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Se volete avere notizie su locali, concerti e musica a Roma |
" AL DI FUORI DI ROMA NON C'E' NULLA DI BELLO NEL MONDO" Johann Joachim Winckelmann, 1756 (archeologo e filologo, nonché massimo teorico mondiale del'estetica neoclassica) |
Radio Città Aperta 88.90 FM tutte le maledette domeniche dalle 19 alle 21 |
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Il neoquestore ha, ancora, fatto riferimento a problemi importanti che non riguardano soltanto Roma ma il paese in generale, come il terrorismo internazionale, quello nostrano. Negli anni c'è stata ''una disarticolazione del gruppo terroristico'', ha spiegato con riferimento alle differenze tra le vecchie e le nuove Brigate Rosse. ''Il fenomeno oggi - ha detto Fulvi - è diverso nel numero, non ha certo la dimensione degli anni '80 quando erano centinaia i brigatisti. Oggi siamo in presenza di un gruppo numericamente assai più modesto e che in qualche modo siamo riusciti ad identificare e quindi a dimensionare. E' una realtà grave, certamente, per gli attentati che hanno realizzato ma non paragonabile agli anni '80 quando le vittime sono state tantissime. La situazione alla fine degli anni '60 era diversa. Il contesto internazionale era diverso, c'e' stato un cambio di prospettiva anche nelle motivazioni di lotta delle Br''. Il questore Fulvi, tra i temi affrontati con la stampa, ha fatto riferimento anche alla sicurezza negli stadi con una riflessione particolare sulle tifoserie romane. ''Il problema degli stadi - ha insistito - e' al centro delle attenzioni di tutti, non solo del questore di Roma. E' stato creato anche un osservatorio proprio come risposta necessaria ad una situazione di partita in partita presentava aspetti sempre più preoccupanti. Non e' tollerabile che andare alla partita per una persona qualsiasi significhi dover rischiare di essere coinvolto non volendo in disordini da parte di gruppetti. E' un problema che c'è e che va affrontato con professionalità. La sorveglianza è non soltanto nei confronti delle tifoserie ma c'e' anche lungo le autostrade, nelle stazioni ferroviarie, oltre che nei luoghi deputati al calcio come gli stadi. E' un problema che trova delle risposte e la legislazione ci ha aiutato in questo con il fermo di polizia giudiziaria e con i provvedimenti amministrativi che hanno una loro efficacia''. Qualcuno dovrebbe chiedere all'incensurato T.R. (diffidato per tre anni con obbligo triplice di firma ogni volta che la Roma e la Lazio giocano per aver scavalcato un cancello della Tribuna Monte Mario) cosa pensa dell'equilibrio e della distensiva saggezza con cui queste misure vengono applicate a Roma! |
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Grazie
a Francesco, abbiamo il video di più di un minuto (sono 13 mb) relativo
alla partita Lazio/Roma 1975/76 tratto dal
film "Squadra antiscippo", con Tomas Milian. Il video è spettacolare
(anche se purtroppo c'è anche il gol del Gobbo) ed inquadra spalti
e campo. Notare la divisa della Roma: quelli sono i colori corretti della
prima maglia. Al riguardo la stessa persona che mi ha consentito di scaricare
il video, mi ha mandato la sua proposta di maglia per la prossima stagione.
Merita di essere inserita anche tra gli aggiornamenti ed è quella
qui a fianco.
Passando ad altro, dovete sapere, perché già l'ho scritto, che su "Il Manifesto" scrivono due tipi che - dissimulandosi abilmente - collaborano con Lazio.net. In un articolo che in un certo qual modo cerca di "salvare", pur da posizioni di estrema sinistra, Paolo Di Canio, si cerca una equivalenza con Totti non dal punto di vista della presa in giro ma da un punto di vista politico. Ecco cosa scrivono i due personaggi, Guido Liguori ed Antonio Smargiasse: |
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Ci saranno anche loro, i tifosi, sul nuovo album Panini, le foto delle curve con le loro coreografie di luci e striscioni. Insieme per dire no alla violenza negli stadi Un passatempo d’altri tempi? Forse no, forse gli mms e le immagini jpg sono più belle, diciamo che forse hanno una risoluzione più alta. Ma l’album è un’altra faccenda. La nuova edizione dell'album dei Calciatori Panini è “nuova” non perché ha ceduto alla tecnologia, non è insomma un rinnovamento- ammodernamento. Certo porta con sé delle novità, alcuni degli spazi bianchi col numerino al centro, saranno coperti infatti dalle figurine delle tifoserie delle squadre. I presidenti e i medici avevano lasciato intendere alla casa di Modena che avrebbero gradito comparire sull'album, tra le “foto segnaletiche” dei campioni del pallone, ma, le immagini che il direttore commerciale Panini, Umberto Leone, dice devono trovare spazio sull’album storico, “sono quelle sane del calcio”. Meglio insomma ammirare le coreografie dei tifosi che del gioco del pallone fanno parte almeno quanto le partite disputate in campo, per dire a tutti, tifosi e non, che il calcio è uno spettacolo, dove non c’è spazio per la violenza. E’ per questo che nell'album si troverà anche un manifesto anti-violenza sottoscritto da tutti i giocatori. |
COMMENTO
DI RAFFAELE
Ora l'ultras, le torce, i fumogeni, le coreografie sono spettacolo... poi le squalifiche. Facessero pace col cervello... a Parma si menano dentro il campo, 6000 euro di multa e tutto ok. A noi ci squalificano per la non idoneità del campo, perchè bastavano 2 secchioni d'acqua e uno stadio decente affinchè non avvenisse nulla. Invece la solita squalifica. E'uno scandalo, quando ci sono le inaugurazioni di mondiali, europei, spettacoli pirotecnici belli apprezzati da tutti e mai dico mai, è rimasto del fumo nello stadio, invece a siena dove lo stadio non dovrebbe nemmeno ospitare la serie c tutto ok... e poi cosa ancora + assurda i tifosi del Siena hanno tirato una torcia contro il loro portiere... nessuna multa... CALCIO MODERNO VAFFANCULO, BENPENSANTI VAFFANCULO, CRIMINOLOGI VAFFANCULO. La cosa brutta che questo virus si sta espandendo anche tra i romani, tutti perfettini pronti a scagliare la prima pietra, la frangia dei tifosi... quante cazzate... I VERI TIFOSI... L'unica risposta è quella di andare tutti a Firenze. CURVA SUD quelli che... provocano agenti atmosferici. Aggiungo io: portare torce allo stadio è reato? Visto che lo è, qualcuno lo faccia sapere alla Panini, alla RAI, ai giornali e a tutti coloro che per iniziare un servizio TV-radio-giornalistico "aprono" con una bella panoramica sulla classica torciata dei tifosi (vedi Palermo/Milan della scorsa giornata). Cosa si potrebbe pensare se un servizio giornalistico aprisse, a mo' di "colore", inquadrando delle persone che commettono un reato? Beh, cari giornalisti, l'utilizzo di torce costituisce reato, e tutti voi che pubblicate foto con didascalia del tipo "Lo splendido spettacolo dei tifosi", celebrate un reato! Tutto questo ha un solo nome: ipocrisia e populismo, perché da un lato si invoca la repressione per l'utilizzo di torce e simili, dall'altro le si celebrano. |
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Diego si è ritenuto oltraggiato e ha reclamato che la Nike e l'associazione stanno giocando con le passioni e l'amore dei tifosi per la loro squadra. I tifosi del Boca minacciano di boicottare la festa del centenario del Boca se la maglietta non verrà ritirata. (grazie Kostas per la notizia) |
22
gennaio 2005
Barclays
Premiership
Chelsea
v Portsmouth, 15:00
22
gennaio 2005
Barclays
Premiership
Crystal
Palace v Tottenham, 15:00
22
gennaio 2005
The
Coca-Cola Football League Championship
Millwall
v Wolverhampton, 15:00
22
gennaio 2005
Coca-Cola
Football League One
Brentford
v Swindon, 15:00
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2004/05 |
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"TOTTI C'E' SEMPRE STATO", NELLA SCRITTA AFFIANCO SI SONO DIMENTICATI UNA LETTERA. SEMPRE LA STESSA. |
UN'ALTRA BANDIERA BIANCOCELESTE: LIVERANI OGGI... |
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...E LIVERANI IERI... L'ESULTANZA E' LA STESSA |
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Non denunciato, né diffidato. (Eppure la legge prevede che è diffidabile chiunque compia manifestazioni di apologia, anche se non allo stadio). |
? INDOVINELLO: "Che cosa accadrà?" SOLUZIONE: "Facciamo passare la buriana, tra una settimana nessuno se ne ricorderà più" (Vedi Roma/Dynamo Kiev) "Perché non hanno creduto al Prefetto?" (derby Lazio/Roma sospeso) |
Diffidato e denunciato. "Gli ultrà alabardati sono stati inchiodati alle loro responsabilità dal filmato girato dalla Digos, mentre esibivano il saluto romano ... I sei adesso saranno denunciati per apologia di reato e saranno anche colpiti dal Daspo, il provvedimento che impedirà loro di assistere a qualsiasi avvenimento sportivo per un periodo di tre anni" (Livorno/Triestina 2002/03) |
