"Le
leggi inutili indeboliscono quelle necessarie"
(Louis
C. Montesquieu)
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HOMEPAGE
|
Se
volete avere notizie su locali,
concerti
e musica a Roma
|
"
AL DI FUORI DI ROMA NON C'E' NULLA
DI
BELLO NEL MONDO"
Johann
Joachim Winckelmann, 1756
(archeologo
e filologo, nonché massimo teorico mondiale del'estetica neoclassica)
"Non
per guadagnar ma per amor del gioco"
QUELLI
CHE SIAMO
*
LA
GIUSTA DISTANZA
*
NON
DORMO
|
Radio
Città Aperta 88.90 FM
tutte
le maledette domeniche dalle 19 alle 21
|
Il
sito viene aggiornato praticamente ogni sera, verso la mezzanotte o poco
dopo. A volte anche verso le 15.00. Il sabato non ci sono regole. Dopo
le partite, le foto vengono inserite dopo circa due ore, salvo imprevisti.
"Non
sempre i ribelli possono cambiare il mondo. Ma mai il mondo potrà
cambiare i ribelli" (Alain de Benoist)
|
"Una
volta nel gregge,
è
inutile che abbai: scodinzola"
(Anton
Cechov)
|
|
NO
ALLA TESSERA DEL TIFOSO
Con
le novità del 23 settembre 2009
|
Come
sapete, è partito il progetto relativo all'azionariato popolare
AS Roma, che punta a costituire una base di tifosi, sul modello dei supporters
trust britannici, che possa avere una voce in capitolo nella gestione della
Roma. E' stato creato il sito http://www.myroma.it,
che affianca per il momento il sito http://www.azionariatopopolareasroma.com/
ed
è partita la campagna di sottoscrizione che consentirà di
creare le basi per i futuri sviluppi. Ho personalmente aderito al progetto,
facendo parte del consiglio direttivo, in quanto sviluppato con competenza
e trasparenza. Per chi vuole saperne di più, invito a cliccare sui
siti di riferimento per avere tutti i chiarimenti del caso. (15 giugno
2010)
|
|
In
giallo, quello che scrive il webmaster
|
In
giallo oro, le vostre e-mail
|
In
bianco gli articoli di giornale ed altro.
|
"La
realta’ e’ sotto gli occhi di tutti. Di tutti quelli che vogliono vederla.
In molti si affannano a nasconderla, distorcerla, filtrarla.
Nessuno
pero’ puo’ raccontarla meglio di chi la vive.
Se
in questi ultimi anni di repressione assurda nei confronti del mondo del
tifo sei stato protagonista o testimone di fatti sconcertanti, soprusi,
violenze fisiche o verbali da parte di chi dovrebbe soltanto far rispettare
le leggi, se sei stato vittima di limitazioni eccessive e senza senso alla
tua liberta’ personale o di ottuse applicazioni di norme interpretate in
maniera del tutto soggettiva, per favore invia il tuo racconto al seguente
indirizzo: ilcalcioaitifosi@hotmail.co.uk
Saranno
pubblicati i piu’ significativi. Se non vorrai comparire con il tuo nome
basta segnalarlo.
E’
necessario far sentire la nostra voce, un’altra voce, che combatta un’informazione
sempre piu’ spesso corrotta,
fatta
di bugie, luoghi comuni, pregiudizi ed omerta’".
COMUNICATO
UFFICIALE
GRUPPI
CURVA SUD
16
giugno 2010
|
|
Comunicato
Ultras Roma
Non
avendo aderito al comunicato uscito il 16/06/2010 e firmato Curva Sud,
tenevamo a precisare quanto segue: a partire dal prossimo campionato gli
Ultras Roma, anche se ci fossero disponibili dei biglietti di Curva Sud,
in campionato non entreranno a prescindere in Curva e questo nel rispetto
di tutti coloro che non appartengono ai Gruppi, ma che comunque hanno sposato
la nostra causa, ovvero quella di non aderire alla tessera del tifoso e
quindi di rinunciare al rinnovo del proprio abbonamento.
Non
avendo la certezza che tutti possano trovare posto in Curva (dipende da
quanti abbonamenti saranno sottoscritti) e dal momento che molti avranno
delle difficolta' a poter arrivare a quei pochi biglietti, riteniamo giusto
rimanere vicino a chi ci e' stato vicino in questa lunga battaglia.
Noi
non condanniamo chi la fa la tessera, anche se ribadiamo con fermezza il
nostro disappunto, ma chi l' ha approvata e soprattutto chi l'ha proposta,
il ministro Maroni!
Comunque
e' sottinteso che in tutte quelle partite dove non e' necessario avere
la tessera del tifoso per acquistare un biglietto, ovvero amichevoli, super
coppa, coppa italia, champions league, noi saremo come sempre al
nostro posto in Curva Sud. No alla tessera del tifoso! ULTRAS ROMA
TESSERE
DEL TIFOSO UFFICIALMENTE VARATE IN SERIE A
Squadra |
Nome |
Posizione
ultras |
Bari |
Fedeltà
Biancorossa |
No
abbonamento |
Bologna |
Siamo
Rossoblu |
No
abbonamento |
Brescia |
Cuore
Biancoazzurro |
No
abbonamento |
Cagliari |
Cagliari
Card |
No
abbonamento |
Catania |
Cuore
Rossazzurro |
Gli
ultras lasciano lo stadio |
Cesena |
Cesena
Card |
No
abbonamento |
Chievo
Verona |
Noi
del Chievo |
Aderiscono |
Fiorentina |
Orgoglio
Viola |
A.C.
Campi, BMB, parterre in basso a destra, Badia, 7Bello Valdisieve e altri
gruppi minori:
No
abbonamento;
Gruppo
Storico U.V. 73 e Quelli che il Chianti scolti. |
Genoa |
DNA
Genoa |
No
abbonamento |
Internazionale |
Siamo
noi |
Aderiscono |
Juventus |
Juventus
Membership |
Libertà
di scelta ma Drughi pubblicizzano abbonamenti. Drughi Roma no abbonamento |
Lazio |
Millenovecento |
Scioglimento
gruppo
No
abbonamento |
Lecce |
|
No
abbonamento |
Milan |
Cuore
Rossonero |
|
Napoli |
|
Curva
A e Curva B
No
abbonamento |
Palermo |
Goal
Member |
UCN
e WUP No abbonamento
Brigate
Rosanero aderiscono |
Parma |
Tessera
del Tifoso |
No
abbonamento |
Roma |
Privilege |
No
abbonamento, Ultras Roma e Boys Roma fuori dalla curva |
Sampdoria |
Sampcard |
No
abbonamento |
Udinese |
Udinese
My Passion |
No
abbonamento |
|
HALL
OF FAME
Chi
ha detto inequivocabilmente e con i fatti
NO
alla tessera del tifoso
e
non farà l'abbonamento
|
30
agosto 2010: una cosa che non ho fatto in
tempo a segnalare prima ma che è importante. Anche la Roma, come
altre società che hanno digerito male la TdT, ha concesso la prelazione
a coloro che erano abbonati la scorsa stagioen e non hanno rinnovato l'abbonamento
ques'anno.
Quindi
è facile ritenere che per tutte le partite ci sarà una prima
prelazione per coloro che hanno sottoscritto la TdT e una seconda prelazione
per gli abbonati della scorsa stagione non sottoscittori della TdT.
Primi
resoconti dall'Italia:
Il Tempo
|
La Gazzetta dello
Sport
|
Il Corriere della
Sera
|
La Repubblica
|
L'Unità
|
L'Arena
|
|
|
|
*
Un'altra
studentessa tedesca di nome Verena ha preparato un questionario per la
sua tesi: rispondere alle domande a questa e-mail: verena.fcn@hotmail.de
"Buon
giorno!
Grazie
tanto per la risposta positiva e per il complimento :) Sono felice
di sentire che mi vorrei aiutare! Ho preparato un questinario, lo metto
alla fine della mia e-mail! Sarei fantastico se potrei metterlo sul tuo
sito, ma una risposta di te sarei ancora un gran aituto - allora, come
vuoi! Non si deve rispondere a tutte le domande pero', sono solo le cose
che sono venute in mente e dalle quale pensavo che potrebbero essere interessante
per la mia composizione! Ti auguro delle belle vacanze e grazie ancora!
Cari saluti, Verena".
______________________________________________________________________
1.
Da quando frequenti partite di calcio nello stadio?
2.
Il mio tema si chiama "I tifosi del calcio negli ultimi vent'anni", allora,
come era la situazione nel 1990?
3.
Cosa ha cambiato negli ultimi vent'anni? Cosa è diverso oggi?
4.
Cosa ti piace/affascina del calcio italiano e di essere tifoso?
5.
Pensando alla situazione qualche anni fa, vai a vedere le partite nello
stadio più spesso/altrettanto/meno spesso oggi? Perché?
6.
È meglio la situazione attuale o vent'anni fa?
7.
Violenza era un grande tema negli ultimi anni, hai già avuto esperienze
colla violenza nei ed intorno dei stadi?
8.
Com'è il tuo atteggiamento verso la violenza tra gli tifosi?
9.
Prenderei tuo figlio allo stadio con te?
10.
Cosa pensi della tessera del tifoso e del comportamento dei politici verso
i tifosi in generale?
*
Aggiunte
altre foto di PSG/Roma, Grosseto/Roma,
Olympiakos/Roma,
Pescara/Roma.
*
1931/32
Roma/Genova 1893 6-0
Fonte:
Archivio
della Associazione Memoria Storica Torresina
*
Questo
uno splendido articolo di Massimo Fini (per me uno dei più - oops
scusate il gioco di parole - fini pensatori contemporanei), leggetelo fino
in fondo che ne vale la pena:
"Ciao
Lorenzo. ti allego un bell'articolo di Massimo Fini sul Fatto di
Sabato 28 agosto sulla Tessera del Tifoso. Credo sia l'unico giornalista
a essersi schierato con gli Ultras perfino dopo i fatti di Bergamo. Saluti
STE".
Archivio
cartaceo | di Massimo Fini
28
agosto 2010
Siamo
stufi, arcistufi, di questo Stato di polizia. Che non è quello delle
intercettazioni telefoniche, come pretende Berlusconi che ha la coscienza
sporchissima, che sono perfettamente legittime quando autorizzate dalla
Magistratura, ma quello dove le libertà più elementari sono
osteggiate, conculcate, vietate, proibite, scomunicate, tranne quella economica
anche quando passa sul massacro della popolazione (è “la libera
intrapresa” a creare la disoccupazione, oh yes, ma questo ve lo spiegherò
in un’altra occasione) e, ovviamente, quelle del Cavaliere che può
corrompere testimoni in giudizio, pagare mazzette ai finanzieri, consumare
colossali evasioni fiscali, avere decine di società “off shore”,
precostituirsi “fondi neri” impunemente perché, attraverso i suoi
scherani, si fa cucire leggi su misura che lo tengono fuori dai processi.
Non
bastassero già le leggi nazionali, dove sono sempre più feroci
i limiti imposti al consumo di alcol, al fumo, non solo a tutela dei soggetti
passivi ma anche di quelli attivi, alla prostituzione (da strada naturalmente,
quella delle escort e soprattutto dei loro importanti clienti è
immune), ora, dopo un altro demenziale decreto del ministro Maroni, ci
si sono messi anche i sindaci, in particolare leghisti, ma non solo, a
imporre i divieti più grotteschi e assurdi. A Verona è proibito
sbocconcellare un panino in strada, consumare alcol fuori dai bar, bagnarsi
nelle fontane, girare a torso nudo (il Mullah Omar era più permissivo).
A Vicenza ci sono multe salatissime (500 euro) “per camper e roulotte che
trasformano la sosta in un bivacco”. A Novara sono vietate le passeggiate
notturne nei parchi se si è più di due (durante il fascismo
ci volevano almeno cinque persone per considerarle “radunata sediziosa”).
A Eraclea (Sicilia) è proibito ai bambini costruire castelli di
sabbia in riva al mare. A Firenze, a Venezia, a Trento e in altre città
è vietato chiedere l’elemosina, cosa che non si era mai vista prima
(nemmeno nei “secoli bui” del Medioevo, anzi, tantomeno nel Medioevo in
cui si riteneva che il mendico, come il matto, avesse, per dei suoi misteriosi
canali, un rapporto privilegiato con Dio) in nessuna società del
mondo, eccezion fatta per l’Unione Sovietica.
Adesso,
sempre per iniziativa del solerte Maroni, è arrivata anche la “tessera
del tifoso”. È intollerabile che uno
per andare a vedere una partita di calcio debba chiedere la patente alla
società. Una schedatura mascherata, socialmente razzista perché
imposta solo ai tifosi che vanno nel “settore ospiti”, cioè dietro
le porte e nelle curve, mentre chi può pagarsi i “distinti” non
subisce questa gogna. In realtà questa misura illiberale va nel
segno di una tendenza in atto da molti anni: eliminare via via il calcio
da stadio a favore di quello televisivo e degli affari di Sky, Mediaset
e compagnia cantante (con corollario di moviola, labiali, giocatori scoperti
in flagranti e sacrosante bestemmie – robb de matt – e, da quest’anno,
anche la profanazione del tempio sacro dello spogliatoio). Ma chi conosce
anche solo un poco il “frubal”, come lo chiamava Gioann Brera ai tempi
belli in cui tutte queste stronzate non esistevano, sa che fra il calcio
visto allo stadio e quello visto in casa, in pantofole, fra una telefonata
e l’altra e magari sbaciucchiandosi con la fidanzata (orrore degli orrori,
il calcio è un rito che vuole una concentrazione esclusiva, non
sono mai andato allo stadio con una ragazza e fra Naomi e Ruud Van Nistelrooy
– doppietta allo Shalke 04 per inciso – non ho dubbi) non corre alcuna
parentela. Per vivere davvero la partita, per capirla, bisogna essere allo
stadio, vedere tutto il campo (ci sono centrocampisti che, se guardi la
partita in Tv, sembrano aver giocato male perché han toccato pochi
palloni e invece hanno giocato benissimo, di posizione) e non solo quello
che garba al cameraman.
Dal
1983 – introduzione del terzo straniero – il calcio da stadio ha perso
il 40% degli spettatori. Quest’anno gli abbonamenti sono ulteriormente
crollati del 20%. Molti tifosi hanno solidarizzato con gli ultras in rivolta
e non l’hanno rinnovato. E poi ci sono le ragioni, così efficacemente
spiegate da Roberto Stracca in un servizio sul Corriere (26/8) e che hanno
tutte la stessa origine: scoraggiare la gente dall’andare allo stadio.
“Anche chi non è ultrà – scrive Stracca – e non ha mai pensato
di esserlo, dopo biglietti nominali, necessità di un documento per
un bambino di 8 anni, odissee fantozziane nella burocrazia più ottusa
per una partita di pallone, non ne ha potuto più e ha finito per
dire addio allo stadio e aderire alla sempre più ricca offerta televisiva”.
Maroni,
contestato violentemente da 500 ultras bergamaschi alla Festa della Lega
ad Alzano Lombardo, ha detto: “Dicono di essere dei tifosi, ma non lo sono.
Sono dei violenti”. E invece gli ultras sono gli ultimi, veri, amanti del
calcio. Qualche anno fa, in una domenica canicolare e patibolare di giugno,
i demonizzatissimi ultras in rappresentanza di 78 società, di A,
di B, di C e delle serie minori, diedero vita a Porta Romana, a Milano,
davanti alla sede della Figc, a una civilissima manifestazione al grido
di “Ridateci il calcio di una volta!” (cioè: numeri dall’uno all’undici,
arbitro in giacchetta nera, pochi stranieri, riscoperta dei vivai e, soprattutto,
basta con l’enfiagione economica che ha distrutto tutti i valori mitici,
rituali, simbolici, identitari, che ne hanno fatto la fortuna per un secolo,
a favore del business e che finirà, prima o poi, per farlo scoppiare
come la rana di Esopo). La notizia – mi pareva una notizia – passò
sotto silenzio. Persino la Gazzetta dello Sport dedicò all’avvenimento
un box di poche righe. Non bisognava disturbare il manovratore. Cioè
gli affari.
Due
parole sulla “violenza” Ad Alzano Maroni ha detto anche: “Io con i violenti
non parlo”. E allora il primo cui non dovrebbe rivolgere la parola è
Umberto Bossi, il suo Capo. L’ineffabile Maroni si è dimenticato
che il leader del Carroccio, agli albori della Lega, dichiarò: “Ho
trecentomila leghisti pronti a estrarre la pistola dalla fondina” (in realtà
quelli, dalla fondina, possono estrarre al massimo il loro cellulare),
e in seguito: “andremo a prendere i fascisti uno a uno, casa per casa”,
e ancora, a proposito dei magistrati, “bastano delle pallottole e una pallottola
costa solo 300 lire”, e di recente ha anfanato di fucili e altre armi se
non gli concedevano non mi ricordo che cosa, parole che dette da un esponente
del Governo, sono ben più gravi delle quattro macchine date alle
fiamme durante la contestazione di Bergamo.
Io
sto con gli ultras. Anche quelli violenti di Bergamo. Perché mi
paiono gli unici ad aver voglia ed energia di rivolta in un Paese in cui
i cittadini si fan passare sopra ogni sorta di abusi, di soprusi e di autentiche
violenze sempre chinando la testa. Sudditi. Nient’altro che sudditi. |
*
300
spettatori di cui 50 ospiti, ecco il calcio del Ministero dell'Interno:
FLAMINIO
Debutta
la tessera del tifoso
qualche
disagio per Atletico-Taranto
Battesimo
ufficiale della card in occasione del match valido per la seconda giornata
di Lega Pro Prima divisione (Girone B). Presenti circa 300 spettatori,
poco più di 50 i tifosi ospiti. La questura: nessuna turbativa per
la sicurezza e l'ordine pubblico (sic!)
Numerosi
agenti delle forze dell'ordine, pochi tifosi, alcuni disagi. E' il quadro
relativo al battesimo ufficiale a Roma della tessere del tifoso, in occasione
del match tra Atletico Roma e Taranto, che si è svolto allo Stadio
Flaminio. All'incontro, valido per la seconda giornata di Lega Pro Prima
divisione (Girone B), erano presenti circa 300 spettatori (poco più
di 50 i tifosi ospiti) che per assistere alla partita hanno dovuto esibire
assieme a documento e biglietto d'ingresso, anche la card rilasciata dalle
due società.
La
partita si è svolta oggi senza alcuna turbativa per la sicurezza
e l'ordine pubblico, e - sottolinea la questura - è stata "garantita
l'accessibilità all'impianto". La questura infatti ha anche autorizzato
l'emissione di biglietti a cinque supporters a cui era stata inizialmente
bloccata, ma per irregolarità nella ricevuta della richiesta della
tessera non dipendenti dall'inadempienza dei tifosi.
Un
momento di disagio è stato registrato quando ad un gruppo di cinque
tifosi ospiti provenienti da Mantova ed Alessandria non è stato
inizialmente rilasciato il biglietto. La causa, secondo quanto riscontrato
dagli addetti alla biglietteria, e dallo stesso dirigente del servizio
di ordine pubblico, era la mancanza della indicazione del codice a barre
nella ricevuta della richiesta della tessera esibita agli sportelli della
biglietteria. Il dirigente del servizio, in linea con le direttive dettate
dal vertice della questura, e in attuazione della politica finalizzata
a garantire la massima accessibilità ai tifosi che rispettano le
regole, ha dato il nulla osta per la stampa ed il rilascio dei titoli di
accesso allo stadio.
Alla
base della decisione - spiega la questura - la constatazione che le difficoltà
registrate per l'inadempienza altrui non potevano penalizzare i cinque
supporters che avevano seguito le regole. I cinque, dopo essere riusciti
ad
ottenere i biglietti, hanno ringraziato il dirigente del servizio per essere
andato incontro alle loro esigenze. La gara si è svolta regolarmente
senza alcuna turbativa per l'ordine e la sicurezza pubblica.
*
E-mail:
"Ciao
Lorenzo, ho scoperto in che modo la digos, servizi segreti e giornalisti
ogni tanto tirano fuori la storia delle infiltrazioni camorrisitche nelle
curve del napoli, hanno visto il film di nino d'angelo. un saluto
http://it.wikipedia.org/wiki/Quel_ragazzo_della_curva_B".
E-mail
di qualche giorno fa: "Ciao Lorenzo, prima
di tutto buona estate.
Ormai
ci siamo, il campionato è alle porte e la tessera del tifoso ha
già fatto strage di abbonamenti: contenti loro!
Ti
invio questa mail per esprimere la mia opinione sulla raccolta degli abbonamenti.
Ho apprezzato ed apprezzo tutt'ora l'iniziativa, tant'è che inizialmente
volevo consegnare anche io l'abbonamento. Ma ci ho ripensato. I motivi
essenzialmente sono due:
1)
Quest'anno non me la sento di entrare allo stadio. Trovo assurdo che sia
negata la libertà di andare allo stadio a persone assolte in un
processo, o che hanno scontato la propria pena. E' una decisione presa
nel rispetto di queste persone
2)
L'altro motivo è prettamente economico: non ho fatto la tessera
del tifoso per provocare un danno a banche e papponi vari, non farò
i biglietti per provocare un danno alle società di calcio che hanno
accettato questo schifo, giustificandosi con argomentazioni false ("c'è
una legge" : quale legge?)
Mi
concederò qualche trasferta europea, visto che nel resto del continente
il tifoso è trattato alla stregua di ogni altro cittadino (più
o meno).
L'incognità
sarà riuscire a prendere i biglietti, ma immagino che per un eventuale
trasferta in Ucraina a dicembre non ci dovrebbero essere problemi.
Magari
gli ottavi, o i quarti, dovrò seguirli alla radio, ma si sa: nel
2010 o sei "privilege" o sei out.
In
attesa di giorni migliori, Marco".
Altra
mail di inizio agosto: "Ciao Lorenzo, vorrei
lasciarti qualche breve riga per esprimere il mio parere riguardo la situazione
attuale.
Sono
stato abbonato per 16 anni e quest'anno ovviamente non ho rinnovato. Penso
che dal momento in cui si decida di non fare la tessera e di conseguenza
l'abbonamento bisogna fare qualcosa per crare davvero un disagio a questo
nuovo mondo del calcio. Secondo me la soluzione migliore è
quella di non andare più allo stadio, non guardare più la
partita in tv, tornare a sentirla alla radio e vedere i goal su 90 minuto.
Un'ultima
cosa...la curva sud ormai già era piena di tutti quei ragazzi coattelli
ai quali adesso non si vuole lasciare spazio (come ho letto in un'e-mail
sul tuo sito)...già era tutto finito, tra merchandising e voglia
di padroneggiare. Soltanto pochi, ultimi nostalgici hanno resistito, nel
nome del tifo, quello vero, quello di una volta, quando l'aria si colorava
di giallo e rosso ad ogni inizio partita, quando si andava a vedere la
MAGGICA, quando si faceva a cazzotti, e non a coltellate alle spalle. Era
bello, adesso non lo è più. Grazie della possibilità
di far sentire ogni voce, con stima Andrea".
*
Ed
ecco qui la tessera dello studente, istituita nel silenzio il 5 agosto
scorso dal Ministero della Pubblica Istruzione... ma a nessuno interessa
capire verso cosa si sta scivolando.... Solo qualche blando articolo qua
e là.... Anche questa istituita con decreto ministeriale, come la
TdT, e non con una legge:
"L'Anagrafe
nazionale degli studenti, come strumento di supporto alla realizzazione
del successo scolastico e formativo degli studenti e di sostegno alla qualificazione
del sistema di istruzione e formazione, è stata istituita - con
Decreto
ministeriale n.74 del 5 agosto 2010 - dal Ministro dell’Istruzione,
Maria Stella Gelmini.
L’Anagrafe
intende favorire la realizzazione del diritto-dovere all'istruzione, a
partire dal primo anno della scuola primaria e si avvale delle dotazioni
umane e strumentali del medesimo Ministero.
Essa
acquisisce dalle istituzioni scolastiche appartenenti al sistema nazionale
di istruzione, dati relativi alla valutazione degli studenti (secondo quanto
previsto dal D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122), nonché dati sensibili
e giudiziari degli studenti e altri dati utili.
Le
misure idonee ad assicurare che la consultazione da parte del Ministero
dei dati personali degli studenti avvenga esclusivamente in forma anonima
(o comunque con modalità che assicurino la non identificabilità
dell'interessato) sono individuate nell’allegato tecnico al presente decreto,
dove sono anche previste le modalità di fruizione dei dati personali
da parte dei soggetti (di cui all'art. 5 del decreto legislativo n. 76/2005),
nel rispetto delle competenze e dei principi di pertinenza, non eccedenza
ed indispensabilità (di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003,
n. 196: “Codice in materia di protezione dei dati personali”).
I
dati acquisiti all'Anagrafe sono conservati fino al termine dell'anno solare
successivo alla conclusione di ogni ciclo scolastico.
Per
le finalità di rilevante interesse pubblico l'Anagrafe può
contenere dati idonei a rivelare lo stato di salute, le convinzioni
religiose e dati giudiziari - indispensabili per individuare
il soggetto presso il quale lo studente assolve l'obbligo scolastico (scuole
paritarie, strutture ospedaliere, case circondariali, ecc.). Tali tipi
di dati sono individuati previo parere conforme del Garante per la protezione
dei dati personali.
Infine,
l'Anagrafe è utilizzata in forma anonima dal Ministero dell'istruzione
e dalle istituzioni scolastiche, allo scopo di monitorare l'evasione dell'obbligo
di istruzione, gli abbandoni scolastici, l’ irregolarità di frequenza
e ogni altro fenomeno riconducibile alla cosiddetta dispersione scolastica,
per predisporre opportune azioni di prevenzione.
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/anagrafe_studenti/
*
E ora
il solito sondaggio del Masseggero sulla TdT:
http://www.ilmessaggero.it/sondaggio.php?ris=S
1962
http://www.youtube.com/watch?v=94s0bTVS3fk
*
Curiosità:
"Ciao
Lorenzo, ti scrivo per segnalarti una curiosità. Sono appena tornato
da una vacanza negli Stati Uniti e fra i vari posti visitati sono stato
nella Monument Valley: mentre ammiravo con i miei amici gli stupendi pinnacoli
rossi ho visto un ragazzo che si arrampicava su una roccia.
Quando
lo scalatore è stato in cima abbiamo notato che portava una
maglietta con la scritta "ROMA" e subito dalla nostra macchina è
partito l'inno della Magica. Il ragazzo se ne è accorto e salutandoci
calorosamente ci ha filmato.
Ti
allego la foto e se il ragazzo dovesse riconoscersi mi piacerebbe essere
contattato ed avere il filmato: fantaliquez@yahoo.it".
England:
"Buon
pomeriggio Lorenzo,
mentre
qui ci si mena durante le amichevoli (evvia maroni), nel campionato inglese
si è iniziato alla grande.
Il
buon Millwall, che è salito di categoria, ha ben 4 derby e due partite
da bollino rosso...quelle che gli incompetenti in Italia farebbero giocare
a porte chiuse: Millwall vs Leeds e Millwall vs Nottingham F.
Nel
frattempo la truppa Millwall è andata a Bristol...
http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-bristol-10909215
*
Situazione
per nulla tranquilla in Svezia... Hammarby in trasferta a Norrköping
nella serie B svedese:
http://www.nt.se/24nt/#category=5629214&date=2010-8&clip=6194200&startTime=0m0s
*
Da
Spalato: "Ciao Lorenzo, anche se non ci
conosciamo personalmente seguo il tuo bellissimo sito da anni, così
ho pensato di mandarti questa sorta di 'cartolina' dallo stadio Poljud
di Spalato, dove sono passato per vacanza.
E'
l'unica scritta in italiano che ho visto nei pressi dello stadio, si trova
piu' o meno all'ingresso della curva della Torcida.
So
che questi giorni ci sono argomenti molto più importanti, ma quando
si viaggia è bello sentirsi un pò casa! Saluti Fabrizio".
*
Triestina:
"Come
gia' ampiamente dichiarato, ribadiamo e comunichiamo la decisione di rimanere
al di fuori dei cancelli dopo l'introduzione della tessera del tifoso.
Nessun
vincolo al singolo, nessuna morale, chi vuol entrare lo faccia ma sia ad
ogni modo informato e cosciente, che nessuna forma di tifo e sostegno sarà
organizzato dal nostro gruppo.
Noi
non entreremo ma saremo sempre fuori a vigilare e nulla sarà tollerato!
Non
è, come gia' sottolineato un disinteresse verso l'Unione e la maglia,
ma nostra espressione, la nostra lotta contro il sistema calcio.
Tutto
questo per rimanere la parte sana.
Meglio
fuori a modo nostro, che dentro a modo loro!
CURVA
FURLAN DI FERRO E FUOCO"
Chiarita
la posizione dei viola (il CAV ovviamente non ha partecpato alla riunione):
Comunicato
in merito alla riunione alle Due strade.
I
gruppi dei tifosi viola della curva Fiesole e della curva Ferrovia riunitisi
ieri sera allo stadio della Rondinella hanno preso una posizione netta
e comune in merito all’introduzione della tessera del tifoso, denominata
a Firenze “Orgoglio Viola”.
Dando
voce ai rappresentanti dei gruppi emerge la netta volontà di NON
ADERIRE a quella che tutti hanno definito una mercificazione della nostra
comune passione, un vero sopruso delle libertà individuali ben oltre
il limite della legalità.
La
decisione di non sottoscrivere la carta “Orgoglio Viola” nasce sulla base
di motivazioni sia di forma che di sostanza che proviamo a riassumere:
1.
Ci hanno detto che si tratta di una legge dello Stato che le società
calcistiche devono rispettare. NON E’VERO: si tratta solo della circolare
ministeriale n. 555 del 14 agosto 2009 che suggerisce, senza imposizione,
l’introduzione della tessera del tifoso.
2.
Ci hanno detto che il provvedimento risolverà le problematiche della
violenza negli stadi. NON E’VERO: la tessera niente aggiunge in termini
di sicurezza a quanto già introdotto con il biglietto nominale.
3.
Ci hanno detto che e’uno strumento di fidelizzazione. NON E’VERO: un vero
TIFOSO non ha certo bisogno di essere fidelizzato.
4.
Ci hanno detto che ci saranno dei vantaggi economici usando la carta di
credito abbinata alla tessera. NON E’ LEGALE: le agevolazioni previste
contrastano con l’’art. 8 della Legge 4 Aprile 2007 N° 41.
Senza
addentrarci oltre nelle motivazione del NO ALLA TESSERA, vorremmo evidenziare
come, nella migliore delle ipotesi e senza adombrare il sospetto di una
strategia, ci sia stata una totale disinformazione, perpetrata al solo
fine di raggiungere il loro obbiettivo prefissato.
Avremmo
voluto aprire un confronto con chi sositene l’utilità di questo
provvedimento, ma la mancata risposta della Società ACF Fiorentina
Spa al nostro invito all’incontro di ieri sera, ci ha negato l’opportunità
di un costruttivo contradditorio atto a chiarire tutte le sopracitate inesattezze,
consentendo ai liberi tifosi viola una scelta consapevole e non dettata
dalla sola leva emozionale e sentimentale.
Cio’detto
chiediamo formalmente alla società viola di consentire a tutti quei
tifosi che non aderiranno alla tessera del tifoso di poter acquistare il
biglietto delle singole partite esercitando una prelazione in virtù
dell’abbonamento dello scorso anno.
NO
ALLA TESSERA DEL TIFOSO
*
Sanremese:
“Il
gruppo Cani Sciolti Sanremo ’09, non intende assolutamente abbandonare
il proprio ideale ultras!” Questo l’appello di un'altra frangia del tifo
organizzato biancoazzurro, dopo quello dei Matutia 1904, in merito
all’adozione della cosiddetta tessera del tifoso dovuta alla promozione
della Sanremese nel calcio professionistico. E aggiungono: “non faremo
nessun abbonamento per la stagione calcistica 2010-2011. La Sanremese è
la nostra vita, la libertà pure!”
*
Catanzaro:
Lacrime
di sconforto si uniscono a mani sudate in questo pomeriggio di caldo torrido
sulla tastiera del pc, la decisione presa è delle piu' dure, quella
che non vorresti prendere mai, quella che in quasi trentotto anni di storia
non era mai stata presa.
A
seguito delle valanghe di diffide subite quest'anno e a seguito dell'obbligatorietà
della tessera del tifoso, gli Ultras Catanzaro 1973 dopo un'attenta riunione
del direttivo comunicano la sospesa attività del gruppo a partire
dalla data odierna fino a tempo indeterminato.
Tra
una sigaretta e l'altra dovute al nervoso che ci attanaglia, scorrono velocemente
le immagini degli anni piu' belli della nostra vita, le immagini che porteremo
per sempre nel cuore, le immagini che racconteremo ai nostri figli e ai
nostri nipoti, ma il peso di essere uno dei gruppi piu' longevi d'Italia
non ci permette di stare inermi di fronte a questa situazione.
Difendere
il proprio onore, accendere un fumogeno, suonare un tamburo non puo' essere
un reato, per andare in trasferta non puo' essere imposta una schedatura,
chi ha già scontato un DASPO non puo' essere per sempre perseguitato
e tenuto distante dallo stadio, anche al criminale piu' incallito viene
concessa la chance della riabilitazione all'Ultras NO.
Questa
nostra sospesa attività non va vista come uno scioglimento e un
abbandono delle armi, ma la speranza che le cose possano tornare come prima
non devono svanire, la speranza che l'ultimo dei politici con un po' di
sale nella zucca possa mettere fine a questo scempio è sempre viva
nei nostri cuori, oggi o domani saremo ben lieti di riprendere il posto
che ci compete.
Voi
ben pensanti e servi del sistema non esultate, un Ultras non muore mai,
gli ultras Catanzaro 1973 sono sempre vivi e piu' compatti che mai, togliete
l'illusione di non vederci piu' in branco, il non entrare allo stadio il
non tesserare il nostro onore non vuol dire averci seppellito.
Con
questo nostro addio vogliamo ringraziare tutti coloro che per almeno un
giorno sono stati Ultras Catanzaro, le nostre famiglie che ci hanno sempre
supportato, i vari Zenigate e Ginko della nostra città che forse
adesso durante l'orario di lavoro potranno bere qualche caffè in
piu', i nostri fratelli di Brescia, Barletta e Firenze e tutti i nostri
nemici che grazie anche a loro abbiamo animato questi trentotto anni di
attività.
In
Alto i cuori, NOI NON CI TESSERIAMO.
*
Ternana:
MAI
AL GUINZAGLIO
In
vista dell’ entrata in vigore della tessera del tifoso, la Curva Est e
i suoi gruppi di riferimento si sciolgono (almeno per quanto riguarda qualsivoglia
iniziativa all’interno degli stadi ), e annunciano che, finche verrà
portata avanti questa politica, non entreranno più in una curva.
Probabilmente
quei pochi che ancora possono, sosterranno la nostra Ternana da fuori.
Vivremo
Ultras in strada.
Potevamo
fare scelte “alternative”,sicuramente meno dolorose, ma la dignità
ultras, la coerenza, ed il sentirsi uomini liberi, ce lo impediscono.
Non
possiamo nemmeno pensare di abbandonare amici con cui abbiamo condiviso
tutto, ai quali verrebbe negato l’ accesso a priori, sull’ altare di un
abbonamento sottoscritto, tramite una vergognosa schedatura di un bancomat
mascherato.
Dopo
aver subito anni di terrorismo mediatico, amministrativo e penale, non
possiamo tollerare guinzagli ed imposizioni assurde.
Molti
ragazzi della curva aderiranno all’ iniziativa dell’associazione sportiva
“Primidellastrada” per la costruzione di una squadra che parteciperà
al campionato Uisp, per vivere dentro e fuori dal campo il calcio che piace
a noi, e dare anche un senso di protesta all’ interessante proposta sociale
e sportiva dell’associazione.
Da
questo momento in poi, sia a Terni che lontano dalla nostra città,
nessuno potrà dire di rappresentare in qualsiasi modo, magari mosso
da rigurgiti ipocriti e vigliacchi, la Curva Est, né tantomeno la
volontà degli ultras rossoverdi. Tenetevi il vostro calcio marcio
e corrotto, noi siamo ultras e continueremo ad esserlo anche fuori dagli
stadi.
Con
le spalle rivolte al campo.
GLI
ULTIMI DELLA CLASSE - CURVA EST
*
Ad
Arezzo si riparte da zero:
Ciao
Lorenzo ti volevo comunicare che ieri dal notaio è stata costituito
l'Atletico Arezzo Srl dopo la mancata iscrizione alla lega pro dell'AC
Arezzo. Il capitale sociale è formato al 99% da Marco Massetti,
giovane imprenditore aretino, e all'1% da un comitato di tifosi. Qui sotto
ti riporto il sito ufficiale del comitato. Ciao a presto!
www.orgoglioamaranto.it/
*
Maurizio
Martucci vs. Tony Damascelli:
TIFO,
TESSERA E VUVUZELAS DELLA DISCORDIA:
MARTUCCI
CONTRO DAMASCELLI.
OPINIONI
A CONFRONTO
ARTICOLO
DI MAURIZIO MARTUCCI
Su
Il Giornale di ieri l’ennesima riprova. Si gira sul problema per evitarlo.
Ma io lo dico lo stesso: il calcio è in crisi d'identità,
altro che “vuvuzelas
della
violenza”. Crisi del sistema e delle implicazioni sociali. Il calcio è
cresciuto cavalcando sentimenti popolari, il piacere della maglia sudata,
la bandiera sventolata in modo semplice e spontaneo.
Oggi
è vittima di uno scontro antropologico: calcio contro neo-calcio,
cuore
contro prodotto di consumo. Bisogna saper leggere tra i malumori
per
la Tessera del Tifoso, che non riguardano solo gli ultras (caro
Damascelli)
ma anche centri coordinamenti club e spettatori non
organizzati:
il giocattolo sta perdendo aderenza col popolo. Il calcio
ha
smarrito ritmo, religiosità civile e riti magici tramandati da generazioni.
Il neo-calcio ha acquistato carte prepagate e flussi
economici
d’alta finanza. Il calendario della Serie A esce in Borsa,
gli
abbonamenti in banca e la black list passa in Questura.
Disorientamento
ed eccesso di burocratizzazione tolgono sogni e
immaginazione.
Ha vinto l’Uomo Massa. Ha perso l’Uomo Primordiale. Il
neo-calcio
ha una ricetta nuova in doppio petto, politically correct:
fare
a meno dei tifosi, puntando sui neo-tifosi, stile Vuvuzela
sudafricana
in si bemolle. Suono mono corda, una sola nota a coprire
tutto,
cori di incitamento e di dissenso. In un sistema di controllo
blindato
si affondano colpi di bisturi, come un chirurgo interviene in
sala
operatoria: stavolta però la plastica facciale è per la coscienza
dell'Io,
individuo pensante old style. Intubato l'Homo Sapiens muterà
sembianze:
rimodellato con punture di botulino sarà Homo Virtualis,
nuovo
di zecca, sintesi della tirannia dei numeri che Alexis De
Tocqueville
diceva illiberale già agli albori della democrazia
statunitense.
Schiacciamento molecolare delle masse sulle libertà
individuali.
Stadi svuotati, rigenerati da neo-tifosi, virtuosi
marketing
oriented. Ecco lo scenario: organizzati e dissidenti
soppiantati.
Portafogli a doppio fondo contro coronarie da cuore
impavido.
Banconota contro senso d’appartenenza. Prima di arrivare in
cassa,
si prezzano sacrifici e altruismo, abbassando toni (selvatici),
alzando
il Modello 730 (nei ristoranti Ciao e nei bar-snack Autogrill
c'è
pure il menù del tifoso con sconto del 10%. Ma ci pensate: nessuno
si
incontrerà più per menar vilmente le mani in autostrada.
E' bastata
una
fidelity card!) Fahrenheit 451, Atto di Forza, Il taglia erbe: ieri
film
fantascienza, oggi la spalmatura dal venerdì al lunedì, passando
per
l’antipasto domenicale alle 12:30 e l’anticipo cool al sabato all’
ora
di cena, lume di candela. Tutto rigorosamente in pay per view, all
access.
Si guarda al modello inglese, ma siamo italiani. Oltremanica
giocano
a pranzo perché usano un frugale branch prima del thè. Da
noi
tagliatelle
e fettuccine salteranno con suoceri e nonni che andranno a
farsi
benedire insieme alla messa (contemporanea al fischio d'inizio!)
S’è
portato all’esaurimento il pathos che ha reso dilagante la palla
presa
a calci. Biglietti nominali, tornelli e sguardo vivisezionante di
telecamere
a circuito chiuso come tra i metal-detector in aeroporto,
passaporto
in mano. Lì si scongiurano psicosi terroristiche e vili
attacchi
stile 11 Settembre. Qui (dicono) si faccia per le famiglie
sugli
spalti (giusto!), alzando soglie d’acquisto (sbagliato!),
escludendo
indesiderati reazionari come al confino (regime?) Faccia
riflettere
la pochezza dei nuovi abbonati, prima che sia troppo tardi:
qualche
stagione fa 150-200.000 spettatori si contavano solo tra
Olimpico
e San Paolo (con pezzetto di San Siro). Oggi sono la somma
stimata
di tutte le Tessere del Tifoso vendute in Serie A. Curve e
tribune
rispondono a modo loro: spontaneismo dal basso contro la
chiusura
di spazi vitali. Cose da Braveheart, L'ultimo dei Mohicani e
Balla
coi lupi, altro che Fight Club come si insinua. Certo: chi
sbaglia
paga. Ma sbaglia ed è un teppista pure chi usa cuore e cervello
per
proteggere valori e coscienza critica da tifoso?
Maurizio
Martucci |
ARTICOLO
TONY DAMASCELLI
È
tornato il calcio di casa nostra. Roba brutta, risse furibonde tra tifosi,
dovunque, al nord, al centro, al sud, non importante dove, importa come.
Si va già di bastoni e coltelli, l’aggressione fa parte dello spettacolo
valido per tutte le stagioni. Gli ultras si coalizzano per boicottare la
tessera del tifoso. Elementare, il calcio è loro e vogliono gestirlo
così, tra una lama di coltello e una dose di cocaina. Il daspo sembra
il nome di un
detersivo,
le diffide fanno ridere i delinquenti e i vigliacchi, se ne
fregano
di tornelli e controlli, vanno dove vogliono, si seggono dove
desiderano.
Il
football italiano è questo, ormai, cafone e violento, in campo,
in curva, in tribuna autorità, in tribuna stampa. Non sei nessuno
se non ti fai riconoscere, se non ti schieri, se non appartieni a una fazione,
a una squadra, a un dirigente. Le ultime disposizioni della Lega calcio,
in armonia con la Rai che ha acquistato i diritti dell’evento, vieta a
chiunque di trasmettere in audio e in video commenti, opinioni, cronache
dagli stadi. Se la norma venisse davvero applicata (dico davvero perché
conosciamo gli uomini e le loro debolezze) verrebbe smantellata la sala
giochi di questi vent’anni, il teatrino di voci e volti che hanno fatto
la storia della televisione locale e non soltanto, delle radio di ogni
quartiere, urla strazianti dopo un rigore non concesso, orgasmi inenarrabili
dopo un gol realizzato dai beniamini, crisi respiratorie dopo una vittoria,
cali
psicodepressivi
dopo una sconfitta, tutto rigorosamente in diretta e in
video,
con la telecamera piazzata a centimetri due dal naso.
Dice:
così si limita finalmente la violenza. Calma, incominciamo
dall’alto. Chi ha suggerito agli speaker dello stadio, soprattutto
di alcuni stadi, di
annunciare
i nomi e i cognomi delle formazioni come nemmeno nei comizi dei tiranni
si usa fare e dire? Chi ha creato questi pagliacci con il
megafono
che per pronunciare le generalità di un calciatore o di un
allenatore
debbono assumere qualche sostanza particolare? I dirigenti
non
sono forse complici gaudenti di questo fenomeno volgare e paesano?
Il
circo, non il circolo, è vizioso, difficile uscirne. I tifosi pensano
di essere legittimati dai giornalisti urlanti e caricature di se stesse
(ma
non stava al processo del Lunedì pappa e ciccia con Biscardi?),
i giornalisti così fanno perché altrimenti, con la semplice
scrittura e grammatica da piola, non verrebbero riconosciuti. È
un bell’andazzo e così si è arrivati alla polizia costretta
a sparare in aria per tenere a bada il gruppo di delinquenti, come è
accaduto a Pisa.
Detto
per inciso, ma fino a un certo punto, per costoro e per tutti gli
altri
protagonisti di misfatti che coinvolgono il calcio, boccio il
carcere
e promuovo i servizi sociali, la pulizia dello stadio insudiciato,
quello delle latrine degli stessi impianti, il rifacimento di seggiolini,
poltrone, maniglie, porte divelte durante i simpatici moti, il rifacimento,
in carrozzeria, di auto, ambulanze, pullman danneggiati o dati alle fiamme.
Ovviamente tutto a costo zero, come si usa ormai dire, perché se
c’è una cosa poco gradita a questa orda è proprio il lavoro,
quello duro, va da sé, senza salario.
Così
come i giornalisti urlanti e straziati dovrebbero avere una patente a punti:
ogni strillo, ogni volgarità, ogni denuncia non provata scatta la
multa,
per gli errori di italiano, con la morte del congiuntivo e parenti vari,
non c’è più speranza. Ovviamente sto vaneggiando, è
tutta colpa del caldo estivo. Non accadrà nulla di tutto questo,
gli arbitri hanno detto che proteggeranno il gioco come non mai, i giornalisti
ribadiscono che si atterranno alle regole, i tifosi saranno rispettosi
dell’avversario, i calciatori onoreranno il fair play. Non è bello
tutto ciò? Peccato che non corrisponda al vero; mazze, bastoni,
coltelli fanno parte del bagaglio professionale del nostro meraviglioso
pubblico, gli sputi, le gomitate e gli insulti sono di pertinenza di
calciatori e giornalisti. Sono le nostre vuvuzelas. Si ricomincia sul serio,
restate con loro.
Tony
Damascelli |
Altro
interessante articolo di Martucci del 5 agosto che non avevo postato e
mi sono rimesso in pari.
Mi
mancano solo le foto e i tabellini di Levante/Roma.
UN
ALTRO CALCIO E’ POSSIBILE?
Geopolitica
del pallone: il neo-calcio è un prodotto della società dei
consumi.
Il
Governo, complici Club-industria, colpisce gli ultras per creare tifosi-clienti.
E
in curva torna il brigantaggio?
Maurizio
Martucci
Tra
‘700 e ‘800 del secolo scorso un’opposta visione del mondo portò
allo scontro romantici e illuministi, ortodossi di irrazionalità
e passione contro razionalisti dei lumi. Sfida col guanto, armi cavalleresche,
prima dell'avvento delle ideologie del '900 post rivoluzioni francese e
industriale. Caduta Berlino e poi il Muro, nel terzo millennio è
rimasto poco del duello culturale sulla weltanshauung: oggi la tecnocrazia
è sovrana, con buona pace di spontaneisti e teorici dell’aggregazione
non omologata. Ha vinto l’Uomo Massa. Ha perso l’Uomo Primordiale. Dappertutto,
anche nello sport e nelle sue dinamiche sociali.
Geopoliticamente
parlando, sono 30 anni che la storia del calcio italiano muta ingredienti
e anticorpi. Non più progressismo-tradizionalista ma evoluzionismo
apolide allo stato puro: profitto e merchandising sono in cabina di regia.
E l’ultima trovata si chiama Tessera del Tifoso, frutto naturale del neo-calcio
d’esportazione italiota. Dovrebbe arrestare la devianza delle scorribande
giovanili, ma fa arrossire la pur consumeristica NBA del basket americano.
L'accusano di essere “un prodotto senza cuore”, rigettato aprioristicamente
dall'UEFA e dal popolo di fedeli conservatori (ultimi romantici) che non
colgono più ardore nemmeno tra compagini giovanili e campi di categorie
minori. Il neo-calcio è nauseante ovunque, da Nord a Sud, isole
comprese: emana odore ripugnante, sollecitando masse disgregate, allontanando
folle tribali selvatiche. Il neo-calcio ha una nuova ricetta in doppio
petto, politically correct: può fare a meno dei tifosi. Il neo-calcio
punta sui neo-tifosi, stile Vuvuzela, apotropaica Lepatata sudafricana
in si bemolle. Suono mono corda, una sola nota che copre tutto, compresi
cori di incitamento e grida di dissenso. Striscioni e megafoni non entrano
in curva e nemmeno scenografie non autorizzate. In un sistema di controllo
blindato è in atto uno scontro antropologico apocalittico, condotto
a colpi di bisturi, come un chirurgo affonda la lama in un intervento di
plastica facciale: però stavolta in sala operatoria c'è la
coscienza dell'Io, individuo autonomo e pensante, categoria old style.
L'Homo Sapiens Sapiens sta per essere intubato, cambierà sembianze:
verrà sfigurato e rimodellato con punture rigeneranti di botulino.
Nascerà l'Homo Virtualis, nuovo di zecca, sintesi futuristica
della tirannia dei numeri che Alexis De Tocqueville diceva illiberale già
agli albori della democrazia statunitense. Schiacciamento molecolare delle
masse sulle libertà individuali. Non c'è né per nessuno.
Si salvi chi può: “I 400-500 ultras che hanno protestato - riferisce
il Ministro dell'Interno Roberto Maroni - verranno sostituiti nell'immaginario
collettivo dai 4/5 milioni di tifosi che con la tessera andranno in stadi
più sicuri”. Ed ecco meravigliosamente lo scenario dischiudersi,
come d'incanto: c'è chi vince e c'è chi perde. I dissidenti
contestatori verranno soppiantati. Anche se sono i nostri ragazzi, i nostri
figli: chi se ne frega se verranno espulsi, sostituiti da nuovi scudi umani.
Portafogli a doppio fondo contro coronarie da cuore impavido. Moneta banconota
contro luce d’enfasi e senso d’appartenenza. Prima di arrivare in cassa,
si prezzeranno sacrifici e altruismo. Abbassiamo i toni, alziamo il Modello
730: hanno un costo quantificabile trasferte, ore insonne su treno e pullman
con sciarpa e gagliardetto. Una volta su quelle reliquie ci si poggiava
la guancia per sognare ad occhi aperti. Oggi si monetizza pure l’anima
e il sogno è diventato virtuale, artefatto, illusione costruita,
impacchettata. Esci tu, perché eticamente indesiderato e politicamente
scorretto. Entra lui, perché chirurgicamente anestetizzato, innocuo,
bocca tappata e tasche ipotecate in attesa di essere svuotate (se non lo
sapevate, nei ristoranti Ciao e nei bar-snack di Autogrill SpA, c'è
pure il menù del tifoso con sconto del 10%. Che bello, ma ci pensate:
nessuno si incontrerà più per menar vilmente le mani in autostrada.
Basterà darsi un appuntamento via Sms e mangiare insieme con la
fidelity card, risparmiando!) Fahrenheit 451, Atto di Forza, Il taglia
erbe: ieri film fantascienza, oggi pellicole quasi realtà. Grazie
ad una direttiva ferragostana datata 2009. Quando chi (poteva) se ne stava
al mare sotto l'ombrellone e la Tessera del Tifoso diventò magicamente
operativa. A fari spenti...
Per
i nostri nonni il calcio era la radiocronaca di Nicolò Carosio.
Per i nostri padri Tutto il Calcio Minuto per Minuto con la voce (roca)
di Ciotti e (dolce) di Martellini. Per noi è stato 90° Minuto
di Paolo Valenti, coi collegamenti cult di Tonino Carino da Ascoli e Luigi
Necco da Napoli. Ieri le gare erano in contemporanea. Per lo spettacolo
dal vivo c’erano gli stadi (eccetto lifting tipo Italia '90, gli stessi
d'oggi!), c'era l’atmosfera dell’attesa, la gente arrivava in gradinata
sin dal mattino, sapeva quando iniziava, sapeva quando finiva. E poi altri
sette giorni prima di ricominciare, col fiato sospeso, in apnea, stimolati
dalle figurine Panini. Oggi il neo-calcio aspetta una Legge Quadro (ferma
alla Camera) che potrebbe revisionare piani regolatori, sbloccando progetti
di avveniristici centri multifunzionali, cittadelle del neo-calcio con
supermercati, cinema e megastore. E poi, tutti lì dentro come
in una vita surreale. Con la scusa di un goal in fuorigioco su cui versare
lacrime di coccodrillo (senza moviola RAI, per carità: evitiamo
polemiche populiste!), faremo amicizia con una veemente hostess sorriso
smagliante: tra un coro e l'altro ci propinerà un modulo prestampato
di mutuo a tasso variabile da contrarre con la società partner della
nostra squadra del cuore. Commuovente: “Che dolcezza!” Anzi, rivisitando
un azzeccatissimo spot pubblicitario, commuovente bis: “Che banca!” I calendari
li estrae l’urna di Piazza Affari, CONI e FIGC restano in disparte, senza
nemmeno ricevere l'invito per il primo atto ufficiale della nuova stagione.
Ci aspetta la spalmatura di gioco dal venerdì al lunedì,
passando per l’antipasto domenicale alle 12:30 e l’anticipo cool al sabato
sera per l’ora di cena, a lume di candela. Tutto rigorosamente in pay per
view, all access. Si guarda al modello inglese, ma siamo italiani un pò
fetish. Anche se la Guerra è finita snobbiamo la perfida Albione
perché aborriamo la vera cultura del calcio. Della performance non
ce ne infischia un tubo e nemmeno della sfera d'impatto sociale. Oltremanica
giocano all'ora di pranzo perché usano un frugale branch prima del
thè. Da noi con tagliatelle e fettuccine salteranno pure le conviviali
da suoceri e nonni. Grazie al neo-calcio, che ha vinto a colpi di propaganda.
Non
c’è più spazio per l’immaginazione. S’è smarrito il
piacere della maglia sudata, il dolore della bandiera sventolata sofferente
ma fiera, la logica della vittoria e della sconfitta. Sei mesi di contratto,
poi cambi casacca (la terza è naif, quella dei portieri a tinte
disunite). Ti contrattualizzo a Luglio, ti rivendo a Gennaio (campagna
di riparazione). Comproprietà, prestito con diritto di riscatto,
plusvalenza, articolo 17, parametro zero, doping, sentenza Bosman, doping
amministrativo e Calciopoli. S’è portato all’esaurimento il pathos
che ha reso dilagante il fenomeno della palla presa a calci, nata oltre
150 anni fa tra Oxford e Cambridge (regolamentata nella libera muratoria
FreeMasons' Tavern della City), pronipote del calcio storico fiorentino
d’italica reminiscenza. Oggi si entra allo stadio con biglietti nominali,
varcando pre-filtraggi, tornelli e lo sguardo vivisezionante di telecamere
a circuito chiuso, come tra i metal-detector degli aeroporti quando si
sfila passaporto in mano. Lì si scongiurano psicosi terroristiche
e vili attacchi stile 11 Settembre 2001. Qui si perora il ritorno delle
famiglie sugli spalti (giusto!), alzando soglie d’acquisto (sbagliato!),
per escludere gli indesiderati reazionari, diventati ingombranti dall'oggi
al domani (strano!). Mi sembra di sentirli i ragionamenti di chi, fino
alle ultime Regionali, in curva ci entrava eccome, ma a caccia di voti:
“Non vogliamo più reietti e squattrinati, ne faremo a meno. O c’hanno
i soldi, o non entrano, fedina penale al vaglio. E gli ultras continuassero
pure a picchiarsi da un'altra parte, lontano dal circuito mediatico. Occhio
non vede, cuore non duole!” Sai che sbornia: i più scalmanati bypasseranno
i settori ospiti per accodarsi in zone promiscue. Tutti mischiati, all'impazzata.
Ci vorranno gli 007 per prevenire l'incontrollabile, reso mimetico. Ecco
l’antidoto sicurezza, alla faccia del garantismo, dello spazio ludico e
delle libertà fondamentali! La certezza dell'uguaglianza del diritto
è un optional, c'è deregulation giuridica accanto al rettangolo
verde: oggi la Tessera del Tifoso ha creato uno spazio extra-territoriale,
dove per entrarci (senza obbligo di legge) ti scrutano casellario giudiziale
e carichi pendenti, eppure in modo diverso da città a città.
E se non entri in curva, non c'è bacchetta magica, e il disagio
giovanili non è risolto. Ma solo spostato, fuori i cancelli, nelle
piazze. Non è lo status della Repubblica delle Banane di Paperino.
Questo è il neo-stadio d'Italia gestito con tecniche sperimentali
di controllo sociale di massa. Abitato non più da tifosi ma da clienti
consumatori, vestiti in abiti uniformati. E' il prodotto neo-calcio, troppo
stretto per sostenitori modello tifo all'antica, calzato su misura per
individui alfanumerici, codici a barre e micro-chip con tecnologia di radio
frequenza di identificazione a distanza (passepartout di programmi speciali
spendi e spandi).
Il
calcio ha perso ritmo, ha smarrito religiosità civile e riti magici
tramandati da una generazione all’altra. Il neo-calcio ha acquistato carte
prepagate al consumo e flussi economici d’alta finanza (ingaggi di calciatori...
off-shore) Il programma stagionale partorisce in Borsa, gli abbonamenti
si fanno in banca e la black list passa preventivamente in Questura. Le
società obbediscono ai dictat del Governo (non del Parlamento) e
la fila ai botteghini è un timido ricordo per nostalgici del “dai,
andiamocene allo stadio all'ultimo minuto…”. No, fa parte del passato.
Quei momenti sono chiusi nel cassetto. Con serratura a doppia mandata,
insieme ai nomi tradizionali. Non ci sono più nemmeno quelli: erano
in vendita, se li sono comprati. Prima c'erano Serie B e Coppa Italia,
punto e basta. Oggi ci sono Serie B-BWin e Tim Cup.
Però
la pochezza dei numeri dei nuovi abbonati deve far riflettere: qualche
anno fa, 150.000 spettatori da stadio si contavano sommando gli abitudinari
paganti (solo) di Olimpico e San Paolo. L'arena pallonara era la festa
domenicale per eccellenza (al diavolo il parroco e pure la messa!) Oggi
150.000 clienti sono la somma stimata di tutte le Tessere del Tifoso richieste
dagli attivisti del neo-Campionato di Serie A-TIM (main sponsor). Non un
millennio fa, il Napoli di Beppe Savoldi faceva 70.402 abbonati, il Milan
di Weah 73.500 e la Roma di Batistuta 44.723. Se il pallone life s’è
sgonfiato all'improvviso, in compenso ci sono in presa live satellitare
e digitale terrestre: il primato è di Sky con 4.700.000 abbonati,
le concorrenti Mediaset Premium e Dahlia Tv rosicchiano significative
quote di audience. I ripetitori di Tele + e Stream sono spenti da un pezzo
e Conto TV (se avesse vinto il ricorso al Tribunale Civile di Milano, sezione
proprietà industriale) avrebbe sbancato il tavolo, riformulando
in Lega il contratto mutualistico vigente. Uno sale, l’altro scende. E'
la logica del mercato, ma non del campo. E ha perso il calcio. E ha vinto
il neo-calcio, mentre curve e tribune montano un boicottaggio popolare
senza precedenti. Con piglio radicale: “Difendiamo la nostra libertà
di liberi cittadini, prima che di tifosi. Via schedature e banche dal nostro
calcio. Stadi vuoti: no alla tessera del tifoso!” Uno spontaneismo dal
basso tipo brigantaggio mitizzato, fenomeno contrario al processo
di piemontesizzazione dello spazio vitale. Cose da Braveheart, L'ultimo
dei Mohicani e Balla coi lupi, altro che Fight Club come vorrebbero farci
credere. Certo: chi sbaglia paga. La violenza va stigmatizzata, da qualunque
parte provenga. Sempre. Ma sbaglia e deve pagare pure chi usa cuore e cervello
e difende valori e coscienza critica? Mica si vorrà arrivare al
confino e alle liste di proscrizione per gridare Goal...
L'ultima
sui recenti Campionati del Mondo e vi lascio.
Per
chi non se ne fosse accorto, (altro che Spagna-Olanda) Adidas-Nike è
stata la finale, facilmente pronosticabile da un tabellone guarda caso
un pò burlone, eccezionalmente (chissà perché?) spartito
in due tronconi netti di lobby, grossi marchi di multinazionali (neo-calcio
core business) che non avrebbero potuto far altro che incontrarsi proprio
alla fine (chi l'avrebbe mai pensato, proprio in finale!). L'una contro
l'altra. Non poteva accadere l'inverso e non poteva finire in parità.
Uno dei due brand avrebbe vinto e così è stato, Coppa del
Mondo in pugno (ops, griffata sulla maglia). Ma lo sapevo in anticipo.
Me l’aveva detto un atipico indovino superstizioso che è riuscito
ad infastidire pure l'iraniano Ahmadinejad: il polipo Paul, pescato all'isola
d'Elba (dicono), tentacoli mozzafiato dal sapore trash in salsa rivisitata
pop-romantica. Guai a tirarlo fuori dall’acqua. Significherebbe snaturarlo,
estrometterlo dal suo habitat naturale. Primitivo, come era il calcio popolare.
Che oggi è andato a farsi benedire, dopo un secolo e mezzo di onorato
servizio. Alziamoci in pedi, in religioso silenzio. E recitiamogli il de
profundis, pregando: “Ei fu, 28 Agosto 2010, anticipo della prima giornata
del neo-Campionato del neo-calcio italiano. Con Tessera del Tifoso in mano
e neo-centri commerciali (dicasi nuovi stadi) in agenda parlamentare”.
Alfa, omega. Il cerchio s'è chiuso e il circo può ricominciare.
Telecamere accese. Ovvio. Amen.
Maurizio
Martucci
*
Video
e foto dalla parte degli Ultras Montreal della stagione in corso:
http://www.youtube.com/watch?v=RENcew7gsm0
http://www.youtube.com/watch?v=HDvsCjA6TnE&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=WVWPAeIEJAE
http://www.youtube.com/watch?v=VJnb-Np6Lck
http://www.youtube.com/watch?v=hE4K1sFHH1o
29
agosto 2010 (pomeriggio): questo aggiornamento
è uno "riassuntivo" che cerca di colmare quanto - per via delle
ferie estive - non sono riuscito ad inserire. In linea la pagina di Grosseto/Roma
e di Inter/Roma di Supercoppa.
Roberto
Stracca sul Corriere della Sera in ordine a Roma/Cesena:
"CORSERA
(R. STRACCA) - «Si, ma uno stadio senza tifo è come un giornata
senza sole». Aldo ha 67 anni. Il primo giorno allo stadio se lo ricorda
meglio del matrimonio. Ma una prima di campionato così gli mancava.
La prima con la tessera del tifoso. «Io me la sono fatta perché
so’ tifoso. Ma mi fjo che è un ultras me dice che non so’ tifoso
perché mi sono adeguato. Boh». Già perché il
primo risultato della ormai famigerata tessera — l’antidoto giusto al vecchio
problema della violenza negli stadi secondo i fautori; un «male necessario»
per i moderati; un atto liberticida per i contestatori — è stato
quello di dividere i tifosi di una stessa squadra. Non è solo il
fatto che i possessori della card hanno un ingresso privilegiato ai cancelli,
ma ai prefiltraggi si finisce in una calca indistinta dove se sei una simil
velina passi prima anche se non hai la card.
Ma
succede che gli ultrà romanisti restano per un tempo fuori a manifestare
il loro civile e goliardico (radioline che fanno tanto calcio che non c’è
più) e gli altri stanno dentro (ai cancelli nessun blocco o picchettaggio
temuto ma qualche lancio di buste d’acqua) a spellarsi le mani quando Francesco
Totti entra a scaldarsi. All’inizio c’è qualche timido coro (e qualche
ululato per Appiah, non imputabile agli ultrà stavolta...), ma poi
manca la colonna sonora del tifo organizzato. Così capita che a
un certo punto all’Olimpico si senta «e viva la Romagna e viva il
sangiovese» intonato dai numerosi sostenitori ospiti. Anche loro
divisi. I «non tesserati» infatti non vanno nel settore ospiti
ma in uno limitrofo e, oltre a riservare non proprio oxfordiani saluti
al ministro Maroni, mandano ripetutamente a quel paese i «colleghi»
che hanno sottoscritto la card. Chi non ha la tessera infatti non è
inibito alla trasferta ma non può accedere al settore ospiti. Cosa
che non agevola chi provvede all’ordine pubblico.
Il
tifo mancante e il clima surreale fa restare male i bambini, tanti al battesimo
allo stadio. «I miei sanno già tutti i cori della Sud. Che
peccato dopo che oggi siamo diventati matti per acquistare i tagliandi...»,
rivela mamma Fiorella («come la madre del capitano», ci tiene
a sottolineare). Nel secondo tempo gli ultrà della Roma entrano
al coro «Io non mi tessero». Qualcuno fischia, ma molti delle
tribune applaudono al ritorno di colore e calore. La partita ritrova il
suo sottofondo. La Roma non vince. Ma Aldo sorride. «Almeno nel secondo
tempo è tornato un po’ di sole».
*
Iniziamo
con l'ennesimo decreto legge contro la violenza negli stadi annunciato
da Mantovano:
"In
arrivo nuovo decreto legge - Ad illustrare le norme che vengono messe a
punto in questi giorni è stato il sottosegretario all'Interno, Alfredo
Mantovano, sostenitore da sempre della flagranza differita.
"Una
misura - dice - che ha dato buoni frutti contro la violenza negli stadi.
Un provvedimento a tempo, introdotto nel 2003 dall'allora ministro Pisanu,
che
è scaduto il 30 giugno" (si sono
dimenticato di prorogarlo e ora lo spacciano come un rimedio nuovo).
"Le
videocamere presenti ormai in tutti gli stadi - dice Mantovano - permettono
di visualizzare le riprese degli incidenti e di identificare i violenti
per poi procedere all'arresto. Ma tutto ciò richiede tempo, dunque,
è indispensabile prevedere la flagranza differita per proseguire
nell'obiettivo di isolare i violenti ed evitare gli incidenti".
Un
lungo iter parlamentare - L'arresto in flagranza a distanza di ore dal
fatto è stato previsto per la prima volta nell'aprile 2003 per reati
commessi in ambito di manifestazioni sportive e sulla base di documentazione
video fotografica o di altri elementi dai quali emerga con evidenza l'accaduto.
La
misura fu approvata con un termine di due anni, più volte rinnovata,
spesso tra proteste in nome di una presunta lesione del garantismo.
Un'escamotage,
disse allora Mantovano, per farla approvare altrimenti non sarebbe mai
passata in Parlamento. Si era parlato per la prima volta di flagranza differita
con un decreto licenziato dal consiglio dei ministri nell'agosto del 2001.
