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Ci chiamano ultras e molti ci disprezzano. Costoro li voglio ringraziare per primi. Siamo arte vivente. Siamo aggregazione e disgregazione. E siamo ribellione. Non saremo mai come ci volete. Perché dietro ogni grido, c'è solo rabbia, c'è solo amore. Noi siamo i Cremonesi ed è così che facciamo l'amore con la vita. Per sempre ultras". |
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Annuncio:
"Ciao
Lorenzo, dal momento che un mio amico non e' riusito a comprare il biglietto
per domani, ti pregherei di mettere questo annuncio,se qualcuno avesse
un biglietto in piu' vi prego di contattarmi al 338-1379225 grazie
luca".
Molti
mi hanno fatto notare questa notizia: "Cassazione:
I fumogeni si possono portare negli stadi
Divieto
di accesso allo stadio per chi porta mazze, anche se chiuse in auto, libero
accesso invece ai fumogeni. Lo dice la Corte di Cassazione intervenendo
nel caso di due tifosi ai quali era stato imposto il divieto di entrare
allo stadio perché in possesso di una mazza da baseball chiusa in
auto e di sei fumogeni. I supremi giudici di Piazza Cavour, con due distinte
sentenze della III Sezione penale composta dallo stesso collegio (sentenza
4497 e 4498), ha espresso due verdetti contrastanti perchè da un
lato sostiene che si possa vietare ad un tifoso di entrare allo stadio
in base al solo possesso di un oggetto atto ad offendere anche se chiuso
nel bagagliaio dell'auto; dall'altra, invece, gli ermellini sostengono
che non si può vietare lo stadio ai tifosi in possesso di fumogeni
a patto che non ne facciano oggetto di lancio".
Esatto, è proprio così, e non è neanche una novità.
Fu proprio un mio ricorso per un tifoso di una squadra avversaria ospite
a Roma che nel 2001 fece pronunciare per la prima volta la Cassazione.
Oggi si vede che c'è stata un'altra sentenza identica. La legge
401/89 NON prevede la diffida per chi accende torce e fumogeni, sempre
che questi non vengano lanciati creando pericolo per le persone. Questo
non vuol dire che ne sia permesso l'ingresso: portarle è reato e
si verrà giudicati con un processo per il porto della torcia, ma
se usata a fine folkloristico non può dar vita a una diffida, in
quanto la persona che la usa in tal modo non può essere ritenuta
pericolosa (ed in effetti non lo è: chi accende un fumogeno per
far festa fa una cosa vietata ma che non mostra un animo pericoloso, chi
invece la lancia verso i tifosi avversari dimostra di essere un soggetto
pericoloso.
A
Roma la Questura lo ha capito così come in altre città: si
limita a fare la denuncia ma non diffida. Altre questure non lo hanno capito:
ad esempio tre tifosi del Manfredonia sono stati diffidati dalla Questura
di Grosseto perché hanno acceso delle torce. Se si interviene rapidamente
si possono far annullare le diffide. Tutto qui.
Ed
ancora, da Parigi: "Ciao Lorenzo, mi chiamo
Xavier, vivo a Parigi ed hai dedicato uno spazio sull'esistenza del nostro
gruppo nella rubrica "la roma all'estero", del quale ti sono riconoscente.
Essendo quassu' il sentimento di nostalgia enormemente smezzato tra tutti
i romani nel nord europa la trasferta di Bruges si annuncia quì
come una zona di conquista. Tra i fedeli di Parigi , Bruxelles e Berlino,
per esempio si è arrivati a circa 400 tifosi. C'è l'intenzione
di preparare una coreografia magari, da coordinare con qualcuno della Sud.
I miei contatti pero' sono belli che ossidati. Hai magari qualche idea
o qualche nome in mente?". Intanto pubblico
la richiesta, specificando di fare capo a me così vi metto in contatto
con Xavier. Poi se ci sono difficoltà ci penso io a organizzare
il contatto.