Scarcerati i tre ultrà che erano stati arrestati giovedì notte «Fermiamo la strategia contro le forze dell’ordine» Il prefetto denuncia: dietro gli incidenti del derby c’è sempre un gruppo di cento teppisti Le immagini dall’alto dell’elicottero di Sky hanno mostrato attorno allo stadio Olimpico cariche dei reparti mobili, esplosioni, raid di gruppetti di tifosi, fughe nella notte, petardi e lacrimogeni. Erano i minuti successivi al fischio finale del derby Lazio-Roma, ma hanno lasciato una scia molto lunga. Insieme alla battaglia sportiva in campo. Tanto che il prefetto, Achille Serra, critico nei confronti del comportamento tenuto dai giocatori durante i novanta minuti, ora riflette anche su quell’occhio che dall’alto osservava Roma e ne rilanciava una immagine di caos totale: «Voglio capire - spiega - chi li ha autorizzati, come è possibile che di notte un elicottero sorvoli un impianto come l’Olimpico. Già da solo, la presenza dell’elicottero alimentava il nervosismo e la tensione, visto che molti tifosi pensavano fosse della polizia. Ma al di là di questo, ci sono ragioni di sicurezza. Liberissimi di fare le riprese che ritengono più opportune, ci mancherebbe altro. Ma voglio capire chi ha rilasciato le autorizzazioni. Più in generale, quelle immagini, insieme ai titoli dei giornali del giorno dopo, hanno alimentato un quadro di enfatizzazione di quanto è successo dopo il derby». Il prefetto Serra è stizzito perché la presenza dell'elicottero di Sky ha permesso di far vedere a tutta Italia quello che non si doveva vedere: i tafferugli. Nel famoso derby sospeso, l'elicottero non c'era, e lo stesso Prefetto Serra tentò di dire che fuori lo Stadio Olimpico non era accaduto nulla di grave. C'è da capirlo: rischia il posto. Incomprensibile è però dire - dal suo punto di vista - che siccome i tifosi pensavano fosse della Polizia, questo alimentava la tensione: per quale ragione i tifosi - se i teppisti sono solo 100 - dovrebbero essere tesi per la presenza della Polizia? Semmai dovrebbero essere rassicurati. La risposta la troviamo nei resoconti che mi sono stati inviati, e che nessun giornale ha il coraggio di pubblicare, sempre per il solito discorso: il direttore del Messaggero va a cena con il prefetto, e non con il tifoso malmenato! Secondo il prefetto Serra siamo alle solite: di Roma viene mostrata una immagine deformata, il lancio di oggetti e petardi di un gruppo di teppisti moltiplica il suo effetto mediatico al di là della realtà. «In occasione del derby non è successo nulla di grave, le forze dell’ordine hanno lavorato con una professionalità ineccepibile. Non c’è stata guerriglia - insiste il prefetto -, piuttosto siamo di fronte alla solita strategia di un gruppetto ristretto, non più di cento persone, di teppisti, che hanno un unico obiettivo: provocare caos, colpire le forze dell’ordine. Per questo, polizia, carabinieri e guardia di finanza non hanno risposto alle provocazioni, non li hanno seguiti sul lungotevere, andando allo scontro fra la gente come avrebbero voluto i teppisti». Non c'è dubbio che nei confronti delle forze dell'ordine ci sia, da parte della tifoseria organizzata, tutt'altro che simpatia. Difatti se non ci fossero poliziotti allo stadio - o se la loro presenza fosse 100 volte più discreta - non ci sarebbero incidenti, visto che ormai sono considerati da tutte le tifoserie italiane il primo nemico. Resta da capire perché siano balzati in primo piano, facendo persino dimenticare le rivalità tra tifoserie storicamente rivali. Il problema è trito e ritrito. Chiedete al Prefetto Serra il modo con cui viene applicata la famosa legge antiviolenza, sempre che lo sappia. Legge sacrosanta che - è qui il problema - è utilizzata in modo arbitrario e repressivo anziché realmente preventivo. L'odio nasce da questo e non dipende da Di Canio o cretinate simili. Al macello vanno sia le forze dell'ordine che i tifosi, ma una buona parte di responsabilità - che pur derivando dalla violenza di alcuni tifosi ha contribuito in modo decisivo a radicalizzarla - risiede in chi crede di poter gestire l'ordine pubblico con metodi alla G8. Alcuni reparti superspecializzati, allo stadio ben pochi - anche tra i tifosi tranquilli - li possono più vedere dopo il derby sospeso dello scorso anno. Il solo fatto che ci fossero ancora loro - altro che elicottero - ha creato tensione. Se ci fossero stati solo i carabinieri la tensione sarebbe stata inferiore. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari ha convalidato gli arresti e scarcerato i tre giovani che erano stati fermati subito dopo il derby. Il processo si svolgerà a fine mese, ma per uno è già scattata l’inibizione ad andare allo stadio. Qui si allaccia la tesi del prefetto, preoccupato per il tentativo di aumentare il livello dello scontro da parte di alcuni gruppi organizzati. E’ una denuncia che Serra ha già manifestato altre volte, secondo la quale a Roma sta avvenendo qualcosa che va oltre al calcio, ai risultati, ai gol di Cassano o Rocchi. «Lo sto dicendo da tempo, fin da quando venne sospeso il derby per la falsa notizia del ragazzino investito. La stragrande maggioranza dei tifosi romani è un esempio di correttezza. Roma non ha nulla da invidiare alle altre grandi città, anzi. Però sono preoccupato dalle azioni da questa minoranza di teppisti, un centinaio. Ne parlerò anche con i vertici delle forze dell’ordine, ma il problema dovrebbe essere affrontato anche dal punto di vista normativo. Temo che gli strumenti a disposizione per fermare questo tipo di fenomeni non siano sufficienti». Ancora questa storia del problema normativo. La legge che c'è, teoricamente ed in pratica, è tutta a favore dello Stato ed affatto garantista per il cittadino. Tutto questo ha portato all'uso improprio della stessa da parte di chi la deve applicare. Dovrebbe essere un giudice a farlo ed invece è il Questore, cioè la polizia. Ormai sono troppi quelli colpiti o che sono stati colpiti dal DASPO senza entrarci nulla (rileggere i resoconti dei futuri diffidati nella pagina di questo derby). Ognuno di loro ha un amico, che lo dice all'altro amico e via dicendo. Ecco le ragioni dell'ostilità diffusa. Quando la legge sulla diffida non esisteva, gli scontri con le forze dell'ordine erano una rarità. Ma siccome è ovvio che una legge simile debba esistere, l'eticità dello Stato e dei suoi appartenenti vorrebbe che venisse correttamente applicata. Ma la non scritta legge della "tolleranza zero" fa sì che la Questura di Roma diffidi in modo indiscriminato, e che gli arresti vengano eseguiti - si consenta dirlo, parlando con cognizione di causa - un po' a casaccio. Accade anche che molti dei diffidati vengano poi assolti nei processi. Altro che leggi ancora più repressive. Ci vogliono dirigenti capaci ed eticamente irreprensibili che - visto l'enorme potere che questa legge loro concede - siano meno poliziotti e un po' più giudici, il che è assai difficile, perché se si ha la mentalità di poliziotto non si può avere il senso di giustizia del giudice. E' per questo che la legge va cambiata, ma in senso opposto a quello propugnato dal Prefetto Serra, nel loro stesso interesse e nell'interesse dello Stato. La mentalità del poliziotto è quella per la quale se tutti sono in galera, colpevoli e innocenti, l'ordine regnerà sovrano. Senza dubbio. Ma quando verranno scarcerati, i colpevoli rimarranno astiosi, insieme agli innocenti che grideranno vendetta. La mentalità del giudice (non sempre - ahimé - correttamente applicata, anche perché spessissimo ci si basa solo e soltanto su quello che dicono le forze dell'ordine, ma mi rendo conto che diversamente crollerebbe lo stesso Stato) è quella di cercare di capire chi è colpevole e chi innocente, ed in base a quello giudicare e condannare. Certo, in carcere c'è un'ottima percentuale di innocenti, ma se a giudicare - anche nei processi normali - fosse il Questore, questo numero sarebbe perlomeno il triplo. Misure più severe, no alle scarcerazioni facili: la tesi del prefetto sembra andare in questa direzione, anche se il dibattito è complesso. Che ci siano due filosofie a confronto ormai è evidente, visto che la parola d’ordine delle tifoserie organizzate - e in curva durante il derby è apparso proprio uno striscione contro il prefetto - è “no alla repressione”. E nel corso del match nelle curve sono apparsi anche diversi striscioni contro le forze dell’ordine, fino a quello che richiamava (non è la prima volta) il nome del bandito Luciano Liboni. Appunto. Se le tifoserie recepiscono come repressivo un certo atteggiamento (appare strano che tutto ciò venga domenicalmente esposto in tutte le curve d'Italia), sarebbe il caso di interrogarsi sul perché. Se i teppisti sono 100, è anche vero che il retroterra che li sostiene prima non esisteva ed invece adesso è assai diffuso. E' quello stesso retroterra che ha fatto sì che nessuno - me compreso - abbia creduto al povero Prefetto Serra il giorno del derby sospeso. Ma un retroterra non si crea da solo. Si forma a seguito di circostanze, di episodi. Di storie. La violenza non può essere combattuta solo sul campo, con atteggiamenti "più responsabili" o meno responsabili del celerino napoletano con la terza elementare, agli ordini di qualcuno che - ahimé - possiede una formazione professionale spesso non accompagnata da una formazione culturale e psicologica adeguata. C'è da dire che l'inizio degli incidenti alla fine del derby è sicuramente nata dai tifosi. Ma un minimo di competenza professionale dovrebbe far capire a chi dirige (chiedo troppo?) che in casi come quelli di domenica se si fosse usciti dalla Curva Sud senza trovare uomini in tenuta antisommossa - e soprattutto quei reparti del derby sospeso - nulla sarebba accaduto perché sarebbe mancato il pretesto. Non sarà il trionfo dello Stato, ma anche quello che è accaduto lo è. Possibile che debba dire a mia sorella, che è venuta con me al derby, che in caso di disordini non deve passare vicino alle forze dell'ordine? Mi sembra francamente un controsenso, eppure è proprio così! Il derby dell’altra sera, finito con un bilancio di dodici feriti lievi (quattro fra le forze dell’ordine, otto fra i tifosi) in realtà lascia un altro tema per il dibattito, che in modo inedito vede da una parte un importante rappresentante delle istituzioni, dall’altra i ventidue giocatori in campo. Serra lo aveva detto subito dopo il fischio finale: certi atteggiamenti visti in campo non hanno contribuito a un clima di serenità. Fra i protagonisti del derby, al di là di Di Canio che ha monopolizzato l’attenzione, c’è chi ha risposto con sarcasmo. Come il laziale Oddo («vorrà dire che la prossima volta giocheremo a pallavolo»). Il prefetto ovviamente non ci sta a scendere in polemica, ma tenta di spiegare meglio il senso del suo disagio di fronte agli atteggiamenti visti sul prato verde: «Il comportamento negativo l’ho registrato in entrambe le squadre, non faccio distinzione fra laziali e romanisti. Ma in un match così importante sarebbe auspicabile maggiore senso di responsabilità. Si carica di nervosismo una gara così sentita, si va oltre al normale agonismo di una partita di calcio. Si è visto ben altro, fino ad arrivare perfino ai saluti romani. Mi piacerebbe che i giocatori capissero che poi a contrastare i disordini ci devono andare i carabinieri, i poliziotti, i finanzieri: sono loro che mettono a repentaglio la propria sicurezza, ogni giorno. Bisognerebbe quindi responsabilmente evitare di scaldare gli animi». Credo, dico credo, che il Prefetto abbia l'intelligenza per capire che il problema vada affrontato partendo dalla radice dello stesso, e questo non può prescindere da una verifica di legalità all'interno della stessa Questura di Roma. Ma siccome questo non avverrà mai perchè il potere si arrocca sempre su se stesso, ci si rassegni. Anche perché è il Ministro che comanda il Prefetto, ed è il Prefetto che comanda il Questore. Eseguono gli ordini del governo, votato dal popolo che guarda la televisione e da essa trae le proprie convinzioni. E la televisione è gestita dal governo. Che meccanismo diabolico che è la "democrazia"! |