Le
modifiche nel corso dell'iter di conversione in Parlamento cancellarono
la norma e le violenze negli stadi continuarono. Per questo nel 2003 Pisanu
la ripropose. Nel giugno 2005 la norma venne prorogata.
Così
anche nel 2007 quando, con Giuliano Amato al Viminale, il termine della
flagranza differita passò da 36 a 48 ore.
Steward
pubblici ufficiali - Mantovano annuncia inoltre
che il decreto, che il Viminale si appresta a mettere a punto, conterrà
anche novità per gli steward.
"Questa
figura che ha sostituito la polizia negli stadi - dice - ha bisogno di
un'analoga tutela giuridica". Si profila, ad esempio, che possano essere
qualificati, all'interno dello stadio, come pubblici ufficiali.
In
più, aggiunge il sottosegretario all'Interno, "il provvedimento
potrebbe prendere in considerazione alcune misure anti violenza ipotizzate
recentemente dal pool 'reati da stadio' della procura di Napoli".
A
luglio il procuratore aggiunto di Napoli, Giovanni Melillo, aveva, infatti,
avanzato la proposta di applicare il Daspo anche a quanti, pur non essendo
stati protagonisti diretti di comportamenti violenti negli stadi, abbiano
riportato condanne, anche non definitive per gravi delitti: rapina, estorsione,
traffico di stupefacenti e, in generale, reati di criminalità organizzata.
Per
Melillo, inoltre, il Daspo deve essere applicato con rigore: "oggi accade
- aveva sottolineato - che soggetti diffidati possono mancare, anche per
interi campionati, di adempiere l'obbligo di firma loro imposto in contemporanea
allo svolgimento delle partite, senza che sia possibile adottare alcun
provvedimento cautelare" (come detto in passato,
il Dott. Melillo non ha letto bene la legge).
Dunque
un pacchetto di misure su cui Mantovano si augura "ci sia da parte di tutti
i partiti il massimo della compattezza, come e' gia' avvenuto per i provvedimenti
antimafia. A sottolineare che sul punto non ci sono divisioni ma unita'
d'intenti tra maggioranza e opposizione".
Tanto
per chiarire:
a)
al Governo è "sfuggita" la scadenza del termine a tempo della flagranza
differita, che scadeva - appunto - il 30 giugno 2010. Quindi il prorogare
la flagranza differita altro non è che riparare a una svista;
b)
l'equiparazione degli steward - all'interno degli stadi - ai pubblici ufficiali,
ai fini della pena, già c'è, addirittura dal 2005:
ARTICOLO
6 QUATER LEGGE 13 DICEMBRE 1989 n. 401 n. 210
(Violenza
o minaccia nei confronti degli addetti ai controlli dei luoghi ove si svolgono
manifestazioni sportive)
(introdotto
dalla Legge 17 ottobre 2005 n. 210)
comma
1 Chiunque commette uno dei fatti previsti dagli articoli 336 e 337 del
codice penale (violenza o minaccia e resistenza,
n.d.r.) nei confronti dei soggetti incaricati
del controllo dei titoli di accesso e dell'instradamento degli spettatori
e di quelli incaricati di assicurare il rispetto del regolamento d'uso
dell'impianto dove si svolgono manifestazioni sportive, purché riconoscibili
e in relazione alle mansioni svolte, è punito con le stesse pene
previste dai medesimi articoli. Tali incaricati devono possedere i requisiti
morali di cui all'articolo 11 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza,
di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.
Questo
può quindi voler dire che gli steward avranno poteri di polizia...
vedremo in che modo.
E-mail:
"ciao lorenzo salto tutti i complimenti tanto li conosci bene.....ti voglio
raccontare una disavventura:ieri compro il biglietto x roma cesena avendo
la prelazione come vecchio abbonato che non ha rinnovato...fin qui' tutto
ok! purtroppo un'ora dopo perdo il portafoglio con dentro tessera vecchia
e biglietto nuovo, oltre tutto il resto! vado a fare la denuncia e chiamo
la roma x sapere come muovermi....allora x la tessera vecchia e' impossibile
avere il duplicato, ma mi hanno detto che tutte le volte che ne avro' bisogno
il roma store chiamera' trigoria e loro confermeranno che ce l'avevo....quindi
tutto ok! chiedo x il biglietto e mi dicono che avendogli mandato il fax
con la denuncia mi "libereranno" il nome x un nuovo biglietto che pero'
DEVO RIPAGARE X INTERO, quindi altri 17 euro! ci sono rimasto come uno
stupido.....ero convinto che avendo nome cognome codice a barre e tornelli
vari fosse chiaro che annullando l'altro mi avrebbero ridato il biglietto
senza pagare! soprattutto dopo 15 anni d'abbonamento........il tutto x
colpa di sta maledetta tessera....che se non ci fosse stata m'avrebbe evitato
tutte ste trafile in quanto sarei stato abbonato come al solito! vabbe'
ce devo sta'! ti saluto e ricomincia con gli aggiornamenti che cosi' al
lavoro c'ho qualcosa che mi fa' compagnia!!! blaso!".
*
Proseguiamo
con il gossip:
"Bagno
nella fontana del Biancone, in piazza della Signoria a Firenze, per
protestare contro la tessera del tifoso. L' autore della plateale protesta
è Gabriele Paolini, il "disturbatore televisivo". L' uomo ha compiuto
un blitz: si è avvicinato al monumento dell' Ammannati dedicato
a Nettuno, si è spogliato ed è entrato nella vasca con le
sole mutande. Poi, usando un megafono, ha cominciato a criticare la tessera
del tifoso. Il suo show è durato alcuni minuti, poi i vigili urbani
lo hanno convinto ad uscire. Paolini è stato denunciato"
|
|
Comunicato
Giovinezza Roma:
PASSA
IL TEMPO CAMBIA LA GENTE........
MAI
CORO FU PIU' VERITIERO, CI TROVIAMO OGGI A CONDURRE UNA BATTAGLIA
GIUSTA CONTRO
L'
INTRODUZIONE DELLA “TESSERA DEL TIFOSO” E A CONVIVERE DENTRO LA NOSTRA
CURVA CON CHI HA DECISO DI ASSOGGETTARSI AL POTERE SOTTOSCRIVENDO LA STESSA,
PASSANDO SOPRA AI PRINCIPI DI LIBERTA' PERSONALE E DI ORGOGLIO PROPRIO.
NON
POSSIAMO FAR FINTA DI NIENTE, PORTEREMO AVANTI LA NOSTRA LOTTA, MAGARI
IN MINORANZA, ANCHE CONTRO CHI HA CALPESTATO PER MERA IPOCRISIA TUTTO QUELLO
CHE
QUESTA
CURVA IN TANTI ANNI DI GLORIA CI HA REGALATO.
IN
UN PAESE DI FINTA DEMOCRAZIA, DOVE TUTTO ORMAI E' IMPOSTO O FATTO DIGERIRE
IN OGNI CASO, DOVE GIORNALMENTE SIAMO PROTAGONISTI PASSIVI DI CONTINUE
REGOLE DITTATORIALI, NON TOLLERIAMO CHE SI VOGLIA SOFFOCARE LA NOSTRA PASSIONE
CALCISTICA E, DISTRUGGERE L'ULTIMO LUOGO DI AGGREGAZIONE CHE DA FASTIDIO
A CHI NON CI VUOLE PIU' UNITI IN UN
UNICO
MODO DI PENSARE.
IN
UN ITALIA DI PRETI PEDOFILI, PENTITI E MINISTRI PREGIUDICATI CI VIENE PROPRIO
DA DIRE “ IL BUE CHE DICE CORNUTO ALL' ASINO” , QUINDI NOI CONTINUEREMO
LA NOSTRA BATTAGLIA PERCHE' LOTTARE PER LA NOSTRA PASSIONE NON E' COME
DOVER COMPRARE UN DECODER DIGITALE.
PER
QUESTI MOTIVI NELL' ATTUALE CAMPIONATO, SOSTERREMO LA NOSTRA SQUADRA SOLO
NELLE PARTITE DISPUTATE ALL' OLIMPICO, ED ESPORREMO IL NOSTRO STRISCIONE
OGNI QUALVOLTA L'ACQUISTO DEL BIGLIETTO CE LO PERMETTERA'; NEL CASO CONTRARIO
NON PARTECIPEREMO AD
INIZIATIVE
CHE SECONDO IL NOSTRO PENSIERO NON SIANO INERENTI E COSCIENZIOSE CON LA
BATTAGLIA CHE ORMAI DA TEMPO ABBIAMO INTRAPRESO.
NON
SEGUIREMO LA NOSTRA SQUADRA IN TRASFERTA IN ITALIA , BENSI ALL'ESTERO E
COMUNQUE
IN
TUTTI QUEGLI INCONTRI NON RIGUARDANTI IL CAMPIONATO DI SERIE A, PERCHE'
A DIFFERENZA
DEGLI
ANNI PASSATI NON RISPONDEREMO “ SI” ALLE DISPOSIZIONI DELL' OSSERVATORIO
SU DOVE,
COME
E QUANDO RECARSI IN TRASFERTA E, ANCOR PIU' PERCHE' RECARSI A SIENA VORREBBE
DIRE FARLO ANCHE IN STADI PIU' INSIDIOSI.
SARA'
FATTA ECCEZIONE SOLO PER IL DERBY GIOCATO IN “ TRASFERTA” POICHE' NEANCHE
LA TESSERA DEL TIFOSO PUO' CANCELLARE LA RIVALITA' CITTADINA.
DISTINTI
SALUTI
GIOVINEZZA
ROMA |
*
Ancora
Tdt:
Comunicato
Stampa n. 34/2010
Roma,
28 agosto 2010
TESSERA
DEL TIFOSO:
SCHEDATURA
DI MASSA… A QUANDO LA DEPORTAZIONE???
L’ASS.
DOSSETTI DICE NO A QUESTA TESSERA DEL TIFOSO
Rovente
in questi giorni il telefono dell’Associazione "Giuseppe Dossetti: i Valori
- Sviluppo e Tutela dei Diritti" (www.dossetti.it) , decine e decine le
telefonate dei tifosi che danno il loro fermo no alla tessera del tifoso.
Veri tifosi che credono nello sport, tifosi di squadre diverse, di differenti
idee politiche, tifosi giovani, tifosi anziani, tifosi laureati e tifose
casalinghe, tifosi impiegati e tifosi operai.
L'associazione
Dossetti scende in campo per tutelare i diritti del "Tifoso vero", di quello
che ha sempre creduto nello sport e che oggi non vuole essere identificato
con il violento che va allo stadio per delinquere. Perché tifoso
è anche chi, una domenica di campionato, decide di andare allo stadio
con la famiglia e non deve essere costretto a chiedere la tessera per schedare
se stesso e la famiglia e con 2 mesi di anticipo.
Obbligare
un tifoso alla tessera significa andare contro la Convenzione europea per
la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali
così come scritto nel Protocollo 11 di Strasburgo dell’11 maggio
1994 (e siglato a Roma dall’attuale Presidente del Consiglio il 29 ottobre
2004) e nel quale sono evidenziati i concetti di uguaglianza, libertà
e dignità della persona in uno stato di democrazia e di diritto.
E
non solo, l’obbligo alla tessera è contrario all’articolo 13 della
Costituzione italiana ‘cioè il diritto alla libertà’.
L’associazione
Giuseppe Dossetti rivolge un "appello" al Ministro Maroni e chiede un incontro
urgente sulla " tessera del Tifoso", che ad oggi appare nella sua regolamentazione
"anticostituzionale" e " in contrapposizione con i diritti sulla "privacy".
Il
segretario Claudio Giustozzi ha dichiarato: << la tessera del
tifoso mina la libertà della persona perché nega il diritto
ad andare allo stadio con la stessa libertà con cui si va al cinema
o in discoteca. In un momento nel quale i cittadini sono sbigottiti per
la mancanza di etica politica, per la mancanza di possibilità economiche,
per una strisciante ma visibile mancanza delle libertà fondamentali
ci si arroga il diritto di imporre un ulteriore balzello economico per
l’acquisto di una tessera del tifoso che non servirà ad altro che
a portare benefici economici a questa o a quella banca, negando il diritto
del cittadino onesto di poter scegliere come passare il suo tempo libero;
oggi rimane ancora possibile andare al cinema o in discoteca ma è
impossibile, per chi non è un ‘tifoso’ ma è un ‘amante dello
sport’, poter assistere liberamente alle competizione agonistiche. Sarebbe
bastato applicare in modo esemplare, e non come già successo con
il povero Gugliotta, le normative e le leggi vigenti. Sarebbe bastato,
invece che far spendere soldi ai cittadini dare più fondi alle forze
di polizia che sono deputate a isolare i pochissimi tifosi violenti. Di
fatto si stanno creando i presupposti per una violenza di massa, non sono
d’accordo con l’entusiasmo del ministro per i 500.000 che hanno acquistato
la tessera del tifoso, voglio ricordargli che solo i cittadini della ‘padania’
sono milioni e sono tutti tifosi di questa o quell’altra squadra,quindi
è evidente che si tratta di un flop pericolosissimo per le proteste,
sicuramente civili, ma che vedranno come sempre protagonisti negativi i
soliti pochi violenti>>
NOTA:
L’Associazione "Giuseppe Dossetti: i Valori - Sviluppo e Tutela dei Diritti"
ha dato mandato ai propri legali di valutare eventuali azioni da intraprendere
presso la Corte di Strasburgo.
*
Stracca
sul Corsera qualche giorno fa:
Diminuiscono
gli abbonati. E le card molto spesso non sono ancora pronte
Il
caso della tessera del tifoso che non c’è
La
partenza del nuovo progetto rischia a breve di complicare ulteriormente
la situazione
ROMA
— A Napoli, piazza caldissima, il questore ha lanciato un allarme forte
e chiaro: «Qui la tessera del tifoso non l’ha richiesta nessuno».
E c’è timore visto che la trasferta di Firenze di domenica è
aperta soltanto ai possessori della card. A Udine c’è chi ha fatto
la card nonostante qualche problema kafkiano (per gli austriaci che tifano
bianconero, perché non avevano il codice fiscale in quanto non residenti...).
Ma 3 mila tessere non saranno pronte per la gara con il Genoa. A Pisa c’è
grande paura per la gara casalinga del 5 settembre: l’ultima volta, infatti,
sono volati sputi e minacce tra i fan nerazzurri pro-tessera e i contestatori.
Spaccato della spaccatura che vive il mondo del tifo: duri e puri contro
allineati, bollati come «servi dello stato» o «ultras
profit», perché non hanno voluto rinunciare per una battaglia
ideologica al business della curva.
Forse
sarà la panacea del problema della violenza negli stadi (già,
ma negli autogrill, nelle stazioni, negli incroci pericolosi?). Forse,
dopo decenni di lassismo in cui si è voluto confinare nello stadio,
e nella fattispecie nelle curve, il conflitto antagonista giovanile tipico
della società contemporanea, è l’inizio di un’inversione
di tendenza. Anche ieri il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, contestato
violentemente dai tifosi dell’Atalanta alla Festa della Lega Nord ad Alzano
Lombardo (lancio di petardi, scontri con la polizia e diversi agenti feriti
il bilancio della serata), si è dichiarato «soddisfatto»
per la partenza del progetto. Ma la «tessera del tifoso» rischia,
nel breve periodo, di alimentare i problemi anziché risolverli.
Il
primo dato concreto è che ancora meno gente andrà allo stadio:
gli abbonamenti segnano una flessione del 20%. Un dato allarmante per il
malandato calcio italiano. Per libertà di scelta, anche chi non
è ultrà e non ha mai pensato di esserlo nella vita, dopo
biglietti nominali, necessità di un documento per un bambino di
8 anni, odissee fantozziane nella burocrazia più ottusa per una
partita di pallone, c’è chi non ne ha potuto più e ha finito
per dire addio allo stadio e aderire alla sempre più ricca offerta
televisiva.
Se
il fine della tessera, invece, è creare il tifoso ufficiale, eliminando
quella sacca di gruppi violenti, politicizzati (già ma sotto le
elezioni hanno sempre fatto comodo a tanti politici...), legati alla criminalità
organizzata, il risultato immediato è stato spingere nella sfera
dell’antagonismo e del non-controllo una serie di gruppi borderline, vivaci,
non esattamente dei boyscout, ma con cui c’era dialogo da parte delle forze
dell’ordine. E che soprattutto erano conosciuti e riconosciuti. Il rischio
è che le curve (dove il processo di erosione dei leader riconosciuti
era già in stato avanzato) siano sempre più regno di «cani
sciolti», che compreranno, volta per volta, il biglietto, che magari
viaggeranno in maniera anonima e incontrollata (una volta si sapeva chi
e da dove partiva), visto che la «tessera del tifoso» è
obbligatoria per accedere al settore ospiti nella gare fuori casa. Ma,
se come è accaduto in passato già per partite in cui il settore
ospiti era chiuso, i tifosi ospiti (come fecero i Grifoni in occasione
di un Roma-Genoa destando al loro arrivo non poco allarme) comprassero
i biglietti di un altro settore, che cosa potrebbe succedere.
I
sindacati di polizia hanno già lanciato l’allarme. Dopo Inter-Roma
di Supercoppa (gara per cui l’ex sottosegretario all’Economia, Paolo Cento,
ha duramente criticato il ministro Maroni per la gestione dell’ordine pubblico
visto che nerazzurri e giallorossi erano a stretto contatto), Franco Maccari,
segretario generale del Coisp, il sindacato indipendente di polizia: «È
assordante il silenzio di Federcalcio e Lega. Il ‘‘governo del calcio’’
tace. Tace perché poi, quando il rischio diventerà emergenza,
a contrastare il fenomeno ci saranno sempre gli uomini e le donne delle
Forze di Polizia costretti a combattere una vera e propria battaglia».
Da
sabato, poi, la Lega dovrà verificare se gli accessi privilegiati
e le altre agevolazioni per i possessori delle tessere saranno veri o mere
promesse dei club. Ma il vero nodo sarà capire se veramente a chi
ha la tessera sarà possibile andare in quelle trasferte che da anni
sono vietate: Napoli, solo per fare un esempio, per i romanisti. Il Milan
è il club modello per adozione della card (l’hanno spedita anche
a chi è transitato una volta per caso da San Siro). Ma l’anno scorso
per scongiurare l’arrivo a Genova dei rossoneri in possesso della card
si decise di giocare Genoa-Milan, gara ad altissimo rischio, a porte chiuse
con forte irritazione degli abbonati rossoblù. Così accadrà
per Nocerina-Cavese di domenica. Gara di Prima Divisione, dove l’adozione
della tessera del tifoso è un vanto. La prefettura di Salerno ha
deciso la disputa a porte chiuse. Anche per chi ha la tessera. E le società
hanno fatto ricorso: benvenuti in Italia.
Roberto
Stracca
26
agosto 2010
*
Viva
il Papa!
*
Iniziative
editoriali degne di menzione:
"Si
chiamano Augusto, Giuseppe, Vincenzo, Gabbo, Antonio, Spagna, Celestino,
Cioffi, Stefano, Mau... I loro nomi non sono famosi, ma per le “curve”
a cui appartenevano sono scolpiti nella pietra, impossibili da dimenticare.
Per la prima volta un libro racconta le storie di decine di uomini, donne
e ragazzi morti di tifo. Uccisi nell’insensata guerra fra ultras, ammazzati
da stadi colpevolmente fatiscenti, colpiti dall’eccesso di repressione
delle forze dell’ordine. Cuori tifosi è il canto di dolore di tutti
gli stadi italiani, in un Paese che vive di calcio e troppo spesso, purtroppo,
di calcio muore. E che, soprattutto, fatica a ricordare.
L’AUTORE
Maurizio
Martucci (Roma, 1973) è giornalista e scrittore. Collabora con Il
Tempo, Liberal, Rinascita e Supertifo ed è regolarmente ospite di
trasmissioni radio e TV. È autore di 11 novembre 2007. L’uccisione
di Gabriele Sandri una giornata buia della Repubblica, Cuore tifoso, sulla
morte di Vincenzo Paparelli e Football Story, musei e mostre del calcio
nel mondo (2010)" |
|
*
Catania:
CALCIO,
TESSERA TIFOSO; CATANIA: ABBONAMENTI IN NETTO CALO
"Noi
ci siamo, ma non ci tesseriamo". Lo striscione esposto dagli ultras catanesi
in occasione della presentazione ufficiale della squadra e riproposto durante
il ritiro estivo riassume in modo eloquente la posizione di netto rifiuto
alla tessera del tifoso assunta dai sostenitori rossazzurri. Confermando
un trend comune all'intera Serie A, i numeri relativi alle tessere staccate
per il campionato 2010-2011 sono in flessione: 8.245 contro i 10.668 della
stagione precedente. A mancare sono soprattutto gli abbonamenti delle curve.
La campagna non è ancora chiusa e la società del presidente
Pulvirenti spera di raggiungere quanto meno lo stesso numero di abbonamenti
del 2009-2010, ma i segnali non sono positivi. I tifosi si dicono pronti
a protestare a oltranza e, se necessario, a disertare il Massimino.
*
Bergamo,
la violenta protesta dei supporters atalantini di qualche giorno fa:
Al
riguardo, una e-mail:
"Questa
la reazione di Maroni ai fatti di ieri nella bergamasca PARLA MARONI —
"Chi ha determinato quanto accaduto può scordarsi di entrare
negli
stadi per molto tempo. Saranno colpiti duramente": così ha detto
il ministro dell'Interno Roberto Maroni commentando l'accaduto.
SCUSA
MA PERCHE' DOVREBBERO DARE IL DASPO A QUESTI? MICA C'ERA UNA PARTITA IN
CORSO? SE CI SONO STATI DEI REATI DOVREBBERO ESSERE DEI TRIBUNALI A DECIDERLO,
PER QUEL POCO CHE CAPISCO, E CREDO CHE IL DASPO NON SAREBBE MINIMAMENTE
APPLICABILE AI FATTI DI IERI, IN UNO STATO DI DIRITTO".
Infatti i 44 daspo comminati sono illegittimi. Chi ha commesso reati potrà
essere perseguito penalmente ma il daspo si applica quando il fatto avviene
in occasione o a causa di COMPETIZIONI sportive. Nell'Italia uterina, però
tutto è possibile e una buona parte di responsabilità va
anche ai giudici che non hanno il coraggio di applicare le leggi per la
paura che hanno della opinione pubblica, ormai il vero padrone dello Stato.
*
Carpi:
COMUNICATO
ULTRAS CARPI
Dopo
tanti anni vogliamo iniziare questo nuovo anno ringraziando pubblicamente
la società, composta di imprenditori carpigiani, che ha riportato
nel professionismo dopo oltre 10 anni la nostra squadra e lo vogliamo fare
per 3 motivi:
perche'
ha dimostrato di saper rimediare agli errori iniziali dello scorso anno
facendo un grandissimo girone di ritorno (a parte il non calcio di pianura)
perche'
si e' molto impegnata, anche economicamente, per il ripescaggio nel corso
di questa lunga estate del calcio italiano
perche'
ha comunque allestito una buona squadra che ci auguriamo sia protagonista
durante questa nuova avventura
Non
siamo molto contenti di iniziare l'anno con un nuovo cambiamento di settore
come gia' avvenuto l'anno scorso col pisa, spostamento che fa sembrare
i tifosi non il motivo stesso del calcio, ma degli oggetti da riposizionare
ogni volta. Pero' attendiamo fiduciosi che la societa' riesca a breve,
come annunciato, a riportare gli spettatori nei loro settori, avendo ragione
della difficolta' del comune, dell'inspiegabile rigidita' della questura
e delle mutevoli considerazioni di misteriose commissioni di vigilanza.
La
situazione attuale, che ha consegnato agli “ospiti” il settore piu' capiente
dello stadio e che restera' quasi sempre desolatamente vuoto, restringe
per noi tifosi a poche centinaia la disponibilita' di biglietti, soprattutto
a prezzi popolari, una cosa incredibile proprio nell'anno del ritorno tra
i professionisti!
Annunciamo
inoltre che noi ULTRAS CARPI, di tutti i gruppi, diciamo in modo compatto:
NO
ALLA TESSERA DEL TIFOSO!!
COME
FANNO LA MAGGIOR PARTE DELLE TIFOSERIE ITALIANE E LO FACCIAMO CONTRO:
la
sua banale inutilita' essendo gia' tutti i biglietti nominali
la
schedatura sistematica degli spettatori, perche' siamo tifosi e non delinquenti
la
volonta' di ridurre i tifosi a dei semplici fruitori televisivi inerti,
ognuno chiuso nella propria casa, anche attraverso l'utilizzo sempre maggiore
di burocrazie e rallentamenti
il
tentativo di distruggere il calore e la passione dei tifosi attorno allo
sport popolare per eccellenza
l'attacco
deliberato alle curve italiane, che sono spesso uno dei pochi spazi di
aggregazione e di socialita' per decine di migliaia di ragazzi e non solo
dei covi di facinorosi
Per
tutti questi motivi non potremo fare l'abbonamento per questa stagione
e invitiamo tutti i tifosi del magico mondo del Carpi a fare altrettanto,
ma garantiremo sempre, ovunque e comunque la nostra presenza, in casa e
in trasferta, pagando ogni volta il biglietto senza ricatti verso nessuno,
alla faccia di chi pensa di risolvere i problemi con la repressione e la
schedatura.
GUITATI
DAL LAMBRUSCO CARPI
*
Biglietterie....:
SAN
SIRO: BIGLIETTERIE APERTE SABATO E DOMENICA
MILANO
- San Siro aspetta tutti i tifosi rossoneri per salutare il debutto in
campionato del Milan! Le casse dello stadio saranno aperte anche sabato
e domenica per la vendita dei biglietti per la prima partita di campionato:
domani sarà possibile acquistare i biglietti dalle 11 alle 18, mentre
il giorno della partita le casse apriranno alle 10. Per tutte le info sul
listino prezzi e sulle modalità di vendita, clicca qui!
*
Trattato
del Ribelle (e poi dicono che gli ultras sono analfabeti):
Ciao
Lorè
Lorè
ho appena finito di leggere Trattato del Ribelle di Ernst Junger....e non
potevo non postarti questa frase che me sembra più che attuale...attualissima....
"Se
le grandi masse fossero così trasparenti, così compatte fin
nei singoli atomi come sostiene la propaganda dello Stato, basterebbero
tanti poliziotti quanti sono i cani che servono ad un pastore per le sue
greggi. Ma le cose stanno diversamente, poiché tra il grigio delle
pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato
che cos'è la libertà. E non soltanto questi lupi sono forti
in se stessi, c'è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano
le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in un branco.
È questo l'incubo dei potenti."
...se
nun sbaglio, noi a esse lupi semo lupi....quindi in campana...;)
Altra
mail di Giovanni di due giorni dopo:
Lorè
te mando un altra parte de "Trattato del Ribelle" di Ernst Junger...dimme
se non c'ha visto lungo...
"Esaminiamo,
per esempio, la libertà e i diritti del singolo nel suo rapporto
con l'autorità. Sono stabiliti dalla Costituzione. Dovremo certamente
mettere in conto che, da parte dello Stato, oppure di un invasore straniero
oppure ancora da diversi soggetti che agiscono congiuntamente, questi diritti
verrano continuamente violati anche per periodi piuttosto lunghi. Ma le
masse, nel nostro paese almeno si trovano in una situazione che impedisce
loro di rendersi conto della volazione della Costituzione. Una volta perduta,
questa consapevolezza non può essere artificialmente recuperata.
La violazione del diritto assume talvolta apparenza di legalità,
per esempio quando il partito al potere si assicura una maggioranza favorevole
a modificare la Costituzione.
La
maggioranza può contemporaneamente agire nellla legalità
e produrre illegalità: le menti semplici non afferrano mai questa
contraddizione.
I
soprusi possono farsi sempre più feroci e diventare veri e propri
delitti contro determinati gruppi.[...]
Dal
singolo ci si aspetta dunque una prova di grande coraggio.
Gli
si chiede di farsi, da solo, paladino del diritto persino contro lo strapotere
dello Stato.
Verrebbe
da dubitare che esistano uomini di tal fatta. E invece ci sono, si manifestano,
diventano i Ribelli.
Questo
tipo d'uomo entrerà nella storia anche senza volerlo, perchè
vi sono forme di tirannide che non lasciano scelta.
Beninteso,
dovrà averne la statura.[...]
L'
immagine è singolare: uno o anche più singoli che oppongono
resistenza al Leviatano. Eppure, proprio circostanze di questo genere mettono
in evidenza la vulnerabilità del colosso. Non c'è dubbio
che un manipolo di uomini pronti a tutto costituisce una minaccia non più
semplicemente morale, ma reale.
Quale
miglior prova offerta in tempo di pace, di quella offerta dai criminali?
E' sempre più frequente il caso di due o tre banditi che mettono
a soqquadro un intero quartiere metropolitano costringendo la polizia a
lunghi stati d'assedio.
Ma
non appena le parti si invertono e l' autorità diventa criminale,
gli onesti che oppongono resistenza possono conseguire risultati incomparabilmente
più importanti. Lunghi periodi di pace favoriscono la convinzione
che l'inviolabilità del domicilio si fondi sulla Costituzione, che
di essa si farebbe garante.
In
realtà l'inviolabilità del domicilio si fonda sul capofamiglia
che, attorniato dai suoi figli, si presenta sulla porta di casa brandendo
la scure.
Ma
non sempre questa verità è evidente, nè dev' essere
invocata come pretesto per attaccare la Costituzione.
E'
proprio vero che l'uomo è garante della sua parola e non la parola
dell'uomo che la pronuncia.[...]"
Ammetto
di non aver letto Junger. Una sola parola quindi: sintesi spettacolare.
Intervista
(per nulla accondiscendente) a Maroni di qualche giorno fa effettuata dal
discepolo Palombo della Gazzetta dello Sport:
"Agli
ultrà non ci pieghiamo"
Il
Ministro dell'Interno insiste sulla linea della fermezza: "La tessera del
tifoso? Sono soddisfatto. Contro i gruppi violenti useremo la fermezza.
Entro il 2013 voglio far scomparire le reti di recinzione"
ROMA,
24 agosto 2010 -
Ministro
Maroni, ci siamo. Dopo lunga gestazione, la tessera del tifoso sta per
partire. Contento, o c’è ancora qualcosa che non va?
"Sono
soddisfatto. Dopo molte resistenze e qualche mugugno, le società
hanno mantenuto gli impegni che avevano assunto. Non tutto è stato
realizzato in modo omogeneo, ma quanto doveva essere fatto o almeno avviato
è avvenuto".
Hanno
aderito tutti, come lei pretese a suo tempo dalla Lega di Milano, o c’è
qualcuno che è rimasto indietro?
"Hanno
aderito tutti nel senso che non c’è società che abbia detto
"non lo faccio" (per forza, sono state ricattate
con la chiusra degli stadi! Esempio: il Flaminio di Roma ospita 40mila
spettatori per il 6 nazioni di rugby ed è quindi a norma. Per Atletico
Roma/Taranto, il fatto che non si abbia la tessera del tifoso lo rende
non a norma. Come è possibile?). Sono
stato a Palermo a Ferragosto, una città che sulla tessera del tifoso
era fredda, e un presidente, Zamparini, che nei miei confronti ha usato
anche parole dure e offensive. Ebbene, i dati dicono che oggi a Palermo
il numero di tessere del tifoso è superiore, e non di poco, a quello
degli abbonamenti (certo, perché alcuni
tifosi disinformati pensano di non poter vedere le partite se non se la
fanno. E' così ovunque, ma gli abbonamenti? Sono o non sono in calo?
E le famiglie? Dove sono finite?). Altrove
il percorso non è ancora ultimato e molti tifosi devono ancora scoprire
i vantaggi e le agevolazioni che la tessera potrà procurare loro,
a cominciare dagli accordi che abbiamo stipulato con Autogrill e Ferrovie
dello Stato" (ecco il punto. Guarda caso Autogrill
e Ferrovie dello Stato sono componenti dell'Osservatorio. Un bell'inciucio!).
Il
centro studi delle due Leghe di Milano ha comunicato ieri che le tessere
del tifoso fin qui sono 521.540. Tante o poche?
"Sono
numeri positivi, dei quali sono estremamente soddisfatto. Numeri destinati
in breve tempo a salire" (beh, se si considera
che la metà sono quelle del Milan non capisco come faccia ad essere
soddisfatto).
Eppure
ci sono curve che contestano la tessera, la ritengono una schedatura e
il calo verticale degli abbonamenti non sembra estraneo alla questione.
Il capo della Polizia Manganelli parla di «tifosi professionisti»
che hanno «interesse alla non applicazione della tessera».
Avete quantificato le dimensioni di questa protesta?
"Bisogna
tener distinti i tifosi veri (che sono la stragrande maggioranza) dagli
ultras violenti che si oppongono ad ogni forma di controllo di sicurezza
(possono
esistere dei tifosi normali, o anche degli ultras non violenti che sono
contrari alla tessera, secondo Maroni? Se io dicessi che tutti i leghisti
sono violenti perché danno fuoco agli extracomunitari, cosa direbbe
il Ministro?)). Ci sono sigle nell’universo
degli ultras che hanno poco o niente a che fare col calcio. La protesta
di costoro contro la tessera del tifoso è un fatto positivo, vuol
dire che stiamo facendo la cosa giusta. Sempre a Palermo, giovedì
scorso, Europa League, per la tessera del tifoso hanno protestato in una
trentina, mentre allo stadio erano in trentamila. Per noi contano quei
trentamila. E non saranno mai quei trenta a condizionarci. E’ falso definire
schedatura la tessera del tifoso (e allora
la Questura riconsegni la terza foto tessera che serve per il modulo di
adesione!). Chi sostiene questa tesi lo fa
per interessi inconfessabili e per niente nobili. No, non siamo preoccupati
e non credo che il calo degli abbonamenti vada collegato all’introduzione
della tessera. Quello dipende da altri fattori".
Per
esempio?
"L’anno
scorso sono stato a Londra da privato cittadino, coi miei ragazzi. Siamo
andati a vedere l’Arsenal, nel nuovo stadio degli Emirates. Una festa,
un evento lungo un intero pomeriggio, dal ristorante al bar a una curva
che non è una curva perché lì sono tutte tribune,
e poi, alla fine, "anche" la partita. In Italia queste condizioni non esistono
(meno
male... per noi c'è ancora "prima" la partita).
Il male principale del calcio italiano è racchiuso negli stadi e
nella loro gestione. Altrove, in Inghilterra, Spagna e Germania, quello
che c’è dentro uno stadio prima e dopo la partita ha destrutturato
il problema della violenza. Noi abbiamo una legge che giace in Parlamento
da molto tempo, e che sta andando troppo per le lunghe".
L’estate
del calcio è stata piena di incidenti, ultimi in ordine di tempo
quelli degli ultrà della Roma sabato in Supercoppa. Standard abituali,
o segnali d’una escalation? Abete a Coverciano ha detto "Non sarà
una stagione facile".
"Sottoscrivo
le sue parole. Segnali negativi erano arrivati già alla fine dello
scorso campionato, complice il suo andamento molto incerto e il contributo
comportamentale offerto da più d’un giocatore che ci ha messo del
suo, ho in mente qualcuno ma non faccio nomi (tanto
è chiaro che si riferisce a De Rossi, però MNaroni non dice
nulla su Platini, che ha detto la stessa cosa, solo perché De Rossi
è Romano e la Lega, è noto, odia i romani).
Gli atti di violenza commessi dagli ultrà romanisti in occasione
della Supercoppa sono frutto di una concezione criminosa dello sport. Contro
questi gruppi violenti useremo tutta la fermezza che sarà necessaria.
In questo momento gli individui sottoposti a Daspo sono 4000, metà
dei quali sanzionati nell’ultima stagione. E’ un dato importante. Continueremo
in questa direzione, obiettivo estirpare la violenza non solo dentro ma
anche intorno agli stadi. Siamo i soli ad avere ancora le reti di recinzione
tra spalti e campo: entro il 2013 devono scomparire".
Dopo
Pisa-Viterbese ci sono stati 20 arresti: tutti condannati per direttissima
a sei e otto mesi di reclusione, ma tutti subito liberi grazie alla sospensione
cautelare della pena.
"Dipende
dal codice di procedura penale in vigore nel nostro Paese. Non mi meraviglio,
è normale che chi sia incensurato se la cavi a buon mercato al primo
reato che commette. A questi pseudotifosi, comunque, verrà dato
il Daspo. E’ quella la sanzione che conta, non potere più entrare
in uno stadio per anni" (su questo Maroni
è molto cauto, ovviamente. Lui stesso per resistenza a pubblico
ufficiale è stato condannato a due mesi e venti giorni di reclusione,
ovviamente non scontati perché anche lui ha beneficiato della sospensioen
della pena... ma forse Palombo si è dimenticato di farglielo notare...).
Nell’ottobre
2009 lei disegnò alla Gazzetta l’identikit dell’ultrà «meno
ideologizzato, ma spesso in rapporto con la criminalità organizzata,
che cerca d’infiltrarsi nel mondo delle curve». Conferma?
"Confermo,
anche se quello era un giudizio generale (già
all'epoca Maroni non aveva compreso nulla. E sì che al Ministero
hanno i servizi segreti!). Qualche gruppo
politicizzato c’è ancora, come c’è qualche gruppo ultra collegato
alla criminalità organizzata. Ma sono situazioni tenute sotto controllo".
Sono
in arrivo ulteriori misure di prevenzione?
"La
norma del cosiddetto "arresto in flagranza" esteso alle 48 ore successive
ai fatti, che era in scadenza lo scorso 30 giugno, è stata prorogata
(non
ancora. Dovete fare un decreto legge, ve lo eravate dimenticato).
Ed è in itinere la trasformazione degli steward in sorta di "pubblici
ufficiali" quando sono nell’esercizio delle loro funzioni. Questo per dare
loro maggiore forza e renderli meno vulnerabili. Per ora mi fermo qui".
Federcalcio
e Lega di A hanno passato l’estate a litigare sul numero degli extracomunitari.
Il suo collega Calderoli si è schierato con Abete. E lei?
"Sto
con Calderoli e Abete. Meno extracomunitari vuol dire fare il bene del
calcio italiano, specie dopo un mondiale disastroso, e uso un eufemismo,
come quello dell’Italia. Non vuole essere un attacco ai club e non credo
ci rimetta lo spettacolo. Un bravo giocatore italiano produce una maggiore
reciproca fidelizzazione, e non rischi di vedertelo scappare all’estero
l’anno successivo".
Papastathopoulos,
Boateng, Yepes, Amelia: soddisfatto del mercato del suo Milan?
"Devo
essere sincero o diplomatico? Non sono soddisfatto. Mi rendo conto dei
problemi che ci sono, ero presente alla conferenza stampa di presentazione
del Milan, dove Berlusconi ha dato i numeri... nel senso
(meglio precisare) che ha contabilizzato tutti
i soldi sborsati nel corso degli anni. Posso capire che ogni tanto debba
tirare i cordoni della borsa. Spero solo che il Milan investa sui giovani,
per un progetto a medio-lungo termine, per riportarci ai tempi di Arrigo
Sacchi e di quella squadra stellare. Rincorrere il risultato stagionale
acquistando questo o quel trentenne non serve a niente".
Lo
ha detto a Berlusconi?
Sì.
Tra noi c’è la massima confidenza. Lui ha convenuto, ha detto che
per quest’anno "non c’è trippa per gatti". Ma non venderà.
Non lo vuole fare per un motivo affettivo. E mi ha imposto di essere fiducioso
per il futuro, anche perché non posso mica stare a guardare l’Inter
vincere tutti gli anni. L’ho già fatto abbastanza".
Ci
crede a Ibrahimovic?
"Ci
spero ma non ci credo e comunque Ibra non risolve il problema. E’ un’aspirina
e qui invece avremmo bisogno di una massiccia dose di antibiotici".
Chi
vince il campionato, la Champions e dove si piazza il Milan?
"Inter
sia l’uno che l’altra. Lo dico gufando, naturalmente. Per il Milan zona
Champions e nulla più".
Concludiamo
tornando ai tifosi: cosa dice loro a cinque giorni dall’inizio del campionato?
"Ai
tifosi veri dico di andare allo stadio con fiducia, di portarci i figli
(troppo
complicato, Maroni), di divertirsi. E agli
irriducibili dico di... ridursi un po’, di usare la testa, di essere ragionevoli.
Non è con questo braccio di ferro che ci convinceranno a mollare
(non
saremo noi: sarà l'economia)".
29
agosto 2010: rieccoci qua! Le foto di Roma/Cesena
sono in linea.
18
agosto 2010: mini aggiornamento con questo
comunicato... ho da inserire tantissime cose ma il momento è di
riposo...!
COMUNICATO
UFFICIALE IRISH CLAN ROMA
Si
rende noto che l’IRISH CLAN ROMA non ha in nessun modo aderito al progetto
“PRIVILEGE CARD” (TESSERA DEL TIFOSO) e che come gli altri gruppi della
SUD seguirà la AS ROMA come e dove possibile, come e dove vorrà.
Tale
precisazione si è resa necessaria viste le voci che sono girate
nelle ultime settimane.
Voci
diffamanti che evidentemente sono state messe in giro da persone volutamente
o non informate.
La
nostra passione non si tessera
IRISH
CLAN ROMA
3
agosto 2010: inizia il periodo più
propriamente estivo e quindi gli aggiornamenti saranno più discontinui.
Una
domanda per il ministro Maroni e per i vari commentatori.... Com'è
che, nonostante gli ultras non si siano abbonati, le famiglie non sono
tornate ad affollare gli stadi?
A
proposito, visto che la Supercoppa è aperta a tutti, mi ci porto
i miei figli, ogni volta che ci sarà una limitazione non ce li porterò
Corso
di Salerno
|
Inter/Roma,
Supercoppa 2010/11
Solo
per la cronaca, e per la serie
"famiglie
allo stadio":
a)
ho dovuto girare mezza Roma per trovare i biglietti, reperiti solo vicino
Piazza Bologna;
b)
per il secondo anello blu non ci sono biglietti ridotti, quindi io e due
bambini = 60 euro. |
Il
libro che conto di legge questa estate,
dalle
radici del calcio agli hooligans d'Oltremanica
|
|
Statuto
live in Firenze
http://www.youtube.com/watch?v=bxV_sUG36Ow
|
|
Altra
rispopsta a Stefano: "è sacrosanto
cio' che scrivi Ste anzi per quanto troppo palese rischi di scivolare nell'ovvio
purtroppo!!! io ho passato i trenta da poco e credo la prima mail al sito
del Magnifico mecenate Lorenzo (mo' addirittura
mecenate! Non esageriamo,:-) sia datata
2000...noi abbiamo avuto la fortuna di vedere e assistere a cio'
oggi gli si viene solo raccontato...e spesso neanche a tutti....ma questo
fa parte del ciclo generazionale...anche a me raccontarono delle gesta
del Divino , del bomber, di un Capitano che avrei voluto tanto sostenere
in campo e fuori......ma a differenza di oggi c'era il rispetto e abnegazione...il
rispetto per chi prima di me aveva calpestato quei gradoni prima e seggiolini
dopo...per un coro che non ti competeva cantare...per quei ragazzi e quelle
ragazze che si facevano un mazzo tutta la partita che neanche se la vedevano
tutta...e tu li sotto scorgevi a mala pena i calzettoni e gli scarpini...eppoi
c'era la conoscenza della storia....dei fatti...degli avventimenti...che
non era imposta da nessuno..ma eri tu stesso ad andare alla ricerca di
notizie..perche' senza la conoscenza del passato non potevi comprendere
cio' che avevi intorno..oggi leggo di timori su chi occupera' questo e
quel muretto...mentre non si preoccupano di difenderlo dalle loro stesse
paure...purtroppo oggi hanno crato questo scisma...quasta linea di demarcazione
temporale tra i pre tdt e post tdt...ma il processo nelle loro teste è
cominciato molto tempo prima...creando calciatori da spot...x tifosi di
spot..vorrebbero e hanno calciatori attori che vengono osannati piu' per
le loro battute che per lo loro gesta in campo..ma loro malgrado ci saremmo
sempre noi ai quali non potranno mai cancellare la memoria..che ci opporremo
e aspetteremo...daremo fastidio e aspetteremo...aspetteremo ,secondo me,
quel giorno neanche troppo lontano in cui ci diranno (giornalisti, calciatori
presidenti) ..ragazzi ci siamo sbagliati...per favore tornate allo stadio..rifateci
vedere le coreografie e i fumogeni...e finalmente il manto erboso di Sparta
tornera' libero".
Finiamo
con i disservizi: "ciao lorenzo,ti allego
il link del (dis)servizio della rai sul crollo degli abbonamenti!!
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-cb16e9e0-dc19-445e-a070-07cf2f0874e3.html?p=0
2
agosto 2010: in costruzione la pagina di Paris
Saint Germain/Roma e Bordeaux/Roma.
Curva
Nord Pisa:
All'assurdità
non c'è mai fine.
In
questi giorni ci stanno arrivando le diffide per la pacifica invasione
di Cecina, dove alcuni ragazzi della Nord sono entrati in campo per chiedere
la sospensione della partita dopo la morte di Matthias. Tutti allora hanno
approvato e giustificato quel gesto, dai massmedia ai giocatori, dalla
società a chiunque abbia un minimo di sensibilità. Ora basta!
Tutta Pisa,sportiva e non, si deve rendere conto in che Stato di repressione
viviamo, repressione che non si ferma nemmeno di fronte alla morte di un
ragazzo. E' sempre questo il comportamento della questura: lascia passare
mesi e mesi e quando arriva agosto, approfittando della calma estiva, manda
le diffide più assurde, meschine ed ingiustificate. Sono al vaglio
iniziative e prese di posizione per ribellarsi a queste meschine diffide
che stanno falcidiando i gruppi della Nord. Curva Nord "Maurizio Alberti"
"Lo
stadio è la tua città" fa proseliti: a Firenze, striscione
montato sul bus scoperto che fa la linea "panoramica" in città ,
ha ricevuto anche gli - insperati - applausi della gente che lo vedeva
passare... in più, SS 630 Cassino-mare
Ancora
TdT:
"Ciao
Lorenzo, nelle discussioni quotidiane sulla oramai famigerata tessera del
tifoso, mi sembra nn si fccia mai menzione della "situazione" curva sud.
Io personalmente, come altri tremila circa, ho consegnato il vecchio abbonamento
al mio gruppo, che provvederà, si spera, di domenica in domenica,
all'acquisto dei biglietti x tutti quelli che di volta in volta vorranno
venire. Ma il discorso comunque nn è questo. Immagino cn terrore
l'entrata in curva e la miriade di coattelli seduti sui muretti dei gruppi,
pensa che cosa può succedere...Mi chiedo, e chissà quanti
cm me, visto che da fonti ufficiose siamo a
circa
9000 abbonamenti (dei quali 7000 tra sud ed ex distinto lato monte mario
che in totale hanno una capienza di 14000 posti), il problema di trovare
biglietti nn ci dovrebbe essere, ma mettiamo il caso di partite riservate
ai soli abbonati o ecc...cn quale coraggio la gente si apposterà
sui muretti dei gruppi?".
Non
credo ci si metterà nessuno...
Ancora:
"Caro
Lorenzo, torno a scriverti dopo tanto tempo - durante il quale ho
comunque giornalmente visitato il tuo sito - per confermarti che anche
io, così come altri 7 amici over 40 con i quali seguo da sempre
la nostra Magica, non ho rinnovato l'abbonamento. Lasciar trascorrere il
periodo di prelazione è stato tremendo, anche perchè ero
abbonato senza soluzione di continuità da ben 29 anni (da ragazzino,
prima di fare il primo abbonamento, andavo cor bijetto acquistato il giorno
della partita...). La determinazione a combattere questo stato di cose
è stata comunque più forte di tutto. Tanto per non perdere
una delle poche trasferte che potremo fare senza ricorrere ad espedienti
vari, ieri sono andato a fare il biglietto di Supercoppa alla ricevitoria
di Via della Giuliana. Ore 18.45, una solo ragazzetto davanti a me. Entra
un altro ragazzo ed a quel punto il titolare (che pure si dichiarava romanista,
ma che faceva anche gli abbonamenti...) comincia a sentenziare che quella
sarà l'ultima trasferta possibile senza tessera del tifoso e via
dicendo. Gli altri due appaiono
turbati.
Intervengo spiegando che in ogni caso si potrà andare in altro settore,
diverso da quello ospiti, acquistando il relativo biglietto e il gestore
fa spallucce dicendo che gli sembrava di aver capito tutt'altro. A quel
punto - per ingannare l'attesa - prendo (con un certo ribrezzo) il libricino
che pubblicizza costi e modalità di abbomento alla SS Lazie e LEGGO
UNA COSA SPETTACOLARE e precisamente la promozione "Abbonamento PROVINCIA
IN TRIBUNA"! Tale promozione prevede "Novità di quest'anno. Riservato
a tutti i residenti FUORI DALLA CITTA' e dalla PROVINCIA di Roma". Un'ulteriore
conferma della vera origine degli appartenenti alla "nobirtà Urtrasse"
laziale. Tra l'ilarità dei presenti ho per un attimo persino dimenticato
la TDT. Un caro saluto. Un Ultrà".
Da
Genova, Luca:
"l'altra
sera, in occasione della formulazione dei calendari, una delegazione degli
utc si è recata a milano davanti il palazzo della borsa (e già
il luogo della presentazione scelto dalla lega dice tutto...). è
stato esposto lo striscione che vedi in foto e distribuito questo volantino.
ciao!
CARO
PRESIDENTE… IL CALCIO APPARTIENE ALLA GENTE!
NO
ALLA TESSERA DEL TIFOSO!
Per
chi se lo fosse dimenticato, il calcio appartiene a tutti, in quanto fenomeno
di aggregazione che per mezzo secolo ha unito generazioni di italiani.
Ancora oggi, 'la partita' è l'unico vero fenomeno sociale nel nostro
paese capace di coinvolgere ragazzi provenienti da tutta Italia. Alla stadio
ci si aggrega, nella propria squadra ci si identifica. Così è
sempre stato, una tradizione. Aggregazione, identificazione, tradizioni,
valori questi che il calcio moderno non contempla, e che anzi vuole sostituire
con termini quali introiti, strategie aziendali, circuiti bancari... I
signori del calcio hanno ormai da tempo avviato un processo di speculazione
e commercializzazione del calcio, ignorando totalmente ciò che esso
rappresenta nel nostro paese. Diventando business, il calcio ha cambiato
pelle, perso in bellezza, poesia e credibili tà. Calcio scommesse,
scandali, campionati falsati, pay tv, stadi deserti, decreti spalma debiti,
giochi di potere, sponsor, stadi come centri commerciali… Ovunque e comunque
l'obbiettivo è trarre il più alto guadagno possibile, anche
se ciò vuole dire rinnegare la storia. Ultima trovata, ma non per
gravità, la ormai tristemente nota tessera del tifoso. Ecco signore
e signori la soluzione finale (spacciata per la soluzione alla violenza…
ma telecamere, forze dell’ordine, tornelli e biglietti nominativi non bastavano?),
ciò che finalmente metterà a tacere chi per anni ha lottato
contro i 'loro' interessi economici, chi ama il calcio, chi passa le domeniche
sulle tribune non curante di sole, pioggia, neve o classifica. Una schedatura
in piena regola che, oltre a garantire una bella iniezione di liquidi nelle
tasche delle banche, farà in modo che allo stadio abbia acceso solo
chi si adegua al nuovo calcio, quello del 'più spendi e più
sei tifoso', quello che vuole privilegiare e fidelizzare senza tenere conto
di un valore come appunto l'aggregazione. É ora che i signori presidenti,
dirigenti, autorità, aprano gli occhi. La passione, il tifo, la
fede, la voglia di libertà, il boato non possono e non potranno
mai diventare una mera voce di bilancio. Il calcio non appartiene a chi
ci guadagna, ma a chi lo ama. I diritti di questi ultimi vanno difesi,
non quelli televisivi. Rivendichiamo il diritto di libero pensiero, di
aggregazione, di libertà, di recarci e vivere lo stadio come hanno
fatto i nostri padri, di garantire lo stesso diritto ai nostri figli. Che
si mettano il cuore in pace: siamo tifosi, non clienti, ne tantomeno ruote
del loro sporco ingranaggio, non lo saremo mai. Fermiamoli finché
siamo in tempo...
Giù
le mani dal calcio italiano, no alla tessera del tifoso!
Ultras
Tito Cucchiaroni
Stefano
risponde a una mail di risposta: "Grazie
della risposta. La tua testimonianza conferma quello che ho sempre pensato,
cioe’ che tanta gente comunque la TdT se la fara’, che in molti comunque,
prendendola semplicemente soltanto come l’ennesima rottura di coglioni,
non ci penseranno due volte a richiederla e fare l’abbonamento. Da quello
che mi dici pero’, tante di queste persone, di piccoli consumatori come
li hai giustamente chiamati, sono giovani. Beati loro, dirai tu. Vero ma
c’e’ una cosa che non hanno vissuto. La Roma e lo stadio come lo abbiamo
vissuto noi. Il calcio, come lo abbiamo vissuto noi. Non hanno un termine
di paragone, loro conoscono questo e per quanto sia uno scempio e’ ancora
lo spettacolo e lo sport piu’ bello e popolare del mondo. La gente di una
certa’ eta’ invece, io ne ho 40, ha la possibilita’ di dire “non e’ piu’
come una volta” e non soltanto perche’ ora ha i capelli grigi o non ce
l’ha. Non e’ solo un problema di eta’. Anno dopo anno il calcio e’ cambiato
sempre in peggio, in campo e fuori. Guardiamoci intorno, vincono solo e
sempre le squadre con i soldi, veri o presunti che siano, sempre le stesse
o quelle che trovano lo sceicco di turno. Ormai i titoli si “comprano”
piu’ che vincono. La selezione e’ fatta in base allo Stato Patrimoniale
delle societa’, ma quanto e’ noioso? Spagna, Italia, Inghilterra, tutti
i principali campionati dominati sempre dagli stessi. Da noi in piu’ di
tanto in tanto ti dicono che le partite che hai visto erano taroccate,
aggiustate, predeterminate. Nessuno dice piu’ niente di interessante, se
ci provano lo massacrano. Pochi i giornalisti con una coscienza, pochi
i gioctaori che pensano al di la’ di quale macchina devono sfoggiare o
quale velina si devono scopare. In un mondo del calcio piatto e uniforme,
finto e corrotto, l’unica nota positiva era il tifo, quello vero e disinteressato.
Ci hanno dichiarato guerra, a colpi di decreti, di diffide, di infamanti
campagne stampa.
Se
io e te non ci fossimo scritti sulle pagine di questo sito, che Dio benedica
Lorenzo, non avremmo mai avuto occasione di parlare. Questa e’ una difesa
a oltranza, come i 300 Spartani delle Termopili, siamo di fronte a un “nemico”
che ce l’ha giurata e ha trovato i suoi piu’ preziosi alleati in quelle
stesse persone che ogni anno ti chiedono soldi, tempo, fiato e energia
per riempire gli stadi che un giorno vorranno trasformare in centri ricreazionali
all’interno di mega centri commerciali. Che si fottano.
Se
il loro obiettivo era tenermi lontano ci sono riusciti ma fossi in loro
non canterei vittoria troppo presto.
Il
bello è che lo hanno detto pure alla RAI e hanno dato la colpa alla
Nazionale! Ahahahahahahahhahahahhah!!!!!
I
Radicali controbattono a Maroni:
"Dichiarazione
di Mario Staderini, Segretario di Radicali italiani e del Senatore Radicale
Marco Perduca: “Non sappiamo a chi si rivolgesse il Ministro Maroni quando
ha lamentato che sulla tessera del tifoso son state dette parole di troppo,
e’ certo che nessun al Viminale s’e’ degnato di rispondere alle interrogazioni
parlamentari a riguardo che abbiamo presentato dal settembre scorso. Ne’
tanto meno si capisce quali siano le stupidaggini che hanno circondato
la fantomatica tessera, perché se c’e’ una cosa certa, e molto seria,
e’ la totale assenza di quadro normativo circa questa presunta ‘fidelizzazione’.
Se l’intenzione di questa iniziativa e’ quella di estirpare la violenza
dagli stadi privilegiando il tifo ‘buono’, non si capisce come possano
contribuire Fs e Autogrill ne’ tantomeno si capisce come un qualcosa di
totalmente incerto e affidato a ordinanze prefettizie possa esser considerata
una risposta strutturale ai problemi del tifo violento che nessuno nega
esistere. La tessera del tifoso non è obbligatoria ne’ esiste per
legge: è solo una iniziativa commerciale della Lega Calcio imposta
dal Ministro sotto la minaccia di far giocare a porte chiuse le partite.
Gli effetti che questa ‘fidelizzazione’ sortirà saranno la diserzione
del programma di decine di migliaia di persone, che però vorranno
andar comunque allo stadio, rendendo ancor più difficile la gestione
dell’ordine pubblico e la devoluzione di compiti pubblici al privato. Tv
a pagamento e i violenti ringraziano”.
Per
finire:
TESSERA
DEL TIFOSO, GUIDA ALLA SERIE A
RINASCITA
(M.MARTUCCI) - “Per la tessera del tifoso c’è un programma che va
avanti e sarà applicato nei tempi previsti. Il 30 luglio ci sarà
un importante annuncio”. L’ha ribadito il Ministro Maroni a Milanello,
nel caotico raduno rossonero del contestatissimo Berlusconi. Novità
in vista anche dopo ferragosto, parola di Mantovano, Sottosegretario all’Interno:
“A fine agosto probabilmente il governo emanerà un decreto in materia
di sicurezza, sicurezza in generale. Sarà un provvedimento di vasta
portata. Ma sappiamo che il campionato inizia a fine agosto”. Indiscrezioni
vogliono un nuovo giro di vite per il mondo del calcio, con club e stadi
in affanno per adeguarsi alla burocratizzazione del Programma Tessera del
Tifoso, emanato dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive
con l’avallo di FIGC e CONI. Non senza polemiche, deregulation liberticida
e contro-misure adottate da curve e tribune in mobilitazione crescente.
BARI
Matarrese
ha lanciato Fedeltà Biancorossa, “la carta multifunzionale che rappresenta
la voglia di vivere la passione per il Bari fuori e dentro lo stadio”.
Vale 3 anni, è gratis con l'abbonamento, 6 euro senza. Clausola
atipica nel contratto: si chiede un'autocertificazione di assenza di condanne
penali e carichi pendenti, mentre sul sito ufficiale del club c'è
scritto: “ai varchi sarà sufficiente esibirla per essere autorizzati
ad entrare”. Cioè? Senza la neo-tessera barese niente autorizzazione
d'accesso al S. Nicola e in altri stadi? Con oltre 500 trasferte alle spalle,
il leader ultrà Alberto Savarese, in arte “Parigino”, dice: “Non
siamo d’accordo, non possiamo accettare ulteriori restrizioni. Non è
possibile pagare un pre-biglietto oltre a quello nominale! Finiremo per
lasciare gli stadi vuoti e poi vedremo la risposta delle pay-tv: dove andranno
ad esultare i giocatori al momento del gol?”
BOLOGNA
Arricchita
da iniziative meritocratiche pro fedeltà di spesa dei tifosi, la
Siamo Rossoblù varia dai 5 ai 12 euro e, con PIN e password, funziona
da carta bancaria prepagata ricaricabile: il titolare stipula il contratto
con il gruppo Intesa Sanpaolo e per il prelievo agli sportelli automatici
ha un limite di 500 euro giornalieri. A differenza delle altre card, tra
le cause ostative della black list non c'è la Legge 1423 del 1956
(diffida del Questore per ozio, vagabondaggio, droga e sfruttamento prostituzione)
ma solo DASPO e condanna per reati da stadio. Ma i gruppi organizzati della
Curva Andrea Costa non si abbonano: “Sarà la dimostrazione di come
la curva, coerentemente alle lotte portate avanti contro il calcio moderno,
le pay-tv, la repressione ed il business, ne vuole uscire a testa alta
e non limitarsi a fare la marionetta. Cercheremo di essere sempre presenti
in casa ed in trasferta nei settori che troveremo disponibili, perché
il sostegno alla squadra non dovrà mai mancare, convinti che questi
sacrifici siano necessari per ridare in mano il calcio ai sentimenti”.
BRESCIA
Nemmeno
la Curva Nord si tessera. Lo chiarisce Diego Piccinelli, portavoce degli
Ultras Brescia 1911: “La tessera del tifoso è un'imposizione, una
soluzione caduta dall'alto. Si tratta dell'ennesima soluzione sbagliata
che allontanerà i tifosi dallo stadio. Il messaggio che sta uscendo
è poi discriminante e sbagliato. Sembra che chi non aderisce sia
un violento. Non si capisce invece che in palio non c'è una partita
per la coreografia migliore, ma la dignità di ogni cittadino, che
non vuole entrare in uno stadio consapevole di essere stato schedato. La
tessera trasformerà i tifosi in clienti, con molti doveri e pochi
diritti. Dietro la maschera della sicurezza si nasconde un valore economico”.
Le neo-promosse rondinelle hanno Cuore Biancazzurro, ma in fretta e furia
corrono ai ripari per garantire l'agibilità dello Stadio Rigamonti:
“Stiamo lavorando in modo serrato”, dice l'Assessore comunale ai lavori
pubblici. Si stima oltre un milione di euro per un restyling da Serie A
e l'installazione di 4 tornelli, comprati nel 2005 (Decreto Pisanu) ma
da nottetempo in magazzino. Si aggiungono ai 12 già esistenti.
CAGLIARI
Gratis
per gli abbonati, 20 euro per i senza. “La Cagliari Card è la nuova
fidelity card creata dalla Cagliari Calcio per rispondere alle recenti
determinazioni dell'Osservatorio Manifestazioni Sportive e del Ministero
degli Interni. Si tratta di uno strumento nuovo creato per consentire ai
tifosi rossoblu di seguire il Cagliari anche nelle trasferte chiuse ai
tifosi ospiti e di poter accedere allo stadio in modo più agevole
tramite tornelli dedicati.” Quali accessi privilegiati? Finora al S. Elia
non se ve vede l'ombra e la tifoseria rossoblù, come le altre, dubita
che la tessera consentirà l'automatica visione di tutte le trasferte,
comprese quelle che il CASMS giudicherà ad alto rischio. Però
in molti l'hanno acquistata ugualmente e la fisiologica amputazione, almeno
in Sardegna, dovrebbe contenersi in qualche centinaio di defezioni: gli
irriducibili del libero pensiero di curva.
CATANIA
“Uno
stadio senza tifo è molto più triste di uno stadio senza
partite di calcio”. E' lo slogan che il 24 Luglio ha animato nella città
etnea il raduno nazionale del tifo organizzato: oltre 400 partecipanti
in rappresentanza di 60 diverse realtà, convenuti a confronto per
un meeting sulla direttiva di Maroni. Netta la posizione catanese, contraria
alla Cuore Rossazzurro (3.000 richieste, 10 euro ognuna, circuito MasterCard,
gratis per i titolari della carta della finanziaria Agos). Annunciato un
anno intero di clamoroso boicottaggio. Tutti fuori il Massimino: “Gli ultras
catanesi dicono no alla tessera e hanno deciso di alzare un muro contro
chi ci vuole privare della nostra libertà: per questo a Catania
è stato deciso, con non poca tristezza, che oltre a non tesserarsi
per l'intera stagione, verranno sospese tutte le attività legate
al tifo. Il tutto si trasferirà all'esterno dell'impianto. Ci teniamo,
inoltre, a precisare che la nostra non è una resa, ma un modo civile
per dire no a chi ci vuole cancellare”.
CESENA
Tra
i piccoli club, l'ufficio marketing che più di altri non s'è
fatto trovare impreparato. Ha cavalcato per tempo il nuovo business, diversificando
l'offerta di servizi per i titolari della Cesena Card: carta di credito
prepagata ricaricabile gestita dalla Banca Romagna Cooperativa, programmi
loyalty nel circuito Cesena Shop, accesso internet e creazione di mini
siti web, streaming e wap per guardare sul cellulare le interviste ai beniamini
bianconeri. Ma anche autocertificazione alla questura per l'assenza di
carichi pendenti e condanne penali, oltre a DASPO e solite cause restrittive.
“No alla tessera!”, scenografia con migliaia di cartoncini e linea di condotta
della Curva Mare, avvalorata da un dibattito in Palazzo del Capitano: “Chiediamo
al Cesena e al Presidente Campedelli di permettere ai tifosi di usufruire
del meccanismo di prelazione già adottato dalle tifoserie di Genoa
e Sampdoria. Ribadiamo la nostra intenzione di seguire e sostenere sempre
e comunque il nostro Cesena, senza però rinunciare alla nostra dignità”.
CHIEVO
VERONA
Si
chiama Noi del Chievo Card e i clivensi gli hanno dedicato pure un sito
web. Insieme al Sassuolo (Serie B), il Chievo è l'unico ad aver
riportato sul modulo d’adesione l'uso dell'RFID, il micro-chip con tecnologia
di identificazione a radio frequenza a distanza installato nelle fidelity
card, per cui il Garante della Privacy già nel 2005 prescrisse necessarie
clausole di legittimità e informativa, invero eluse nella totalità
dei contratti. A tutela del trattamento dei dati personali, l'Associazione
Difesa Consumatori Sportivi è ricorsa al garante, ma il gruppo dei
North Side 1994 ha comunque aderito al progetto: “Siamo nati per sostenere
il Chievo, siamo nati per tifare in casa e in trasferta. Riteniamo la tessera
del tifoso arbitraria ed una grave restrizione della libertà personale.
Però non troviamo soluzioni diverse da quella di sottoscrivere,
nostro malgrado, questa assurda tessera e quindi rinnovare anche l'abbonamento.
Da sempre l'unica battaglia, essere sempre al fianco della nostra maglia!”
FIORENTINA
Orgoglio
Viola della discordia, nonostante le 18.000 richieste di partecipazione
e gli accordi tra fratelli Della Valle, aziende emettitrici (Intesa Sanpaolo
e Banca Cassa Risparmio Firenze) e Questura (Modello Firenze è lo
slogan dell'ex Questore Tagliente, fautore di un dialogo legalitario con
alcuni tifosi della Curva Fiesole). Il dettagliatissimo regolamento d'uso
dello Stadio Franchi sembra però una mannaia penzolante, pronta
a colpire arbitrariamente quando meno te l’aspetti: come per i sottoposti
a DASPO, perderanno la tessera del tifoso quanti sosteranno in prossimità
di passaggi, ingressi e uscite dell’impianto, quanti si attarderanno nei
corridoi dello stadio o ne deturperanno la struttura, oppure quanti intimoriranno
arbitro e avversari o anche solo getteranno spazzatura fuori dagli appositi
contenitori. Parte della Fiesole ha aderito al programma e il Collettivo
Autonomo Viola si rifiutò di sfilare in corteo a Roma il 14 Novembre
2009 nella marcia nazionale promossa dal fronte del “No alla tessera”.