Ricevo
questa e-mail:
"Ciao
lorenzo.
ti
scrivo questa email sperando che la tua sensibilita possa riuscire a scrivere
un articolo di condanna nei confronti di chi ha scritto il seguente striscione
apparso nel muretto dei boys:''meglio un allenatore pelato che uno col
mento deformato''.
pensavo
che lo schifo e la vergogna riguardasse principalmente la curva laziale:''malgioglio
torna dai tuoi mostri''....ricordi,vero?
gia
pochi mesi fa se non ricordo male il fratello di zappavigna se ne e' uscito
con delle espressioni veramente infelici, del tipo ''oggi chi fa
gli scontri allo stadio e' un minorato....la frase non la ricordo bene
precisamente,ma il senso e' questo.
perche'
mi sento cosi' particolarmente risentito dallo striscione su capello?
io
sono nato con (elenca un difetto che per
privacy non menziono, n.d.L.),e la mia
infanzia non e' stata delle piu' felici a causa di battute offensive e
raccapriccianti sul mio ''difetto di (anche
qui ometto di dire il difetto, n.d.L.) '...ero
''il marziano'',''il (....)''
etc.etc.
negli
anni 80 ho cominciato grazie ad un ragazzo che abitava accanto a me a frequentare
la sud...
ed
e' stata proprio ''la sud'' a temprarmi e a darmi coraggio forza e determinazione
per superare problemi che sembravano senza soluzione.
il
mio carattere me l'ha forgiato magicamente la cara vecchia curva sud...
prendo
atto che i miti prima o poi finiscono,ed oggi sono daccordocon te quando
affermi cheil movimento ultras e' alla frutta...
alla
frutta marcia dico io!!!
da
''ultimo dei romantici'' ricordo con nostalgia un meraviglioso adesivo
che ho conservato gelosamente:''quando finira la nostra storia...comincera
la nostra leggenda''....cucs.
mi
fermo qui...magari un giorno che vorrai ci facciamo una bella chiacchierata
davanti a una braciolata...
per
mesarebbe un onore:sei una delle poche persone di questa curva sud di oggi
che stimo veramente.
con
affetto e ancora tante grazie per quel bellissimodocumentario che haimeso
sul tuo sito sul commando.
p.s.il
tuo articolo sulle inesattezze del corriere della sera sul cucb in foto
l'ho letto solo adesso....
e'
un problema del mio pc o del sito asromaultras.it?
diverse
volte trovo gli aggiornamenti solo dopo alcuni giorni...mistero della fede!!!
cmq
se mi collego con questo pc non ho problemi...
solo
col notebok leggo in ritardo gli aggiornamenti....bohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!
ciao
e scusa lo sfogo,e la passione per la magggica chemi ha fatto andare ''fuori
tema''. ;) I. 80.
Ecco
che si apre una parentesi enorme, che va a sconfinare sia nel passato Roma/Livorno
che, più in generale, nell'intera sottocultura del calcio "da stadio".
Cosa è una partita di calcio? E' o non è un luogo dove escono
le peggiori cose dalle bocche delle persone perché è il contesto
che agevola e, tutto sommato, "permette" tutto o quasi tutto? Quando si
canta "devi morire" o "10-100-1000 Paparelli" veramente si pensa che quella
persona riversa sul prato debba REALMENTE morire o che 1000 laziali debbano
REALMENTE fare la sorte di Vincenzo? Per parte mia, giuro che quando cantavo
"Ubriacone
con l'orecchino Paul Gascoigne facci un b****** " non ho MAI sperato
che REALMENTE me lo facesse, vista la mia assoluta eterosessualità.
Mio
padre - persona strasensibile - mi dice che spesso negli anni '50 all'arbitro
si urlava "possi vestì sempre de nero" ed anche in questo
caso qualche vedovo rimasto traumatizzato dalla scomparsa della moglie
poteva sicuramente risentirsi ("Come può questo individuo gridare
un'offesa tanto grande? Ho appena perso mia moglie e so' io quanto ho sofferto!",
mi sembra di sentirlo) se fosse corretta l'interpretazione che il nostro
amico giallorosso dà della vicenda. E, se si analizza una frase
a freddo, rendendola avulsa dal contesto in cui viene pronunciata o scritta,
è sicuramente così.