LIVORNO/INTER
IL TIRRENO LIVORNO. La rabbia diventa guerriglia quando ancora in campo giocano, dopo l’invasione solitaria e il secondo rigore, quando mezzo stadio grida al furto e gli ultrà escono fuori. La prima carica, i primi feriti (dieci medicati al pronto soccorso, una ventina i contusi) l’assaggio di quello che sarà dopo. Dalla curva Nord escono una ventina di ultrà vanno all’assalto della polizia che cerca di presidiare l’ingresso principale di piazzale Montello. Sono in pochi, un ragazzo raccoglie da terra una bicicletta legata a un palo di ferro e la scaraventa contro il capo della Digos, Ermelinda Trotta. Ha una sospetta frattura. Gli scontri vanno avanti per dieci minuti, da dentro allo stadio arrivano i rinforzi dei carabinieri in assetto antiguerriglia: sparano i lacrimogeni, il gruppo viene disperso, la maggior parte torna dentro la curva, ma il servizio d’ordine ai cancelli ormai è saltato. Da questo momento in poi sarà un continuo lancio di oggetti, con le due tifoserie che, caso più unico che raro, riescono a entrare in contatto e se le danno di santa ragione per almeno cinque minuti, finchè gli interisti non corrono via, dentro ai pullman. Gradinata occupata. Passano sì e no dieci minuti dalla fine della partita. Gli ultrà del Livorno, più di cento, si radunano. Ragazzi, tra i 15 e i 25 anni, salvo eccezioni. Chiudono i cappucci, c’è chi si maschera il volto con una sciarpa. Il primo assalto è alla gradinata, entrano nello stadio, cercano il contatto, ma ci sono le reti divisorie. Ci sono i poliziotti del reparto mobile, pochi anche loro per disperdere il gruppo di persone. Alzano gli scudi contro le prime pietre. Cancelli aggirati. Poco possono i poliziotti, figuriamoci le cancellate, le gabbie che sbarrano la via dei Pensieri. Gli ultrà passano da via Allende e arrivano in via Machiavelli, una traversa di via dei Pensieri dove sono parcheggiati i pullman e le auto di chi è arrivato da Milano. Nel parcheggio davanti al vecchio palazzetto, in un angolo, è fermo un camioncino, forse di proprietà di una ditta edile. Dentro ci sono macerie, massi, spranghe di ferro. Viene raccolto tutto, il pianale dietro è aperto. La guerriglia. Via Machiavelli. Qui ci saranno gli scontri più violenti. La carica degli ultrà parte appena passa il primo furgone diretto a Milano. Furgoni da nove, dieci posti. Ne fermano cinque, quelli dell’Inter scendono. Per cinque minuti se le danno di santa ragione, diversi interisti impugnano coltelli, i livornesi rispondono con le spranghe e la fibbia delle cinture dei pantaloni. Vanno avanti per minuti interminabili. Poi gli interisti scappano, mentre arrivano i rinforzi del reparto mobile della polizia. Due accoltellati. Si faranno medicare il capo di gabinetto della questura, Paolo Rossi, e il capitano dei carabinieri, Oreste Gargano. Sono stati feriti da un gruppo di ultrà dell’Inter con coltelli piccoli, temperini legati sulle aste delle bandiere, ma devono farsi medicare su un’ambulanza. Il capitano Gargano viene portato al pronto soccorso, Rossi si fa cucire sul posto e resta a guidare il servizio insieme al questore, Antonino Puglisi. In via Machiavelli non è finita, dopo lo scontro con gli altri ultrà, i livornesi cercano ancora di sfondare il cordone. Vengono esplosi ancora lacrimogeni, ma c’è vento, l’area è grande, hanno un’efficacia debole. Ma soprattutto i cento ultrà non mollano, la rabbia non è passata nonostante gli scontri, nonostante qualcuno sia ferito. Via degli Oleandri. Ancora una traversa di via dei Pensieri, la seconda. Ormai siamo a un passo dal lungomare. E’ qui che si spostano gli ultrà. Fanno tutta via Machiavelli, fino alla rotatoria davanti alla Circoscrizione, poi corrono all’incrocio. In strada scendono le persone che abitano nei condomini che sono lì intorno, hanno le auto parcheggiate. Qualcuno riesce a spostarla. Nel frattempo c’è chi prende i cassonetti per sbarrare la strada ai pullman che se ne vanno. Ne incendiano diversi. Arrivano anche i vigili del fuoco, insieme alla polizia, costretta a saltare di strada in strada, a bloccare gli agguati. Sono già passate le 19 quando si buttano via i passamontagna. Ognuno torna a casa sui motori. La rabbia è passata, restano feriti e danni, soprattutto alle auto in sosta, gente che un tranquillo giorno di Befana, lontano quasi due chilometri dallo stadio, e se ne va a dormire col pensiero sui soldi da sborsare al carrozziere. ll bilancio. Pesante, una decina i feriti, ma il numero è destinato a crescere. I poliziotti si sono fatti medicare in serata al pronto soccorso. I più gravi sono Trotta, Gargano e Rossi. Diversi i contusi. In tutto si parla di trenta persone. Ci saranno polemiche, strascichi, proteste. E’ l’ennesima giornata di violenza dopo una partita. E purtroppo a niente sono servite le sbarre e le gabbie preparate per il match con la Lazio, quello considerato a maggiore rischio. Anche se ormai quasi ogni partita si porta appresso scontri.
Le immagini dell'invasione |
PARMA/JUVENTUS
LA GAZZETTA DI PARMA Calci, pugni, cinghiate, colpi di spranghe. La violenza entra al Tardini. Scende in campo, ma proprio in campo, quando meno te lo aspetti. L'arbitro De Santis fischia la fine della partita. I giocatori rientrano negli spogliatoi e lo stadio si svuota: la giornata sportiva si spegne e si accende quella della follia. Alcune decine di tifosi bianconeri - ieri in tremila stipati in curva Sud - invadono il campo. Uno di loro scavalca la barriera antisfondamento e apre i cancelli per far entrare altri supporter. Il gruppo guadagna la metà campo e intona cori contro i tifosi crociati ancora sulla gradinate della Nord. I quali, anzichè rimanere al loro posto o uscire dallo stadio, invadono a loro volta il terreno di gioco. In una manciata di secondo il Tardini, da campo sportivo si trasforma in un terreno di battaglia. Sí, perchè dall'interno del rettangolo verde gli uomini delle forze dell'ordine se ne sono già andati, usciti a presidiare l'esterno dello stadio: dentro rimane solo qualche carabiniere e per di pi ù non in assetto antisommossa. Le due tifoserie - cento, centocinquanta teppisti - si scontrano a metà campo. Volano calci, pugni, cinghiate, colpi con le aste delle bandiere. Qualcuno si porta dietro una panchina che scaraventa addosso ad un tifoso avversario. Dieciquindici minuti di follia: poi i manganelli dei poliziotti, rientrati immediatamente dentro il rettangolo verde, riescono a rimandare i tifosi bianconeri sulle gradinate della Sud e i crociati in quelle della Nord. La tensione resta alta e si trasferisce all'esterno dello stadio, dove per fortuna non vanno in scena altri scontri. Al Pronto Soccorso finiscono un tifoso bianconero - ma la notizia non viene confermata - con un trauma cranico e due uomini delle forze dell'ordine - un carabiniere e un agente di polizia - con lievi contusioni: si parla di distorsioni alle caviglie. Un poliziotto si fa medicare una ferita al volto davanti allo stadio. In serata, in una riunione in questura, gli investigatori hanno visionato le immagini degli scontri per identificare i responsabili delle violenze. Già oggi potrebbero arrivare provvedimenti. Il questore Gaetano Chiusolo, che da mercoledí si insedierà a Brescia, tende a minimizzare la portata degli incidenti avvenuti ieri sul terreno di gioco del Tardini: « Si è trattato di un fatto spettacolare, ma che va ridimensionato nella sua portata, visto che di fatto non ci sono stati scontri fra le due tifoserie » . Questa la ricostruzione dei fatti effettuata dal questore, che comunque ieri sera, assieme ai funzionari incaricati del servizio d'ordine, ha visionato i filmati dei disordini per valutare la necessità di eventuali provvedimenti: « E' accaduto che, mentre trequattro tifosi dei Boys stavano rimuovendo, come sempre avviene, gli striscioni e si trovavano quindi in campo, alcuni supporter bianconeri abbiano scavalcato la recinzione della curva Sud e siano entrati nel recinto di gioco rivolgendo inequivocabili gesti di scherno ai tifosi parmigiani. A questo punto, altri juventini sono stati fatti entrare da chi era già in campo e la stessa cosa hanno fatto i Boys, temendo possibili aggressioni. A quel punto sono però intervenuti agenti e carabinieri in servizio che, di fatto, hanno impedito i contatti fra le opposte tifoserie. Tutto questo mentre all'esterno la situazione è rimasta sotto controllo » . Mentre i Boys, per il momento, preferiscono non commentare gli incidenti del postpartita, Angelo Manfredini, vicepresidente del Centro di coordinamento che era in campo al momento dell'inizio degli scontri, fornisce una sua versione: « I primi a entrare in campo sono stati gli juventini, che hanno iniziato a inveire e fare gesti di scherno contro i «Boys». A quel punto le forze dell'ordine, per intervenire, hanno fatto aprire il cancello della curva Nord e, assieme a loro, sono entrati anche i tifosi parmigiani e, a quel punto, è stato il caos, dovuto però al fatto che, purtroppo, non è stato impedito agli juventini di entrare dentro il campo a fine partita » .