Ma il blocco fiorentino non è comunque unito: diversi striscioni
anti-tessera sono apparsi in città, mentre lo storico gruppo Ultras
Viola 1973 si è sciolto: “Siamo arrivati a questa decisione perché
non esistono più i presupposti per portare avanti un gruppo di tifosi
organizzati. Tra leggi, restrizioni e la tessera del tifoso, il movimento
ultras è finito”. Nello stadio del rione San Frediano ieri sera
c'è stato un dibattito aperto a tutti. Tema: “Svuotamento del Franchi
e tessera: favorevoli e contrari a confronto”.
GENOA
Dalla
Lanterna giungono i risultati migliori del dialogo tra società e
tifosi, frutto di un percorso senza imposizioni né ricatti. Buon
senso comune cerca di arginare una prevedibile emorragia di presenze a
Marassi. Il club di Preziosi ha DNA Genoa, non sottoscrivibile ad agosto
(toccata già quota 15.000). Ma per i dissidenti del movimentismo
organizzato della Gradinata Nord c'è una strada rivoluzionaria,
alternativa alla carta caldeggiata da Maroni. “La tifoseria organizzata
del Genoa ribadisce la propria netta e ferma opposizione alla schedatura
di massa dei supporters calcistici. Sperando che la nostra sia ancora una
democrazia nella quale sia possibile fare cose semplici e antiche come
andare allo stadio a vedere una partita di calcio senza dover sottostare
a soffocanti burocrazie, invitiamo tutti i tifosi del Genoa ad avvalersi
della facoltà concessa dalla società di utilizzare l’abbonamento
della stagione 2009/2010 come diritto di prelazione per poter acquistare
il biglietto del proprio settore”. Sulla scia dell’Inghilterra, dove la
facoltativa tessera del tifoso non è obbligatoria per l'abbonamento
ma funzione da priority card per l'acquisto di biglietti in prevendita.
INTERNAZIONALE
I
latini la definirebbero una coincidentia oppositorum. L'Inter Campione
d'Europa è stata tra le prime a dotarsi della tessera del tifoso,
la Siamo Noi, Banca Popolare di Milano, circuito MasterCard, 10 euro. La
Curva Nord 1969 è tra le prime (e sinora l'unica se intesa come
unità di gruppi di una sola curva) ad aver sposato la tessera, seppur
con riserva. Un accoglimento diffidente, pronunciato a bocca storta ma
criticato ugualmente dal resto del panorama del tifo nazionale. A Milano
vanno dritti per la loro strada, certi della scelta che non abbandona il
campo: “Non sentiamo il bisogno di essere definiti tifosi ufficiali e non
sentiamo il bisogno di farci imporre una carta di credito per assistere
alle gare in trasferta della nostra squadra. Ci interessa unicamente seguire
l’Inter senza dover essere costretti a dimostrare di avere la fedina penale
pulita, quasi dovessimo accedere ad un concorso per entrare in Polizia
o in Magistratura. Del resto, che ormai gli stadi siano divenuti una specie
di zona franca ed i tifosi cittadini di serie B, per il controllo dei quali
è possibile porre in essere leggi speciali al di fuori di qualsiasi
garanzia costituzionale, è da tempo principio assodato. La tessera
del tifoso non rappresenta pertanto che l’ultima invenzione in questo senso
che, ancora una volta, sta a confermare l’assoluto fallimento di una politica
di repressione posta in essere dalle Istituzioni. Tuttavia il nostro primo
obiettivo, ancora oggi dopo quarantuno anni, è quello di sostenere
l’FC Internazionale ad ogni costo. La nostra sarà una battaglia
e una lotta alla sopravvivenza che intendiamo continuare tutti insieme
proprio dove non ci vogliono: dentro lo stadio! ”
JUVENTUS
Juventus
Member è il programma della squadra più scudettata d’Italia.
Tre versioni: Stadium (Visa Electron), Premium (Carta SI, gratis per abbonati,
42 euro agli altri) e International (residenti all’estero), una segmentazione
orientata al modello marketing del calcio inglese: per i 11.400 fedeli
sottoscrizione di un codice etico, prelazione nella prevendita di biglietti,
community dedicata sui forum internet, eventi con i giocatori, foto autografate
e sconti sul merchandising. I Drughi Bianconeri della Curva Sud di Torino
hanno adottato una terza via, né favorevole, né contraria:
“ogni nostro tesserato è libero di prendere la decisione che riterrà
più opportuna, non ci saranno imposizioni ne da una parte ne dall’altra,
ma consigliamo comunque a tutti di documentarsi a 360° prima di fare
scelte affrettate ed azzardate”. Diversa la posizione dei Drughi sezione
Roma: “Questo gruppo non aderisce alla tessera del tifoso”.
LAZIO
Non
basta la pubblicità del Marc’Aurelio in Campidoglio, sciarpa laziale
al collo: Millenovecento (emessa da Poste Italiane, circuito MasterCard)
ha numeri impressionanti, da minimo storico. Appena 1.600 richieste contro
i 27.000 abbonati dell’anno scorso e i 40.000 dell’era Mancini. L’Olimpico
è a serio rischio diserzione. La tessera del tifoso è aggravata
dall’estenuante contestazione alla presidenza Lotito. La piazza romana
è stanca di questa gestione e la Curva Nord contesta con modalità
radicale anche l’iniziativa Maroni: no alla tessera e no al biglietto.
In pratica: basta con lo stadio! “Noi siamo ultras da sempre! E lo siamo
in quanto individui che amano la libertà. Un tempo il sistema tolse
i giovani dalle piazze e li mise in uno stadio per controllarli e circoscrivere
la loro voglia di ribellione. Oggi quello stesso sistema ha completamente
debellato le aggregazioni giovanili di massa per le strade delle nostre
città. Non spariremo, perché la Lazio siamo noi. Semplicemente
non saremo più lì”. Stessa analisi, ma diversa sintesi, per
il Sodalizio della Tribuna Tevere: “non ci tessereremo e non faremo la
tessera del tifoso. Proponiamo alla Lazio di garantire ai vecchi abbonati
il diritto di prelazione a prezzo bloccato sui biglietti casalinghi. Questa
richiesta è il nostro urlo d’amore per difendere la dignità
e la coscienza del tifoso laziale”.
LECCE
“Contro
il vostro calcio-controllo, ultrà Lecce rifiuta la tessera”. Il
testo del volantino, rinvenuto tra le vie barocche della città salentina,
che rigetta l’US Lecce Card (VISA Electron) nonostante la diano gratis
con l’abbonamento nell’anno della riconquistata promozione: “invitiamo
tutti quanti hanno a cuore il mondo ultras e la propria libertà
personale a non aderire, rifiutando una schedatura forzata. Siamo disposti
a seguire i nostri colori – sia in casa che fuori – anche rimanendo fuori
dallo stadio”. Ma il Presidente giallorosso Semeraro ha comunque teso la
mano al pubblico più caldo, offrendo ai senza tessera l’opzione
della prelazione sui biglietti. Come Genoa e Samp: “non entriamo nel merito
della vicenda ma vogliamo salvaguardare i nostri tifosi che, in tutta libertà,
rinunciano alla sottoscrizione dell’abbonamento a causa della tessera del
tifoso. Di più non possiamo fare”.
MILAN
Oltre
200.000 card postalizzate gratuitamente un anno fa. Poi l’errore dell’assenza
di foto, codice a barre e micro-chip RFID. E l’annullamento ai sottoposti
a DASPO o condanne per reati da stadio, con tanto di lettera di scuse per
la svista. Infine la nuova Cuore Rossonero, carta multifunzionale Intesa
Sanpaolo, circuito Maestro. E’ una ricaricabile con l’attribuzione di “Punti
Stella”, secondo la logica “più spendi, più sei tifoso” ma
pure del riconoscimento della militanza da stadio, divisa per 3 fasce di
provenienza geografica: vieni regolarmente a San Siro da Sicilia o Calabria?
In omaggio 950 stelle. Sei lombardo e segui solo 3 gare di Champions League?
Solo 60 stelle. E da qui privilegi e sconti del 15% al Milan Megastore.
Il sito dell’Alternativa Rossonera pubblicizza la tessera del tifoso. Su
quello della Curva Sud Milano invece non se ne parla ma Giancarlo Capelli,
alias “Barone” per la Sud, si oppone al progetto già fallito nell’ingombrante
precedente di Genoa-Milan del 9 Maggio 2010. Tessera del tifoso alla mano,
371 milanisti rinunciarono alla trasferta di Marassi. Il Prefetto ligure
optò per le porte chiuse, motivi d’ordine pubblico.
NAPOLI
Poste
Italiane ha l’esclusiva della vendita della tessera del tifoso azzurro.
Si parte. Anzi, no: al primo giorno di emissione Napoli in tilt, non per
ressa da folla. Gli uffici postali hanno chiuso, congelando ogni procedura,
richiamando uno per uno i primi sottoscrittori, invitati a ritirarsi le
pratiche. E intanto la città è tappezzata da volantini, manifesti,
scritte e striscioni di opposizione: “napoletani, non ci abboniamo, non
ci tesseriamo. Firmato Curva A”, “dal 1979 preferiamo essere, vaffanculo
tessere, firmato Fedayn”. Dalla Procura partenopea giungono segnali inquietanti
e un magistrato ha addirittura proposto di estendere il DASPO ai camorristi:
“ultrà non sempre è sinonimo di criminale, ma a Napoli certi
gruppi camorristici non sono estranei alla gestione delle attività
illecite che ruotano attorno allo stadio”. Nonostante le critiche, la teoria
del procuratore Giovanni Melillo suona come un innalzamento del livello
di guardia (e di repressione): “il Daspo dovrebbe poter essere applicato
anche a quanti, pur non essendo stati protagonisti diretti di comportamenti
violenti negli stadi, abbiano riportato condanne, anche non definitive,
per gravi delitti: rapina, estorsione, traffico di stupefacenti e, in generale,
reati di criminalità organizzata”.
PALERMO
“La
tessera del tifoso è un ricatto, un’intimidazione vera e propria
del Ministro Maroni. Certi poliziotti non vedono l’ora di menare le mani.
L’Italia è uno stato di Polizia. I governanti conoscono solo le
limitazioni della libertà”. Sono le scoppiettanti parole di Maurizio
Zamparini, Presidente dissidente del Palermo, promotore a malincuore della
Goal Member, 5 anni di validità, 10 euro, circuito VISA Electron,
diffusione gestita dalla List Ticket del gruppo Lottomatica, 30 giorni
di visione gratuita della pay per view Dahlia TV. Emulando l’azzurro De
Rossi, il fantasista Miccoli ha definito la tessera “una cazzata”, ma i
suoi tifosi si sono però divisi: le Brigate Rosanero la sottoscrivono
(“non piace a nessuno, ma la faremo”, ha detto il responsabile Salvo Giordano)
e sinora si contano 10.000 richieste, tra cui si autoescludono i ragazzi
dei Warriors, che abdicano l’abbonamento per l’acquisto di biglietti in
ogni singola gara.
PARMA
Blu,
tessera del tifoso crociato con anomalia etica: insieme alla Samp, è
l’unica senza banca. Il Presidente Ghirardi ha sposato il male minore:
“le banche restano fuori. Non speculeremo. Non faremo accordi con banche:
nessuno pensi che il Parma si arricchisca sulla pelle dei tifosi”. Perché
in realtà la carta di credito Parma Agos Ducato già c’è
e non ha voluto replicare un prodotto esistente. In Emilia c’è una
tifoseria tra le più consapevoli e sensibili al tema, trattato in
dibattiti pubblici, interventi tv, striscioni e volantini. I Boys non si
abbonano: “Discordia, perché la tessera del tifoso non mette d’accordo
chi è pro e chi è contro, anzi il rischio è che si
venga a creare una spaccatura, cosa che bisogna evitare fra tifosi. Si
esce sconfitti sia con la tessera in tasca che non. Noi però non
vogliamo piegarci e rimaniamo noi stessi. Sicuramente il tifo si può
fare con o senza abbonamento in tasca. Per tifare ci vuole la presenza,
la voce, le mani, il colore e la passione. Per essere tifosi basta solamente
dirlo. Per essere spettatori basta guardare la partita: anche da abbonati”.
ROMA
Striscioni
di dissenso issati sul Grande Raccordo Anulare, tam-tam radiofonico ininterrotto,
manifestazione a Trigoria, disobbedienza civile con raccolta di vecchi
abbonamenti. La Curva Sud è mobilitata contro l’AS Roma Club Privilege
(VISA Electron, 15 euro), già nel nome in contrasto con benefici
e privilegi tra società e tifosi vietati dalla legge del 2007 post-Raciti
e dal Codice di Giustizia Sportiva FIGC. La Sensi voleva estenderla pure
ai giornalisti, Ordine e sindacato si sono opposti e l’idea è tramontata.
Ma non le polemiche: i favorevolisti (sinora meno di 15.000) sono stati
invitati ad abbonarsi al di fuori del settore più caldo: “Tutti
i gruppi della Sud continueranno a seguire la squadra in casa e in trasferta
ogni qualvolta ci sarà anche un solo spiraglio per farlo. Tutti
i tifosi, anche non appartenenti ai gruppi, che hanno deciso di dire no
alla tessera del tifoso avranno la possibilità di unirsi alla nostra
lotta e continuare ad andare allo stadio da persone libere. Invitiamo chi
ha già aderito alla tessera a rispettare la storia e la tradizione
della nostra Curva Sud prendendo posto in settori dello stadio diversi
da quest’ultimo.
SAMPDORIA
Nonostante
l’offerta di risparmio per telefonia, rifornimento benzina ERG (sponsor
ufficiale) e l’opzione della carta ERG Più, le 15.000 Samp Card
sinora staccate sono lontane dai 20.402 abbonati del 2009/10. E la società,
parola del direttore generale Sergio Gasparin, l’ha capito bene: “Per coloro
che non la sottoscriveranno, nel rispetto di chi, in tanti anni, è
stato vicino ai nostri colori, abbiamo deciso, in occasione di ogni partita
interna, di garantire un periodo di prelazione per l’acquisto dei tagliandi
dello stesso posto e settore in cui erano abbonati nella stagione scorsa”.
Una vittoria degli Ultras Tito Cucchiaroni, in Gradinata Sud dal lontano
1969: “Il prossimo anno saremo ancora lì, su quegli stessi gradoni
che ci hanno visto crescere, soffrire, urlare, esultare, piangere. Contro
chi ci voleva divisi, contro chi voleva abbattere la nostra voglia di aggregazione,
il nostro modo di essere, la nostra storia e tradizione. Contro di loro
e la loro maledetta tessera si è alzato forte, chiaro, deciso, e
categorico il nostro NO! Il prossimo anno acquisteremo di domenica in domenica
il biglietto. Avremo tre giorni di prelazione per l’acquisto, diritto che
ci siamo guadagnati negli anni, sempre al fianco della Sampdoria, abbonandoci
sempre e comunque. Un diritto garantito nella stessa maniera a tutti coloro
che erano abbonati in qualsiasi settore dello stadio e che hanno scelto
di dire, come noi, NO alla tessera del tifoso. Abbiamo avuto la conferma
che le battaglie si vincono restando uniti, credendo profondamente in ciò
per cui si combatte. Nessuno potrà mai incatenare la nostra fede.
Rimbombi ovunque il nostro urlo di libertà!”
UDINESE
Cassa
di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, gruppo Intesa Sanpaolo, è
l’emettitrice di Udinese My Passion, meno di 2.000 richieste, ricaricabile
PayPass di MasterCard, 18 euro extra abbonamento, 2 euro per ogni singolo
prelievo in altre banche. L’Associazione Udinese Club e gli ultras delle
Zebrette hanno chiesto di uscire dal programma tessera del tifoso usufruendo
del diritto di priorità sui biglietti: “la mia libertà a
3 euro”, lo slogan coniato sul costo della prelazione. La società
di Pozzo deve ancora rispondere. Intanto dal confronto nel Parco del Cormor
è emersa la volontà dei ragazzi della Curva Nord di non tesserarsi.
Sul sito dei Friulani al Seguito c’è un sarcastico fotomontaggio
di immagini: stadio col pubblico, stadio senza pubblico. E’ l’ipotesi (chissà
quanto remota) di un prima e dopo l’introduzione della tessera del tifoso.
E
POI…
Staremo
a vedere. Tra un mese inizia la nuova Serie A, spalmata con partite al
venerdì, sabato, domenica alle 12:30, lunedì sera, telecamere
negli spogliatoi e interviste nell'intervallo tra i due tempi di gioco.
Prima di andare al mare, negli anni ’70 si faceva a gara per pronosticare
l’autunno caldo. A partire dagli anticipi del 28 Agosto, si è praticamente
certi di un Campionato caldissimo. E non certo per colpa di un’insolazione
da spiaggia senza ombrellone…
30
luglio 2010: ma guarda! Chi lo avrebbe mai
detto!
"(ASCA)
- Roma, 28 lug - Servizi migliori e maggiori opportunita' al tifoso fidelizzato:
un ulteriore passo del percorso di attuazione del programma ''tessera del
tifoso'' grazie ad un protocollo - informa un comunicato del ministero
dell'Interno - tra Viminale, Ferrovie e Autogrill.
Venerdi'
30 luglio alle 11.30 al Viminale, il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni,
l'Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti e il Direttore
generale di Autogrill Spa, Aldo Papa, alla presenza del Capo della Polizia,
Antonio Manganelli, firmeranno il Protocollo d'Intesa che stabilisce vantaggi
ai possessori della ''tessera del tifoso''.
Cagliari/Bastia:
"Buongiorno
Lorenzo, facciamoci due risate senza entrare nel merito di quello che Maroni
dovrebbe fare a questi giocatori
La
partita è Cagliari-Bastia http://www.gazzetta.it/".
Da
Velletri: "Ciao lorè...!!sono un
ultras del Velletri squadra che milita in promozione laziale..!!ti scrivo
a riguardo della famigerata tessera...come ben sai a noi non ci tocca in
quanto siamo sotto alla D ma ci sembra che il problema sia di tutti quelli
che si sentono ULTRAS e anzi sia un problema di carattere addirittura sociale..!!sono
anni che seguo il Velletri e che vado allo stadio sia fronte curva sud
sia curva nord,non essendo io tifoso ne della lazio ne della roma..secondo
me la "soluzione" trovata da molte curve e cioè quella di non abbonarsi
( gesto nobilissimo sia chiaro) ma di entrare di volta in volta coi biglietti,non
serve a niente..anzi..è solo un ACCONTENTARSI sullo stato delle
cose..molti ultras che seguiranno questa scelta mi hanno detto che in questo
modo da dentro loro combatteranno meglio la tessera..ma io mi chiedo..COME??con
cori e striscioni??mi sembra un utopia vera e propia..faccio l esempio
della sud..si entra coi biglietti,si tifa come prima,sicuramente con in
curva qualcuno che si è tesserato,perche è logico che su
12000 persone qualcuno cè,e come si pensa di combatterla??molti
dicono che restando fuori si farebbe propio il loro volere..secondo me
non è cosi..loro ci vogliono dentro gli stadi,a fare i nostri 4
cori,ma controllati e in qualche modo "comandati"..insomma loro vorrebbero
tutti "ultras di stato"..!!è falsa l idea che ci vogliono fuori
dagli stadi,anzi,è propio li che gli facciamo piu paura,(vedesi
notte della morte di gabbo)..come diceva quel vecchio striscione "CI TOGLIETE
DAGLI STADI CI VEDRETE NELLE STRADE"...è nelle strade che loro non
ci vogliono,li siamo incontrollabili..con questo non voglio dire che si
deve rinunciare allo stadio per sempre,ma che un po di sacrificio sul calcio,in
nome di qualcosa di piu impostante non guasterebbe..!!poi,una volta vinta
sta battaglia si torna dentro,ma adesso non ha senso..offrire il nostro
spettacolo e i nostri soldi ogni domenica fa solo il loro comodo..allora
o si entra e non si tifa..e si mena a chiunque è tesserato,prendendosi
i rischi che sappiamo,altrimenti è inutile!!loro fanno leva propio
sul fatto che in qualsiasi caso noi alla partita NON rinunciamo,è
questo il nostro male..quest anno si giochera a mezzogiorno e noi saremo
sempre li,perche è li che ci vogliono..in piazza,magari con accanto
gli ultras avversari si che ci temono..!!mi scuso per la lunghezza,ma so
sicuro che capirai!!un abbraccio ultras e ribelle... roi
-VELLETRI-
Personalmente,
infatti, mi asterrei da un tifo "organizzato".
Risposta
a Stefano:
"bellissima
mail caro stefano....ma purtroppo dove non compreremo piu' biglietti noi...riempiranno
i posti con carovne di biglietti omaggio a sponsor e scuole calcio... torno
ora dall'acquisto dei biglietti per milano un fila neanche degna di questo
nome dove ho trovato una serie di giovanissimi supporter in coda e scalpitanti
ma che nonostante sia terminata la prelazione per i "sbrivilegiati" tenevano
accurtatamente nascosta sotto l'ascella la loro personalisima cartellina
di plastica con all'interno il modulo di richiesta tdt.
Fingendomi
un tifoso sprovveduto della prima ora...facevo domande assurde sulle modalita'
di acquisto biglietti e sullo stadio di milano..be' puoi immaginare le
risposte...senza privilege card non puoi entrare allo stadio, non puoi
comprare i biglietti e ce puoi fa le scommesse su internet, ce puoi compra'
su ebay, ce puoi gioca' (credo a poker).....alla fine io con il mio bigliettino
con il numero 38 sono entrato per undicesimo!!!!
piccoli
consumatori crescono....
Da
Udineseblog, un ottimo articolo:
"La
disaffezione c'è, ma i problemi vanno cercati non solo nella "tessera".
Nel
fine settimana gli abbonamenti sottoscritti erano poco
più di 2 mila. Una miseria. Per riuscire
ad eguagliare il numero dell’anno scorso (furono circa 14 mila) servirebbe
un miracolo.
Sperare
di raggiungere 10 mila, a oggi, appare un’impresa molto ardua. Le stime
precise non si possono fare ma dire che se si continua così non
si riuscirà a fare più di 7-8 mila tessere non è irreale.
Sarebbe un fallimento che stride con le parole di Paròn Pozzo che
alla presentazione della campagna chiedeva un voto di fiducia.
Un
voto che doveva servire anche per convincerlo probabilmente a fare ulteriori
investimenti per lo stadio. Ed oggi che la tifoseria non sta rispondendo
le domande che ci si pone sul futuro sono molteplici. Ma il problema della
disaffezione è serio e non può essere ricercato solo nella
famigerata tessera del tifoso: questa inevitabilmente sta portando problemi
importanti, ma è solo una concausa del flop a cui stiamo assistendo.
Psicologicamente
è uno strumento che crea disagio. Il Ministro Maroni, dall’alto
della sua esperienza di stadi, ha probabilmente ignorato questo aspetto
quando un paio di giorni fa asseriva che i media danno più spazio
a 400 persone che protestano, piuttosto che alle migliaia alle quali va
riservata la sicurezza. Un concetto molto
semplicistico se ci permettete, perché il problema non riguarda
solo una minoranza, ma anche una silenziosa maggioranza di persone che
quotidianamente ci confermano i problemi tecnici che, evidentemente, non
sono stati presi in considerazione. Dalle
file nelle banche alla poca chiarezza, il tutto è stato fatto all’italiana.
Con le banche prime soddisfatte del provvedimento perché possono
emettere una vera e propria carta di credito pronta all’attivazione, e
quindi alle spese. Sottoscrivere una carta di credito, seppur inattiva,
crea molti dubbi. Inoltre, se la tessera nelle intenzioni dovrebbe aiutare
ad evitare file ai tornelli, nessuno ha mai spiegato ancora come queste
possono essere evitate senza togliere di mezzo i necessari controlli.
Ma,
come detto, questo è solo un aspetto del calo abbonati: la
partita a pranzo e quella del ‘monday night’ sono più di una minaccia.
La gente comune ha bisogno di routine dopo una settimana di lavoro, non
di incertezze sui calendari. Sottoscrivere un abbonamento sapendo che poi
qualche partita rischia di non essere vista, con la crisi economica che
c’è, non è un aspetto trascurabile.
Così
come non è trascurabile il fatto che le Tv, dopo aver speso una
cifra folle per i diritti, ora chiedono in cambio gli interessi. E propongono
prezzi più che concorrenziali che incentivano molti a disertare
lo stadio. Qui poi subentra forse il tema più caldo: gli stadi italiani
sono invivibili, almeno nella loro maggioranza, e quello di Udine ne è
l’esempio più concreto. Spalti lontani dal campo, pochi servizi,
copertura inesistente non possono che fare da deterrente.
Pozzo
è troppo tempo che cerca di promettere un nuovo impianto, poi però
le promesse si sono scontrate con evidenti carenze progettuali che vanno
dai fallimenti europei fino alla mancanza di investitori.
Guidolin
è oramai un friulano adottivo e la sua disponibilità è
encomiabile. Ma non basta: la gente ha bisogno di ricevere oltre che dare.
Promesse
che da troppo tempo illudono i tifosi che ora si sentono disillusi.
Così
come probabilmente lo sono dall’eterna incertezza sul futuro della squadra.
Perché tra il definire un giocatore incedibile e il definirlo trattatbile
solo a determinate condizioni c’è una bella differenza. Se, infatti,
nella sostanza l’intenzione di trattenere ad esempio Sanchez è chiara,
il tifoso percepisce incertezza quando si afferma che può partire
solo a 30 milioni o giù di li.
E’
chiaro che sono pochi a poterselo permettere, forse nessuno, ma il termine
‘incedibile’ è un’altra cosa almeno in termini percettivi.
Chiudiamo
con l’ultima polemica nata per la decisione di concedere il giorno di riposo
alla domenica, il giorno che permette ai tifosi di raggiungere la sede
del ritiro. Sembra poca cosa, ma non lo è.
Però
non è giusto nemmeno disperare: la squadra l’anno scorso ha distanziato
molti con le sue polemichette e soprattutto con i suoi risultati. Per fortuna
il nuovo corso targato Guidolin sta portando benefici. Il tecnico è
oramai un friulano adottivo e la sua disponibilità è encomiabile.
Ma non basta: la gente ha bisogno di ricevere oltre che dare. Il tifoso
va nutrito di emozioni e di rassicurazioni. Se queste vengono meno aumenta
anche la disaffezione.
Se
quindi per altri temi c’è poco da fare (la società non può
cambiare i calendari), si potrebbe fare di più per venire incontro
a quello che deve essere un bene primario. In un calcio che appare sempre
più distante e commerciale, ritrovare un po’ di calore e vicinanza
è un atto coraggioso e indispensabile".
*
Forse
non tutti sanno che Paul Heaton (qui sotto con la maglietta, chissà
perchè!, del Lecce), ex Housemartins e Beautiful South, a Settembre
in tour con i Madness è stato un hooligan dello Sheffield United,
visto che stava con i Blades Business Crew, una fazione hooligan dei tifosi
dello Sheffield Utd. Nelle sue prime apparizioni performances, Heaton ha
ammesso di fare gli scontri, sperando di acquistare una reputazione nel
calcio. Uno dei primi concerti dei Beautiful South a Manchester sono finiti
in violenza, con sedie tirate sul palco dopo che Heaton ha preso in giro
la folla gridando "fuck off you manc twats" (fottetevi, fighette di Manchester).
29
luglio 2010: mi è stato detto da molti
che su Google il mio sito viene indicizzato come "malevolo".
In
poche parole, chi mi può spiegare come risolvere questo problema?
Inserito
nella stagione in corso il calendario 2010/11.
Stefano:
L’ora
nostra
Leggo
con piacere che i numeri degli abbonamenti sono in calo un po’ ovunque
ma allo stesso tempo mi viene da chiedere a chi si abbona: perche’?
Capisco
l’amore per la squadra, per il calcio in generale e non voglio criticare
nessuno per le sue scelte ma questa e’ l’ora di ribellarsi tutti insieme,
dobbiamo esserne convinti e dobbiamo essere compatti. A cosa dobbiamo riunuciare?
A chi piace questo calcio dal vivo come in TV? Non eravamo tutti contro
il calcio moderno? Quanto siamo disposti ancora a sopportare?
Ci
schedano, ci maltrattano, ci ingannano e noi che facciamo? Torniamo.
Ora basta, hanno esagerato, autorita’ e societa’ sportive, imponiamo il
nostro rifiuto a questo schifo. Svuotiamo gli stadi e non compriamo abbonamenti
Sky/Mediaset. Questa e’ la nostra battaglia, l’occasione ultima per contare
qualcosa, non lasciamocela sfuggire.
Viviamo
di ricordi per un po’, guardiamo vecchie cassette o dvd, compriamo i giornali,
anche se pochi meritano anche l’obolo di un euro, sentiamo la radio ma
diciamo no a quello che ci impongono piu’ che propongono.
Ma
che c’e’ da salvare?
I
successi delle solite squadre? La Serie A che si stacca e lascia ancora
piu’ senza un lira il resto del nostro calcio? Nelle categorie minori antichi
club chiudono i battenti senza fare notizia, senza fare rumore. Migliaia
di persone che rimangono senza squadra, nessuno fiata pochi chilometri
piu’ in la’. Ma come siamo arrivati a questo punto?
Le
trasmissioni televisive? Aboliscono la moviola, cosa ottima, ma allo stesso
tempo si battono per averla in campo, le solite facce, le solite chiacchiere
vuote, le solite notizie finte. Non diamo un lavoro a chi non se lo merita.
L’esperienza
stadio? Guardati a vista, senza bandieroni, striscioni, fumogeni, torce,
spesso senza tifosi in trasferta dall’altra parte, spalti semivuoti, atmosfera
piatta. Per le famiglie? Non credo, a mio figlio preferirei mostrare le
immagini di una volta.
Ricordiamoci
tutto si basa sui tifosi, tutto si regge sul nostro amore e sulle nostre
tasche. A noi vendono i biglietti, gli abbonamenti dello stadio e quelli
televisivi, il merchandising, i giornali e le riviste, gli sponsor esistono
per vendere sempre a noi i loro prodotti, noi abbiamo il potere, e il dovere
morale, di fermare tutto. Usiamolo!
A
proposito:
A
che ora è la fine del ... calcio
la
nuova stagione per la serie A prevede:
-
due anticipi al venerdì sera (che coinvolgeranno le due squadre
che poi giocheranno il martedì sera in cessonslig).
-
due anticipi al sabato, uno alle 18.00 e uno alle 20.45 (che coinvolgeranno
le due squadre che poi giocheranno in cessonslig il mercoledì sera).
-
una partita alle 12.30 della domenica
-
tre partite la domenica alle 15.00
-
una partita la domenica sera (20.45)
-
una partita il lunedì sera (20.45) che coinvolgerà soprattutto
chi poi giocherà il giovedì sera in europalig.
-
senza dimenticare i quattro turni di campionato che si giocheranno a metà
settimana, di mercoledì sera alle 20.45.
aggiungeteci
pure tessere bancomat rilasciate dalle questure e crisi economica poi scekerate
il tutto.
otterrete:
STADI
DESERTI.
e
una massa di rincoglioniti davanti alla pay-tv che ogni sera troverà
la partita che desidera.
fate
come le cavallette... ma il business varrà sempre meno... poi the
end.
*
Parigi
e Levante: per Parigi tribuna Paris, settore J rosso, l'equivalente dei
parterre in tevere laterale Sud. Per la partita con il Levante, la zona
riservata ai tifosi romanisti è il "Gol Alboraya Alto" al prezzo
di 10 euro.
Spassoso
coro "pro" Adriano e i suoi gusti:
A
mi me gusta magnà poi da' na frusta...
si
nun t'abbasta a casa c'ho la busta
ma
vacce piano n'è mica parmigiano...
e
dalla dalla con Adriano
http://www.youtube.com/watch?v=lTVvC3eO7ks
*
Valerio
Mastrandrea su "Leggo"
"Che
il calcio sia globalizzazione è ormai cosa nota. Lo è nei
soldi che investe, nel potere che hanno le persone che ci lavorano, nelle
ripercussioni che ha nella vita sociale: è specchio dei tempi. E
in tempi come questi, dove il profitto conta più della media inglese,
dove quotarsi in borsa ti impedisce di giocare con lo zemaniano 4-3-3 e
dove al bar non si parla più del valore di un esterno sinistro ma
di aggiotaggio e plusvalenze, l’idea romana di immaginare un azionariato
popolare è nuovissima e antica insieme.
Nuova
perché nessuno pensa realmente ai bisogni di chi fa il calcio, la
gente. E se lo fa, lo fa sempre e solo in termini di merce-consumo. Antica
perché è un’idea che tutela la cosa più antica del
mondo, la cosa di cui è fatta la gente e che la rende unica e folle
a contatto con la vita. La passione. La passione è un diritto e
ha dei diritti. Questo la globalizzazione non lo sa. Non le interessa.
E allora più sono le cose che non riguardano le nuove leggi di mercato
e più associarsi e utilizzare la forza dei numeri, delle professioni,
la forza della gente, diventa necessario. Per prendere coscienza di chi,
di quanti, di quali siamo e di quanto possiamo essere forti. Per far sentire
la responsabilità ai mille governi del calcio di sapere con chi
devono confrontarsi. Unirsi veramente, riuscire a determinare delle cose
(non acquisti ma strategie sì), a impedirne delle altre (tessera
del tifoso), essere parte in causa come non lo si è mai stati è
un dovere e un diritto. Lo facciamo per noi e per nessun altro. Perché
la passione non costa nulla, è gratis, o si ha o non si ha. Ecco
perché oggi non interessa più a nessuno".
28
luglio 2010 (pomeriggio): continuano i comunicati:
I gruppi
organizzati della tifoseria savonese, a fronte del recente annuncio della
società Savona 1907 FBC per quanto riguarda la obbligatorietà
di sottoscrivere la Tessera del Tifoso in relazione alla campagna abbonamenti
2010-2011, ribadiscono con decisione il loro netto rifiuto a questa ulteriore
anti-democratica e anti-costituzionale forma di repressione della parte
piu’ genuina e passionale del calcio.
Non
ci sono riusciti privandoci degli strumenti di tifo più innocui
(striscioni, fumogeni, tamburi etc) ora ci riprovano privandoci della libertà.
Introdotta
con il chiaro intento di allontanare ancora di più la gente dagli
stadi, e avvicinarla al divano di casa e alle pay-tv, la cosidetta Tessera
del Tifoso altro non è che l’ennesima speculazione economica ai
danni del tifoso essendo una card prepagata a tutti gli effetti, oltre
che una forma di schedatura preventiva nei confronti del cittadino attuata
grazie alla tecnologia RFID integrata che consentirà di sapere in
ogni momento dove si trova la tessera e, di conseguenza, il suo possessore.
Per
le motivazioni elencate precedentemente ma anche e SOPRATUTTO nel rispetto
di quei ragazzi che non potranno sottoscriverla, NOI DICIAMO NO ALLA TESSERA
DEL TIFOSO.
Come
sempre saremo al fianco della squadra e sosterremo i colori biancoblù
in casa, pagando pero’il biglietto partita per partita, mentre in trasferta
ci saremo nelle forme e nelle modalità che riterremo più
opportune.
Invitiamo
tutti i sostenitori del Savona a seguire questa nostra forma di protesta,
non sottoscrivendo questo strumento di repressione che ha come unico scopo
quello di eliminare la parte più sana e colorata del calcio e boicottando
la campagna abbonamenti, acquistando invece il biglietto singolo ogni partita.
Solo
in questo modo ognuno di noi potrà dare il suo contributo in questa
battaglia che la maggioranza delle tifoserie italiane stanno conducendo
contro chi sta facendo di tutto per eliminarle.
LA
FEDE NON SI DIFFIDA, LA LIBERTA’ NON SI TESSERA.
NO
ALLA TESSERA DEL TIFOSO
*
Situazione
Juventus: "Quasi un tifoso juventino su
quattro non ha rinnovato l’abbonamento. La Juve paga il conto salato dell'ultima
deludente stagione, oltre all'entrata in vigore della "tessera del tifoso",
un provvedimento che potrebbe aver dissuaso alcuni tifosi dal rinnovare
la tessera annuale. Se l'indice di gradimento si misura ai botteghini,
la Juve ha perso una grossa fetta di consenso. Ecco il comunicato diffuso
dal sito ufficiale bianconero: la Juventus, terminata la prima fase di
rinnovi degli abbonamenti per la stagione 2010-2011, rende noto che le
tessere rinnovate sono circa 11.400, con una diminuzione del 22,5% rispetto
alla stessa fase della stagione precedente, in cui sono state vendute circa
14.700 tessere. A partire da oggi fino a sabato 7 agosto, inizia la vendita
di tutti i posti restanti".
Miccoli:
"Fabrizio
Miccoli ammette che si troverebbe in grandissima difficoltà ad affrontare
la squadra della sua città, il Lecce: "Attualmente sono infortunato,
dovrei tornare per la seconda o terza giornata di campionato... Speriamo
che Palermo e Lecce si affrontino alla prima giornata. Contro la mia squadra
non riesco proprio a giocare, mi tremano le gambe, mi fa male la pancia.
Credo proprio che al Palermo convenga tenermi fuori...", spiega a Telerama.
L'attaccante
del Palermo è durissimo nei riguardi della Tessera del Tifoso: "L'ho
già detto tantissime volte, è una pagliacciata. Fosse per
me, tornerei al calcio di una volta, fatto di coreografie, striscioni e
fumogeni. Fossi un tifoso e mi imponessero la Tessera, di sicuro non andrei
più allo stadio".
28
luglio 2010: in costruzione la pagina di Roma/Al
Sadd.
Poi,
Danilo mi ha inviato questa interessante memorabilia:
Poi,
ho letto con piacere gli ultimi due numeri di Supertifo. La direzione di
Domenico Mungo ha dato veramente un nuovo sprint alla rivista, che si risolleva
da anni bui. L'unico neo è qualche parte di difficile letura per
via del carattere troppo fitto ma... sarà un problema di età!
Supercoppa
again:
"CIAO
LORENZO SONO INCAZZATO NERO HO APPENA LETTO LE MODALITA' DI VENDITA DEI
BIGLIETTI E HO SCOPERTO CHE I TIFOSI DELLA ROMA CI SONO SOLO NEL LAZIO,ABRUZZO,CAMPANIA,MARCHE,MOLISE,TOSCANA
E UMBRIA.E NOI DEL NORD?E QUELLI DEL SUD? E SE AVEVO LA PRIVILAGE ? (non
cambiava nulla! Del resto una sòla è una sòla!) INVITO
TUTTI I TIFOSI A FARE QUELLO CHE HO FATTO IO giustiziasport@lega-calcio.it
HANNO ROTTO IL CAZZO !!!!!!!!! IL PROBLEMA SI RISOLVE COMPRANDO UN TICKET
NEROAZZURRO PERO' DEVONO CAPIRE CHE NN CAPISCONO UN CAZZO.CIAO DA BEPPE".
Poi,
Marco: "Sicuramente lo conoscerai già.
Iniziamo alla grande:
Sono
un ultras della Roma, la Lupa in Europa non sarà mai sola, io canto
per lei senza tesserarmi, io ti seguirò senza fermarmi maaai ovunque
andraaai contro Maroni e Sky! Buone Ferie".
Terminiamo
con gli juventini:
27
luglio 2010: diverse cosette...:
inserita
la pagina di Alto Adige/Roma.
Supercoppa
Italiana:
"Buongiorno
la seguente e-mail e per richiedere informazioni su come reperire biglietti
super coppa italiana.
Premetto
che io sono in provincia di torino, mi piacerebbe riuscire a vedere la
partita nel nostro settore giallo rosso, sapete dirmi dove posso trovare
i biglietti. Certi di una vostra risposta porgo cordiali saluti AVE.......
FABIO".
Ancora:
"ciao
ho trovato la tua mail sul sito asromaultras volevo chiederti una cosa
se lo sapevi... io son di bergamo e son tifosissimo della roma e mi piacerebbe
andare a veder la supercoppa... però non in mezzo agli interisti...
non c'è mezzo per un romanista di bergamo acquistare biglietti per
il settore rservato a noi??? grazie ciao".
C.U.C.S.
1987 BARLETTA
COMUNICATO
ULTRAS NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO
Dopo
tanti raduni, manifestazioni, conferenze di sensibilizzazione e proteste
varie oggi ci troviamo davanti al bivio che il ministro Maroni e le varie
leghe professionistiche ci impongono, un bivio che ha due frecce che vanno
in direzioni opposte.
Da
un lato chi la tessera del tifoso la farà perché appassionato
di calcio e insensibile a tutto quello che la stessa comporta e cioè
TIFOSI SOTTO CONTROLLO DALLE FORZE DEL ORDINE E MANIPOLATI DAGLI STESSI
OLTRE CHE DA TUTTO IL BUSSINES CHE RUOTA DIETRO IL CALCIO MODERNO, DISPOSTI
A FARSI AUTORIZZARE PER ANDARE A VEDERE UNA PARTITA DI CALCIO, DISPOSTI
AD ASSOCIARE LA PROPRIA PASSIONE AD UNA CARTA DI CREDITO, DISPOSTI AD ESSERE
SCHEDATI PREVENTIVAMENTE DALLA QUESTURA SENZA AVER COMESSO NESSUN TIPO
DI REATO.
Dal
altra ci siamo noi ULTRAS, che diciamo NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO per vari
motivi … il più importante che ci teniamo a ribadire con forza è
di essere ULTRAS VECCHIE MANIERE MA SOPRATTUTTO UOMINI CON UNA DIGNITA’
a difesa dei propri colori e della propria città e della propria
libertà, dunque morbosamente attaccati al vecchio calcio quello
fatto di rivalità, contrapposizioni, ma allo stesso tempo di grandi
gesti di solidarietà che solo noi ULTRAS in questi anni abbiamo
dimostrato di saper fare.
Consapevoli
che questa tessera non eliminerà la violenza, perché è
cosa certa che la maggior parte degli scontri ormai avviene lontano dagli
stadi.
Consapevoli
che con questa tessera molti di quelli che non la faranno andranno comunque
in trasferta andando in altri settori che non sia quello ospite, spinti
dalla voglia di non restar a casa, ci sentiamo di dire che questa è
la TESSERA DELLA FARSA, l’ennesimo tranello che continuerà ad alimentare
ancora più violenza mettendo le tifoserie volutamente a stretto
contatto.
Consapevoli
che le trasferte più a rischio saranno comunque vietate visto il
precedente clamoroso di GENOA vs MILAN dove non solo è stata vietata
la trasferta ai tifosi rossoneri in possesso della tessera già da
due anni, ma addirittura giocata a porte chiuse con conseguente danno economico
anche per i tifosi di casa ABBONATI.
Per
tutti questi motivi e altri ancora, CI VORREBBERO DECINE DI PAGINE PER
ELENCARE TUTTI I PUNTI NEGATIVI DI QUESTA TESSERA, informiamo, che noi
del COMMANDO ULTRA’ CURVA SUD 1987 ci opponiamo a questa tessera anticostituzionale
seguendo la nostra squadra fin quando ci sarà consentito di acquistare
il semplice biglietto settimanale, PER LE PARTITE CASALINGHE, perché
riteniamo opportuno che questa battaglia si debba continuare a combattere
fuori dagli stadi ma anche è principalmente dentro DOVE LE NOSTRE
PROTESTE POSSONO AVERE PIU VOCE E VISIBILITA’.
FUORI
CASA invece abbiamo deciso di non seguire la squadra perché per
il settore ospite è necessaria la tessera e noi per mentalità
e coerenza con le prese di posizioni prese in passato non andremo mai in
un settore diverso che non sia quello ospite anche PERCHE’ NOI NON VOGLIAMO
RENDERCI PARTECIPI DEI TRANELLI MESSI IN ATTO DAL SIGNOR MARONI.
Invitiamo
pertanto chiunque la pensi come noi e chiunque abbia ancora un briciolo
di dignità e voglia di lottare PER LA PROPRIA LIBERTA’ PERSONALE
a non sottoscrivere la tessera.
IL
DIRETTIVO
ULTRAS
LIBERI !!!
IO
NON MI TESSERO
Giorni
importanti per i nostri colori BIANCAZZURRI e giorni altresì delicati
per il futuro ULTRAS! Ultimamente non si parla altro che del RITORNO in
Lega Pro del Matera, ma tutti noi vorremo essere li a festeggiare più
che mai, pensando già al prossimo Campionato e alle prossime avventure
che potrebbero attenderci! Ma negli ultimi mesi sarà capitato a
molti se non a tutti di sentir parlare del CASO DEVASTANTE “TESSERA DEL
TIFOSO” : disegno di legge proposto dal Ministro Maroni, connesso al tesseramento
dei tifosi, che in questi giorni sta diventando pura e cruda realtà.
Con quanto segue cercheremo di dare un’idea più realistica di quanto
proposto dal nostro Ministro. La TESSERA DEL TIFOSO, ha la stessa natura
e forma di UNA CARTA RICARICABILE BANCARIA, con costi di gestione e di
ricarica praticamente come una normale carta di credito; e in più
rappresenta una vera e propria forma di SCHEDATURA PREVENTIVA, attraverso
la quale la Questura saprà di ciascun tesserato nome, co
gnome,
indirizzo e quant’altro concerne. Come se non bastasse, ogni tessera disporrà
di un chip interno della tecnologia RFID, che grazie alla piattaforma telematica
della Telecom sarà in grado di rintracciare il suo possessore ovunque
egli sia. Si tratterebbe insomma di un espediente anti-terrorista. Il gruppo
ULTRAS MATERA ribadisce con fermezza la sua contrarietà al decreto-legge
“Tessera del Tifoso”, e sta cercando di sensibilizzare la società
locale, anche forse mal o poco informata, riguardo a questo provvedimento,
apparentemente a scopo preventivo, ma puramente anti-democratico. La fede
di un ultras cosi come quella di un “vero” tifoso non potrà mai
essere dimostrata con un tesserino, che sa molto di carta fedeltà
di una qualsiasi attività commerciale. Fin dall’inizio, noi ULTRAS
MATERA, abbiamo mostrato il nostro disapprovo in merito a questa nuova
norma di legge, che non fa altro che aumentare la speculazione e il commercio,
dove invece hanno regnato finora passi
one
e fedeltà verso la propria squadra, i propri colori e la propria
Città. La tessera del tifoso, nata come uno strumento puramente
commerciale, viene presentata come un rimedio alla violenza negli stadi,
nascondendo il giro di denaro che vi è sotto. La stessa proposta
di legge, definisce impropriamente il mondo ultras come il vero e solo
colpevole della violenza nello sport. Nel presentare questo rimedio “anti-sociale”,
il governo trascura e evita di rendere noto, la sua particolarità
più sgradevole, la sua retroattività: noi ULTRAS MATERA condanniamo
fortemente l’art. 9 della legge 41 del 2007, che prevede il divieto assoluto
di permettere la sottoscrizione della tessera a chi ha commesso in passato
reati da stadio, anche se successivamente assolto e ritenuto non colpevole,
vietando “definitivamente” l’ingresso allo stadio, limitando in questo
modo la libertà personale e marchiando a vita qualsiasi cittadino
libero. Emendamento che sarebbe adottato per la prima volta in
assoluto
nel nostro Sistema Italiano, dato che nemmeno nell’ambito politico e governativo
è stato mai applicato, li dove invece avrebbe molto più senso
farlo esigere. Tali motivi e circostanze, sono fuori da ogni ideologia
ultras: ogni individuo ha diritto alla sua libertà. Da sempre ultras
del Matera e per sempre lo saremo, e come ogni ultras, mai ci piegheremo
a queste assurde regole. Per far fronte a questo assurdo provvedimento,
noi ULTRAS MATERA, abbiamo deciso di non abbonarci ai prossimi campionati
di calcio, finché tale tessera avrà modo di esistere, augurandoci
che tale “risposta”, che certamente non vuole danneggiare la Società,
spinga la stessa ad alzare la voce ed imporsi agli organi competenti. Stando
a quanto si evince dalla “bella pensata” del nostro amato Ministro Maroni,
noi ultras saremo fuori da quegli amati gradoni, a malincuore, ma continueremo
a sostenere i nostri colori e la maglia, altrove o fuori le mura del perimetro
di gioco, solo perché qualcun
o
ha deciso cosi per noi! Lotteremo in questa battaglia, cercando anche sempre
più alleati possibili, per far capire a chi ha inventato questo
“pezzo di carta”, che il calcio senza tifo, senza colore e calore di noi
Ultras è finito. Infine, ci auguriamo che la nostra società,
ora più che mai, consideri in modo attento e scrupoloso le nostre
riflessioni, per tutti quei valori messi in campo in questi anni. Ci auguriamo
che la stessa continui a vederci per quello che realmente siamo: Ultras,
non clienti; perché in palio non ci sono soltanto abbonamenti e
biglietti di trasferta, bensì dignità, coerenza, rispetto,
e soprattutto libertà individuale; valori e condizioni -nonché
diritti- che noi cercheremo sempre d’esprimere e mantenere anche allo stadio,
nonostante tutto. Proprio ora che il Matera fa il suo ritorno nel Calcio
che conta...non svuotiamo gli stadi, e non priviamo i nostri giocatori
e il nostro ambiente calcistico del giusto e vero sostegno!... anzi portiamo
il giust
o
sostegno lì dove da anni aspettavamo di esserci! Siamo convinti
che le nostre riflessioni possano sensibilizzare ed essere d’esempio per
molti altri, ultras e non! Accettare tale normativa, vorrebbe dire ACCETTARE
e AUTOCOLPEVOLIZZARSI DI QUALCOSA CHE NON ESISTE, E IN Più PERDERE
LA PROPRIA LIBERTA’, RENDENDOSI complici di un Governo che invece di andare
a combattere lo schifo imperante, e che invece di dare l’ergastolo a chi
rovina vite e famiglie, a chi toglie la dignità, a chi macchia l‘adolescenza
altrui con stupri o quant’altro, preferisce accanirsi contro le pedine
più deboli di un gioco meschino, che vede già condannati
gli unici non colpevoli, gli unici non “mostri” dell’intero Sistema. E’
TROPPO FACILE fare terra bruciata là dove le “autorità” possono
fare da padroni. Noi siamo TIFOSI, siamo ULTRAS, siamo INNAMORATI DELLA
NOSTRA MAGLIA E DELLA NOSTRA CITTA’ ... NON siamo CRIMINALI , NON siamo
TERRORISTI ... EPPURE COSI VOGLIONO FARCI APPARIRE !
ULTRAS
MATERA
In
merito alle nuove normative disposte dal Ministero dell’Interno che, a
partire dalla prossima stagione calcistica (2010-2011), prevedono l’introduzione
della “Tessera del Tifoso” come requisito imprescindibile per poter sottoscrivere
l’abbonamento alla propria squadra del cuore e avere il diritto di seguirla
in trasferta, tutti i gruppi della Curva Ferrovia intendono esprimere il
loro dissenso nei confronti di questo provvedimento che:
•
E’ un ulteriore inutile SCHEDATURA PREVENTIVA (che già era presente
dal momento dell’ introduzione del biglietto nominale).
•
Non è altro che uno strumento spacciato come la risoluzione al problema
della violenza ma in realtà concepito per fini commerciali, di guadagno
e business. La Tessera è infatti una vera e propria CARTA DI CREDITO
che presenterà costi di transazione per ogni operazione effettuata
(ad esempio l’acquisto di un biglietto).
•
Impedisce a chi ha subito condanne o provvedimenti (anche solo amministrativi)
legati a reati da stadio dal 1989 ad oggi di poter richiedere la stessa.
Ciò sta ad indicare che chi in passato è stato sottoposto
ad un divieto di accesso alle manifestazioni sportive (DASPO - provvedimento
amministrativo) e poi giudicato non colpevole dopo un regolare processo,
NON HA IL DIRITTO di sottoscrivere la tessera.
•
Utilizza un microchip con tecnologia “RFid” che traccia e registra gli
spostamenti dei suoi possessori.
•
Attribuisce alle varie Questure la facoltà di poter decidere sul
rilascio o meno della stessa nei confronti di ogni singolo individuo. In
altre parole ogni cittadino NON AVREBBE PIU’ L’AUTONOMIA E LA LIBERTA’,
ad esempio, di andare in trasferta senza l’assenso della Questura.
•
NON GARANTISCE ai possessori della stessa di poter seguire la propria squadra
anche nelle trasferte considerate “a rischio”: sarà sempre il questore
ad avere l’ultima parola (avvenimenti simili si sono già verificati
nello scorso campionato quando la tessera era in fase di sperimentazione
– vedi Genoa-Milan).
Per
questi principali motivi abbiamo deciso, dopo esserci riuniti più
volte, di NON FARE LA TESSERA DEL TIFOSO E DUNQUE RINUNCIARE ALL’ABBONAMENTO
PER LA STAGIONE IN CORSO. Invitiamo inoltre chiunque condivida le nostre
ragioni, tifosi e normali cittadini, a prendere posizione non sottoscrivendo
alcun tipo di tessera.
Prima
che Ultras ci riteniamo LIBERI CITTADINI e, nonostante la nostra scelta
sia stata sofferta essendo lo Spezia Calcio la nostra unica fede, riteniamo
giusto non abbassare la testa nei confronti di chi vuole speculare sulla
nostra passione calpestando i nostri diritti.
LA
NOSTRA FEDE NON SI TESSERA
Curva
Ferrovia
*
Dalla
Spagna:
Spagna,
italiano perde un occhio
a
festa per Mondiali: accusata la polizia
A Barcellona
giovane molisano colpito da un proiettile di gomma sparato dagli agenti.
La famiglia cerca testimoni
CAMPOBASSO
(26 luglio) - «È assurdo che durante una festa si possa sparare
sulla gente come durante una guerra». È il drammatico racconto
di Nicola Tanno, un ragazzo di Campobasso rimasto gravemente ferito mentre,
nella notte della vittoria della Spagna ai mondiali di calcio, si trovava
a Barcellona ed era in strada durante i festeggiamenti.
Nicola
è stato colpito da un proiettile di gomma, sparato probabilmente
dalla polizia, che lo ha centrato al volto, perdendo l'uso dell'occhio
destro. Il giovane molisano due settimane dopo l'accaduto è stato
intervistato in ospedale dal giornale spagnolo La Sexta Noticias che sul
suo sito web pubblica un filmato choc sul ferimento di Nicola: si vede
il giovane a terra con il volto pieno di sangue e alcune persone che lo
soccorrono. «Ricordo di essere saltato in aria - dice il giovane
nell'intervista - e poi ho capito che mi avevano colpito l'occhio».
Amici
e familiari di Nicola subito dopo l'accaduto hanno lanciato un appello
per trovare testimoni utili per individuare i responsabili di quanto accaduto.
Lo hanno fatto creando un gruppo su Facebook. «Cerchiamo testimoni
e giustizia per Nicola - hanno scritto - si trovava vicino piazza di Spagna,
quando è stato colpito violentemente da un oggetto non esplosivo,
lanciato ad una velocità assai elevata. I dottori credono possa
trattarsi di un colpo di gomma di quelli usati dalla polizia per disperdere
la folla, dato che in quel momento erano in corso dei tafferugli poco lontano
da lui. Abbiamo bisogno di testimoni - prosegue il messaggio - per cercare
il colpevole. Se avete visto qualcosa che possa farci sapere cosa è
accaduto o che possa anche lontanamente confermarci l'ipotesi del colpo
sparato dalla polizia nella folla, se siete stati voi o un vostro amico
a chiamare l'ambulanza, se qualcuno vi ha raccontato il drammatico episodio
a cui ha assistito, vi prego di contattarci. Ogni elemento raccolto può
esser utile alle indagini ed a rendere giustizia a Nicola. Aiutateci, non
devono più accadere questi episodi e non ci possono rimettere sempre
e solo i più deboli».
*
Ah,
beh, sì, certo....:
"Il
latitante Messina Denaro
allo
stadio per Palermo-Samp"
Un
pentito accusa: il Padrino latitante in tribuna a maggio, in mezzo alla
folla.
La
confidenza in carcere ai Ros
di
SALVO PALAZZOLO
PALERMO
- Il ricercato numero uno della mafia siciliana, il trapanese Matteo Messina
Denaro, seduto fra gli spalti dello stadio Renzo Barbera di Palermo. È
un'immagine che ha dell'incredibile, ma la fonte che l'ha riferita in carcere
ai carabinieri del Ros non ha dubbi.
Sarebbe
stato proprio Matteo Messina Denaro, il custode dei segreti di Riina e
Provenzano, quel distinto tifoso (con tanto di maglietta del Palermo al
seguito) arrivato a maggio allo stadio per incontrare alcuni mafiosi palermitani.
C'era una riunione quel giorno. Si discuteva del progetto messo con insistenza
in agenda da alcuni giovani boss rampanti, per colpire il palazzo di giustizia
e la squadra mobile di Palermo. Dice la fonte che Messina Denaro era contrario
al ritorno alla strategia delle bombe. Ma i palermitani insistevano, e
del nuovo corso mafioso si sarebbe dovuto discutere in un'altra riunione.
Ai no di Messina Denaro, i fautori della linea dura avrebbero risposto
rilanciando: "Dovremmo fare due attentati in ogni provincia".
Ecco
i retroscena dell'ultimo allarme attentati in Sicilia lanciato la settimana
scorsa dal Viminale con un fonogramma urgente inviato alla prefettura.
Le indicazioni offerte dalla fonte in carcere ai carabinieri sono adesso
al vaglio dei magistrati della direzione distrettuale antimafia Marcello
Viola, Lia Sava e Francesco Del Bene, nonché del procuratore aggiunto
Antonio Ingroia. La parola d'ordine è "non sottovalutare alcuna
indicazione", anche perché le informazioni parlano di nuovi mafiosi
in campo, fautori della linea dura. E già da mesi le indagini parlano
di una riorganizzazione in atto tra le fila di Cosa nostra. In che direzione,
non è ancora chiaro.
Ma
è credibile l'immagine del ricercato numero uno della mafia siciliana
che va in uno stadio super sorvegliato? Per la cronaca, a maggio, c'è
stata solo una partita al Renzo Barbera, il 9: segnava la battaglia finale
fra Palermo e Sampdoria per l'accesso alla Champions League. Chi indaga
ricorda la passione calcistica di uno dei colonnelli di Messina Denaro,
Andrea Mangiaracina: nel 1990 finì in manette per una telefonata
di troppo, quella in cui chiedeva a un favoreggiatore di fargli avere urgentemente
un televisore per vedere le semifinali di Italia Novanta. Ma Messina Denaro
non sembra un grande appassionato di calcio.
In
gioco ci sarebbe stato dell'altro, quel giorno di maggio: la decisione
su un cambio di strategia di Cosa nostra. Dice un investigatore: "Messina
Denaro resta una testa calda, se deve partecipare a un incontro davvero
importante prende una Smart e va. Senza scorta".
Le
sue tracce più recenti risalgono ormai a marzo. Le intercettazioni
dicevano di un gruppo di favoreggiatori che si dava un gran da fare per
preparare "una villa con tutti i confort che lui vuole", alla fiume del
Belice. Quella villa i poliziotti hanno cercato a lungo, ma inutilmente.
*
Prima
di morire Valerio Marchi ha scritto questa lettera-articolo molto interessante,
già pubblicata qualche giorno fa su "Il Manifesto":
a
Roberto
NOI
CHE CE LA COMANDIAMO
Ultima
ruota del carro stocazzo. Saremo un’arretrata provincia dell’impero, un
disastro in politica economia cultura scienza arte e cose così,
ma per quel che ci riguarda noi in Europa ce la comandiamo, ovunque
e comunque.
Qui
non si parla di musica pop rock punk, o di stili spettacolari, o
di pura, deliziosa perché inutile, violenza. Qui si parla
di un tarlo che non riesce a farti accontentare del pub distrutto, della
curva conquistata, dell’adrenalina che ti pompa un’elettricità che
non c’è droga al mondo... Dentro di noi c’è un grumo di rabbia
antica, mai sopita, che ci spinge oltre il limitato orizzonte della battaglia,
e ci conduce ineludibilmente alla guerra di classe.
Se
abbiamo conquistato il continente, se da Lisbona a Mosca, da Copenhagen
ad Atene si scorge in ogni curva il segno della nostra influenza, non è
per qualsivoglia feroce imbattibilità, ma perché vi abbiamo
portato un modello di conflitto applicabile nei più disparati contesti
socio-geografici.
Noi
siamo stati gli untori di un germe che ha attecchito e proliferato, fino
ad assurgere ai supremi ranghi di epidemia continentale e di allarme internazionale.
Noi siamo stati il peggior dito al culo che potesse capitare al sistema
del calcio, ed alle sue milizie armate.
*
Gli
inglesi hanno avuto l’idea, è vero. Era sotto gli occhi di tutti,
intorno al calcio sono da sempre volate botte da orbi, è bastato
affiancare alle partite il tradizionale gioco delle bande di strada ed
è nata, come la chiamano loro, la “Terrace culture”.
Tutto ciò che di malevolo, ormai da tre secoli, si comminavano reciprocamente
i ragazzi di Bengal street e quelli di Nepal street, entrava a far parte
dello spettacolo calcistico con grande divertimento e partecipazione del
resto del pubblico.
Come
in Andy Capp, una serie di omini vestiti di nero, col casco a cupola, si
incuneavano poi nelle mischie, dividendo e allontanando le due fazioni.
Le grandi stazioni di snodo, ferroviarie e metro, accantonavano la propria
essenza di non-luoghi assumendo temporaneamente identità di sapore
tribale, ridisegnandosi e ricomponendosi lungo direttrici non più
di spostamento fisico bensì di scontro fisico, e quindi di
narrazione epica, di sterili sigle trasmutate in leggenda, di scale mobili
e corridoi che divenivano luogo, compiutamente luogo, di tragiche o eroiche
o esilaranti vicende.
Detto
ciò, non c’è molto altro: grandi risse, una mitopoietica
vastissima che la Boogaloo publishing sta progressivamente proponendo in
italiano, il fascino ingleseggiante del nome e del luogo. Ma nel giro di
quindici anni gli hanno rovesciato sotto gli occhi il soccer come un pedalino
e loro niente, manco un batter di ciglia, una reazione, un ruggito.
Hanno iniziato a darsi le punte con i cellulari, sempre più
distanti dagli stadi, definitivamente allontanati dal proscenio, di nuovo
a picchiarsi nei quattro vicoli bui che collegano Bengal e Nepal street.
*
Da
noi è stata tutt’altra cosa. La voglia di metter becco, nei meccanismi
del calcio come in quelli della scuola, dell’università, del lavoro,
addirittura della musica e delle merci, ci è sempre risultata irrefrenabile.
Almeno quanto l’istintiva antipatia di classe per ogni tipo di istituzione
e potere. I public servant di Andy Capp, se mai sono esistiti,
si estinguono sul ciglio delle bianche scogliere di Dover. Poche miglia
marine dopo, a Cadice, già si chiamano sbirri, e stangano e perseguitano
e ammazzano poveri cristi sin dai tempi dei tempi.
Noi
siamo nati proprio dall’idea che il gioco del calcio, e con esso l’intera
nostra esistenza, stesse prendendo una brutta piega, sempre più
affari e sempre meno passione. E che non avevamo nessuna intenzione di
star là a guardare, idealmente a bocca spalancata, mentre ci inculavano
la vita sotto ogni aspetto.
Così
ci siamo tenuti ben stretta l’idea inglese del campionato parallelo, non
abbiamo mai rinunciato alla baldoria e alla violenza, ma abbiamo irrorato
la felicità del nostro teppismo con cisterne di rabbia sociale.
Il nostro reciproco cercarci e trovarci in giro per gli stadi d’Italia
è esploso in una pratica più complessa, e pericolosa, che
il semplice confrontarsi con gli avversari di turno. Più complessa
perché implica il ruolo di unica forma di resistenza alle trasformazioni
affaristico- commerciali del sistema-calcio, più pericoloso perché
eleva a proprio primo e peggior nemico non più l’avversario ma appunto
il sistema stesso.
Insomma,
tra noi e loro – i cuginetti inglesi – c’è la stessa differenza
che passa tra il tirare un mattone contro la finestra di un nemico oppure
contro la vetrata del commissariato. Da noi, e di seguito un po’ovunque,
la scelta della vetrata è stata considerata di certo divertente,
ma anche e soprattutto obbligata per quanto ci avveniva attorno, per come
venivamo trattati, per il sordo rifiuto ad ogni istanza di democrazia nel
calcio e nell’intera società.
Nel
nostro piccolo, abbiamo scelto di combattere. E abbiamo continuato a farlo
per decenni, mentre tutto intorno a noi le istanze più radicali,
gli sfondamenti ai concerti, gli espropri, le occupazioni, i movimenti
conflittuali andavano sparendo, oppure illanguidendosi. Noi siamo rimasti
lì, sulla barricata, esempio di irriducibilità per i giovani
di tutta Europa.
*
Sarà
infantile, ma vederli nei primi anni 80, nel momento del loro maggior fulgore
criminale – sempre loro, i cuginetti inglesi – ricorrere ad un look un
bel po’ made in Italy ci ha dato non poco gusto. Fila, Tacchini,
Robe di Kappa: come dire... per essere cattivi con stile, rivolgetevi a
noi!
Ma
i più importanti segni, noi, non li abbiamo lasciato tanto
sulle persone quanto sulle curve nel loro insieme, tanto da aver piegato
addirittura lo stereotipo della passione calcistica al nostro gusto. Le
grandi coreografie che tanto piacciono anche al sistema-calcio, tutto quel
che di noi vorrebbero mantenere e strumentalizzare, rappresenta soltanto
la punta di un iceberg ben più minaccioso. Dietro lo striscione
immenso, la sbandierata, gli effetti coreografici affidati a palloncini,
fogli bristol e tessuti colorati, dietro i tamburi ed i megafoni
c’è una forma di auto-organizzazione complessa, che insegna a collaborare,
a lavorare uniti e duramente, a sopportare sacrifici e repressione per
uno scopo comune, per un qualcosa che è andato progressivamente
assumendo in tutta Europa la funzione di principale agenzia di conflitto
divertito.
Abbiamo
quadrato il cerchio, noi: disturbare il potere nel suo principale salotto
mediatico e, al tempo stesso, continuare a divertirci, a ubriacarci e farci
le canne, ad acchitare e dare e ricevere botte, ad essere sempre ed irrimediabilmente
una folla di Franti.
È
per tutto ciò che l’Europa è oggi nostra, ed anche dove le
scorribande più furibonde appaiono domate ancora cova e serpeggia
e resiste il solito, vecchio tarlo che, esportato, continua per fortuna
a non tenere tranquilli i ragazzi. La guerra al calcio moderno non si fermerà.