Verrebbe
mai in mente a I. 80 di gridare in faccia a una persona, per strada, "pezzo
di merda", così come probabilmente avrà fatto allo stadio
nei confronti di qualche giocatore avversario? Il tutto non deve invece
essere ricondotto - con meno sensibilità e più rozzezza -
a una semplice provocazione parasportiva che nasce e muore in quel momento?
E se non lo è, chi stabilisce il limite? Quanti, tra quelli che
hanno detto peste e corna sugli striscioni esposti a Roma/Livorno, si sono
poi messi a ridere per quello fatto dai Boys a Roma/Juventus? Su "Il Romanista"
e su tutti i quotidiani quello striscione è stato definito "divertente",
"irridente", "scherzoso", senza alcuna voce contraria. Senza voler perdere
la stima di I.80, credo che, da un lato, la risposta la si possa trovare
anche nella pagina 3 di Roma/Livorno,
tra i vari, ultimi, commenti che ho aggiunto. Per parte mia, è facile
rispondere, perché vado a ripetere quello che ho sempre detto. Molto
dipende da se stessi. Fino ai 22 anni ero tipo Angelo Branduardi. C'avevo
più capelli io che tutti i miei amici messi insieme. Madre Natura
poi ci ha messo lo zampino e nel giro di poco ho preferito rasarmi quasi
a zero per diminuire l'effetto della pelata che inesorabilmente appariva.
Certamente anche al sottoscritto dava molto fastidio la cosa (tuttora mi
piacerebbe usare il gel o frami la riga da 'na parte!) ma, una volta capito
che non c'era nulla da fare, mi sono messo l'anima in pace. Questo non
mi ha impedito di cantare, "Ottavio Bianchi pelato, la Roma c'hai rovinato",
né mi ha offeso lo striscione dei Boys visto che parlava di uno
Spalletti pelato.
In
uno stadio, si tratta di voler dare fastidio a QUELLA particolare persona
rimarcandone una diversità (che non vuol dire minorità) in
quanto avversaria e NON di volere offendere una categoria.
"Niente
di personale, socio" avrebbe detto all'enorme hooligan nero del Chelsea
che aveva terrorizzato mezza Inghilterra qualcuno dei protagonisti dei
tanti libri sugli hooligans del calcio editi in Inghilterra mentre insultava
qualche giocatore di colore. Credo che meglio di me ci abbiano pensato
Eddie
e Dougie Brimson a chiarire la cosa in qualche loro libro. I due fratelli
non saranno degli studiosi o dei sociologi, ma credo che - con qualche
decennio di frequentazione degli stadi - centrino il punto. Lo striscione
su Malgioglio citato da I. 80 è, invece, di segno diverso e realmente
spregevole anche in uno stadio, perché incentra l'attenzione sulla
diversità NON sul giocatore avversario in campo (da distruggere,
da umiliare) ma su altre persone sfortunate che nulla hanno a che vedere
con l'evento sportivo. Per questo non metto i due striscioni sullo stesso
piano e li considero profondamente diversi.