Le immagini |
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NAPOLI/GIULIANOVA
IL MATTINO Quattordici contusi tra le forze dell'ordine per i tafferugli scoppiati nel secondo tempo. Un gruppo di facinorosi ha iniziato, sul ballatoio tra i distinti e la curva A, un fitto lancio di oggetti nei confronti delle forze dell'ordine presenti allo stadio. La partita in quel momento era già saldamente in mano al Napoli e non c'erano elementi di tensione tali da scatenare la violenza. Conto poliziotti e carabinieri sono stati lanciati bottiglie, monete e pezzi di pietre staccati dai muretti degli spalti. Il gruppo dei violenti si è poi spostato all'esterno dello stadio, inseguito dalle forze dell'ordine. Anche qui è continuato il lancio di oggetti. Le forze dell’ordine hanno fatto uso di lacrimogeni per disperdere i facinorosi che si sono dileguati nei vicoli attorno allo stadio nel quartiere di Fuorigrotta. La polizia ha operato un fermo: si tratta di un ultrà colto in flagrante mentre all'esterno dello stadio a fine partita lanciava oggetti contundenti contro le forze dell'ordine. |
"Sono pronto a tutto, anche ad andare in carcere" "fatemelo prendere" ....RIVOLTO ALL'ARBITRO... : OLD STYLE: INDUBBIAMENTE IL MIGLIORE. L'ARBITRO, PER DEFINIZIONE, E' SEMPRE IL PRIMO COLPEVOLE PER OGNI TIFOSO VERO. La discrasia sta in questo: tre anni a lui, tre anni agli altri |
7
gennaio (pomeriggio):
inserite altre foto,
video e articoli di giornale su Lazio/Roma.
Alla pagina 2 altre foto, e alla 3 la cronaca.
Pagine
in continua evoluzione. Aggiornata la Coppa
Disciplina.
Ho
sentito la necessità di scrivere un piccolo editoriale.
Detto questo, dico anche un'altra cosa: la smodata esultanza ci sta tutta. Stanotte non ho chiuso occhio per il nervosismo, tanto più che alle 6 mi sono dovuto alzare per ragioni di lavoro ed ho riflettuto. Mi sono immaginato di avere avuto indosso la maglia della Roma (magari quella di Prati) di essere insultato nel modo più pesante possibile dai laziali e poi di aver segnato sotto la loro curva il gol decisivo. Cosa avrei fatto dopo? Non c'è dubbio. Prima della partita avrei dato, con smaccata premeditazione, un elmetto da guerra al fotografo deputato a stare sotto la Nord e mi sarei fatto una corsa forsennata fino sotto la loro vetrata. In fondo, Di Canio è un moderato imborghesito. Detto questo, resta da definire i nostri. Stimo diversi giocatori, ma alcune cose proprio non mi vanno giù. Dellas. Prima della partita ci tira fuori la solita storia del derby che è una partita come tutte le altre, anche se i tifosi la sentono particolarmente e quindi va giuocata con impegno. Ogni volta che qualcuno tira fuori questa storia, prendiamo la sveja, che tra l'altro anche statisticamente ieri ci stava tutta. Nessuno fa guardare al guerriero greco, non dico "Braveheart", perché questo lo lasciamo ai burinotti d'oltremanica, ma quantomeno "Il Gladiatore". Già me lo immagino. Da noi torroni e panettoni, dall'altra parte "Braveheart" e "Ogni maledetta domenica". Ciavemo duecento romani in squadra, ma come cazzo è possibile che non gli viene in mente a loro! Se fossi il presidente della Roma imporrei a ogni giocatore un esame prima di venire qui, per responsabilizzarlo sulla maglia che indossa e su cosa significa. Non fai l'esame? Affanculo ragazzo, vai in un'altra squadra. Comunque sia, il risultato è che Dellas - che tenerezza - si lamenta con Di Canio per l'esultanza non da sportivo, insultando così anche il suo capitano Francesco Totti, che fece la stessa cosa qualche anno fa. Il tipo di giocatore che io voglio è quello che non fa la signorina (e per la verità Dellas non lo è mai stato), ma quello che di fronte a una scenetta impiantata da quel ternanomilanistajuventinonapoletanoetralasciolesquadreinglesi pensa "Mo' segno io e vado a fare crowdsurfing sopra le teste dei laziali in nord" oppure "al prossimo intervento lo apro in due come una cozza". Candela. Doveva essere messo in campo con l'unico obiettivo di spezzare una gamba alla banderuola, prima di andarsene a svernare in Qatar. Solo così il francese si sarebbe guadagnato un posto nella storia della Roma, i cui tifosi, invece, tra qualche anno lo dimenticheranno. Della nostra squadra i Romani se ne sono stati zitti zitti, delusi, piangenti, ma non incattiviti come - cazzo - erano loro. Solo i nostri stranieri hanno tirato fuori un po' d'orgoglio e d'amor patrio, in una distorta visione del derby che glielo fa considerare "una partita come le altre", quando non lo sarà mai e non lo deve essere neanche per loro, altrimenti non ci venissero qui. Distorto, per quanto ho detto a proposito di Dellas. Cosa doveva fare Di Canio? Il professionista? E perché? Dice di essere tifoso della Lazio. Non so se è vero, ma il tifoso esulta. Smodatamente, se è molto tifoso. Non mi venite a parlare del fatto che "gesti di questo genere inducono alla violenza". Ha risposto, ahimé bene, lo stesso Di Canio ai parassiti della Domenica Sportiva, giustamente sbeffeggiati: se voglio menare qualcuno lo meno uguale. A Parma si sono picchiati senza che ci siano stati episodi di questo genere e anche nei derby passati non c'è mai stata troppa tenerezza. L'unica cosa che può provocare un atteggiamento alla Di Canio (ma anche alla Totti del "v'ho purgato ancora" che tanto abbiamo amato) è il lancio di oggetti, ma questo lo provoca anche l'arbitro corrotto. Totti. Evidentemente sente troppo questa partita, ma sembra chiaro che l'effetto che ne ricava è opposto. Lo sguardo spaurito del "Che devo fà? Me butto pe' tera o nun me butto?" dell'episodio del petardo è un sintomo di tale situazione: se il petardo ti ha stordito, caschi immediatamente o poco dopo. Persino Gattuso lo ha capito. Se non ti ha stordito, mandi affanculo quegli stronzi che te lo hanno tirato e giochi fino alla morte per segnare e andare sotto di loro. Del Neri. "Questa volta non ha vinto lo sport". "Questo non è calcio". Sport? What's sport? Lo sport è quello che seguono gli sportivi. Il calcio è quello che seguono i tifosi allo stadio (ed anche a casa) e gli sportivi solo da casa o in qualche piccola parte della Tribuna Monte Mario e della Tribuna stampa. Il derby di Roma è il calcio all'ennesima potenza. Possibile che ad ogni allenatore della Roma tutto questo gli debba essere spiegato a mattonate? Quello che molti commentatori non vogliono capire, è che se il calcio è così è perché l'Italia ha tre quotidiani sportivi e centinaia di trasmissioni calcistiche. Quando negli anni '50 il calcio NON era così, tutto questo non esisteva, questo sito forse non sarebbe esistito, e migliaia di persone che oggi scrivono sui giornali sarebbero disoccupate. Negli annali resterà Lazio 3 Roma 1, e non che i fratelli Filippini sono stati troppo aggressivi. Tralascio le considerazioni tecniche - ce ne sarebbero da fare - ma non mi appartengono. So solo che me rode e lo spirito giusto che spero venga fatto proprio da chi ci dovrebbe rappresentare in campo è solo uno: ci vediamo al ritorno. |
Genoa/Empoli 2004/05 La coreografia |
Genoa/Empoli 2004/05 Il gol sotto la gradinata nord |