Non temiamo mode e repressioni, noi. Siamo ultrà, e ce la
comandiamo. |
*
Da
il Corriere della Sera del 22 luglio:
"ROMA
¬ - Per Roberto Maroni, ministro dell’Interno e fautore della sua introduzione,
“è uno strumento per tenere i violenti lontano dagli stadi”. Per
Michel Platini, presidente dell’Uefa, “è un fatto italiano che personalmente
non mi piace”. Per Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A,
è “un passaporto universale per entrare negli stadi”. Per Fabrizio
Miccoli – collega di Daniele De Rossi le cui dichiarazioni sulla “tessera
del poliziotto”¬ generarono un putiferio e Angelo Palombo che ha espresso
il suo dissenso con una maglietta – “è una cazzata: io allo stadio
non ci andrei”.
Il
prossimo anno calcistico italiano sarà quello della “tessera del
tifoso”. Dopo numerosi rinvii, testimonianza del fatto che le società
l’hanno più subita che favorita, entrerà in vigore: chi non
la possiede non può fare l’abbonamento e non potrà andare
in trasferta nel settore ospiti. Sicuramente cambierà il volto degli
stadi italiani. In meglio secondo il Viminale. Con vantaggi e accessi riservati
ai possessori. In peggio secondo gli ultrà, ma non solo. Basti pensare
che in casa Lazio hanno deciso di non sottoscriverla i club della tribuna
Tevere, per certi versi il loggione dell’Olimpico.
Ma
che cosa è esattamente? Non si capisce molto dallo spot in onda
sulla Rai, criticassimo via internet. Secondo l’osservatorio nazionale
sulle manifestazioni sportive “il progetto si pone l’obiettivo di creare
la categoria dei ‘tifosi ufficiali’.La tessera, rilasciata dalla società
sportiva previo “nulla osta” della Questura competente che comunica l’eventuale
presenza di motivi ostativi (Daspo in corso e condanne per reati da stadio
negli ultimi 5 anni), fidelizza il rapporto tra tifoso e società
stessa”. Ma c’è chi come lo scrittore Maurizio Martucci, molto
attento alle tematiche delle curve, obietta: “La tessera è vietata
ai condannati da stadio anche in primo grado e se poi uno viene assolto?”.
Su “Stadio Italia”, interessantissimo libro per leggere il fenomeno ultrà,
è riportato un divertente sonetto romanesco: “Non mi vogliono dare
la Tessera del tifoso. Ora c’ho 50 anni quando ne avevo 16 ho fatto a botte
co’uno. La prima e unica volta che feci a botte con qualcuno. Dicono che
so violento e nun ce posso annà allo stadio. State bene così”.
Gli
ultrà, come per esempio quelli del Cittadella, criticano che la
tessera “è una vera e propria carta di credito imposta alle società
che trasforma gli spettatori da tifosi in clienti. Gli unici a beneficiare
di questo strumento saranno le banche”. C’è poi il problema del
microchip a tecnologia Radio Frequency Identification, che memorizza i
dati, anche sugli spostamenti geografici. Secondo diverse fonti ciò
costituirebbe una violazione della privacy, non a caso c’è una segnalazione
del Garante del 2005 su tale problematica. Diversi gruppi organizzati
(dal Catania al Torino, dal Napoli al Genoa), pertanto, non la faranno,
ma c’è chi come la curva Nord dell’Inter ha deciso di sottoscriverla
pur continuando a contestarla. A Palermo, invece, gli ultrà rosanero
si sono divisi sulla materia.
In
mezzo stanno le società. In Lega calcio c’è chi lamenta il
fatto che la tessera è nata bene (come strumento di fidelizzazione),
ma è stata comunicata male (come uno strumento di polizia e di schedatura).
Era stata concepita con la stessa ratio delle card dei supermercati: la
possiedi hai dei vantaggi, ma non è obbligatoria. Come del resto
è all’estero. Rosella Sensi, presidente della Roma e vicepresidente
della Lega calcio, presentando la versione giallorossa (la “privilege card”),
ha dichiarato: “Siamo obbligati a farla”. Non è esattamente così.
Visto che trattasi di circolare amministrativa a prefetti e questori e
non di legge dello Stato (con lo schieramento bipartisan avverso non sarebbe
mai passata). Ma i club non potevano andare allo scontro istituzionale
con il Viminale. Maurizio Zamparini, presidente del Palermo ed ex consigliere
federale, allo scontro c'è andato a parole: “Ci hanno costretti
a fare la tessera del tifoso. Un ricatto. Un’intimidazione vera e propria
da parte del ministro Maroni”.
Ma
c’è chi ha già preso delle contromisure. La Sampdoria ha
già comunicato che gli abbonati, che non rinnoveranno non aderendo
al progetto tessera del tifoso” avranno tre giorni di prelazione per l’acquisto
dei tagliandi della Gradinata Sud, cuore del tifoso blucerchiato. Anche
a Roma, sponda giallorossa, i gruppi della Sud hanno raccolto i vecchi
abbonamenti di chi non rinnova (anche qui non solo ultras) e compreranno,
di volta in volta, il biglietto. Flaiano diceva in Italia non vi è
nulla di più stabile del provvisorio. C’è chi confida che,
negli stadi italiani, non vi sia nulla di più provvisorio di quanto
stabilito.
Roberto
Stracca".
"Il
22 Luglio 1927 è nata non una squadra ma un sogno....questo siamo
oggi,eravamo ieri,rimarremo sempre. Ogni 22 di luglio una lacrima scende
sul mio volto e alimenta una passione...... Quella data è la nostra
storia... Il primo passo... Sono grato al pioniere Foschi,perchè
con la firma del 22 luglio ha reso possibile una meraviglia sportiva senza
eguali.......". Dino Viola
22
luglio 2010: dove vanno a finire certi progetti?
Ce lo fa sapere Alessandra... Leggete, leggete:
Più
sicurezza in carcere col tag Rfid
Il
carcere di Hardin County di Eldora, nell'Iowa, ha avviato un progetto di
reingegnerizzazione del sistema Rfid utilizzato per monitorare l'interazione
quotidiana tra le guardie e i prigionieri.
I
tag applicati ai badge e implementati nel 2005, infatti, non erano molto
funzionali: non solo venivano perduti o rubati dagli altri prigionieri
ma i rilevamenti funzionavano solo quando il detenuto passava vicino ai
reader.
Nel
corso degli ultimi anni le tecnologie si sono evolute e questo ha spinto
la direzione del carcere a rivistare il sistema e a migrare, nel dicembre
del 2009, a soluzioni di nuova generazione, confermando come partner tecnologico
lo specialista californiano Pdc (Precision Dynamics Corporation).
La
soluzione entrata rapidamente in produzione, sfrutta un meccansimo di localizzazione
più avanzato e si compone di un braccialetto dotato di tag, modello
Clincher, che utilizza un codice di identificazione univoco che viene letto
da un sistema in radiofrequenza, serve a tracciare e a documentare tutte
le attività dei carcerati, nel corso della loro giornata.
Il
software di riferimento è Guardian Mobile,a cui si interfacciano
computer mobili utilizzati dalla sorveglianza per leggere i braccialetti
taggati. I dati registrati, vengono archiviati e servono a tenere lo storico
delle attività svolte dai prigionieri all'interno della prigione.
I
transponder Rfid Clincher si collegano infatti al Grcs (Guardian Rfid Corrections
System), mantenendo il database aggiornato in tempo reale e consentendo
ai responsabili di avere una reportistica completa che permette di pianificare
servizi e attività.
Il
tag Rfid apposto sui braccialetti memorizza nome e cognome del prigionieri,
l'ufficio in cui presta lavoro, la locazione, la data e il tempo di permanenza.
I braccialetti servono anche per controllare e presidiare i trasferimenti
dei carcerati e le trasferte dalla prigione alla corte e viceversa.
Il
sistema è usato anche per tracciare tutti i materiali di fornitura
potenzialmente pericolosi come, ad esempio, forbici, coltelli e rasoi.
“Nel
caso si possa verificare un suicidio o uno scontro tra i detenuti – ha
spiegato Nick Whitmore, amministratore della prigione – siamo in grado
di fornire alla corte tutte le prove di quanto è avvenuto, chi è
entrato in contatto con la vittima e le guardie che erano presenti nelle
vicinanze. Il sistema ci aiuta a garantire la salvaguardia del personale
e dei detenuti, permettendoci di prevenire suicidi o eventuali abusi di
droghe così come di gestire meglio le cure mediche erogate”.
In
America, quello di Hardin County non è il primo progetto che usa
l'Rfid. Già cinque anni fa il Los Angeles County Sheriff's department
(Lasd) aveva avviato un progetto che prevedeva una tracciabilità
dei prigionieri attraverso l'uso delle tecnologie di identificazione a
radiofrequenza che coinvolgeva 1800 detenuti del carcere californiano East
Facility of the Pitchess Detention Center. Il costo era stato di 1,5 milioni
di dolari e il successo dell'iniziativa aveva fatto estendere l'uso dei
tag Rfid ad altre realtà carcerarie, con una previsione di ampliare
il sistema di tracciabilità ad almeno 18mila detenuti.
Fonte:
http://rfid.thebizloft.com/content/pi%C3%B9-sicurezza-carcere-col-tag-rfid
*
Supercoppa:
"ciao
lorenzo, argomento Supercoppa Italiana.
Abito
in Lombardia e dovrò purtroppo prendere posto tra gli interisti,
chiederei ai romanisti che sono nelle mie condizioni se possibile di scrivere
in quale settore acquisteranno il biglietto, così magari ci compattiamo
ed evitiamo di spargerci in tutto lo stadio.
Io
direi che secondo o terzo rosso (settori vicini al blu) sarebbe un'ottima
soluzione, visto che il primo arancione ha un costo davvero eccessivo
PS:
ovviamente fermo restando che il tentativo di entrare nel settore ospiti
sarà comunque fatto.
grazie,
Filippo". Credo anche io sia la soluzione
migliore.
21
luglio 2010 (pomeriggio): per digerire:
Concerto
Statuto a Torino
|
Cosenza
contro
|
Lecce:
"Per
venire incontro ai vecchi abbonati che non vogliano fare la tessera, Semeraro
annuncia che «avranno la prelazione sui biglietti e probabilmente
anche qualche riduzione sul prezzo». Bardelli chiude annunciando
che «il Lecce è l’unica squadra in Italia a dare la tessera
gratuitamente a tutti, abbonati e non». Da oggi si potrà valutare
se la scelta incontrerà o meno il gradimento dei tifosi".
21
luglio 2010: continuano i comunicati di boicottaggio
degli abbonamenti:
comunicato
ufficiale URA94
Gli
Ultras Ravenna 1994 come la maggior parte delle tifoserie organizzate,
si schierano contro la tessera del tifoso. La tessera è anticostituzionale
in quanto limita la libertà personale del singolo individuo che
si trova obbligato a sottoscrivere una carta di credito non richiesta e
ad essere schedato preventivamente per poter assistere ad un evento calcistico.
Inoltre
la tessera non è sottoscrivibile da chiunque sia stato sottoposto
a d.a.spo. o accusato in primo grado, anche se eventualmente fosse risultato
innocente.
Questo
strumento, "teoricamente", dovrebbe garantire l'ingresso al settore ospiti
anche laddove sussista un divieto da parte dell'Osservatorio per le manifestazioni
sportive.
Tutto
ciò è stato smentito in occasione della partita Genoa - Milan
della passata stagione, quando la trasferta fu inizialmente consentita
ai possessori della tessera e successivamente vietata con conseguente addebito
di doppie commissioni d'acquisto/rimborso del biglietto.
Siamo
quindi fermamente convinti che la tessera sia un semplice business, anche
in virtù del fatto che le società calcistiche riceveranno
introiti in base al numero delle tessere sottoscritte.
Vogliamo
inoltre ricordare come attualmente non esista una legge che obblighi le
società ad aderire al progetto "tessera del tifoso".
Il
Direttivo Ultras Ravenna 1994 aveva richiesto un incontro chiarificatore
con Questura, Società e Assessore allo Sport che in un primo momento
sembrava possibile ma non ha avuto luogo in quanto la Questura ha deciso
di non partecipare.
Invitiamo
quindi tutta la tifoseria Giallorossa a non sottoscrivere la tessera del
tifoso.
*
Passiamo
alla Roma: "Ciao
Lorenzo una prima buona notizia !! i rinnovi degli abbonamenti si fermano
a quota 9000 !! molto pochi, ora non mi ricordo a quanto stavamo l 'anno
scorso alla fine della prelazione per rinnovare ma mi pare che un buon
16- 17 mila lo raggiungevamo no ? vorrebbe 6-7 -8 mila non tesserati che
rinunciano all'abbonamento ! mi pare un ottimo dato non pensi anche tu
?? http://www.laroma24.it/?show=article&artid=24273
ed
infine il 22 luglio comincia la vendita per la supercoppa e dal comunicato
dell'inter non mi pare ci siano limitazioni concernenti la tessera, altra
ottima notizia ! come sempre grazie dell ottimo lavoro che fai per tutti
noi".
Ancora
sul punto: "Ciao Lorenzo....domani scade
la prelazione per gli abbonati dell'anno precedente...e a quanto si sa
la quota dovrebbe esse intorno ai 9mila...meno della metà dunque
perchè lo scorso anno si erano abbonati in 24454...secondo me già
questa è una prima,parziale,vittoria...vediamo la vendita libera
ora...per il momento sono soddisfatto :-)".
Sempre
su rinnovi, Mirko: "arrivati a quota 9000...daje
lorè speriamo bene una botta è andata".
E'
un dato addirittura insperato. Se i dati sono veri, e poiché credo
che i nuovi abbonamenti non supereranno i 3mila, credo che la Roma avrà
dimezzato gli abbonamenti rispetto allo scorso anno, che la Sud in abbonamento
sarà semivuota e così gli altri settori.
Quindi
se decideranno di giocare Roma/Napoli riservando l'accesso ai soli abbonati/possessori
di TdT avranno la bellezza di 12mila spettatori allo stadio. Al derby forse
20mila. Com'è che le famiglie non si sono abbonate?
*
Supercoppa:
SUPERCOPPA
TIM 2010
F.C.
INTERNAZIONALE – A.S. ROMA, MILANO STADIO MEAZZA,
SABATO
21 AGOSTO 2010, ORE 20.45
A.S.
ROMA rende note le modalità di vendita dei tagliandi della gara
di SUPERCOPPA TIM 2010 per i propri tifosi stabilite dalla Lega Nazionale
Professionisti Serie A con il Comunicato Ufficiale n. 7 del 20 luglio 2010.
PREVENDITA
BIGLIETTI
·
Prelazione riservata esclusivamente ai Titolari di AS ROMA CLUB PRIVILEGE:
dalle ore 12.00 di giovedì 22 luglio 2010, alle ore 20.00 di mercoledì
28 luglio 2010.
·
Vendita Libera: dalle ore 12.00 di giovedì 29 luglio 2010, alle
ore 19.00 di venerdì 20 agosto 2010.
SETTORI
DISPONIBILI E PREZZI
-
PRIMO ANELLO BLU € 35,00
-
SECONDO ANELLO BLU € 20,00
-
TERZO ANELLO BLU € 14,00
-
PRIMO ANELLO ARANCIONE (dal Settore 167 al 172) € 80,00
PUNTI
VENDITA
Ricevitorie
LisTicket abilitate nelle regioni Lazio, Abruzzo, Campania, Marche, Molise,
Toscana e Umbria consultabili sul sito www.listicket.it alla sezione “punti
vendita rete nazionale” selezionando una delle provincie delle regioni
sopra indicate.
MODALITA’
Per
acquistare i tagliandi durante la fase di Prelazione, i Titolari dovranno
esibire all’operatore la personale AS ROMA CLUB PRIVILEGE. In via subordinata,
nel caso i richiedenti non avessero ancora ricevuto la propria Tessera,
dovranno mostrare all’operatore un valido documento d’identità e
consegnare la fotocopia autocertificata del Modulo di richiesta di adesione
al Programma.
Ai
Titolari di AS ROMA CLUB PRIVILEGE sarà inoltre riservato allo Stadio
“Meazza” il Varco d’Ingresso n. 10 (quindi
manco potranno andare dove gli pare).
Per
acquistare i tagliandi in Vendita Libera sarà necessario mostrare
all’operatore un valido documento d’identità per ogni biglietto
richiesto.
Potrà
essere acquistato un numero massimo di quattro biglietti a persona salvo
eventuali restrizioni sulla vendita decise dai competenti organi responsabili
dell’Ordine Pubblico.
E’
sconsigliato recarsi a Milano per la gara senza avere preventivamente acquistato
il biglietto d’ingresso con le modalità indicate.
Per
ulteriori informazioni sarà possibile consultare i siti: www.legaseriea.it,
www.inter.it, e www.listicket.it.F.C.
COMUNICATO
INTERNAZIONALE F.C.
Internazionale
comunica che dalle ore 12 di giovedì 22 luglio 2010 inizierà
la vendita per la Supercoppa Tim 2010, Inter-Roma, che si giocherà
sabato 21 agosto allo stadio "Giuseppe Meazza" in San Siro, a Milano.
La
vendita verrà effettuata tramite i seguenti canali:
-
agenzie gruppo Bipiemme, escluse regioni Lazio, Toscana, Umbria, Marche,
Abruzzo, Molise e Campania;
-
punti vendita Lottomatica solo delle regioni Lazio, Toscana, Umbria, Marche,
Abruzzo, Molise e Campania.
Dal
22 al 28 luglio la vendita sarà riservata ai possessori della tessera
del tifoso; dalle ore 12 di giovedi' 29 luglio la vendita sara' libera.
Ai
tifosi ospiti sono riservati tutti i settori del Primo, del Secondo e del
Terzo anello Blu ed i settori 167, 168, 169, 170 e 172 del Primo anello
Arancione. I biglietti di tali settori saranno venduti solo ed esclusivamente
tramite i punti vendita Lottomatica di cui sopra.
Qui
di seguito i prezzi dei biglietti (non saranno messi in vendita biglietti
ridotti):
Primo
Anello
Tribuna
Onore Rossa €250
Poltroncina
Rossa €140
Rosso
€110
Tribuna
Onore Arancione €100
Arancione
€80
Verde
€35
Blu
€35
Secondo
Anello
Rosso
€35
Arancione
€35
Verde
€20
Blu
€20
Terzo
Anello
Rosso
€15
Verde
€14
Blu
€14
(inter.it)
Perfetto,
qundi i numerosi tifosi della Roma che non vivono nel Lazio, Toscana, Umbria,
Marche, Abruzzo, Molise e Campania acquistino tranquillamente i biglietti
degli interisti alla BPM e poi si presentino al settore ospiti. Non è
cambiato nulla. |
Sul
punto, D.: "Ciao Lorenzo.. Ti leggo già
da un bel po' ma oggi sento il bisogno di scriverti per esternarti tutta
la mia rabbia! Sono uno di quelli che ha aderito allo scempio della tessera
del tifoso, e neanche è iniziato il campionato (e neanche mi è
arrivata la tessera a casa!) e sono già pentito. La ragione che
mi ha spinto a farla è stata fondamentalmente una. Sono un tifoso
di fuori Roma, precisamente Alessandria, che per ovvi motivi non è
abbonato ma che ogni tanto segue la Roma nelle trasferte del nord Italia
e in Europa. Tante volte è successo che la vendita di queste trasferte
avvenisse unicamente in punti vendita della regione lazio o dintorni. Uno
dei cavalli di battaglia di ciò che prometteva la tessera era la
possibilità di seguire TUTTE le trasferte, anche quelle vietate
e di (ma questo già ci credevo poco) di poter "caricare" il biglietto
sulla tessera, quindi anche a distanza da internet. Quindi mi sono detto:
sì è vero, cosa barbara questa schedatura, ma siccome non
ho nulla da nascondere e siccome avrei il vantaggio di poter finalmente
comprare i biglietti senza dover fare 600 chilometri per recarmi alla lottomatica
a Roma la faccio... Ed ecco oggi la sorpresa: supercoppa, prima partita
con la tessera, prelazione per chi la ha (ah ma allora a qualcosa serve)
e... ops...no...forse DEVO aver letto male...PUNTI VENDITA Ricevitorie
LisTicket abilitate nelle regioni Lazio, Abruzzo, Campania, Marche, Molise,
Toscana e Umbria consultabili sul sito www.listicket.it alla sezione “punti
vendita rete nazionale” selezionando una delle provincie delle regioni
sopra indicate....ED IO CHE HO FATTO LA TESSERA
PER COMPRARE IL BIGLIETTO AD ALESSANDRIA O SU INTERNET COSA FACCIO??? INCREDIBILE,
mi hanno preso per il culo!!! Mi sono fatto
schedare e non posso andare a vedere la partita?????? Non mi resta che
fare come l'anno scorso...ho comprato il biglietto per un settore diverso
e sono entrato tranquillamente nel settore ospiti senza mostrare documenti
e niente, senza scavalcare e senza che alcuno steward mi dicesse che quello
non era il settore del mio biglietto... Oppure me la vedo in televisione...
No cazzo, ma forse NON E' PROPRIO QUESTO CHE VOGLIONO? Basta, questo è
davvero troppo! Chiedo scusa a tutti i ragazzi che stanno combattendo per
questa ingiustizia, e che ho forse tradito aderendo a questa follia...
Si può sbagliare nella vita no? L'importante è capirlo e
chiedere scusa...".
Lo
avevo già previsto e la mail fa onore a D. I ragazzi di fuori Roma
sono i più svantaggiati sotto questo profilo, comunque anche loro
stanno capendo che è tutta una presa per i fondelli.
Francesco:
"Ciao
Lorenzo, sono Francesco, 24 anni e questo è il mio decimo anno di
abbonamento in Curva Sud. Si, ho fatto la tessera del tifoso e ho fatto
l'abbonamento in Sud come tutti gli anni. Ma devo essere sincero, comincio
a preoccuparmi per l'accoglienza che credo (e spero di sbagliarmi) riceverò
fuori alla Sud nel momento in cui entrerò con il mio abbonamento.
Ho
letto il comunicato dei gruppi della Sud, e ho letto l'invito a spostarsi
in altri settori, ma sono troppo innamorato della Roma e della Curva Sud
per spostarmi. E sono convinto che la Curva Sud non sia di nessuno, se
io canto 90 minuti per la mia Roma, se rispetto i gruppi e gli anziani
che sono lì da più tempo, anche io ho il diritto di vedere
la partita in Sud, In teoria, essendo un invito non dovrei essere preoccupato,
ma visto che anche nella partita contro la Fiorentina dove la Sud è
rimasta fuori per protesta si "invitava" i tifosi a non entrare, e quando
ho cercato di entrare ugualmente, mi hanno impedito fisicamente di entrare,
comincio a preoccuparmi. Vorrei avere una tua opinione in merito, visto
che su questi argomenti tu sei sicuramente più preparato di me.
Ovviamente non pretendo che tu preveda cosa accadrà alle prime partite
casalinghe, ma vorrei sapere cosa ne pensi, se faccio male a preoccuparmi,
o se invece devo nascondermi per il solo fatto che ho fatto la tessera
del tifoso. Grazie e complimenti per il tuo sito che seguo da anni. Francesco".
La
vittoria della battaglia contro la tessera non consiste nell'impedire a
chi se l'è fatta di entrare o cose del genere. Si sapeva che alcuni
non avrebbero resistito. La vittoria sta nel crollo degli abbonamenti,
che per una realtà come Roma non possono essere azzerati. Altra
vittoria è, per chi si è fatto la tessera, la NON attivazione
della funzione di bancomat. Il colpo di grazia per il progetto sarà,
per chi se l'è fatta, la richiesta di risarcimento danni alla Roma
per l'illegittimo trattamento dei dati personali. Ma questa è un'altra
storia di cui parleremo a breve. E' uno scacco matto in tre mosse.
Finiamo
con la Tdt: "Ciao Lorenzo sono un'abbonato
della Sud che quest'anno, per ovvi motivi, non rinnoverà e non sottoscrivera
la "Tessera dello Schifoso". Ora, siccome studio Scienze Politiche e quindi
mi sono trovato a studiare materie giuridiche ti chiedo se era possibile
(e plausibile) una volta che la Tdt sarà diventata legge indire
un referendum per la sua abrogazione (ovviamente facendo leva sulle 500.000
firme di cittadini perchè credo che se aspettiamo i 5 consigli regionali
stiamo freschi) oppure rivolgersi alla Corte Costituzionale o alla Corte
di Giustizia Europea. Insomma, visto che hai sicuramente più conoscenza
dell'argomento di me volevo chiederti se il progetto Tdt poteva fallire
per una via, diciamo così, "giuridico-istituzionale". Grazie!".
La
TdT non è una legge, anche se le grandi manovre del duo Matovano/Maroni
potrebbero intervenire in questo senso, con ciò svuotando definitivamente
gli stadi. Detto questo, il referendum non è praticabile perché
al di là della difficoltà a raggiungere 500.000 firme, servirebbe
che poi almeno il 50%+1 degli italiani si recassero a votare, il che è
utopico, visto che gli italiani non votano ai referendum nemmeno se si
parla di cellule staminali. Più senso ha rivolgersi alla Corte di
Giustizia Europea, come anche al Garante della Privacy.
*
Ancora
Supercoppa: "Lore avrai letto che probabilmente
per la supercoppa a Milano non sara necessaria la tdt. Stavo quindi pensando...non
sarebbe meglio organizzarsi e acquistare in blocco tutti quanti un settore
diverso da quello ospiti??sarebbe secondo me un segnale importante in vista
della gestione delle trasferte per il prossimo campionato, della serie
"se ci impedite di acquistare il settore ospiti noi ci presentiamo in blocco
in tribuna/distinti". Secondo te sarebbe utile/fattibile??ovviamente servirebbe
un po di coordinazione...un saluto. Andrea".
In
realtà in questo caso è stato aperto un settore ospiti molto
ampio. Le aperture, secondo me, non vanno boicottate. Vanno ostacolate
le limitazioni. I tifosi delle regioni differenti da quelle dove gli ospiti
possono acquistare i biglietti non potranno che acquistare il settore non
ospiti. Se all'Osservatorio sta bene...
*
Supercoppa:
"Ciao
Lorenzo, visto?? Si ricomincia con le pagliacciate, biglietti per la supercoppa
nelle ricevitorie di cinque/sei regioni!! Ma le altre?? Pazzesco... Mi
stupisco sempre di più!! Saluti Marco -va-".
Ancora
Supercoppa: "ciao lorenzo,ma sempre una
se ne inventano?biglietti settore ospiti in vendita solo nel centro
italia...io che sto in emilia e che poi scendo in sicilia non ho come fare...senza
pensare a quelli che visto il periodo magari sono in vacanza...ma che senso
ha ogni volta che per partite di sto genere la vendita è limitata
a certe regioni?ma i romanisti delle altre regioni non esistono?e il bello
che ero contento perchè non c'era bisogno della tessera...".
*
Il
passo successivo alla TdT... il Mattino: "Una
nuova normativa contro la violenza degli ultrà negli stadi. Un piano
per disinnescare la miccia del tifo organizzato e per allontanare i rischi
di nuove guerriglie urbane. Mai più, insomma, allo stadio come se
si andasse al fronte, in trincea. La proposta parte da Napoli. Da quella
Procura che - per prima (e tuttora unica) (male
informati: a Roma già esiste una cosa simile da almeno 6 anni)
- si è dotata di un pool di pubblici ministeri che lavorano proprio
su una specificità: è il «pool reati da stadio».
Parte da questo gruppo di magistrati l’offensiva contro ogni violenza mascherata
da passione calcistica. I rischi sono dietro l’angolo e l’inizio del campionato
è vicino. I tempi stretti possono tuttavia essere ben spesi, purché
- e di questo è convinto il procuratore aggiunto Giovanni Melillo,
che coordina il pool - si raggiunga un risultato. Quale? Tenere fuori dagli
impianti sportivi, per sempre, quanti hanno ottenuto una sentenza di condanna
di primo grado per una serie di reati: dall’associazione per delinquere
(semplice o mafiosa) a quelli per droga, dalle rapine alle estorsioni (la
cosa bellissima è che questi procuratori non si sognano di dire
la stessa cosa per il Parlamento Italiano. Aspetto ed invito un Procuratore
Capo dica che nel Parlamento Italiano non debbano sedere deputati e senatori
condannati in primo grado. Maroni sarebbe il primo a doversi dimettere).
«Le
curve vanno ripulite da queste ingombranti presenze», esordisce il
procuratore Melillo.
Allora,
da dove si comincia?
«Da
una premessa. Oggi intorno agli stadi c’è un rischio criminale intollerabile,
ma sarebbe un grave errore guardare al fenomeno del tifo organizzato in
una prospettiva schiacciata sulle logiche della repressione penale. Oggi
i gruppi ultrà pretendono di fare degli stadi un’area franca, nella
quale le leggi dello Stato sono poco più che carta straccia (per
quanto conosco professionalmente, gli stadi sono il luogo dove le leggi
sono extraterritoriali: ciò che vale per la vita comune non vale
oer lo stadio e chi commette reati da stadio paga tre volte di più
che per i reati comuni); al loro interno
vige una sorta di “etica” di gruppo che è frutto di strategie decise
da pochi, in funzione di interessi e obiettivi, spesso illeciti, che nulla
hanno a che fare con il tifo». Gli stadi come palestre criminali?
«Attenzione: non sempre ultrà è sinonimo di “criminale”.
Tuttavia le partite di calcio sono occasione di tifo selvaggio e pretesto
per la pianificazione di aggressioni violente contro le tifoserie avversarie
e, soprattutto, verso le forze di polizia, individuate come “nemico”. Colpisce
ed amareggia, di fronte a tale atteggiamento, la condiscendenza di molti
verso i gruppi violenti e le loro gesta. Quando si arriva, come pure si
è fatto, al punto di collocare sullo stesso piano gli ultrà
violenti e i poliziotti che rischiano la vita per tutelare la sicurezza
degli stadi, vuol dire che si è giunti vicini a un punto di non
ritorno (il riferimento è al nostro
Daniele De Rossi) .
Eppure,
di domenica in domenica, si ha la sensazione che intorno a questi fenomeni
cali progressivamente un senso di indifferenza. Non crede?
«Serve
una buona dose di ipocrisia ad ignorare certi autorevoli moniti istituzionali
- penso alle recenti parole del Presidente Napolitano (che
ha parlato per la prima volta nella sua vita solo del fallo di Totti) ,
ma anche a non pochi interventi pubblici del ministro Maroni - per fingere
di non vedere gli effetti che tutto ciò contribuisce a produrre
in termini di diffusione di una lugubre cultura della violenza e della
sopraffazione, di progressiva desertificazione degli stadi (che,
guarda caso, negli anni '80 quando gli incidenti erno il 3000% rispetto
a quelli di oggi erano sempre pieni) ,
di intossicazione delle relazioni che ruotano attorno alle società
e ai calciatori e, infine, di progressivo depauperamento delle risorse
economiche dei club, soprattutto di quelli che ambiscono a misurarsi in
ambito internazionale».
La
vostra è la prima Procura (non
è vero: la prima è stata Roma) ad
essersi dotata di una sezione che si occupa dei reati in occasione di manifestazioni
sportive. Qual è il bilancio delle indagini?
«Abbiamo
lavorato principalmente su quei gruppi ultrà più pericolosi
e violenti; i risultati non sono mancati, grazie all’impegno e alla professionalità
dei sostituti che compongono il pool e alla preziosa collaborazione della
Questura di Napoli».
A
Napoli gli ultrà sono vicini agli ambienti della camorra?
«Purtroppo
è così. La peculiarità e la complessità dello
scenario napoletano subiscono chiari rischi di condizionamento dell’azione
dei gruppi ultrà ad opera di esponenti della locale criminalità
organizzata. Tuttavia nessuno può credere che le organizzazioni
camorristiche gestiscano le curve del San Paolo di Napoli (ma
poco prima non aveva detto che gli ultrà sono vicini alla camorra?).
I
clan non hanno interesse alla gestione fine a se stessa della carica di
violenza che si esprime allo stadio (e
allora perché prima ha detto che gli ultrà sono vicini alla
camorra?). Ciò nonostante, certi
gruppi camorristici non sono estranei alla gestione delle attività
illecite che ruotano attorno (attorno!!
Cosa c'entrano gli ultrà?) allo
stadio: dal bagarinaggio alla vendita di gadget contraffatti, per finire
al mondo delle scommesse (e, soprattutto
a Napoli, su questo gli ultrà c'entrano ben poco...)».
E
altrove che succede?
«L’influenza
dei gruppi camorristici è assai più intensa nel mondo delle
società di calcio che partecipano ai campionati minori, ove la ricerca
di posizioni di condizionamento e controllo della società sportiva
è diretta espressione di una più generale pretesa al controllo
del territorio. Questo è un dato purtroppo comune anche ad altre
aree del Meridione: penso ad alcune realtà della Calabria o della
Sicilia, in particolare. È un dato di fatto che alcuni dei capi
dei gruppi organizzati hanno poi rapporti di parentela diretta con esponenti
anche apicali della camorra e con i soggetti appartenenti ai clan di riferimento
del quartiere o delle zone da cui provengono i tifosi del gruppo
(resta da capire per quale ragione un delinquente non possa essere un tifoso...).
Come
si esce da questo circuito devastante?
«Premesso
che gli ultrà non sono automaticamente criminali, mentre è
vero che molti criminali sono anche tifosi ultrà, per rimuovere
questo corto circuito non c’è altro da fare che allontanare i soggetti
pericolosi dallo stadio, isolando i nuclei violenti dei gruppi organizzati.
Solo così si creeranno le condizioni per poter davvero esigere dalle
società di calcio di assumere il ruolo di garanti della sicurezza
e della tranquillità degli stadi».
Non
sarà facile...
«Non
esistono ricette miracolose. Ma occorre iniziare a farlo, poiché
la situazione è già grave e rischia di peggiorare rapidamente.
Le tensioni intorno alla introduzione della tessera del tifoso sono la
chiara espressione della pretesa dei nuclei violenti dei gruppi ultrà
di poter continuare a “controllare” le curve e le trasferte al di là
di ogni controllo (mi piacerebbe parlare
con il Procuratore Capo di Napoli per capire lui quale concetto ha della
libertà e quale concetto abbia dello Stato di Polizia. Più
in generale, delle dittature).
Quali
sono le vostre proposte?
«Innanzitutto
occorre affinare le tecniche di indagine, valutare rigorosamente le prove
acquisite e dotarsi di moduli organizzativi adeguati è ciò
che compete fare all’ufficio del pubblico ministero».
E
sul piano normativo?
«Si
può fare molto per realizzare coerenti interventi legislativi. I
soggetti pericolosi vanno tenuti lontano dagli stadi (perché
solo dagli stadi e non anche dai bar, dalle discoteche, dalle osterie,
che contano un numero di morti ammazzati assai superiori alle morti da
stadio? Un gironalista degno di questo nome può fare questa domanda
al Procuratore Capo di Napoli invece di fare lo yes-man?).
Il controllo della sicurezza delle partite di calcio ne risulterebbe oltremodo
agevolato. Come? Da un lato, penso che all’applicazione di misure di prevenzione
personali antimafia dovrebbe accompagnarsi l’automatico divieto di partecipazione
a manifestazioni sportive. Il Daspo dovrebbe poter essere applicato anche
a quanti, pur non essendo stati protagonisti diretti di comportamenti violenti
negli stadi, abbiano riportato condanne, anche non definitive, per gravi
delitti: rapina, estorsione, traffico di stupefacenti e, in generale, reati
di criminalità organizzata. Inoltre va garantita l’effettiva deterrenza
del Daspo (incredibile, non sa di cosa
parla). Oggi accade che soggetti diffidati
possano mancare, anche per interi campionati, di adempiere l’obbligo di
firma loro imposto in contemporanea allo svolgimento delle partite, senza
che sia possibile adottare alcun provvedimento cautelare» (su
questa ultima affermazione, stupefacente perché proveniente da un
Procuratore Capo, ho una sola risposta: si legga l'art. 8 della legge 401/89
e vedrà che quello che dice è totalmente sbagliato...).
*
Cassazione,
in parecchi mi avete segnalato questa notizia: "La
Cassazione ha stilato un vademecum per i tifosi ed ha chiarito che è
lecito esporre manifesti di protesta contro provvedimenti adottati avverso
le tifoserie. Questi striscioni però debbono restare lontani dagli
stadi. Al contrario non ci sono problemi ad esporre striscioni per prendere
in giro squadra avversaria. Questi ultimi infatti, spiega la Corte, sono
espressionw del ''diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero''.
Il chiarimento arriva dalla terza sezione penale della suprema Corte (sentenza
n.27284/2010) che ha accolto il ricorso di un tifoso denunciato (nel 2005)
per avere fatto parte di un gruppo che stava inneggiando con striscioni
davanti ad uno stadio. Esaminando il caso la Corte ha fatto notare che
il tifoso, insieme ad altri, aveva protestato contro alcune norme legislative
e lo aveva fatto presso uno stadio diverso da quello in cui si svolgeva
la partita della propria squadra. I tifosi si erano radunati "davanti allo
stadio di Palermo per ascoltare la radiocronaca della partita e qui avevano
inscenato una manifestazione di protesta contro adottati e adottandi provvedimenti
normativi nei confronti delle tifoserie''.
Conosco
bene questo ricorso ;-) e proprio per questo credo proprio che le notizie
riportate siano erronee. Il fato non è del 2005 ma del 2009 e dubito
che la Cassazione, pur dando ragione al ragazzo, possa aver sostenuto una
cosa del genere. Ora chiedo copia della sentenza e vi dirò la verità,
che mi sembra stata modificata ad arte dai media di regime.
20
luglio 2010 (pomeriggio): un sacco di articoli
da commentare, il resto negli aggiornamenti di domani. Iniziamo dal Messaggero:
Tessera
tifoso, no delle curve Nord e Sud
E
in molti rinunciano all'abbonamento
Più
sfumata la posizione dei club della tifoseria moderata
di
Luca Monaco
ROMA
(19 luglio) - Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha dichiarato più
volte che «la Tessera del tifoso servirà a riportare le famiglie
allo stadio». Per ora, l’unico dato certo è che 33 curve italiane
la prossima stagione boicotteranno la tessera del tifoso, facendo a meno
dell’abbonamento per le partite casalinghe, e rinunciando a seguire la
propria squadra nel settore ospiti, in occasione delle trasferte. Perché
«prima che tifosi – dicono - siamo liberi cittadini». Così,
a Roma, la protesta ha contagiato tutti, dagli ultrà delle due curve
ai tifosi della tribuna Monte Mario, passando per i clubs. Qualcuno alla
fine si è arreso alla passione e la card l’ha fatta. Tanti altri
per ora no. Ma tutti, almeno a livello ideale, contestano la circolare
del ministero dell’Interno, che invita, ma non obbliga le società
calcistiche a introdurre la Tessera del tifoso. Strumento al quale non
possono accedere i soggetti attualmente diffidati e tutti coloro i quali
hanno subito condanne in primo grado per reati da stadio.
Tutta
la città contro la Tessera. Le due curve, la Nord laziale e la Sud
romanista, entrambe contrarie, hanno scelto strade diverse ma convergenti.
Nell’universo più moderato dei clubs, invece, le sfumature delle
posizioni assunte da ciascuna sigla sono più sottili. Ma nel complesso,
a compiere le scelte più nette e radicali, sono stati i tifosi della
Lazio.
Roma:
la mobilitazione della Sud. In casa romanista le valutazioni sono discordanti.
I gruppi della Sud hanno boicottato l’”As Roma privilege card” dando vita
a una raccolta degli abbonamenti della passata stagione che si è
conclusa il 12 luglio scorso, a cui hanno aderito duemila persone. Una
maniera per “contarsi” e per aiutarsi a vicenda, quando si tratterà,
la prossima stagione, di trovare i biglietti per ogni singolo match. «Non
lo neghiamo – dice una voce interna alla sud – ci aspettiamo una qualche
forma tutela da parte della società». Un gesto «dovuto»,
come hanno fatto le dirigenze di Genoa e Sampdoria, che hanno voluto garantire
agli abbonati dello scorso campionato il diritto di prelazione per i biglietti
degli incontri casalinghi, assicurando lo stesso posto e lo stesso settore
indicato sul vecchio abbonamento. Un discorso che alla Roma non sembra
interessare: da Trigoria fanno sapere che per ora si esclude ogni possibilità
di provvedimenti analoghi.
La
voce dei club. Per l’Associazione italiana Roma clubs (Airc), «la
Tessera del tifoso è inutile – sottolinea il presidente Francesco
Lotito – Tuttavia è uno strumento indispensabile per poter continuare
seguire la nostra squadra: non abbiamo avuto altra scelta che sottoscriverla,
ma senza obbligare nessuno dei nostri 20 mila iscritti». Più
decisa la reazione dell’Unione tifosi romanisti (Utr). «E’ uno strumento
odioso e liberticida – dice il presidente Fabrizio Grassetti – Molti nostri
affiliati non la sottoscriveranno. Ma abbiamo lasciato libera scelta a
ciascuno. Personalmente non ho potuto farne a meno. E come se qualcuno
ti rapisse una persona cara e poi ti contattasse chiedendoti il riscatto.
Che fai non paghi? Io non riesco a star lontano dalla Roma». Un ragionamento
che non convince la Sud, la quale avrebbe voluto man forte nella lotta
alla card: «Possiamo capire che cedano i clubs lontani da Roma –
rispondono dalla curva – Ma la maggioranza dei 60 mila affiliati all’Utr,
non avrebbe problemi a reperire i biglietti settimanalmente». Così,
mentre il rapporto tra le varie componenti della tifoseria si incrina,
lo stadio si svuota. Il dato ufficiale parla di 15 mila tessere sottoscritte,
a fronte dei 24 mila abbonati nella passata stagione. Al numero delle tessere,
indispensabili per sottoscrivere l’abbonamento, dovrebbe grosso modo corrispondere
quello dei futuri abbonati.
Lazio,
addio Curva nord? Sul fronte laziale è tutto più confuso.
O forse molto chiaro, dipende dai punti vista. La carta “Millenovecento”
è stata presentata il 21 giugno, ancora non sono disponibili dati,
ma la Curva Nord ha già fatto al propria scelta. «A fronte
dell'ennesimo scempio perpetrato per far disamorare i tifosi e allontanare
la gente dagli stadi – recita un comunicato - abbiamo dolorosamente raggiunto
la decisione di scioglierci e lasciare quella che per tutti noi è
da sempre una seconda casa: la Curva Nord dello stadio Olimpico. Sbaglia
chi pensa che abbiamo accettato il fatto che il sistema calcio non ci vuole
più. Siamo noi a non volerlo più! Ma non spariremo, perché
la Lazio siamo noi. Continueremo dunque a sostenere la nostra Lazio allo
stadio, finché sarà possibile farlo, ma senza aderire alla
tessera del tifoso».
Il
contro-comunicato dell’ex leader Irriducibili. Sulla questione si è
espresso, con un contro-comunicato il leader dell’ex gruppo guida della
Nord, gli Irriducibili: «Lotteremo per esporre i nostri simboli in
ogni stadio d’Italia», aveva risposto il 13 luglio scorso Fabrizio
Toffolo, salvo poi precisare che «nessuno intende aderire alla tessera
del tifoso». Per capire dove, come e quando torneranno a farsi vivi
gli “Ultras laziali” occorrerà dunque attendere la prima partita
in vendita libera. «Ad oggi – conferma Gianluca Tirone, uno dei punti
di riferimento della Nord – è giusto dire basta, per una questione
di libertà personale».
Proposte
dalla tribuna. Chissà, forse gli ultras si sposteranno in Tevere,
accanto all’associazione Sodalizio biancoceleste (novemila iscritti) che
a differenza di Airc e Utr, ha scelto di non fare la tessera, ma di acquistare
settimanalmente i tagliandi. Tanto che nei giorni scorsi, l’associazione
ha inoltrato una precisa richiesta alla società: «Vorremo
che fosse garantito a tutti i tifosi che hanno scelto di non fare la Tessera
il diritto di prelazione per i biglietti di tutte le partite casalinghe
– afferma il vice presidente Paolo Bravaccini – Proprio come hanno fatto
Genoa e Sampdoria».
Curva
Sud Modena non sottoscriverà la tessera del tifoso per il prossimo
campionato di serie B. L'introduzione della norme legislative che regolamentano
la tessera del tifoso è l'ennesimo attacco alle libertà personali
di tutti coloro che frequentano gli stadi italiani. La nostra scelta ci
è apparsa ovvia, dal momento che anche senza tessera potremo andare
allo stadio acquistando i biglietti delle partite casalinghe e i biglietti
per settori diverso da quello ospiti nelle trasferte (ulteriori divieti
permettendo...)
Non
accettiamo il fatto che chi ha dei precedenti negli ultimi cinque anni,
per i quali ha già pagato legalmente e spesso è stato giudicato
innocente dalla stessa giustizia italiana, non possa sottoscrivere la tessera:
è assurdo che tale preclusione sia prevista solo nelle leggi da
stadio e in nessun altro articolo della legge italiana. Il nostro no quindi
è deciso e compatto, ma non organizzeremo alcun tipo di sciopero
del tifo o iniziative simili: saremo accanto alla squadra da subito. Aderiremo
a proteste a livello nazionale nel caso in cui siano davvero utili alla
causa ultras italiana e coerenti coi nostri ideali.
Intendiamo
estendere il nostro invito a non sottoscrivere la tessera a coloro che
si sentono ultras e si identificano nello striscione Curva Sud Modena,
e vogliamo inoltre sensibilizzare tutti i tifosi del Modena circa questo
delicato argomento, che potrebbe aggravarsi maggiormente nei prossimi anni,
ledendo la nostra libertà di tifosi.
NO
ALLA TESSERA.
CURVA
SUD MODENA
20
luglio 2010: stasera ho la forza di fare un
solo aggiornamento, tuttavia significativo.... già il risultato
dice 50.3% contrario...
Votate,
votate, votate!
http://www.ilmessaggero.it/sondaggio.php?ris=S
19
luglio 2010: in costruzione la pagina di Riscone-Brunico/Roma.
18
luglio 2010: aggiorniamo gli allori e poi
un po' di e-mail... ottimo il comunicato degli Ultras Sitadea:
*
Stefano:
"Ciao
Lorenzo, complimenti per il sito, sei un punto di riferimento per tanti,
non solo tifosi della Roma, condivido e appoggio in pieno tutte le iniziative
che stai portando avanti!
ti
scrivo per segnalarti un link http://www.curvarobur.it/curvarobur/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=1
anche siena (curva robur) dice NO ALLA TESSERA! un saluto Stefano
*
*
"I
seguenti gruppi della Gradinata Nord di Alessandria (Head Out, Birre Vuote,
Supporters, Pochi ma Maledetti, Sbrinza’s, Gentaglia e Vecchia Guardia)
coerentemente con le iniziative promosse nel corso dello scorso campionato,
non sottoscriveranno la “tessera del tifoso” che, nonostante non sia stata
varata tramite apposita legge bensì imposta con una semplice circolare
amministrativa del 14 agosto 2009, sarà obbligatoria per poter seguire
i nostri amati Grigi in trasferta.
Tenuto
anche conto che la tessera del tifoso sara’ abbinata all’abbonamento per
le partite casalinghe, i gruppi sopraccitati diserteranno ufficialmente
la campagna abbonamenti 2010/2011.
Questa
scelta per noi e’ molto dolorosa e sofferta ma non abbiamo alternative:
abbiamo sempre sostenuto la maglia grigia ovunque, dai campi di paese agli
stadi piu’ gloriosi, abbiamo fatto grossi sacrifici per poter stare dietro
all’orso grigio, abbiamo dovuto sopportare ogni tentativo di distruzione
del tifo organizzato (biglietti nominali, biglietterie ospiti chiuse la
domenica, telecamere a circuito chiuso stile “grande fratello”, divieti
per tamburi, megafoni e striscioni), abbiamo sempre pagato piu’ del dovuto
il nostro essere “ultras” e il nostro modo di intendere lo
stadio
(d.a.s.p.o. pesanti,senza alcuna possibilita’ di difendersi concretamente
da accuse spesso gonfiate ad arte) ma crediamo che oggi si sia arrivati
al capolinea, senza alcuna smentita ufficiale che tenga; la tessera del
tifoso vuole creare un modello di sostegno alla squadra incociliabile con
la nostra cultura calcistica, fatto da persone che entrano negli stadi
muniti di una carta di credito ricaricabile, persone “fidelizzate” alla
propria squadra attraverso una tessera fedelta’ che, a differenza dei supermercati
o dei centri commerciali,dovra’ essere rilasciata dalla questura, una tessera
con radio identificazione a distanza in modo tale che il “tifoso ufficiale”
dell’u.s. Alessandria potra’
essere
rintracciato da casa all’autogrill,dagli spalti dello stadio al parcheggio
delle auto!
ci
dispiace tantissimo non poter portare il nostro calore in giro per l’italia
(a maggior ragione in un campionato che si presenta molto interessante
sugli spalti) e chiediamo sinceramente scusa alla societa’ e ai giocatori
ma noi non barattiamo la nostra dignita’ per una trasferta di calcio!
con
il cuore gonfio di rabbia seguiremo le prestazioni dei grigi in trasferta
attraverso le radiocronache, fermo restando che ci faremo trovare presenti
negli stadi che eventualmente non saranno vietati ai non-possessori della
tessera del tifoso.
Daremo
il 100% al moccagatta, nella nostra Nord, tra le mura amiche,comprando
regolare biglietto prima di ogni partita."
*
Alessandro:
"Ciao
Lorenzo,purtroppo,a maggio ero andato a sottoscrivere la tessera per rinnovarmi
l'abbonamento,poichè,per il mio lavoro,sono impossibilitato(veramente)a
fare ogni volta le file,e per non lasciare il posto a quelli che fanno
l'abbonamento solo nelle stagioni successive a quando la roma va bene oppure
per vedere un roma juve.avendo perso la copia del contratto,chiedo se comunque
potevo fare l'abbonamento..e cosa mi dicono??basta l'autocertificazione
e te lo fanno!!quindi io potevo farmi l'abbonamento senza richiede sta
maledetta tessera e inventarmi il giorno della richiesta.bene,ho deciso
cosi:per rispetto di coloro che la tessera non la fanno,appena mi arriva
o la disdico o la strappo,e se per farmi entrare allo stadio me la chiedono,nun
ce vado.e cosi farò finchè ci sarà,ma l'abbonamento
me lo farò lo stesso,anche non andando allo stadio,ma per levare
un posto agli occasionali.te la volevo dire questa nel caso potesse essere
di aiuto ad aggirare la tessera o a levare qualche abbonamento agli occasionali..saluti
alessandro
Il
pensiero è lodevole e capisco perfettamente. Ribadisco che la battaglia
è appena iniziata e la storia non è affatto finita.
*
Maurizio:
"Volevo
chiederti: sai nulla sulle finalità reali della terza foto-tessera
che molte società chiedono al momento della sottoscrizione? A me
risulta che la prima resta alla società, la seconda va sopra la
TdT.... ma della terza??? Dove va???"
Indovina
un po'? Cosa è una schedatura illegittima secondo voi? Quella foto
va in Questura! Vi auto-fate un fotosegnalamento anche senza avere commesso
alcun reato!
*
Poi
mi viene comuncato da Napoli: "Ciao Lorenzo,ho
visto l'ottimo lavoro che stai facendo come sempre sul tuo sito,che ci
tiene aggiornati tutti su cio' che è davvero questo scempio della
tessera..Volevo comunque informarti che a Napoli,oltre alla curva A,anche
la curva B non si farà la tessera,l'area nord già da tempo
fece un adesivo inerente alla questione,e oggi anche i secco vive e gli
ultras 72 hanno deciso che non c'era nulla da pensare,come i fedayn che
si sono già battuti da tempo contro questa pagliacciata,ora puoi
aggiornare la tua situazione italiana,saluti da Pasquale"
England:
"Ciao
lorenzo, ti invio questa pagina che ho trovato, due osservatori inglesi
che dicono cosa pensano sulla tessera del tifoso
Tessera
del Tifoso: intervista a due osservatori inglesi
17/07/2010
- 16:04
Dopo
esserci occupati di demolire, razionalmente, i tanti luoghi comuni del
cosidetto modello inglese degli stadi ed esserci occupati delle differenze
tra l’approccio inglese e quello italiano su un argomento caldo, come è
quello delle diffide, chiudiamo con questa puntata, la nostra intervista
ai due esperti inglesi.
L’argomento
che oggi tratteremo è di stringente attualità: la tessera
del tifoso. Con precisione e apportando prove concrete, Vanda e Terence
ipotizzeranno quello che sarà il futuro prossimo degli stadi italiani.
Veniamo
all’argomento più scottante del momento, la Tessera del Tifoso.
Cosa ne pensate?
VANDA:
Un provvedimento che tocca e lede le libertà fondamentali di ognuno
di noi, senza fare niente di valido contro la violenza – visto che da anni
la violenza è presente più che altro all’esterno degli stadi.
Io mi rifiuto di fare la tessera.
TERENCE:
Sono in accordo con il proprietario del Palermo: cose cosi esistono solamente
negli stati di polizia. E’ un’assurdità specialmente se pensiamo
ai veri problemi del calcio italiano. Vogliono punire il popolo per i problemi
che loro stessi hanno creato, e la cosa grave è che la maggioranza
del popolo dice ‘va bene’.
Media
ed istituzioni italiane sostengono che tutte le società europee
emettono una loro tessera del tifoso. Potreste spiegare ad esempio la differenza
tra le card emesse dalle società inglesi e quelle che verranno emesse
dalle società italiane con il placet della Questura?
VANDA:
Tra una tessera di fidelizzazione – sempre facoltativa – oppure le tante
carte credito emesse dalle società inglesi – anche queste, ovviamente,
facoltative – e una tessera imposta dal governo che richiede il permesso
della Questura le differenze sono palesi.
TERENCE:
Stanno mentendo, oppure stanno modificando la realtà a loro piacimento.
Le società inglesi emettono abbonamenti e biglietti, null’altro.
Se voglio, in Inghilterra posso comprare i biglietti per tutti gli stadi,
senza nessuna tessera. L’abbonamento funziona quasi esattamente come nei
vostri stadi.
E’
vero che anche Margaret Tatcher provò ad introdurre un simile strumento
ma il suo governò fu totalmente contrario?
VANDA:
Esatto. Il suo governo, giustamente, rifiutava l’idea in quanto contrario
ai principi fondamentali della libertà personale, che dovrebbero
essere alla base di qualsiasi democrazia.
TERENCE:
Si me lo ricordo bene, anche l’FA fu totalmente contraria. E’vero che Thatcher
ci provò, ma non ce la fece.
Cosa
ne pensate delle dichiarazioni di De Rossi ed in generale dell’ostracismo
che c’è verso chi esprime un pensiero contrario a questo provvedimento?
VANDA:
La libertà di espressione – tra l’altro garantito dalla Constituzione
Italiana, un documento bello quanto ignorato – dove sta?
TERENCE:
De Rossi ha capito molto bene quello che le autorità competenti
ed il governo stanno provando ad architettare con la Tessera del tifoso,
è ovvio per chiunque abbia un po’ di cervello. Del resto quando
la maggioranza dei media nazionali sono nelle mani di una sola persona
è molto facile criticare chi rilascia dichiarazioni contro il governo.
In
Inghilterra si decise di rivoluzionare la gestione dell’ordine pubblico
durante le manifestazioni sportive successiamente alle tragedie dell’Heysel
nel 1985 e dell’Hillsborough nel 1989. Cosa diceva esattamente il famoso
“Taylor Report”?
VANDA:
Il Taylor Report, frutto di indagini del Giudice Lord Justice Taylor su
ogni aspetto della tragedia di Hillsborough nella quale morirono 96 tifosi
del Liverpool, cercava di spiegare quello che è successo oltre che
fare raccomandazioni per il futuro. Innanzitutto scagionò completamente
i tifosi, dimostrando che non erano responsabili e che quindi quanto successo
non si poteva collegare alla violenza o agli hooligans. La colpa era invece
interamente della polizia e dei i gestori dell’ordine pubblico.
Senza
entrare troppo nel dettaglio, forse la cosa più importante è
capire le proposte fatte per garantire che un tale evento catastrofico
non potesse più ripetersi: rimozione di tutte le barriere e reti
che dividono glii spalti dal campo (che erano la causa diretta della morte
dei tifosi), formazione di stewards / polizia ecc. Ma l’analisi più
importante era quella fatta sulle gradinate dove i tifosi seguivano la
gara in piedi, Taylor fece notare come fossero meno sicure delle tribune
interamente a sedere, e il governo decise di abolire interamente il diritto
di stare in piedi durante la partita nelle massime serie, senza cercare
un’altra soluzione.
TERENCE:
Il “Taylor Report” disse che quanto successo ad Hillsborough era
completamente da imputare a Polizia, Sheffield Wednesday, FA ed allo stadio.
L’anno precedente c’era stato un simile incidente nella “terrace” dei supporters
del Tottenham Hotspur, e i tifosi di calcio sapevano già che The
Leppings Lane End era molto pericolosa. Dico solo questo: la tragedia a
Hillsborough non era colpa dei famosi English Hooligans, degli ubriachi,
o dei tifosi. Era colpa di tutti quelli che gestivano lo sport
Alla
luce degli ultimi accadimenti che hanno visto protagonista, in negativo,
la polizia italiana (Federico Aldrovandi, Gabriele Sandri,Stefano Cucchi,
Stefano Gugliotta, etc) cosa vi sentite di dire?
VANDA:
Beh se guardi la storia delle forze dell’ordine a livello globale, in tutti
i paesi ci sono sempre scandali del genere, ti assicuro che l’Inghilterra
ne ha avuto parecchi negli ultimi anni. Bisogna rivedere la formazione,
la cultura interna della polizia per capire meglio, e bisogna anche punire
chi sbaglia come, giustamente, viene punito la gente normale che causa
la morte di un altro cittadino.
TERENCE:
Che devo dire? La polizia in Italia, ha troppo potere, e il governo non
si preoccupa se si uccidono ragazzi con un po’ di marijuana, o ragazzi
che stanno dormendo in una macchina. A volte sembra abbiano anche il permesso
per delinquere..
Secondo
voi come si pongono i media italiani nei confronti dei tifosi e delle norme
limitative approvate dagli ultimi governi?
VANDA:
Spesso i media spendono parole di elogio su quanto sia bello lo spettacolo
di una curva in festa, oppure sul bell’effetto creato da fumogeni e torce;
poi se vengono diffidati coloro che fanno questo spettacolo, per il semplice
motivo che torce e fumogeni sono vietati, alloro per i media diventano
teppisti, violenti, pericolosi. Ipocrisia pura!
Perchè
in Italia invece di affrontare il problema della violenza in maniera diretta
si preferisce vietare le trasferte oppure limitare l’accesso agli stadi
ai soli residenti?
VANDA:Vuol
dire che le autorità non sono in grado, oppure non vogliono,
gestire la partita in modo sicuro per tutti. Secondo me è anche
per questo che all’Italia non sono stati assegnati gli Europei di 2016
(e quelli del 2012 N.d.R.). In Inghilterra questo non succede da anni,
anzi decenni.
TERENCE:
E’più facile per loro vietare le trasferte, fondamentalmente. Da
noi sarebbe anche possibile in teoria, ma non avendo una carta d’identità
come la vostra direi che è molto difficile.
Come
pensate saranno gli stadi italiani il prossimo anno con l’introduzione
della Tessera del Tifoso?
VANDA:
Tristi: meno colore, meno passione, meno gente. Il che vuol dire anche
meno soldi per le società e meno interesse per quelli che vedono
le partite in TV. Forse ci sarà pure meno violenza ma personalmente
ne dubito.
TERENCE:
Peggio, probabilmente, se parliamo dell’ambiente. Pero penso che la maggioranza
delle curve si tessereranno. I tifosi di calcio sono sempre cosi.
Infine,
cosa vi sentite di dire all’opinione pubblica italiana?
VANDA:
Solo che forse l’Italia non capisce cos’è veramente bello di questo
paese e soprattutto di questo calcio – la passione, l’allegria, la spontaneità,
i tifosi. Senza questi, il calcio non vale niente
TERENCE:
Voglio dire solamente che la tessera non è una problema esclusivamente
per gli hooligans, o gli ultrà. E’una violazione della nostra libertà,
ed è un problema per tutti quelli che amano il calcio.
Simone
Meloni
http://www.newnotizie.it/2010/07/17/tessera-del-tifoso-intervista-a-due-osservatori-inglesi/
17
luglio 2010: continuiamo con la TdT: non c'è
un comunicato ma è uguale:
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Il
Secolo d'Italia, 16 luglio 2010
|
Il
Secolo d'Italia, 16 luglio 2010
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16
luglio 2010 (pomeriggio): comunicato Sodalizio
Lazio (Tribuna Tevere):
COMUNICATO
STAMPA
Alla
luce delle ultime iniziative di marketing intraprese dalla S.S. Lazio,
l'assemblea dei Circoli del Sodalizio della Lazio - Tribuna Tevere dello
Stadio Olimpico - ha aperto un civile e costruttivo confronto tra la tifoseria
biancoceleste. Dal dibattito interno, sostenuto dalle disamine di esperti
della materia, ne è uscita un netta e categorica presa di posizione
dei nostri associati: noi non ci tessereremo e non faremo la tessera del
tifoso..
Il
Circoli del Sodalizio della Lazio si oppongono con fermezza al programma
intrapreso dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive perchè:
•
questa tessera non è altro che uno strumento di controllo sociale
di massa, che limita le libertà fondamentali di scelta e di azione
dei tifosi, spogliati delle garanzie inserite nella Costituzione e riconosciute
a tutti i cittadini;
•
questa tessera non è altro che un progetto di business e campagne
di marketing che nulla hanno a che vedere con la mentalità del tifoso
e con la tradizione sportiva del gioco del calcio;
•
questa tessera non garantisce la sicurezza degli spettatori né all'interno
né all'esterno degli stadi italiani ed è già stata
bocciata dall'UEFA, massimo organismo europeo del calcio;
•
questa tessera non è altro che il mezzo con cui si tenterà
di snaturare l'anima e la filosofia del tifoso forzandolo a diventare un
cliente-consumatore di un prodotto senza cuore;
I
Circoli del Sodalizio della Lazio invitano tutti i tifosi biancocelesti
a sostenere la nostra alternativa già consegnata alla SS Lazio tramite
lettera richiedendo di attivarsi per:
•
Garantire e riconoscere a tutti gli abbonati del campionato 2009/2010 il
diritto di prelazione per l'acquisto dei biglietti di tutte le partite
casalinghe della S.S. Lazio previste nella stagione 2010/2011;
•
Garantire e riconoscere un prezzo di acquisto bloccato per l'intera stagione,
frutto della semplice divisione matematica del costo complessivo dell'abbonamento
per il prezzo unitario dei biglietti di ogni singola partita casalinga
della S.S. Lazio.
•
Questo programma funzionerà come un abbonamento cioè che
la prelazione verrà riconosciuta se il tifoso comprerà i
biglietti di tutte le partite casalinghe , con al massimo un assenza di
due partite, se verranno superate le due partite di assenza automaticamente
verrà perso il diritto di prelazione.
Questa
richiesta è il nostro urlo d'amore per difendere la dignità
e la coscienza del tifoso laziale, per la libertà di espressione
e di scelta di ogni singolo cittadino e per il riconoscimento della fedeltà
dimostrata sempre e ovunque per i colori sociali più antichi della
città di Roma, che nonostante contestazioni o gestioni da contestare
noi non vogliamo abbandonare, come mai abbiamo abbandonato la nostra S.S.
Lazio.
16
luglio 2010: nuovo comunicato laziali:
"Ci
troviamo costretti, nostro malgrado, a dover puntualizzare alcuni punti
che fanno seguito al comunicato firmato " Ultras Laziali della Curva Nord
" pubblicato il 9 Luglio 2010 :
1°
il pensiero dell' unico gruppo Ultras della Curva Nord è solamente
quello espresso nel suddetto comunicato, altri comunicati che escono o
usciranno non ci riguardano, e sono solo esternazioni personali
2°
da Ultras riteniamo che princìpi e valori debbano venire prima di
tutto! Chiunque decida di creare un gruppo, entrare in curva e andare in
trasferta come gruppo vuol dire che ha deciso di aderire alla tessera del
tifoso. Conseguentemente secondo il nostro punto di vista o vuole fare
l' Ultras ma non ne rappresenta i valori, o ha interessi personali che
lo spingono... in ogni caso non merita il nostro rispetto, anzi, è
complice di questo sistema;
3°
noi continueremo a sostenere la nostra Lazio allo stadio, finchè
sarà possibile farlo, senza aderire alla tessera del tifoso, quando
ciò non sarà possibile ci troverete comunque fuori dallo
stadio!
Concludiamo
qui la nostra comunicazione attraverso i comunicati, che non amiamo affatto.
Era però indispensabile fare chiarezza per tutti i tifosi Laziali
che si sono trovati spiazzati negli ultimi giorni
SIAMO
NATI LIBERI, MORIREMO LIBERI.
Gli
Ultras Laziali della Curva Nord"
Gianluca:"Per
prima cosa confermo che:
a)
non mi tessero
b)
ergo non mi abbono
c)
gli interisti sono decisamente poco adatti a definirsi ultras
Ti
dico la mia pure sulle maglie:
1°
- il giorno che per fare il rosso utilizzeranno quello della bandiera che
sventola sopra a Marco Aurelio sarò contento (tra l’altro mi sembra
che gli omoni della bianca siano molto più “sangue di bue” ci sarebbe
voluto poco), più modernamente dico che se avessero messo tutti
gli omini come nella maglia nera dell’anno scorso, facendone solo uno in
contrasto e tutti gli altri dello stesso colore della maglia, avrebbero
messo più pubblicità al marchio ma sarebbe stata anche più
discreta (secondo me).
2°
- maglia bianca ASR 1997-98 (fonte sito tuo), sponsor tecnico diadora,
vedi nulla di strano? Non mi piace. Avrei preferito o una divisa completamente
bianca (e sottolineo completamente) o quella con le bande oblique (anni
’60), magari con lo stemma ASR invece che quello con la lupa o il lupetto
1997/98
|
2010/11
|
3°
- Inguardabile. Tra l’altro mi pare rispecchi poco sia colori che tradizione.
A me (solo un parere personale) piacerebbe un blu notte, tipo Spagna per
intenderci, simile alla nera dello scorso anno con bordi bicolori (e basta
cò st’arancione…) un abbraccio gl".
*
Ecco
qui la tessera del tifoso che inizia ad essere esportata nella società
civile...
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=110452&sez=HOME_ROMA
*
Ed
ecco il piano finale: "Buonasera Lorenzo,
ti invio il link di un video su youtube che dimostra ciò che anche
tu affermi, ovvero che noi “gente da stadio”, almeno qui in Italia, rappresentiamo
un laboratorio sociale . Non so se ti sei interessato alle varie teorie
complottiste circa l’11/09/2001, comunque questo breve video fa accapponare
la pelle, anche perché dal minuto 2.15 si parla di quanto in oggetto.