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Coinvolti, stavolta, sono stati un gruppetto di supporter della squadra lombarda. Per cause in corso di accertamento quattro o cinque sostenitori grigiorossi hanno cominciato a discutere animatamente: non è stato possibile accertare, fino a ieri sera, se vi siano stati degli «infiltrati» o se il diverbio sia scoppiato tra i soli cremonesi. In pochi istanti il confronto ha subito preso una brutta piega. Uno dei contendenti è stato colpito alla fronte e ha riportato una ferita lacero-contusa che ha richiesto alcuni punti di sutura. L’uomo è stato trasportato all’ospedale di Borgo Trento per gli accertamenti del caso: le sue condizioni non sarebbero comunque gravi. L’indagine su quanto avvenuto è stata ora affidata agli investigatori della squadra mobile e della Digos che dovranno stabilire eventuali responsabilità. Non è escluso che nei prossimi giorni i poliziotti possano interrogare alcune delle persone che erano presenti. (r.v.) VERONA - Ci sono stati scontri ieri pomeriggio a fine partita fra i tifosi della Cremonese e quelli del Verona. Scontri che hanno coinvolto anche le forze dell'ordine. Un gruppo di tifosi grigiorossi nelel cariche della polizia hanno avuto la peggio. Un ultrà è finito all'ospedale di Verona, colpito alla testa e ad un braccio. In serata però è stato dimesso ed ha raggiunto Cremona. Proprio a Verona avvennero gli incidenti in cui rimase gravemente ferito un tifoso del Brescia. (Da "La Provincia di Cremona") |
I tafferugli dopo un guasto: ritardi fino a tre ore, due feriti Treno in tilt, guerriglia in stazione Bologna-Milano bloccata da ultras dal nostro inviato CARLO GULOTTA Nel corso del viaggio (ma il treno, venerdì sera verso le 20 a Rossano Calabro, aveva già accumulato almeno mezz'ora di ritardo) i tifosi, circa 300, secondo le Ferrovie avrebbero più volte azionato il freno d'emergenza facendo rallentare il convoglio. Gli agenti della Polfer sono intervenuti per cercare di riportarli alla calma e sono state aggiunte alcune carrozze. I ritardi sono poi aumentati durante il percorso e alle stazioni di Firenze e Bologna, nella notte, i viaggiatori esasperati hanno ricevuto assistenza. Verso le 14 di ieri l'Intercity 752 a bordo del quale viaggiavano i tifosi si è fermato in Emilia per un guasto, nei pressi di Sant'Ilario d'Enza, nel reggiano, e qui i tifosi sono scesi e hanno dato vita ad un sit in sui binari. Il convoglio, "letteralmente devastato", secondo alcuni viaggiatori, è stato trainato fino alla stazione di Parma con un altro locomotore, ma anche qui, sempre secondo le Ferrovie, i tifosi hanno protestato, bloccando anche un altro treno sul quale erano stati trasferiti una settantina di tifosi del Crotone diretti a Piacenza. A Parma, traffico bloccato dalle 15.30 alle 17.45 e in questa fase almeno una trentina di treni hanno accumulato ritardi fino a tre ore. I tifosi siciliani hanno chiesto di proseguire in pullman il viaggio per Brescia, ma i mezzi non sono stati trovati. Per loro, partita sfumata e la tensione è salita ulteriormente. Ci sono state sassaiole in stazione e lanci di fumogeni. La biglietteria è stata chiusa temporaneamente. Nei momenti più concitati dei tafferugli sono stati aggrediti due dipendenti delle Ferrovie e un'auto è stata data alle fiamme. Secondo la questura di Parma, nessun altro è rimasto ferito. I tifosi sono stati radunati in un'area decentrata dello scalo di Parma, poi in serata sono stati fatti salire sul primo treno utile per il Sud, ma subito dopo sono stati fatti scendere nuovamente dalle forze dell'ordine e portati in questura per le procedure di identificazione. In tarda serata sono scattati due fermi, ma è probabile che vengano presi anche altri provvedimenti una volta visionati i filmati delle telecamere. Interessato indirettamente dagli scontri anche il percorso della fiamma olimpica, che nel pomeriggio ha raggiunto proprio Parma: la polizia ha modificato il traffico per evitare la zona della stazione. |