Parcheggi, ristoranti, centri commerciali, musei. E tanta comodità In tribuna come in salotto il Rinascimento degli stadi europei ROMA - C'è stato un rinascimento architettonico degli stadi negli ultimi dieci anni e l'Italia ne è rimasta malinconicamente esclusa. Nove anni dividono il San Paolo di Napoli (ristrutturato per il '90) dal Millennium Stadium, finito nel '99: a Cardiff con 7,5 euro c'è una visita guidata alle meraviglie della tecnologia, a Napoli si potrebbe organizzare un giro istruttivo sullo scialo di denaro pubblico. A Napoli si è vicini agli anni '50, a Cardiff c'è il futuro. E' l'impianto-esempio (costato peraltro più di 200 milioni di euro): splendore architettonico, polifunzionalità (pensato per il rugby, ospita regolarmente il calcio e concerti rock), di facile accessibilità (è al centro della città, a cento metri dalla stazione ferroviaria), comodo da raggiungere e da vivere. Si decide a seconda del tempo se aprire o no il tetto: "per lasciar vedere a Dio i nostri ragazzi giocare" dicono i gallesi. Quella del tetto mobile è un must per definire uno stadio davvero all'avanguardia: il tetto dell'ArenA di Amsterdam si può chiudere in venti minuti. Dentro c'è tutto: bar, fish&chips, negozi di mechandising, fuori i parcheggi (l'impianto è fuori Amsterdam). Gli acquisti non si fanno con i contanti ma con tessere che come le carte telefoniche hanno il credito a scalare, il che aumenta la sicurezza e previene furti o borseggi o espropri. La filosofia dei nuovi impianti è grandi comodità ma anche grande controllo. Sotto il tetto della Auf Schalke Arena di Gelsenkirchen sono appese le telecamere che scandagliano gli spalti per prevenire incidenti o individuare responsabili. Lo spettatore è osservato ma può osservare facilmente ogni punto del campo: solo lo Stade de France, concepito per i mondiali '98, ha la pista di atletica, che però (diversamente dal Delle Alpi) ha una sua funzione, vi si svolge la tappa annuale del Grand Prix di atletica. Gestire questi impianti non legati a società di calcio è complesso, far sì che procurino utili è difficile, ma proprio lo Stade de France mostra la via: è gestito da una società privata che lo affitta per il rugby, il calcio, l'atletica appunto, ma anche per cene aziendali o partite tra impiegati. Tutto è caro (a cominciare dal parcheggio sotterraneo) ma lo stadio è vivo e in buona salute. Così il quartiere intorno, con i suoi bar, alberghi lungo il viale del Cinque Nazioni (nome non aggiornato). Sono impianti che per quanto grandi sono immersi nel tessuto urbano, come il Camp Nou o il Santiago Bernabeu. Lo spettatore si sente immerso nel divertimento e nella cultura: all'Old Trafford c'è anche il museo del Manchester United. La nuova frontiera sarà lo stadio dell'Arsenal, sponsorizzato (con 150 milioni di euro) da Emirates e che sarà ultimato nel 2006: 60mila posti a sedere, 150 tribune d'onore, 250 postazioni di ristoro, 900 toilette, alcuni dei suoi numeri monumentali. In più schermi giganti in grado di spostarsi e reclinarsi in base alla luce solare. Con
questo modo di vivere lo spettacolo del calcio si dovranno confrontare
gli architetti di Italia 2012: avranno le idee e le risorse necessarie
per sostenere questa sfida?
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CHE SCEGLI CON CHI STARE |
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Inserito il servizio "Hooligans alla brasiliana" |
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GARA LAZIO – ROMA DEL 6 GENNAIO 2005 – ORE 20.30 STADIO OLIMPICO i biglietti sono riservati in opzione agli abbonati della A.S. Roma come da accordi tra le due Società. € 100,00 Tribuna Tevere € 70,00 Distinti € 25,00 Curve € 15,00 PUNTI VENDITA E MODALITA’ §
Botteghini Stadio Olimpico (lato Tribuna M. Mario):
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Inserite
le foto di Roma/Bologna 1-0 e Roma/Fiorentina 4-6 (Coppa Italia) stagione
1960-61.
Info biglietti per Brescia da parte di Er Prince: "presso il Banco di Brescia si possono acquistare i biglietti per la partita di domenica al prezzo di 16,50 euro, per il settore curva nord, quella del Brescia, ma tanto poi si entra tutti nel settore ospiti! Io vivo a Milano e ti dico che qui gli sportelli del Banco di Brescia saranno aperti anche domani mattina, almeno quelli della filiale dietro la galleria in via Silvio Pellico. A Roma non ti so dire!" . Inserisco anche la newsletter dell'amico Giggi di www.corederoma.it, come sempre ben scritta è interessante. |
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Nella nuova Champions League abbiamo giocato 30 volte, vincendo la "bellezza" di 6 volte. Un bilancio da squadra moldava, nettamente al di sotto delle aspettative e delle possibilità. Abbiamo incontrato 6 volte il Real Madrid, perdendoci 4 volte di cui 3 su 3 in casa. Abbiamo affrontato Ajax, Liverpool, Dinamo Kiev, Arsenal, Bayer Leverkusen, Galatasaray, Anderlecht, senza avere il piacere di una vittoria, mancato piacere che estendiamo anche al modesto AEK di Atene. Una vittoria striminzita, in superiorità numerica per oltre tre quarti di partita, con altrettanto striminzito e fortunoso pareggio al ritorno contro il Genk (una Lodigiani meglio organizzata), due tempi giocati da Roma contro Barcelona (il secondo, all'Olimpico) e Valencia (il primo, a Valencia). Tutto qui. Mai una partita trascinante, mai una prova di forza o di carattere. In panchina sono transitati Capello, Voeller, Sella, Delneri: non è cambiata una virgola. Per fortuna è finita e torniamo, come è giusto, a casa, lasciando all'Europa un'immagine da squadra materasso che più materasso non si può. Vogliamo tornarci in Ch. League, ma vogliamo che l'ìmmagine sia pari al nome che portiamo. Altrimenti stiamo bene nella parrochietta nostra, senza porgere il didietro a sonori calcioni che chiunque si è permesso di darci in questi anni. CON
QUELLI LI' ?? MAI !!
COREdeROMA ancora una volta, per l'ennesima volta, vuole condividere questo pensiero; Roma ha una tradizione, dei colori (che lo impari, come sta facendo, la Diadora), un nome, degli avversari storici: quelli sono, quelli rimangono. Non vogliamo cambi di maglia di mille colori, solo per spillarci i soldi, ben venga l'iniziativa di Lorenzo che appoggiamo in pieno, come è evidente dalla home page del nostro sito. Vogliamo le maglie di sempre, tutte le altre se le diano in faccia, nere e verdi, blu e arancioni, da sbandieratori del palio di Siena, non le compriamo, non le vogliamo: noi siamo SANGUE E ORO !! Non vogliamo Moggi a Trigoria, ci dispiace per lui, che sarà anche il figlio e sarà pure serio, ma sempre figlio è; figlio di chi ci ha venduto i nostri giocatori dentro casa, chi ha comprato giocatori per la juve mentre lavorava e prendeva (anche) i soldi dalla Roma, da chi usa l'inganno e il sotterfugio come sistema, da chi non ha il minimo senso dello sport e dell'onore. Non vogliamo accordi con la GEA, l'affarista del calcio. Il calcio è sport, se la nuova dirigenza riuscirà a gestire la Roma in maniera sana e competitiva fino ai massimi livelli, bene, altrimenti andiamo dove le nostre capacità ci portano, facendolo ci andremo a testa alta. Rimanere ai margini del sistema con le briciole per non morire di fame ma senza mai saziarsi, non è da noi: o se magna o se digiuna !! No alla lazializzazione. Sembrano
quasi i dettami di un decalogo ma è il sentire di tutti i
romanisti che conosco, che conosciamo, con poche voci fuori dal coro. Noi
vogliamo una Roma fiera e combattiva, che con i nostri soldi e la nostra
passione, gestiti adeguatamente, possa ambire a posti di primo piano
nel panorama calcistico. Se così non dovesse essere, mandateci
in C2 ma mai con quelli lì. In C2 le trasferte sono vicine, invece
di
La Roma calcio nasce per combattere lo strapotere calcistico del Nord, accadeva ieri, accade oggi, dovrà accadere domani. Se saremo compatti, costi quel che costi, salveremo il nostro onore ed insieme la squadra della città e il suo futuro e saremo ciò che abbiamo sempre voluto essere: unici. Per
COREdeROMA
Ps - sbaglio o c'è stata una sentenza storica sul doping nel calcio? Non è una notizia importante? Ne hanno parlato in tutto il mondo, che provinciali i giornalisti inglesi, francesi, americani..... I nostri giornalisti, parlamentari, etc., hanno ben altro da pensare che scrivere di questa sciocchezze, a luglio magari avevano meno incombenze, e scrissero per giorni pagine e pagine di uno sputo. A confronto della merda che hanno infilato nelle vene di tanti giovani quella era acqua santa. Ma i loro padroni non permettono che se ne parli. Che vita da sorci. |
Sono
Alessandro e tramite il tuo sito volevo fare un appello a chi ha la roma
nel cuore. Stasera c'è ROMA/real madrid, partita per noi inutile
ma comunque bella partita...