Spero
possa essere un’ulteriore spunto di riflessione.
Ti
saluto con la solita stima, ora più che mai NO ALLA TESSERA!
Marco
Link:
http://www.youtube.com/watch?v=-C8UWnzid2I".
Veramente
interessante e preoccupante.
*
COMUNICATO
CURVA FATTORI PADOVA
Con
l’inizio della stagione calcistica 2010/11 la Tessera del Tifoso diventerà
obbligatoria per sottoscrivere l’abbonamento e per quanti volessero seguire
la propria squadra in trasferta nel settore ospiti.
Deve
essere chiaro innanzitutto che la tessera non è obbligatoria ma
facoltativa e che anche chi non la possiede può comunque acquistare
tranquillamente i biglietti per ogni singola partita sia in casa che per
le trasferte.
Per
smentire quello che ci vogliono fa credere non esiste una legge che imponga
l’adozione della Tessera del Tifoso: si tratta di una semplice circolare
del Ministro Maroni girata ai questori ed ai prefetti di tutte le città,
che a loro volta l’hanno usata come forma di ricatto verso le società.
Per
tutti questi motivi noi ragazzi della curva fattori non sottoscriveremo
nessuna tessera e non ci abboneremo al calcio padova,continuando comunque
a sostenere i nostri colori ovunque, acquistando di volta in volta i biglietti
per le partite in casa e recandoci in trasferta non piu’ nel settore ospiti
ma nei settori solitamente assegnati alla tifoseria di casa!
Certe
emozioni come Trieste, Ravenna, Busto, ma anche gli anni dell’Appiani per
chi ha qualche anno in più, noi le porteremo sempre nel cuore e
cercheremo sempre di riviverle insieme a tutti voi pur prendendo atto dei
tempi che cambiano. Ma per riviverle, è necessario il sacrificio
da parte di quanti ci credono, non sottoscrivendo la tessera e non abbonandosi
per questa stagione. Da parte nostra la garanzia che chi ci seguirà,
non sarà mai lasciato solo. D’altro canto, tutti noi nell’ultima
stagione abbiamo avuto modo di vedere che ogni risultato è possibile
quando la tifoseria è unita. Un’unità che adesso vi chiediamo
non solo nel non sottoscrivere la Tessera del Tifoso, ma invitandovi a
seguirci nelle nostre future iniziative. Riteniamo infatti, solamente di
fronte alla compatta rinuncia dell’abbonamento potremmo vedere un saggio
e doveroso passo indietro da parte di chi sta dando l’ultima mazzata al
gioco più bello del mondo.
Ultras
Padova
*
Comunicato
Reggini:
COMUNICATO
UFFICIALE CURVA SUD REGGIO CALABRIA:
TESSERA
DEL TIFOSO
Alla
luce di quanto è venuto fuori, dall’incapacità di chi non
ha mai messo piede in uno stadio, vedendo, noi, il nostro mondo come una
barca alla deriva, dovuta ad un uragano mediatico che ci pone oggi come
i principali colpevoli, gli esseri da biasimare, condannabili e da condannare,
anche noi, i GRUPPI ORGANIZZATI DELLA CURVA SUD, abbiamo deciso di prendere
una posizione. Troviamo INACCETTABILE, l’”invito” da parte di chi spera
di piegarci al proprio volere. Per anni siamo stati noi (e i ragazzi del
resto delle curve d’Italia) messi alla berlina, siamo stati per tutti i
DISADATTATI, gli UBRIACONI, i DROGATI, le COMPAGNIE SBAGLIATE ed i RAGAZZI
DIFFICILI. Bene, dopo aver ricevuto così tanti epiteti nobiliari,
dalle più disparate razze di giornalisti, sociologi, psicologi,
magistrati, tutori dell’ordine, essendo noi dei DISOBBEDIENTI comprovati,
non vediamo cosa debba spingere qualcuno a meravigliarsi della nostra presa
di posizione netta e categorica. Noi non siamo BASTIAN CONTRARI per vocazione,
noi siamo contro qualsivoglia ingiustizia, contro gli abusi, e contro i
provvedimenti drastici dovuti al sensazionalismo più sfrenato. Perché
certe cose non solo umiliano noi, ma tutte le persone nate libere, e che
vengono discriminate. Perché la tessera del tifoso, non solo toglie
noi dagli stadi, ma mortifica l’essere umano. Non è possibile chiedere
permesso per entrare in casa propria. Che il vaso stesse per traboccare
era lampante da parecchio tempo, lo stavamo aspettando a malincuore. E
allora, temendo l’arrivo di una morte in quanto naturale conseguenza della
scelta del Governo italiano, sapendo che non si tratta di eliminare le
mele marce, ma di tagliare un albero intero, noi vogliamo ribadire che
le nostre radici sono ben salde, e che adesso arrivi pure l’inverno, ma,
come diceva Tolkien “LE RADICI PROFONDE NON GELANO!” Noi saremo al nostro
posto, non a quello abituale, ma a quello che ci compete, perché
lo vuole la coerenza, lo vuole il nostro “essere Ultras”. Noi non possiamo
subire passivamente questa dittatura-pallonara, quest’ennesima STORIA ITALIANA.
Chi svende la propria libertà è complice di un Governo assassino
che, invece di andare a combattere fin dentro le Chiese, lo schifo imperante,
invece di buttare le chiavi per chi si macchia di stupri e pedofilia, invece
di dare l’ergastolo a chi rovina vite e famiglie, gioca con noi, al gatto
col topo.
Forte
coi deboli, è il nostro Governo, ma debole coi forti, coi cani,
con chi lo ha sempre messo in scacco matto.
Siamo
con le lacrime agli occhi, per non potere continuare la stessa strada intrapresa
anni fa. Adesso le strade nostra e della curva sud, si dividono. Noi ci
saremo sempre, ma A MODO NOSTRO. Noi saremo sempre presenti FUORI, perché
noi I FACINOROSI, perché noi LE PECORE NERE non siamo graditi. E
allora, sperando che il nostro gesto faccia da eco ad altre curve popolate
da Ultras e da uomini liberi (ancor prima che tifosi), noi ci asterremo
dal tifo casalingo, presenziando in trasferta nelle forme e nelle possibilità
che riusciremo ad avere. Disconosciamo chi deciderà di sottoscrivere
la tessera, e non possiamo prenderci la briga di garantire che in trasferta
molti “esiliati del nord” accolgano la nostra protesta, ma chi seguirà
la Reggina con la tessera, lo farà A TITOLO PERSONALE! Ci dissociamo
da chi, munito di tessera del tifoso, andrà nei vari stadi a foraggiare
ulteriormente questo calcio arrivato ben oltre il tramonto. Adesso cala
la sera, adesso il freddo diverrà pungente. Adesso sapremo chi siamo,
e chi sono le curve che ci hanno applaudito in questi anni, che ci hanno
offeso, o che ci hanno affrontato in varie situazioni. Colmi di rabbia,
per una scelta LA NOSTRA, obbligata, ci congediamo.
NESSUN
COMPROMESSO, NESSUNA RESA, LA NOSTRA LIBERTA’ VA DIFESA
CURVA
SUD REGGIO CALABRIA
*
La
Repubblica, Firenze:
*
Torino/Roma
Finale
Coppa Italia 1992/93
|
Roma/Juventus
1977/78
|
E ora
attenzione... grazie a Benedetto alcune belle foto di gruppi a Roma negli
anni andati:
HELLAS
VERONA
Anni
'70
|
1975/76
|
1983/84
|
1983/84
|
1986/87
|
1987/88
|
1988/89
|
1989/90
|
ATALANTA
1985/86
|
1988/89
|
1989/90
|
1989/90
|
15
luglio 2010: e-mail: "ciao lorenzo,vorrei
vedere Maroni e i vari sindacati di polizia cosa rispondono a quanto affermato
da zamparini...visto come hanno risposto a de rossi, al presidente del
palermo lo mandano al confino?"
ZAMPARINI:
"AI POLIZIOTTI VIENE INSEGNATO A ODIARE"
14
Luglio 2010 - ore 09:04
Il
presidente del Palermo Maurizio Zamparini torna a tuonare contro la Tessera
del Tifoso (e non solo e, anche, in maniera clamorosa) e questa volta lo
fa dalle colonne del "Il Fatto Quotidiano".
"Assolutamente
contrario - dice il numero uno di viale Fante
che in questi giorni in Carinzia si coccola il suo nuovo Palermo -. Basta
vedere cosa accade nel resto d'Europa. Francia, Inghilterra, Germania Svezia,
Danimarca. Devo continuare? In quei paesi non c'è nessuna tessera
del tifoso e non ci sono ostacoli. Tornelli, gabbie, violenza. Nulla di
nulla. Solo da noi poteva verificarsi un simile orrore. Prendere il Mondiale.
Gli uccelli del malaugurio, i soliti sospetti del nulla, avevano paventato
disastri, morti e scontri di piazza ed invece abbiamo visto tifoserie abbracciate,
stadi e organizzazione perfetti, clima di fratellanza. Una gioia per gli
occhi, una festa per il calcio. Invece da noi
- continua Zamparini - il pallone è
diventato il terreno per scontrarsi tra violenti e forze di polizia. Ma
gli ossessi della molotov con lo sport e con le tifoserie organizzate non
hanno nulla a che fare".
Per
il presidente del Palermo, oggi sono le alternative sono poche. "Infatti,
oggi è tardi. Avremmo dovuto fare come Margaret Thatcher, anni fa
in Inghilterra. Guerra senza quartiere ai teppisti e contestuale libero
spazio di espressione ai tifosi veri. Noi abbiamo preferito un compromesso
al'italiana, cioè fare pagare alla brava gente, il 99 per cento
della popolazione sportiva, il prezzo dell'inazione. Filtraggi, controlli,
vessazione. ostacoli in nome della presunta sicurezza. Tutto con risultati
disastrosi. La costrizione della libertà individuale, senza ottenere
la pace sociale. L'Italia è uno Stato di Polizia. Lo è sempre
stata. I governanti conoscono solo la limitazione della libertà,
l'aggressione del principio stesso di quel concetto e quest'aspetto, oltre
a ripugnarmi, mi addolora profondamente".
Parole
dure, durissime che Zamparini "regala" con immensa onestà intellettuale
e coerenza di pensiero. "Ci hanno costretti
a fare la tessera del tifoso. Un ricatto. Un'intimidazione vera e propria
da parte del ministro Maroni. Cercheremo di farla diventare un vantaggio
per i tifosi, ma non posso fare a meno di constatare che da quando sono
qui, sette anni esatti, non si è mai verificato un solo tumulto
al Barbera".
Palermo
con una tifoseria esemplare, Palermo che lo scorso anno ha sfiorato l'impresa
della qualificazione alla Champions League e che oggi riparte con maggiore
convinzione. "La vera impresa -
continua Zamparini nella sua intervista rilasciata a "Il Fatto Quotidiano"
- è stata una lettera di ringraziamento
della Sampdoria pubblicata dalla "Gazzetta", in cui nonostante la gara
tra noi e loro valesse l'accesso alla Champions League, i dirigenti genovesi
ci ringraziavano per l'accoglienza ricevuta. E' di queste cose che sono
orgoglioso, non dei giochini della politica. La sicurezza, ripeto, non
si ottiene con i picchetti della Polizia. In galera deve andare solo chi
delinque".
Con
Zamparini si fa un passo indietro fino a quella disgraziata sera della
morte di Filippo Raciti. "Una tragedia
- ricorda il patron del Palermo -. Ma qui
la questione è sovracalcistica. Io faccio l'imprenditore. Per ottenere
un'autorizzazione si aspettano anni e si viene sottoposti a decine di controlli.
L'Italia è malata alle radici. Nelle sue istituzioni".
Sarà
solo colpa di Maroni? "Il ministro non pensa
di fare male, ma ha una cultura libertaria molto deficitaria. Il
sale della nostra democrazia è trattare i cittadini da sudditi.
Siamo gli ultimi della classe. Non sono in Europa, ma nel mondo. Quando
Maroni mi ha attaccato - dice Zamparini -
gli
ho risposto con una frase di Banjamin Franklin pronunciata del 1754: "Chi
in nome della sicurezza, rinuncia alla libertà, presto perderà
entrambe senza neanche accorgersene. Vuole sapere qual è il problema
di Maroni? Quello di decidere in assoluta autonomia senza sedersi al tavolo
con chi il calcio lo conosce e lo frequenta da anni ed invece si siede
a tavola con i Commissari di Polizia. E' chiaro che un poliziotto ragiona
da poliziotto. Attenzione - precisa il presidente
del Palermo - non sto attaccando la Polizia,
ma
le leggi non possono farle loro. E' chiaro che un poliziotto promulga
il coprifuoco e non possiamo uscire di casa. Senza i tifosi il calcio muore.
Io spero che le istituzioni dimostrino un pò di buon senso. Ci sono
le elezioni, in fondo. Negli stadi non c'è bisogno della polizia.
L'italiano, in certi ambiti può fare a meno delle divise. Anche
in Sicilia. Io a Palermo - racconta ancora
Zamparini - sono riuscito a ottenere tranquillità
delegando una serie di responsabilità agli ultras. Sono loro che
devono autoregolarsi. Nei mesi scorsi ho molto difeso Daniele De Rossi,
ho difeso la sua sincerità. Da noi è vietato dire che i poliziotti
quando vanno in assetto di guerra allo stadio,
sperano di far la guerra.
Non parlo male di loro, ma devono essere educati al colloquio e non
allo scontro. Da noi è proibito discutere dell'evidenza e la
lista dei concetti inaffrontabili, si allunga giorno dopo giorno. Che poi
i violenti vadano perseguiti, sa una parte e dall'altra è persino
ovvio. Ma questo dovrà verificarsi anche dalla parte della Polizia.
Ci sono dei tifosi che vengono malmenati senza colpe, da ragazzi in divisa
cui viene insegnato a odiare. Certi poliziotti non vedono l'ora di menare
le mani. In Italia c'è una finta democrazia, la nostra. Però
penso che abbiamo toccato il fondo e dal fondo si possa soltanto risalire".
L'ultima
stoccata di Zamparini è "dedicata" all'Osservatorio sulle manifestazioni
sportive. "Un'istituzione poliziesca anche
quella. E' folle che persone di Roma decidono dell'ordine pubblico di Bari
al chiuso di una stanza ministeriale. Al comando di questo Paese, da tempo,
trionfano gli stupidi"
intervista
di Mal. Pag. - de "Il Fatto Quotidiano" del 14 luglio 2010
http://www.reterete24.it/news.php?id_news=13467
Gianluca:
"Come
Maroni & Company hanno ridotto il calcio. Stadi fatiscenti, leggi assurde,
serie minori abbandonate al loro destino e questo è il risultato:
Lega
Pro senza soldi: 36 squadre rischiano di non iniziare il campionato
Alcune società
faticano a pagare gli stipendi ai calciatori e i tifosi del Venezia lanciano
una sottoscrizione per salvare il club
I campionati
della Lega Pro (ex serie C) dovrebbero essere le fondamenta del calcio
italiano, ma in questa estate post Mondiale sembrano più che altro
pali malfermi di decrepite palafitte. Su 90 squadre, 17 non saranno al
via del prossimo torneo, nella maggior parte dei casi per problemi economici:
otto hanno rinunciato a iscriversi, altre nove sono state bocciate dalla
Covisoc, l’organismo che controlla i conti (disastrati) del pallone italiano.
Non è finita: al momento sono escluse per inadempienze varie altre
19 società, che hanno presentato ricorso. Deciderà venerdì
il Consiglio federale se accoglierlo o meno. Alle non iscritte vanno aggiunte
anche Ascoli e Ancona, in teoria inserite nella serie B 2010-2011: se la
prima dovrebbe essere in grado di sanare la sua posizione, la seconda è
appesa a un filo per non aver presentato nei termini la fideiussione richiesta
e la documentazione relativa agli adempimenti previdenziali.
Insomma,
un disastro. L’Italia del calcio risente eccome della crisi e vede sparire
piazze di provincia, ma anche e soprattutto pezzi di storia. In pochi mesi
sono scomparse Mantova
(nell’anno del centenario), Perugia
e Rimini. Le
prime due travolte dal fallimento, la terza perché la cooperativa
proprietaria si è stancata di andare avanti e ha messo in vendita
il club. Morale, non è spuntato nessun compratore. Rischia grosso
anche la Salernitana,
mentre in Sardegna Olbia
e Alghero hanno
già chiuso baracca e anche la Villacidresesi
trova in cattive acque. In Puglia si sono dissolte Gallipoli
e Monopoli.
Altro
che business, il pallone ormai è un giochetto costoso e insostenibile.
A Mantova Fabrizio Lori era apparso nel 2004 come un messia in grado di
spingere la squadra a lottare per la serie A. Nel 2006 i virgiliani avevano
addirittura battuto la Juventus. Meno di quattro anni dopo, fiaccato dai
problemi economici delle sue aziende, Lori ha dovuto gettare la spugna.
Dietro restano solo macerie: il nuovo Mantova, grazie alla norma che salva
il titolo sportivo delle squadre con grande tradizione calcistica, ripartirà
dalla serie D. Stessa sorte per il Perugia.
A
dipendenti e tifosi non restano che rimedi estremi: i giocatori della Triestina
hanno rinunciato agli ultimi stipendi per salvare il club, mentre i supporter
della Cavesehanno
dato il là a una colletta per raccogliere i soldi necessari all’iscrizione.
Simile la trovata dei tifosi del Venezia,
che hanno appena lanciato una sottoscrizione popolare per aiutare le casse
del disastrato club. Due fallimenti negli ultimi quattro anni l’hanno fatto
sprofondare tra i dilettanti. Ora il Venezia United vuol essere il primo
esempio di public company applicata al calcio: dieci euro a testa per la
tessera, con l’obiettivo di raccoglierne almeno 300 mila e ridare ossigeno
alla squadra.
E
pensare che nel 2008 la nascita della Lega Pro era stata annunciata tra
squilli di tromba dal suo presidente Mario Macalli. Sono bastati due anni
per capire che si era trattato solo di una verniciata a un palazzo che
già crollava a pezzi. Poche risorse per troppi club, cui si è
aggiunto uno scarsissimo appeal per sponsor e spettatori. Laddove non arrivano
le pay tv, è difficile trovare i soldi per pagare gli stipendi a
fine mese. È una situazione che espone a un rischio concreto: personaggi
poco puliti potrebbero proporsi come salvatori per farsi pubblicità
o, peggio, per riciclare denaro sporco.
I
problemi derivano anche dal gigantismo del calcio italiano. Le squadre
professionistiche sono tante: in tutto 132 contro le 92 dell’Inghilterra,
le 56 della Germania, le 42 della Spagna e le 40 della Francia. La Football
League inglese, l’equivalente della nostra Lega Pro, va a gonfie vele anche
perché conta solo 48 squadre. Poche ma buone, in grado di fare il
pieno di spettatori a ogni partita. Così uno dei primi rimedi per
guarire la Lega Pro potrebbe proprio essere quello di applicare una robusta
cura dimagrante ai campionati. Magari evitando anche i ripescaggi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/14/lega-pro-senza-soldi-36-squadre-rischiano-di-non-iniziare-il-campionato/40106/
Ciao
Gianluca".
*
Ancora
fronte tessera: "Caro Lorenzo, è
da tanto che non ti scrivo. Sul fronte tessera non so se ti hanno aggiornato,
ma i BOYS non hanno aderito alla raccolta e a loro volta hanno fatto un
comunicato come gli Ultras Roma. disinTESSERATAMENTE ti saluto e ti abbraccio.
N.".
*
Maglie:
"Ciao
sono marco 69, intanto complimenti per il sito, e poi senza dilungarmi
volevo fare un commento sulle nuove maglie della maggica:
allora
la prima vuoi o non vuoi è quasi sempre la stessa e forse ci sarebbe
anche poco da cambiare, però riescono sempre a farla più
brutta abbuffandola di quegli omini inguardabili ovunque (quasi che nessuno
sappia che la roma ha come sponsor tecnico la kappa, o che perlomeno tutti
lo debbano vedere, quasi non li conoscesse nessuno), mi chiedo ma la nike
o l’adidas o la puma mettono tutte quelle patacche sulle maglie?
Seconda
maglia, anche questa a me non piace e sicuramente era meglio quella dello
scorso anno dove perlomeno erano ben visibili i nostri colori sociali.
Sulla
terza preferirei non fare commenti in quanto sembra una cosa buttata lì
tanto per arrivare a tre maglie (è orrenda non la vorrei neanche
se me la regalassero).
Alla
fin fine quindi quello che penso è che come menti della kappa a
cui viene affidata la creazione di una nuova maglia (oltretutto della maggica),
stanno messi veramente male e visto che questi grandi pipponi ce li dovremo
subire ancora per qualche anno, perlomeno che abbiano il buon senso di
ascoltare la voce di noi tifosi, e prendere spunto dai ns. commenti e dalle
nostre idee, in quanto la roma è nostra e le maglie se ci piacciono
le compriamo pure. In conclusione no alla tessera del tifoso e uno sveglia
gente!!! a trigoria perché qualche soldino si può tirare
fuori anche dal merchandising( non so se ho scritto bene), dato che anche
questo anno dovremo indossare in itali e all’estero maglie che fanno cagare
e che non ci rispecchiano assolutamente. (la kappa dovrebbe fà le
maglie pè la lazie dato che fanno cacà tutti e due). Ciao
marco (e già a luglio me sento campione de tutto) c’è solo
e sempre l’AS ROMA".
D'accordo
al 100%.
Giorgio:
"Ciao
Lorè, andrò controcorrente ma a me le maglie non dispiacciono
affatto. La prima è la classica, purtroppo il sogno di vedere i
bordi gialli e non arancioni è destinato a rimanere tale, per il
resto mi sembra la solita maglia e gli omini ripetuti non mi fanno nè
caldo nè freddo. La terza è la "maglia del marketing" e capisco
il tentativo, a volte riuscito a volte no, di portare delle innovazioni.
Naturalmente deve essere usata come terza(!!!) e non al posto della prima
in champions o in coppa italia(diadora maledetta). L'unico appunto è
sulla seconda, le bande giallorosse dell'anno scorso erano bellissime e
speravo in qualcosa di simile magari con le bande verticali o oblique.
Il fatto è che la maggior parte dei compratori purtroppo sono bambini
e/o tifosotti da grandi occasioni che vogliono maglie nuove perchè,
sentito con le mie orecchie, "se sono sempre uguali che me le compro a
fa". In ogni caso la kappa vale mille diadora, almeno come rispetto nei
nostri confronti. NO ALLA TESSERA, Giorgio".
Infatti,
la prima è la solita, la seconda non va bene e la terza andrà
pure bene per il marketing ma ch ci vuole a farla decente?
14
luglio 2010 (pomeriggio): la raccolta degli
abbonamenti è arrivata praticamente a quota 2.000, così come
mi è stato riferito. Mi sembra decisamente un grande successo, tenuto
conto che si parla della sola Curva Sud.
Continuano
i comunicati:
Catania,
scelta degli ultras
«Siamo
stufi, basta stadio»
Decisione
presa da tutto il movimento anche dopo le ultime diffide
Alla
base di tutto il no alla tessera del tifoso, ma anche la stanchezza per
la deriva presa dal calcio, ormai tutto nelle mani della tv e del business
Andrea
Lodato
Non
è una resa, non è, per lo meno, la loro resa. E' una sconfitta,
questo sì, la sconfitta di chi ha dimostrato in questi anni di non
sapere e, di più, di non volere governare una realtà fondamentale
del mondo del calcio, il movimento ultras. Un mondo difficile, complicato,
fatto di passioni, di partecipazione, di colori, anche di eccessi, qualche
volta, ma essenziale per tenere in vita il calcio nei suoi aspetti non
necessariamente collegati al business, non esclusivamente connessi alla
deriva televisiva, per cui ogni azione del calcio, ormai, deve necessariamente
passare dai teleschermi e, per questo, essere visto e vissuto più
in salotto che in curva.
E'
andata così, e tristemente il movimento ultras catanese, unito,
in tutti i gruppi, quelli storici e quelli più recenti, quelli della
curva Sud e quelli della curva Nord, ma anche quelli che hanno trovato
spazio in questi anni in altri settori, annunciano che nella prossima stagione
loro non ci saranno. Il no alla tessera del tifoso, l'indigeribilità
di diffide e daspo a pioggia, arrivati sempre più in maniera indiscriminata,
spesso al di là delle singole effettive e reali responsabilità
personali, le restrizioni per cui nelle ultime stagioni a stabilire se
fare o non fare una trasferta non sono stati più i tifosi, ma gli
organi di pubblica sicurezza, tutto ciò ha segnato il punto di rottura.
L'anno scorso sopportato e in parte metabolizzato, quest'anno non aggirabile
e insormontabile, più da un punto di vista emotivo che per il rigore
delle norme, per l'obbligo di sottoporsi, con la tessera, ad una ulteriore
schedatura assolutamente priva di effetti pratici sotto il profilo della
sicurezza e dell'ordine pubblico, dal momento che qualunque tifoso, che
ne abbia diritto ovviamente, potrà regolarmente entrare allo stadio,
in casa acquistando il biglietto e in trasferta andando in un settore non
destinato alle tifoserie ospiti.
Tutto
sempre più complicato, al punto che gli ultras catanesi, prima di
tutti gli altri movimenti italiani all'interno dei quali è in corso
un dibattito su cosa fare e come muoversi alla luce dei recenti provvedimenti,
hanno sciolto la prognosi: loro allo stadio l'anno prossimo non andranno.
E hanno affidato ad un comunicato di poche righe, ma preciso, inequivocabile
e che, soprattutto, in quelle parole ribadisce una mentalità, un
concetto, un atteggiamento civile: nessuna resa, ma il silenzio sia ascoltato
da tutti.
«Gli
ultras catanesi, tutti e uniti - scrivono nel comunicato - dicono no alla
tessera. A seguito di diversi incontri gli ultras catanesi hanno deciso
di alzare un muro contro chi ci vuole privare della nostra libertà:
per questo a Catania è stato deciso, con non poca tristezza, che
oltre a non tesserarsi per l'intera stagione, verranno sospese tutte le
attività legate al tifo. Il tutto si trasferirà all'esterno
dell'impianto. Ci teniamo, inoltre, a precisare che la nostra non è
una resa, ma un modo civile per dire no a chi ci vuole cancellare. Restiamo
in silenzio in attesa che qualcosa cambi».
Fin
qui gli ultras catanesi, la cui scelta è chiara: la domenica niente
curve, ma il sostegno, nel cuore e nella mente, traslocherà altrove,
ma sempre fuori dallo stadio. Il modo, i tempi, le dinamiche di queste
nuove domeniche per il mondo ultras rossazzurro saranno stabilite più
avanti, d'intesa, appunto, tra tutti i club, tutti i gruppi. Quel che è
certo oggi è che lo stadio perderà una forza essenziale,
perderà definitivamente, il colore, il calore, l'energia, il cuore,
i muscoli di quei tifosi che da sempre, e tanto più in questi anni,
sono stati spesso il valore aggiunto del Catania, nelle conquiste importanti,
nelle promozioni, nelle salvezze, nella crescita del movimento calcistico.
Anche toccando quella punta tragica che nessuno dimentica e che è
stato uno spartiacque tra passato, presente e futuro, che ha fatto riflettere
tutti sugli errori commessi in passato. Non solo i tifosi, ma anche chi
avrebbe dovuto cogliere prima e meglio insofferenze e contaminazioni, estranee
al tifo, che si insinuavano nel movimento ultras in tutta Italia e che
si sarebbero dovute arginare e governare con intelligenza e lungimiranza.
Ma proprio dal quel 4 febbraio il tifo catanese è diventato esemplare,
eppure non è bastato un comportamento globalmente irreprensibile,
non una contestazione, non un incidente, isolati episodi in cui i tifosi
rossazzurri in trasferta sono stati costretti a difendersi da agguati e
aggressioni e che, nonostante l'evidenza dei fatti e delle circostanze,
alla fine hanno pagato più a caro prezzo i catanesi che gli altri.
In questo quadro va detto anche che il movimento ultras catanese non ha
assolutamente nulla da rimproverare alla società rossazzurra, concetto
chiaro da sottolineare e ribadire, proprio perché il calcio catanese
sta perdendo questa forza di sostegno, ma non deve subire altre smagliature,
altre spaccature. La sintonia tra tifosi e società c'è sempre
stata, anche quando gli ultras hanno avuto, e sta nelle cose del calcio,
da rivendicare qualcosa in più, sempre e solo per consolidare la
presenza del Catania tra le grandi del calcio.
E
i risultati sono stati raggiunti dalla società, ma con la parte
che gli stessi tifosi hanno saputo recitare ogni volta che sono stati chiamati
in causa ed hanno potuto e dovuto fare la loro parte. Per questo anche
di fronte a questa dolorosa decisione, va evidenziato che il rapporto tifosi-società
resta inalterato, anche perché quella rossazzurra è stata
una delle poche società, e alla fine anche l'ultima e l'unica, che
si sono battute per cercare di fare emendare quell'articolo 9 della tessera
del tifoso che aveva tutti i profili dell'anticostituzionalità.
Dunque
si ripartirà senza ultras e non è roba da poco, perché
per il Catania da sempre il tifo è stato un elemento in più,
un valore aggiunto, quello che ha aiutato a realizzare grandi imprese.
Ci sarà tutto il resto dello stadio e tutti gli altri tifosi, certamente,
ma quel che mancherà, intanto per questa stagione, potrebbe essere
una grave perdita. In quelle poche domeniche senza tifo delle curve al
Massimino, il ricordo è ancora vivo, anche partite importanti e
decisive sono state giocare in un silenzio devastante, anche per il pubblico
stesso, abituato, spesso, a godere e a servirsi dell'urlo appassionato
di una curva. Di cui adesso dovremo abituarci a fare a meno. 10/07/2010
*
Mirko
e Marta: "Ciao Lorenzo, Mirko e Marta...
partita
la campagna abbonamenti un nervoso ha assalito la nostra mente, non era
presente in noi l'entusiasmo di scoprire il nuovo abbonamento, la fierezza
di uscire dal roma store contenti e convinti, pronti per la nuova stagione
e per la prima trasferta...invece no! Ci troviamo a pensare, a come potrebbe
essere questa nuova stagione calcistica, ad aspettare il comunicato sulle
modalità di vendita dei biglietti per Milano, a sperare che l'intera
parte vera e sana del tifo si trasferisca compatta in un altro settore,
così da lasciare il nome ad una curva e invece gridare come sempre
per 100 minuti in un altro settore, che sia una curva nord, un distinto
una tribuna, che sia la voce a spingere a prescindere dal settore! Noi
ricordiamo di come tantissime persone gridavano giustizia per Gabriele,
ora hanno dato l'ultimo saluto alla parola giustizia tesserandosi per quello
stato che autonomamente toglie la vita...uno stato che poi non paga...
come
sai in tanti momenti si è tentennato, ma poi in questi momenti ti
ricordi chi sei... quel maledetto giorno eravamo a pranzo fuori, erano
2 giorni che ero tornato dall'estero per lavoro, chiamai mio padre e scherzai
al telefono con lui con una battuta...fatale fu quella battuta...piansi
come un bambino, per un'ora intera, non mi capacitavo, mi chiedevo il perchè,
mi chiedevo come e dove può arrivare la follia...se oggi noi non
ci tesseriamo è anche e soprattutto per non dimenticare! Meglio
essere che apparire e se allora essere sarà in un altro settore
che sia, con tutti, compatti, pronti, la stagione sta per iniziare...un
abbraccio a tutti coloro che sono coerenti e che scelgono di essere! M&M".
*
Maglie:"Ciao
Lorenzo,
un
breve commento sulle nuove maglie, dopo alcune riflessioni generali.
1)
Non bisogna sostituire le maglie ad ogni stagione, né ad ogni due,
cinque o dieci. La maglia non si cambia! Pensate che bello avere la stessa
maglia della fondazione (che già fu, se non sbaglio, della Roman)!
Ottantatré anni SEMPRE CON LA STESSA MAGLIA! Da paura! Naturalmente
nei materiali - dico materiali, non forma, né tanto meno nei colori!
- una certa evoluzione sarebbe comprensibile. Poiché l'ignavia prima,
ed il potere consumistico poi, hanno reso / rendono ciò impossibile,
la maglia dovrebbe cambiare il meno possibile! Diciamo, a largheggiare,
non più di 5 o 6 volte in ottantatré anni.
2)
Ormai siamo così rincoglioniti che anche molti tifosi si attendono
nuove divise ad ogni nuova stagione, le aspettano addirittura, trovano
giusto e necessario che ci siano e se sono troppo simili alle precedenti
storcono la bocca! (ricordo commenti di questo tipo anche su questo sito...).
Verrebbe da dire che ce le meritiamo, ma forse si potrebbe invece osservare
che, quando ci si abitua in un certo modo, si conosce solo una realtà,
quando non c'è memoria della tradizione, questo è il risultato.
3)
Come avevo detto in un'altra occasione bastano solo due maglie: l'altra
deve essere bianca con inserti / banda giallorossa. E basta! Terze e quarte
maglie, edizioni ad hoc per le coppe europee ecc. sono tutte cazzate.
4)
La prima maglia (ci dovrebbe essere bisogno di specificare 'prima'?) della
prossima stagione sembra decente, ma che differenza con quella, forse inarrivabile
per semplicità e colori, del 1974-'75 (quella del terzo posto, di
Prati ecc.)! Bella anche la Patrick del secondo scudetto. Ci vorebbe tanto
a tornare a questi modelli? magari imbruttiti e sviliti da sponsor, omini,
marchi ecc., ma almeno i colori!
Ed
ora in particolare sulle nuove maglie:
I)
Già detto.
II)
Brutta, e peggiorata rispetto allo scorso anno.
III)
Orrenda! la cosa peggiore è che almeno qualche volta, per ragioni
commerciali, la dovranno indossare...
IV)
Portiere: mah... una volta il nero era il non-colore dell'arbitro (che
mo so' tutti colorati!): so della maglia nera della Roma negli anni Trenta,
ma è chiaro capire il contesto 'cromatico' dei tempi. E comunque
non durò a lungo, e si tornò al giallorosso... Questa, in
ogni caso, è meno peggio della III maglia.
C'è
solo la ROMA! Livio"
Poccio:
"Abbastanza
soddisfatto della prima maglia, a parte tutti gli ometti-Kappa sulle maniche..
mah
La
seconda non presenta niente di rosso, avrebbe almeno dovuto avere il colletto
e i bordi alle maniche rossi (sarebbe stata una ficata)
La
terza non la giudico nemmeno perchè è una vergogna, spero
non venga mai utilizzata.
Ripropongo
inoltre ciò per il quale ti scrissi già tempo fa:
vorremmo
tutti maglia rossa, pantaloncini bianchi, e calzettoni rossi. No ai calzettoni
neri! Riusciremo a farci sentire in questo senso?
Per
me la divisa della Roma è e sarà per sempre questa
14
luglio 2010: primi riscontri sulle maglie:
"Ciao
Lorè,
Sono
giorni che aspetto questo momento, sono giorni che leggo varie notizie
in merito al prolungamento del rapporto tra la Kappa e la Roma sino al
2017; la notizia di certo non mi ha emozionato, speravo in un ritorno in
grande stile dell'adidas. Da un lato parte perchè sono e rimarrò
sempre un romantico (il primo completino che mi hanno regalato da bambino
vedeva le tre strisce gialle sulle spalle e la scritta barilla sul petto)
e dall'altro perchè tale ritorno avrebbe portato un consistente
indotto alla squadra che amo. Un indotto non tanto in termini economici
dato che, non conoscendo i dettagli del contratto che lega kappa alla Roma
non posso compiere una valutazione attendibile, ma in termini di comunicazione
e presenza sul mercato mondiale. (la sola capillare presenza di negozi
adidas nel mondo e la rispettiva semi-assenza di punti kappa sono un dato
inconfutabile. Il valore di mercato e l'appeal di un prodotto adidas rispetto
ad uno del brand nostrano altrettanto. La grande comunicazione che adidas
mette in piedi dietro ogni operazione commerciale uno ulteriero e così
via. E' incredibile come la società che dovrebbe rappresentarci
riesca a sviluppare solo i lati negativi del calcio industria, senza riuscire
a trarre vantaggi dalla forza del nome che porta.)
Ora
senza addentrarmi troppo nei meandri delle ignobili strategie marketing
della ASRoma (sotto tutti, e dico TUTTI i punti di vista) di cui bisognerebbe
parlarne per mesi; voglio esprimere un giudizio sulle nuove casacche o
mute come ormai preferiscono definerle.
-Nella
stagione 2009/2010 avevo espresso il mio forte gradimento per la capacità
che aveva avuto kappa di seguire (anche perchè eravamo stati molto
rumorosi) i consigli dei tifosi sulle maglie da gioco.
Una
prima divisa ben fatta. (Sgradevole la patacca che recita "wind" ma non
è colpa loro gli omini fuoriluogo sulle spalle, ma passino.
Una
seconda divisa quasi perfetta.
Per
quanto mi riguarda la terza divisa non esiste, si sbizarrissero pure, anche
se si deve rimanere nei termini della decenza.
Con
questi presupposti, sostenuti anche da un intervista all' A.d. di kappa
(mi sembra di ricordare) in cui veniva esternata l'attenzione dell'azienda
verso la richiesta dei tifosi della capitale non si poteva che far meglio
mi son detto e così, per giorni, mi sono sfregato le mani aspettando
di vedere che opera d'arte sarebbe uscita dai laboratori della ex industria
torinese ora in mano alla Basic Net: risultato IGNOBILE.
-Nella
stagione 2010/2011 ci presenteremo sui campi d'Italia e d'Europa con:
Una
prima maglia che tutto sommato accetabile. peggiorata solo dalla presenza
ancor maggiore del logo kappa sulle spalle.
Una
seconda maglia oscena. E' tanto difficile avere una divisa bianca con tutti
e due i nostri colori presenti, per quanto mi riguarda possibilmente rappresentati
da 2 bande una gialla e una rossa orizzontali,verticali o oblique cazzo?
Tra l'altro personalmente condanno anche il lupetto, il nostro simbolo
e ben definito, se si volesse portare avanti una strategia amarcord reclamo
il fascio littorio su scudo sabaudo del primo scudetto.
Della
terza maglia il parere l'ho esposto in riferimento alla stagione appena
conclusa. Anche se uno scambio di maglia tra Adriano e Julio Sergio non
mi sembrava un'ipotesi così sbagliata.
No
alla tessera, si alla passera!
Fabbregas".
Poi:
"Ciao
Lorenzo, ti scrivo subito per le nuove maglie...
Come
dici tu, passabile la prima (però troppi omini), brutta la seconda
(troppo arancione senza rosso) e tremenda la terza!!
MA
NON POSSONO LASCIARE LE STESSE DELL'ANNO SCORSO?? SONO LE MIGLIORI IN ASSOLUTO!!!!
(cmq
dal sito forzaroma.info sembrerebbe che la terza sia tutta nera...) Sempre
con affetto Nicola Corato (BA)
Quella
nera è del portiere.
13
luglio 2010: dietrofront? "In
merito al comunicato in cui un gruppo di tifosi auto scioglieva la Curva
Nord della Lazio, vorremmo fare delle dovute e precise affermazioni. La
Curva Nord, cuore pulsante del tifo Laziale, non può essere consegnata
alle volontà di repressione dello Stato, che con leggi ad hoc anticostituzionali
e ora con la tessera del tifoso vuole spegnere il tifo più caldo
e passionale dello stadio. Per questo lotteremo, come tradizione della
nostra gloriosa curva, per esporre il nostro simbolo e i nostri colori
in tutti gli stadi d’Italia e sostenere la nostra squadra.
Non
dimenticheremo di esternare il nostro dissenso rispetto all’attuale gestione
affarista e senza scrupoli che diventa come negli ultimi anni il punto
cardine della nostra battaglia.
A
FIANCO DELLA LAZIO SEMPRE E COMUNQUE.
Fabrizio
Toffolo
CURVA
NORD".
Grande
è la confusione sotto il cielo della Nord... la situazione è
eccellente, come diceva Mao Tse Tung!
Di
certo ci saranno altri chiarimenti, perché a questo punto non si
capisce se la Nord si fa la tessera del tifoso come i gemellati interisti
oppure no. Oppure se alcuni gruppi sì ed altri no. Chi vivrà
vedrà.
Molto
interessante questo video sulla TdT: http://www.youtube.com/watch?v=2IlKp2bbyLk
Sempre
TdT: "Ciao Lorenzo, Ho visto hai dato voce
a molti tesserati. Beh, onestamente mi fa ridere chi pensa "sono contrario,
ma l'ho fatta". Un progetto economico come la Tdt fallisce se la quantità
domandata si avvicina quanto più possibile allo zero.
Però
come mi ricordo la gente chiamare le radio in difesa di De Rossi contro
Maroni. Ma dove siete ora? Su Facebook? Quante giustificazioni da quinta
elementare bisogna sentire, "me l'ha fatta n'amico di nascosto", "non posso
sta senza a magggica".
Bene
scrematura è fatta! Qui sembra di stare sempre di più in
un laboratorio di controllo della mente umana e l'esperimento prosegue
alla grande. Schedati (perchè la Tdt è una schedatura con
tanto di cartellina che va in Questura), con un bancomat in mano, a quale
pro? Nessuno. Poi volevo sapere se farsi questa tessera a livello
di privacy non comporta qualche problema. Ad esempio se una azienda visionando
la mia "pedina" trovasse Raffaele ..... tifoso della Roma, potrebbe sfavorirmi
rispetto ad un altro sia perchè magari sono tutti laziali o interisti,
oppure perchè magari indirettamente capiscono
che
quando c'è una partita della Roma possa chiedere permessi, o
lavorare in modo "non efficiente" in un pre post partita importante?
Questa
può sembrare una cazzata ma manco troppo, visto a volte si studia
il comportamento di alcuni dipendenti e le varie cause di cali di rendimento...
Sarei
curioso di sapere cosa ne pensi". Dico
solo che la Costituzione non prevede di essere schedati in base allae squadre
per cui si parteggia. Tanto mi basta per non firmare un modulo che la legge
non prevede e che viene imposto.
Ancora
TdT: "Vorrei farVi notare come in un paese
dove la liberta' di stampa è inferiore persino a quella del Gabon
e i giornalisti sono considerati al pari dell'esercito di carte della regina
di picche, sia sparita la notizia tanto prevista della fallimentare partenza
della campagna abbonamenti "dell' ASsettROMA1927EURO(iva inclusa)"...è
vero giornalista che lo vorresti tanto scrivere ma non puoi?altirmenti
ricevi quella telefonata?.....poi come fai ad entrare allo stadio?...è
vero giornalista che lo sapevi, che hai una serie di interviste gia' scritte
..ma non le puoi pubblicare?..altrimenti ti trovi a scrivere per il corriere
dei piccoli????
Ti
ricordi quando sei diventato giornalista?...credevi che certe cose succedevano
solo a piazza Tiananmen..e invece un bel giorno ti sei ritrovato con Maroni
come ministro dell'Interno...da quel giorno il dubbio ti attanaglia : faccio
outing cosi ci metto la faccia o resto un sodomizzato di nascosto?....
AI
POSTERI L'ARDUA SENTENZA!".
Le
nuove maglie della Roma... decente la prima che però ha raddoppiato
gli omini, la seconda peggio dell'anno scorso perché i bordi sono
solo arancioni e non bicolori, inguardabile la terza. A voi i commenti.
13
luglio 2010: e-mail di Livio:
"Pare
che gli sviluppi della situazione societaria della Roma (controllo della
banca, irrevocabile mandato a vendere, rosella gestrice fino alla cessione)
abbiano dato nuovo vigore, se non nuovi argomenti, a coloro che apprezzano
la nostra ex-presidentessa, o almeno non ne valutano negativamente l'attività
svolta.
Secondo
me tuttavia, poiché gli addebiti che le venivano fatti erano oggettivi,
essi permangono tuttora validi e condivisibili. In una mail pubblicata
nel sito il 10 luglio scorso ("Noi non ti abbiamo mai amata [...]") sono
riassunti ed elencati tali addebiti, sui quali non mi pare sia il caso
di aggiungere altro, mentre mi sempra opportuna una riflessione circa i
risultati sportivi conseguiti durante 'l'era Sensi'. Innanzi tutto valuto
improrio accomunare la presidenza di Franco con quella di rosella, come
molti fanno. Il padre è stato un presidente da Roma, che ha combattuto
contro il 'palazzo' ed i poteri occulti ed illeciti che lo dominavamo e
che influenzavano singole gare ed interi tornei. La figlia invece ha agito,
per interessi materiali e di natura personale (in qualità di presidentessa
della Roma, dico; in altri àmbiti non la conosco né m'interessa
conoscerla), da reggicoda del potere, quasi da lenone dei potenti e disonesti
padroni del calcio in Italia. Il tale x? "Un gran signore!"; l'altro? "Un
galantuomo!", un altro ancora? "Un maneger che stimo"...brava...brava rosella...
in fondo che ti frega se questa nobile congrega ci ha fregato due campionati
e ce lo ha emsso nel culo a tutti? in fondo è soltanto la Roma...
in fondo sono soltanto i tifosi della Roma... che vuoi che sia? basta scondinzolare
un po', e qualcosa si rimedia... ancora un po', dài... non basta...
lecca un po', anche, che è buono il sapore del potere, non credi?
Riguardo
ai risultati sportivi conseguiti, come già avevo avuto modo di dire,
vengono per me in seconda battuta rispetto all'integrità morale
ed ai comportamenti che da quella promanano: avrei preferito non vincere,
ma essere rappresentato con coerenza e consapevolezza rispetto alla storia
della Roma e dei suoi tifosi. Tutto qui.
Detto
questo, so bene che il peggio non morto mai, e che al cattivo potrebbe
succedere il pessimo, non per questo dobbiamo dire che il male è
bene, e che rosella sia stata una buona presidentessa della Roma. Presonalmente,
se chi verrà farà peggio, lo contesterò ancora più
duramente. Continuando a tifare ROMA, naturalmente. E contro la tessera
del tifoso. A proposito: l'esito finale della tdt sarà la 'Tessera-del-cittadino-intimidito-ed-obbediente-che-non-può-mai-esprimerei-dissenso":
non so se ci riusciranno, ma sono convinto che ci stanno provando.
C'è
solo la ROMA! Livio".
Disinformazione:
"ciao
lorenzo, volevo dirti una cosa che dimostra ulteriormente (se ce ne fosse
bisogno) quanto la tessera venga spacciata per quello che non è.
oggi passavo al roma store di via appia nuova, e fra la fila (per nulla
considerevole) di gente che stava rinnovando l'abbonamento, c'era una ragazza
che aveva un problema con il modulo della privilege card (non ho capito
bene che tipo di problema), e l'addetto del roma store le ha detto qualcosa,
non ricordo bene il discorso, ma mi ricordo la frase "c'è una disposizione
di legge" che è molto indicativa, in quanto sappiamo tutti che la
tessera non è affatto una disposizione di legge, ma giorno dopo
giorno viene fatta passare sempre di più per tale. e la gente ci
crede senza informarsi. come potremo vincere la lotta alla tessera se c'è
tutta questa disinformazione e tutta questa gente che subisce passivamente?
sono fiducioso, ma i segnali che arrivano non sono per nulla incoraggianti...".
Sappiamo bene che una buona parte dell'opinione pubblica è disinformata
e un'altra parte non ha a cuore principi fondamentali. E' però vero
che non si può auspicare che chi non ha mai fatto nulla ora faccia
qualcosa. E' solo chi è più impegnato e più informato
che può fare qualcosa. Si sa perfettamente che una buona parte della
tifoseria non ha problemi a fare la tessera di Maroni.
Poi
c'è anche chi è informato ma decide, per una ragione o per
l'altra di sottoscriverla ugualmente ma comunque, sia pur in modo minore,
cerca di non utilizzarla in modo economico e strumentale:
Andrea:
premessa
: trovo sacrosanto che i gruppi che sono sempre presenti in casa e non
abbiano la possibilità di avere "priorità" ufficiale o "quasi
" sui biglietti . Essendo un "cane sciolto" o un mister x qualunque e non
avendo conoscenze nelle lottomatiche ( mister x / jollyticket via tiburtina
docet )
mi
diventa difficile se non impossibile reperire i biglietti di volta in volta
( nb sono anche precario , non posso sacrificare permessi e ferie alla
carlona )
l'iniziativa
dei gruppi è NOBILE ma sinceramente non me la sono sentita avendo
ancora davanti agli occhi le gestioni dei biglietti per Manchester - Lione
ecc ecc , ma come dicevo nella premessa credo sia giusto così per
onorare chi è sempre e comunque presente.
Non
penso di avere le "armi" per combattere questa bataglia in prima linea
ergo no tessera no abbonamento biglietti di partita in partita , ma posso
"provare" ( consentimi la presunzione ) a distruggere la tessera
dall'interno , dubito che alla questura i "nomi buoni" arrivino con la
tessera a mio modesto parere già li hanno , anche grazie ai social
network , telefoni controllati e via dicendo siamo già belli che
"schedati" .... (di certo, la questione
è più sottile: posso chiedere il permesso alla Polizia per
abbonarmi in uno Stato degno di questo nome? La schedatura via social network
ecc. ecc. è un qualcosa che NON richiedo personalmente ma che viene
fatta di iniziativa dagli apparati di polizia, la tessera invece è
su mia richiesta: chiedo alla Polziia di essere schedato come tifoso e
quindi di potermi abbonare. Manca solo il numero sul braccio!)
ovviamente
non abiliterò la tdt come visa , ovviamente non usuifrirò
dei vantaggi del Roma Store ( i fan shop della serie B inglese sono di
gran lunga migliori di tutti i Roma Store in città per fare un esempio
... quindi non so che vantaggi potrei avere ) , a me la tdt servirà
"solo" per poter vedere la domenica 11 maglie giallorosse in campo ...
lo so che suona male ... ma è la cruda realtà .. posso però
dimostrarne l'inutilità non usufruendone come vorrebbero ( i soldi
dell'abbonamento comunque li prendevano anche prima , gli extra / il margine
di guadagno è sul resto almeno da me se lo scordano )
conosciamo
la nostra tifoseria , troppi occasionali squali , se le cose vanno bene
vorrei vedere come si recupera il biglietto di volta in volta ( vedi Torino
. Firenze e Parma quest'anno )....onestamente trovo anche fastidioso vedere
bambini di 13/14 anni insultano chi ha aderito ... gente che si è
riscoperta Romanista la domenica di Roma - Atalanta mi piange il cuore
perchè come tifo potremmo essere più compatti , non vorrei
che con la scusa della tdt si arrivasse ad uno scontro "fratricida " ....
è da un pò che pensavo di "buttare" giù due righe
di questo tipo non ci sono Romanisti che si tesserano e Romanisti che non
si tesserano Ci sono Romanisti e basta ... Romanisti non Romanistoni
sia chiaro in conclusione trovo ingiusta la tessera del tifoso ma l'unico
contributo che posso dare è aderire e limitarne al minimo
indispensabile ( abbonamento ) l'utilizzo ...
la
visa , i sconti sugli orrendi prodotti del Roma Store , i pulmann organizzati
da Rosella ecc ecc se li possono tenere Un Saluto
Come
detto, credo che questo problema sia relativo. Ognuno fa quel che vuole,
soprattutto se non fa parte di gruppi che sono sorretti anche da una linea
di pensiero che tende a boicottare radicalmente l'ennesimo prodotto del
calcio moderno. E' certo che la TdT si combatte in primis non facendola
(in seno al mondo ultras vi sono poi scelte ancor più radicali come
non fare neanche il biglietto, o farlo in altro settore, o togliere pezze
e striscioni, o non fare più tifo organizzato e via dicendo); in
secondo luogo - per chi comunque decide di farla - non abilitarla come
carta di debito e utilizzarla il minimo indispensabile, anche se si rientrerà
inevitabilmente nella statistica di coloro che hanno apprezzato il prodotto
che, potenzialmente, possono sempre decidere di attivare un giorno o l'altro
. Personalmente - ripeto, personalmente - reputo superato nel 2010 lo stesso
concetto di gruppo ultras e di territorio cui lo stesso è legato.
Consequenzialmente anche lo stesso concetto di tifo organizzato secondo
i vecchi canoni. Però in ogni città le realtà sono
diverse e, spesso, all'interno di una stessa curva.
Riccardo
di Firenze: "Ciao Lorenzo... giusto per
segnalarti l'ennesima "svista" sul sito ufficiale della roma..... c'è
scritto che gli abbonamenti si possono fare anche tramite call center!!!!
e invece.....ho chiamato adesso e mi hanno risposto che SICCOME C'è
LA TESSERA DEL TIFOSO da quest'anno non si può più rinnovare
l'abbonamento tramite call center! ma dovete andare in una ricevitoria!!!
che
ovviamente a Firenze non c'è ! mi tocca già fare la prima
trasferta! grazie lottomatica!!!!! Riccardo".
Un
articolo di Massimo Checchini per la nordica Gazzetta dello Sport:
Roma
ci credi? Ma la caccia all'abbonamento è a ostacoli
Più
forte la passione o l’ideologia? Più grande la fiducia o lo scetticismo?
Da oggi alle 15 si saprà. A materializzare dati e sensazioni toccherà
a loro, ai tifosi giallorossi, che decideranno come impegnare il loro denaro
e la loro voce per la Roma, aderendo o meno alla campagna abbonamenti.
Incontri
Istruzioni per l’uso: la prossima sarà una sorta di anno zero, visto
che per ottenere la tessera occorrerà avere la discussa card del
tifoso. Inutile dire come questo, almeno all’inizio, potrebbe allontanare
parte degli ultrà (non solo....),
fortemente contrari all’iniziativa del Ministero dell’Interno, ma il futuro
sembra scritto e si vedrà se — dopo la serie di incontri avuti con
rappresentanti della società — decideranno se sottostare alla nuova
legge oppure rinunciare alla partita (non
è esattamente così: a) non è una legge; b) non si
deve necessariamente rinunciare alla partita).
Quota
15.000 Da dove si parte? Dai 24.454 abbonati della scorsa stagione e dalle
15.000 prelazioni per la tessera del tifoso che la Roma ha ricevuto. Postilla:
per ora i riscontri di polizia del Ministero sono in ritardo (davvero?
Lo avevamo già previsto.... l'importante è far fare le tessere
(ooops, le carte di credito), i controlli sono in ritardo ma chi se ne
importa della "sicurezza"!), ma per il campionato
arriveranno. Perciò, coloro che chiederanno la tessera e l’abbonamento
confidando negli omessi controlli (quindi
secondo il Cecchini un diffidato si fa la tessera del tifoso e addirittura
spende i soldi per l'abbonamento sperando nell'omesso controllo... secondo
lui non lo arrestano alla prima giornata appena varchi il cancello, sempre
se non sei costretto a firmare in questura!),
se le vedranno poi revocate senza rimborsi (ah,
pure senza rimborso... chissà quale articolo del Codice Civle prevede
una cosa del genere.... E' una multa? Una sanzione? Dove è scritta?).
Ma andiamo avanti. Le stime dicono che l’80% di questi 15.000 (cioè
12.000) si trasformeranno in abbonamenti veri e propri fino al 12 agosto.
Considerata la crisi economica, anche un abbonamento può pesare
sul bilancio di una famiglia, ma un dato va sottolineato: i prezzi sono
immutati dal 2002. Cioè, tenuto conto di un’inflazione media pari
al 3% annuo, il costo è diminuita rispetto ad 8 anni fa di circa
il 25% (già, peccato che nel paniere
di una famiglia media - volete le famiglie allo stadio no? - l'abbonamento
per tutta la famiglia sia comunque una spesa che in un momento di crisi
è preferibile destinare ad altro).
Tessera
e politica. L’impressione, comunque, è che la Roma si attenda un
calo degli abbonati rispetto alla scorsa stagione pari a circa il 10-20%,
nonostante i possessori della tessera avranno l’ingresso gratuito per la
prima partita interna di Champions. D’altronde il problema, per lo zoccolo
duro del tifo, è legato alla tessera del tifoso, dal costo di 15
euro. È una schedatura o un’opportunità? I pareri sono discordi.
Al Milan dal 2008 l’hanno già sottoscritta in 260.000, all’Inter
dal 2009 in 80.000, ma comunque la si giudichi una cosa è certa:
è una legge (no: è una circolare.
E' la stessa differenza che passa tra il colore bianco e il colore nero).
D’altronde, avete mai provato a richiedere una carta di credito o un telepass?
(Sì:
non ho mai chiesto, per avere la carta di credito o il Telepass, il nulla
osta della Questura). Ma nel paese del Grande
Fratello e dei reality show ad altissimi indici di ascolto (che
difatti le persone pensanti, tra cui includo gli ultras, non seguono ed
anzi disprezzano) la privacy viene invocata
solo quando si sposa con la sicurezza (vedi decreto legge sulle intercettazioni).
In ogni caso, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma una domanda
è da porsi: ci sarà il rischio di vedere la Curva Sud vuota
nelle partite di cartello? Già, perché il rischio è
questo. Chi non intendesse chiedere la tessera del tifoso e puntasse a
comprare i singoli biglietti dei match — spendendo di più ma rivendicando
la propria libertà (non mi sembra sia
cosa da poco...) — potrebbe non farcela. L’interpretazione
ristretta della norma, infatti, prevede che nei match di cartello (anche
all’Olimpico) giudicati a rischio non si potranno vendere neppure i singoli
biglietti a chi non avrà la nuova card. Insomma, il derby, Inter,
Milan, Juve, Brescia, Napoli, Genoa e un pacchetto di altre partite risulteranno
off limits (Perfetto. E' esattamente quello
che vogliamo. Noi vogliamo - pagando il relativo sacrificio - che a Roma/Juventus
ci siano 18mila spettatori. Lo stadio semivuoto).
Sarà così? Dipenderà dalla politica, cioè della
voglia d’imporre fin da subito norme certe (qui
hanno imposto e basta. Norme non ce ne sono).
Di sicuro la polizia è preparata anche a picchettaggi della Curva
da parte di tifosi (?) che volessero impedire agli abbonati di entrare,
così da imporre a tutti il loro dissenso (questa
asserzione non poteva di certo mancare. Credo che di tutto i gruppi abbiano
parlato tranne di picchettaggi). Insomma,
i timori sono tanti. Ma il calcio italiano ci ha abituato sempre ai melodrammi.
L’importante è che non si trasformino in tragedie
(che
vuol dire? Quali tragedie? Omicidi? Stragi? Violenze? In modo assolutamente
democratico si è deciso di non fare, pagando sulla prorpia pelle,
una TdT che è una vera e propria BUFFONATA inventata per compiacere
banche e circuiti di pagamento. Perché ammantare di tinte fosche
quello che è un sacrosanto diritto al dissenso? Massimo Cecchini
può tranquillamente replicare. Sono qui.).
*
E ora,
un po' di reati compiuti da criminali negli stadi:
Fiorentina/Roma
1982/83
|
Roma/Napoli
1980/81
|
Roma/Inter
1986/87
|
Napoli/Roma
1982/83
|
12
luglio 2010: continuano i comunicati delle
tifoserie italiane:
COMUNICATO
DIRETTIVO "GUBBIO SUPPORTERS"
GUBBIO
SUPPORTERS CONTRO LA TESSERA DEL TIFOSO!
Ormai
la stagione calcistica 2010/2011 è alle porte e come tutti ormai
sanno il prossimo anno entrerà in vigore la tanto chiacchierata
tessera del tifoso:
-
Siamo convinti che la tessera del tifoso serva solo per una questione di
denaro in quanto gli unici a guadagnarci siano le banche.
-
Siamo convinti che per accedere dentro uno stadio non serva il consenso
di un questore.
-
Siamo convinti che la tessera del tifoso sia solo una schedatura di massa.
-
Siamo convinti che bisogna sempre lottare per essere uomini liberi.
-
Siamo convinti che una promozione in 1° divisione attesa per un secolo
non possa mettere da una parte i nostri valori e ideali di cui ci siamo
sempre contraddistinti, vantati e di cui NON FAREMO MAI A MENO.
-
SIAMO ESTREMAMENTE CONVINTI CHE QUELLO CHE STIAMO FACENDO SIA LA SCELTA
GIUSTA E MAI E POI MAI FAREMO UN PASSO INDIETRO!
Detto
ciò comunichiamo che i GUBBIO SUPPORTERS non sottoscriveranno l'abbonamento
per la stagione 2010/2011 in quanto sarà automaticamente obbligatorio
sottoscrivere la tessera del tifoso e auspicano che tutti gli eugubini
che hanno a cuore la propria libertà aprano gli occhi e dicano NO
ALLA TESSERA DEL TIFOSO!
GLI
STADI LI FREQUENTIAMO ALLE NOSTRE CONDIZIONI!
ULTRAS
LIBERI
DIRETTIVO
"GUBBIO SUPPORTERS"
Su
questo link già vendono i biglietti per la Supercoppa: http://www.worldticketshop.com/tickets/inter_milan_tickets?network=cleafs
11
luglio 2010: un articolo da Forzaroma.info:
"Curiosità:
ecco perché per gli alfieri dei Roma Club la Tessera del Tifoso
non è obbligatoria
Sabato
10 Luglio 2010 19:04
E’
stato un argomento spesso al centro di discussioni tra i tifosi della Roma.
Tra le tante domande c'era anche questa: ma per gli alfieri dei Roma Club
la Tessera del tifoso è obbligatoria? La risposta è NO.
Gli
alfieri, infatti, cioè i due rappresentanti che ogni Roma Club ha
sugli spalti per portare lo striscione di rappresentanza, entrano allo
stadio con un biglietto omaggio e non con un abbonamento. E allora il Ddl
parla chiaro e la regola è che “se si vuole utilizzare una qualsiasi
tessera di abbonamento (a pagamento, omaggio, di servizio, ecc.) è
obbligatorio essere titolari di Tessera del Tifoso; se non si è
titolari di Tessera del Tifoso e non ci sono limitazioni sull’evento imposte
dai vari organi (Osservatorio, CASMS, Prefetto) si può entrare allo
stadio esclusivamente con il biglietto (pagamento, omaggio, di servizio,
ecc.). E quelli che l’AS Roma dà agli alfieri dei Roma Club sono
“biglietti di servizio stadio” M.L.".
Vabbé,
ma allora anche tra i tifosi non alfieri la tessera non è obbligatoria.
Sempre
da Forzaroma.info:
"Curioso
errore sul comunicato della AS Roma che annuncia l'apertura della campagna
abbonamenti per la prossima stagione. Nel testo delle modalità di
rilascio, disponibile sul sito internet della società giallorossa,
viene riportato che "Tutti gli abbonamenti della stagione 2010/2011 sono
anche validi per la prima gara casalinga della fase a gironi della UEFA
EUROPA LEAGUE 2010/2011." mentre la Roma quest'anno disputerà la
Champions League". Anche qui, non è
un errore: non lo sapevano! |
|
*
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Como,
01/07/2010
LA
TESSERA .... CHE NON FAREMO....
ed
eccoci di nuovo qui.... una nuova campagna abbonamenti si apre... si apre
la corsa all'agevolazione di non fare il biglietto una domenica sì
e una no .... si apre una corsa alla quale i ragazzi/e della Curva non
parteciperanno..... nessuno di noi riempirà le striminzite file
di quest'evento... nessuno di noi farà la TESSERA DEL TIFOSO....
l'abbonamento si fà per passione e non per obbligo....l'abbonamento
si fà perchè si vuole tifare e dare sostegno , non per agevolare
gli introiti... l'abbonamento si fà perchè si crede, non
perchè si spera....
NOI
NON APPOGGIAMO QUESTA FORMULA DI MERCATO...
faremo
il biglietto per ogni singola partita.... sosterremo i nostri colori sempre,
ovunque e comunque... PERCHE'? ... perchè ci siamo informati, perchè
abbiamo studiato e abbiamo delle risposte:
-
la tessera del tifoso garantisce l'accesso a tutte le competizioni?
(NO
l'accesso può comunque essere vietato anche ai possessori della
tessera del tifoso su prescrizione dell'osservatori o a discrezione della
questura)
-
sarà sempre gratis? (NO tante sono le società che la fanno
pagare e utilizzano già il circuito VISA)
-
l'anno prossimo il COMO avrà tifosi in trasferta? (NO, se non sarà
consentito l'accesso a settori diversi da quello ospiti)
-
la società di appartenenza decide se sono idoneo a tifare COMO?
(NO, decide la questura)
-
volete altri motivi? (NO, a noi questi bastano...e a VOI?)....
UNO
STADIO SENZA CURVA
UNO
STADIO SENZA CUORE |
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Filippo:
"Ciao
colgo l'occasione per farti i complimenti per il sito, almeno per me un
punto di riferimento per trovare informazioni circa la Curva, la mia Curva.
Ebbene anche io quest'anno non rinnoverò l'abbonamento a causa della
Tessera del Tifoso, non perchè non possa averla ma per il fatto
che la ritengo uno strumento di controllo e marketing che gioverà
soltanto alle banche e permetterà di tenerci tutti sotto una rigida
e perversa sorveglianza che limita la mia libertà di tifoso e soprattutto
di cittadino. Per questo dopo aver visto la pubblicità sulla Tdt
mandato in onda sulla rai ho deciso di fare un contro-spot che ti volevo
segnalare al seguente link: http://www.youtube.com/watch?v=T756ZiJYHkA.
Ti ringrazio e saluto facendo ancora i complimenti".
Domanda:
"lorenzo
solo una domanda..scattando lunedì la campagna abbonamenti e essendo
ancora na circolare la tessera...chi mi obbliga a doverla esibire per fare
l'abbonamento visto che non è una legge?? In che modo gli possiamo
rompere le palle per questa situazione...sekko".
Lo ha detto il Ministro Maroni. Se il Ministro Maroni diceva che per fare
l'abbonamento della Roma dovevate tutti farvi un tuffo nel Tevere il 1°
gennaio, la Roma avrebbe detto che dovevate portare la foto di Capodanno.
Il modo migliore per rompergli le palle è non andarci o, se ci si
va, pretendere di fare l'abbonamento senza tessera perché non c'è
una legge al riguardo. Vi diranno comunque di no ma porterà a disfunzioni
utili.
Alessandro:
"Ciao
Lorenzo, ti scrivo solo per comunicarti, ma tanto già lo sai, che
adesso inizia veramente il momento difficile, il momento in cui dobbiamo
di più stringere i denti: la prelazione sugli abbonamenti per la
prossima stagione... dal 12 al 21 Luglio! Dobbiamo resistere...IO, dopo
20 anni, NON MI TESSERO! un saluto Alessandro".
Se i ragazzi sono uniti non saranno mai sconfitti.
*
Mi
viene segnalato che: "9/7/2010 Anche al
concerto di ligabue, cori contro la tessera del tifoso... Fila 8-9-10".