Un imponente spiegamento di forze di polizia, circa 1000 agenti, ha accolto ieri i quasi mille tifosi dell’Atalanta giunti a Verona per la gara con l’Hellas. Se da una parte , quella bergamasca c’e’ da elogiare il comportamento composto della tifoseria, non si puo’ dire altrettanto per quella scaligera. Momenti di tensione gia’ dalle prime ore della mattinata, quando allo stadio veniva fermata una macchina carica di tubi di ferro e pezzi di cavi elettrici. Le forze dell’ordine venivano aggredite da un gruppo di ultras presenti nei pressi della curva sud e un funzionario della ps doveva ricorrere alle cure dei sanitari Fin dal mattino agenti, carabinieri e vigili hanno controllato le vie adiacenti al Bentegodi e l’interno dello stadio. Controllati numerosi gruppetti di tifosi veronesi che stazionavano nei pressi delle uscite della tangenziale. M.C. e R.M. di 23 e 31 anni di S. Lucia sono stati trovati arrestati perche’ trovati in possesso di 2 manganelli retrattili usati dalla polizia spagnola e una rudimentale bomba carta molto pericolosa, probabilmente destinata ai pulman degli avversari. Episodio negativo è avvenuto anche durante la notte quando il pullman della squadra nerazzurra è stato imbrattato con delle svastiche. Prima della partita i momenti di maggior tensione quando gli ultras scaligeri cercano ripetutamente di sfondare il cordone delle forze dell’ordine. 8 tifosi sono stati fermati e 2 sono stati arrestati essendo gia’ diffidati. Fortunatamente la tifoseria bergamasca non ha risposto alla provocazione come fecero invece i tifosi bresciani. Da Bergamo i tifosi sono arrivati quasi tutti con i pullman o con le auto private e scortati sono stati accompagnati nei settori che erano stati riservati per loro. Tutto è filato liscio durante la partita. I controlli si sono fatti più serrati al termine dell’incontro, il momento più critico di ogni partita a rischio. I poliziotti hanno creato un cordone utilizzando anche le camionette per impedire il contatto fra le due tifoserie. Una potente bomba carta e’ stata scagliata contro una camionetta dei p.s..Tentativi di avvicinarsi ai pulmann dei rivali è stato fatto da gruppi di tifosi veronesi nella zona di via Fra’ Giocondo, ma l’intervento deciso delle forze dell’ordine ha impedito il contatto. 4 agenti della ps hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Un plauso alla tifoseria bergamasca. Non cosi’ quella scaligera che per l’ennesima volta quest’anno trasforma la zona stadio in campo di battaglia. Al vaglio della digos le immagini degli incidenti che si spera portino all’identificazione dei teppisti. |
Giovedì
5 Gennaio 2006
Le accuse pesanti della Nord per gli incidenti a Verona: «Picchiati dalla polizia» «Vogliamo giustizia per Paolo» Il legale della famiglia: «Aspetti inquietanti. La stazione era deserta» Gli ultras revocano lo sciopero del tifo: «Né per la squadra nè per la società ma per i ragazzi che sono stati picchiati e umiliati» (Bresciaoggi del 5 gennaio 2006) Accuse pesanti. Pesantissime. Accuse da brivido quelle mosse ieri dai ragazzi del gruppo Brescia 1911 nella loro sede di via Metastasio in una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche i familiari di Paolo. Accuse nei confronti di chi quel sabato aveva il compito di gestire l’ordine pubblico: accuse alla polizia e al funzionario in servizio. Accuse accompagnate da una serie di filmati girati con i telefonini in stazione («la telecamera me l’hanno sfasciata appena l’hanno vista» ammette il "regista" dei tifosi, incaricato di girare sia in casa che in trasferta»), dalle testimonianze di chi era presente e dai primi risultati delle indagini difensive, definiti «inquietanti» dall’avvocato Ennio Buffoli dello studio Alessandro Mainardi. Accuse che la questura scaligera non commenta: «C’è un procedimento penale in atto - spiega un portavoce - sarà il magistrato ad esprimersi sull’accaduto». La procura di Verona