Invito chi è veramente ultras a stare davantii alla "palla" oggi e sgolarsi pe questa roma che,più di qualunque altra volta, ha bisogno di supporto che solo noi la CURVA SUD possiamo dargli! NON l'abbiamo lasciata sola a kiev e nn la lasceremo sola anche a "porte chiuse". Sarei felice se pubblicassi questa e-mail per le persone che non lo sapessero OVUNQUE TU SARAI, MAI SOLA MAI uno dei TANTI |
(ANSA)
- EMPOLI, 8 DIC - Era il capo dei
'Desperados', tifoseria dell'Empoli, e i suoi funerali sono stati organizzati nello stadio della squadra toscana. Circa 3.000 tifosi hanno assistito alla cerimonia di addio a Emiliano Del Rosso, morto ieri in seguito a un incidente stradale. Accanto al feretro, portato a spalla sotto la 'maratona' del 'Castellani' e coperto con la maglia numero 8 (quella del regista), c'era l'intera squadra toscana. |
Ieri
sono stato al centro commerciale ''I Granai'' all'eur (zona roma70) per
acquistare con un mio amico i biglietti del derby del cuore....
Il biglietto da me aquistato e' di 17 euro, ma alla cassa mi e' stato fatto pagare 19 euro perche' 2 euro venivano dati in beneficenza. Ho parlato con delle guardie giurate, perche' la cosa mi puzzava di truffa (non c'era scritto da nessuna parte della ricevitoria che i 2 euro in piu' erano per beneficenza!!!); E mi hanno confermato che la questione la potevo sbrigare facendo una lettera di denuncia al Codacons. Sinceramente non ho avuto la pazienza di rivolgere tutte le mie attenzioni a questa sporca faccenda... Quindi sono riandato nella ricevitoria dei biglietti e ho preteso la restituzione dei 2 euro perche'a mio avviso non legali. Possibile che certa gente debba speculare sui fondi per la beneficenza??! Emanuele |
concesso (se la grande era in svantaggio, tipo un Milan-Empoli con Paparesta) o per il troppo poco (eclatante il Lecce-Juve di quest’anno). Eppure, questa cosa non era mai ... stata ufficializzata (o quanto meno sottolineata) da nessuno in tv. I "bravissimi" cronisti di sky, assolutamente senza volerlo, ci hanno dato la conferma UFFICIALE che questa cosa avviene molto più spesso di quanto immaginiamo!!! Vi racconto i fatti accaduti poco fa durante Parma-Milan, talmente eclatanti, che sarebbe un scandalo se nessun TG o giornale ne parlasse!!!
Eravamo all’88’, il punteggio era sull’1-1 con il Milan in rimonta e con
evidenti possibilità di
Comunque, giungiamo al 89’ 30’’: il Milan va in vantaggio!!! Il recupero
però ancora non è stato
La parola, dopo 30’’ ritorna a Nosotti che, abbastanza piccato, replica
con queste testuali parole
Questo è uno scandalo assoluto...così come Zeman aveva ragione
sul doping, anche tutti noi
Calerà il silenzio su questa vicenda??? Vedremo... (quello che non
vedremo più, forse, è il povero
|
Caro
Lorenzo,
ti scrivo questa mail per esprimere un mio pensiero ed allo stesso tempo per chiedere la tua opinione riguardo una questione. Ho notato, con un briciolo di tristezza, che domenica sera, mentre il Nostro Capitano si accingeva ad eguagliare il record del Bomber, nella Curva Sud non veniva esposto nessuno striscione a riguardo. Più precisamente, nel voler toccare la questione, noto che spesso la Curva si presenta in maniera un pò indifferente verso il Nostro Capitano. Cercando di mettere ordine fra i miei pensieri partirò da più lontano: sebbene fossi solo un ragazzino, ricordo che fra la Sud e le Nostre Bandiere vi è sempre stato un buon feeling: l’amore per Bruno Conti fu, e tuttora è, immenso; con Di Bartolomei, forse anche per il triste epilogo, ancora vi è un legame fortissimo e verso Giannini, sebbene verso la fine della sua avventura Giallorossa si incrinò un po’ il rapporto con una parte della Curva, non mancarono mai gli attestati di stima. Per non parlare poi del fantastico rapporto con Aldair. Ricordo negli anni passati tanti striscioni dedicati ai Nostri capitani ed alle Nostre bandiere, sia nei momenti di difficoltà che per celebrare loro traguardi o più semplicemente per comunicare loro stima, affetto, attaccamento. Chi non si ricorda del bandierone a sfondo rosso con il numero 10 in giallo che per anni ha sventolato in basso alla Sud?! Basta cliccare sulla sezione "bandiere" del tuo sito per farsi un’idea. La Sud di oggi, della quale fieramente faccio parte, sembra troppo spesso distratta da altre cose: vero è che i tempi sono cambiati, i problemi sono diversi da prima ed anche la gente ragiona in maniera differente. Lo striscione è ormai diventato uno strumento per contestare (quando giustamente va fatto), per ricordare chi non c’è più, per accogliere chi è stato dato alla luce, per toccare temi politico-sociali, per offendre le tifoserie avversarie. Tutto ciò è giusto e sacrosanto, ma forse potrebbe essere usato anche per celebrare chi ci rappresenta, chi è il Nostro simbolo, chi ci viene invidiato da tutto il pianeta calcio. Non conosco né ho desiderio di conoscere quali siano, sempre che sussistano, i rapporti fra il Capitano e la Curva, o meglio, con i capi della Curva, o meglio ancora per essere più attuale, con i rappresentanti dei gruppi; credo comunque che vi sia un reciproco rispetto, stima e considerazione. Nell’arco di questi ultimi anni, con la televisione che impazza e cerca di creare falsi miti, abbiamo assistito un po’ a tutto. Gruppi di tifosi che sostengono a spada tratta giocatori che, per quanto fenomenali, non fanno altro che mancare di rispetto alla tifoseria con comportamenti assurdi; altri tifosi che, chi per radio chi allo stadio, sostenevano che il vero capitano ed unico leader attaccato ai colori della Roma fosse quel brasiliano oggi di casa a torino, altri che ancora oggi nelle trasferte, appena la Squadra compare in campo per il riscaldamento, dedicano il primo coro a chi, seppur capocannoniere, negli ultimi due anni tutto ha fatto tranne che onorare la maglia facendo la vita da pipistrello notturno. Per non parlare poi delle vedove di quell’ex terzino sinistro d’oltralpe, che con canottiera e bandana in testa lo trovi il giovedì sera a ballare nei vari locali Romani. ….Ecco, in mezzo a tutto questo marasma c’è Francesco Totti. Forse non è il Capitano ideale per tutti, forse è troppo timido ed introverso, ma è comunque la linea di continuità con il passato, è un pezzo di Romanità, è il simbolo di una tradizione che continua. Con i suoi pregi ed i suoi difetti, come tutti Noi ne abbiamo, ogni domenica scende in campo con molti di questi personaggi, spesso si sobbarca compiti non suoi, si fa in quattro, copre cinque ruoli, pressa, segna e per quanto possibile ci tiene a galla, ingoiando come tutti i Tifosi della Roma le stesse delusioni che ultimamente la domenica sera ci portiamo nel letto. Tutta Europa e tutta Italia lo vorrebbero, basterebbe che si mettesse sul mercato ed in un decimo di secondo sarebbe altrove, calcando palcoscenici più consoni a giocatori del suo livello e guadagnando il doppio. Eppure non lo fa, o almeno non lo ha ancora fatto, nonostante oggi tutti, e ripeto tutti, lo farebbero o addirittura lo hanno già fatto. Anzi proprio in queste ore sembra aver respinto l'ennesimo assalto del Real. Finchè sarà a Roma merita il rispetto che gli abbiamo sempre portato e la massima considerazione, più di quella dimostrata negli ultimi tempi, durante i quali un pò tutti Noi abbiamo dato troppe cose per scontate. Mi rivolgo così alla Sud, cuore pulsante della città e da sempre interprete dei sentimenti veri, che ha "taciuto" al gol n. 106; che prenda vernice e cartone e celebri il n. 107, magari già contro il parma in casa, per festeggiare tutti insieme il primato assoluto e si prepari fra qualche anno, ovvero fra 92 presenze, a celebrare la presenza n. 387, una in più di Losi. Augurandoci che andrà così, a quel punto ogni imbarazzo o reticenza sarà scavalcato dall’evidenza. Grazie. Alessandro. Caro Alessandro, non ho molto da aggiungere alla tua lettera, che pubblico integralmente. Ho sempre detto che per il sottoscritto i giocatori della Roma - SALVO RARE ECCEZIONI - non hanno volto. Ecco, per Francesco Totti posso fare una eccezione. Ed in effetti l'ho già messo in anticipo tra le bandiere della Roma, da cui verrà tolto solo se passerà (in età ancora giovane e non a fine carriera come fu per Giannini o Di Bartolomei) ad un'altra squadra italiana come ha fatto Nesta o anche, più nel passato, Ciccio Cordova. Francesco ha l'occasione per divenire immortale nella città di Roma. Andando altrove non sarebbe più tale. Andando a Madrid diverrebbe un'altra stella tra tante anche se la scelta dell'estero potrebbe essere da noi capita. L'unica cosa certa è che comunque tu ed io non diverremmo mai tifosi del Real Madrid né di qualsiasi altra squadra. Quella maglia è nostra prima che di Totti, di Amadei, di qualsiasi altro giocatore. Solo chi è nato nella Roma e ha finito la sua carriera nella Roma ha il diritto di dire "La Roma sono io". Un esempio? Francesco Rocca. Fino a che ciò non avverrà (e Totti ne ha la possibilità), possiamo continuare a dire "La Roma siamo noi". Spero un giorno di poter dire "La Roma siamo noi e Francesco Totti". Sono comunque sicuro che la Curva Sud saprà presto celebrarlo degnamente, anche se va ricordato che la Sud non celebrò Roberto Pruzzo quando lo stesso superò Amadei: lo fece solo il 15 maggio 1988 in occasione del suo addio alla Roma con i celebri 106 ministriscioni accompagnati dallo striscione "106 volte grazie". |
