo adesso? In Nazionale no, non ci può andare, niente Mondiale: che ne facciamo se non un capro espiatorio? Che ci facciamo di questo campione che è così scopertamente... scoperto? Di questo simbolo che però è ancora
troppo in carne e ossa, che va dai pollici al cuore? Di un figlio del popolo che può farsene il potere? Il popolo ha capito subito, per questo tutto questo non
conta niente. Lo giuro: il calcio a Balotelli, tutte queste considerazioni non contano niente. Perché così ha deciso Roma, la gente, l’amore. Quando il 5 maggio Francesco è uscito espulso dall’arbitro, l’Olimpico ha applaudito. Lo stadio ha applaudito il suo capitano. Totti non se l’aspettava. Non così. Non era mai successo prima. Quando venne espulso per la manata a Colonnese uscì nel gelo dello stadio. È stata la prima cosa che un po’ lo ha rincuorato, un po’, perché nei giorni successivi, quelli del macello mediatico, Totti ha pensato di smettere con il calcio. (...) ... Probabilmente dalla prossima stagione i gruppi organizzati della curva, gli ultras, abbandoneranno la Sud per protesta contro la tessera del tifoso (uno dei progetti del nuovo mondo secondo l’Inter... net) ciò vuol dire,
simbolicamente ma non solo, che l’ultima cosa fatta dalla Curva Sud è stata abbracciarsi Totti. Francesco prima di quel momento aveva anche pensato al ritiro. Magari un attimo. Pensateci, non solo soltanto alla fine Totti e la Sud hanno saputo amarsi senza riserve, ma nel momento in cui è successo rappresentavano un qualcosa di profondamente poco in linea coi tempi, poco digeribile al sistema, al governo del calcio, alla modernità: un calciatore che parla ancora di appartenenza, maglia e amore, e di una curva che esiste per quelle cose. Qualcosa di simile ai Sancho Panza e Don Chisciotte cantati da Guccini (Il potere è l’immondizia della storia degli umani, e anche se siamo soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte).
Forse non è un caso che in quei giorni la Sud abbia pensato a un addio alla Sud e Totti al calcio. Ma che cos’è un addio? Come dice addio un figlio del popolo nato per fare la rivoluzione? La Sud non è un luogo geografico, ma è un posto dell’anima, Totti non è soltanto un giocatore ma un tifoso della Roma: non la lascerà mai. E così il 16 maggio 2010 sono partiti per l’ultimo viaggio libero, prima dell’avvento delle tessere, con le bandiere e la passione al vento.
Insieme. Erano tutto il Bentegodi. A fine primo tempo davvero Totti ha chiesto alla panchina: «Che sta fa l’Inter... net?». Non più pubblicità, né progresso, ma come in un sogno. Amore. Ed è per quello che il 16 maggio 2010, a Verona, Francesco Totti ha smesso di giocare. Sì, è successo. È successo quando la sua gente, con l’Inter... net che era passata in vantaggio a Siena, s’è messa a cantare l’inno della Roma. In quel momento Totti che era in campo ha smesso di giocare, s’è fermato un attimo e s’è messo a guardare la curva. Immobile per pochi secondi. In campo, mentre tutto attorno c’era partita, campionato,
scudetto, normalità. Totti stava lì in piedi e guardava l’inno. Era talmente forte che si vedeva. Si vede ancora, è come un sole a mezzanotte: «Roma Roma Roma, core de ’sta città, unico grande amore de tanta e tanta gente che hai fatto innamora’». In quel momento Totti non era più un calciatore, ma finalmente soltanto Francesco. Poteva finire così, la partita, il libro, la storia, ma è in quel momento che è uscito fuori uno striscione dalla Curva: To be continued...
(Da "Francesco", edizioni Limina, un libro di Tonino Cagnucci)


1° luglio 2010: anche i borghesi della Tribuna Monte Mario Top si lamentano... per ragioni opposte, ma alla fine la disorganizzazione regna sovrana...da Il Messaggero:
La Roma e la tessera del tifoso
Noto con molto rammarico e delusione che a una lodevole iniziativa del ministero degli interni per implementare la sicurezza negli stadi attraverso...anche...la tessera del tifoso...corrisponde...almeno per cio' che riguarda l'as roma calcio... una completa disattenzione e disorganizzazione nei riguardi degli abbonati.
io e mia moglie...siamo due abbonati da anni della monte mario top... e per due abbonamenti interi paghiamo all' as roma calcio ben 2500.00 euro l'anno. bene anziche' favorire gli abbonati... inviandogli via email... sms... telefonandogli al mobile (tutti contatti ben conosciuti dalla roma calcio)... tutte le informative sulle novita' delle privilege card (anche quella che prevedeva la scadenza al 15 giugno per la richiesta della tessera del tifoso al fine non pagare le 15.00 euro conseguenziali)... ed inoltre permettergli di compilare online il modulo di richiesta di adesione al programma as roma club privilege... consentirgli altresi' di poter inviare via telematica anche le due foto delle persone abbonate... cosi' come richiesto specificatamente... ed inoltre ancora...permettere di effettuare gli eventuali pagamenti relativi all' abbonamento... sempre attraverso la procedura telematica.. cosi' come l'attuale tecnologia consente... avviene invece il contrario... per l' abbonato:
1 - si deve informare autonomamente... pena non rispettare le scadenze e perdere le opportunita; specifiche;
2 - scaricarsi i moduli da internet... compilarli manualmente... e recarsi personalmente ad uno dei punti asromastore o lottomatica per presentare tale documentazione... che a sua volta sara' inviata all'as roma calcio che a sua volta poi... se tutto sara' in regola (ma questo lo si scoprira' nel tempo... sui siti si parla di fare domanda almeno 50 giorni prima)... inviera' a domicilio la specifica tessere in questione.
solo che il punto lottomatica di cerveteri... da dove annualmente ho rinnovato i miei due abbonamenti... non risulta essere in grado di finalizzare l'accettazione della domanda in questione... in quanto a loro dire... non risultano essere stati autorizzati a questo compito...
quindi il sottoscritto... l'abbonato di due tessere del valore di 2500.00 euro... si dovrebbe vedere costretto ad andare a roma in uno dei punti lottomatica (sperando che questi risultino essere stati autorizzati)... o asromastore.
In finale egregio Il Messaggero.. scrivete pure... che prevedo che le tessere di abbonamento per la stagione 2010-2011... saranno ben al di sotto delle circa 25.000 tessere dell' anno precedente... infatti mancheranno sicuramente i miei due abbonamenti...
Cordiali saluti
Un lettore
(30 giugno 2010)
Il bello è che aveva dei dubbi!
Più aggiornamenti nel week end visto che ho avuto problemi con il sito..

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