sulla vicenda ha aperto, subito dopo l’incidente, un’inchiesta a carico di ignoti e le indagini proseguono. Il pm Pier Umberto Vallerin ha incaricato il medico legale Zeno De Battisti di effettuare accertamenti per individuare la natura delle ferite riportate alla testa da Paolo. L’avvocato Alessandro Mainardi, difensore storico della tifoseria della Nord, e incaricato ultimamente anche dalla famiglia Scaroni, nel frattempo non è rimasto con le mani in mano. Il 23 dicembre, come ha spiegato ieri l’avvocato Buffoli, è stato presentato un esposto alla procura di Verona, in cui sono raccolte le testimonianza di 22 tifosi presenti il 24 settembre in stazione. Testimonianze che l’avvocato considera importanti, ma che potrebbero essere ulteriormente arricchite e proprio per questo motivo lancia un’appello alle persone che possono aver visto qualcosa quella sera in stazione. L’avvocato ha anche presentato richiesta al pm perchè Giovanni Scaroni, il papà di Paolo, venga nominato dal gip curatore speciale del figlio, in modo che possa essere presentata una denuncia- querela da parte del ragazzo. Per l’avvocato, come detto, dalle prime indagini difensive emergono degli aspetti inquietanti. «Perchè la stazione di Verona - ha detto l’avvocato Buffoli - era completamente deserta? È una coa normale o rientrava in un piano preciso? Ed è normale che i poliziotti indossino le maschere antigas anche se non ci sono disordini?». «Pare anche che il funzionario responsabile dell’ordine pubblico - ha proseguito il legale - in occasione di altre partite abbia avuto problemi molto simili». Resta ancora da chiarire la chiamata fatta dalla polizia al 118 che chiede un’ambulanza per Paolo in codice giallo, mentre quando i medici arrivano cambiano subito in codice rosso. Inquietante, sempre secondo gli ultras, anche la versione della questura veronese. Il giorno dopo l’incidente da Verona si tende a parlare di «fuoco amico»: Paolo potrebbe essere stato colpito da un sasso lanciato dai suoi amici in direzione dei poliziotti. Sempre nella versione della questura si parla di una sola ferita di 5 centrimetri quadrati, compatibile con le dimensioni di un cubetto di porfido. Ma nel referto del pronto soccorso, esibito ieri dai familiari di Paolo, si parla di un «trauma cranico grave da ripetute percosse». I medici che hanno operato Paolo hanno parlato ai familiari - come spiegato ieri da Milva Cerveni, autorizzata dai genitori di Paolo - di un «grosso ematoma interno asportato, ma non compatibile con una ferita causata da un sasso». Un contribuito alle indagini potrebbe venire dalle immagini amatoriali girate in stazione con i cellulari e mostrate ieri pomeriggio nel corso della conferenza stampa. La visione non è nitida e anche l’audio lascia a desiderare, ma, come ha voluto precisare Diego Piccinelli, leader storico della Curva Nord, si percepisce che «non c’è scontro, ma solo una carica immotivata da parte della polizia». In effetti le immagini mostrano i vagoni ferroviari invasi dal fumo dei lacrimogeni, si respira la concitazione del momento, il crescendo del linguaggio, si sentono paura e rabbia. Si vedono i ragazzi che vomitano sui binari, non si vede - nelle immagini mostrate (che potrebbero anche essere limitate, per essere obiettivi, solo a un’area della stazione) - alcuno scontro, ma i poliziotti armati di manganello e alcuni che dal gruppo lanciano sassi in direzione dei tifosi. Si sentono i tifosi urlare "tirano i sassi, chiudiamo tutto". E poi ci sono le immagini delle ferite, delle echimosi: c’è pure una tifosa, una donna, che mostra un ematoma molto vasto sul seno. Gli ultras lanciano accuse e chiedono giustizia. E sono pronti a revocare lo sciopero del tifo. Sabato i tifosi della Curva Nord saranno a Verona. «Abbiamo deciso di tornare a fare le trasferte - ha spiegato Piccinelli -. Avevamo detto che non saremmo più andati fuori casa, finchè Paolo non fosse tornato a Brescia e nei giorni scorsi è tornato