Dalla
fanzine polacca "My Kobice", ecco qui i metodi della polizia polacca per
arginare il fenomeno della violenza negli stadi... spruzzare gas irritante
con comode bombolette tascabili:
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28/11/2004 Londra, white Heart Lane, Tottenham vs Middlesborough 2-0 "non c'è stadio che non ci vedrà...." Malvina e Valentina |
Ammenda di € 2.000,00 : alla Soc. MESSINA per avere suoi sostenitori, lanciato un razzo bengala in un'area di rigore, al 31° del secondo tempo, così provocando una breve sospensione della gara; entità della sanzione attenuata trattandosi di gara disputata in trasferta; recidiva. | Ammenda di € 1.500,00 : alla Soc. MILAN per avere suoi sostenitori lanciato un fumogeno sul terreno di giuoco così provocando la sospensione della gara per una trentina di secondi, al 20° del secondo tempo; entità della sanzione attenuata trattandosi di gara disputata in trasferta; recidiva. |
Genoa
Rossoblu, blu, rossiblu |
Crotone
Bianca, bianchi, bianchi |
Tutto ok |
Vicenza
Biancorossa a strisce, bianchi, bianchi |
Empoli
Azzurra con banda diagonale bianca, azzurri, azzurri |
Tutto ok |
Catanzaro
Rossa con bordi gialli, rossi, rossi |
Perugia
Nero, neri, neri |
Bene il Catanzaro, discutibile il Perugia |
Albinoleffe
Celeste, blu, blu |
Salernitana
Granata, granata, granata |
Tutto ok |
Cesena
Bianca, neri, bianchi |
Modena
Blu con bordi gialli, bianchi, blu |
Tutto ok |
Ascoli
Bianconera a strisce, neri, neri |
Ternana
Rossoverde, bianchi, bianchi |
Tutto ok |
Treviso
Bianca con numeri rossi, bianchi, bianchi |
Catania
Nera, neri, neri |
Tutto contro la tradizione |
Bari
Bianca con bordi rossi, bianchi, bianchi |
Venezia
Nera-verdearancio, neri, neri |
Tutto ok |
Arezzo | Torino | Mi mancano i dati |
Hellas Verona | Pescara | Mi mancano i dati |
Triestina | Piacenza | Mi mancano i dati |
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Reggina
(Asics)
Bianca con bordi amaranto, bianchi, bianchi |
Brescia
Azzurra con V bianca, azzurri, azzurri |
In bianco e granata la Reggina, in classico azzurro con V davanti il Brescia. Ci siamo. |
Palermo
Rosanero, neri, neri-rosa |
Atalanta
Nerazzurra a strisce |
Palermo in rosanero, Atalanta in nerazzurro. Anche qui ci siamo |
Lecce
Giallorossa a strisce, rossi, rossi |
Livorno
Bianca, bianchi, bianchi |
Tutto ok |
Inter
Nerazzurra a strisce, neri, neri |
Messina
Rossa con bordi gialli, rossi, rossi |
Tutto ok |
Juventus
(Nike)
Rosa e blu, neri, neri |
Lazio
Biancoceleste, celesti, celesti |
Agghiacciante la maglia della Juve che, pur richiamando i suoi primi colori sociali, è realmente inguardabile. Inoltre poteva utilizzare i pantaloncini bianchi |
Fiorentina
Viola, viola, viola |
Bologna
Bianca con striscia (solo blu?) verticale, bianchi, bianchi |
La Fiorentina è ok, il Bologna tutto sommato pure... ma il rosso dov'è finito? |
Cagliari
Rossoblu, rossoblu, blu |
Chievo
Gialloblu, gialli, gialloblu |
In sintonia con la tradizione |
Roma
Rossa con striscia giallonera, bianchi, neri |
Sampdoria
(Robe di Kappa)
Nera blucerchiata, neri, neri |
Con i limiti della prima maglia di quest'anno la Roma, la Sampdoria inspiegabilmente in nero anziché in blu, anche se i colori sociali si vedono |
Udinese
Bianconera a strisce, bianchi, bianchi |
Siena
(Lotto)
Rossa, rossi, rossi |
Solo i colori identici possono giustificare la seconda maglia del Siena |
Parma
Biancocrociati, bianchi, bianchi |
Milan
Rossonera a strisce, neri, neri |
OK il Parma, il Milan ha i pantaloncini neri invece che bianchi, ma le regole della Lega Calcio parlano chiaro. |
Abbiamo finalmente la possibilità di dire la nostra. Possiamo far sì che la Roma, pur variando stili e disegni, giochi sempre con i suoi colori sociali. Aiutiamo la Diadora e la Roma a ritrovare la strada perduta, quella della Tradizione! Inviate le vostre creazioni a maglie@asromastore.it ma anche al sottoscritto MD8844@mclink.it che, insieme alla Weblegion tutta, veglierà perché non vengano creati altri buchi nella memoria e affinché vengano colmati quelli già scavati! Dal canto mio inserirò le vostre proposte nella pagina crea la tua maglia che sarà accessibile, oltre che dal link qui sopra, anche dalla pagina della campagna anti-maglie. |
La
Roma, tramite il giornale societario, scrive una lettera aperta ai tifosi
della Roma in relazione alla campagna anti-maglie. L'iniziativa è
lodevole, e sta a significare che la Società ha deciso di tenere
conto dei consigli che le arrivano, univocamente, da più parti.
Nel merito della questione, pur comprendendo che i toni della lettera sono pacati, da un lato, per evitare attriti con la Diadora, dall'altro per giustificare alcune scelte societarie decisamente discutibili (vedi la mancata previsione ad inizio stagione dei pantaloncini rossi), è necessario puntualizzare alcune piccole cose: a) non è vero che i colori sociali siano fedelmente riproposti nella prima maglia di questa stagione, visto che - pur volendo ammettere che il rosso e il giallo siano cromaticamente corretti nella gradazione (e non lo sono) - è stato aggiunto un terzo colore, il nero, che non c'entra assolutamente nulla con i colori di Roma e della Roma (vedi lo statuto societario della fondazione: "La squadra giuocherà con i colori di Roma"). Va anche detto, sul punto, che i calzettoni della Roma sono rossi con i bordi gialli. b) se è vero che la Roma nasce dalla fusione di tre società (Alba, Fortitudo e Roman), e che l'Alba aveva come colore il bianco e il verde, va ribadito che non si discute il fatto che la Roma abbia divise di altri colori, ma che giochi in verde o in nero o in arancione quando non ce n'è bisogno: in questo caso la colpa non è dello sponsor tecnico ma di chi decide all'interno dell'A.S. Roma all'inizio della stagione (o di partita in partita) con quale divisa giuocare. Conclusivamente, va riconosciuto che il passo compiuto dalla Società è enorme e questo è grandemente apprezzato. Altre società non avrebbero mai fatto una cosa del genere (e solo il Genoa lo ha fatto in passato). La nostra rabbia, grazie al passo compiuto dall'A.S. Roma diminuisce grandemente e ci rende fiduciosi per la stagione 2005/06. Tuttavia dobbiamo rimanere vigili: mancano molte partite alla fine del campionato e, se dobbiamo ormai rassegnarci a vedere l'ultima partita di Champions League in bianco-nero-verde e quelle di Coppa Italia in verde, verificheremo volta per volta in occasione delle trasferte di campionato quale divisa verrà adottata e se ciò sia giustificato dalle regole calcistiche che abbiamo bene appreso grazie a "Il Romanista". Per finire, non voglio apparire lezioso e mi scuso se posso dare questa impressione (so già che mi massacrerete d'ora in poi sulle sviste grammaticali!), ma suggerisco al direttore Riccardo Viola di rileggere bene le bozze poiché la rivista viene letta in tutto il mondo ed alcuni errori non sono ammissibili, tenuto conto che non si tratta di una fanzine distribuita in curva ma di una rivista storica edita sin dal 1983. Gli errori che seguono dipendono, per certo, dalla fretta e dalla necessità di "chiudere" il giornale il prima possibile, ma credo sia giusto evidenziarli per essere di sprone a dare sempre il meglio in ogni cosa che riguardi l'A.S. Roma. "AS Roma trae spunto (da cosa?) per parlare di un argomento che da più parti è stato trattato". Il "trae spunto" dovrebbe essere seguito dal complemento di origine. "AS Roma, insieme a Diadora, vogliono rivolgerci a Te". La forma corretta è: "AS Roma, insieme a Diadora, VUOLE rivolgerSI a Te". Altrimenti si dovrebbe optare per "AS Roma e Diadora vogliono rivolgerSI a Te". "Svilupperemo unitamente a Diadora, Caro Tifoso, una maglia che sempre più da una parte richiami la tradizione e la storia dell'A.S. Roma, dall'altra, rispecchi la determinazione e la forza che i nostri calciatori metteranno scendendo in campo". La forma corretta prevede una virgola tra "più" e "da". "Fermo restando la necessità di avere....". La forma grammaticalmente corretta è: "FERMA restando la necessità di avere...". "...abbiamo voluto ripercorrere la storia dell'AS Roma sin dai tempi della nostra fondazione". E' corretto dire: "...abbiamo voluto ripercorrere la storia dell'AS Roma sin dai tempi della SUA fondazione". "Tutte le squadre adottano, come alternativa alla maglia classica, colori diversi dai colori sociali canonici proprio per avere soluzioni cromatiche diverse nel caso gli arbitri chiedano una divisa alternativa". La frase corretta è: "Tutte le squadre adottano, come alternativa alla maglia classica, colori diversi da QUELLI sociali canonici,proprio per avere soluzioni cromatiche diverse nel caso gli arbitri chiedano una divisa alternativa". La frase successiva, che potrete leggere nel testo originario a fianco, è confusa nella sintassi e da ricostruire, pur esprimendo il concetto. "Perché la magica storia che unisce AS Roma ed i suoi tifosi...": non si inizia una frase con "perché" in quanto trattasi di avverbio interrogativo che non si utilizza per iniziare un periodo a meno che non si tratti di una risposta diretta ad una domanda. |