*
E-mail:
"Ciao
Lorenzo avevo una domanda riguardo alla finale di supercoppa italiana,
si potra prendere il settore ospiti LIBERAMENTE oppure si dovra essere
in possesso della tdt ? la tdt deve essere adottata anche per le partite
di coppa italia ? Ed infine, dato che la (sig) prelazione per gli abbonamenti
finsice il 21 luglio, presumo la campagna abbonamenti inizi su di li, ed
essendo 60 giorni necessari per il nulla osta della questura anche se io
mi volessi abbonare ed avere la famigerata tessera essa non sarebbe
pronta dunque per il 21 agosto data della finale con i neroblu tesserati.
ed
infine per quella persona che dice "4 ragazzini credono che sia giusto
che in curva se sventoli na bandiera per 90 minuti. "
beh
magari ce ne fossero 700 de ragazzini che credono sia giusto che in curva
si sventoli epr 90 mintui , PERCHè COSI è !! Luca".
Come
prevedevo, per ora non danno nessuna tessera, bisogna fare una autocertificazione
con la quale si dichiara di averla richiesta. Supercoppa: è il Prefetto
di Milano che deciderà chi può entrare e chi no, come nei
migliori stati di polizia.
*
Interessante
videoservizio:
http://www.youtube.com/v/2IlKp2bbyLk&color1=0xb1b1b1&color2=0xd0d0d0&hl=it_
*
E'
iniziato ieri il torneo "Memorial Fabio Testadiferro". Molto ben organizzato,
oggi vede la finale Fedayn/Opposta Fazione a Piazza Epiro alle ore 15.00.
*
Diego:
"Siccome
ti avranno scritto tanti su questa mail rispondo brevemente anche perche
non è un forum il sito tuo....
"perché
4 ragazzini credono che sia giusto che in curva se sventoli na bandiera
per 90 minuti." SU QUESTA FRASE SE SPIEGA
PERCHE LA CURVA DI OGGI FA SCHIFO E PENSO SEMPRE CHE POTREBBE ESSERE UN
OCCASIONE QUESTA TESSERA DEL TIFOSO PER NON AVERE QUESTA GENTE TRA NOI".
*
Motta:
"Ciao
Lorenzo, solo una cosa in merito alla cessione di Motta. Ho letto da parte
di qualcuno che il giocatore è andato alla Juve per 5 mln. In realtà
5 milioni è il prezzo che la Juve PUO' pagare qualora volesse riscattarlo.
Quindi la Roma ha sì perso i soldi di metà cartellino ma
se lo avesse vinto alle buste, oltre a pagargli l'ingaggio (quest'anno
non ha mai giocato e quando lo ha fatto è stato disastroso, vedi
Livorno) non avrebbe avuto la certezza di ricavare qualcosa nell'immediato
cedendolo definitivamente. A presto Andrea".
*
Altre
tematiche importanti: "la decisione di
ieri, al contrario di come molti pensano, potrebbe ritorcersi molto facilmente
verso l'inter, qualora la roma lo volesse
visto
che moratti è stato punito per aver avuto contatti con preziosi,
la roma (quale società interessata) può fare domanda alla
commissione trasferimenti della figc (art. 47) per chiedere legittimamente
la nullità ex tunc dei due contratti, con le conseguenti penalizzazioni
per l'inter.
ho
allegato una copia di un eventuale ricorso che potrebbe presentare, fate
girare questa notizia se la roma facesse questo ricorso avrebbe buone possibilità
di diventare campione d'italia (come merita) non è tanto per il
titolo, che sarebbe di cartone, ma per punire questi che sono diventati
la nuova juve... gianluca". Ecco qui il
ricorso in pdf. Per l'A.S. Roma: il ricorso
è già fatto, mi sembra anche molto bene....
10
luglio 2010: bell'articolo di Massimo Fini:
Calcio,
anatomia di un omicidio
di
Massimo Fini
Nel
mio libro, Il denaro. “Sterco del demonio”, del 1998, fra i vari esempi
di come l'eccesso di razionalizzazione economica finisce per distruggere
il contenuto dell'oggetto cui viene applicata, portavo, fra gli altri,
il calcio. Del resto già nel 1982, con l'introduzione in Italia
del "terzo straniero" avevo preconizzato che il calcio, ridotto a puro
business, benché resti "il gioco più bello del mondo", sarebbe
andato lentamente a morire. Perché il calcio, checché ne
pensino i suoi reggitori degli ultimi trent'anni, privi non solo di cultura
sportiva ma semplicemente di cultura, prima di essere spettacolo, prima
di essere gioco, prima di essere sport è rito. Ed è proprio
il rito che è stato distrutto dal denaro.
Così
scrivevo nel 1998:
“Per
un secolo il calcio è stato una grande festa nazional-popolare,
interclassista, che si celebrava la domenica, in sostituzione di altre
cadute in disuso. Attorno alla partita si coagulavano elementi rituali,
mitici, simbolici, sentimentali, emotivi che, al di là del gioco
e dello spettacolo, costituivano la vera ragione della passione per il
calcio: il riconoscersi in una squadra, nella sua storia, nella sua tradizione,
nei suoi colori, nelle sue maglie, in certi giocatori simbolo, nel suo
carattere la cui continuità era assicurata dal passaggio di testimone
di generazione in generazione, fra gli "anziani" e i giovani del vivaio
e della "Primavera". Il business ha emarginato tutti questi elementi a
favore di uno spettacolo asettico e buono per tutte le bocche, in particolare
per quelle del consumatore televisivo: oggi in Italia e in Europa (cioè
dove c'è il centro di questo business) ci sono società con
tredici stranieri, altre che mandano in campo fino a otto giocatori di
colore, gli atleti cambiano squadra ogni anno, per essere sostituiti da
"novità" ritenute più stuzzicanti, o addirittura durante
il campionato, non esistono più i giocatori simbolo e persino le
maglie, per esigenze degli sponsor, vengono spesso cambiate. Ogni processo
di identificazione è diventato impossibile. Nel frattempo la politica
degli abbonamenti e dei prezzi ha tolto al calcio da stadio il suo contenuto
interclassista: la suburra va dietro le porte e gli altri, a seconda del
loro status, nelle diverse tribune. Ma non è finita. Entro un anno
o due il campionato invece di svolgersi la domenica verrà "spalmato"
su quattro giorni della settimana. (cosa poi avvenuta: che strano effetto
leggere in Fini lo sgomento per una pratica oggi così comunemente
accettata ma foriera di tanti problemi, ndr) “Sono scelte dettate da precise
e improrogabili leggi di mercato” dicono gli addetti ai lavori (La Stampa,
4/9/97). Giocare in giorni diversi e anche in orari diversi (con buona
pace della regolarità della competizione) permette infatti alle
pay tv e alle pay per view (e anche questa è una ferita mortale
al calcio come "festa di tutti") e alle stesse società di fare affari
colossali. Se non ci si è ancora arrivati è per il conflitto
con altre ragioni economiche: il Totocalcio non è pronto. Quando
ci sarà il Totocalcio online, cioè la possibilità
di giocare per telefono o per fax (il che elimina anche il sub-rito collettivo
della schedina giocata al bar con gli amici) si darà il via. Tutto
molto razionale, molto logico ed “economically correct” ma il risultato
è questo: la Festa, il rito domenicale, quello della vigilia, l'identificazione,
il simbolismo, il ritrovarsi in modo comunitario, cioè i contenuti
sentimentali e sociali del calcio, quanto in esso vi è di concretamente
umano, sono stati sacrificati all'astrazione-denaro. Al loro posto resta
la vuota forma della partita che domani potrebbe diventare come tutto il
resto, virtuale. Ad ogni buon conto il calcio va a ridursi a un qualunque
spettacolo televisivo, ad una Domenica in da fruirsi solipsisticamente
a casa. Perdendo tutti i suoi contenuti specifici susciterà un interesse
sempre più generico, vago, intercambiabile che, come tale, prima
o poi svanirà. Così gli apprendisti stregoni avranno ucciso
"la gallina dalle uova d'oro" e il razionalismo della forma-denaro avrà
realizzato, è il caso di dirlo, l'ennesimo autogol”(Il
Denaro. "Sterco del demonio", Marsilio, 1998, p.237).
Qualche
anno fa, in una domenica canicolare di giugno, gli ultras, i terribili
ultras, i demonizzati ultras, in rappresentanza delle tifoserie di 78 società
di A, di B, di C e delle serie minori fecero a Milano, davanti alla sede
della Figc, una civilissima manifestazione al grido di “Ridateci il calcio
di una volta!”. Ma furono snobbati. Persino la Gazzetta diede la notizia
– a me pareva tale – in un corsivetto. E se dal 1982 il calcio da stadio
ha perso il 40% degli spettatori non è solo perché è
stato trasferito in Rete, ma perché molti ragazzi preferiscono avvicinarsi
a sport meno contaminati dal business, che mantengono quei valori che il
calcio ha avuto per un secolo, come il rugby, la pallanuoto, l'hockey (alla
fine degli Ottanta Berlusconi, grande corruttore anche in questo campo,
tentò con l'hockey su ghiaccio lo stesso scherzetto che aveva fatto
col Milan: comprò l'intera squadra che quell'anno aveva vinto il
campionato, mi pare il Como, e la chiamò Hockey Milano. Ma tutta
la Milano hockeysta si mise a tifare contro l'Hockey Milano e dopo un anno
il Cavaliere fu costretto a lasciar perdere). Per parte mia ho poco o nulla
da aggiungere a quello che scrissi nel 1998 se non che, nel frattempo,
tutti gli elementi del business sono stati ulteriormente enfatizzati. E
mi fa specie vedere che le "vispe terese" arrivino solo adesso a capire
che qualcosa non funziona e unicamente perché la Nazionale ha fatto
una pessima figura ai Mondiali che con la sostanza del discorso c'entra
poco perché il declassamento del calcio a business è un fenomeno
che riguarda tutto il Primo Mondo (il Terzo, essendo ancora all'inizio
di questa parabola, per il momento si salva). Scrive Fabio Monti in un'inchiesta
del Corriere: “I presidenti sono stati solerti nello svuotare gli stadi
e a riempire gli studi, prima vendendo e poi svendendo alle televisioni
tutto il prodotto calcio, senza freni e senza ritegno. Per creare palinsesti
sempre più appetibili si modificano orari e calendari”. Bene. Bravi.
Bis. Ma arrivate sempre con una dozzina di anni di ritardo, quando la frittata
è fatta. Ma c'è un altro dato molto significativo che va
ben oltre il calcio. Pur avendo puntato sul business il calcio italiano
è riuscito nell'impresa di essere sotto di due miliardi di euro,
così come il modello di sviluppo occidentale pur avendo puntato
tutto sull'economia, marginalizzando ogni altra esigenza dell'essere umano,
sta fallendo anche e proprio nell'economia. Al di là del calcio
ciò dovrebbe indurre la gente a riflettere su questo modello paranoico,
sul tipo di vita che sta conducendo e sul Moloch (il denaro, il Mercato,
la competitività) cui sta sacrificando tutto il resto. Peraltro
questo era il senso di Denaro. Sterco del demonio".
Ho
trovato un articoletto significativo su certe dinamiche:
"Lo
Stretford End... è una specie di scuola della violenza, dove giovani
promettenti possono studiare l'arte dell'intimidazione. Quest'anno la società
ha fatto installare un'inferriata di metallo tra i tifosi e il campo. L'impressione
suscitata è quella di una gabbia, formidabile e costosa, eretta
da uno zoo per contenere i temuti animali di cui ha bisogno. Il suo effetto
è stato quello di rendere quelle gradinate ancora più esclusive
e di trasformarne gli occupanti in una élite" (The Observer, 1°
dicembre 1974).
E-mail
di Daniele: "Ciao lorenzo. Premesso che
rispetto il pensiero di tutti, vorrei chiedere a tutte le persone che oggi
si indignano per la TdT dov’erano negli ultimi anni quando, ai caselli
di tutta italia, ci aspettava la digos con la telecamera e ci riprendeva
in faccia con il documento in mano in bella vista? Sento parlare di LIBERTA’.
E dov’era sta gente quando la curva se tappezzava di svastiche e celtiche,
simboli di oppressione e dittatura? Qualcuno dice che chi si tessera è
complice. Mio padre dopo 45anni di stadio ha smesso perché 4 ragazzini
credono che sia giusto che in curva se sventoli na bandiera per 90 minuti.
Perché loro devono comparire le foto. E il buco che c’è in
curva negli ultimi 4 anni dietro quelle bandiere è sintomo di cosa?
Non è una imposizione? La gente come reagisce? Si scansa. E io dovrei
essere complice di questa gente? Io tutta sta mentalità non la vedo.
Ci sono sicuramente persone che danno la propria vita per la Roma. Io non
credo che la tessera gli rubi niente che non gli sia già stato tolto.
Trovo un po di ipocrisia e ignoranza in una guerra senza vittime. Ognuno
libero di pensare quello che vuole, ma nessuno si senta più tifoso
di un altro. Forse non mi farò sta maledetta tessera neanche io,
dopo 25 anni di stadio (io ne ho 29), ma i miei motivi sono altri, e sono
legati alla fine di un epoca. Forse opterò per un settore diverso.
Chi vivrà vedrà. Forza ROMA. Daniele".
Mah,
in realtà chi segue questo sito da anni si è sempre indignato.
Ricordo bene un Verona/Roma del 1999/2000 quando arrivati nella città
scaligera in sole 100 persone trovammo la telecamerina che ci riprendeva
come criminali. Dicemmo, "vabbé, allora torniamo indietro"
facendo dietrofront e gettando nel panico chi aveva usato questo metodo.
Per quanto riguarda celtiche e svastiche, il problema non è quello.
Ci sono anche sui muri di Roma da sempre e quindi non mi fa più
impressione un simbolo allo stadio di quanta me ne possa fare su una mattonella
davanti casa mia. Quelli sono segni esteriori di impatto visivo ma non
limitativi di libertà in senso pratico. Ciò che concretamente
può comportare una limitazione reale di libertà sono le leggi
ma, ancor più, le circolari che vengono spacciate per leggi. Per
quanto riguarda le bandiere in curva, rimango dell'idea che la curva di
casa debba essere quella più folkloristica e che quindi non abbia
senso lamentarsi se viene sventolata una bandiera. Del resto in uno stadio
ci sono settori in cui la partita si vede allo stesso modo e allo stesso
prezzo e non capisco per quale motivo si voglia godere dello stare nel
settore più passionale senza, in fondo, farne realmente parte. Il
buco in curva che si vede dietro i bandieroni è in effetti brutto
a vedersi ma la curva, del resto è cambiata, tanto che c'è
persino spazio per spostarsi, cosa che negli anni '80 non poteva accadere
tanto eravamo stipati. Senza offesa, io preferisco essere complice di uno
che sventola la bandiera per 90° piuttosto che di qualcuno che lascia
lo stadio dopo 45 anni per questa ragione (ricordo che qualche fumogeno
è stato acceso negli anni '80... per una ventina di minuti manco
vedevi la pista d'atletica... com'è che non ha lasciato prima lo
stadio?)! Biglietti nominativi, riprese video, posti numerati: si è
sempre protestato contro questi rimedi, ovviamente inefficaci. Con la TdT
si è andati troppo oltre: a priori bisogna chiedere il permesso
alla polizia per potersi abbonare, senza che una legge lo preveda. Altro
che bandiera con la svastica!
*
Rosella
story, ancora Gianluca:
"Ti
chiedo scusa se ho utilizzato malamente un espressione che effettivamente
non hai coniato, nel tuo interessante post non hai mai scritto che la famiglia
Sensi si sia arricchita con la Roma.
Come
hai ben spiegato nella replica il concetto principale sul quale hai voluto
focalizzare l'obiettivo è questo:
"Comunque,
termino, con lo stesso concetto del mio precedente post: no alla
favola che la italpetroli è in dissesto per la Roma, l’italpetroli
vivrà grazie alla as Roma e, scusatemi se sono presuntuoso, ma sfido
chiunque a dire il contrario".
Sono
con te che questa frase non è identica a quella utilizzata da me
"la famiglia Sensi si è arricchita con la Roma" ma ci si avvicina
molto, starai con me che il senso potrebbe sembrare quello. Per riassumere,
sostieni che Italpetroli vivrà grazie alla Roma, personalmente questa
frase la interpreto come la famiglia Sensi deve ringraziare la AS Roma,
per la vita futura di Italpetroli. Ma quale futuro c'è tra Italpetroli
e famiglia Sensi se oggi Unicredit sottoscrivendo l'accordo diventa proprietaria
del 100% di Italpetroli?
Mi
vorresti dire che la famiglia Sensi deve ringraziare l'AS Roma se gli vengono
dati come buoni uscita 60 milioni di Euro come sostieni (la stampa
riporta 25/30 milioni) buonuscita di un patrimonio stimato negli anni 90
superiore ai 1000 miliardi?
Ma
andiamo avanti, nella prima parte del tuo pensiero scrivi:
"no
alla favola che la italpetroli è in dissesto per la Roma"
Io
non ho dati per dire se è per la Roma o per altro, il buon senso
mi dice di si, come sopra ti ho riportato una famiglia che ha un patrimonio
di oltre 1000 miliardi negli anni 90 oggi rimane con il 5/10% (considerando
la svalutazione) dello stesso, ha chiaramente avuto dei problemi
dalla gestione. Per dirla in parole povere se nei primi anni 90 non comprava
la Roma, non credo che la holding di famiglia sia rimasta con pochi spiccioli,
ma sono solo chiacchiere impossibili da provare.
Di
mio penso, che la distrazione delle energie economiche e delle risorse
umane su un asset che era nato più per gioco che per arricchirsi,
abbia avuto un ruolo decisivo, ma voglio fare la persona precisa che vuole
commentare solo i fatti, ed ora mi ritrovo per la prima volta una cifra,
un numero, scrivi che l'operazione Gioia Tauro è costata 340 milioni
solo come esborso iniziale, permetti che vorrei almeno leggere un documento,
un articolo di giornale, qualcosa? Sennò quà passa
tutto, non è assolutamente per screditare la tua fonte o il tuo
ricordo, ma non credi sarebbe interessante conoscere questi dati? Ti ringrazio
per il link che parla di Gioia Tauro, ma sono più interessato ad
altro.
Se
oggi faccio una ricerca e mi accorgo che hanno spesso 600 milioni per Gioia
Tauro, e che oggi l'investimento fatto vale 50 milioni, potrei assolutamente
darti ragione. Io non ho preconcetti, sulla Sensi sottoscrivo tutto quello
che hai scritto, quando scrivi che la ritieni la migliore manager europea
a livello calcistico, purtroppo carente nella comunicazione (nel merchandising
e sopratutto nei rapporti con i tifosi aggiungo io), sul resto aspetto
di sapere la verità, di conoscere dati oggettivamente certi così
potrò darti ragione o no. Gianluca".
Mi
intrometto nella querelle... Gianluca conosce la mia opinione... la Roma
non è più proprietà della famiglia Sensi che per me
per la Roma non si è svenata e non ci ha affatto rimesso. Rosy,
però, continuerà a gestirla fino a quando non verrà
individuato un compratore. Voglio sperare che il ruolo di Presidente della
Roma non costi 1.200.000 euro l'anno a Unicredit come è costato
alla Roma sinora. Ma voglio lanciare una proposta: per 3mila euro al mese
lascio la mia professione e il Presidente lo faccio io insieme a Gianluca.
Che dici, potremmo far meglio di Rosy? Ci stai Gianlù? ;-)
*
Mi
è poi arrivata questa e-mail:
L'amore
è una condizione dell'anima.
Non
si può pretendere,non si può acquistare,non si può
estorcere.
Nessuno
può obbligarti ad amare qualcosa o qualcuno....forse possono arrivare
al tuo fisico non certo al tuo cuore. Il tifoso di calcio è un amante
romantico e illuso....illuso perchè sogna,spera,lotta e ancora crede
nella parte imponderabile di qusto sport...uno sport per noi metafora di
vita.
Non
ti abbiamo mai amato perchè tu non hai mai rispettato questa gente..
Non
ti abbiamo mai amato perchè un Presdente si ama quando è
leale....
Non
ti abbiamo mai amato perchè un Presidente che rinnega la storia
non può meritare affetto...
Non
ti abbiamo mai amato perchè i tifosi lasciati fuori lo stadio nel
match amichevole col Tottenham rappresentavano un esercito da tutelare
e ,anche se contattata, questa dirigenza ha preferito defilarsi...
Non
ti abbiamo mai amato perchè hai imbonito la gente con la storia
dell'autofinanziamento...quando il termine più corretto sarebbe
stato "autogestione"...dei nostri soldi,s'intende.
Non
ti abbiamo mai amato perchè in quel 16 Maggio a Verona noi ci giocavamo
una minima possibilità...e tu non c'eri. Come non c'eri a Torino....Milano,Napoli,Brescia,Cagliari,Parma.
Non
ti abbiamo mai amato perchè sei un surrogato del potere e col potere
hai stretto patti economici.
Non
ti abbiamo mai amato perchè ...."Adriano Galliani è una brava
persona", "ll mio amico Massimo","Giraudo un Signore","Lotito un dirimpettaio
corretto".
Non
ti abbiamo mai amato per tutte le volte che parlando dei tifosi hai detto
"I miei tifosi",salvo poi definirli una minoranza sparuta quando per amore
contestavano.
Non
ti abbiamo mai amato perchè hai fatto passare il messaggio degli
scudetti rubati e indirizzati al nord da un potere occulto,quando tu di
quel potere occulto sei stata strumento e complice.
Non
ti abbiamo mai amato per tutte le volte che hai detto "Confermare Spalletti
era il sogno di mio padre", "Prendere Ranieri era il sogno di mio Padre",
"Acquistare Luca Toni era il sogno di mio Padre", "Acquistare Adriano era
il sogno di mio Padre".....ci piacerebbe sapere se il giustamente compianto
Papà abbia mai sognato di arrivare a Fernando Torres....
Non
ti abbiamo mai amato perchè non hai mai teso la mano agli abbonati....
Non
ti abbiamo mai amato perchè la "Privilege Card" non era obbligatoria
ma non hai avuto cuore e coraggio per combatterla....
Non
ti abbiamo mai amato perchè per noi la Roma una fede...non un asset.
E'
un brivido non un tornaconto.
E'
una famiglia non un bilancio da chiudere a fine anno.
E'
un sentimento non una quotazione che fluttua in borsa.
Non
ti abbiamo mai amato per quella volta che dicesti..."Finchè ci sarà
questa famiglia Totti, De Rossi e Aquilani resteranno qui"
Non
ti abbiamo mai amato perché hai parlato sempre e solo a Comunicati
e mai con il cuore.
Non
ti abbiamo mai amato perchè hai detto che "Con la Roma nun ce magno"
ma non hai mai rinunciato ad un lauto ed inopportuno stipendio.
Non
ti abbiamo mai amato per tutti quei laziali nell'organigramma della società....
Non
ti abbiamo mai amato per tutta quella comunicazione che hai voluto vassalla
e lacchè.....
Non
ti abbiamo mai amato perchè per coprire i debiti di famiglia non
hai battuto ciglio traghettando la Roma a garanzia verso la banche....
Non
ti abbiamo mai amato perchè hai parlato quando non dovevi e non
hai parlato quando potevi farlo...
Non
ti abbiamo mai amato per come hai spaccato,diviso,violentato una tifoseria
che nella totale simbiosi trovava il suo punto d'orgoglio....
Non
ti abbiamo mai amato per tutta quella cortina di fumo gettata negli occhi
di chi voleva solo immaginare e sperare una Roma migliore....
Non
ti abbiamo mai amato perchè siamo abituati al vissuto,al romantico,al
poetico,al folle.
Non
ti abbiamo mai amato perchè siamo quei Romanisti che non sei riuscita
a comprare con le menzogne e i compromessi. Liberi ieri di contestarti...liberi
oggi di guardare oltre.
Se
non averti amato è una colpa...siamo tutti reo confessi.
Non
uno,non dieci,non mille....ma tutta la città colpevole.
Ultimi
Romantici
*
Un'altra
anticipazione da “Francesco” , Limina, un libro di Tonino Cagnucci:
“Mi
ricordo bene quando Giorgio Sandri, il papà di Gabbo, il tifoso
laziale assassinato dall’agente di polizia Spaccarotella, mi disse che
«per me Totti era il nemico sportivo, il simbolo della Roma, il calciatore
che non sopportavo». Mi ricordo che questa cosa mi fece sorridere,
fu una nota leggera in quella mattinata in cui andai a intervistare Cristiano
Sandri, l’altro figlio di Giorgio. E un po’ mi inorgogliva. Per me l’anti-lazialità
è stato sempre un valore
imperante,
fondante, da insegnare e da trasmettere soprattutto alle giovani leve romaniste
che un po’ l’hanno persa. Non si tratta tanto di essere più anti-laziali
che romanisti, si tratta che non puoi dirti romanista se non sei anti-laziale.
Nella biblioteca ideale accanto a Il razzismo spiegato a mia figlia di
Tahar Ben Jellon, ci starebbe benissimo un volume del tipo L’anti-lazialità
spiegata a mio figlio, un bel titolo anche per un paragrafo. Non è
facile essere genitori, ma fortunatamente certi riferimenti restano e ti
aiutano. Giorgio Sandri in quella nota lieve aveva assolutamente ragione:
Totti non può non
essere
mal sopportato da un tifoso della Lazio che si dica tale, e Giorgio Sandri,
quarant’anni di stadio prima dell’avvento di Lotito, era e continua ad
essere un grande tifoso della Lazio. Perché Francesco Totti è
il giocatore più anti-laziale che ci sia. (...) Totti è più
tifoso della Roma di quanto ne sia campione, Totti è più
innamorato della Roma di quanto sia capace col pallone. E lui in campo
è van Gogh ... è Mozart e Beethoven, è uno scapigliato
e un soldato, un veliero e un’istituzione, è energia solare distribuita
in tutta la terra di Germania e tuono, è tutto se gli cambi una
vocale. Il Comune di Roma si dovrebbe attivare seriamente presso il Governo
e l’Unione Europea per far sì che i pollici versi di Totti al derby
del 18 aprile 2010 finiscano sulle monete dell’euro, come logica conseguenza
– quasi una propaggine fisica – dell’Uomo Vitruviano. È stata persino
fisiologica quell’esultanza visto che Totti quando segna il pollice se
lo mette in bocca, non giocando, ma esultando, ha usato lo stesso arnese
da lavoro come poteva. Era fisiologica quell’esultanza per
quanto
Francesco è romanista, quindi anti-laziale. È stato sempre
così. A «Dribbling» per il derby dell’8 marzo 1998 intervistato
da De Laurentis si rifiutò di provare a cantare l’inno della Lazio:
«Non posso proprio, non me lo chiedete», disse. Il 29 novembre
del 1998 impazzì dopo il 3-3 fatto a rimbalzella a Marchegiani,
il tiro sbagliato più giusto del mondo... quello è stato
anche il suo primo derby giocato da capitano. Dopo la rete si andò
a spiaccicare sotto la curva e si tolse la maglia per mostrarne un’altra,
c’era scritto: «29-11-98. Carica ragazzi!». Tutta rossa color
Roma, firmata Commando. Rendetevi conto. È stata quella la prima
maglia di Francesco, è stata la prima maglia prima della maglia.
Era l’11 aprile 1999, Roberto Benigni aveva appena vinto gli Oscar per
La vita è bella, e l’11 aprile la vita diventa bella veramente,
un altro miracolo filosofico, un altro modo di imitare l’arte, di essere
coreografia: … (…) la
maglietta
del «Vi ho purgato ancora» che è già nell’immortalità...
Quella sera ero in Curva Sud e non vidi quello che aveva fatto Totti. Già
sulla tangenziale per il ritorno arrivò la notizia, poi, a casa,
dopo la notizia le immagini che la confermavano. È in quel momento
che mi sono affezionato particolarmente a Totti per come e quanto dichiarava
la sua anti-lazialità. Gli ho voluto proprio bene. Da quel momento
Francesco è diventato per i laziali quello che era destinato ad
essere: il nemico, il simbolo dell’essere romanisti, e, soprattutto, di
un certo modo di essere romanista. È esattamente quel modo che mi
ha fatto affezionare a lui, affezionare come ci si affeziona a un grande
amore più che come ci si incendia per un innamoramento.
Francesco
è romanista soprattutto in questo, per la generosità, per
la mancanza di certi sofismi, di sovrastrutture, di ricerche di stili che
ti mettono al sicuro da certe critiche, da certi ambienti, da certi circoli,
qualunque essi siano. Totti è sempre stato fuori moda, apposta poi
l’ha creata, Totti è sempre stato uno di quartiere, uno che da ragazzino
prima o poi doveva andare dal barbiere. Totti è il telefono coi
fili, la pizza rossa e la pizza bianca, la villeggiatura
più
che la vacanza, più che il gettone – che vale sempre 200 lire –
è la cabina telefonica. Il mangianastri arancione che aveva la zia
più «moderna», la prima moquette nelle case di Roma
senza ambienti da Arancia Meccanica. Totti è certe zone di Roma,
San Giovanni dov’è nato è tutta sua. San Giovanni è
uno dei posti di Roma meno cambiati dal ’76 a oggi. C’è lì
una specie di medietà romana dove respiri il centro, perché
ci stai, la storia, perché ce l’hai davanti, ai bordi del Colosseo,
ma attraverso l’arco t’arriva pure l’eco bucato della periferia, non quello
sostenuto della Cassia, di Collina Fleming, dei
Parioli,
le uniche zone dove puoi constatare una certa rilevanza laziale (sempre
nell’ordine delle decine). È un modo di essere più sostanziale
che stiloso. È chi va a imbucarsi – ogni tanto però – a una
festa, piuttosto di chi è invitato a quelle in maschera o – peggio
– a tema. Totti ha la faccia di un film di Pasolini, non quella di un libro
di Moccia. Non sta tre metri sopra il cielo, ma in mezzo ai binari dove
passa il tram di Fellini per Roma. È la tombolata non lo shopping.
Pianerottolo e odore di fettina ben cotta. Totti è timido e per
questo può diventare sfrontato non cinico, sveglio non opportunista.
Tutto questo vuol dire appartenere a una certa tradizione tipicamente romanista.
I tifosi della Roma rispetto a quelli della Lazio vanno al derby almeno
un paio d’ore prima. Ogni volta che sono entrato in curva la Sud era già
piena, la Nord mezza vuota. È un dato non un giudizio. Il tifoso
della Roma comincia a cantare quasi da subito, il laziale aspetta la partita.
Per lo stesso motivo a volte è capitato di anticipare la coreografia,
mentre i laziali vanno quasi sempre a puntino. Il romanista dà senza
percentuali, il laziale al massimo il 100 per cento quando ci si mette
(una volta l’hanno pure scritto pensando fosse una professione d’amore).
È proprio storia. Su una settantina di campionati siamo stati davanti
a loro praticamente sempre, con distacchi pressoché infiniti,
vincendo
una quindicina di derby in più, anche per 5-0, 5-1, 4-0 più
di una volta, eppure se vai a contare i trofei il raffronto è quasi
(quasi) sostenibile per loro. Vero che la loro storia si chiama Sergio
Cragnotti, cioè ha dieci anni non di più, ma è proprio
questo che fa specie. Il romanista è più Andrè che
passa una vita ad amare veramente Oscar, la passa al suo fianco (va allo
stadio, va in trasferta, la porta sottobraccio anche quando lei s’addormenta
e non se n’è nemmeno accorta) senza essere ricambiato con la Coppa
Campioni che vale, il laziale è semmai qualche conte bucolico di
Fersen che trova
l’opportunità
e con quella ci ricama, se ne approfitta, ci fa carriera finché
può. Il laziale trova lo slogan, sa vendersi, nel senso anche di
valorizzarsi, il romanista a queste cose non ci pensa, va diretto, non
conosce nessuna strategia, forte anche della consapevolezza di non poter
dividere con nessun altro il cuore di una città che è sua
già nel nome, nei colori, nel simbolo e soprattutto nell’anima.
Nella tradizione. Totti ha sempre rappresentato tutto questo, forse anche
inconsciamente. Totti ha rappresentato anche, se non soprattutto, il tifoso
medio della Roma. Francesco non è di nicchia, non è
un’esclusiva
ultras, perché è del popolo. Totti è la Roma più
che l’Aesse Roma. Francesco Totti è il chiacchiericcio di Roma,
quello che gira per
l’aria,
prima di essere un nome già impresso nella sua storia. È
nei discorsi sul pianerottolo fra Anna e Maria, con le porte di casa aperte
come questa città sui ballatoi di San Lorenzo. Totti è quella
Roma che resiste. Lui l’ha fatto: non se n’è mai andato. Anche in
questo ha risparmiato tempo a Dio: niente parabole da figliol prodigo,
semmai pallonetti, palombelle giallorosse, cucchiai. «Forza che il
pranzo è pronto, ma speriamo che Totti domani segni». Anzi:
«che domani segna». È meglio. Il congiuntivo a volte
è un errore, non dà il senso. Totti resta Totti perché
dov’è nato è rimasto: indicativo – col
pollice
– sempre presente. Non l’aveva mai fatto nessuno prima. Strano a dirsi
ma nessuno l’ha mai detto, è il segreto più scoperto del
mondo: la Roma nella sua storia uno romano, romanista così per sempre
non ce l’aveva mai avuto. C’è solo Daniele De Rossi che può
fare la stessa strada. Fulvio Bernardini iniziò con la Lazio, Amedeo
Amadei il primo ottavo Re da queste parti andò all’Inter e al Napoli,
Agostino prima d’essere cacciato al Milan, al Vicenza, Bruno Conti al Genoa.
Giacomino core de Roma è di Cremona. E nemmeno TancrediNelaVierchowodAncelottiFalcãoMalderaProhaskaPruzzoIorio
sono nati e finiti qui; neanche nessuno dei campioni d’Italia del terzo
millennio. Nemmeno Peppe Giannini o Pluto Aldair. Totti è una rarità
già semplicemente per questo, escludendo quel capolavoro d’arte
varia che mostra al mondo con cui gioca a pallone ogni benedetta domenica.
A consegnarlo nel cuore delle mamme romane, cioè all’eternità
(perché Anna e Maria le puoi sentire
ogni
giorno sul pianerottolo, alla radio, all’università o al mercato)
sarebbe bastata già quella maglietta, «v’ho purgato ancora».
È in quel momento che si è consacrato il genio. Non l’aveva
mai fatto nessuno prima di lui. Nessuno ti giuro nessuno. Al limite un’intera
squadra indossando sopra la tuta un «Lazio no grazie» nel riscaldamento
prima di dirgli pure prego al Flaminio (e Francesco stava lì a 3
metri sopra il campo). È lì che contro i potenti, fantomatici
pseudo benpensanti, ha cominciato a usare il grimaldello. Quelle erano
già barzellette per beneficenza. Il suo romano, lampo di una battuta
(«Aho») che fa a cazzotti e vince con la noiosa prosa mentale
dell’italiano, giustamente archiviabile in un «è normale che».
È normale per tutti ma non per Totti. Faccia romana e rinascimentale,
un po’ Lorenzo il Magnifico un altro po’ er Più de San Giovanni,
Porta Metronia. Poesie e pallonate. Stornelli e allenamenti. Sogni e conferenze.
Il nostro piede sinistro infortunato contro il carrarmato, la mazzafionda
del borgo contro l’establishment, Pasquino che, col dito in bocca, è
arrivato a fare il suo sberleffo in mondovisione. Un televisore analogico
a due pollici, altro che maxischermi al plasma in digitale. Francesco Totti
non è solo Roma che non è sparita, ma quella che si fa vedere
e t’innamora nell’arancio, o in quella luce che si mette la mattina. L’odore
fresco di pane,
sampietrini,
cornetti e vento. La bandiera. Ma non per questo ci è diventato.
No. Lui è il primo giocatore al mondo che s’è identificato
nella sua tifoseria prima che succedesse il contrario. Il ragazzino che
cantava «Lazio schifo fa ce potemo giurà i rigori so tre...».
Ecco perché Totti è anti-laziale: è Roma.
Anche
per questo Gabbo quella volta chiamò papà Giorgio per dirgli:
«Io me ne vado, stasera qua non lavoro». Gabbo faceva il deejay,
lo sanno tutti quelli che si sono occupati della sua storia, una storia
che riguarda tutti. Quella sera la Roma aveva appena vinto la Coppa Italia
ed era andata a festeggiare nel locale in cui Gabriele Sandri metteva la
musica. Quando Gabriele si accorse chi c’era, e c’era pure Totti, chiamò
immediatamente a casa per dire che quella volta sarebbe tornato prima perché
«io per Totti non suono». Alla fine Gabbo decise di restare,
probabilmente, più che per gli obblighi lavorativi, perché
se ne fregò degli ospiti pensando solo all’altra sua grande passione,
oltre la Lazio, che era la musica. Sicuramente non gli dedicò la
sua canzone preferita: Meravigliosa creatura. Questa storia Giorgio e Cristiano
me l’hanno raccontata due volte, le due volte che sono andato a trovarli
al negozio che hanno sulla Balduina. La seconda volta era proprio per parlare
di Totti, di questo libro, perché la prima erano stati loro a parlarmi
di Francesco. Io ero andato là per parlare dell’assassinio di Gabbo,
perché dopo tanto clamore, era il 3 gennaio del 2008, già
non se ne stava parlando più. E' così che... “
(Da
“Francesco” un libro di Tonino Cagnucci, Limina edizioni)
9
luglio 2010: bene, ora siamo di proprietà
di una banca. Non riesco tuttavia ad appassionarmi alle vicende societarie,
semplicemente perché mi sono stancato delle società quotate,
degli asset, di impicci e imbrogli. Noi abbiamo altro da fare, e poi "non
ti lasceremo mai", quindi che cambia?
Prima
di tutto, sono già on line dei controspot per la Tessera del Tifoso:
http://www.youtube.com/watch?v=xv90WKJvDHc
http://www.youtube.com/watch?v=3jh0gdkAtdw
*
Poi,
ecco il comunicato dei laziali, che mi sembra diverga dai gemellati interisti
e neanche poco. Ne sono lieto.
E
come si dice... oro ai mercanti, alloro agli eroi...
Tessera
del tifoso, comunicato Curva Nord:
"Abbiamo
deciso di scioglierci e di lasciare la nostra casa"
09.07.2010
18:33
A
fronte dell'ennesimo scempio perpetrato per far disinnamorare i tifosi
e allontanare la gente dagli stadi, abbiamo dolorosamente raggiunto la
decisione di scioglierci e lasciare quella che per tutti noi è da
sempre la nostra seconda casa: la Curva Nord dello stadio Olimpico.
Sappiamo
che molta gente intuirebbe il nostro punto di vista anche senza dover leggere
un comunicato, ma in questo caso ci teniamo a spiegare le motivazioni della
più dolorosa e sofferta delle scelte.
Noi
siamo Ultras da sempre! E lo siamo in quanto individui che amano la libertà.
Un
tempo il Sistema tolse i giovani dalle piazze e li mise in uno stadio per
"controllarli" e "circoscrivere" la loro voglia di ribellione. Oggi quello
stesso Sistema ha completamente debellato le aggregazioni giovanili di
massa per le strade delle nostre città; s'è perso, per molti
ragazzi, il senso di comunità di una sede, di una sezione, di un
circolo o più semplicemente di un bar. Oggi vogliono cercare di
chiudere i giovani dentro casa davanti alla Play Station, all'Xbox, davanti
ai computer, ai social network, alle TV a pagamento, ai film in 3D. Era
rimasta un'unica forma sana e libera di aggregazione giovanile sul territorio
da eliminare... Le Curve degli stadi popolate dagli Ultras. Da qui la "brillante"
idea della tessera del tifoso. Noi, da Uomini liberi, non accetteremo mai
che "qualcuno" decida se possiamo o meno entrare allo stadio a sostenere
la nostra Lazio. Non accetteremo mai che si impedisca a priori ai nostri
amici di non potersi abbonare. Non accetteremo mai, in generale, che "qualcuno"
decida per noi. Ci piace pensare che la stragrande maggioranza della gente
la pensi come noi, in quanto consapevole del valore altissimo della propria
Libertà personale di Ultras, di Tifoso, ma anche e non ultimo, di
Cittadino; non accetteremo mai una schedatura preventiva!!! Non bastavano
forse le telecamere a circuito chiuso, i microfoni direzionali, i telefoni
cellulari sotto controllo, il sequestro di memorie dei computer per schedarci
e controllarci tutti?!?!
L'Ultras
nasce libero, condizione imprescindibile in virtù della quale è
nato. Di conseguenza noi, gli Ultras Laziali della Curva Nord, a questo
gioco sporco non ci stiamo. Non saremo ancora carne da macello.
Si
sbaglia chi pensa che abbiamo accettato il fatto che il sistema calcio
non ci vuole più. Siamo noi a non volerlo più!
Via
gli ultras dalle curve! Via anche i cori e le coreografie. Lasciamo che
gli stadi siano quello che "loro" vogliono, delle "meravigliose" CATTEDRALI
NEL DESERTO! Hanno tentato di convincerci che a causa della violenza causata,
guarda caso, sempre dagli Ultras, che gli stadi sono vuoti. Peccato non
ricordino che negli anni 70-80-90 era molto peggio...eppure gli stadi erano
tutti pieni. No signori, gli stadi oggi sono vuoti perchè ci sono
le TV a pagamento, sono vuoti perchè i biglietti costano troppo
per una famiglia media e per un ragazzo che studia, sono vuoti perchè
gli stadi sono inadeguati ed è impossibile parcheggiare un'auto,
sono vuoti perchè per andare la domenica alla partita siamo tutti
costretti alla schedatura, sono vuoti perchè oggi chi fa le leggi
sul calcio e sui tifosi dentro a uno stadio non ci è mai entrato,
una bandiera non l'ha mai sventolata, un fumogeno non l'ha mai acceso,
un treno per andare in trasferta con gli amici non l'ha mai preso, una
sciarpa al collo non l'ha mai messa.
Non
spariremo, perchè la Lazio siamo Noi!
Semplicemente
non saremo più lì! SIAMO CONVINTI CHE CHIUNQUE E' ULTRAS
NON PUO' CONTINUARE A FARE GRUPPI, A FARE COREOGRAFIE, A LANCIARE CORI
SENZA ESSERE IN MALAFEDE O SENZA SPUTARE SU 30 ANNI DI STORIA E DI TRADIZIONE
DEL MOVIMENTO A LIVELLO NAZIONALE!!!
Non
seguiranno altre spiegazioni, altri comunicati, altre linee di pensiero.
Questa
è la nostra via, questo è il nostro essere
*
I VERI
ULTRAS NON FANNO LA TESSERA!!!
09/07/2010
-
Ormai
la nuova stagione calcistica sta per iniziare e con essa l’avvento obbligatorio
della Tessera del Tifoso, molte parole si sono dette fin qua ed è
stato anche per noi un anno intenso e delicato per capire, spiegare e combattere
questo nuovo, assurdo ed inquietante mezzo di repressione che ha il solo
scopo di colpire ulteriormente non solo un mondo ultras, ormai troppo facilmente
colpevolizzato, ma anche la più vasta schiera di tifosi. Questo,
però, non è più il momento delle spiegazioni e non
vogliamo dilungarci troppo su inutili parole, l’ora delle decisioni è
giunto e noi siamo pronti. Dopo anni o addirittura decenni di abbonamenti
ai nostri amati colori, ogni ragazzo del nostro gruppo, dal più
giovane al più vecchio, con grande senso di responsabilità
e coerenza ha deciso senza votazioni od imposizioni di non rinnovare l’abbonamento
e così dire “No alla tessera“. Mai potremmo aver pensato ad una
linea diversa da questa, mai avremmo lasciato che un singolo ragazzo della
nostra curva come di qualsiasi altra curva d’Italia che ha già pagato
con la giustizia per le proprie azioni, potesse essere abbandonato a causa
dell’esclusione che questo decreto comporta. Questa decisione è
per i 1902 lanerossi crew non una sconfitta, ma la prima vittoria in una
lunga battaglia che ci vuol rendere ancora più vivi e liberi. Nulla
cambierà per noi e per il sostegno ai nostri amati colori che saranno
sempre, ovunque e comunque sostenuti e difesi. Non pretendiamo o chiediamo
che la gente ci segua, ma che almeno ci rispetti e cerchi di capire la
nostra battaglia, tesserarsi è come aiutare la morte del nostro
calcio, ormai sempre più prigioniero di decreti, leggi e decisioni
insensate. Un vero ultras non ha bisogno di inviti, un vero ultras sa cosa
fare, un vero ultras non fa la tessera!!!
millenovecentodue
lanerossi crew"
*
Pensare
che in principio gli avevamo anche creduto. Ma in questi cinque anni, il
suo gioco si è miseramente scoperto e nonostante i reiterati tentativi,
sempre e solo per il bene del Toro, di operare aperture e ricercare il
dialogo con il sig. c, dobbiamo a malincuore registrare che:
-
durante l'ultima conferenza stampa, non fosse stato per Petrachi, il sig.
c avrebbe vietato la lettura del comunicato dei tifosi;
-
a dette richieste, nessuno in società si è sentito in dovere
di dare la benché minima risposta, cosa che si ritiene spetterebbe
di diritto a qualsiasi interlocutore;
-
mentre la tifoseria si dimostra matura e consapevole ricercando unità
e compattezza, sfruttando la buona fede e l'ingenuità di qualche...
amico fragile, il sig. c. trama tentando, per l'ennesima volta, di perpetrare
il suo divide et impera gettandosi a piedi uniti nei delicati equilibri
del tifo granata, con argomenti tipicamente melmosi e ricattatori quali
biglietti, pass-parcheggi stadio, giocatori alle cene dei Club, esclusione
dei tifosi/Club non allineati dal riconoscimento ufficiale del Torino FC;
-
sempre più palese risulta il tentativo di zittire ogni forma di
non allineamento alla politica aziendale, ad esempio con il divieto d'esposizione
di striscioni non filo-societari.
Nonostante
le reiterate richieste, ad oggi non vi è alcuna certezza riguardo:
-
al rinnovo dei contratti di dirigenti e allenatori nel settore giovanile
ed alla stabilizzazione, con investimenti veri, dell'unica parte della
società che ha dato risultati apprezzabili, grazie a tecnici e uomini
di notevole spessore. Per altro anche l'ambito societario in cui il signor
c ha meno messo le mani e di conseguenza fatto minori danni;
-
a prese di posizione sulla questione Filadelfia;
-
a progetti pubblici inerenti stadio di proprietà, centro sportivo,
settore giovanile, proselitismo dei valori granata tra i giovani e nelle
scuole;
-
al rifiuto della tessera del tifoso;
PREMESSO:
-
che alla squadra, se rinnoverà impegno, professionalità e
attaccamento alla maglia non mancherà mai l'appoggio e il calore
del tifo;
-
che confermiamo la nostra convinta intenzione a non sottoscrivere la carta
di credito subdolamente denominata tessera del tifoso;
PERTANTO:
-
invitiamo tutti i tifosi a non aderire all’abominio tessera del tifoso;
-
a boicottare, in forma legale, le attività del sig. c e della cairo
communication, tutte le pay tv e gli sponsor di riferimento;
Auspichiamo
infine che il sig. c si decida a fare finalmente sul serio e a dire la
verità, una buona volta, sul perché non voglia o non possa
vendere la società e quindi a passare la mano, rammentandogli che
il Toro gli è stato donato (principalmente da noi tifosi) a zero
euro e libero da debiti.
IL
TORO SIAMO NOI
Curva
Maratona
Curva
Primavera
Centro
Coordinamento Toro Clubs
*
La
tessera del tifoso non piace ai tifosi della Curva Mare. "Tutti i Gruppi
Ultras della Curva Mare, e sottolineiamo tutti, non sottoscriveranno quella
vergogna chiamata Tessera del Tifoso - si legge in una nota dei tifosi
bianconeri - Chiediamo pertanto al Cesena Calcio e al suo Presidente Igor
Campedelli di permettere a tutti questi tifosi di poter usufruire del meccanismo
di prelazione già adottato da diverse tifoserie tra cui quella del
Genoa e quella della Sampdoria"
"Le
motivazioni sono quelle eloquentemente esposte dal pool di Avvocati nel
dibattito pubblico svoltosi al Palazzo del Capitano lunedì sera
28 giugno scorso".
"Ribadiamo
la nostra intenzione di voler seguire e sostenere sempre e comunque il
nostro Cesena senza però dover rinunciare alla nostra dignità
e a più di 35 anni di Storia Ultras" si conclude la nota dei tifosi
della Curva
*
E'
ormai imminente il via alla stagione calcistica 2010-2011 e con esso, l'attuazione
del progetto "Tessera del tifoso" da parte delle Società di calcio
professionistiche. Gianluca Rossi: "Il nostro Gruppo comunica che per la
stagione a venire, quella 2010-2011, non farà l'abbonamento per
le partite casalinghe".
*
SEGUI
IL PARMA SENZA TESSERA
Mentre
si avvicina la fine dei Mondiali di calcio, dunque l’inizio dei ritiri
e della nuova stagione 2010/11, qualcosa forse si sta muovendo intorno
alla Tessera del Tifoso, Tessera che Maroni e Osservatorio vogliono imporre
ad ogni costo a Società e tifosi.
Aumentano
le tifoserie, o meglio, i Gruppi organizzati che decidono di non sottoscrivere
la Tessera e dunque di non abbonarsi, anche se, purtroppo, quelle che potrebbero
fare la differenza, le tifoserie delle grandi squadre sembrano accettare
questo strumento, come la Curva Nord dell’Inter che tramite un lungo comunicato
ha annunciato che, non trovando alternative, sottoscriverà la Tessera.
Noi la nostra scelta di non tesserarci/abbonarci l’abbiam presa già
da oltre un mese, senza dover guardare gli altri, ed anche se nessuna tifoseria,
o quasi, è nei panni di poter giudicare ci sembra un vero peccato
che nemmeno contro la Tessera del Tifoso, che non piace a nessuno, si riesca
a rimanere uniti, a non piegarsi, unico modo per dire la nostra.
I
Boys, comunque, continuano per la loro strada, una strada sicuramente rischiosa
e scomoda, tanto quanto, a nostro giudizio, giusta e coerente. E continueremo
a raccogliere gli abbonamenti di chi deciderà di non fare la Tessera,
per muoverci insieme, per non lasciare nessuno isolato.
Comunque
mentre i club di serie A tacciono, e si adeguano alla circolare firmata
dal Ministro Maroni, un segnale di apertura arriva da Sampdoria e Genoa.
Infatti le due società hanno deciso di riservare, a coloro che non
rinnoveranno l'abbonamento, un periodo di prelazione per tutte le gare
interne. Un passo importante a tutela degli interessi della propria tifoseria.
D’altronde,
niente di male, quando hanno presentato la Tessera han sventolato ai quattro
venti che non sarebbe stata obbligatoria (ma avrebbe dato privilegi ai
possessori), giusto?!?
Ovviamente
no, c’è chi si è impuntato ed è permaloso, e non accetta
che una Società possa voler più tifo e più tifosi
allo stadio. Strano perché fra i fantomatici scopi della Tessera
dovrebbe esserci anche quello di “fidelizzare”.
Comunque,
ecco pronte le nuove minacce: sembra infatti che nelle piazze in cui le
Società calcistiche mostrano queste sensibilità nei confronti
dei contestatori della TdT, nella prossima stagione i divieti potrebbero
essere intensificati, da parte dell'Osservatorio.
Niente
di strano in verità, avrebbero aumentato di divieti in ogni modo,
dovevano dire che probabilmente si accaniranno e cercheranno di danneggiare
queste Società, sarebbero stati più credibili. L’unica cosa
strana è che con la Tessera dovevano sparire i divieti, dicevano
loro…
E
il Parma Calcio, come si è mosso? Per ora tutto tace, Tessera obbligatoria
per chi si abbona, e per gli altri botteghino, fila e biglietto, divieti
e restrizione a parte. Sicuramente qualcosa si può pensare, si può
fare, noi come detto abbiam fatto e continueremo a fare le nostre proposte,
speriamo che il Parma si schieri dalla parte di tutti i tifosi, anche quelli
non tesserati.
Una
cosa da evitare assolutamente, a nostro avviso, sono invece eventuali spaccature
all’interno della tifoseria. Noi abbiam sempre detto le nostre idee, chiare
e limpide, abbiam criticato chi dovrebbe rappresentare i tifosi ed ha invece
preso decisioni contro il tifo, ma abbiam anche detto che ogni scelta sarebbe
stata rispettata. Ovviamente portiamo avanti le nostre idee, le nostre
proteste, continueremo a farlo, anche quando riusciremo ad entrare. Ma
una volta dentro canteremo e tiferemo per il Parma, come speriamo lo faccia
chi si è tesserato, in teoria con questo scopo.
Abbiamo
aggiunto in teoria perché, senza voler fare polemica, siamo abituati
ad essere in pochi a sostenere la squadra, a cantare, quasi tutti quelli
che non faranno la Tessera, pochissimi ad andare abitualmente in trasferta,
che quest’anno non potranno entrare nei settori ospiti, ed ora sentiamo
gente che vuol fare a tutti costi la Tessera per poter tifare e andare
in trasferta. Niente di male, è quello che chiediamo da sempre,
ma essendo abituati a sentire “Piove? Sto a casa…” passare a “Per il Parma
farei qualsiasi cosa” detto dalle stesse persone, beh, ci pare quantomeno
miracoloso!
Speriamo
sia la verità, il 25/7 una trasferta a Levico intanto c’è
già, dovremmo essere davvero tanti a regola!
SIAMO
TIFOSI NON CLIENTI, CON LA TESSERA NIENTE ABBONAMENTI!
Boys
Parma 1977
*
La
Curva Sud Pergo si dichiara assolutamente contraria alla direttiva ministeriale
emanata dal Ministro degli Interni Roberto Maroni e da lui stesso fortemente
voluta, secondo la quale dal 1° Gennaio 2010 ogni tifoso che vorrà
seguire la propria squadra in trasferta dovrà munirsi di questa
carta prepagata per poter accedere all’impianto sportivo. Questo decreto
è palesemente anticostituzionale. Non lo diciamo noi, lo dice la
nostra legge e da cittadini liberi non ce la sentiamo di accettare che
lo Stato emani leggi contro i suoi stessi principi costituzionali. Non
serve una tessera che ci dica se siamo o meno i veri tifosi del Pergo,
questo ognuno di noi lo sa, lo sente dentro di sé, lo prova in trasferta
insieme ai suoi amici, lo vive dopo un gol insperato all’ultimo minuto
ecc. ecc.
Noi
non abbiamo mai chiesto impunità, ma il rispetto delle leggi da
parte di tutti, a patto che le leggi rispettino i valori della nostra Costituzione.In
un Paese civile una persona che non si trova sotto l’effetto di una condanna
deve sentirsi libera di potersi muovere sul territorio nazionale per una
partita di calcio come nella quotidianità della vita, senza il bisogno
di essere schedata e seguita come un terrorista.
Nessuno
si chiede perché siano stati emanati ben 6 decreti antiviolenza
negli ultimi vent’anni senza risolvere nulla? Ve lo diciamo noi: perché
erano tutti profondamente sbagliati; non si è mai ascoltato il mondo
del tifo, si è andati avanti per una strada cieca e pericolosa eppure
percorsa sempre oltre. E ora l’italiano medio che negli anni ha avuto,
attraverso i media, una visione distorta e stereotipata del mondo ultrà,
crede che questa tessera risolva il problema del tifo violento e invoca
modelli inglesi e spagnoli senza sapere un accidenti di quello che dice.
Non considera aspetti culturali e sociali che sono diversi da un Paese
all’altro, non sa che modello inglese significa sospensione della libertà
per 90 minuti, non sa che il modello spagnolo significa interdizione di
portare una bandierina allo stadio.
Se
davvero il “progetto tessera” andrà in porto vorrà dire che
faremo un passo indietro e con sofferenza non seguiremo più la Nostra
Pergolettese ma per lo meno salveremo la nostra dignità di cittadini
liberi e la nostra mentalità portata avanti negli anni
*
Fabrizio
Miccoli:
"Fabrizio
Miccoli parla del prossimo campionato e della politica applicata al calcio
in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Il campionato?
Inter ancora davanti a tutti, però la Roma si avvicinerà.
Scommetto sul rilancio di Adriano. Milan e Juventus non mi sembrano all'altezza
di Inter e Roma; avranno più chances Sampdoria, Palermo, Fiorentina
e pure Genoa e Udinese.Mi mancherà tanto Mourinho, stratega unico:
tutela il gruppo attirando su di sé ogni attenzione. La tessera
del tifoso? Avremo stadi più vuoti. La tessera è una cazzata,
finché la politica entrerà nel calcio non ci metteremo al
passo con nazioni come l'Inghilterra, dove fanno i pienoni. Non si combatte
la violenza con schedature preventive. Fossi un tifoso, non andrei più
allo stadio".
8
luglio 2010 (pomeriggio): sempre le stesse
tematiche, ma tant'è:
"Ciao
Lorenzo,
(appartenendo
ad un gruppo della sud, preferisco rimanere nell'anonimato)
Ti
scrivo per rilasciare anch'io un MIO PERSONALE pensiero riguardo la tdt.
E' dal 1994 che sono abbonata in curva, ed ho vissuto da sempre la mia
passione in maniera molto attiva .. e come tante altre persone come me,
facendo rinunce..litigando a casa con i miei..spendere un sacco di soldi..e
anche io..litigare con il fidanzato. Sono oramai adulta e avendo dato molto,
da un pò sentivo il bisogno di alleggerire la mia presenza da quel
mondo che mi ha
sempre
appassionato, perchè si sa..crescendo senti il bisogno di
realizzarti..nel lavoro e nella vita..magari con un matrimonio. Insomma
credevo di poter "allentare" la mia passione...ma da quando è entrata
in vigore la tdt...BE' LORENZO...SONO RITORNATA A PENSARE, A COMPORTARMI
COME QUANDO ERO DICIOTTENNE!! Sono troppo orgogliosa, per piegarmi
ad un abuso del genere!! Sapessi il VELENO che ho dentro...
sapessi
come ROSICO...cm ad esempio vedere persone mai state abbonate, andare a
sottoscrivere la tdt con il commento "CHE BELLO ST'ANNO M'
ABBONO
IN SUD"!!! Ma come fanno??? Non si vergognano?? che abbonamento si fanno
in Sud?? Senza gruppi..senza cori..senza striscioni..
fumogenate
o coreografie??? A più di una persona tesserata, con cui ho
parlato, ho dovuto spiegargli LO SCHIFO DELLA TESSERA (perchè sembra
che molti hanno l'occhi foderati di prociutto o fanno finta di non vedere
che cosa sta succedendo)..E dare il consiglio..anche se la cavolata l'hanno
fatta...PERLOMENO DI NON ABBONARSI IN SUD!! Mentre ti scrivo mi commuovo
da sola, perchè la vivo troppo intensamente,
perchè
mi stanno...CI stanno togliendo tutto...tutto quello che C' HANNO LASCIATO
IN EREDITA' COLORO CHE HANNO DATO VITA ALLA CURVA SUD,
TUTTO
QUELLO CHE POI.. TUTTI NOI.. ABBIAMO PORTATO AVANTI, RISPETTANDO QUELLO
CHE E' STATO FATTO IN PREDENZA..e TUTTO QUELLO CHE ANCORA VORREMMO FARE!
PER RISPETTO DI TUTTO CIO'...CHIEDO A TUTTI COLORO CHE ANCORA SONO "INDECISI"
SU QUELLO CHE DEVONO FARE, A NON FARSI LA TESSERA DEL TIFOSO...O PER LO
MENO DI NON FARSI L'ABBONAMENTO IN SUD..DI STARE ACCANTO AD OGNI INIZIATIVA
DEI GRUPPI ( cm ad esempio ora di recarsi all'OUTLET STORE A VIA APPIA
NUOVA 130 X la raccolta degli abbonamenti)...E CMQ TUTTI UNITI.. CONTRO
LA TESSERA DEL TIFOSO!!!!!! PER UNA VOLTA...CERCHIAMO DI STARE TUTTI UNITI..
PER UN INTERESSE COMUNE: QUELLO DI ESSERE LIBERI!!! Questo il mio commento..
questo il mio sfogo".
*
Risposta
a Gianluca: "Caro Gianluca,
mi
hai chiamato in causa e cercherò di argomentare meglio le mie esternazioni
sulla crisi Italpetroli.
In
primis mi preme, però, correggere solo una affermazione del tuo
attento e pacato intervento: io non ho mai detto che la famiglia Sensi
si è arricchita con la Roma, tutt’altro. Ho solo detto, e lo ribadisco,
che la causa del dissesto finanziario della famiglia Sensi non è
stata la Roma. Anzi la Roma è stata la salvezza dei Sensi, perché
se non avevano la Roma Unicredit non faceva alcun arbitrato o piano di
rientro, Unicredit gli toglieva fino all’ultimo bene immobile senza riconoscere
alcuna “buona uscita” o quant’altro.
Tornando
al punto, sugli adr hai risposto tu e sei stato molto più preciso
di me, ma avevo specificato che sulla questione brancolavo nel buio.
Sul
porto di Gioia Tauro, la mia fonte è stato, mi pare, il sole24ore.
Comunque, come tu hai legittimamente rimarcato, quando si scrivono delle
cose bisogna documentarle. L’investimento italpetroli sul porto di Gioia
Tauro è costato solo come esborso iniziale sui 340 milioni di €
più tutti i costi successivi di gestione e via. E’ la famosa cattedrale
nel deserto, nel senso che si è costruito il più grande porto
commerciale del mediterraneo in un territorio difficilmente gestibile e
soprattutto senza le preventive infrastrutture. Basti pensare che non aveva
un collegamento ferroviario. un poco come malpensa, con la sola differenza
che malpensa vive perché seppure investimento sbagliato, pur di
farlo essere competitivo con Roma (qui ci sarebbe da scrivere) è
sempre e comunque ubicato in Lombardia e non in Calabria, e credo tu sia
abbastanza intelligente per capire le differenze politco finanziarie dei
due territori.
Però
senza stare a dilungarmi troppo ti linko un indirizzo, trovato su google,
dove si riassume la storia di gioia tauro dal 2003 al 2007.
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:rXfYa0vU5pgJ:www.trail.liguria.it/SSI/gt_comm.html+franco+sensi+e+l'investimento+del+porto+di+gioia+tauro&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it
Per
il resto, ribadisco la stima nei confronti della dott.ssa Sensi che in
base ai risultati ottenuti ed agli investimenti fatti è, evidentemente,
la migliore manager del calcio europeo.
Ha
avuto una sola grossa pecca, anzi limite!!! La comunicazione, è
semplicemente incapace. Si è affidata ad agenzie di personaggi incapaci.
Secondo
me, se gestita bene l’informazione poteva distruggere UniCredit in questa
trattativa. Solo ora, a giochi fatti, qualche romanista ha incominciato
a dire basta conto corrente con UniCredit, ma prima? No?? Comunque, termino,
con lo stesso concetto del mio precedente post: no alla favola che
la italpetroli è in dissesto per la Roma, l’italpetroli vivrà
grazie alla as Roma e, scusatemi se sono presuntuoso, ma sfido chiunque
a dire il contrario".
8
luglio 2010: altri comunicati delle tifoserie:
La
Curva Nord Atalanta
dice
NO
|
|
*
Anche
Brescia 1911 Curva Nord dice NO:
No
alla tessera del tifoso!
Da
molto tempo ormai si parla della famigerata tessera del tifoso, uno “strumento”
propinato dal Ministro Maroni quale panacea di tutti i mali e di tutte
le impurità del calcio. Depravazioni ancestrali sempre più
diffuse e prerogativa -a prima vista- del solo tifo organizzato.
Da
molto -troppo- tempo leggiamo ed ascoltiamo opinioni abbastanza collimanti
e spregiudicate riguardo questo argomento. Opinioni talmente allineate
con il pensiero del Ministro da risultare se non altro sospette.
Il
clima si è così fatto molto pesante, tanto che chiunque abbia
espresso un sincero parere di dissenso nei confronti della tessera, ha
rischiato la messa al bando ed è stato tacciato di terrorismo.
Certamente,
un argomento di tale portata meriterebbe una discussione più ampia
e, soprattutto, allargata a quelle “frange” -più o meno ampie di
tifosi e non necessariamente violente- per nulla inclini alle imposizioni
ed ai ricatti.
Oltretutto,
se già di per sé questo decreto risulta sbagliato, lo è
ancor di più nel momento in cui viene imposto ad una tifoseria come
la nostra.
Una
tifoseria che negli ultimi anni ha dimostrato appunto una crescita, una
maturità, un impegno sociale ed una solidarietà non comuni.
Come sempre diciamo: non vogliamo una medaglia per questo, ci piacerebbe
però far riflettere sulle reali potenzialità insite nei gruppi
di tifosi organizzati, la maggior parte dei quali votati all’aggregazione
ed alla partecipazione attiva (qualità sempre più rare oggigiorno),
ciononostante tartassati e repressi.
Gli
Ultras hanno sbagliato spesso negli anni, inutile negarlo; ma l’errore
più grande è stato proprio quello di isolarsi in modo testardo
ed irresponsabile perdendo, il più delle volte, la necessaria credibilità
e la sempre più rara lucidità, oltre che naturalmente il
contatto con i tifosi normali e -di conseguenza- con l’opinione pubblica.
Ma
tutto questo non giustifica l’accanimento derivato dalle pressioni istituzionali
nel tentativo d’imporre l’ennesima soluzione repressiva e sbagliata, utile
semmai a rimpolpare le casse delle società di calcio, sempre più
schiave delle televisioni a pagamento.
Senza
presunzione, vogliamo quindi consigliare a tutti la maniera migliore per
combattere questo ennesimo sopruso che viola prima di tutto la Libertà
dei cittadini, categoria alla quale apparteniamo ed appartengono -di diritto-
i tifosi di tutto il mondo.
Proprio
per questo, ed in virtù del fatto che la tessera del tifoso diventerà
-nostro malgrado- l’argomento dominante e sovversivo della prossima stagione
di calcio, nelle prossime settimane proporremo un incontro pubblico aperto
a tutti ed altre iniziative correlate. Sarebbe infatti presuntuoso pensare
di esaurire questa materia attraverso un breve comunicato.
Invitiamo
inoltre tutti gli organi di stampa ad aprire -il prima possibile- dibattiti
costruttivi e sinceri al riguardo, nell’unico interesse possibile: le sorti
della Leonessa in particolare e del calcio italiano in generale. Uno sport
che nelle ultime occasioni ha dimostrato tutti i suoi limiti.
Per
il bene del Brescia, non per altro!
Proprio
per questioni di spazio e di tempo, oggi ci limiteremo a contestare la
decisione della Società Brescia Calcio S.p.A. di abbinare l’abbonamento
valido per la prossima stagione alla famigerata tessera del tifoso.