per un po’ a casa. Quello che è successo a lui poteva succedere a chiunque e non deve più succedere. Torniamo allo stadio per Paolo e per gli altri ragazzi picchiati e umiliati, non per la squadra, per i campioni e men che meno per la società». Di nuovo allo stadio per fare il tifo, ma anche per continuare a urlare «Paolo sempre con noi». LE TESTIMONIANZE (Bresciaoggi del 5 gennaio 2006) «Ci hanno massacrato C’erano anche ragazze e papà con i bambini» «Ero con Paolo - racconta Diego di Castenedolo -, andavamo sempre insieme alla partita. Ero lì vicino e vedevo che si stava spegnendo. È stato terribile. Paolo ha rischiato di morire e l’ambulanza è arrivata dopo venticinque minuti. Chi lo ha picchiato deve vergognarsi, deve pagare per quello che ha fatto». A raccontare quel sabato pomeriggio di follia c’è anche Mauro, pure lui di Castenedolo, pure lui amico di Paolo. «Ho visto un ragazzo in terra con quattro o cinque poliziotti addosso che lo picchiavano in testa con i manganelli. Probabilmente era Paolo - racconta Mauro -. Dopo qualche minuto l’ho incrociato, si era rimesso in piedi, ma non aveva una bella cera: "Mauro ho preso un sacco di botte", mi ha detto. E poi ha cominciato a muovere la testa da un lato all’altro. Stava male. Lo abbiamo appoggiato a una panchina e continuavamo a chiedere alla polizia di chiamare un’ambulanza, che uno di noi stava male. Alcuni amici gli facevano aria, cercavano di dargli lo spazio per respirare, ma Paolo stava sempre peggio. I poliziotti non sono nemmeno venuti a vedere se era qualcosa di grave. E l’ambulanza non arrivava mai. L’abbiamo chiesto più volte alla polizia, ma loro rispondevano "Adesso arriva, adesso arriva". Non si sono avvicinati nemmeno quando c’erano i medici. Quando l’ambulanza è ripartita, hanno aspettato che fosse lontana una decina di metri e hanno ripreso a caricare». In stazione c’era anche Roberto, padre di famiglia che a Verona era andato con la figlia di tredici anni, il figlioletto Mattia, che di anni ne avrà una decina, e un altro figlio di sette. «Ero sul primo vagone con Mattia, l’altro bambino, mio nipote, mio fratello e un signore anziano. Mia figlia aveva fame e era scesa da sola per andare a prendere qualcosa al bar. L’inferno - racconta Roberto - è scoppiato di colpo. Nel vagone hanno sparato un lacrimogeno, senza che nessuno facesse nulla. Non riuscivamo a respirare, Mattia si sentiva male e l’ho dovuto prendere in braccio. Per cercare una via di fuga siamo scesi dal treno dalla parte opposta e abbiamo attraversato i binari, è questa l’invasione dei binari di cui ci accusano. Cercavamo solo di scappare e respirare. E con il pensiero a mia figlia da sola, in quel finimondo». E poi c’era Chiara: «Siamo scesi sulle rotaie perchè era l’unica via di fuga, era l’unico modo per continuare a respirare». Sul vagone c’era anche Walter, 64 anni di Castenedolo, anche lui amico di Paolo. «Sono stato uno dei primi ad arrivare in stazione a Verona e sono salito sul treno. Era tutto calmo, ma ho visto i poliziotti infilare la maschera antigas e ho pensato "qui succede qualcosa di brutto" e mi sono fatto sempre più piccolo sul sedile, perchè ero spaventato. A un certo punto hanno sparato un lacrimogeno nel vagone: siamo dovuti scendere dalla parte opposta, stavo male. È da 40 anni che vado in trasferta, ma una cosa così non l’avevo mai vista. È stato terribile, ma sabato andrò a Cremona con tutti gli altri. Lo faccio per Paolo». |
(ANSA)
- ROMA, 5 GEN - Roma-Napoli di Coppa Italia e' anche per l'Osservatorio
nazionale sulle manifestazioni sportive gara al 'massimo livello di rischio'.
Per questo l'organismo ha scritto al prefetto di Roma, Serra, affinche'
adotti i provvedimenti necessari per garantire l'ordine pubblico. Proprio
in questa direzione il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza,
presieduto dallo stesso Serra, il 28 dicembre ha deciso di far disputare
l'incontro di calcio, previsto l'11 gennaio, a porte chiuse.