Da
Tarantosupporters.com
Lunedì siamo usciti di nuovo su tutti i giornali. Naturalmente nessuna buona notizia. In una gara a porte chiuse, in cui (tra l’altro) si è ricordato con un minuto di silenzio la scomparsa di un grande tifoso rossoblu, i VIPS del Taranto non trovano di meglio che azzuffarsi con gli ospiti della società Potenza Calcio. Una vergognosa gazzarra che – oltre a squalificare ulteriormente l’immagine già a pezzi della Taranto sportiva, costa la bellezza di mille euro. E adesso, chi paga? Ci siamo informati: ogni società può presentare un elenco di trentacinque ospiti. Bene. Vorremmo chiedere all’avvocato Monopoli chi sono questi trentacinque. Perché ci è sembrato di vedere qualche Vip di cui ci sfugge il motivo per cui sono lì… meriti sportivi, rilevanza sociale? Il mistero si infittisce. Il principe del foro Lovelli… cosa ci fa in tribuna? Cos’ha fatto di tanto importante il professionista per meritare di vedere una partita a porte chiuse, privilegio non possibile alla stragrande maggioranza di tifosi rossoblu? Possibile che i responsabili del fallimento del Taranto Calcio possano ancora godere di cotanti privilegi? Ma il discorso va anche oltre. Vogliamo sapere anche chi sono gli accreditati della stampa. Già perché tra VIPS scrocconi e amenità varie al seguito qualcuno ci sarà chi avrà scatenato la rissa in tribuna, vero? Già, perché ci sono tifosi che fanno il biglietto anche senza vedere le partite e questi ignobili principi dello scrocco che non solo sgàmano il divieto ma procurano un danno economico rilevante. Dott. Monopoli: prenda l’elenco degli accreditati e ospiti del Taranto calcio e faccia una scrematura. Saranno al massimo settanta persone. Sarà molto semplice individuare i boxeurs e far pagare loro la multa. Non è concepibile che soldi pubblici vengano spesi perchè alcuni cialtroni non hanno di meglio da fare che azzuffarsi. Anche perché non abbiamo tracce di alcun contributo dato da questi “illustri” personaggi tutti "mooooolto” attaccati alla maglia ma che, nei fatti, non hanno scucito un euro che sia uno. Inoltre, vogliamo verificare se e quando il Questore Introcaso interverrà. Perché non riusciamo a capire il perché in curva questi atteggiamenti sono esecrabili e in tribuna no(già: voglio proprio vedere se il Questore Introcaso di Taranto, che ha diffidato il mio amico G. proprio per una rissa tra tifosi del Taranto due anni fa e che per questo sta scontando tre anni di diffida, diffiderà per tre anni con l'obbligo di firma i VIP che hanno scatenato la bagarre. Se diffiderà anche un solo VIP con obbligo di firma chiederò di essere "arruolato" nella Questura di Taranto, n.d.L.). . Vogliamo che la legge sia uguale per tutti e chi sbagli, paghi. Lungi da noi fomentare demagogia spicciola. Noi il Taranto l’amiamo per davvero, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno e sabato saremo a Barcellona Pozzo di Gotto a nostre spese, come sempre, nonostante l’ultimo posto. Ci piacerebbe chiarezza e trasparenza. |
Ci sono cose più importanti nella vita. La condanna della Juve e il silenzio assordante dei giornali. Lippi e Vialli che offendono Zeman invece di scusarsi. Galliani che, come Giraudo esulta «per un pareggio» dopo aver rimediato una batosta all’elezione di Lega. E la sua Lega che punisce la Roma per la nebbia di Siena mentre dà un buffetto a Juve e Inter per gli scontri di San Siro. Quando penso a queste cose mi viene in mente un celebre urlo di Fabio Caressa dai microfoni di Sky: «Cacciateli via». Lui lo diceva ai tifosi della Roma (ma si è, ben guardato di dirlo ai tifosi della Juve e dell'Inter un paio di sere fa... n.d.L.), io ai padroni del pallone. Ma oggi parliamo di una cosa piccola, forse, ma che sta nel cuore di tutti i romanisti. La maglia. Ne abbiamo già parlato due mesi fa, raccogliendo le proteste dei lettori per le nuove maglie nere e verdi. Abbiamo aderito alla intelligente campagna di asromaultras e weblegion che invitava la Diadora al ritorno alla tradizione, giallo oro e rosso pompeiano, per il prossimo anno. E non ne avremmo parlato più, consapevoli del fatto che la Diadora versa più di sei milioni di euro nelle casse della società, se la misura non fosse colma. In diciannove partite ufficiali, la Roma è scesa in campo solo sei volte con la maglia rossa e gialla. Meno di una volta su tre. Sei gare le ha giocate con la classica maglia bianca, due con quella arancione, due con la verde e tre con la nera. Non sarà un po’ poco? Chi l’ha detto che in casa con il Siena dobbiamo giocare con la maglia verde? E che a Siena, ma anche a Torino con la Juve, dobbiamo essere arancioni? Avranno pure un senso i colori, le bandiere, gli striscioni? Che calcio sarebbe se la maglia cambiasse ogni volta? Nel rispetto dei bilanci e del marketing, è troppo chiedere che, sempre all’Olimpico e quando possibile in trasferta, la nostra Roma scenda in campo con la maglia giallorossa? E sulla questione delle sponsorizzazioni pubbliche: http://www.sporteconomy.it/index.php?id=6,870,0,0,1,0 |
Livorno
Amaranto, amaranto, amaranto |
Udinese
Bianconera, bianchi, bianchi |
OK il Livorno e anche l'Udinese |
Siena
Bianconera, bianconeri, bianchi |
Roma
Arancione, neri, arancione |
Bene il Siena, contro la tradizione la Roma |
Lazio
Biancoceleste, celesti, celesti |
Cagliari
Rossoblu, rossoblu, blu |
In linea con la tradizione le due squadre,ma la Lazie ha i pantaloncini bianchi |
Brescia
Biancazzurra, bianchi, azzurri |
Palermo
Rosanero, neri, rosanero |
In linea con la tradizione le due squadre |
Atalanta
Nerazzurra a strisce, neri, nerazzurri |
Reggina
Bianca, bianchi, bianchi |
OK l'Atalanta ed anche la Reggina |
Milan
Rossonera a strisce, neri, rossoneri |
Chievo
Gialloblu, gialli, gialli |
In linea con la tradizione le due squadre, ad eccezione dei pantaloncini del Milan, che sono storicamente bianchi (mentre l'Inter li ha storicamente neri) |
Messina
Rossogialla, rossi, rossi |
Fiorentina
Bianca, bianchi, bianchi |
In linea con la tradizione le due squadre |
Sampdoria
Blucerchiata, bianchi, blu |
Parma
Biancocrociata, neri, neri |
In linea con la tradizione le due squadre (finalmente il Parma è tornato ai colori originari) |
Inter
Nerazzurra a strisce, neri, neri |
Juventus
Bianconera a strisce, bianchi, bianchi |
In
linea con la tradizione le due squadre
(ma i numeri gialli della Juve sono molto Ascoli) |
Bologna
Rossblu a strisce verticali, blu, blu |
Lecce
Verde, verde, verde |
OK il Bologna, inguardabile il Lecce |
SERIE B
Ternana
Rossoverde, neri, neri |
Genoa
bianco, bianchi bianchi |
Ternana nella tradizione, anche se la prima maglia è sporcata dal nero. Neutro il Genoa. |
Torino
Granata, bianchi, neri |
Modena
Bianca, neri, bianchi |
Torino in linea con la tradizione, Modena irriconoscibile |
Crotone
Rossoblu a strisce, blu, rossoblu |
Hellas
Verona
Gialla con bordi blu, gialli, gialli |
In linea con la tradizione le due squadre |
Arezzo
Amaranto, amaranto, amaranto |
Piacenza
Bianca, bianchi bianchi |
Arezzo ok, Piacenza neutro. |
Catania
Rossazzurro, azzurri, neri |
Albinoleffe
Bianca, bianchi, bianchi |
Catania ok, Albinoleffe neutro |
Treviso
Bianca con bordi e numeri rossi, bianchi, bianchi |
Bari
Blu scuro con righine azzurre, blu, blu |
Una vergogna: sembrava che il Bari fosse il Treviso e viceversa. |
Triestina
Rossi, rossi, rossi |
Ascoli
Bianconera a strisce, neri, neri |
In linea con la tradizione le due squadre |
Salernitana
Granata, bianchi, bianchi |
Vicenza
Nera, neri neri |
OK la Salernitana, se il Vicenza avesse giocato con la maglia della tradizione sarebbe stato meglio visto che il nero si confondeva con il granata, ma possiamo tollerarlo. |
Pescara
Biancazzurra a strisce, bianchi, bianchi |
Cesena
Verde, verdi, verdi |
Pescara tradizionale, Cesena che sembra l'Avellino, ma potevano esserci problemi cromatici. |
Empoli
Azzurra, azzurri, azzurri |
Catanzaro
Giallorossa, gialli, gialli |
In linea con la tradizione le due squadre |
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