Una
scelta legittima -seppur poco lungimirante- quella della nostra società,
ma pur sempre una scelta.
In
realtà, se è vero che tutte le società sono invitate
-attraverso un ricatto nemmeno troppo velato- a rispettare il volere del
Ministro degli Interni, non sono assolutamente sincere le scuse addotte
dalle società di calcio nel tentativo di compiacere lo stesso Ministro.
Le
società di calcio non sono obbligate a adottare e -soprattutto-
imporre la tessera del tifoso!
Infatti,
come dimostrano chiaramente alcuni documenti in allegato, le direttive
del Ministero degli Interni sono indirizzate -ovviamente ed in modo esclusivo-
a Prefetti e Questori, non certo alle società di calcio (sostanzialmente,
attraverso una semplice circolare, si chiede ai Prefetti di prestarsi affinché
le società sportive adottino questi provvedimenti che -ovviamente-
non potrebbero essere imposti dal Ministro dell'Interno senza che esista
una legge al riguardo).
Per
chiarezza ricordiamo il significato di “circolare”: documento recante una
normativa interna della pubblica amministrazione.
Ed
è proprio questo il punto: non esiste una legge che costringa le
società di calcio ad imporre la tessera del tifoso ai propri abbonati!
La
tessera del tifoso com’è oggi esposta appare di fatto una vera e
propria intimidazione alla quale tutti dovrebbero ribellarsi per principio
(in primis le nostre società), senza troppi ma e senza troppi se,
e non conformarsi in modo accondiscendente!
Di
conseguenza, quella di abbinare la tessera del tifoso all’abbonamento diventa
una scelta precisa -e vigliacca- delle società.
Per
questo e per molto altro, invitiamo tutti i tifosi del Brescia a non accettare
quest’ennesima imposizione caduta dall’alto affinché la tessera
ritorni ad essere una scelta individuale -e non un’imposizione di massa
lesiva dei propri diritti- e la società capisca le reali intenzioni
e necessità della tifoseria; faccia magari un coraggioso passo indietro
(non tanto per le nostre pressioni, bensì per dare la possibilità
a tutti i bresciani di poter sostenere la Leonessa -almeno durante le partite
casalinghe- senza discriminazioni di sorta); ed infine si faccia garante
dei diritti di tutti i suoi tifosi, fino a ieri definiti dalla stessa fondamentali.
Per
capirci, invitiamo quindi tutti a:
-non
fare la tessera e di conseguenza non fare l’abbonamento fino a quando non
saranno cambiate le modalità di “fidelizzazione”;
-mobilitarsi
in modo intelligente per sensibilizzare tutta l’opinione pubblica. Non
dimentichiamo che oggi è per gli Ultras, ma domani sarà per
tutta la società!;
-incalzare
la società nel tentativo d’illuminarne la parte più sensibile;
-sostenere
quella poca libertà di scelta che ancora rimane;
-sostenere
i diritti di tutti i cittadini tifosi.
Sappiamo
benissimo di chiedere molto; ma per non subire quest’angheria tutta la
vita è più che mai necessario colpire il sistema nella sua
parte più delicata e sensibile alle proteste: quella economica!
Infatti,
solamente di fronte alla compatta rinuncia dell’abbonamento potremmo vedere
un saggio e doveroso passo indietro da parte di chi sta dando l’ultima
mazzata al gioco più bello del mondo.
Infine,
ci auguriamo che:
-
la nostra società, una volta tanto, consideri in modo attento e
scrupoloso le nostre riflessioni. Non tanto perché potremmo diventare
ancora una volta fondamentali per il campionato del Brescia, bensì
per tutti quei valori messi in campo in questi anni;
-
la nostra società non si allontani ulteriormente ed in modo definitivo
dai propri tifosi;
-
la nostra società continui a vederci per quello che siamo: tifosi,
non clienti;
-
le nostre opinioni in merito alla tessera del tifoso non siano strumentalizzate
o -peggio ancora- travisate da nessuno;
-
la nostra protesta non sia ridotta proprio nei suoi aspetti più
importanti. In palio non ci sono soltanto abbonamenti e biglietti di trasferta,
bensì la dignità, la coerenza, l’amicizia, il rispetto, ed
in particolare la libertà di ognuno di noi; valori e condizioni
-nonché diritti- che noi cercheremo sempre d’esprimere e mantenere
anche allo stadio, nonostante tutto. Solamente di fronte a tanto siamo
disposti a rinunciare al Brescia;
-
la nostra scelta non sia tacciata di masochismo o di poco attaccamento
alla Maglia;
-
questa decisione, evidentemente per noi molto sofferta (la cosa più
facile, dopo cinque lunghi anni d’inferno, sarebbe stata quella di adeguarci
e zittire la propria coscienza appellandoci magari a presunte impotenze
e battaglie già perse in partenza), possa servire a preservare i
veri valori ed i sempre più rari principi inerenti al tifo organizzato,
ma non solo.
Ci
auguriamo soprattutto che la nostra soluzione sia presa d’esempio da molti
altri, proprio come noi abbiamo fatto con chi ci ha preceduto.
Per
il bene del calcio, non per altro!
Brescia
1911 Curva Nord
|
|
*
Palermo
si divide: Ultras Curva Nord Palermo
*
Ma
le Brigate Rosanero se la fanno, al contrario dei Warriors:
GOAL
MEMBER, GLI ULTRA' SI DIVIDONO
06
Luglio 2010 - ore 12:24
Un
mese fa scattava a Palermo l´operazione tessera del tifoso. Fino
a oggi sono circa 10 mila i tifosi che hanno sottoscritto la card, ma nel
cuore del tifo organizzato il malumore è crescente. La curva nord,
infatti, sembra spaccata sul da farsi.
Sul
tema "Goal Member" gli ultrà sono restii a parlare. Tra i pochi
che accettano di spiegare la propria posizione ci sono le Brigate rosanero.
Proprio una delegazione del gruppo fu ricevuta dall´amministratore
delegato del Palermo Rinaldo Sagramola e da Amedeo Bardelli, responsabile
commerciale della Lottomatica che emetterà le tessere dopo le autorizzazioni
necessarie della questura per spiegare nel dettaglio l´iniziativa.
"Onestamente
la tessera del tifoso non piace a nessuno - dice Salvo Giordano, in rappresentanza
del coordinamento delle Brigate rosanero - ma
la faremo. Credete che quando arriveremo con
i pullman a Catania con tutte le nostre tessere del tifoso in mano non
ce le tireranno le pietre?"
La
posizione delle Brigate è di libertà di scelta all´interno
del gruppo. Ma quasi tutti sono stati costretti a sottoscrivere la Goal
Member perché è obbligatoria per rinnovare l´abbonamento.
"Noi delle Brigate siamo per il novanta per cento abbonati - continua Giordano
- e siamo costretti a farlo. Se bastasse un bancomat, perché di
questo si tratta, a evitare gli agguati in circonvallazione a Catania lo
potrei anche capire. Chi non è abbonato, però, non la farà.
Questo provvedimento Maroni poteva anche risparmiarselo".
Nessuno
farà la tessera del tifoso, invece, tra gli appartenenti al gruppo
dei Warriors. Gli ultrà andranno avanti
di partita in partita con il biglietto unico fino a quando sarà
consentito e rinunceranno all´abbonamento. "Non potremo andare a
Catania? - dice un ultrà dei Warriors che preferisce rimanere anonimo
- pazienza. Non vogliamo un compromesso per vedere il derby. Non cediamo
la nostra libertà soltanto per avere la possibilità di andare
a Catania".
A
parte i due gruppi storici, ce ne sono anche altri che hanno trovato posto
in zone diverse rispetto al centro della curva nord superiore e che cercano
di far rinascere il movimento a Palermo. "I veri ultrà rosanero
- spiega un tifoso che preferisce rimanere anonimo - dopo alcune riunioni
hanno
deciso di non fare la tessera perché
lede il diritto di libertà del tifoso. Inoltre chiederemo al Palermo
di agevolare la disponibilità dei biglietti in determinate circostanze,
di far cadere il vincolo tra la Goal Member e l´abbonamento e rendere
valida la tessera del tifoso solo per le trasferte. Alcuni di noi sono
abbonati da 20 anni e se le cose dovessero rimanere così non ci
abboneremmo".
Anche
Interenet è molto attiva a riguardo. Sul web circola un volantino
che invita i tifosi a pensarci bene prima di sottoscrivere la Goal Member
perché "si tratta - si legge - di una chiara schedatura di massa»
per trasformare i tifosi «che già sono fidelizzati»
in semplici paganti visto che «la tessera è una vera e propria
carta di credito che servirà solo per arricchire qualcuno". Intanto
è già scaduta la fase della sottoscrizione gratuita della
tessera del tifoso. Dal primo luglio chi vuole entrarne in possesso deve
pagare 10 euro.
*
Riflessioni
da Roma: Ciao Lorenzo, siamo due giovani ragazzi
che, pur frequentando da poco la Curva Sud e tutto ciò che riguarda
il mondo ultras, vogliono analizzare i motivi per i quali bisogna (o bisognerebbe)
dire no a questa Genialata del Ministro Maroni. Solamente i motivi per
i quali qualsiasi singolo cittadino (e non solo gli ultras) dovrebbe rifiutarsi
di sottoscrivere la Tessera del Tifoso (TdT)
1.
No alla TdT perchè è un inganno. Se veramente fosse un modo
per tutelare la sicurezza (come dice maroni) non sarebbe coinvolto il sistema
bancario. Dal momento che è coinvolto, invece, vuol dire che la
TdT è solo un ulteriore e sporco modo per speculare sulla passione
della gente che ama seguire il calcio dal vivo.
2.
No alla TdT perchè è una schedatura preventiva. Non è
giusto chiedere autorizzazione alla questura per andare allo stadio quando
non si è commesso alcun reato.
3.
No alla TdT perchè è una violazione della privacy. Dal momento
che, come è spiegato anche sul tuo sito, è strutturata con
una tecnologia chiamata RFID (Radio Frequenza Intercettazioni a Distanza)
che rende rintracciabili 24 ore al giorno e 7 giorni la settimana. Una
persona libera non dovrebbe nemmeno sognarsi di accettare di possedere
un oggetto, neanche lasciandolo a casa (visto che molti che hanno già
sottoscritto la TdT, quando gli si pone questo argomento, rispondono “durante
la settimana la lascio a casa”)
4.
No alla TdT perchè è imposta col ricatto. Ci viene tolto
il diritto di abbonarci e di seguire la squadra in trasferta, ma ce lo
possiamo ricomprare con un bancomat rilasciato dalla questura. E’ una cosa
normale?
5.
No alla TdT perché non garantisce che soggetti violenti possano
introdursi nello stadio, poiché per l’acquisto dei singoli biglietti
non è necessario possedere la TdT, quindi l’ingresso di soggetti
violenti senza controllo della Questura è ancora possibile.
6.
No alla TdT perchè non garantirà di assistere a tutte le
partite, anche quelle ad altissimo rischio, come garantisce l'Osservatorio
Nazionale sulle Manifestazioni Sportive. I catanesi che hanno sottoscritto
“Cuore Rossoazzurro” per andare a Palermo e i romanisti che hanno sottoscritto
la “Privilege Card” per andare a Napoli (tanto per fare due esempi chiari)
chiedano ai milanisti se sono andati a Genova con la loro bellissima card
“Cuore Rossonero”.
7.
No alla TdT perché vuole far aumentare le “trasferte di stato” (Siena-Roma
di quest’anno tanto per essere chiari). Delle partite ad altissimo rischio
abbiamo già parlato, ma quelle a rischio medio-alto le cose non
andranno tanto meglio. È una bella cosa andare in trasferta sul
pullman con le forze dell’ordine?
8.
No alla TdT perchè allontana le persone dal concetto di tifoso avvicinandole
a quello di cliente. La TdT "classifica" i tifosi in base a quanto spendono
in materiale ufficiale e biglietti di stadio, e più spendono più
gli offre premi. Il tifo è una cosa spontanea, che nasce dal cuore.
La TdT lo allontana da questo concetto nella maniera più assoluta,
e visto che il tifo e la passione degli italiani sono conosciuti e ammirati
in tutto il mondo, andrebbero tutelati il più possibile.
9.
No alla TdT perchè annebbia in vari modi un concetto fondamentale
di un paese (che dovrebbe essere) democratico: l’uguaglianza fra i cittadini.
Chi vuole farsi l'abbonamento al teatro lo può fare come e quando
gli pare, chi vuole farselo allo stadio deve chiedere il permesso al ministero
degli interni: il fatto di essere amanti del calcio invece che degli spettacoli
teatrali implica che non si è brave persone e c’è bisogno
di un controllo maggiore? Poi il tifoso tesserato accederà allo
stadio attraverso corsie preferenziali (se esistenti…) e con perquisizioni
minime o nulle, mentre il tifoso non tesserato sarà perquisito molto
più duramente: il fatto di non possedere la tessera implica che
si è persone meno brave di quelle che la possiedono e quindi c’è
bisogno di perquisizioni maggiori? Come fa il Ministero degli Interni ad
essere matematicamente convinto che una persona che possieda la TdT non
provi ad introdurre un coltello nello stadio? E perché lo
stesso Ministero degli Interni deve avere pregiudizi nei confronti di chi
sceglie di non sottoscrivere la TdT?
10.
No alla TdT perchè, al contrario di quanto l'onorevole Ministro
Roberto Maroni vuole far credere, non eliminerà la violenza dagli
stadi, poichè i sentimenti di violenza fanno parte delle persone
e non sarà un bancomat ad eliminarli. La strada da percorrere per
eliminarli dovrebbe essere ben diversa dalla repressione che, si sa, genera
solo rabbia e frustrazione, e la TdT non farà altra che accrescere
(e di molto) la rabbia e la frustrazione nelle singole persone. per cui
la TdT farà accrescere la violenza, anziché debellarla.
11.
No alla TdT perché non garantisce la sicurezza all’esterno dello
stadio, dove oggi avvengono la maggior parte (se non la parte totale) degli
incidenti durante le partite di calcio. Se un gruppo di persone intende
fare scontri all’esterno dell’impianto sportivo, come può la TdT
impedirglielo? È lo stesso discorso che tu facesti riguardo la Legge
Amato, cosa c’è di diverso?
12.
No alla TdT perché presentata come una carta di “fidelizzazione”,
tipo quella del supermercato. Però è quasi obbligatoria,
o per lo meno senza si è privi di determinati servizi (abbonamento
e settore ospiti). Provate a immaginare quanto sarebbe bello se per fare
la spesa al supermercato vi obbligassero a fare la tessera
13.
No alla TdT perché è un bancomat imposto. Un bancomat è
una cosa seria, che un cittadino deve SCEGLIERE LIBERAMENTE di avere, senza
ricatti (come già detto al punto 4). Bisogna far aprire conti in
banca ai bambini per farli andare allo stadio con i genitori?
Dopo
aver detto tutto questo, come è possibile accettare o addirittura
essere favorevoli a questo schifo? Ci sono vari problemi. Uno è
che molta, troppa gente oggi non ragiona con il proprio cervello. Fa quello
che gli viene detto di fare, punto. Quanta gente ci ha detto “se non era
per l’abbonamento/trasferte non l’avrei fatta”…
Un
altro problema (che alla lunga ci porterà a vivere sotto dittatura)
è che la gente pensa di non poter cambiare ciò che viene
deciso dall’alto. Ma ci vogliamo ricordare di avere una Costituzione che
dice “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle norme
e nei limiti della Costituzione”? ABBIAMO IL DIRITTO DI DIRE CHE LA TESSERA
NON LA VOGLIAMO.
Un
altro problema è l’incapacità di rinunciare. Ma la stagione
2010/11 è forse l’ultima? Si trattava di rinunciare all’abbonamento
e acquistare il biglietto per vedere le partite in casa, rinunciare ad
alcune trasferte, e la tessera sarebbe saltata, e tutto sarebbe tornato
come prima. Ma la gente non è capace di rinunciare, o di affrontare
i sacrifici conseguenze della rinuncia. “Senza non vi abbonate” ha detto
Maroni, e siccome molti non hanno voglia di fare la fila settimanalmente
per il biglietto o di rischiare di non vedere le partite di cartello, hanno
accettato la TdT. SENZA SACRIFICI NON SI VA DA NESSUNA PARTE NELLA VITA.
Bisogna
avere le palle di rinunciare a qualcosa di importante per combattere una
giusta causa. Molti ci hanno detto “Io non riesco a rinunciare alla Roma”
“Io non ce la faccio a stare senza stadio” etc etc A parte il fatto che
non bisogna rinunciare alla Roma (o a qualsiasi altra squadra, il discorso
è per tutti) perché si possono comprare i biglietti, bisogna
avere le palle di dire no quando è necessario seppur a malincuore.
Coppa
Italia, Scudetto e Champions League = Curva Nord Milano tesserata. Osa
pensare se Siena-Inter fosse finita 0-0 invece che 0-1 quante Privilege
Card sarebbero state sottoscritte… pensa Diego Milito quanti romanisti
ha spinto a non privarsi della propria libertà. Questo per dire
di quanto valore si da oggi alla libertà e all’onore.
Concludiamo
dicendo che noi ci sentiamo fiduciosi di noi stessi e della nostra gente,
quella vera, che ha fatto la storia del mondo ultras da prima che noi nascessimo,
e che non si fa e farà influenzare di niente e da nessuno, e niente
e nessuno la spingerà mai a privarsi del proprio onore e della propria
libertà. Come hai detto tu, qualcuno ci accuserà di non essere
veri tifosi della Roma, mentre i veri tifosi sono gli interisti che hanno
accettato la card “Siamo Noi” pur di continuare a seguire l’Inter. Forse
è così, ma noi stiamo apposto con la coscienza, perché
abbiamo avuto le palle di fare sacrifici sulla Roma pur di non piegarci
a questo schifo, ed è un onore che ci porteremo dietro per tutta
la vita, comunque andrà a finire la lotta alla tessera (pur sempre
sperando nel migliore dei modi).
Complimenti
per il tuo sito. Vincenzo e Federico.
CURVA
SUD ROMA FORTE E ROMANA ! A.S.R.
Ragazzi,
ovviamente condivido al 101%. Bravissimi.
*
Questione
Rosella, Gianluca: "Caro Lorenzo ho letto
in un interessante intervento che il dissesto finanziario della famiglia
Sensi probabilmente è dovuto all'operazione Gioia Tauro ed areoprti
di Roma. Sull'operazione Areoporti non è complicato fare due conti,
Sensi ha venduto le azioni perchè strozzato, ad un valore
nettamente inferiore, era il periodo i cui la banca prima di stabilire
un piano di rientro voleva un congruo cash.
Su
Gioia Tauro non conosco nulla, ne conti, ne fonti, e prego l'informato
autore che ha scritto che l'operazione è stata catastrofica,
di scrivercele due cifre, sennò sembra una news messa per
portare avanti la teoria che la famiglia Sensi si è arricchita con
la Roma.
Come
sai io pur riconoscende grandi errori della famiglia (nella sua figura
istituzionale come presidente della Roma) nei rapporti con i tifosi,
ho ritenuto sempre questo un problema superabile convinto che purtroppo
all'orizzonte e tra i colleghi presidenti non ci sono espressioni migliori.
Superabile perchè vuoi o non vuoi, sono convinto, che
una Presidenza va giudicata per i risultati che ottiene sul campo. Anche
se come sai benissimo e come più volte ho detto, a me dei
giocatori, degli allenatori, e dei presidenti non frega un cazzo, la Roma
siamo noi, i suoi tifosi, e ritengo che dovremmo intervenire solo in casi
eccezionali ed in questi anni non mi è sembrato fossero accaduti
fatti di eccezionale gravità. Visto che ognuno diceva la sua, anche
io sono caduto in questo vortice sul discutere e confrontarmi sulla teoria
se era giusto contestare o no.
Dalla
scesa in campo della figlia di Franco Sensi i risultati non sono mancati,
risultato notevole visto che con l'autofinanziamento l'AS Roma non poteva
andare in passivo neanche di un euro. L'Inter che nell'ultima stagione
ha vinto tutto, nelle ultime 5 stagioni ha speso 1600 miliardi (circa 800
milioni di Euro), ora se sia fortunata, brava o non so cosa altro me la
sarei tenuta spaventato dai futuri squali che si potrebbero presentare.
Ciarrapico docet.
Sono
frequenti le ns dispute, con te che non ce la fai più a vederla
(sportivamente parlando in veste di presidentessa), in rappresentanza dei
tantissimi che la pensano come te, ed io che ho sempre pensato che si stava
esagerando. Vorrei che non si continuasse con lo stillicidio, quindi se
Gioia Tauro è stato un bagno di sangue e bene fare cifre e citare
le fonti. Così nessuno potrà dire che la Famiglia Sensi ,che
aveva disponibilità infinite, negli anni 90 prima che prendesse
la Roma, (si parlava di Sensi come uomo di mille miliardi) sia andata
a fondo causa AS Roma.
In
caso contario è meglio non scrivere cose che non si conoscono perfettamente.
Io nel mio piccolo, ritengo che se una famiglia a capo di un impero negli
anni 90 , poi dopo 20 anni di presidenza Roma, rimane con 60 milioni di
beni (fidandomi di quello che scrive l'autore dell'interesante intervento
e non di quello che leggo sui giornali che dicono 25/30 milioni) qualche
problema a livello economico la Presidenza l'ha portata, facendo fatica
a vedere nell'AS Roma una fonte di arricchimento diretto o indiretto.
Meno
energie spese nelle altre aziende, investimenti nella AS Roma, o altro
che non conosco deve essere successo al punto che un patrimonio immenso
si è ridotto del 90%, se poi consideriamo svalutazione ed altro
forse arriviamo al 95%. Gradirei quindi conoscere i numeri di questo invstimento
sbagliato (Gioia Tauro) così che potrò migliorare la mia
conoscenza su quello che è successo alla famiglia in questi ultimi
20 anni e chissà .... magari cambierò pure idea sulla famiglia
che nonostante i buoni risultati saprò che ha sfruttato l'AS Roma
e si è arricchita con la stessa (tra l'altro anche fosse successo,
la cosa non è così scandalosa, visto chi diventa Presidente
lo fa per accrescere direttamente o indirettamente i propri affari
ed i propri portafogli).
Per
ora mi sembra inverosimile questa teoria e continuo a credere che questa
famiglia, nonostante i tanti errori sopratutto con noi tifosi, sia stata
una gestione positiva e sopratutto che non si è arrichita ma ha
perso quasi tutti i suoi averi. Gioia Tauro sarà stato anche un
invstimento negativo ma che sia la fonte di una perdita del 95% del patrimonio
mi sembra difficile. Gianluca
*
Motta:
"Ciao
Lorenzo, vorrei fare una piccola riflessione sull' "affare" Motta :
Con
Motta la Roma ha avuto una perdita di 3,5 milioni, pagati appena l' anno
scorso.
Scrivendo
nella busta 5 milioni, cioè il valore del giocatore pagato dalla
Juve, ci ritroveremmo nella stessa situazione. Perdita -3,5 mln.
Dico
allora... perchè nella busta è stato scritto solo 1,3 mln?
Non
si sarebbe potuta limitare questa perdita?
Scenario:
Offrivi 3mln in busta.
Giocatore
pagato 3,5+3= 6,5mln
Venduto
a 5mln
Totale
-1,5mln
Che
dici 2 mln in più ce facevano schifo? Ovviamente un minimo di rischio
imprenditoriale c'è pero insomma..
"Il
problema è se la Roma finisce in mano de incompetenti... " Grazie
Rosella
Forza
Roma
7
luglio 2010: allarme ha creato la pubblicazione
- dopo una lunghissima gestazione - delle "linee guida" sul sito dell'O.N.M.S.:
non cambia nulla. Tutto continua a fondarsi sul nulla, o meglio sulla circolare
n. 555 del 14 agosto 2009 che non è una legge e quindi può
valere come suggerimento ma non come obbligo. L'O.N.M.S. (così
come il Ministero dell'Interno) non è un organo legislativo e non
può imporre quel che scrive. E' incredibile che su un sito comunque
istituzionale si scrivano delle cose del genere, spacciandole per obbligo
di legge.
Comunque
sia, qualche cosa di più paradossale del già paradossale
continua ad esserci.
Vediamo,
dal sito dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (aggiornamento
del 6 luglio 2010):
Programma
Tessera del Tifoso
COS'E'
LA TESSERA DEL TIFOSO
-
E’ uno strumento nuovo delle Società sportive (no:
è imposto dal Ministero dell'Interno alle società sportive
senza alcuna legge che lo introduca) che serve
a valorizzare il rapporto trasparente ed aperto con i propri tifosi che
diventano i veri protagonisti dell’evento sportivo (con
un bancomat in tasca divento protagonista!);
-
E’ valida in tutti gli stadi senza distinzione tra i vari campionati nazionali
-
Rientra tra le agevolazioni di cui all’art. 8 del decreto-legge 8 febbraio
2007, n. 8, convertito dalla legge 4 aprile 2007, n. 41, ed è rilasciata
nel rispetto delle procedure previste dal D.M. del 15 agosto 2009.
Comporta
per i tifosi i seguenti vantaggi:
1.
agevola l’acquisto dei titoli di accesso: la tessera può servire
per la lettura elettronica dei dati personali del titolare ed è
utilizzabile dal rivenditore per verificare l’identità dell’acquirente*
(addio
biglietti cartacei da collezione e abbonamenti da collezione. Si noti l'asterisco:
dovrete avere comunque un documento al seguito).
2.
snellisce le procedure di accesso allo stadio: ogni impianto sportivo avrà
(si
noti il futuro usato: nei moduli che sottoscriverete c'è scritto
qualcosa del tipo "sempre se li costruiremo") corsie
dedicate ai titolari della Tessera del Tifoso, la quale potrà essere
utilizzata anche per verificare la corrispondenza della titolarità
del biglietto con il portatore* (questo vuol
dire che la medesima corsia privilegiata utilizzata da chi avrà
la tessera del tifoso può comunque essere utilizzata se io che non
ho la tessera del tifoso vado con un biglietto e decidono di controllare
la mia identità! Capito la fregatura! Ma quali corsie dedicate!!!!).
3.
esenta dalle specifiche restrizioni che potrebbero essere imposte per motivi
di ordine pubblico per le partite sia in casa che in trasferta. Questo
vale per tutte le partite giocate in Italia (Genoa/Milan
docet: non è vero. Sarà sempre il Prefetto a decidere).
4.
dà accesso a tutte le facilitazioni, privilegi e/o benefici che
ciascuna Società sportiva proporrà ai propri clienti, previa
esplicita adesione ai programmi/servizi forniti da Società Partner
(quindi
se la società non li propone non si avrà alcuna facilitazione
e comunque accadeva anche con una normale fidelity card non soggetta al
controllo di questura. Già con l'abbonamento avevo sconti sul merchandising);
5.
rende il tifoso protagonista della propria sicurezza: con la tessera si
entra in una comunità privilegiata di sostenitori ufficiali che
aderisce ai valori dello sport e rivendica la passione per il calcio (quindi
io che non me la faccio non entro in questa comunità, non conosco
i valori dello sport e la passione per il calcio).
*
I titolari della Tessera del Tifoso sono comunque tenuti a portare al seguito
ed esibire un valido documento di identità in caso di eventuale
richiesta da parte del rivenditore, degli Steward o di personale delle
Forze di Polizia)
*
CHI
PUO' AVERLA
Possono
richiedere ed ottenere la Tessera del Tifoso tutti i supporter che ne facciano
richiesta ad una qualsiasi Società sportiva. I più appassionati
potranno avere anche Tessere del Tifoso di differenti squadre.
La
Tessera del Tifoso non potrà essere temporaneamente rilasciata a:
1.
le persone attualmente sottoposte a DASPO (almeno
questo lo hanno corretto) ovvero ad una delle
misure previste dalla legge 27/12/56 n.1423 (c.d. misure di prevenzione)
(questo
non è previsto da alcuna norma di legge ma continuano a scriverlo);
2.
coloro che siano stati condannanti, anche in primo grado, per reati c.d.
da stadio (si noti che non viene messo
il limite temporale di 5 anni che aveva detto Maroni. Se avete avuto
una condanna da stadio nel 1950 non potete avere la tessera del tifoso).
In
caso di intervenuta assoluzione o revisione del provvedimento del DASPO,
i motivi ostativi sono da considerare immediatamente decaduti, salvo la
vigenza di altre misure di prevenzione anche non connesse.
L’accertamento
dei motivi ostativi avviene con le modalità previste dal Decreto
del Ministro dell’Interno del 15 agosto 2009, comprese le disposizioni
in materia di tutela del diritto alla protezione dei dati personali.
In
caso i motivi ostativi di cui sopra intervengano in un momento successivo
al rilascio, la Tessera verrà comunque invalidata.
*
DA
QUANDO E' OBBLIGATORIA
Dall’inizio
del prossimo Campionato di calcio, le società di Serie A e B e Lega
Pro dovranno garantire il rilascio della “Tessera del Tifoso” ad ogni supporter
che la richiederà (e se non lo fanno?
NON
ACCADE PROPRIO NULLA! Accade che se ci sono partite a rischio il Prefetto
potrà adottare limitazioni, cosa che avverrà anche dopo l'introduzione
della tessera del tifoso!).
Dall’inizio
della campagna abbonamenti per la stagione 2010/2011, le Società
sportive dovranno rilasciare l’abbonamento ai soli possessori della tessera
del tifoso (non c'è nessuna legge che
lo dica, è una invenzione del Ministero dell'Interno. E' solo una
circolare, la n. 555 del 14 agosto 2009 che suggerisce ai prefetti di controllare
che le società facciano quello che vuole Maroni. Ripeto, non esiste
alcun obbligo di legge), fermi restando i
requisiti stabiliti dagli artt. 8 e 9 del citato decreto-legge n. 8 del
2007.
Dall’inizio
del prossimo campionato, l’accesso ai settori ospiti sarà riservata
ai soli possessori della Tessera del Tifoso.
Ogni
Società sportiva è tenuta a rilasciare la Tessera del Tifoso
- entro 20 giorni dalla richiesta (voglio
proprio vedere!)- in maniera tale da consentire
la partecipazione del titolare al primo evento sportivo utile successivo
alla sottoscrizione della stessa (???? Gli
eventi sportivi si tengono a distanza di 20 gg. l'uno dall'altro????).
Nelle more del rilascio potrà essere garantito un titolo provvisorio
che consenta l’accesso allo stadio, nel rispetto di quanto previsto dal
D.M. 15 agosto 2009 (ergo: non faranno mai
in tempo a rispondere in 20 gg. Quindi danno un titolo provvisorio ANCHE
A CHI NON HA I REQUISITI! Questa sarebbe la sicurezza!).
I
tifosi non interessati ad OTTENERE la Tessera potranno comunque seguire
la propria squadra anche in trasferta acquistando regolare biglietto di
settori diversi da quello degli ospiti ma potranno essere soggetti alle
limitazioni imposte dalle Autorità di Sicurezza (Grazie.
Possiamo anche starnutire?).
*
COME
E' FATTA
*
I POSSIBILI
TIPI DI TESSERA
A
solo titolo esemplificativo ed al fine di evidenziarne il ruolo di fidelizzazione
e promozione dei valori sportivi, si riportano di seguito alcuni tipi di
tessera mutuati dall’esperienza di altri Paesi (che
quindi ancora non esistono in Italia):
Tessera
ordinaria;
Tessera
Children per i bambini *;
Tessera
Junior per i minori *;
Tessera
Senjor per gli anziani (mi risulta che Senior
si scriva senza "J");
Tessera
“Corporate”, per le aziende partner, sponsor ecc., In questo caso non contiene
fotografia (ah, e perché? Come si garantisce
la sicurezza?) e deve essere perfezionata
con l’abbinamento al nominativo del fruitore comunque soggetto al controllo
di cui al DM 15 agosto 2009
*
Previa sottoscrizione, nell’apposito spazio previsto nella modulistica
standard, del consenso e dell’assunzione di responsabilità da parte
di uno dei genitori o dell’esercente la potestà genitoriale sul
minore.
Ciascuna
tessera può prevedere vari livelli di pregio (gold, silver, ecc.)
a seconda dei servizi che ciascuna Società sportiva intenda offrire
ai propri sostenitori.
*
PROCEDURA
DI RILASCIO
La
tessera del tifoso potrà essere richiesta ad ogni Società
di calcio di serie A, B e Lega Pro.
Per
ottenerla, occorre:
a)
compilare e sottoscrivere i moduli standard indirizzati alla Società
sportiva del programma (all. 1), previa esibizione o comunicazione degli
estremi di un valido documento d’identità da riportare negli appositi
spazi previsti *;
b)
impegnarsi a rispettare le regole del “codice etico” sottoscrivendo un
apposito documento dal contenuto standardizzato predisposto dalle Leghe/FIGC/CONI
o dalle singole Società sportive (questo
mancava! Oltre a chiedere il permesso alla questura per fare l'abbonamento
o andare nel settore ospiti, dovete pure promettere di fare i buoni,
non insultare l'arbitro, non mandare a quel paese il giocatore avversario
e via dicendo!!! E se lo fate vi ritirano la tessera!!!).
c)
sottoscrivere l’espressa accettazione del diritto insindacabile delle Società
sportive di invalidare la “Tessera del Tifoso” e gli eventuali privilegi
ad essa connessi in caso violazione delle regole del “codice etico”, allegato
al modulo, nonché del regolamento d’uso degli impianti sportivi.
Le
società sportive trattano i dati raccolti mediante i predetti moduli
per le sole finalità previste dal programma e li conservano per
il tempo di validità della tessera.
Il
soggetto può consentire il trattamento dei propri dati personali,
anche da parte di altre società e dalle relative concessionarie
del servizio, per finalità di promozione ed iniziative commerciali
secondo le indicazioni riportate nel richiamato modello.
*
in caso di attivazione di ulteriori funzionalità/servizi/agevolazioni
connessi alla Tessera ma forniti da Società Partner, dovranno essere
compilati e sottoscritti moduli separati, nel rispetto del Codice per la
protezione dei dati personali.
*
Specifiche
tecniche per il rilascio e l’utilizzo delle tessere
Fase
di richiesta della Tessera del Tifoso
1.
All’atto della richiesta da parte di un soggetto di una Tessera del Tifoso
ad una Società sportiva dovrà essere effettuata la verifica
(dalla
questura)dei requisiti ostativi nelle modalità
previste dal decreto del 15 agosto 2009.
2.
Se nulla osta a tale rilascio, sulla base di un identificativo della autorizzazione
fornito dal sistema informatico delle Questure (in
pratica, siete schedati ufficialmente come "tifoso della squadra X"),
di cui al richiamato D.M., la Società sportiva emetterà la
tessera comunicando alla Questura stessa i dati identificati relativi alla
agevolazione corrisposta, attraverso un codice alfanumerico.
3.
Contestualmente, la Società sportiva – nel rispetto del Codice in
materia di protezione dei dati personali - conserverà i seguenti
dati: anagrafica del soggetto, numero della Tessera rilasciata e data di
scadenza.
4.
Affinché sia garantita la circolarità della Tessera del Tifoso
ed il sistema descritto funzioni correttamente è assolutamente necessario
che il numero di ogni Tessera sia univoco a livello nazionale (numero CONI)
e che la stessa Società sportiva non rilasci più di una Tessera
del Tifoso intestata ad uno stesso soggetto. È, altresì,
ammissibile che un soggetto, con la stessa procedura sopra citata, acquisisca
più di una Tessera del Tifoso da diverse Società sportive.
Fase
di acquisto di un abbonamento presso la società che ha rilasciato
la Tessera del Tifoso
1.
L’acquirente si presenterà, munito di Tessera del Tifoso e documento
di riconoscimento (perché la TdT
non serve come strumento di riconoscimento!),
presso una Società sportiva per richiedere un abbonamento.
2.
La Società sportiva verificherà la presenza nei propri sistemi
della Tessera e, se presente e valida, rilascerà l’abbonamento,
senza effettuare nessuna interrogazione al sistema informatico delle Questure,
in conformità a quanto previsto dai Decreti Ministeriali 6 giugno
2005 e 15 agosto 2009 nonché dall’art. 3 del decreto legislativo
30 giungo 2003, n. 196.
3.
A rilascio effettuato, la Società sportiva, in conformità
al D.M. 8 agosto 2009, comunicherà alle Questure, in modalità
telematica, i dati identificativi relativi alla agevolazione (l'agevolazione
è avervi fatto abbonare, pensa che agevolazione!) corrisposta
attraverso un codice alfanumerico.
Fase
di acquisto di un biglietto presso la società che ha rilasciato
la Tessera del Tifoso (questa cosa vale
per chi si fa la TdT ma non si abbona)
1.
La procedura prevista in questo caso sarà identica a quella descritta
al punto 1, 2 e 3 del titolo precedente come anche la tipologia di dati
conservati presso il sistema informatico delle Questure, con l’unica differenza
della tipologia di titolo di accesso (e
allora perché tutte queste rotture di scatole se, senza TdT, mi
compro il biglietto e basta? Solo per andare nel settore ospiti senza,
tuttavia, essere abbonato in casa? Quindi, se avete la TdT e per ipotesi
ve la ritirano, non potete nemmeno acquistare un biglietto tramite la TdT
ma solo senza la stessa).
Fase
di acquisto titolo di accesso
(abbonamento/singolo
biglietto) presso una società diversa da quella che ha rilasciato
la Tessera del Tifoso.
1.
L’acquirente si presenterà, munito di Tessera del Tifoso e documento
di riconoscimento, presso una Società sportiva, o l’associata Società
emettitrice di biglietti, diversa da quella che avrà in passato
generato la Tessera del Tifoso in suo possesso, per richiedere un qualsiasi
titolo di accesso (abbonamento/singolo biglietto).
2.
Il sistema informatico della Società sportiva interrogherà
il sistema informatico delle Questure per verificare la validità
della Tessera del Tifoso, comunicandone esclusivamente il numero. In caso
che tale Tessera sia effettivamente presente nella relativa banca dati
del predetto sistema informatico, la Società sportiva riceverà
il nulla osta e rilascerà il titolo.
Insorgenza
di un requisito ostativo
Nel
caso in cui sopraggiunga un requisito ostativo associato ad un soggetto
titolare di una Tessera del Tifoso, il sistema informatico delle Questure
provvederà a darne comunicazione alla Società sportiva interessata,
secondo le modalità previste dal DM 15 agosto 2009 (quindi
i dati rimangono presso la questura che avvisa la società a cui
si riferiscono quei dati della insorgenza dei motivi ostativi)
Il
sistema informatico delle Questure cancellerà, quindi, dal proprio
sistema la/e Tessera/e del Tifoso.
*
GLI
OBBLIGHI DELLE SOCIETA' SPORTIVE (qual
è la legge che stabilisce questi obblighi? Non esiste!)
Con
l’inizio del prossimo campionato, a partire dall’avvio della campagna abbonamenti,
le società di serie A e B e Lega Pro dovranno garantire il rilascio
della “tessera del tifoso” (non esiste
una disposizione di legge al riguardo, lo abbiamo già detto: basta
vedere la pagina
http://www.osservatoriosport.interno.it/primo_piano/2010/luglio/6_luglio.html
Vedete
forse, nel cerchietto rosso, "legge n. ecc. ecc." o leggete solo "circolare
n. " ?)
Entro
la stessa data in ciascun settore degli impianti interessati dovranno essere
previste “corsie dedicate” per i possessori della “tessera del tifoso”
e dei loro familiari o accompagnatori; ciò potrà essere realizzato
anche utilizzando lettori di prossimità già nelle fasi di
prefiltraggio (abbiamo visto che, allo
stato non esite nulla e che le corsie normali verranno dedicate a tutto).
Nella
fase transitoria e sino al perfezionamento delle procedure informatiche
dell’accertamento dei motivi ostativi:
1.
le Società sportive dovranno trasmettere i nominativi alle Questure
secondo le modalità previste dal D.M. 15 agosto 2009 (quindi
nel frattempo mandano tutti i dati nominativi alla questura per la schedatura
come "tifoso della squadra X"
2.
le Questure risponderanno entro 10 giorni dalla richiesta (pago
da bere va tutti se ci riescono); nel frattempo
il titolo è comunque rilasciato con possibilità di successiva
invalidazione (in barba alla sicurezza!
Danno la tessera a tutti e poi con calma controllano se la puoi avere o
no, ma nel frattempo puoi abbonarti e andare nel settore ospiti).
*
RACCOMANDAZIONI
ALLE SOCIETA' SPORTIVE
-
promuovere il Programma tra i propri sostenitori, secondo la strategia
di comunicazione condivisa in sede di gruppo tecnico ristretto, eventualmente
anche attraverso Servizi Clienti e Pagine Web dedicate, che forniscano
informazioni sull’iniziativa e i relativi vantaggi (con la previsione di
eventuali aree protette e riservate accessibili ai soli “Soci”)
-
consegnare adeguata informativa contenente tutte le notizie utili riguardanti
le modalità di funzionamento del programma, motivi di esclusione,
trattamento dei dati personali
-
assicurare il collegamento con la Questura per l’accertamento dei motivi
ostativi con le modalità previste dal Decreto del Ministro dell’Interno
in data 15 agosto 2009.
-
pianificare nell’ambito della Società sportiva una specifica unità
organica dedicata alle relazioni con i tifosi ed ai rapporti con le autorità
nell’interesse dei tifosi stessi – Costumer Area/Dipartimento del tifo
- al fine di rendere operativi gli obiettivi di inclusione dei fidelizzati
nella vita della società stessa.
*
MOTIVI
DI ESCLUSIONE
a)
Prima del rilascio della Tessera:
-
mancata presentazione o presentazione incompleta, all’atto della richiesta
di partecipazione, dei documenti richiesti dal Regolamento di Partecipazione
al Programma;
-
il riscontro, attraverso sistema informatico di cui al Decreto del Ministro
dell’Interno del 15 agosto 2009, della sussistenza di “motivi ostativi”
b)
Successivamente al rilascio della Tessera:
-
sopravvenuti motivi ostativi;
-
violazioni del regolamento d’uso degli impianti sportivi (quindi
vi ritirano la tessera anche se non vi sedete al vostro posto, se gettate
una carta per terra, se insultate la squadra avversaria o l'aarbitro e
via dicendo), nonché violazioni
commesse in occasione o a causa di manifestazioni sportive relativi alle
condizioni accettate all’atto della sottoscrizione del Programma.
*
Dopo
un periodo di applicazione e comunque entro il 30 luglio 2011, l’Osservatorio
raccoglierà osservazioni e proposte e valuterà eventuali
esigenze di revisione del programma, al fine di renderlo sempre più
rispondente alle esigenze delle tifoserie
|
BUON
DIVERTIMENTO!
6
luglio 2010: per oggi un piccolo aggiornamento:
"Caro
Lorenzo,
ebbene
siamo al capolinea della dinastia Sensi alla giuda della Roma.
Personalmente
non mi sono piaciuti, ne padre ne figlia, ma hanno avuto il merito di essere
“il presidente” più vincente della ns storia anche se, ns malgrado,
non occorreva vincere numerosi titoli per raggiungere questo primato, ma
tant’è ed onore ai Sensi.
La
cosa, però, che non mi va giù e che nessuno sta rimarcando
è che la Roma ha salvato la famiglia Sensi e non viceversa.
Dico
questo perché non deve assolutamente passare il concetto che Sensi
si è svenato la squadra Roma. Sensi i debiti li ha fatti con Italpetroli
per costruire il porto di Gioia Tauro in Calabria, investimento a
dir poco catastrofico, e mi dicono, ma non ho conferme quindi non ne ho
certezza e pertanto la butto come indiscrezione, per l’operazione sugli
aeroporti di Roma.
Sensi
per la Roma avrà cacciato calcolando cessioni ed arrivi, stipendi
e pay –tv, al massimo e dico al massimo un 70/100 milioni di €uro
vale a dire il valore dell’albergo Cicerone all’epoca venduto a Coppola.
Quindi nessun sacrificio.
Per
non parlare della dottoressa Sensi, che non solo non ha cacciato un €
ma ci ha guadagnato un ricco stipendio (meritato o meno non entro nel merito)
cosi come le sorelle consigliere.
E’
vero che la sig.ra gira con le guardie giurate ma per 600.000,00 €
netti all’anno anche io sono disposto a fare tale sacrificio.
Dicevo,
la Roma ha salvato Sensi. Ribadisco, alla storia questo deve essere tramandato!!!
Se
la famiglia Sensi manterrà Villa Pacelli e circa 50/60 milioni di
€uro in svariati immobili (e non 25/30 come si dice in giro) è
perche italpetroli tra i propri asset aveva la Roma, diversamente Unicredit
l’avrebbe spolpata già da un bel po’…senza ristrutturare un bel
niente, come, d’altra parte, capita a tutti noi poveri mortali….
Anche
perché il debito Italpetroli lo ha accumulato con la romana Capitalia,
allora guidata da Cesare Geronzi, ma una volta che quest’ultimo ha fatto
il salto di qualità passando a Generali, in attesa di arrivare lì
dove tutto si può ossia a capo di Mediobanca nel posto che fù
di Cuccia, è subentrato il padano-genovese Profumo che la prima
cosa che ha fatto è fare strage dei vecchi “buffi” romani. Non a
caso la sig.ra Sensi ad un certo punto ha percorso la strada Mediobanca/Gianni
Letta ma nemmeno questi hanno potuto nulla.
Una
volta disse il sig. Ciarrapico, non ti devi preoccupare se hai debiti per
svariati miliardi di vecchie lire, ma se ne hai per poche centinaia di
milioni….. Grande Ciarrapico…..
Ora
largo ai nuovi. Si parla di Angelucci…..il re della sanità pugliese
e laziale….ma aiutami Lorenzo, in queste due regioni non ci sono stati
grossi problemi in questi comparti???
Ah
ricordo a tutti, fonte corriere della sera che il sig. Angelucci Giampaolo,
probabile futuro acquirente della Roma è già stato arrestato…ma
per carità….la presunzione di innocenza è presunzione di
innocenza.
“ROMA
- L'imprenditore romano Giampaolo Angelucci, il "re delle cliniche" (editore
di "Libero" e del "Riformista"), è finito agli arresti domiciliari
nell'ambito dell’inchiesta dei Nas e dei carabinieri di Frascati sulle
convenzioni con alcune case di cura. Per il padre, Antonio Angelucci, deputato
del Pdl, è stata chiesta l'autorizzazione a procedere: le misure
sono state emesse dal Tribunale di Velletri. Sono in totale 13 gli arresti,
con 4 obblighi di dimora, disposti dal gip.”
Lorenzo,
concludo, sbrigamose co sto azionarato popolare….che al momento è
l’unica via…per dare roma ai romanisti e concludo rinnovando il mio ringraziamento
alla famiglia Sensi…..".
Subito
una piccola precisazione di Gabriele: "Se
puoi sottolineare che il presidente più vincente della storia dell'asr
è dino viola e NON la famiglia sensi come scrive qualcuno sul sito.
VIOLA:
1 SCUDETTO, 5 COPPE ITALIA, 1 FINALE COPPA CAMPIONI, 1 FINALE COPPA UEFA
in 12 anni
SENSI:
1 SCUDETTO, 2 SUPERCOPPE ITALIANE, 2 COPPE ITALIA In 17 anni".
Modello
inglese:
La
Polizia risarcisce e si scusa con i tifosi dello Stoke City
chiusi
in un pub prima di una partita
Ottanta
tifosi si sono divisi circa £ 200,000 per risarcimento, in uno con
le scuse della Polizia, che li ha intrappolati in un pub prima di una partita
con il Manchster United.
I
tifosi dello Stoke City supporters hanno riferito che gli è stato
detto di urinare nelle tazze, dopo che i poliziotti gli hanno impedito
di andare al bagno in un pub di Irlam, Greater Manchester.
Dopo
sono stati piazzati su dei pullman e portati indietro a Stoke-on-Trent
qualche ora prima del calcio di inizio nel Novembre 2008.
La
Greater Manchester Police ha ammesso di avere agito "erroneamente" (da
noi ci sono volute le Iene e nessun risarcimento alla tifosa del Man U).
In
base all'articolo 27 del Violent Crime Reduction Act, alla polizia è
concesso di dare indicazioni ai soggetti che rappresentano un rischio di
disordine.
Tuttavia,
la Football Supporters' Federation (FSF), che ha rappresentato molti dei
tifosi, ha detto che non stavano provocando problemi nel pub.
Come
riferito da un portavoce del FSF, hanno persino parlato al gestore del
pub che ha detto che i tifosi si erano comportati così bene che
gli avrebbe preparato dei opanini se fossero ritornati.
Malcolm
Clarke, presidente del FSF, ha detto: "La polizia ha imprigionato questi
tifosi in un pub e gli hanno vietato di usare i bagni Dopo di che li hanno
illegalmente intimoriti con avvisi, hanno affittato dei pullman e semplicemente
depositati al centro di Stoke. Hanno infranto la legge e ora stanno pagando
per questo. Per ironia della sorte, lo Stoke ha perso 5-0, così
non hanno perso molto e molti tifosi possono usare il risarcimento per
il loro abbonamento annuale"
La
polizia ha confermato di avere pagato in totale ai tifosi £184,850
(circa
200mila euro, n.d.L.).
Greater
Manchester Police ha detto di aver agito su una "confidenza" ma ha ammesso
che quanto fatto dai poliziotti è stato troppo di mano pesante.
Ogni
persona che ha avuto il risarcimento ha anche avuto una lettera di scuse
dal Capo Assistente Ian Hopkins.
Il
direttore dei servizi legali della Greater Manchester Police Sian Williams
ha detto: "Abbiamo risarcito i danni subiti da coloro che li lamentavano
dopo aver usato erroneamente i poteri concessi dall'articolo 27 del Violent
Crime Reduction Act nel Novembre 2008.
A
quel tempo, l'uso di quei poteri era nuovo e abbiamo dovuto fare dei passi
per sperimentare la comprensione della legislazione per impedire che accadesse
di nuovo; gestendo la cosa senza i servizi legali, abbiamo risparmiato
16mila sterline".
Quando
l'Italia raggiungerà questo grado di civiltà, saremo pronti
anche per la "tessera del tifoso"!
Qui
di seguito una intervista a Pompey John, uno dei più noti tifosi
del Portsmouth:
"La
maggior parte del tempo è semplicemente John Anthony Westwood
e vende libri nella sua libreria in Petersfield Hampshire, il week end
si trasforma in John Anthony Portsmouth Fc Westwood meglio conosciuto come
'Pompey John' il piu' famoso, discusso e tatuato tifoso di Fratton Park.
Questo
fine settimana il suo Portsmouth incontrera' i neo campioni del Chelsea
a Wembley per la finale di Fa Cup e la notiziona del giorno è che
le autorita' pare gli abbiano vietato di portare i suoi celeberrimi strumenti
musicali preferiti (campane, trombe e tamburi), questo divieto sarebbe
stato motivato dal fatto che il 'nostro' non possiederebbe alcuna licenza
per farlo e oltretutto le norme di sicurezza dello stadio lo proibiscono.
John
la prende con filosofia dicendo pero' una sacrosanta verità, c'e'
piu' atmosfera al pub dove vado che negli stadi inglesi e su questo come
non dargli ragione... " I’ve been told I have to have a licence,’ says
Westwood, 47. ‘It’s all about health and safety. ‘To be honest there is
more atmosphere in my pub these days than at most football grounds" ("mi
è stato detto che devo avere una licenza.. è tutto riguardo
al salute e la sicurezza. Ad essere onesto c'è più atmosfera
in questi giorni al mio pub che nella maggioranza dei campi di calcio")
Il
suo tifo sfrenato per i Pompeys comincio' all'eta' di 13 anni quando suo
padre Frank lo porto' ad assistere ad una partita con il Brighton vinta
dal Portsmouth per 1-0 davanti a 32000 spettatori in un'atmosfera incredibile,
fu' quel giorno, dice John, che decisi di diventare tifoso dei Pompeys
e che lo sarei stato finche' morte non ci separi..."‘I thought there and
then that I was going to be a Pompey fan until the day I died."
Si
definisce un po' Dottor Jekill e Mr. Hyde.... Quando esco dal mio negozio
di libri smetto di essere educato e preciso come lo sono con i miei clienti
e divento me stesso, a causa di questa mia passione calcistica è
fallito il mio matrimonio, la mia ex moglie pensava che mi piacesse un'altra,
ma non aveva capito che chi si sposa con me si deve sposare anche con il
Portsmouth Fc e non è facile trovarne una che corrisponda a questi
requisiti... I miei due figli pensano sia matto, ma in fondo capiscono
la mia passione per il club poi al di la' di tutto nonostante la separazione
io e Linda siamo rimasti amici e qualche volta ci vediamo...
Sono
stato piu' volte espulso , è successo in vari stadi, questo perche'
mi alzo in piedi e faccio un po' di rumore, il calcio moderno in
Inghilterra è diventato cosi' 'politically correct' che i
personaggi "estroversi" come me sono osteggiati sempre e comunque,
da una parte sono contento che il prossimo anno giocheremo in Championship,
la Premier è un campionato per i soliti 4- 5 club e per quei lobotomizzati
che li tifano.
Sabato
il pulmino della sua libreria lo portera' fino a Wembley, partenza di buon
ora alle 9.00 del mattino, saremo a Wembley in tempo per qualche birra
e per fare due chiacchiere con i tifosi del Chelsea, è la nostra
seconda finale in due anni, non avremmo mai creduto di farne una ed ecco
che c'e' gia' la seconda, incredibile ...
Milano
(Inter), Pescara e Pisa... ognuno si faccia la propria idea...:
COMUNICATO
UFFICIALE CURVA NORD MILANO 1969
Il
momento è arrivato.
Abbiamo
provato con tutte le nostre forze a rinviarlo e a trovare modi e maniere
di raggirare l’ennesimo pretestuoso tentativo di bombardamento legislativo
(e commerciale …) sulla nostra libertà di essere tifosi e liberi
cittadini. Ma siamo arrivati ad un dunque.
Oggi,
nel quarantunesimo anno di vita della Curva Nord, ci troviamo costretti
a dover scrivere una delle pagine più “scomode” della nostra storia.
“Scomoda”
è la nostra scelta perché riteniamo che questa famigerata
tessera del tifoso sia una delle più grandi “cazzate” messe in piedi
dal governo italiano e dalle menti infime che stanno dietro al nome dell’Osservatorio,
della FIGC e della Lega Calcio.
E’
uno strumento che nasce da tutta una serie di leggi e decreti anticostituzionali
che negli ultimi 20 anni sono stati attuati per reprimere chi, come noi,
fa dello stadio la propria vita.
Analizzando
con attenzione tutti i passaggi legislativi, burocratici e soprattutto
pratici della tessera emergono solo svantaggi.
Tutti
i privilegi che vengono menzionati sono letteralmente luride menzogne atte
a giustificare il pressapochismo e poca professionalità con la quale
la medesima è stata redatta e viene messa in atto.
D'altronde
questa “card”, come la chiamano loro, ha tra le altre nefandezze delle
quali discuteremo meglio nei prossimi mesi, il “pregio” di essere stata
inventata da chi ha scarsa conoscenza in materia.
Cosa
possiamo pretendere da chi è stato capace di allontanare gli appassionati
dagli stadi e “partorire” atti e decreti che il limite della costituzionalità
non lo raggiungono neanche in lontananza …???
Appare
chiaro l’intento di procedere ad una sorta di “schedatura” legalizzata
di tutti coloro che potranno accedere agli stadi, in completo spregio al
diritto alla privacy ed alla riservatezza di cui ogni cittadino dovrebbe
godere, il tutto mascherato dallo sbandierato intento di fidelizzare la
tifoseria di ogni squadra..
Nessuno
di noi ha bisogno di entrare in nessun club d’elite dei tifosi fidelizzati
(ci viene da ridere solo a pronunciare queste frasi).
I
nostri principi, il nostro essere, il nostro vivere lo stadio non sono
e non saranno mai fidelizzabili.
Non
sentiamo il bisogno di essere definiti “tifosi ufficiali” e non sentiamo
il bisogno di farci imporre una carta di credito per assistere alle gare
in trasferta della nostra squadra.
La
stessa qualifica di tifosi per noi appare riduttiva: noi siamo la Curva
Nord, senza bisogno di altre definizioni e, soprattutto, senza che vi sia
la necessità una “card” a testimoniarlo.
Ci
interessa unicamente seguire l’Inter senza dover essere costretti a dimostrare
di avere la fedina penale pulita, quasi dovessimo accedere ad un concorso
per entrare in Polizia o in Magistratura…
Del
resto, che ormai gli stadi siano divenuti una specie di “zona franca” ed
i tifosi cittadini di serie B, per il controllo dei quali è possibile
porre in essere leggi speciali al di fuori di qualsiasi garanzia costituzionale,
è da tempo principio assodato.
La
tessera del tifoso non rappresenta pertanto che l’ultima invenzione in
questo senso, che, ancora una volta, sta a confermare l’assoluto fallimento
di una politica di repressione posta in essere dalle Istituzioni, che è
sotto gli occhi di tutti.
Tuttavia
il nostro primo obiettivo, ancora oggi dopo quarantuno anni, è quello
di sostenere l’Fc Internazionale … AD OGNI COSTO!
Partendo
da questo presupposto abbiamo discusso per diverso tempo su come riuscire
a trovare una soluzione per contrastare questa tessera del tifoso SENZA
DOVER DANNEGGIARE LA SQUADRA e noi stessi come persone fisiche.
La
conclusione è stata che mai avremmo pensato nella nostra umile storia
di dover assecondare quanto di più anti-costituzionale, anti-democratico,
anti-passionale, anti-aggregativo ci stanno imponendo, per di più
con l’infame forma del ricatto.
Eppure
in questo momento storico la nostra decisione è quella che, nostro
malgrado, andremo a sottoscrivere la tessera
del tifoso perché con la stessa umiltà
che ci contraddistingue dal 1969 ammettiamo di non essere ancora in grado
di trovare una maniera CONCRETA capace di combattere la “card” senza, ripetiamo,
danneggiare l’Inter e la Curva Nord.
Questo
non vuol dire che non la combatteremo.
Non
vogliamo certo snaturare la nostra indole.
Non
vogliamo certo rinunciare alla nostra libertà di cittadino.
Non
vogliamo accettare in maniera passiva un’imposizione che riteniamo estremamente
grave.
Rimaniamo
disponibili fin da ora a qualsiasi iniziativa UTILE, DECISA, FORTE che
tuteli il nostro vivere. Sia che questa iniziativa arrivi dal mondo ultras,
sia che arrivi da qualsiasi ragionamento lucido vorremo ascoltare.
La
nostra sarà una battaglia e una lotta alla sopravvivenza iniziata
anni fa e che intendiamo continuare tutti insieme proprio dove non ci vogliono:
DENTRO LO STADIO!!!
Anche
se a qualcuno darà fastidio noi continueremo a cantare i nostri
inni, sventolare le nostre bandiere, srotolare i nostri striscioni perché
nessuno riuscirà mai a cancellare l’amore, la passione, l’aggregazione
che caratterizzano la nostra vita al seguito dell’Fc Inter.
SIAMO
L’ARMATA NEROAZZURRA E MAI NESSUN CI FERMERA’!
Curva
Nord Milano 1969 |
COMUNICATO
UFFICIALE PESCARA RANGERS 1976 CURVA NORD
MARCO
MAZZA
Eccoci
qua a parlare dell'ormai famosa “tessera del tifoso”, quante parole e dibattiti
abbiamo sentito su giornali e televisioni. Ripartiamo dall'inizio... La
"tessera del tifoso" è uno strumento di “fidelizzazione” adottato
dalla società di calcio che prevede verifiche della Questura attraverso
una procedura standard diramata a livello nazionale con apposita direttiva
ministeriale. Il progetto lanciato dall'Osservatorio si pone l’obiettivo
di creare la categoria dei “tifosi ufficiali”... questa è la definizione
del ministero degli interni sulla tessera del tifoso.
Ma
in effetti cos'è? Come funziona? A cosa serve? Chi può averla?
Queste sono le domande a cui ci devono rispondere e non in maniera aleatoria,
non riempiendosi la bocca di belle parole. E’ per identificare chi entra
allo stadio... e allora tutti i soldi spesi per tornelli e biglietti nominativi
a cosa servono?? Non verrà rilasciata a quanti abbiano subito una
condanna “anche in via non definitiva” per reati commessi in occasione
di manifestazioni sportive negli ultimi 5 anni. Vale a dire che un soggetto,
colpito ad esempio da un DASPO, anche se lo stesso è stato completamente
scontato, non potrà richiedere la tessera e quindi non avrà
accesso al settore ospiti...per assurdo lo stesso soggetto potrà
recarsi in qualsiasi altro settore dello stadio, ma non fra i “suoi” tifosi...
e allora immaginatevi magari in un Foggia – Pescara 200 ultrà biancoazzurri
nella Curva di casa dello Zaccheria... Ma non era per un motivo di sicurezza?!?!?
Questi termini sono chiaramente paradossali: un soggetto “sconta” due volte
la pena per lo stesso reato, la sconta anche se la condanna non è
definitiva e potrebbe essere assolto in un grado di giudizio successivo,
ma ha comunque la possibilità di accedere allo stadio in settori
diversi da quello ospite.
Una
cosa è sicura, nessuno la vuole in mezzo ai tifosi, ed è
sicuramente un altro mezzo per svuotare gli stadi, ci hanno tolto i colori,
ci hanno tolto i cori, ci vogliono seduti come in teatro ora ci vogliono
togliere anche la libertà di seguire la nostra squadra... il discorso
economico che c'è dietro e troppo lungo da affrontare e pieno di
insidie... vogliono gli stadi vuoti e le televisioni accese... non lo avranno
mai!!!
Ed
ecco l’ultima porcata, abbinarla all’abbonamento, chi vorrà abbonarsi
per la prossima stagione dovrà per forza essere “tesserato”, a questo
punto diciamo basta, la Curva Nord e i Pescara
Rangers non faranno l’abbonamento ed invitano
tutti i tifosi che hanno ancora un minimo di dignità e ci tengono
ancora alla libertà personale, come d’altronde recita l’articolo
21 della costituzione italiana, a non farlo. Non è assolutamente
una protesta contro la nostra società o un disimpegno nostro anzi
ci saremo come prima e più di prima, come sempre saremo noi a pagare
in tutti i sensi, faremo il biglietto per ogni singola partita ed andremo
ovunque ci sarà permesso andare. Noi siamo Ultras e ci saremo sempre
finchè esisteranno i Nostri colori !!!
…
L’IMPERO CONTINUA
COMUNICATO
UFFICIALE CURVA NORD MAURIZIO ALBERTI PISA
Dopo
la sciagurata decisione dell'introduzione della tessera del tifoso anche
in Lega Pro e la notizia che anche qui a Pisa ci sarà una campagna
abbonamenti solo per i possessori di questa ridicola e incostituzionale
tessera, i gruppi della Curva Nord “Maurizio
Alberti”comunicano che, se le cose stanno
realmente così, NON SI ABBONERANNO.
Ancora a Pisa non conosciamo esattamente ciò che la tessera prevede,
ma si parla di una schedatura, di negarla a chi nei 5 anni precedenti ha
preso una diffida ( a Pisa negli ultimi anni sono fioccate decine e decine
di ridicole diffide per tamburi, striscioni e bandiere....). Si parla inoltre
di un business legato alla tessera. Ogni anno assistiamo ormai a una nuova
stangata al mondo del tifo e a una nuova negazione della libertà
di ogni tifoso. Per il momento attendiamo di apprendere dai comunicati
ufficiali quella che sarà la reale attuazione della tessera e le
conseguenze dell'ennesima assurda imposizione, riservandoci di comunicare
in seguito altre decisioni o iniziative".
Curva
Nord Maurizio Alberti - PISA |
Da
"Il Messaggero":
Ngcobo,
il tifoso (senza tessera)
che
ha battuto il mondiale dello spettatore
di
Piero Mei
ROMA
(5 luglio) - Uno che ce l’ha fatta è Thulani Ngcobo, ventinovenne
della zona di Pretoria. Ha già battuto il record del mondo (che
non c’era ma era stata fissata l’asticella virtuale a 20 partite) dello
spettatore che ha visto dal vivo più partite mondiali: l’11 luglio,
con le prossime quattro, conta di arrivare a quota 38. Ma anche a quota
17 mila chilometri percorsi fra auto e aereo (tutto a carico dello sponsor:
Thulani aveva vinto un concorso), quasi 3500 minuti di calcio vissuto dal
vivo a parte quel che ha perso arrivando tardi alla seconda delle due partite
al giorno che si è sobbarcato. Se fanno i matinés la prossima
volta in Brasile qualcuno potrà fare meglio.
«E’
stato bellissimo vedere Rooney e Cristiano Ronaldo» ha commentato
il fan sfegatato, che è anche il solo ad aver visto Rooney e uno
dei pochi ad aver visto Cristiano Ronaldo: non che questi due si siano
fatti vedere molto. Si lamenta solo un po’ per dormire tre ore a notte:
non spreca fiato con la vuvuzela.
Chissà
se Thulani aveva la tessera del tifoso…
Notizia
che ho avuto venerdì: gli abbonamenti raccolti dai gruppi della
curva sono più o meno 1000. Un ottimo risultato, ritengo.
Spunti:
"Ciao
lorenzo, essendomi trovato a assistere al dibattito in memoria di valerio,
voglio prendere spunto dalle tue affermazioni in risposta all'ultras leccese
(secondo cui un tifoso,"razionalmente", può disertare lo stadio,
a cui avevi giustamente fatto notare di fare i conti senza l'oste: la passione),
per rivendicare un concetto troppo speso manipolato strumentalmente da
parte di molti di coloro (che comunque rispetto) non sono contrari o sottoscriveranno
la tessera. cioé: dal punto di vista di chi, come me, deciderà
di non rinnovare l'abbonamento non è da registrarsi AFFATTO un calo
di affetto nei confronti di una passione che ci trascina e condiziona dalla
più tenera età; se passasse questo principio,attenzione allora
perchè vorrà dire che sarà veramente la fine non solo
dell'essere ultras e tifosi in generale, ma anche la fine delle nostre
libertà di cittadini e menti pensanti: NON si può ACCETTARE,
in nome oggi di una società di calcio, domani di un'altra passione
più o meno viscerale e, subito appreso, di libertà irrinunciabili,
quello che si chiama in un solo modo: RICATTO.credo di essere, almeno ancora,
libero di tifare i colori che mi hanno fulminato quando ero piccoletto
pur esprimendo dissenso nei confronti di una gestione societaria, lei sì,
ricattabile perchè serva di banche e partiti.ripeto, nulla contro
chi si tessera, ma siamo di fronte a uno spartiacque. speriamo solo di
uscirne,comunque, più uniti malgrado chi specula sulle passioni.