Ricordo che l'Osservatorio nazionale sulle manifestazione sportive è presieduto da Francesco Tagliente. Ricorderete di certo l'inchiesta svolta sui dati che vengono forniti dal suo Osservatorio... La ripropongo per le persone cui fosse sfuggita: clicca qui Qualche vecchia notizia....: Roma, 27 aprile 2005 Nella riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Roma, dedicata alla violenza degli stadi, una delle voci più autorevoli attesa era quella del prefetto Achille Serra, che non ha mancato di formulare nuove proposte, con un obiettivo di lungo periodo: "Togliere le forze dell'ordine da dentro lo stadio". Secondo il prefetto di Roma, "se i gruppi di mascalzoni vanno allo stadio per creare violenza, soprattutto nei confronti delle forze dell'ordine ("in molti casi - ha detto - l'avversario e' il poliziotto o il carabiniere") allora l'obiettivo dev'essere quello di togliere le forze dell'ordine da dentro lo stadio e lasciarle all'esterno come avviene in Inghilterra". "Naturalmente - ha aggiunto - questo si può fare se dentro lo stadio c'è personale di controllo, delle società sportive, in costante contatto con le forze dell'ordine. Personale - ha aggiunto - che deve essere numeroso e attrezzato per questo tipo di attività". "Anzitutto - ha spiegato il prefetto Serra - è necessaria secondo me la verifica dei biglietti numerati: a ogni numero dovrebbe corrispondere un nome, ma ancora non c'e' accordo su questo punto. Vanno posti i tornelli elettronici agli ingressi, si devono installare altre telecamere dentro e fuori lo stadio, collocare maniglioni antipanico, dividere piu' nettamente le tifoserie avverse per evitare lanci di oggetti, aumentare gli ingressi per controlli più rigorosi, e vendere bottigliette solo se tappate (????) e di plastica. Queste richieste costano - ha aggiunto il prefetto capitolino - ma la sicurezza è la cosa piu' importante, perché altrimenti il questore può non far iniziare la partita, con danni economici per le società". Allo Stadio Olimpico tutto questo è stato fatto ma il Prefetto Serra chiude le porte dello stadio! scandalo all'italiana Decisione vergognosa e ridicola del prefetto di Roma Achille Serra, che ha disposto la chiusura dei cancelli dell'Olimpico per la gara di ritorno degli ottavi di Coppa Italia tra la Roma ed il Napoli. Motivo? Il timore di incidenti tra le due tifoserie... una misura preventiva grave e che non ha precedenti nel calcio italiano. Dicembre 2005 Mancava solo questo, al nostro calcio per toccare il fondo...ora si puo' cominciare a grattare perchè la situazione attuale continua a peggiorare di giorno in giorno. La scelta del prefetto Serra appare quantomeno bizzarra, ma come, lui che dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini della capitale non è in grado di gestire la sicurezza in uno stadio? E per di più in una partita che, visto il risultato dell'andata, visto l'orario, le 17, ed il giorno lavorativo, non avrebbe attirato il pubblico delle grandi occasioni ma al massimo cinque seimila persone. Questa disposizione non è una sconfitta del calcio e dei tifosi ma solo del prefetto Serra e delle istituzioni che per timore di pochi facinorosi preferiscono chinare il capo e lavarsi le mani. Non è possibile che un paese come l'Italia non sia in grado di gestire l'ordine pubblico in una partita di calcio, e meno male che il decreto Pisanu sarebbe stato decisivo. Dopo questa sentenza si può tranquillamente dire che le norme previste dal ministro dell'interno sono inutili, non hanno risolto nessun problema, anzi, hanno solo avuto come effetto l'allontanamento dei tifosi "normali" dagli stadi. Ma forse è proprio quello che dirigenti e addetti ai lavori si auguravano, perchè meno gente allo stadio vuol dire più gente davanti alla televisione, più abbonati e più soldi per Sky e per il digitale terrestre e di conseguenza per la società. Peccato che non abbiano capito che cosi il calcio muore. Ormai
il dado è tratto, Roma-Napoli si giocherà a porte chiuse,
il prefetto potrà dormire sonni tranquilli ed i tifosi dovranno
mettersi l'anima in pace, anche su un quesito continua comunque a ronzarci
per la testa, perchè per Juventus-Fiorentina non si è preso
nussun provvedimento? All'andata, ricordiamolo, successe di tutto con partita
sospesa per piu di mezz'ora...eppure si svolgerà regolarmente al
Delle Alpi. I soliti due pesi e due misure?
Il Prefetto Serra ha però organizzato l'ordine pubblico in occasione della visita di Bush a Roma. |