è vero, la razionalità non si sposa bene con il concetto
stesso di tifo, ma il tifo riconosce solo la maglia come oggetto della
passione e ogni società calcistica che introduca la tessera non
può essere altro una sagoma e dietro la sua apparenza solo vuoto
di significati possibili da ricondurre all'essere tifoso NESSUNO DI NOI
ha mai scelto di essere tifoso NESSUNO DI LORO potrà costringerci
a smettere di esserlo perciò: BASTA STRUMENTALIZZAZIONI perchè
chi le compie si rende partecipe di un meccanismo che farà di lui/lei
la prossima vittima".
Al
riguardo, una interessante intervista a Valerio Marchi del 2004: http://current.com/groups/inchieste/91279306_football.htm
Per
chi non lo sapesse, c'è una mostra su Dino Viola:
3
luglio 2010: argomento del giorno, visto che
ormai, con la stagione alle porte, la rivolta si espande in tutta Italia:
Lecce
|
Napoli
|
Napoli
|
Firenze
|
"Ciao
Lorenzo ti invio questa foto di uno striscione attaccato allo stadio "Renzo
Barbera" di Palermo la scorsa settimana nelle prime ore del pomeriggio
e prontamente fatto rimuovere poche ore dopo da qualche addetto dello stadio.
Purtroppo viviamo in dittatura e uno non può manco più manifestare
il proprio dissenso neppure pacificamente!...ciao Lorenzo..."
|
Arezzo
|
Roma
|
|
Attenzione,
alcune delle seguenti immagini contengono reati... Roma/Sampdoria 1985/86,
la Curva Nord (grazie Benedetto):
Memorial
per Fabio:
2
luglio 2010: dunque:
TESSERA
DEL TIFOSO: ULTRÀ IN PROTESTA CON UN VOLANTINO
A
firma del gruppo più caldo della tifoseria giallorossa è
comparso in città un volantino
che
esplicita le ragioni per cui gli ultras giallorossi non richiederanno la
tessera del tifoso
Gli
Ultrà Lecce prendono pubblicamente posizione rispetto al varo della
tessera del tifoso. Come risaputo, tutte o quasi le società del
calcio professionistico stanno recependo la circolare ministeriale che
obbliga il tifoso a richiedere il rilascio, previo verifica di vari requisiti
da parte delle forze dell’ordine, di una scheda con microchip che varrà
come abbonamento per le gare interne e come condicio sine qua non per seguire
la propria squadra in trasferta nel settore ospiti. Sulla vicenda, che
sta alimentando un ampio dibattito nel mondo delle tifoserie, l’avvocato
Giuseppe Milli si è ampiamente soffermato in un articolo pubblicato
di recente su questo giornale.
Nel
volantino distribuito in queste ore in città vengono spiegate le
ragioni del rifiuto, netto e categorico, di quello che è visto come
“uno strumento di controllo in mano allo Stato e al Mondo del Calcio che
vuole fare del fenomeno ultras un fenomeno di puro folclore”. Non ci stanno
gli ultras ad assecondare “la deriva di una sport che non ha più
nulla da dire, spettacolarizzato, svenduto e relegato a luogo di spostamento
e riciclaggio di capitali, truffe finanziarie, investimenti fuori controllo”.
La parte più accesa della tifoseria giallorossa denuncia lo svuotamento
del valore aggregativo e spontaneo di uno spazio sociale, “quello dello
stadio e delle curve, reso il teatro di tifosi fantocci al servizio di
giochi economici da capogiro”.
Rivendicando
con coerenza il percorso che li ha già spinti a non esporre gli
striscioni da quando è obbligatoria l’autorizzazione del questore,
gli Ultrà Lecce “invitano tutti quanti hanno a cuore il mondo ultras
e la propria libertà personale a non aderire, rifiutando una schedatura
forzata”. Come si comporteranno allora nel prossimo campionato? La risposta
è abbastanza chiara: “Siamo disposti a seguire i nostri colori –
sia in casa che fuori – anche rimanendo fuori dallo stadio”. Per le prossime
settimane, intanto, è attesa la presentazione della tessera del
tifoso da parte dell’Unione Sportiva Lecce.
http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=21390
*
Come
vedete, ci sono società che vogliono bene ai loro tifosi, ne comprendono
le esigenze e le sostengono.
La
Roma non è tra queste, purtroppo.
La
Sampdoria (come anche il Genoa) sì, come mi fa notare Luca:
"Samp
Card. Inevitabile, infine, toccare in questa sede l’argomento-Tessera del
Tifoso. «Come da disposizioni dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni
Sportive, chi sottoscrive l’abbonamento 2010/11 dovrà esserne in
possesso - puntualizza Gasparin -. Oltre 15mila sampdoriani hanno già
sottoscritto Samp Card, un numero molto alto e una straordinaria partecipazione
dovuta anche al fatto di essere stati i primi a muoverci in questo senso.
Per coloro che non la sottoscriveranno, nel rispetto di chi, in tanti anni,
è stato vicino ai nostri colori, abbiamo deciso, in occasione di
ogni partita interna, di garantire un periodo di prelazione per l’acquisto
dei tagliandi dello stesso posto e settore in cui erano abbonati nella
stagione 2009/10». Anche questo significa unione.
"IMPORTANTE.
L'U.C. Sampdoria informa che a tutti coloro i quali non rinnoveranno il
proprio abbonamento per la stagione sportiva 2010/11, sarà comunque
garantito un periodo di prelazione per l'acquisto dei tagliandi per le
sole gare interne (salvo restrizioni da parte delle Autorità di
Pubblica Sicurezza). L'acquisto sarà effettuabile solo presso i
Sampdoria Point, previa presentazione dell'abbonamento della stagione 2009/10.
Per gli stessi verrà inoltre mantenuto il diritto di prelazione
per potersi abbonare alla stagione 2011/12"
http://www.sampdoria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=6586&Itemid=38
da
notare che la società si è mossa anche sulla non obbligatorietà
della tessera per sottoscrivere l'abbonamento (ed attende risposte in merito...
la questione non è chiusa...)
onore
al merito alla società, che ci è venuta incontro e che si
sta impegnando concretamente sul dossier della tessera (ha brandito un
parere legale che gli è stato sottoposto dai gruppi, e sostanzialmente,
mi pare di capire, lo ha fatto proprio).
guadagnamo
un anno di tempo, con tutti noi dentro la Sud, per trovare nuove forme
di lotta contro questa tessera.
resta
ovviamente il problema trasferte ma si vedrà. una cosa per volta.
e
comunque
gli ultras ne escono rafforzati sotto tutti i punti di vista.
gli
oltre 1000 abbonamenti da loro raccolti dimostrano il grande senso di fiducia
della gente comune nei confronti dei gruppi della sud.
questa
decisione della società sampdoria, anzi, queste decisioni della
u.c. sampdoria sono la prova del nove di quanta stima ci sia da parte della
dirigenza verso quei ragazzi di gradinata sud e di quanto sia demenziale
quest'imposizione ministeriale.
sampdoria
3 - maroni 0".
Francesco
mi informa: "Forse l'hai già
visto ma sulla RAI è appena passato uno spot sulla Tessera del Tifoso,
non ci posso credere".
Beh,
tempestivi!
Il
dato di fatto è che la tessera del tifoso è già un
fallimento.
Si
noti che la Sampdoria stessa confida nel fatto che la stagione 2010/11
sia l'unica con la tessera del tifoso, tanto che garantisce agli abbonati
2009/10 la prelazione per il campionato 2011/12!
Sempre
a proposito di società vicine ai propri tifosi:
"Ciao
Lorenzo, stavo navigando sul tuo sito quando ho visto il comunicato dei
tifosi del Genoa e ho scoperto, magari in ritardo rispetto a molti altri,
ciò che i Presidenti di Genoa e Sampdoria hanno fatto per i loro
tifosi cioè una prelazione per coloro che non rinnoveranno il loro
abbonamento per i biglietti delle partite casalinghe e, qualora il prgetto
TdT dovesse fallire, la possibilità di avere la prelazione per abbonarsi
anche l'anno prossimo.
Mi
sembra una mossa clamorosa e a dir poco intelligente, un modo da parte
dei Presidenti di venire incontro ai loro tifosi. MA ROSELLA SENSI NON
POTREBBE FARE ALTRETTANTO??
Te
sicuramente sei più informato di me ma questa mi sembra, almeno
per il momento, un ottima soluzione. In attesa di novità al riguardo,
ti ringrazio soprattutto per il lavoro che stai facendo oltre alla gestione
di questo sito. NO ALLA TESSERA!! Valerio rxx".
Io
spero tanto che Rosella legga queste righe. Purtroppo, quanto a marketing
e relative strategie la Roma credo sia una delle peggiori società
del mondo.
Mancano
in seno alla società delle figure di riferimento che possano interfacciarsi
con le esigenze dei tifosi.
Splendido
intervista a Maurizio Martucci:
MAURIZIO
MARTUCCI: «Vi spiego cos'è tessera del tifoso»
30.06.2010
10:18 di Marco Liguori
Maurizio
Martucci, coi suoi interventi su giornali, radio e tv molti la considerano
tra i più esperti a livello nazionale sul tema tessera del tifoso.
Cos'è questo 'Programma Tessera del Tifoso' e come nasce?
Esperti?
Non scherziamo.... Faccio solo il mio lavoro e basta. Però partiamo
dalla genesi, dall'inizio, dalla storia di questa carta. Nel 2004 Antony
Weatherill, per anni titolare del circuito di vendita dei biglietti dei
campionati francesi, sbarcò in Italia con un'idea rivoluzionaria:
“Il calcio è diventato uno spettacolo consumistico di intrattenimento
– disse – ci vuole una 'Carta dei Tifosi', un manifesto che tuteli i diritti
e gli interessi della categoria.” La rivista Toro News ne adottò
il progetto e nacque la “Carta del tifoso granata”. Registrato il brevetto,
quel signore venuto da Manchester andò a proporsi all'allora Governo
Prodi, il Ministro dell'Interno era Amato. Nel 2007 morì a Catania
l'Ispettore di Polizia Filippo Raciti e il parlamento varò urgentemente
una legge per arginare il fenomeno della violenza negli stadi, vietando
alle società di vendere biglietti e abbonamenti ai destinatari di
DASPO e ai condannati, anche in primo grado, per i cosiddetti reati da
stadio. Da qui l'azione dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni
Sportive che, nel 2008, con due Delibere e una serie di tavoli di lavoro
congiunti con CONI, FIGC, Lega Calcio, Lega Pro e Dilettanti, adottò
il 'Programma Tessera del Tifoso' stravolgendo l'originaria idea di Weatherill,
che non gli restò che intentare una causa per l'appropriazione del
marchio registrato. Dirò di più: ha già vinto il processo
intentato all'Inter per i diritti sulla carta 'Siamo Noi'. Poi nel 2009
il Ministero dell'Interno Maroni (Governo Berlusconi) emanò una
direttiva rivolta a Questure e Prefetture, invitandole a sollecitare i
Club a diffondere il programma della nuova fidelity card. Come? Semplice!
Visto che la 'Tessera del Tifoso' non è un obbligo di legge e non
è inserita nel dispositivo post-Raciti, si chiede ai 132 Club di
Serie A, B e Lega Pro di affiancarla agli abbonamenti casalinghi e ai biglietti
per le trasferte nei settori ospiti, chiarendo che in caso contrario si
rischia di giocare a porte chiuse per carenze strutturali degli stadi.
Con tutto quello che ne deriverebbe in termini di sicurezza, di immagine
negativa, di psicosi allarmistica da violenza del calcio e di mancati introiti
da botteghino. Tutto questo non ha nessun precedente al mondo. Ma ci pensate?
Chiudere gli stadi perché i tifosi non hanno la 'Tessera del Tifoso'.
E questo garantirebbe l'integrità strutturale degli impianti? Alla
faccia delle disposizioni sulle vie di fuga da mettere a norma, delle uscite
di sicurezza per l'afflusso e il deflusso del pubblico, della dislocazione
delle postazioni di pronto soccorso e delle strutture costruite nel rispetto
delle norme europee.
Cosa
vuol dire?
Porto
un esempio, ahimè nefasto ma concreto e che rende l'idea. Nel 2009,
durante Parma-Vicenza di Serie B, nello stadio parmense Ennio Tardini morì
Eugenio Bortolon, giovane tifoso vicentino. Cadde rovinosamente da una
balaustra del settore ospiti rivelatasi irregolare, oltre che fatale. Fece
un volo nel vuoto per meno di 10 metri. E poi un terribile schianto al
suolo. Colpa una balaustra che le perizie tecniche rivelarono poi essere
al di sotto delle misure minime imposte dagli standard europei, cioè
più bassa di quanto prescritto e per di più pure senza rete
di protezione, che in quel caso avrebbe potuto dire salvare una giovane
vita, risparmiando lo strazio di una famiglia, costretta a piangere un
lutto contro natura. Mi chiedo: se il povero Bortolon avesse avuto in tasca
la sua 'Tessera del Tifoso' del Vicenza e l'avesse esibita agli steward
all'ingresso dello stadio... sarebbe ancora vivo? Cioè... sarebbe
ancora tra noi? Non sarebbe caduto e non sarebbe morto come purtroppo è
morto? Non credo proprio. Qui si stanno mischiando due piani diversi e
nettamente distinti. Un conto sono le carte fedeltà, un conto sono
gli impianti a norma e la garanzia dell'incolumità del pubblico.
Ma ora ci dicono che la sicurezza negli stadi passa per la profilazione
preventiva orientata al consumo e per l'analisi del casellario giudiziale
degli spettatori. Questo ci mancava. Ma da quanto mi risulta, il settore
ospiti di Parma è ancora chiuso perché sotto sequestro dalla
magistratura. E sempre a Parma stanno per lanciare la loro tessera fedeltà
dei tifosi crociati. Delle due, l'una. Giudicate voi...
Si
dice che la nuova card sia uno strumento per prevenire la violenza nel
calcio. Ma che sia anche un mezzo di marketing. Come stanno le cose?
E'
un contenitore poliedrico di marketing, fatto da un data base potenziale
di migliaia di nominativi per un mercato emergente orientato ad innovative
strategie di incentivazione al consumo, credo sia l'aspetto esclusivo con
cui sono state addolcite le società, facendole aderire al 'Programma
Tessera del Tifoso' proponendogli un serbatoio premio, un regalo inatteso.
Insomma: gli è stato prefigurato un mercato vergine da aggredire.
E i Club non se lo sono lasciato scappare! Se non avessero inserito questa
rete consumistica, la fidelity card sarebbe rimasta unicamente uno strumento
proibizionista, un mezzo per dire chi può e chi non può entrare
allo stadio. E le società si sarebbero fisiologicamente ribellate,
come comunque Palermo e Parma hanno continuato a fare pur aderendo al progetto
con riserva di critica. Capiamoci bene: dalla Rivoluzione industriale in
poi, il marketing fa le leggi di mercato, e nel calcio è un segmento
di ricavi con la vendita del merchandising che all'estero fa numeri da
capogiro. E' un modo per incidere sulle scelte d'acquisto dei tifosi nei
giorni della settimana in cui non vanno allo stadio. Però qui il
problema è un altro: prima d'ora nessuna fidelity card è
mai stata imposta dal Governo come un ultimatum. Il Chelsea e il Liverpool
ce l'hanno ma in Inghilterra mica l'ha prescritta David Cameron o Tony
Blair! E' un'opzione a libera scelta: se la vuoi la fai, altrimenti no.
Da noi si corre il rischio del cambio antropologico del tifoso, un aspetto
da non sottovalutare. La figura del tifoso semplice e spontaneo sarà
traghettata in quella di un consumatore segmentato per capacità
di spesa e ampiezza di portafogli. E' come uno stravolgimento dell'anima.
Questo è il prodotto dei programmi membership fine a se stessi.
La differenza con gli altri paesi è culturale: le carte fedeltà
di Barcellona e Real Madrid consentono di diventare tifosi attivi, protagonisti
fattivamente della vita del Club, anche con l'azionariato popolare, entri
in piscina, al ristorante o nella palestra della tua squadra. Da noi si
rischia di diventare un tifoso mucca da mungere, un tifoso passivo, nel
caso anche sparuta minoranza da cui dissociarsi e prendere le distanze
se il tifoso diventa un contestatore non allineato da isolare. Mettiamoci
d'accordo: va bene il marketing a condizione che sia un marketing etico,
solidaristico e sociale, che consenta al tifoso di sentirsi parte viva
del Club. L'Arsenal finanzia campi di calcio per l'Africa, esportando nel
continente nero il marchio dei Gunners grazie alle sterline dei suoi fedelissimi
fans d'Oltremanica. Da noi siamo all'età della pietra: dove vanno
a finire i proventi delle vendite delle maglie di Totti, Del Piero, Milito
e Zarate?
Oltre
il merchandising, c'è il circuito bancario. Cos'è la tessera
del tifoso?
Ad
esempio la Lazio ha lanciato la carta Millenovecento. Viaggia su doppio
circuito, lasciando l'opzione tra quello della carta di credito MasterCard
e carta ricaricabile Poste Italiane, la classica PostePay, molto utilizzata
soprattutto per gli acquisti on-line. La prima cosa che mi viene da pensare
è che da molti anni la stessa Lazio aveva già una carta di
credito brandrizzata da American Express e che non molto tempo fa aveva
già lanciato la PostePay personalizzata di Poste Italiane, così
come aveva fatto anche l'A.S. Roma che ora si avvale del circuito Visa.
Millenovecento mi sembra una replica di un prodotto già visto, un
sovraffollamento di servizi già esistenti, che sono già sul
mercato. Il Cesena invece lascia anche l'opzione della carta di credito
modello revolving, dove si possono rateizzare gli acquisti pagandoci sopra
gli interessi maturati. E sappiamo quali sono i problemi di queste carte,
in alcuni casi condannate anche per l'applicazione di tassi da usura, sopra
il 21%. Per carità, mica voglio dire che riguarderà proprio
la Cesena Card. Però mi faccio una domanda: ma non avrebbero dovuto
prima interpellare proprio i tifosi? Chessò... facendo un'analisi
dei loro bisogni, somministrando questionari, facendo un indagine a campione,
interviste telefoniche, andando in giro tra le varie realtà della
città, infilandosi tra la gente, per respirare l'aria dell'ambiente
prima di dire: “Armiamoci e partiamo!” Si, ma dove? Verso quale obiettivo?
Bisognava sentire gli umori, ascoltare i pareri dei ragazzi che hanno il
simbolo della loro squadra tatuata sulla pelle e che la domenica la seguono
dappertutto o degli anziani che hanno 40 o 50 anni di stadio sulle spalle.
Tanto per intenderci, c'è gente che va allo stadio dagli anni '50:
e loro sarebbero tifosi da fidelizzare? Ma se ce l'hanno nel sangue! Ma
se il calcio è nel DNA delle loro famiglie! Si doveva pensare prima
di agire. Si doveva capire cosa i tifosi vogliono e cosa non vogliono.
Bisognava percorrere un percorso di condivisione e di confronto preliminare
con la gente. Un iter meticoloso, giorno dopo giorno, one to one, faccia
a faccia. Qualcosa che è mancato alla stragrande maggioranza dei
Club, dalla Serie A alla Seconda Divisione della Lega Pro. Con qualche
eccezione: mi risulta che un dirigente del Genoa si sia incontrato con
i suoi tifosi in una manifestazione pubblica. E poi? Gli altri manager?
Sembra come se chi governa il calcio gli piaccia andare avanti per la propria
strada. Vivendo su un altro piano, su una dimensione misteriosa che non
gli consente più di relazionarsi coi tifosi... Hanno perso il contatto
con la base. Così si rischia di sgonfiare il pallone. E stavolta
per sempre. Prima o poi, se si continua così si arriverà
a svuotare di contenuti e passione questo bellissimo giocattolo....
Capitolo
privacy e tutela della riservatezza dei dati personali. Fa molto discutere
il micro-chip applicato alla tessera. E' vero che spia gli spostamenti
dei possessori?
Si
dice tutto e il contrario di tutto. Ognuno ha la sua ricetta perché
non c'è mai stato un piano di comunicazione performante, capace
di veicolare le potenzialità e le criticità della 'Tessera
del Tifoso', parlando alla luce del sole, senza indugi né tentennamenti.
Considerato che si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale del
sistema Italia per vivere lo stadio in maniera inusuale e che interesserà
milioni di italiani, come minimo mi sarei aspettato una campagna pubblicitaria
e di informazione efficace ed efficiente. Invece no. La tessera verrà
calata dall'alto, senza una partecipazione dal basso, in questo caso indispensabile
per fare governance. Si è persa una grande occasione, infilandosi
in un vicolo cieco. Forse, piuttosto che analizzare i fenomeni sociali
a trecentosessanta gradi, in Italia si preferisce tenere accese le micce
del sospetto e i nervi scoperti, polarizzando le posizioni di scontro degli
uni contro gli altri, secondo la logica dell'amico/nemico. Guardate cosa
hanno fatto gli ultras d'Italia: i nemici si sono uniti con gli amici ed
è nato il fronte comune del 'No alla Tessera'. Laziali coi romanisti,
torinisti coi bergamaschi e così via, anche in corteo. E dall'altra
parte chi c'è? Le lobby, il potere, non solo del calcio. Una protesta
civile, rumorosa ma inascoltata. Perché? E la gente adesso pensa
che se sei contrario alla 'Tessera del Tifoso' è solo perché
fai parte di un gruppuscolo reazionario mimetizzato che provoca disordini.
E invece no, non è così. Anzi. Perché ci sono in ballo
i diritti inviolabili dei cittadini, compresa la tutela della privacy.
Si, la nuova tessera porterà del foto del possessore ma monta anche
un micro-chip con tecnologia di identificazione a radio frequenza (RFID)
che consente di monitorare, tracciare e raccogliere i dati dell'utilizzatore
finale. Già nel 2005 il Garante della Privacy si pronunciò
sul tema mettendo in guardia le aziende emettitrici: visti i pericoli di
ritrovarsi nella ragnatela del Grande Fratello che mappa acquisti e spostamenti,
è un diritto chiedere l'asportazione, la disattivazione e l'interruzione
delle funzionalità del micro-chip in qualsiasi momento. E' un diritto
che tutela il trattamento di dati sensibili dei cittadini: perché
questa clausola non è riportata nei moduli di richiesta di adesione?
L'informazione deve camminare parallelamente alla trasparenza. E invece...
Campionato
2009/2010. Le gare Roma-Napoli e Napoli-Lazio hanno subito le restrizioni
del CASMS con l'interdizione della vendita dei biglietti ai tifosi ospiti.
Dal
29 Agosto, prima di Serie A, entrerà in funzione la tessera del
tifoso: saprà risolvere tutti i problemi?
Presumo
che nell'idea di chi l'ha pensata, in linea teorica la risposta è
si. Cioè: fate la tessera e basta restrizioni, basta blocco vendita
biglietti per Lazio-Napoli e Napoli-Roma, andata e ritorno. Ma in pratica
la risposta già c'è ed purtroppo no. E non la dico io ma
un precedente ingombrante e imbarazzante. Pensate come prove generali,
nelle ultime partite dello scorso torneo il CASMS ha dato il via libera
a tutte le trasferte dei tifosi, anche a quelle maggiormente a rischio
incidenti. Compresa Genoa-Milan, che nel 1995 contò l'uccisione
del genoano Vincenzo Claudio Spagnolo accoltellato da un giovane milanista.
Dopo 15 anni dalla tragedia, da Milano 371 rossoneri comprano regolarmente
il biglietto del settore ospiti muniti della 'Carta Cuore Rossonero' del
Milan. Quindi, si potrebbe dire, tutto nella norma? Tutto regolare? Tutto
ok? Macché. A meno di 18 ore dalla partita il Prefetto ligure chiude
lo Stadio Marassi e Genoa-Milan si gioca a porte chiuse per motivi di ordine
pubblico. Con buona pace della 'Tessera del Tifoso'. Che con questo precedente
dimostra di non essere assolutamente la panacea di tutti i mali così
come si vuol far credere...
Tra
le clausole ostative, cioè i motivi che vietano di ricevere la tessera,
c'è il DASPO e le condanne per reati da stadio. Questo che vuol
dire?
Facciamo
chiarezza. 270 tifosi di diverse squadre di calcio si sono rivolti ad un
pool di avvocati, ricorsi al TAR del Lazio per un dubbio di incostituzionalità
su questa misura restrittiva. Così com'è, l'art. 9 della
L. 41/07 è una damnatio memoriae vita natural durante per chi ha
ricevuto un DASPO o una condanna, anche se non definitiva, per reati classificati
da stadio. Che voglio dire? Che si ledono i principi garantiti dalla Costituzione,
basati sul presupposto di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio
e sulla libertà di muoversi liberamente nell'ambito dei confini
nazionali. Cerco di farmi capire meglio con due esempi. Nel lontano 1989,
anno di introduzione del DASPO prima dei Mondiali di Italia '90, un tifoso
viene fermato dal Questore (e non dal giudice!) per aver acceso un fumogeno
o una torcia allo stadio, andando contro regolamento. Nel 1990 questo soggetto
sconta regolarmente il suo DASPO, oggi è un direttore di banca e
un buon padre di famiglia, paga le tasse, ma per quella legge non potrà
avere la 'Tessera del Tifoso'. Colpa quella macchia indelebile che gli
resterà affibbiata per tutta la vita, risalente al 1989! L'altro
esempio è di un tifoso che ha avuto una condanna in primo grado
per un reato da stadio ma che poi è stato assolto in appello e definitivamente
in cassazione. Quindi, per la giustizia italiana è innocente. Ma
non per il 'Programma Tessera del Tifoso'. Capite? E' una mostruosità
contraria ai principi dello stato di diritto. Per questo, in Commissione
Affari Costituzionali, il Ministro Maroni ha risposto ad un'interrogazione
parlamentare chiarendo che la retroattività va considerata solo
agli ultimi 5 anni dalla pena. Ma anche in questo caso è una restrizione
anomala e castrante perché se un tifoso ha già espiato la
pena per il quale è stato condannato o fermato amministrativamente
col DASPO, come ogni altro cittadino ha diritto al reinserimento sociale
e quindi di poter ritornare allo stadio. Il nodo della 'Tessera del Tifoso'
è questo. In Parlamento sono fermi due disegni di legge abrogativi.
Ora tutti i tifosi passeranno al vaglio della black list della Questura.
Certo, se non si è commesso nulla di male non si ha nulla da temere.
Ma è un filtro liberticida che non esiste per andare al cinema o
al teatro, per andare a vedersi il basket e nemmeno per entrare in nessun
altro stadio del mondo. Ci sono società che si sono pure spinte
oltre, inserendo leggi non richieste da nessuno: il Modena vieta la sua
tessera già ai soli carichi pendenti, quindi nemmeno per una condanna
di primo grado, mentre il Varese la nega ai dediti al vagabondaggio, ai
traffici illeciti, al contrabbando e allo sfruttamento della prostituzione.
Siamo all'isterismo normativo, una condizione tipicamente italiana che
vi lascio giudicare da soli! E' una risoluzione già bocciata non
dal sottoscritto ma dal più autorevole Michel Platini, Presidente
dell'UEFA, il vertice del governo del calcio europeo. Lo scienziato e politico
americano Benjamin Franklin, rispondendo al Governatore della Pennsylvania
diceva: “Chi cede le libertà fondamentali per la sicurezza, non
merita né la libertà né la sicurezza”.
Ultima
domanda: cosa succederà in Italia con questa tessera?
Per
professione non faccio l'indovino e nemmeno il mago, mi limito a fotografare
lo stato delle cose per raccontarle sui giornali o nei libri che scrivo.
Ad oggi, su 132 società di Serie A, B e Lega Pro, circa l'85% è
indietro, molto indietro. Cioè l'85%, ovvero la stragrande maggioranza
delle società, non ha ancora la propria tessera del tifoso. Per
non parlare poi dei tornelli agli ingressi e dei lettori del micro-chip
che, in molti casi, vanno ancora comprati e montati negli stadi. A tutto
questo dobbiamo aggiungere che, dal momento della richiesta di adesione,
per dare il via libera al rilascio della 'Tessera del Tifoso' le Questure
dovrebbero impiegare qualcosa come 30-50 giorni lavorativi per eseguire
gli accertamenti nella black list, incrociando i dati dei casellari giudiziali
e dei vari tribunali. Fate voi, la matematica non è un opinione.
E ve lo dice uno che nella vita ha prediletto l'aspetto umanistico dello
scibile e non i calcoli. Ma a me sembra che ci siano già tutte le
condizioni per poter dire che anche in quest'occasione, l'Italia ha fatto
uno figura all'italiana. Forse il programma subirà un nuovo slittamento?
Maroni l'altro giorno ha voluto scongiurare l'ipotesi dicendo che le squadre
che mettono “in difficoltà non hanno voluto adeguarsi in tempo,
magari pensando che a non adeguarsi il Ministero potesse ripensarci. Non
è così. Ne parliamo da due anni, c'è stato tutto il
tempo... è un po' il malcostume italico quello di non adeguarsi
alle novità e poi arrivare il giorno prima e chiedere il rinvio.”
Il Ministro ha chiarito che “se uno non si adegua è perché
ha deciso di non adeguarsi, cioè di non rispettare l'impegno che
formalmente ha assunto nei confronti del Ministero dell'Interno con una
lettera. Dopo di che, se così sarà, ne subirà le conseguenze,
naturalmente!” Staremo a vedere...
ARTICOLO
PUBBLICATO SUL QUOTIDIANO “RINASCITA” del 30.6.10, pag. 8-9".
*
Ancora
sulla tessera, da Noreporter:
L'inventore
della tessera del tifoso condanna la versione italiana
Anthony
Weatherill, creatore cinque anni fa del progetto Carta del Tifoso, commenta
l'introduzione della Tessera nel calcio italiano
Lei
cinque anni pensò una cosa un po’ diversa dalla tessera del tifoso
attuale, pensò la carta del tifoso: come funzionava?
“La
carta del tifoso nasce come progetto, non è uno strumento. E’ un
progetto che contemplava la possibilità per i tifosi di unirsi fra
di loro poter iniziare a dare voce a tante cose. Nel calcio parlano in
tanti, giornalisti, presidenti, personaggi vari, ma i tifosi non parlano
mai. Mancando i tifosi mi sembrava anomalo questo fatto, visto che poi
sono loro alla fine ad usufruire di tutto. Quindi ho pensato che dare la
voce ai tifosi risolveva un po’ il problema a tutti quanti”
In
sostanza il funzionamento di questa carta era un principio di autoregolamentazione
dei tifosi, che poi uniti e compattati da questa carta avrebbero potuto
negoziare le loro richieste nei confronti delle società
“Più
o meno si. Siamo partiti con il Torino, ci siamo messi insieme tutti i
tifosi con questa carta che tutti avevano e credo che la società
non ne sapesse nulla perché noi ci siamo mai posti il problema di
avere la società in quel momento come parte in causa, era solo fra
tifosi. Poi con questa poter andare alla società una volta capito
le richieste che avevamo, cosa che abbiamo fatto, abbiamo potuto organizzare
delle trasferte, perché una della cose che mi hanno sempre chiesto
era che le trasferte erano troppo costose. Ci siamo messi insieme e abbiamo
dimostrato che si potevano abbassare i costi, ma per noi. E’ una cosa pensata
solo ed esclusivamente per i tifosi”.
Le
dà fastidio essere indicato da molti come l’inventore della tessera
del tifoso?
“Si,
perché io non c’entro nulla con quella lì, l’unico fatto
che c’entro è che capendo che probabilmente qualcuno ne avrebbe
approfittato per scopo di lucro o altro ho differenziato la carta del tifoso
dalla tessera del tifoso. Se si va a vedere qualsiasi carta che sta uscendo
non può chiamarsi carta del tifoso o tessera del tifoso. Nessuno
mette il marchio tessera del tifoso perché non possono e io sto
continuando a fare causa a chiunque usi questo marchio”.
In
particolare lei a chi ha fatto causa?
“In
particolar modo con Inter, Milan e Banca Intesa. E continuo a percorrere
questa strada, perché voglio continuare a difendere il marchio e
il progetto”.
Che
idea si è fatto di questa tessera?
“Hanno
totalmente stravolto l’idea, è diventata una schedatura ed io sono
d’accordo con questa definizione. Tutte le componenti speculative si
sono buttate in questo, perché hanno visto un ritorno economico.
Se legano il loro marchio a quello di una squadra, chiaro che hanno visto
in questo un vero business. Una banca o una compagnia di assicurazioni
che non riesce a fidelizzare i propri correntisti. E’ chiaro che se legano
il loro marchio a quello di una squadra hanno visto in questo un vero business.
Le banche hanno pagato le società, stanno facendo un investimento
pazzesco”.
A
lei risulta che ci siano banche hanno pagato?
“Ci
sono banche che hanno sicuramente pagato. Di Banca Intesa ho sentito che
avevano dato addirittura un milione di euro al Milan per fare le carte,
ne ho sentito parlare e me ne assumo la responsabilità”.
Questo
il primo rendiconto della Roma (di qualche giorno fa ma teniamolo a futura
memoria):
ROMA,
15.000 TESSERE DEL TIFOSO
Corriere
dello Sport - Quindicimila. A tre giorni dalla chiusura della prima fase
per richiedere la tessera del tifoso, prima fase che non prevede nessu
na spesa per questo nuovo stru mento per poter andare allo stadio, sono
appunto
circa quindicimila i tifosi romanisti che ne hanno fatto richiesta. Poco
più di tredicimila lo hanno fatto attraverso i Roma store e non
tutti sono vecchi abbonati. Questo vuole dire che ricor dando gli oltre
venticinquemila abbonati della passata stagione, a oggi soltanto un ti
foso su due (circa), ha scelto di passare attraverso questo nuovo strumento,
discusso e discutibile, senza il quale non si potrà fare l’abbonamento
per la passata stagione.
Non
può certo costituire una sor presa, visto che questa tessera del
tifoso voluta dal Ministero dell’Interno attraverso una circolare, metabolizzata
dalla Lega e quindi dal le nostre società, nelle settimane passate
ha fatto molto discutere, a cominciare dalla ferma presa di posizione di
quasi tutti i gruppi della Curva Sud che hanno respin to al mittente l’obbligatorietà
del la tessera del tifoso, chiedendo an che maggiore chiarezza da parte
della società, chiarezza che chissà per quale motivo non
è stata data. Certo è che questa novità avrà
un peso non indifferente nella prossi ma campagna acquisti perché
sarà parecchi che i tifosi, soprattutto in Sud, non rinnoveranno
il loro ab bonamento che magari fanno da anni o addirittura decenni, la
sciando spazio a eventuali nuovi abbonati in un settore come quel lo della
Sud che da sempre è anda to esaurito in abbonamento con i rinnovi.
La
campagna abbonamenti ve drà la luce all’inizio della prossima settimana,
è possibile che il giorno della presentazione sia il sei o il sette
luglio, tenderemmo a escludere il cinque visto che quel giorno ci sarà
l’incontro decisivo, nello studio del professor Cesare Ruperto, tra il
gruppo Italpetroli e Unicredit per vedere se si sarà raggiunto un
accordo e, quindi, conciliare, a proposito dell’annoso debito che il gruppo
della famiglia Sensi ha nei confronti dell’Istituto bancario diretto da
Alessandro Profumo. A grandi linee gli abbonamenti per la prosSima stagione
bisse ranno i prezzi del l’ultima (pare che ci sia anche la possibi lità
di qualche picco la diminuzione per i settori più popolari, ma questa
è una de cisione ancora da prendere), comprese le offerte per donne,
over 65 e under 14 che lo scorso anno ebbero un ottimo ri scontro.
Ci
si potrà abbonare alla Roma sino al giorno prima dell’inizio del
campionato (29 agosto, i gialloros si giocheranno in casa). Si potrà
farlo nei Romastore e nelle ricevi torie Lottomatica abilitate, a patto
di essere in possesso della tessera del tifoso. Come al solito la prima
parte della campagna abbonamen ti sarà riservata, in giorni diversi,
alla prelazione che il vecchio ab bonato potrà far valere sul posto
che ha occupato nell’ultimo cam pionato. Al termine di questa pri ma fase,
ci sarà qualche giorno di stop e dopo comincerà la vendita
libera. L’obiettivo della società sa rebbe quello di veder aumentare
le tessere, ma visto tutto quello che è accaduto (e accadrà)
a pro posito della tessera del tifoso, l’im pressione è che sarà
difficile mi gliorare.
*
Sempre
sulla TdT del Genoa: "Ciao Lorenzo, probabilmente
lo saprai già, comunque pare che a Genova siano riusciti a trovare
un escamotage per evitare di obbligare tutti a farsi la TdT. In pratica
se te sei abbonato, puoi "congelare" il tuo abbonamento, non rinnovarlo
come TdT, ma usarlo come prelazione per l'acquisto del biglietto partita
per partita.
Non
sei piu abbonato, ma almeno non sei schedato ed eviti che qualcuno prenda
il tuo posto.
Certo,
se poi ci son partite che anche per il pubblico in casa consentono l'ingresso
solo a quelli con la TdT ? tutto un cazzo, pero è un piccolo modo
per cercare di limitare i danni.
E
magari puo essere utile come idea anche per altre tifoserie, sempre che
le relative Società acconsentano a fare questo accordo.
P.S.
Ho letto che la A.S.Roma proponeva una cosa tipo eliminare gli accrediti
stampa per i giornalisti e obbligare anche loro a fare la TdT.
Ovviamente
dagli interessati la proposta è stata accolta con toni scandalizzati,
con commenti in cui, tra le righe, si intuiva che il messaggio era "Ma
come osano, noi mica siam criminali!".
Come
se invece tutto il resto delle persone che vanno allo stadio....
Mi
spiace, io sono contrario alla TdT, ma se davvero facessero 'sta cosa,
godrei veramente tanto! :-) Ciao Stefano".
Sempre
sul Genoa, Luca: "A fine prelazioni e nell’eventualità
di giacenze riferibili a ogni settore, la Società destinerà
i posti lasciati liberi, alla vendita diretta dei tagliandi nei giorni
antecedenti le partite (con priorità riservata agli abbonati 2009/10,
del settore di riferimento, che non sottoscriveranno il rinnovo ma che
comunicheranno il loro interesse ad avvalersene entro il periodo di prelazione
degli abbonamenti; successivamente, ad altri eventuali soggetti interessati).
I titolari di abbonamento 2009/10 che non eserciteranno la prelazione per
il campionato 2010/11 manterranno il diritto di prelazione per la stagione
a seguire"
questo
in grassetto è estratto dal sito del genoa. Se tutte le società
facessero così manterremmo tutti i i posti nelle rispettive gradinate/curve....
http://www.genoacfc.it/pdf/abbonamenti%202010-11.pdf
*
Tessera
del tifoso della Juventus.... leggete l'autocertificazione che chiedono
di firmare ai tifosi della Juve.... si deve dichiarare di non aver mai
avuto una condanna per reati da stadio! Dove sono i 5 anni che dice l'On.
Maroni? Lo juventino condannato nel 1952 per un reato da stadio se firma
questo modulo commette reato!
http://www.juventus.com/site/filesite/Juventus_ModuloCartaDelTifoso_9_Merged.pdf
*
Firenze,
qualche giorno fa: "Continua a far discutere
l'introduzione ormai imminente della Tessera del Tifoso, presentata qualche
giorno fa dalla Fiorentina e soprannominata “Orgoglio Viola”. Una contestazione
alla tessera è infatti andata in scena ieri sera, poco dopo le 21:30,
di fronte agli ingressi della Curva Ferrovia dello stadio “Franchi”, per
l'occasione adibito a locale a cielo aperto.
Il
gruppo, circa 150 tifosi viola partiti inizialmente dal Viale Malta, si
è presentato arrivando dal PalaMandela e intonando cori contro la
tessera prima di esporre un lungo striscione che recitava: “No alla tessera
del tifoso”. La firma del “gruppo non allineati”. Mentre i curiosi che
erano giunti allo stadio per seguire le gare del Mondiale sudafricano fotografavano
il tutto, il gruppo ha proseguito con i cori accendendo poi anche un paio
di fumogeni. Nessun tipo di problematica da registrare per le forze dell'ordine,
che osservavano il tutto, tantomeno per la viabilità lungo il Viale
nonostante i fumogeni. La contestazione si è poi spenta autonomamente.
I tifosi hanno infatti riposto lo striscione e abbandonato la postazione
di fronte alla Ferrovia in modo pacifico" fonte : www.violanews.com".
*
Appunto,
già lo sapevamo ma è bene ricordare...:
Tessera
del tifoso anche per i giornalisti
giovedì
01 luglio 2010
Anche
i giornalisti sportivi che vorranno seguire le partite allo stadio dovranno
munirsi della tessera del tifoso. La notizia ha dell'incredibile, dal momento
che si presuppone che i cronisti sportivi si rechino allo stadio per lavorare
e non per tifare. La decisione del ministero dell'Interno di rendere obbligatoria
la tessera anche per loro, equipara giornalisti regolarmente accreditati
all'ingresso allo stadio ai supporters. Verrebbe da dire che il pugno duro
dello Stato contro la violenza negli stadi non guarda in faccia a nessuno.
Ma stavolta forse si è un po' esagerato. Sulla vicenda si è
espresso il vicepresidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Enrico
Paissan. “L’Ordine nazionale – scrive Paissan - dei giornalisti esprime
il proprio sconcerto rispetto all’orientamento di includere anche i cronisti
sportivi regolarmente accreditati nelle procedure previste dalla normativa
della cosiddetta tessera del tifoso”. “Va detto a chiare lettere - continua
il vicepresidente - che l’aspetto della sicurezza negli stadi rappresenta
da troppo tempo un problema primario con il quale tutti i soggetti interessati
– società, forze dell’ordine, operatori dell’informazione in primis
– sono chiamati a misurarsi responsabilmente e quindi tutte le misure che
vanno nella direzione giusta devono essere condivise e sostenute e i giornalisti
sono impegnati a fare, meglio e più di prima, la parte che ad essi
spetta. Ma quella di estendere ai giornalisti regolarmente accreditati
questa disciplina appare come una misura sostanzialmente inutile in quanto
per il rilascio degli accrediti esiste da tempo una disciplina della Lega
Calcio che richiede annualmente una serie di documenti, come l’iscrizione
all’Ordine, per il rilascio degli accrediti stampa. Inoltre, i fotografi
giornalisti all’atto della richiesta di accredito, a corredo della documentazione
generale, devono esibire copia della polizza assicurativa che mette la
società ospitante al riparo da eventuali cause per danni che potrebbero
verificarsi sui campi di gioco. I giornalisti accreditati non chiedono
trattamenti privilegiati o di favore, ma solo il rispetto della normativa
in essere che tutela ampiamente le società calcistiche”. Comunque,
nonostante le proteste dell'Ordine, le società hanno già
iniziato ad adeguarsi. La prima è stata la Roma che in un comunicato
ha ricordato che anche i giornalisti sono soggetti alla tessera del tifoso.
Insomma dopo quella del tifoso anche la tessera del buon giornalista è
ormai una realtà.
Salvo
rare eccezioni, per giornalisti che fanno i giornalisti sul serio... vi
sta bene! Prendete a cuore le libertà solo quando attaccano la vostra...
Vi potevte svegliare prima. Oltre tutto, visto che non siete abbonati,
non potete neanche averla gratis: pagatevela 15 euro.
I
giornalisti amici non si offendano: ovviamente quanto sopra non è
rivolto a chi ha aperto gli occhi da tempo, ma con i lecchini di turno.
Pensieri
singoli:
"Mai
l'avrei creduto,mai l'ho neanche pensato. Ma dopo 12 lunghi anni d'abbonamento
in Curva Sud..anni di gioie,dolori,emozioni,lacrime e boccate d libertà..anni
di amici e nemici..anni di viaggi,trasferte..transit,birre e autogrill..anni
di vagoni,stazioni e anni di ingiustizie e repressioni..anni di muretti
e di striscioni.. anni di fomento,goliardia..anni di vittorie sul campo
che a noi interessa..anni di abbracci,anni di scontri..anni dei migliori
anni delle nostre vite..uno Stato di Polizia m'ha costretto a non rinnovarlo
per una legge infame chiamata TESSERA DEL TIFOSO. Dico solo una cosa che
spero arrivi nelle menti di chi adesso pensa di avercela fatta,a chi ora
brinda pensando di aver cambiato ogni cosa avvenire..: Una Passione per
chi questa passione è qualcosa in più di uno stile di vita
o una ragione per vivere..non la si può limitare,arginare o eliminare..tolti
dal settore d'uno stadio,ci troverete nelle strade,nei vostri quartieri,nelle
piazze mischiati tra di voi,nelle scuole ad insegnare ai vostri bambini
cosa vuol dire aver vissuto nel nome di un ideale,nei vostri luoghi di
lavoro,i vostri vicini di casa.. Perchè non sempre i ribelli possono
cambiare il mondo,ma MAI il mondo cambierà un ribelle.
...A
VOLTE RITORNANO. Principe Ultras Roma".
Fallisce
anche il Rimini Calcio e prosegue il fallimento del calcio italiano:
IL
RIMINI NON SI ISCRIVE AL PROSSIMO CAMPIONATO DI LEGAPRO
La
Rimini Calcio F.C. ritiene opportuno comunicare alle istituzioni locali,
alle autorità politiche, alla comunità economica ed imprenditoriale
di Rimini e soprattutto ai suoi tifosi che non provvederà all'iscrizione
della squadra al prossimo campionato della Prima Divisione di Lega Pro.
La
decisione, maturata al termine dell'ennesimo e fallito tentativo di trovare
una soluzione affidabile alla cessione delle quote della società,
è accompagnata da un forte rammarico, ma anche dalla sincera e ferma
consapevolezza che nulla è stato lasciato di intentato per evitare
questa dolorosa conclusione.
Sono
molti mesi che la proprietà, con grande responsabilità e
con estrema flessibilità, ha battuto ogni possibile via ed ogni
possibile opportunità nella ricerca di un acquirente. Sono state,
a gran voce, chiamati a sostegno le autorità, le istituzioni e le
personalità economiche ed imprenditoriali della città perché,
insieme, si trovasse una soluzione che evitasse questa drammatica rinuncia.
Una
richiesta di attenzione che purtroppo non solo è mancata ma, in
alcuni momenti, è apparsa assai distratta per non dire latitante
e presuntuosa. Eppure la disponibilità, sia in termini economici
sia in termini di garanzie, manifestata dalla proprietà per cedere
la Società è stata fino alla fine piena e totale e si è
creduto fermamente avrebbe dovuto favorire se non completamente facilitare
la conclusione positiva di una qualche trattativa, soprattutto con quegli
imprenditori locali che certo ne avrebbero avuto condizione e risorse.
COCIF,
proprietaria dell'intero pacchetto azionario della Rimini Calcio, ha sempre
ribadito a chiunque ha incontrato direttamente o indirettamente in questa
fase di trattative che la Rimini Calcio è una società solida,
in perfetto e certificato equilibrio economico, libera da impegni o debiti,
ribadendo con estrema chiarezza che la cessione delle quote sarebbe avvenuto
al prezzo assai simbolico di 1 Euro. Oltre a ciò COCIF si era ed
è ulteriormente impegnata a ripianare le perdite dell'attuale gestione,
pagare eventuali sopravvenienze passive, fino alla disponibilità
di concedere garanzie fideiussorie. Nonostante questo, nessuno degli interlocutori
apparentemente interessati, ha avanzato una proposta concreta e affidabile
che garantisse il pronto, immediato e regolare futuro alla prossima gestione.
Si
conclude così questo lungo percorso che, per 16 anni, COCIF ha condiviso
con la Rimini Calcio. Un percorso segnato da grandissimi successi e da
cocenti delusioni, sentimenti che solo il calcio sa regalare. Sono stati
anni di impegno, responsabilità ed entusiasmo. Anni ambiziosi. Anni
di grandi passioni e di coinvolgenti emozioni. Anni in cui il successo
imprenditoriale di COCIF, la passione di Vincenzo Bellavista e dei dirigenti
della società, primo tra i tanti, Luca Benedettini, hanno consentito
di destinare risorse ed energie ogni volta straordinarie. Ma anche anni
difficili, vissuti senza il sostegno o la collaborazione di una città
lontana che nelle sue parti istituzionali ed economiche è completamente
e sempre mancata alle sue responsabilità.
Tanti
i progetti, le iniziative e le numerose richieste che hanno trovato un
muro ostativo, una forma di silente e malcelato boicottaggio. L'elenco
sarebbe lungo e davvero deprimente. Ma dobbiamo qui ricordare la totale
mancanza di volontà politica ed istituzionale di attrezzare e rinnovare
le strutture tecniche per le attività sportive delle serie giovanili
e minori. Il necessario e obbligato pellegrinaggio in strutture private
e in impianti comunque inadeguati, fino alla migrazione in strutture comunali
di altre città limitrofe. La ormai patetica quanto delirante querelle
sul nuovo stadio. Un progetto che brandisce la famelica orgia dei desideri
degli imprenditori locali e l'assoluta incapacità decisionale di
un'amministrazione debole e litigiosa. Una fuga dalle responsabilità
che ha sempre lasciato COCIF, Vincenzo Bellavista e i nuovi amministratori
della società, a gestire da soli un "patrimonio della città"
senza alcuna condivisione o per meglio dire senza alcuna collaborazione.
Come non ricordare qui che la Campagna Abbonamenti Straordinaria riservata
ai 1250 imprenditori alberghieri della città, lanciata all'inizio
del Campionato 2009-2010, ha visto la sottoscrizione di un solo ed unico
abbonamento per la fantomatica cifra di 1.000 euro !
Ai
tifosi che certamente accoglieranno questa decisione con forte disappunto
e con grande delusione, COCIF non può fare altro che assicurare
loro che è stato fatto tutto il possibile. Che in ogni momento di
questa delicata fase non è mai venuto meno il pensiero a loro e
alla loro grande passione che in alcun modo si voleva tradire. Ci vorremmo
da loro congedare con un grazie non solo per il sostegno e per la passione
che hanno accompagnato ogni stagione e ogni partita di questo lungo percorso
insieme, ma anche per le loro critiche, le loro accese, anche se qualche
volta eccessive, polemiche. Stimolo e pressione che hanno aiutato a non
abbassare la guardia ne la tensione. Molto probabilmente la loro delusione
e forse le loro rivendicazioni non sapranno o non potranno cogliere fino
in fondo le motivazioni che hanno costretto a questo abbandono. Lo sappiamo.
E non nascondiamo la nostra preoccupazione. In fondo, i nostri tifosi sono
gli unici che non hanno responsabilità né a loro può
essere ascritta alcuna mancanza. E' vero hanno ultimamente disertato le
tribune e le curve, anche in momenti particolarmente delicati o speciali.
Si sono lasciati condizionare dalle polemiche strumentali e dalle fuorvianti
notizie che apparivano sulla stampa. Ma con i tifosi il dialogo è
sempre stato aperto e anche chiaro. Così come usava fare Vincenzo
Bellavista e così come ha sempre fatto Luca Benedettini.
Ai
media, ai giornalisti riserviamo loro un apprezzamento e una piccola polemica.
Un apprezzamento per non aver mancato mai di dare risalto e ardore ai nostri
tanti successi e alle nostre straordinarie performance. Al loro diritto
di critica e alla loro professionalità nulla da eccepire. Nel rispetto
dei ruoli e delle diverse finalità il dialogo speriamo sia stato
sempre improntato nella reciproca stima e nella condivisa consapevolezza
che il calcio è una emozione da vivere e da condividere.
Le
linee della polemica invece le indirizziamo a quei media, pochi in verità,
che con elementi strumentali, a volte fuorvianti e prevenuti hanno acceso
e alimentato accese polemiche sterili e dannose, arrivando anche a infrangere
la privacy e il rispetto personale, non volendo cogliere o fingendo di
non cogliere la gravità della situazione e della successiva nostra
drastica decisione.
Si
conclude con rammarico questo lungo percorso. Una conclusione annunciata
che però non risparmia la forte delusione per essere stati costretti
a percorrerla. Ma ormai tutti sanno che la gestione del calcio è
diventata sempre più complessa e onerosa basti pensare agli insostenibili
costi di gestione che superano di gran lunga gli incassi. Al costo del
mantenimento della nostra struttura, ai lauti stipendi dei calciatori,
agli aumenti delle iscrizioni ai tornei e delle fidejussioni, tutto è
diventato insostenibile a causa della profonda e grave crisi economica
che stiamo attraversando e che richiede alle aziende un maggior e più
radicale controllo dei bilanci e degli investimenti. E non vi è
ragione alcuna che possa in questo momento congiunturale e di grave sofferenza
economica giustificare il mantenimento di un impegno così oneroso
e così "solitario".
La
società Rimini Calcio è stato un patrimonio ed un immagine
della città, fin qui salvaguardato con impegno e con orgoglio, ma
oggi bisogna avere anche il coraggio di vedere la realtà come un
insieme di difficoltà di cui a Rimini nessuno si vuol far carico
e che COCIF non può più pensare di accollarsi da sola tutto
questo.
A
conclusione di questa nota, COCIF intende ringraziare i dirigenti e lo
staff tecnico e amministrativo della Società. Per essersi, negli
anni prodigati, con impegno, responsabilità ed entusiasmo a dare
concretezza, serietà e reputazione al Rimini Calcio e al calcio
a Rimini. Ai tecnici, agli allenatori, ai tanti calciatori, ai campioni
e alle bellissime promesse, ai giovani del magnifico vivaio, che, in questi
16 anni, hanno vestito la maglia a scacchi biancorossa, onorandola con
prestigio, sensibilità e ardore.
Giustamente,
quando si verifica una situazione di questo tipo, l'unico passo possibile
è il seguente: "Buongiorno Lorenzo,
ieri la Cocif proprietaria dell'intero pacchetto del Rimini Calcio F.C.
ha deciso che non iscriverà la squadra al campionato di Lega Pro
e che la matterà in liquidazione a soli due anni dal centenario.
Il titolo sportivo rimane pero' nelle loro mani. Ora mi chiedo,vista la
tua esperienza,quali siano i passi da fare per poter intavolare un discorso
di azionariato popolare. Puoi gentilmente fornirmi qualche notizia in merito?Almeno
ripartiamo dalla terza categoria ma con una squadra nostra
grazie
tommaso". Ho già risposto privatamente
a Tommaso suggerendo di contattare Walter Campanile di myroma.it che è
il più esperto al riguardo. In ogni caso, a maggior ragione per
società piccole, l'azionariato popolare è l'unica forma per
far rivivere la squadra cittadina.
Per
problemi tecnici con il sito (che appare ogni tanto con la frase "www.asromaultras.org
Server Status: Server Up" senza possibilità
di accedervi) riescop solo ora a mettere i volantini di questa due giorni
dedicata a Valerio Marchi che tutti noi appassionati di controculture giovanili
abbiamo apprezzato nei suoi scritti e prematuramente scomapros. Nella giornata
di domani sono stato invitato a partecipare all'incontro.
*
Dopo
di ciò, da oggi pubblicherò in esclusiva per questo sito
degli stralci del libro di Tonino Cagnucci su Francesco Totti.
Devo
dire che tutti i commenti che ho ricevuto sul libro sono splendidi, e quando
parlo di commenti parlo di sensazioni rese da persone di cui mi fido.
Per
oggi, ecco qui:
"Il
calcio a Balotelli non conta niente, significa solo che Francesco è
il giocatore più corretto del campionato. È vero. Quello
è un calcio di chi non sa dare i calci. Riguardatelo se pensate
che questa sia una provocazione, la provocazione l’ha fatta Balotelli.Il
calcio di Francesco è quello che non sa dare Totti. È il
paradosso più bello del mondo. Sin dal momento in cui prende la
rincorsa a quando lo dà, si vede quanto sia un inedito, uno sforzo
seppure nell’istintività, il
tentativo
di volo di un gigante. È il calcio che non ha mai giocato. È
il calcio di uno che non ha mai fatto falli simili e nemmeno lontanamente
imparentati, perché non ne ha mai avuto bisogno. A Villa Scipioni
la sua preoccupazione, tra dossi, alberelli e 43 tramonti, era far segnare
il compagno. (...) Il fallo a Balotelli andrebbe fatto vedere nelle Scuole
Calcio: «Vedete, se arrivate a essere giocatori professionisti e
a 33 anni non sapete fare nemmeno un fallo plateale
che
pure volete fare, significa che siete stati nella vostra carriera giocatori
corretti». Anche perché quei falli lì si fanno alle
Scuole Calcio. Troppo evidenti e grossolani. Il calcio che Totti ha dato
a Balotelli è il calcio che si danno i ragazzini all’oratorio, quando
uno «va in puzza», quando la partita è persa, quando
lo stronzo di turno ti ha fatto saltare i nervi, quando stai per perdere
la partita e quella volta era un po’ più importante delle altre.
Assolutamente solo questo. Un vaffanculo di Anna Magnani. Il calcio di
Totti a Balotelli è un’usanza antica e semplice, calcio vecchie
maniere: pallone. Sono i calci che dava e prendeva Attilio Ferraris a Testaccio,
quello che diede una volta allo juventino Mumo Orsi suggerendogli poco
dopo: «A Mumo se ce riprovi, stavorta nun te riarzi»; le stecche
che i veterani danno ai ragazzini supponenti della Primavera per far capire
come va il mondo e più che altro perché il mondo va così.
Sono un’opportunità di cambiamento. Del mondo. Sono le stesse
accortezze usate da giocatori dell’Inter nei confronti di Balotelli: non
a caso nessun calciatore interista ha avuto da ridire nei confronti di
Totti. Loro no, il mondo sì. Il triste mondo. Il mondo del Truman
show, quello delle televisioni a pagamento, degli articoli prestampati,
della retorica da prima serata, del pensiero facilissimo, della coscienza
a buon mercato, della condanna perché la fanno tutti illudendosi
che quella sia condivisione; delle sinapsi appaltate alla Standa e all’Upim,
di chi aveva mal digerito fino a quel momento il messaggio «di sorriso»
lanciato da Totti al mondo, anche per televisione, anche attraverso Internet
cortocircuitandolo («Che ha fatto l’Internet?»). Non vedevano
l’ora. Non vedevano l’ora di tirare fuori la sociologia del romano bullo
e ignorante, in questo tempo di Leghe, di tessere del tifoso, di corruzione
infinita, occupando Tg e radiogiornali col
calcio
di Totti a Balotelli invece di tutto il resto che ormai è diventato
tristemente tutto il resto. Non si sa neppure di che male stiamo morendo,
ma si sa bene che Totti a Balotelli ha dato un calcio. La retorica del
teppista, del coatto, dell’immaturo, del brutto messaggio spedito ai bambini(da
Totti!!!!!!) ha significativamente messo d’accordo tutto l’arco costituzionale:
dalle valli del varesotto di Bossi alla sinistra radical-chic che non potrà
mai accettare un
prodotto
così umano e vero come Francesco Totti. Come fa?! Ce li vedete nei
salotti e nei caffè a sentirsi sparare in faccia un vaffanculo da
Anna Magnani? Che nostalgia. Che gratitudine. Che rivoluzione che è
la Roma quando sa essere Roma. Il calcio pallone.(...). Francesco Totti
è stato condannato proprio per
questo:
l’avevano creduto ormai funzionale allo star system, a tutti gli spot di
tutte le compagnie telefoniche del mondo, pronto a essere l’erede di una
nuova sit-com (che è?) da mandare all’infinito su reti private e
generaliste, e invece c’è scappato un buco. Hanno intravisto umanità,
appartenenza, fedeltà. Il calcio a Balotelli è un colpo dimazzafionda
alla membrana del Truman Show, un sasso da strada contro il vetro dei reality.
Il vaffanculo della Magnani, l’urlaccio di
Gabriella
Ferri, una lacrima e uno schiaffo, non il collegamento wi-fi. Tutto questo
è sembrato imperdonabile ai signori della fabbrica del consenso
e del consumo visto che avevano già «perdonato», «riabilitato»
e «ripulito» Totti facendone addirittura un marchio. L’erede
di Raimondo Vianello che dà un calcio in diretta tivù? Come
la mettiamo? Come lo mettiamo Francesco Totti? Come lo definiamo adesso?
In Nazionale no, non ci può andare, niente Mondiale: che ne facciamo
se non un capro espiatorio? Che ci facciamo di questo campione che è
così scopertamente... scoperto? Di questo simbolo che però
è ancora
troppo
in carne e ossa, che va dai pollici al cuore? Di un figlio del popolo che
può farsene il potere? Il popolo ha capito subito, per questo tutto
questo non
conta
niente. Lo giuro: il calcio a Balotelli, tutte queste considerazioni non
contano niente. Perché così ha deciso Roma, la gente, l’amore.
Quando il 5 maggio Francesco è uscito espulso dall’arbitro, l’Olimpico
ha applaudito. Lo stadio ha applaudito il suo capitano. Totti non se l’aspettava.
Non così. Non era mai successo prima. Quando venne espulso per la
manata a Colonnese uscì nel gelo dello stadio. È stata la
prima cosa che un po’ lo ha rincuorato, un po’, perché nei giorni
successivi, quelli del macello mediatico, Totti ha pensato di smettere
con il calcio. (...) ... Probabilmente dalla prossima stagione i gruppi
organizzati della curva, gli ultras, abbandoneranno la Sud per protesta
contro la tessera del tifoso (uno dei progetti del nuovo mondo secondo
l’Inter... net) ciò vuol dire,
simbolicamente
ma non solo, che l’ultima cosa fatta dalla Curva Sud è stata abbracciarsi
Totti. Francesco prima di quel momento aveva anche pensato al ritiro. Magari
un attimo. Pensateci, non solo soltanto alla fine Totti e la Sud hanno
saputo amarsi senza riserve, ma nel momento in cui è successo rappresentavano
un
qualcosa di profondamente poco in linea coi tempi, poco digeribile al sistema,
al governo del calcio, alla modernità: un calciatore che parla ancora
di appartenenza, maglia e amore, e di una curva che esiste per quelle cose.
Qualcosa di simile ai Sancho Panza e Don Chisciotte cantati da Guccini
(Il potere è l’immondizia della storia degli umani, e anche se siamo
soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia
giorno e notte).
Forse
non è un caso che in quei giorni la Sud abbia pensato a un addio
alla Sud e Totti al calcio. Ma che cos’è un addio? Come dice addio
un figlio del popolo nato per fare la rivoluzione? La Sud non è
un luogo geografico, ma è un posto dell’anima, Totti non è
soltanto un giocatore ma un tifoso della Roma: non la lascerà mai.
E così il 16 maggio 2010 sono partiti per l’ultimo viaggio libero,
prima dell’avvento delle tessere, con le bandiere e la passione al vento.
Insieme.
Erano tutto il Bentegodi. A fine primo tempo davvero Totti ha chiesto alla
panchina: «Che sta fa l’Inter... net?». Non più pubblicità,
né progresso, ma come in un sogno. Amore. Ed è per quello
che il 16 maggio 2010, a Verona, Francesco Totti ha smesso di giocare.
Sì, è successo. È successo quando la sua gente, con
l’Inter... net che era passata in vantaggio a Siena, s’è messa a
cantare l’inno della Roma. In quel momento Totti che era in campo ha smesso
di giocare, s’è fermato un attimo e s’è messo a guardare
la curva. Immobile per pochi secondi. In campo, mentre tutto attorno c’era
partita, campionato,
scudetto,
normalità. Totti stava lì in piedi e guardava l’inno. Era
talmente forte che si vedeva. Si vede ancora, è come un sole a mezzanotte:
«Roma Roma Roma, core de ’sta città, unico grande amore de
tanta e tanta gente che hai fatto innamora’». In quel momento Totti
non era più un calciatore, ma finalmente soltanto Francesco. Poteva
finire così, la partita, il libro, la storia, ma è in quel
momento che è uscito fuori uno striscione dalla Curva: To be continued...
(Da
"Francesco", edizioni Limina, un libro di Tonino Cagnucci)
1°
luglio 2010: anche i borghesi della Tribuna
Monte Mario Top si lamentano... per ragioni opposte, ma alla fine la disorganizzazione
regna sovrana...da Il Messaggero:
La
Roma e la tessera del tifoso
Noto
con molto rammarico e delusione che a una lodevole iniziativa del ministero
degli interni per implementare la sicurezza negli stadi attraverso...anche...la
tessera del tifoso...corrisponde...almeno per cio' che riguarda l'as roma
calcio... una completa disattenzione e disorganizzazione nei riguardi degli
abbonati.
io
e mia moglie...siamo due abbonati da anni della monte mario top... e per
due abbonamenti interi paghiamo all' as roma calcio ben 2500.00 euro l'anno.
bene anziche' favorire gli abbonati... inviandogli via email... sms...
telefonandogli al mobile (tutti contatti ben conosciuti dalla roma calcio)...
tutte le informative sulle novita' delle privilege card (anche quella che
prevedeva la scadenza al 15 giugno per la richiesta della tessera del tifoso
al fine non pagare le 15.00 euro conseguenziali)... ed inoltre permettergli
di compilare online il modulo di richiesta di adesione al programma as
roma club privilege... consentirgli altresi' di poter inviare via telematica
anche le due foto delle persone abbonate... cosi' come richiesto specificatamente...
ed inoltre ancora...permettere di effettuare gli eventuali pagamenti relativi
all' abbonamento... sempre attraverso la procedura telematica.. cosi' come
l'attuale tecnologia consente... avviene invece il contrario... per l'
abbonato:
1
- si deve informare autonomamente... pena non rispettare le scadenze e
perdere le opportunita; specifiche;
2
- scaricarsi i moduli da internet... compilarli manualmente... e recarsi
personalmente ad uno dei punti asromastore o lottomatica per presentare
tale documentazione... che a sua volta sara' inviata all'as roma calcio
che a sua volta poi... se tutto sara' in regola (ma questo lo si scoprira'
nel tempo... sui siti si parla di fare domanda almeno 50 giorni prima)...
inviera' a domicilio la specifica tessere in questione.
solo
che il punto lottomatica di cerveteri... da dove annualmente ho rinnovato
i miei due abbonamenti... non risulta essere in grado di finalizzare l'accettazione
della domanda in questione... in quanto a loro dire... non risultano essere
stati autorizzati a questo compito...
quindi
il sottoscritto... l'abbonato di due tessere del valore di 2500.00 euro...
si dovrebbe vedere costretto ad andare a roma in uno dei punti lottomatica
(sperando che questi risultino essere stati autorizzati)... o asromastore.
In
finale egregio Il Messaggero.. scrivete pure... che prevedo che le tessere
di abbonamento per la stagione 2010-2011... saranno ben al di sotto delle
circa 25.000 tessere dell' anno precedente... infatti mancheranno sicuramente
i miei due abbonamenti...
Cordiali
saluti
Un
lettore
(30
giugno 2010)
Il
bello è che aveva dei dubbi!
Più
aggiornamenti nel week end visto che ho avuto problemi con il sito..
PER
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